Strani vicini (Antologia Digitale)
NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di quattromila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai loro bambini ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera tardi, dal lavoro. Pura potenza, insomma.
Alla sua seconda presenza come guest star assoluta su Minuti Contati, Sara Bilotti ha chiesto agli autori di continuare a indagare sulla questione della “vicinanza” e allora ecco che, dopo il tema LA FINESTRA SUL CORTILE assegnato durante la sua precedente apparizione, questo mese è stata la volta di STRANI VICINI.
Nove i racconti finalisti dell’edizione per nove differenti approcci tra i quali, però, si possono individuare delle costanti. Sì, perché se è vero che la parola VICINI evoca innanzitutto il concetto di vicinanza abitativa, così non è per gli sfortunati vicini di tavolo del protagonista de Insalata verde di Davide Di Tullio e neppure per lo strambo compagno di viaggio intergalattico del protagonista di Compagno di viaggio di Fabio Aloisio.
Ma tornando al concetto più comune di VICINO ecco che degli strani vicini chiassosi come quelli di Agostino Langellotti nel suo Rumori molesti possono essere in verità ben più normali di quanto si possa immaginare mentre i vicini fastidiosi di Marco Roncaccia nel suo Il Dio dell’amore necessitano solo di una freccia al punto giusto per quietare la pace di chi li osserva incuriosito.
I vicini, però, possono anche nascondere insidie e allora ecco che è meglio non accettare inviti da quelli protagonisti de Pranzo coi vicini di Luca Fagiolo come anche è preferibile non farsi influenzare nelle proprie piccole e grette abitudini di vita come in Punti di vista di Andrea Leonardi.
Se è necessario guardarsi dai pericoli rappresentati dai vicini, non possiamo certo pensare di essere noi stessi degli agnellini e allora ecco che ci possiamo trasformare in vere e proprie minacce fino ad arrivare al punto di giocare con le nostre vittime come in Fantasma di Giacomo Puca oppure di proiettare su di loro le nostre follie e paure del diverso da noi come in Ovatta di Maurizio Ferrero.
E poi c’è la vita, quella che volge al termine dandosi la mano con quella che continuerà nel suo solco come in Quel maledetto scalino della nostra vita di Andrea Lauro.
Nove racconti, nove prospettive per nove voci diverse alle quali, come racconto bonus a questa Antologia Digitale, aggiungo (pur non essendosi riuscito a qualificare tra i finalisti, ma avendo ottenuto la massima valutazione dal sottoscritto con allegato apprezzamento da parte di Sara Bilotti) Il tapis roulant di Gabriele Dolzadelli: una riuscita rappresentazione sulla centralità del nostro ego nel definire la realtà a prescindere da qualunque vicino essa possa mettere nel nostro stesso palazzo.
Maurizio Bertino