Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
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Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
IL CAMPANELLO
Di Alexandra Fischer
«No!» Gridai al mio amico Enzo, «togli subito la mano da quel campanello.»
Lui non la ritrasse.
«È solo un’anticaglia di ottone. Cosa vuoi che succeda, se lo premo? Che ne esca un tentacolo e mi strozzi?»
Lo afferrai per la camicia, benedicendo la sua mania di portarla fuori dai jeans.
«Di peggio.»
«Su, su, ma che ti sei fumata, Ulrica? Non crederai davvero ai mostri.»
«Dammi retta e non ci provare.»
«Non farmi la morale. Ieri sera siamo passati di qui e ti era venuta l’idea di pigiarlo.»
Sbuffai.
«D’accordo, ma la mia era una battuta alcolica. Eh, sì, ammetto di essermi lasciata trasportare dai sogni a occhi aperti. Ora non lo farei mai. Neppure in pieno giorno.»
Enzo ridacchiò.
Il campanello si intonava bene alla porta di legno marrone scrostato dall’umidità e ai muri color burro del palazzo scoloriti dalle intemperie.
«Subito dopo essere stata qui, a casa ho sognato questo posto» dissi a Enzo, «e farlo mi ha cambiato la vita. Credo esistano delle realtà che è meglio lasciare stare.»
«Allora non ti vedrò più gironzolare in posti come questo?»
«Sì. Basta. Io ero qui davanti, stanotte.»
«Sognavi» mi disse lui con tono serio, rimanendo tuttavia nei pressi del campanello.
«No» ribadii, «lo credevo anch’io quando mi sono coricata stanotte. Ho chiuso gli occhi per ritrovarmi di nuovo qui davanti e ho premuto il campanello.»
«Suono armonioso o gracchiante?» mi chiese lui, tornato a essere dispettoso come al suo solito.
«Ho perso l’udito. E la porta si è sbriciolata. Ho visto la gradinata d’ingresso della casa e vi era posata una creatura blu dall’aspetto di libellula ed era grande quanto te.»
Enzo fischiò ammirato.
«E sei rimasta lì a guardarla?»
«Figurati. Sono entrata, perché mi sentivo invulnerabile, così come succede nei sogni. E la libellula è indietreggiata al mio passaggio proprio come se avesse avuto paura di me. Invece, dalle scale è sceso un uomo, calvo e occhialuto, con tanto di favoriti. Era molto in collera e mi ha domandato cosa ci facevo lì. Visto che non rispondevo, mi ha afferrata per il polso e mi ha spinta di nuovo fuori. La pelle mi è bruciata all’istante, ma è stata la sua mano a terrorizzarmi: era ricoperta di scaglie nere e aveva cinque ventose al posto delle dita.»
Il mio amico tolse le mani dal campanello e si mise a tremare.
«Hai appena fatto il ritratto del proprietario di questa casa, il conte che visse da recluso con il telescopio e la radio. Dicevano tutti che era matto a voler cercare gli alieni.»
Feci un gesto di diniego con il capo.
«Li ha trovati, visto cos’è diventato. Odia lo scherzo del campanello. Basta soltanto che ci sia uno davanti a casa sua a pensarlo.»
Enzo tornò a essere il solito, per proteggersi.
«Scommetto che stamattina ti sei svegliata con il polso bello sano, eh?» sogghignò.
Mi tirai su la manica e disfeci la fasciatura.
«Ehi, avevi ragione, sembra quasi un marchio. Vuoi dire che…anch’io…»
«Non lo so. Io, al tuo posto, non suonerei» gli dissi, indicando la porta.
«Tanto la casa è disabitata» azzardò lui.
Io guardai attraverso lo spioncino e vidi il conte circondato da creature bipedi dagli arti terminanti in ventose e libellule identiche a quella del mio sogno.
Gridai e corsi via.
Avevo visto il conte e le sue creature da incubo, prima dal vivo, nel riquadro della porta e poi, in una fotografia appesa al muro dell’ingresso.
I miei nervi erano troppo provati quando la figura alata in grembiule con in mano detergente e strofinaccio staccò la fotografia dal muro con due mani umane e si mise a pulirla con le due zampe a ventosa che le spuntavano dalle ascelle.
Mi dava la schiena, ma bastò un movimento del mio piede per farla voltare lentamente.
Non ci tenevo per niente a rivedere di nuovo quel volto umano dagli occhi disuguali: uno da essere umano e l’altro, a globo, rivestito di cellette come quello delle mosche.
Pulisse pure la fotografia nella quale appariva insieme ai suoi simili.
Enzo era rimasto lì.
Conoscendo la sua curiosità, posso immaginarlo mentre sbircia attraverso lo spioncino, per poi scappare via, ancora più in fretta di me. Non si terrà per sé quello che ha visto.
Confiderà a chiunque gli capiterà a tiro che certi incubi possono essere premonitori.
Perlomeno al conte verrà risparmiata la seccatura delle scampanellate notturne.
Di Alexandra Fischer
«No!» Gridai al mio amico Enzo, «togli subito la mano da quel campanello.»
Lui non la ritrasse.
«È solo un’anticaglia di ottone. Cosa vuoi che succeda, se lo premo? Che ne esca un tentacolo e mi strozzi?»
Lo afferrai per la camicia, benedicendo la sua mania di portarla fuori dai jeans.
«Di peggio.»
«Su, su, ma che ti sei fumata, Ulrica? Non crederai davvero ai mostri.»
«Dammi retta e non ci provare.»
«Non farmi la morale. Ieri sera siamo passati di qui e ti era venuta l’idea di pigiarlo.»
Sbuffai.
«D’accordo, ma la mia era una battuta alcolica. Eh, sì, ammetto di essermi lasciata trasportare dai sogni a occhi aperti. Ora non lo farei mai. Neppure in pieno giorno.»
Enzo ridacchiò.
Il campanello si intonava bene alla porta di legno marrone scrostato dall’umidità e ai muri color burro del palazzo scoloriti dalle intemperie.
«Subito dopo essere stata qui, a casa ho sognato questo posto» dissi a Enzo, «e farlo mi ha cambiato la vita. Credo esistano delle realtà che è meglio lasciare stare.»
«Allora non ti vedrò più gironzolare in posti come questo?»
«Sì. Basta. Io ero qui davanti, stanotte.»
«Sognavi» mi disse lui con tono serio, rimanendo tuttavia nei pressi del campanello.
«No» ribadii, «lo credevo anch’io quando mi sono coricata stanotte. Ho chiuso gli occhi per ritrovarmi di nuovo qui davanti e ho premuto il campanello.»
«Suono armonioso o gracchiante?» mi chiese lui, tornato a essere dispettoso come al suo solito.
«Ho perso l’udito. E la porta si è sbriciolata. Ho visto la gradinata d’ingresso della casa e vi era posata una creatura blu dall’aspetto di libellula ed era grande quanto te.»
Enzo fischiò ammirato.
«E sei rimasta lì a guardarla?»
«Figurati. Sono entrata, perché mi sentivo invulnerabile, così come succede nei sogni. E la libellula è indietreggiata al mio passaggio proprio come se avesse avuto paura di me. Invece, dalle scale è sceso un uomo, calvo e occhialuto, con tanto di favoriti. Era molto in collera e mi ha domandato cosa ci facevo lì. Visto che non rispondevo, mi ha afferrata per il polso e mi ha spinta di nuovo fuori. La pelle mi è bruciata all’istante, ma è stata la sua mano a terrorizzarmi: era ricoperta di scaglie nere e aveva cinque ventose al posto delle dita.»
Il mio amico tolse le mani dal campanello e si mise a tremare.
«Hai appena fatto il ritratto del proprietario di questa casa, il conte che visse da recluso con il telescopio e la radio. Dicevano tutti che era matto a voler cercare gli alieni.»
Feci un gesto di diniego con il capo.
«Li ha trovati, visto cos’è diventato. Odia lo scherzo del campanello. Basta soltanto che ci sia uno davanti a casa sua a pensarlo.»
Enzo tornò a essere il solito, per proteggersi.
«Scommetto che stamattina ti sei svegliata con il polso bello sano, eh?» sogghignò.
Mi tirai su la manica e disfeci la fasciatura.
«Ehi, avevi ragione, sembra quasi un marchio. Vuoi dire che…anch’io…»
«Non lo so. Io, al tuo posto, non suonerei» gli dissi, indicando la porta.
«Tanto la casa è disabitata» azzardò lui.
Io guardai attraverso lo spioncino e vidi il conte circondato da creature bipedi dagli arti terminanti in ventose e libellule identiche a quella del mio sogno.
Gridai e corsi via.
Avevo visto il conte e le sue creature da incubo, prima dal vivo, nel riquadro della porta e poi, in una fotografia appesa al muro dell’ingresso.
I miei nervi erano troppo provati quando la figura alata in grembiule con in mano detergente e strofinaccio staccò la fotografia dal muro con due mani umane e si mise a pulirla con le due zampe a ventosa che le spuntavano dalle ascelle.
Mi dava la schiena, ma bastò un movimento del mio piede per farla voltare lentamente.
Non ci tenevo per niente a rivedere di nuovo quel volto umano dagli occhi disuguali: uno da essere umano e l’altro, a globo, rivestito di cellette come quello delle mosche.
Pulisse pure la fotografia nella quale appariva insieme ai suoi simili.
Enzo era rimasto lì.
Conoscendo la sua curiosità, posso immaginarlo mentre sbircia attraverso lo spioncino, per poi scappare via, ancora più in fretta di me. Non si terrà per sé quello che ha visto.
Confiderà a chiunque gli capiterà a tiro che certi incubi possono essere premonitori.
Perlomeno al conte verrà risparmiata la seccatura delle scampanellate notturne.
Ultima modifica di alexandra.fischer il giovedì 13 aprile 2017, 20:57, modificato 4 volte in totale.
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Cara Alexandra, ho riletto con piacere questo racconto che avevo scorso velocemente durante l'edizione perché non era tra quelli che dovevo commentare.
Rispetto alla prima versione, questa è molto più snella, immediata e comprensibile. I dialoghi sono efficaci e riesci a comunicare quel senso di inquietudine che prova Enzo via via che la sua amica parla.
L'atmosfera visionaria in cui un elemento onirico permea la realtà concreta mi ha fatto venire in mente certi racconti di Buzzati, dove qualcosa di estremamente reale è in realtà la porta di un mondo altro.
Non chiedo subito la grazia perché mi sono intoppata su due punti che riguardano la forma e che volevo suggerirti eventualmente di rivalutare.
Uno, subito dopo l'inizio quando Ulrica dice a Enzo di togliere le mani dal campanello. In realtà,visto che sono entrambe le mani, me le immagino a coppa intorno all'oggetto, che però mi sembra una posizione innaturale. Ma a parte questo, che magari è una mia scarsa immaginazione, invece di dire 'Lui le lasciò', che può dare adito a dubbi ( avevo infatti inizialmente pensato a un refuso, lui lo lasciò, e quindi credevo che avesse tolto le mani), direi 'Lui non lo fece'.
Mi sembra più chiaro il fatto che lui non assecondi la richiesta dell'amica.
In secondo luogo, quando descrivi il luogo, snellirei la descrizione... tu scrivi: "Il campanello si intonava bene alla porta di legno marrone scrostato dall’umidità e ai muri color burro del palazzo, dalla vernice scolorita dalle intemperie."
Un po' troppi di... dal... dalla... che frenano la lettura. Scriverei :" Il campanello si intonava bene alla porta di legno marrone scrostato dall’umidità e ai muri color burro del palazzo, scoloriti dalle intemperie.
Fammi sapere che ne pensi.
Rispetto alla prima versione, questa è molto più snella, immediata e comprensibile. I dialoghi sono efficaci e riesci a comunicare quel senso di inquietudine che prova Enzo via via che la sua amica parla.
L'atmosfera visionaria in cui un elemento onirico permea la realtà concreta mi ha fatto venire in mente certi racconti di Buzzati, dove qualcosa di estremamente reale è in realtà la porta di un mondo altro.
Non chiedo subito la grazia perché mi sono intoppata su due punti che riguardano la forma e che volevo suggerirti eventualmente di rivalutare.
Uno, subito dopo l'inizio quando Ulrica dice a Enzo di togliere le mani dal campanello. In realtà,visto che sono entrambe le mani, me le immagino a coppa intorno all'oggetto, che però mi sembra una posizione innaturale. Ma a parte questo, che magari è una mia scarsa immaginazione, invece di dire 'Lui le lasciò', che può dare adito a dubbi ( avevo infatti inizialmente pensato a un refuso, lui lo lasciò, e quindi credevo che avesse tolto le mani), direi 'Lui non lo fece'.
Mi sembra più chiaro il fatto che lui non assecondi la richiesta dell'amica.
In secondo luogo, quando descrivi il luogo, snellirei la descrizione... tu scrivi: "Il campanello si intonava bene alla porta di legno marrone scrostato dall’umidità e ai muri color burro del palazzo, dalla vernice scolorita dalle intemperie."
Un po' troppi di... dal... dalla... che frenano la lettura. Scriverei :" Il campanello si intonava bene alla porta di legno marrone scrostato dall’umidità e ai muri color burro del palazzo, scoloriti dalle intemperie.
Fammi sapere che ne pensi.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Yuk, grazie del commento.
Per quel che riguarda le correzioni che mi segnali riguardo al punto mani-campanello, ti do ragione in pieno, come pure per la descrizione della casa. Provvederò quanto prima ad aggiustare la storia come me mi hai indicato. Il paragone con Buzzati è...incredibile. Sei estremamente gentile.
Per quel che riguarda le correzioni che mi segnali riguardo al punto mani-campanello, ti do ragione in pieno, come pure per la descrizione della casa. Provvederò quanto prima ad aggiustare la storia come me mi hai indicato. Il paragone con Buzzati è...incredibile. Sei estremamente gentile.
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
trovo che il tuo racconto sia migliorato rispetto alla Troccoli Edition. Mi sembra più centrato e meno confusionario. Cose che non mi fanno impazzire: il ripetuto rimando a letture e programmi tv fantasy-fantascientifici e la descrizione quasi eccessiva della stranezza della chimera del sogno, come se si volesse "spaventare" il lettore aggiungendo sempre più particolari, senza riuscirci. Trovo che l'idea che la donna abbia sognato il vero proprietario della casa possa avere il suo effetto sorpresa, ma posta in un altro modo. Volendo fare un esempio casuale, secondo me sarebbe più efficace se sbirciasse dalla finestra e vedesse un vecchio ritratto dell'uomo, dopo aver descritto al suo amico il volto visto in sogno. Il dettaglio del graffio sul braccio è eccessivo ed il finale lo avrei preferito con più orrore da parte della donna, magari dopo la scoperta della somiglianza. Lo so che sembra che non mi siano piaciute tantissime cose del racconto ma ti scrivo le mie critiche perché, secondo il mio modesto parere, la storia è buona ma ha dei margini di miglioramento nel modo in cui ti ho detto.
trovo che il tuo racconto sia migliorato rispetto alla Troccoli Edition. Mi sembra più centrato e meno confusionario. Cose che non mi fanno impazzire: il ripetuto rimando a letture e programmi tv fantasy-fantascientifici e la descrizione quasi eccessiva della stranezza della chimera del sogno, come se si volesse "spaventare" il lettore aggiungendo sempre più particolari, senza riuscirci. Trovo che l'idea che la donna abbia sognato il vero proprietario della casa possa avere il suo effetto sorpresa, ma posta in un altro modo. Volendo fare un esempio casuale, secondo me sarebbe più efficace se sbirciasse dalla finestra e vedesse un vecchio ritratto dell'uomo, dopo aver descritto al suo amico il volto visto in sogno. Il dettaglio del graffio sul braccio è eccessivo ed il finale lo avrei preferito con più orrore da parte della donna, magari dopo la scoperta della somiglianza. Lo so che sembra che non mi siano piaciute tantissime cose del racconto ma ti scrivo le mie critiche perché, secondo il mio modesto parere, la storia è buona ma ha dei margini di miglioramento nel modo in cui ti ho detto.
A me le d eufoniche piacciono!
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Hitherto,
ti sono grata per le tue osservazioni. Le trovo molto costruttive e farò del mio meglio per metterle in pratica. Proverò a togliere i riferimenti alle serie fantasy e SF (totalmente immaginarie) e a ridurre la descrizione della chimera. Però facendo in modo, sì, di legare la figura del padrone di casa al sogno che tanto ha spaventato la giovane.
ti sono grata per le tue osservazioni. Le trovo molto costruttive e farò del mio meglio per metterle in pratica. Proverò a togliere i riferimenti alle serie fantasy e SF (totalmente immaginarie) e a ridurre la descrizione della chimera. Però facendo in modo, sì, di legare la figura del padrone di casa al sogno che tanto ha spaventato la giovane.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ho modificato il racconto in base ai preziosi commenti ricevuti, ma sono disposta a lavorarci ancora su nel caso in cui permanessero difetti da correggere.
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Eccoci Alexandra,
devo dire instancabile. Ho visto che hai partecipato anche alla Manco Edition, che brava!
Mi sembra che ora il racconto sia molto più lineare e omogeneo e la descrizione della chimera più efficace. Insomma, tutto è più scorrevole e l'aver introdotto la foto lascia aperte più interpretazioni.
Pertanto, chiedo la grazia!
devo dire instancabile. Ho visto che hai partecipato anche alla Manco Edition, che brava!
Mi sembra che ora il racconto sia molto più lineare e omogeneo e la descrizione della chimera più efficace. Insomma, tutto è più scorrevole e l'aver introdotto la foto lascia aperte più interpretazioni.
Pertanto, chiedo la grazia!
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ho visto che hai modificato il racconto e adesso sono curioso di sapere cosa ne pensa Spartaco,
quindi chiedo la grazia!
quindi chiedo la grazia!
A me le d eufoniche piacciono!
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Hitherto, sono contenta che il racconto ti sia piaciuto fino a questo punto.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Hitherto, grazie anche per gli altri complimenti. Sì, scrivere mi viene naturale e il pregio di contest come questi è di poter condividere gli spunti con altre persone e migliorarsi a livello letterario.
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Nuovo regolamento del Laboratorio! Scopritelo QUI!
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Essendo passato ormai un mese dall'ultimo intervento (non mio), avverto che se entro qualche giorno non vedrò riprendere i lavori su questo racconto provvederò ad archiviarlo.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
è passato parecchio da quando hai pubblicato questo racconto, e non so se sei intenzionata a continuare nella revisione. Comunque sia, io l'ho letto solamente ora e ti lascio le mie impressioni.
Mi sono andato a rileggere la prima versione, e questa mi pare migliore, più scorrevole, meglio sviluppata, più chiara.
Ci sono però un paio di cose che non mi soddisfano del tutto.
La prima, già di altri ma che a me non pare del tutto risolta, è la seconda riga. Quel "Lui la lasciò" suona - a mio avviso - ambiguo: chi o cosa lasciò? La mano? La ragazza? Io personalmente, ma vedi tu se l'idea ti sembra azzeccata, proverei una di queste soluzioni:
Lui la ritrasse.
Lui si ritrasse.
Lui si scostò.
La seconda e la terza sono quelle che preferisco: più chiare ed esprimono una azione più certa e vivida.
Il secondo inciampo l'ho avuto alla terza riga. È una riga di dialogo che mi viene da attribuire alla ragazza, almeno fino a quando Enzo non dice: "Cosa vuoi che succeda, se lo premo?" Per minimizzare l'effetto, io proverei a inserire una attribuzione di dialogo all'inizio, una cosa tipo questa:
- È solo un’anticaglia di ottone - disse lui. - Cosa vuoi che succeda, se lo premo? Che ne esca un tentacolo e mi strozzi?
Ho tolto la questione del bottone nel mezzo perché un'anticaglia d'ottone mi fa venire in mente proprio il classico campanell col bottone al centro. Ma è solamente una mia idea, valuta tu se ha senso o meno.
Un ultimo appunto riguardo al nome Ursulina: non è male il vezzeggiativo usato da Enzo per schernire la ragazza, ma temo che ai più la citazione sfugga. Non è un problema, s'intende, solamente un'osservazione.
Detto ciò, e visto che comunque il racconto merita, io chiedo l'ammissione alla vetrina.
è passato parecchio da quando hai pubblicato questo racconto, e non so se sei intenzionata a continuare nella revisione. Comunque sia, io l'ho letto solamente ora e ti lascio le mie impressioni.
Mi sono andato a rileggere la prima versione, e questa mi pare migliore, più scorrevole, meglio sviluppata, più chiara.
Ci sono però un paio di cose che non mi soddisfano del tutto.
La prima, già di altri ma che a me non pare del tutto risolta, è la seconda riga. Quel "Lui la lasciò" suona - a mio avviso - ambiguo: chi o cosa lasciò? La mano? La ragazza? Io personalmente, ma vedi tu se l'idea ti sembra azzeccata, proverei una di queste soluzioni:
Lui la ritrasse.
Lui si ritrasse.
Lui si scostò.
La seconda e la terza sono quelle che preferisco: più chiare ed esprimono una azione più certa e vivida.
Il secondo inciampo l'ho avuto alla terza riga. È una riga di dialogo che mi viene da attribuire alla ragazza, almeno fino a quando Enzo non dice: "Cosa vuoi che succeda, se lo premo?" Per minimizzare l'effetto, io proverei a inserire una attribuzione di dialogo all'inizio, una cosa tipo questa:
- È solo un’anticaglia di ottone - disse lui. - Cosa vuoi che succeda, se lo premo? Che ne esca un tentacolo e mi strozzi?
Ho tolto la questione del bottone nel mezzo perché un'anticaglia d'ottone mi fa venire in mente proprio il classico campanell col bottone al centro. Ma è solamente una mia idea, valuta tu se ha senso o meno.
Un ultimo appunto riguardo al nome Ursulina: non è male il vezzeggiativo usato da Enzo per schernire la ragazza, ma temo che ai più la citazione sfugga. Non è un problema, s'intende, solamente un'osservazione.
Detto ciò, e visto che comunque il racconto merita, io chiedo l'ammissione alla vetrina.
- maria rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra.
Leggo questo tuo raconto per la prima volta oggi e quindi non posso fare osservazioni rispetto alla versione precedente.
In questa, però, ci sono alcune cose che aggiusterei.
All'inizio metterei un punto esclamativo dopo No:
Perché usi il verbo gridare e quindi mi sembra più adatto.
Poi c'è tutta la parte in cui la protagonista racconta il sogno e lì ho provato a cambiare i tempi dei verbi. Credo che così funzioni meglio:
Cosa ne pensi?
Alla fine:
toglierei la virgola dopo Enzo.
A presto rileggerti.
:-)
Leggo questo tuo raconto per la prima volta oggi e quindi non posso fare osservazioni rispetto alla versione precedente.
In questa, però, ci sono alcune cose che aggiusterei.
All'inizio metterei un punto esclamativo dopo No:
alexandra.fischer ha scritto:- No! – Gridai al mio amico Enzo. – Togli subito la mano da quel campanello.
Perché usi il verbo gridare e quindi mi sembra più adatto.
Poi c'è tutta la parte in cui la protagonista racconta il sogno e lì ho provato a cambiare i tempi dei verbi. Credo che così funzioni meglio:
alexandra.fischer ha scritto:- E sei rimasta lì a guardarla?
- Figurati. Sono entrata, perché mi sentivo invulnerabile, così come succede nei sogni. E la libellula era è indietreggiata al mio passaggio proprio come se avesse avuto paura di me. Invece, dalle scale scese è sceso un uomo, calvo e occhialuto, con tanto di favoriti. Era molto in collera e mi ha domandato domandò cosa ci facevo lì. Visto che non rispondevo, mi ha afferrato afferrò per il polso e mi ha spinto spinse di nuovo fuori. La pelle mi è bruciata bruciò all’istante, ma è stata fu la sua mano a terrorizzarmi: era ricoperta di scaglie nere e aveva cinque ventose al posto delle dita.
Cosa ne pensi?
Alla fine:
alexandra.fischer ha scritto:Gridai e corsi via, sorda ai passi di Enzo, ormai persuaso della realtà del mio sogno.
toglierei la virgola dopo Enzo.
A presto rileggerti.
:-)
Maria Rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Fernando, grazie del commento. Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto al punto da chiederne l'ammissione alla vetrina. Per quel che riguarda le imperfezioni, terrò conto del tuo consiglio per limarle. Sì, sono intenzionata a rivederlo.
Ciao Maria Rosaria, ti sono molto grata per avermi segnalato i verbi ballerini. Mi metterò al lavoro al più presto per aggiustarli (il racconto ci guadagnerà sicuramente).
Ciao Neige, grazie per avermi segnalato l'incoerenza, la sistemerò in base ai tuoi preziosi consigli.
Ciao Maria Rosaria, ti sono molto grata per avermi segnalato i verbi ballerini. Mi metterò al lavoro al più presto per aggiustarli (il racconto ci guadagnerà sicuramente).
Ciao Neige, grazie per avermi segnalato l'incoerenza, la sistemerò in base ai tuoi preziosi consigli.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ho modificato il racconto in base agli ottimi suggerimenti ricevuti. Sono disposta a lavorarci ulteriormente in caso permanessero errori.
- maria rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra.
E' passato un po' di tempo e mi scuso per non aver commentato prima le tue modifiche.
Cerco di rimediare.
Ti dico che ora il racconto a me piace molto e le modifiche apportate ne fanno una lettura scorrevole e chiara.
Quello che, perdonami, non mi convince del tutto è il finale:
Non saprei dirti cosa non mi suona però credo tu debba lavorare sulla costruzione delle frasi per rendere più inquietante e allo stesso tempo più chiaro il finale.
Se mi viene in mente qualcosa ti faccio sapere.
A prestissimo.
:-)
E' passato un po' di tempo e mi scuso per non aver commentato prima le tue modifiche.
Cerco di rimediare.
Ti dico che ora il racconto a me piace molto e le modifiche apportate ne fanno una lettura scorrevole e chiara.
Quello che, perdonami, non mi convince del tutto è il finale:
alexandra.fischer ha scritto:
Gridai e corsi via, sorda ai passi di Enzo ormai persuaso della realtà del mio sogno dopo aver guardato attraverso lo spioncino.
Avevo visto fin troppo il conte e le sue creature da incubo, prima dal vivo e poi nella fotografia appesa al muro dell’ingresso.
Conoscendo la lingua di Enzo, non credo che il conte dovrà più preoccuparsi delle scampanellate notturne.
Non saprei dirti cosa non mi suona però credo tu debba lavorare sulla costruzione delle frasi per rendere più inquietante e allo stesso tempo più chiaro il finale.
Se mi viene in mente qualcosa ti faccio sapere.
A prestissimo.
:-)
Maria Rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Maria Rosaria. Grazie del consiglio sul finale. Ci lavorerò su e posterò le modifiche il più presto possibile.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ecco la nuova versione del racconto, nella quale ho aggiustato il finale. Nel caso in cui ci fosse qualcos'altro da sistemare, lo farò.
- maria rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra.
Ti dico, con sincerità, che questo finale è un po' confuso.
Ma è solo, secondo me, un problema di posizione delle frasi. Mi spiego: la frase "sorda ai passi di Enzo ormai persuaso della realtà del mio sogno dopo aver guardato attraverso lo spioncino" forse va messa dopo, oppure tolta del tutto fino ad ottenere una cosa di questo genere:
Ti dico, con sincerità, che questo finale è un po' confuso.
Ma è solo, secondo me, un problema di posizione delle frasi. Mi spiego: la frase "sorda ai passi di Enzo ormai persuaso della realtà del mio sogno dopo aver guardato attraverso lo spioncino" forse va messa dopo, oppure tolta del tutto fino ad ottenere una cosa di questo genere:
alexandra.fischer ha scritto:Io guardai attraverso lo spioncino e vidi il conte circondato da creature bipedi dagli arti terminanti in ventose e libellule identiche a quella del mio sogno.
Gridai e corsi via.
Avevo visto fin troppo il conte e le sue creature da incubo, prima dal vivo, nel riquadro della porta e poi, nella in una fotografia appesa al muro dell’ingresso.
I miei nervi erano troppo provati quando la figura alata in grembiule con in mano detergente e strofinaccio staccò la fotografia dal muro con due mani umane e si mise a pulirla con le due zampe a ventosa che le spuntavano dalle ascelle.
Mi dava la schiena, ma bastò un movimento del mio piede per farla voltare lentamente.
Non ci tenevo per niente a rivedere di nuovo quel volto umano dagli occhi disuguali: uno da essere umano e l’altro, a globo, rivestito di cellette come quello delle mosche.
Pulisse pure la fotografia nella quale appariva insieme ai suoi simili.
Enzo era rimasto lì.
[s], sorda ai passi di Enzo ormai persuaso della realtà del mio sogno dopo aver guardato attraverso lo spioncino.[/s]
Conoscendo la sua curiosità, posso immaginarlo mentre sbircia attraverso lo spioncino, per poi scappare via, ancora più in fretta di me. Non si e non siterrà certo per sé quello che ha visto. Anzi.
Confiderà a chiunque gli capiterà a tiro che certi incubi possono essere premonitori.
Perlomeno al conte verrà risparmiata la seccatura delle scampanellate notturne.
Maria Rosaria
- maria rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Scusa se ci ho pasticciato un po', non so se si capisce bene quello che volevo dire.
A presto
:-)
A presto
:-)
Maria Rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Maria Rosaria, grazie dell'intervento sul finale. E' comprensibilissimo. Ora ci lavoro su.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ecco la versione modificata del racconto in base ai suggerimenti ricevuti finora (ci lavorerò ancora su nel caso in cui rimasse qualcosa da rivedere).
- maria rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Per quanto mi riguarda, il racconto è a posto.
Credo sia un buon lavoro.
Chiedo la grazia!
E auguro a te Alexandra, e a tutti gli amici di MC, una buona Pasqua!
:-) :-) :-)
Credo sia un buon lavoro.
Chiedo la grazia!
E auguro a te Alexandra, e a tutti gli amici di MC, una buona Pasqua!
:-) :-) :-)
Maria Rosaria
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Maria Rosaria,
grazie degli auguri di Buona Pasqua e li estendo anche a te, benché in ritardo e di aver chiesto la grazia.
grazie degli auguri di Buona Pasqua e li estendo anche a te, benché in ritardo e di aver chiesto la grazia.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
A questo punto: Richiedo l'ammissione alla vetrina.
- angelo.frascella
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao, Alexandra. Avevo letto il racconto al tempo della Troccoli edition e ora mi sembra nettamente migliorato. Visto che hai chiesto l'ammissione, ti faccio l'in bocca al lupo ;)
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Grazie Angelo, spero che il lupo sia impegnato a rincorrere le pecore.
- Il Dottore
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao, Alexandra.
Il tuo racconto è promosso in Vetrina.
Complimenti.
Il tuo racconto è promosso in Vetrina.
Complimenti.
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Dottore, grazie.
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Eccomi. Provvedo a spostarlo in Vetrina al più presto. Diciamo entro la prossima settimana.
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Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Ciao Antico, grazie.
Re: Troccoli edition Il campanello di Alexandra Fischer
Racconto pubblicato in Vetrina, provvedo a disattivarlo qui nel Laboratorio.
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