Non c’è mostro che non mi sia venuta voglia di accarezzare (Antologia Digitale)

NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di quattromila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai loro bambini ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera tardi, dal lavoro. Pura potenza, insomma.

 
Alla sua prima esperienza come guest star assoluta di Minuti Contati, Scilla Bonfiglioli ha chiesto agli autori di confrontarsi sul tema Non c’è mostro che non mi sia venuta voglia di accarezzare e la risposta in termini di partecipazione è stata molto positiva, tanto da vedere una fase di qualificazione composta da ben quattro gruppi per un totale di trentotto racconti. In questa Antologia Digitale riportiamo i dodici finalisti, ovvero i primi tre qualificati di ogni gruppo.
 
Partiamo dai qualificati con il terzo posto e subito possiamo osservare un’ampia varietà di approcci: si va dagli svalvolati protagonisti di Bad Trip di Danilo Riccio all’approccio fantascientifico venato d’horror rinvenibile ne Il mestiere del chiamato di Wladimiro Borchi all’introspezione di Blues di Andrea Spinelli per arrivare a uno dei più classici incubi dell’infanzia materializzato da Agostino Langellotti nel suo Cosa c’è sotto il letto?
 
Saliamo di un gradino ed ecco i finalisti qualificatisi con il secondo posto e partiamo con l’amara riflessione sui tempi moderni contenuta nei Sogni di carta di Emiliano Maramonte per passare, in un continuo variare di generi e di approcci, ai vampiri de L’ultima possibilità di Mauro Lenzi, agli originali personaggi fantasy di Tremate, mostri! di Giorgià D’Aversa e al futuro distopico immaginato da Isabella Valerio nel suo Io e Bobo.
 
Veniamo infine agli approcci che hanno riscosso il maggiore successo, ai primi classificati di ogni raggruppamento. Gabriele Dolzadelli ha deciso di affrontare il tema in modo quasi intimistico e con il suo La carezza dell’amore indaga su quanto la pace interiore a ogni costo possa influire sulle personalità originali dei singoli individui. Intimo, pur in uno sviluppo assai diverso, anche l’approccio di Maurizio Ferrero con il suo Mi sento bene nel quale, in un contesto fantascientifico, anime perdute trovano ristoro ai loro fabbisogni. Fantascienza utilizzata anche da Stefano Moretto nel suo Una mano amica ambientato in un futuro distopico nel quale la manipolazione genetica è ormai un’industria decisamente redditizia. Chiudiamo questa carrellata con le violenze familiari, tema purtroppo all’ordine del giorno da troppi decenni, rappresentate da Giacomo Puca nel suo L’erede.
 
Insomma, dodici racconti per dodici diverse interpretazioni dello stesso tema per una lettura veloce che può intrattenere e fare riflettere, dagli autori di Minuti Contati, per tutti voi.
 
Maurizio Bertino

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