Le regole del buon vicinato secondo gli autori di Minuti Contati
NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di tremila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai loro bambini ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera tardi, dal lavoro. Pura potenza, insomma.
Da buon osservatore delle umane storie, Vincenzo Maisto (in arte IL SIGNOR DISTRUGGERE, guest star di settembre di Minuti Contati) ha assegnato il tema I NUOVI VICINI con l’intenzione, non tanto velata, di indagare temi lontani, ma assolutamente vicini quali quelli del diverso, della solidarietà, del gruppo, dell’accoglienza, del nuovo, della difesa dello status quo e via via lungo infinite declinazioni.
Nove i racconti finalisti, nove storie brevissime per nove diverse prospettive, tutte meritevoli di lettura e di studio.
Sì, perché i nuovi vicini possono essere alieni arrivati da chissà quali universi come ne Il pollaio di Maurizio Ferrero oppure esseri di chissà quale realtà distorta dalla nostra stessa ragione come ne La fitta del cambiamento di Andrea Partiti.
Ci sono poi vicini mostruosi per altrettanto mostruosi vecchi condòmini come ne Mostruosi malintesi di Eleonora Rossetti e mostri che approfittano di nuovi vicini per “mostrizzare” anche quelli vecchi come ne Pandafeche di Emiliano Maramonte.
Senza dimenticare l’approccio ai nuovi vicini perché c’è chi non li tollera e fa di tutto per eliminare il problema come ne L’ospitalità di Mario Pacchiarotti e c’è chi è talmente ospitale da impicciarsi anche troppo come ne Lo specchio di Gabriele Dolzadelli.
Ma attenzione perché i nuovi vicini possono essere molesti e allora un’opzione può essere quella di fare finta di non sentire come nel Secondo piano di Sara Passannanti oppure possono perseguitarci per i nostri errori come ne Sulla via del ritorno di Erika Adale.
Infine, i nuovi vicini possono essere ciò che non siamo e vorremmo essere come ne Meglio così di Andrea Gemignani.
Insomma, nove storie di vicinanza da leggere in un sol boccone per nove autori che potrebbero essere una scoperta per chi ancora non li conosce. In ultimo, mi permetto di aggiungere un decimo racconto da me stesso promosso in vetrina (anche se non finalista): Apparenze di Filippo Mammoli per dei vicini che potrebbero anche non essere dei nemici, ma veri e propri insegnamenti di vita.