Chirurgia Olistica
- Eugene Fitzherbert
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Chirurgia Olistica
Chirurgia Olistica
di Eugene Fitzherbert
«Lei è il signor Padmar, giusto? Prego si accomodi.»
Il dottor Harnoi aspettò che il suo ultimo cliente della giornata prendesse posto. Era strano che Henrietta non l’avesse avvertito. Bah, poco male.
«Signor Padmar, sa cos’è la chirurgia olistica?»
L’uomo dall’altra parte della scrivania annuì, in attesa.
«È una tecnica che cura lo spirito, non la carne. Io opero l’anima, ne chiudo le ferite e non la faccio sanguinare più. Capisce?»
«Sì, è la stessa cosa che c’era scritta nell’opuscolo.»
«Le dirò di più: l’emorragia spirituale disperde prana e debilita l’anima. Per questo talvolta ci si sente inspiegabilmente depressi.»
«E lei può aggiustare queste cose?»
«Sono l’unico in grado di farlo. Non c’è nessuna medicina efficace quanto il mio metodo. Mi basta forzare l’apertura di una speciale porta di servizio dei chakra e, una volta in comunicazione con la sua anima, la aggiusto. È una chirurgia della felicità!»
«Sembra facile. Ma è sicuro?»
«Beh, è solo un collegamento spirituale, non c’è nessun problema per il paziente. Al massimo potrebbe sentire un po’ di prurito dietro il palato. Allora? Vogliamo iniziare?»
Padmar si accomodò supino sul lettino, mentre il dottor Harnoi si sfregava le mani con olio essenziale all’odore di menta.
«Si sbottoni la camicia, per piacere»
Harnoi poggiò la mano destra sul torace, poco sopra il capezzolo sinistro e l’altra sulla pancia a destra dell’ombelico. Chiuse gli occhi e attese il collegamento con il paziente.
Non riusciva a trovare la giusta concentrazione, perché c’era qualcosa che lo tormentava: perché Henrietta non aveva avvertito che andava via? Di solito lo faceva prima che iniziasse l’ultimo trattamento, per non disturbarlo…
Scosse la testa per rimettere in ordine i pensieri e ritornò al paziente. Padmar lo guardava docilmente, in attesa che lui facesse qualcosa. Gli sorrise per rassicurarlo e poi richiuse gli occhi.
Iniziò ad avvertire sotto le mani lo scorrere dell’energia dell’uomo, tumultuosa, piena di sussulti, caotica e blu come il mare profondo dell’oceano. Quell’uomo aveva bisogno di un trattamento! Da quello che percepiva, la sua anima era lacerata, tormentata e ferita in tantissimi punti. Era torturata.
Lasciò scorre le mani sul corpo, mentre cercava l’accesso alla porta di servizio, quella segreta. Dalle ferite che si portava dietro, probabilmente Padmar era reduce da una storia d’amore finita molto male.
«Ha passato un brutto periodo, signor Padmar? Da quel che sento, ha sofferto molto…»
In quel momento le sue mani trovarono la Porta: piccola, come sempre, nascosta tra le spire di prana gorgogliante, quasi invisibile. Era il chakra dei chakra, quello che non aveva altra funzione se non garantire l’accesso olistico al sistema.
«Ho avuto dei problemi con la mia ragazza…» stava dicendo Padmar, ma Harnoi non lo sentiva quasi per niente.
Si tuffò in quella porticina e con un click spirituale entrò dentro Padmar.
Fu come immergere le mani in un mare di acido bollente, afferrare un pallone in fiamme, indossare dei guanti di filo spinato. Il dolore, più mentale che fisico, lo assalì inaspettato, mentre le immagini dell’anima di Padmar, quella vera, lo invadevano inevitabili. Erano rappresentazioni nere di pura malvagità, dove compariva in più riprese la figura di una donna urlante.
«Vede dottore, la mia ragazza è venuta qui qualche giorno fa e lei le ha messo le mani addosso…»
Da lontano, Padmar continuava a raccontargli pezzi della sua vita. Ma Harnoi aveva in mente solo le visioni di carni martoriate e lacerate, bagnate di lacrime e sangue. La sua faccia era accartocciata in un urlo inespresso, bloccato in gola come un bolo amaro.
«Per questo ho deciso di farle visita.»
La donna nelle visioni si dissolse in una nebbia rossa e emerse la figura di Padmar trasfigurato in una maschera di odio, dagli occhi di serpente e le zanne di lupo, le fauci insanguinate. La sua follia montante era una fame non ancora placata.
Con uno sforzo, Harnoi si staccò dal corpo, guardandosi le mani, convinto di trovarle ustionate e grondanti liquami acidi.
«Chi cazzo sei?» Il dottore aveva le lacrime agli occhi, mentre indietreggiava dal suo paziente, disgustato da quello che aveva sentito.
Padmar balzò giù dal lettino e dalla tasca dei pantaloni tirò fuori un coltello a serramanico sporco di sangue. «Chi sono? Speravo che me lo dicesse lei, dottore. O forse ha più confidenza con la mia ragazza?»
«Non so di che parli. Io…» Harnoi si avvicinò all’interfono e cominciò a premere forsennatamente il pulsante, chiamando Henrietta.
Padmar si lanciò su di lui, lo afferrò per la testa, rivoltandogliela all’indietro. «Hai toccato la mia ragazza, stronzo. E la cosa non mi piace. Lei ha già pagato. Ma il lavoro non è finito, non credi?» Il gesto netto che seguì spense le urla del dottore, soffocate in un gorgogliante fiotto di sangue. «Questa è la vera chirurgia della felicità!»
E così dicendo, Padmar se andò tranquillo, scavalcando con un balzo il cadavere di Henrietta nella sala d’aspetto insanguinata.
di Eugene Fitzherbert
«Lei è il signor Padmar, giusto? Prego si accomodi.»
Il dottor Harnoi aspettò che il suo ultimo cliente della giornata prendesse posto. Era strano che Henrietta non l’avesse avvertito. Bah, poco male.
«Signor Padmar, sa cos’è la chirurgia olistica?»
L’uomo dall’altra parte della scrivania annuì, in attesa.
«È una tecnica che cura lo spirito, non la carne. Io opero l’anima, ne chiudo le ferite e non la faccio sanguinare più. Capisce?»
«Sì, è la stessa cosa che c’era scritta nell’opuscolo.»
«Le dirò di più: l’emorragia spirituale disperde prana e debilita l’anima. Per questo talvolta ci si sente inspiegabilmente depressi.»
«E lei può aggiustare queste cose?»
«Sono l’unico in grado di farlo. Non c’è nessuna medicina efficace quanto il mio metodo. Mi basta forzare l’apertura di una speciale porta di servizio dei chakra e, una volta in comunicazione con la sua anima, la aggiusto. È una chirurgia della felicità!»
«Sembra facile. Ma è sicuro?»
«Beh, è solo un collegamento spirituale, non c’è nessun problema per il paziente. Al massimo potrebbe sentire un po’ di prurito dietro il palato. Allora? Vogliamo iniziare?»
Padmar si accomodò supino sul lettino, mentre il dottor Harnoi si sfregava le mani con olio essenziale all’odore di menta.
«Si sbottoni la camicia, per piacere»
Harnoi poggiò la mano destra sul torace, poco sopra il capezzolo sinistro e l’altra sulla pancia a destra dell’ombelico. Chiuse gli occhi e attese il collegamento con il paziente.
Non riusciva a trovare la giusta concentrazione, perché c’era qualcosa che lo tormentava: perché Henrietta non aveva avvertito che andava via? Di solito lo faceva prima che iniziasse l’ultimo trattamento, per non disturbarlo…
Scosse la testa per rimettere in ordine i pensieri e ritornò al paziente. Padmar lo guardava docilmente, in attesa che lui facesse qualcosa. Gli sorrise per rassicurarlo e poi richiuse gli occhi.
Iniziò ad avvertire sotto le mani lo scorrere dell’energia dell’uomo, tumultuosa, piena di sussulti, caotica e blu come il mare profondo dell’oceano. Quell’uomo aveva bisogno di un trattamento! Da quello che percepiva, la sua anima era lacerata, tormentata e ferita in tantissimi punti. Era torturata.
Lasciò scorre le mani sul corpo, mentre cercava l’accesso alla porta di servizio, quella segreta. Dalle ferite che si portava dietro, probabilmente Padmar era reduce da una storia d’amore finita molto male.
«Ha passato un brutto periodo, signor Padmar? Da quel che sento, ha sofferto molto…»
In quel momento le sue mani trovarono la Porta: piccola, come sempre, nascosta tra le spire di prana gorgogliante, quasi invisibile. Era il chakra dei chakra, quello che non aveva altra funzione se non garantire l’accesso olistico al sistema.
«Ho avuto dei problemi con la mia ragazza…» stava dicendo Padmar, ma Harnoi non lo sentiva quasi per niente.
Si tuffò in quella porticina e con un click spirituale entrò dentro Padmar.
Fu come immergere le mani in un mare di acido bollente, afferrare un pallone in fiamme, indossare dei guanti di filo spinato. Il dolore, più mentale che fisico, lo assalì inaspettato, mentre le immagini dell’anima di Padmar, quella vera, lo invadevano inevitabili. Erano rappresentazioni nere di pura malvagità, dove compariva in più riprese la figura di una donna urlante.
«Vede dottore, la mia ragazza è venuta qui qualche giorno fa e lei le ha messo le mani addosso…»
Da lontano, Padmar continuava a raccontargli pezzi della sua vita. Ma Harnoi aveva in mente solo le visioni di carni martoriate e lacerate, bagnate di lacrime e sangue. La sua faccia era accartocciata in un urlo inespresso, bloccato in gola come un bolo amaro.
«Per questo ho deciso di farle visita.»
La donna nelle visioni si dissolse in una nebbia rossa e emerse la figura di Padmar trasfigurato in una maschera di odio, dagli occhi di serpente e le zanne di lupo, le fauci insanguinate. La sua follia montante era una fame non ancora placata.
Con uno sforzo, Harnoi si staccò dal corpo, guardandosi le mani, convinto di trovarle ustionate e grondanti liquami acidi.
«Chi cazzo sei?» Il dottore aveva le lacrime agli occhi, mentre indietreggiava dal suo paziente, disgustato da quello che aveva sentito.
Padmar balzò giù dal lettino e dalla tasca dei pantaloni tirò fuori un coltello a serramanico sporco di sangue. «Chi sono? Speravo che me lo dicesse lei, dottore. O forse ha più confidenza con la mia ragazza?»
«Non so di che parli. Io…» Harnoi si avvicinò all’interfono e cominciò a premere forsennatamente il pulsante, chiamando Henrietta.
Padmar si lanciò su di lui, lo afferrò per la testa, rivoltandogliela all’indietro. «Hai toccato la mia ragazza, stronzo. E la cosa non mi piace. Lei ha già pagato. Ma il lavoro non è finito, non credi?» Il gesto netto che seguì spense le urla del dottore, soffocate in un gorgogliante fiotto di sangue. «Questa è la vera chirurgia della felicità!»
E così dicendo, Padmar se andò tranquillo, scavalcando con un balzo il cadavere di Henrietta nella sala d’aspetto insanguinata.
Re: Chirurgia Olistica
Ciao Eugene! Tutto ok con i parametri, buona Schiavo Campo Edition!
Ps: ti ricordo che hai tempo fino all'una per modificare il racconto a tuo piacimento (senza superare il limite di caratteri, però). Nel caso, invece, che tu lo modifichi dall'una e un minuto fino all'una e trentatre, incorrerai in malus.
Ps: ti ricordo che hai tempo fino all'una per modificare il racconto a tuo piacimento (senza superare il limite di caratteri, però). Nel caso, invece, che tu lo modifichi dall'una e un minuto fino all'una e trentatre, incorrerai in malus.
- Flavia Imperi
- Messaggi: 316
- Contatta:
Re: Chirurgia Olistica
Ciao Eugene,
certo che dopo questo racconto uno non ci va più nei centri benessere… ottima storia, e penso proprio che tu sia riuscito a sfruttare il tema in modo più originale fra gli autori di questo gruppo. Il chakra dei chakra? Geniale!
La narrazione l’ho trovata buona, puoi migliorare lo stile, ma quello che succede è sempre chiaro e hai messo una buona semina.
L’unica grande pecca è la narrazione del finale, perché se siamo stati per tutto il tempo nel punto di vista del medico olistico, poi l’ultima scena non può essere narrata così, in modo esterno, se il protagonista è morto. Qui potresti usare un escamotage, data la tematica della storia, e far narrare l’ultima scena proprio dallo spirito che esce dal corpo del dottore ormai morto. In questo modo risolveresti elegantemente il problema a mio avviso.
certo che dopo questo racconto uno non ci va più nei centri benessere… ottima storia, e penso proprio che tu sia riuscito a sfruttare il tema in modo più originale fra gli autori di questo gruppo. Il chakra dei chakra? Geniale!
La narrazione l’ho trovata buona, puoi migliorare lo stile, ma quello che succede è sempre chiaro e hai messo una buona semina.
L’unica grande pecca è la narrazione del finale, perché se siamo stati per tutto il tempo nel punto di vista del medico olistico, poi l’ultima scena non può essere narrata così, in modo esterno, se il protagonista è morto. Qui potresti usare un escamotage, data la tematica della storia, e far narrare l’ultima scena proprio dallo spirito che esce dal corpo del dottore ormai morto. In questo modo risolveresti elegantemente il problema a mio avviso.
Siamo storie di storie
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: Chirurgia Olistica
Flavia, ti racconto un piccolo aneddoto. Il finale era sempre raccontato dagli occhi del medico morente, che vedeva il caro Padmar andarsene scavalcando la segretaria... Solo che non c'erano più caratteri a DISPOSIZIONE, dannazione.
Ho allora pensato che se il protagonista muore, allora il punto di vista muore con lui e ho messo il finale 'neutro'.
Sicuramente ho rischiato a far così, e tu mi hai sgamato immediatamente ed è per questo che amo 'sto gruppo: siete BRAVISSIMI e attenti (vi odio, in parte, per questo...)
PS: grazie per il complimenti e soprattutto per aver apprezzato il racconto!
Ho allora pensato che se il protagonista muore, allora il punto di vista muore con lui e ho messo il finale 'neutro'.
Sicuramente ho rischiato a far così, e tu mi hai sgamato immediatamente ed è per questo che amo 'sto gruppo: siete BRAVISSIMI e attenti (vi odio, in parte, per questo...)
PS: grazie per il complimenti e soprattutto per aver apprezzato il racconto!
- Flavia Imperi
- Messaggi: 316
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Re: Chirurgia Olistica
Flavia, ti racconto un piccolo aneddoto. Il finale era sempre raccontato dagli occhi del medico morente, che vedeva il caro Padmar andarsene scavalcando la segretaria... Solo che non c'erano più caratteri a DISPOSIZIONE, dannazione.
Ho allora pensato che se il protagonista muore, allora il punto di vista muore con lui e ho messo il finale 'neutro'.
Sicuramente ho rischiato a far così, e tu mi hai sgamato immediatamente ed è per questo che amo 'sto gruppo: siete BRAVISSIMI e attenti (vi odio, in parte, per questo...)
Hahaha! Eh, non si scappa, Eugene... eppure stavolta erano 5000, ho visto che parecchi sono rimasti nei vecchi 3000, in stile carpa Koi.
Comunque c'è chi lo tollera il finale "neutro", ma in genere viene considerato un errore. Anche io l'ho usato qualche volta e mi hanno massacrato, quindi preparati! XD
Siamo storie di storie
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- Messaggi: 2914
Re: Chirurgia Olistica
CHIRURGIA OLISTICA di Eugene Fitzherberth Interessante il tema della vendetta sentimentale. Padmar uccide il dottor Harnoi colpevole di avergli insidiato la ragazza (già soppressa dallo stesso Padmar) e lo fa con un coltello insanguinato (l’arma del delitto precedente). La porta c’è, metaforica (chakra della medicina indù, veri e propri canali di comunicazione fra i vari organi del corpo, in questo caso il chakra è il canale dell’anima). Interessante la figura del chirurgo che opera senza strumenti ma usando le mani e la chiaroveggenza, che tu rendi con immagini molto efficaci, intese a mostrare la follia del paziente assassino. Storia insolita e molto ben scritta.
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Re: Chirurgia Olistica
Ciao Eugene,
Idea interessante e originale, anche se secondo me alcune cose potrebbero andare rifinite.
Come prima cosa, ho trovato il dialogo iniziale un po’ innaturale e che sa di infodump. Capisco la necessità di spiegare il principio della chirurgia olistica al lettore, ma mi aspetto che il paziente abbia già più o meno idea di come funzioni e penso che una breve spiegazione fuori dal dialogo sarebbe stata più efficace.
Ho inoltre trovato un pochino confuso il finale; da quel che ho capito, la ex del paziente aveva fatto una seduta di chirurgia olistica e il “mettere le mani addosso” del dottore era puramente professionale, ma ha comunque scatenato la gelosia morbosa di lui. Mi rimane però il dubbio che l’interpretazione giusta sia quella di Alexandra, e ci sia stato qualcosa tra dottore e ex.
Le immagini dell’anima tormentata (donna che urla, lui trasformato in bestia) sono molto evocative, secondo me avresti potuto puntare ancora di più su questo aspetto.
Idea interessante e originale, anche se secondo me alcune cose potrebbero andare rifinite.
Come prima cosa, ho trovato il dialogo iniziale un po’ innaturale e che sa di infodump. Capisco la necessità di spiegare il principio della chirurgia olistica al lettore, ma mi aspetto che il paziente abbia già più o meno idea di come funzioni e penso che una breve spiegazione fuori dal dialogo sarebbe stata più efficace.
Ho inoltre trovato un pochino confuso il finale; da quel che ho capito, la ex del paziente aveva fatto una seduta di chirurgia olistica e il “mettere le mani addosso” del dottore era puramente professionale, ma ha comunque scatenato la gelosia morbosa di lui. Mi rimane però il dubbio che l’interpretazione giusta sia quella di Alexandra, e ci sia stato qualcosa tra dottore e ex.
Le immagini dell’anima tormentata (donna che urla, lui trasformato in bestia) sono molto evocative, secondo me avresti potuto puntare ancora di più su questo aspetto.
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: Chirurgia Olistica
Ciao, Viviana!
Grazie per i complimenti!
Venendo al sodo: quello che all'inizio è un 'Info dump' (siete ossessionati da questo termine! :D ), è semplicemente un dialogo tra dottore e paziente. E te lo dico per esperienza personale, essendo io del ramo (medico, non olistico new age). Poi se vogliamo dirla tutta, il paziente accenna al fatto di conoscere una parte della procedura ('era scritto nell'opuscolo'), ma il Harnoi gli fornisce altri dettagli, perché è giusto che avvenga questo scambio di informazioni prima di iniziare. Non è un info dump, è un colloquio pre-procedura. Anzi, ti dirò di più, nella triste realtà, spendo anche molto più parole, soprattutto per quelli che vengono da me convinti di sapere del mio lavoro... Sono i peggiori, grazie a Master Google...
Il finale non ha niente di confuso: se noti, la tecnica di Harnoi consiste nel palpare torace e addome fino a trovare la porta segreta, e lo fa con movimenti circolari, come se fossero piccoli massaggi. Evidentemente, il fatto che qualcuno abbia toccato il seno e la pancia della sua fidanzata ha fatto andare in bestia il nostro amico Padmar, scatenando al sua follia. Quel che è successo tra il dottore e la ragazza era solo lavoro, infatti Harnoi neanche se la ricorda! Quel che interessa ai fini della storia è che Padmar è fottuto di cervello e quel che cerca sono solo delle scuse per poter dar sfogo alla sua follia, magari solo una frase della sua ragazza buttata lì: 'sono andata in questo centro a farmi fare il trattamento olistico e il dottore mi ha toccato la pancia e il seno per arrivare al mio chakra. Non sono mai stata meglio!'
Sulle immagini: non sono importanti solo nel loro valore assoluto, per quel che mostrano, ma lo sono ancor di più per la loro simmetria con gli avvenimenti nella realtà: quando Padmar parla della sua fidanzata e di quello che le ha fatto, compare l'immagine della donna insanguinata e quando invece prospetta al dottore che il suo lavoro non è ancora finito, prorompe l'immagine dell'uomo indemoniato con gli occhi di serpente (lasciamo stare il velato richiamo al Serpente più importante per la filosofia tantrica che è Kundalini).
Spero di aver fugato i tuoi dubbi.
Grazie per i complimenti!
Venendo al sodo: quello che all'inizio è un 'Info dump' (siete ossessionati da questo termine! :D ), è semplicemente un dialogo tra dottore e paziente. E te lo dico per esperienza personale, essendo io del ramo (medico, non olistico new age). Poi se vogliamo dirla tutta, il paziente accenna al fatto di conoscere una parte della procedura ('era scritto nell'opuscolo'), ma il Harnoi gli fornisce altri dettagli, perché è giusto che avvenga questo scambio di informazioni prima di iniziare. Non è un info dump, è un colloquio pre-procedura. Anzi, ti dirò di più, nella triste realtà, spendo anche molto più parole, soprattutto per quelli che vengono da me convinti di sapere del mio lavoro... Sono i peggiori, grazie a Master Google...
Il finale non ha niente di confuso: se noti, la tecnica di Harnoi consiste nel palpare torace e addome fino a trovare la porta segreta, e lo fa con movimenti circolari, come se fossero piccoli massaggi. Evidentemente, il fatto che qualcuno abbia toccato il seno e la pancia della sua fidanzata ha fatto andare in bestia il nostro amico Padmar, scatenando al sua follia. Quel che è successo tra il dottore e la ragazza era solo lavoro, infatti Harnoi neanche se la ricorda! Quel che interessa ai fini della storia è che Padmar è fottuto di cervello e quel che cerca sono solo delle scuse per poter dar sfogo alla sua follia, magari solo una frase della sua ragazza buttata lì: 'sono andata in questo centro a farmi fare il trattamento olistico e il dottore mi ha toccato la pancia e il seno per arrivare al mio chakra. Non sono mai stata meglio!'
Sulle immagini: non sono importanti solo nel loro valore assoluto, per quel che mostrano, ma lo sono ancor di più per la loro simmetria con gli avvenimenti nella realtà: quando Padmar parla della sua fidanzata e di quello che le ha fatto, compare l'immagine della donna insanguinata e quando invece prospetta al dottore che il suo lavoro non è ancora finito, prorompe l'immagine dell'uomo indemoniato con gli occhi di serpente (lasciamo stare il velato richiamo al Serpente più importante per la filosofia tantrica che è Kundalini).
Spero di aver fugato i tuoi dubbi.
Re: Chirurgia Olistica
Ciao Eugene,
è un piacere rileggerti. Come sempre padroneggi il genere, con stile sicuro e accurato. Il racconto ha questa trovata della porta “metafisica” che è davvero nuova e interessante, bel colpo ;)
Ammetto che ho fatto un po’ di confusione con la prima lettura: quando il dottore vede la fidanzata torturata, come mai non la riconosce minimamente come sua paziente, ma proprio neanche un vago “questa faccia mi è familiare”? La mia ipotesi: è perché ciò che vede ne è una “visione interiore”, distorta e personale di Padmar? Comunque, è un dettaglio di scarsissima importanza.
Poi, cinque minuti di silenzio per la povera Henrietta, che basta solo il nome a immaginarsela dimessa, occhialuta e incolpevole. ^_^
Comunque, a parte la piccola domanda che mi sono posta, e che ho facilmente aggirato, il racconto è ben costruito, scorrevole e intrigante. Niente da aggiungere. Bel lavoro :)
è un piacere rileggerti. Come sempre padroneggi il genere, con stile sicuro e accurato. Il racconto ha questa trovata della porta “metafisica” che è davvero nuova e interessante, bel colpo ;)
Ammetto che ho fatto un po’ di confusione con la prima lettura: quando il dottore vede la fidanzata torturata, come mai non la riconosce minimamente come sua paziente, ma proprio neanche un vago “questa faccia mi è familiare”? La mia ipotesi: è perché ciò che vede ne è una “visione interiore”, distorta e personale di Padmar? Comunque, è un dettaglio di scarsissima importanza.
Poi, cinque minuti di silenzio per la povera Henrietta, che basta solo il nome a immaginarsela dimessa, occhialuta e incolpevole. ^_^
Comunque, a parte la piccola domanda che mi sono posta, e che ho facilmente aggirato, il racconto è ben costruito, scorrevole e intrigante. Niente da aggiungere. Bel lavoro :)
- SalvatoreStefanelli
- Messaggi: 351
Re: Chirurgia Olistica
Ciao Eugene.
Idea interessante e l'ho letta con gusto. Però, c'è sempre un però, si trova sempre qualcosa che non va. La prima cosa negativa che noto è quando scrivi "Non riusciva a trovare la giusta concentrazione...", per me è una frase che non ha senso in quel contesto: non trovare concentrazione solo perché la tua segretaria non ti ha avvisato che andava via? Questo sarebbe dovuto accadere all'inizio della storia, non in quel punto. Altra cosa che non mi è piaciuta è la reazione del dottore alla minaccia del coltello: mi sembra illogico non provare a difendersi con un qualche tipo dii oggetto e pensare, invece, solo a chiedere aiuto tramite un interfono. Una ulteriore nota stonata e che crea qualche perplessità sul PdV si avverte con questa frase "Il gesto netto che seguì...". Complessivamente una buona storia, migliorabile ma buona.
Idea interessante e l'ho letta con gusto. Però, c'è sempre un però, si trova sempre qualcosa che non va. La prima cosa negativa che noto è quando scrivi "Non riusciva a trovare la giusta concentrazione...", per me è una frase che non ha senso in quel contesto: non trovare concentrazione solo perché la tua segretaria non ti ha avvisato che andava via? Questo sarebbe dovuto accadere all'inizio della storia, non in quel punto. Altra cosa che non mi è piaciuta è la reazione del dottore alla minaccia del coltello: mi sembra illogico non provare a difendersi con un qualche tipo dii oggetto e pensare, invece, solo a chiedere aiuto tramite un interfono. Una ulteriore nota stonata e che crea qualche perplessità sul PdV si avverte con questa frase "Il gesto netto che seguì...". Complessivamente una buona storia, migliorabile ma buona.
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: Chirurgia Olistica
Ciao Salvatore.
Grazie per i complimenti, che metto in saccoccia.
Permettimi di rispondere alle tue perplessità, ci vorrà davvero un attimo.
tu scrivi:
Ed è giusto. Infatti al SECONDO rigo del racconto c'è questa frase, che introduce la perplessità del dottore riguardo al comportamento di Henrietta: 'Era strano che Henrietta non l’avesse avvertito. Bah, poco male.', con quel Bah che non è messo lì per caso, perché mi avanzavano tre caratteri da sprecare; serve da metonimia narrativa (fa pensare che qualcosa si sta allontanando dalla normale routine) e indica che il dottore ha comunque allontanato un pensiero che in un modo in un altro lo infastidiva. Sicuramente è colpa mia che l'ho scritto troppo piccolo.
La rezione del dottore è esclusivamente dettata dal panico: è un dottore new age olistico che ravana nelle anime delle persone, non un chirurgo armato di bisturi. Per credo personale, questo tipo di persone non hanno neanche le siringhe, nei loro studi, perché la medicina allopatica è bandita. La cosa che vuole è aiuto, ed è la reazione più ovvia, soprattutto considerando che non è un marine addestrato a uccidere. L'unica persona con lui nello studio è Henrietta che non l'ha avvertito di essere andata via, quindi dovrebbe essere ancora nella sala d'aspetto.
Quel cambio di POV è voluto (non bellissimo, lo ammetto, ma a fronte di un'esigenza narrativa): la storia è descritta dagli occhi di Harnoi; Harnoi muore, i suoi occhi si spengono e vediamo tutto dall'alto, grazie al narratore onnisciente. Avrei dovuto lasciare un rigo di spazio per indicare il cambio di visuale. My Bad.
Grazie per i complimenti, che metto in saccoccia.
Permettimi di rispondere alle tue perplessità, ci vorrà davvero un attimo.
tu scrivi:
La prima cosa negativa che noto è quando scrivi "Non riusciva a trovare la giusta concentrazione...", per me è una frase che non ha senso in quel contesto: non trovare concentrazione solo perché la tua segretaria non ti ha avvisato che andava via? Questo sarebbe dovuto accadere all'inizio della storia, non in quel punto.
Ed è giusto. Infatti al SECONDO rigo del racconto c'è questa frase, che introduce la perplessità del dottore riguardo al comportamento di Henrietta: 'Era strano che Henrietta non l’avesse avvertito. Bah, poco male.', con quel Bah che non è messo lì per caso, perché mi avanzavano tre caratteri da sprecare; serve da metonimia narrativa (fa pensare che qualcosa si sta allontanando dalla normale routine) e indica che il dottore ha comunque allontanato un pensiero che in un modo in un altro lo infastidiva. Sicuramente è colpa mia che l'ho scritto troppo piccolo.
La rezione del dottore è esclusivamente dettata dal panico: è un dottore new age olistico che ravana nelle anime delle persone, non un chirurgo armato di bisturi. Per credo personale, questo tipo di persone non hanno neanche le siringhe, nei loro studi, perché la medicina allopatica è bandita. La cosa che vuole è aiuto, ed è la reazione più ovvia, soprattutto considerando che non è un marine addestrato a uccidere. L'unica persona con lui nello studio è Henrietta che non l'ha avvertito di essere andata via, quindi dovrebbe essere ancora nella sala d'aspetto.
Quel cambio di POV è voluto (non bellissimo, lo ammetto, ma a fronte di un'esigenza narrativa): la storia è descritta dagli occhi di Harnoi; Harnoi muore, i suoi occhi si spengono e vediamo tutto dall'alto, grazie al narratore onnisciente. Avrei dovuto lasciare un rigo di spazio per indicare il cambio di visuale. My Bad.
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- Messaggi: 584
Re: Chirurgia Olistica
Ciao Eugene,
tra i tanti, credo che il tuo racconto sia quello che affronta il tema nella maniera più originale, almeno a mio parere, sfruttando porte non fisiche ma intangibili, se non da un medico alternativo come Harnoi. La storia si segue bene, lo svolgimento è chiaro, ma ci sono un paio di domande che non ho potuto fare a meno di farmi:
1 - perché Padmar si fa massaggiare dal dottore e non si limita a entrare nello studio e a farlo fuori?
2 - Henrietta è una povera vittima incolpevole, perché segretaria del medico, o è la fidanzata di Padmar?
La questione dell'infodump me la sono posta anch'io, ma per esperienza personale devo ammettere che talvolta i medici si prodigano in spiegazioni specialistiche che difficilmente il paziente riesce a seguire.
Sul PDV è già stato detto tutto.
tra i tanti, credo che il tuo racconto sia quello che affronta il tema nella maniera più originale, almeno a mio parere, sfruttando porte non fisiche ma intangibili, se non da un medico alternativo come Harnoi. La storia si segue bene, lo svolgimento è chiaro, ma ci sono un paio di domande che non ho potuto fare a meno di farmi:
1 - perché Padmar si fa massaggiare dal dottore e non si limita a entrare nello studio e a farlo fuori?
2 - Henrietta è una povera vittima incolpevole, perché segretaria del medico, o è la fidanzata di Padmar?
La questione dell'infodump me la sono posta anch'io, ma per esperienza personale devo ammettere che talvolta i medici si prodigano in spiegazioni specialistiche che difficilmente il paziente riesce a seguire.
Sul PDV è già stato detto tutto.
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: Chirurgia Olistica
Ciao, Fernando.
Grazie per i complimenti!
Ecco le tue risposte:
1 - Si fa massaggiare perché è l'unico modo per verificare quello che fa il medico e quindi avere la 'scusa' per colpire.
2 - Henrietta è solo la triste segretaria di Harnoi, che si è immolata per generare la metonimia narrativa che mi serviva all'inizio del racconto...
Grazie per i complimenti!
Ecco le tue risposte:
1 - Si fa massaggiare perché è l'unico modo per verificare quello che fa il medico e quindi avere la 'scusa' per colpire.
2 - Henrietta è solo la triste segretaria di Harnoi, che si è immolata per generare la metonimia narrativa che mi serviva all'inizio del racconto...
- raffaele.marra
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Re: Chirurgia Olistica
Un racconto decisamente forte e originale, che mi è piaciuto parecchio. Il concetto di porta che funge da accesso all'Io spirituale di ognuno di noi è perfettamente in tema con il contest. La storia ha notevoli spunti di riflessione ed è capace di definire un genere che ha del filosofico, dell'antropologico e della fantascienza al contempo. A tal proposito ho molto apprezzato lo stile della prima parte in cui l'accesso al "sistema" spirituale è trattato come se si trattasse di un accesso di tipo informatico. Per quanto riguarda la seconda parte, ho apprezzato la dualità del punto di vista, poiché, in tale parte, i due protagonisti sono fusi in un'unica entità spirituale. E poi c'è anche il finale con sorpresa, cosa che io, di solito, prediligo.
Molto, molto interessante, direi. Scritto bene e pensato con intelligenza e buona dose di cultura. Complimenti.
Molto, molto interessante, direi. Scritto bene e pensato con intelligenza e buona dose di cultura. Complimenti.
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Re: Chirurgia Olistica
Che dire? Ottima declinazione del tema, impianto solido, stile e ritmo ben curati (in caso di revisione, darei più ritmo e personalità alle battute finali di Padmar), ambiebtaziobe servita con grazia e niente da dire sulla questione punto di vista: non rovina certo il testo, secondo me. Un gran bel Fitzherbert, che si legge con gusto. Complimenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Re: Chirurgia Olistica
Sarò breve. Fantastico cazzo. Ehmm ora devo colmare la lacuna di caratteri del commento. L'idea è bellissima, anzi le due idee. La prima è quella del chirurgo di anime, diciamo così, davvero carina, e molto bella e coinvolgente la descrizione dell'operazione di accesso alla porta. E l'altra è quella del pazzo omicida. Vero che la cosa è "telefonata", ma funziona bene lo stesso. Credo che di questo gruppo sia il racconto che mi è piaciuto di più.
- Eugene Fitzherbert
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Re: Chirurgia Olistica
Un grazie gigantesco e al neon a Daniel Travis e a Maurizio jimjams!
- Eugene Fitzherbert
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Re: Chirurgia Olistica
Mi era sfuggito il commento di Raffaele Marra.
Wow! Grazie per le belle parole!
Wow! Grazie per le belle parole!
Re: Chirurgia Olistica
Eugenone <3
Bellissimo racconto, in pieno stile con il tuo stile.. per un attimo ho creduto e sperato che ti fossi convertito alle discipline olistiche <3 eh niente, mi hai fregato vecchio 'nfame!
Scherzi a parte, bellissimo, fila scorre, niente da dire.. forse un po' dipende dal numero dei caratteri ma penso che con mille battute in più avresti potuto mettere qualcuno di quei particolari sexual splatter che piacciono tanto a me <3
Bellissimo racconto, in pieno stile con il tuo stile.. per un attimo ho creduto e sperato che ti fossi convertito alle discipline olistiche <3 eh niente, mi hai fregato vecchio 'nfame!
Scherzi a parte, bellissimo, fila scorre, niente da dire.. forse un po' dipende dal numero dei caratteri ma penso che con mille battute in più avresti potuto mettere qualcuno di quei particolari sexual splatter che piacciono tanto a me <3
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
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Re: Chirurgia Olistica
Bello, mi è piaciuto. Si legge con gusto e non ci sono debolezze evidenti nella forma. Mi chiedo solo se si possa, con questa impostazione che hai deciso di seguire, mantenere almeno un po’ di più il mistero su quanto stia succedendo… Fin dalla prima volta che citi Henrietta, infatti, è chiaro cosa sia successo e come andrà a finire. Forse, e sottolineo forse, la via potrebbe essere quella di stabilire una maggiore empatia con il paziente, farlo parlare, farlo scoprire, farlo simpatizzare con il protagonista. Certo, Henrietta andrebbe gestita diversamente. Il tema c’è ed è affascinante. Per me un pollice tendente verso l’alto con l’unico dubbio dettato da quanto ti ho esposto più sopra.
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