Io che aspetto qui
- erika.adale
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Io che aspetto qui
Dove le rocce della scogliera si riuniscono alla terra arida del promontorio, io aspetto.
Non è il punto più alto dello strapiombo, non ci sono rocce dalle forme fantastiche o teschi abbandonati. Il sentiero vi prosegue indifferente, fra polvere e cespugli di agave. Il rumore dei vostri passi non sarà diverso da pochi metri prima, l’aria non avrà una trasparenza diversa.
Alcuni, quando passeranno, si guarderanno intorno perplessi e sentiranno un fremito nelle spalle. Non sapranno perché, ma cambieranno strada, taglieranno senza ragione evidente per la parte più ripida della discesa. Non sono la maggioranza, ma, nel tempo, i passi di costoro hanno stampato un piccolo sentiero alternativo fra i rovi e le sterpaglie sbiadite dal salmastro.
Sul quadrato di cielo che mi sovrasta non vedrete rondini sfrecciare o gabbiani sfidare le correnti ascensionali. Nessuna lucertola che gode del sole, nessuna cicala che frinisce nella calura.
Se porterete il vostro cane senza guinzaglio, probabilmente scapperà verso la provinciale che corre un centinaio di metri all’interno. Se sarà sfortunato, una frenata e un tonfo sordo metteranno a tacere il suo inopportuno sesto senso.
Se invece avrete legato l'animale e avrete le mani abbastanza ferme da trattenere la cinghia, vedrete il terrore bruciare nei suoi occhi. Si contorcerà, sbaverà fino a farvi dubitare del suo equilibrio mentale. Scuoterete la testa e proseguirete lungo il sentiero principale, trascinando il cane rigido e sudato. Forse percepirete un minimo d’inquietudine, farete più attenzione al cammino, ma non farete passi falsi: non ci sono pietre infide o buche pericolose a confermare la tensione.
Mi passerete accanto e direte a Fido: “ Visto, non è successo niente”. Vi sentirete sollevati pur senza ammetterlo del tutto.
E, mentre io tornerò ad aspettare un nuovo passante, voi vi allontanerete per le vie del mondo, portando con voi il seme che avrò lasciato nella vostra anima.
Non so quando avverrà, in che modo, quali saranno le ragioni che troverete per giustificarvi davanti al mondo. Non so neppure chi sarà la vostra vittima. Ho solo la certezza che il germoglio oscuro crescerà grande e forte, fino a guidare verso il vostro cuore e le vostre mani verso l'oscurità.
Forse ce ne sono altri come me, chissà.
Io, comunque, aspetto qui.
Non è il punto più alto dello strapiombo, non ci sono rocce dalle forme fantastiche o teschi abbandonati. Il sentiero vi prosegue indifferente, fra polvere e cespugli di agave. Il rumore dei vostri passi non sarà diverso da pochi metri prima, l’aria non avrà una trasparenza diversa.
Alcuni, quando passeranno, si guarderanno intorno perplessi e sentiranno un fremito nelle spalle. Non sapranno perché, ma cambieranno strada, taglieranno senza ragione evidente per la parte più ripida della discesa. Non sono la maggioranza, ma, nel tempo, i passi di costoro hanno stampato un piccolo sentiero alternativo fra i rovi e le sterpaglie sbiadite dal salmastro.
Sul quadrato di cielo che mi sovrasta non vedrete rondini sfrecciare o gabbiani sfidare le correnti ascensionali. Nessuna lucertola che gode del sole, nessuna cicala che frinisce nella calura.
Se porterete il vostro cane senza guinzaglio, probabilmente scapperà verso la provinciale che corre un centinaio di metri all’interno. Se sarà sfortunato, una frenata e un tonfo sordo metteranno a tacere il suo inopportuno sesto senso.
Se invece avrete legato l'animale e avrete le mani abbastanza ferme da trattenere la cinghia, vedrete il terrore bruciare nei suoi occhi. Si contorcerà, sbaverà fino a farvi dubitare del suo equilibrio mentale. Scuoterete la testa e proseguirete lungo il sentiero principale, trascinando il cane rigido e sudato. Forse percepirete un minimo d’inquietudine, farete più attenzione al cammino, ma non farete passi falsi: non ci sono pietre infide o buche pericolose a confermare la tensione.
Mi passerete accanto e direte a Fido: “ Visto, non è successo niente”. Vi sentirete sollevati pur senza ammetterlo del tutto.
E, mentre io tornerò ad aspettare un nuovo passante, voi vi allontanerete per le vie del mondo, portando con voi il seme che avrò lasciato nella vostra anima.
Non so quando avverrà, in che modo, quali saranno le ragioni che troverete per giustificarvi davanti al mondo. Non so neppure chi sarà la vostra vittima. Ho solo la certezza che il germoglio oscuro crescerà grande e forte, fino a guidare verso il vostro cuore e le vostre mani verso l'oscurità.
Forse ce ne sono altri come me, chissà.
Io, comunque, aspetto qui.
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Io che aspetto qui
Ciao Erika.
Il tuo racconto mi ha fatto ricordare un film, molto bello e anche molto inquietante, dal titolo "Il tocco del male", interpretato da un meraviglioso Denzel Washington, in cui il demonio passava da persona a persona senza che queste se ne rendessero conto.
La tua storia è ben scritta, c'è un crescendo di tensione man mano che si legge perchè in realtà non si intuisce subito quale sarà il finale.
Un finale triste, ma forse molto realistico: il male è sempre in agguato, nessuno ne è immune.
Brava!
Alla prossima
Il tuo racconto mi ha fatto ricordare un film, molto bello e anche molto inquietante, dal titolo "Il tocco del male", interpretato da un meraviglioso Denzel Washington, in cui il demonio passava da persona a persona senza che queste se ne rendessero conto.
La tua storia è ben scritta, c'è un crescendo di tensione man mano che si legge perchè in realtà non si intuisce subito quale sarà il finale.
Un finale triste, ma forse molto realistico: il male è sempre in agguato, nessuno ne è immune.
Brava!
Alla prossima
Maria Rosaria
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- Messaggi: 44
Re: Io che aspetto qui
Ciao Erika,
nel tuo racconto non ho percepito in modo nitido il Male, quello con la M maiuscola. Anche se innegabilmente ne fa parte, mi è sembrato un po' sbiadito, forse per via del tuo stile descrittivo e a tratti delicato, che per quanto buono, in questo testo risulta essere troppo leggero per un Male così feroce e infido; uno dei peggiori mali, quello che s'insinua e sa aspettare. Ma sottolineo: forse.
Per il resto mi piace, è scritto bene e presenta il tema in modo originale, soprattutto per la scelta della prima persona.
nel tuo racconto non ho percepito in modo nitido il Male, quello con la M maiuscola. Anche se innegabilmente ne fa parte, mi è sembrato un po' sbiadito, forse per via del tuo stile descrittivo e a tratti delicato, che per quanto buono, in questo testo risulta essere troppo leggero per un Male così feroce e infido; uno dei peggiori mali, quello che s'insinua e sa aspettare. Ma sottolineo: forse.
Per il resto mi piace, è scritto bene e presenta il tema in modo originale, soprattutto per la scelta della prima persona.
- angelo.frascella
- Messaggi: 769
Re: Io che aspetto qui
Ciao, Erika.
Terzo racconto che leggo che è un monologo, senza vera narrazione. Dovrò perciò tenere conto, in fase di classifica, che il tema si prestava a essere trattato in questo modo. Una voce inquietante, ma non è chiaro di chi sia, ma che promette, con una serie di ipotetiche, di installarsi nei passanti e portarli a fare chissà cosa. Alla fine, comunque, il pezzo l'indeterminazione del soggetto che parla (il diavolo? un alieno? il seme della follia?) riesce ad aggiungere un po' di mistero all'insieme.
A rileggerci,
Angelo
Terzo racconto che leggo che è un monologo, senza vera narrazione. Dovrò perciò tenere conto, in fase di classifica, che il tema si prestava a essere trattato in questo modo. Una voce inquietante, ma non è chiaro di chi sia, ma che promette, con una serie di ipotetiche, di installarsi nei passanti e portarli a fare chissà cosa. Alla fine, comunque, il pezzo l'indeterminazione del soggetto che parla (il diavolo? un alieno? il seme della follia?) riesce ad aggiungere un po' di mistero all'insieme.
A rileggerci,
Angelo
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Re: Io che aspetto qui
ciao
a me, invece, ha ricordato certi racconti 'senza trama' di E.A.Poe, o certe sue poesie. Insomma, credo che il fatto che il racconto abbia destato diverse reminiscenze, in diversi di noi, sia un suo punto di forza.
Non c'è una vera e propria trama - concordo con Angelo - ma mi sembra di capire che l'intento fosse un altro, e che proprio l'evocazione di immagini, ricordi, correlazioni nel lettore possa essere ciò che lo rende riuscito.
Secondo me, un buon lavoro.
a me, invece, ha ricordato certi racconti 'senza trama' di E.A.Poe, o certe sue poesie. Insomma, credo che il fatto che il racconto abbia destato diverse reminiscenze, in diversi di noi, sia un suo punto di forza.
Non c'è una vera e propria trama - concordo con Angelo - ma mi sembra di capire che l'intento fosse un altro, e che proprio l'evocazione di immagini, ricordi, correlazioni nel lettore possa essere ciò che lo rende riuscito.
Secondo me, un buon lavoro.
- erika.adale
- Messaggi: 304
Re: Io che aspetto qui
Già, la trama è labile. Sto cercando di uscire dale regole del compitino e fare qualche esperimento, conscia di quanto lo possa poi pagare in classifica. In fondo c'è chi ha osato persino la poesia!
Non so se si tratti di demone, alieno, virus o altro. Definire il Male nei confini di una creatura lo renderebbe meno inquietante, secondo me.
Non so se si tratti di demone, alieno, virus o altro. Definire il Male nei confini di una creatura lo renderebbe meno inquietante, secondo me.
Re: Io che aspetto qui
Ciao Erika, l'idea mi piace, una oscura entità in agguato, pronta a seminare dentro di noi la sua natura malvagia. La chiusa finale l'avrei fatta un filo diversa, più inquietante, non so, forse : io comunque sono qui, vi aspetto. Cercando di coinvolgere maggiormente il lettore. Ecco, se è vero che questa narrazione piuttosto piatta, tranquilla, questa calma può suscitare un senso di inquietudine proprio per la mancanza di aggressività in questa "creatura", a livello narrativo mi pare manchi quel filino di coinvolgimento che secondo me avrebbe reso l'idea più potente. Troppo tranquilla e paziente la nostra entità, anche se capisco che è con questa natura che l'hai immaginata. Spero di essermi spiegato.
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- Messaggi: 584
Re: Io che aspetto qui
Ciao Erika,
un racconto molto pacato, in un certo senso in contrasto con la durezza che il tema evoca. La scrittura, come tuo solito, è molto buona, scorrevole. Indubbiamente, l'assenza di una trama si fa sentire e forse depotenzia un poco questo monologo. L'idea dell'entità malvagia che attende di mietere vittime non mi dispiace affto, comunque, e sul finale vivacizza un po' il racconto.
Comunque un buon racconto, ben leggibile e in tema.
un racconto molto pacato, in un certo senso in contrasto con la durezza che il tema evoca. La scrittura, come tuo solito, è molto buona, scorrevole. Indubbiamente, l'assenza di una trama si fa sentire e forse depotenzia un poco questo monologo. L'idea dell'entità malvagia che attende di mietere vittime non mi dispiace affto, comunque, e sul finale vivacizza un po' il racconto.
Comunque un buon racconto, ben leggibile e in tema.
Re: Io che aspetto qui
Ciao Erika,
Hai uno stile che mi piace molto. Le parti descrittive, il dettaglio naturalistico mi hanno subito presa e accompagnata nei luoghi di cui parli.
Ammetto che non sono riuscita a comprendere bene l'identitá dell'io narrante. Probabilmente si tratta di un effetto desiderato, ma temo metta in difficoltá i lettori.
La scena del cane é assai intensa: ho avvertito un misto di terrore, profondo dispiacere per l'animale e odio per chi ha inflitto sofferenza all'animale. E' un passaggio che ho apprezzato particolarmente.
Non so se il tema sia veramente centrato. Devo dire che apprezzo le declinazioni originali, alternative di temi che si prestano a letture molteplici. Tu sei stata originale di certo. Servirebbe, forse, un po' piu' di chiarezza, per evitare al lettore una fatica interpretativa che potrebbe disturbare.
Hai uno stile che mi piace molto. Le parti descrittive, il dettaglio naturalistico mi hanno subito presa e accompagnata nei luoghi di cui parli.
Ammetto che non sono riuscita a comprendere bene l'identitá dell'io narrante. Probabilmente si tratta di un effetto desiderato, ma temo metta in difficoltá i lettori.
La scena del cane é assai intensa: ho avvertito un misto di terrore, profondo dispiacere per l'animale e odio per chi ha inflitto sofferenza all'animale. E' un passaggio che ho apprezzato particolarmente.
Non so se il tema sia veramente centrato. Devo dire che apprezzo le declinazioni originali, alternative di temi che si prestano a letture molteplici. Tu sei stata originale di certo. Servirebbe, forse, un po' piu' di chiarezza, per evitare al lettore una fatica interpretativa che potrebbe disturbare.
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