Millesimi - di Marco Della Verde
- Marco Della Verde
- Messaggi: 13
Millesimi - di Marco Della Verde
Millesimi
di Marco Della Verde
Chi me l'ha fatto fare? si chiese Ugo. I soldi.
I condomini del Pero erano tutti tranquilli, tranne Pia e Gigi. Loro no.
Ugo era certo che la loro guerra personale avrebbe corrotto il tessuto stesso della realtà. Finora era riuscito a rimanere neutrale, e sperava di riuscirci anche stavolta.
Si sbagliava.
Il problema era il tetto: si allagava sempre, impregnando i soffitti degli appartamenti all'ultimo piano, incluso quello di Gigi, che da anni provava a convincere gli altri condomini a ripararlo. Ma Pia non era d'accordo.
«Lo capisci che i lavori devono essere fatti per forza?» disse Gigi.
«Se ti piove in casa è un problema tuo.» rispose Pia.
«Ma che dici?»
«Noi già abbiamo i nostri guai, non fare l'egoista.»
«Non funziona così un condominio, il tetto è di tutti!»
«E quindi se voglio rifarmi il pavimento lo devono pagare tutti?!»
«Ma tu sei scema.» ringhiò Gigi.
Solo cinque minuti, pensò Ugo, e questi due già fanno casino. Pia è una cretina, ma se intervengo rischio di diventare il suo bersaglio. Ma Gigi ha ragione, devo dire qualcosa.
Tutti i condomini lo stavano osservando. Anche Pia e Gigi lo guardavano, lui infuriato e lei con il suo sorriso marcio.
Sono fottuto.
«Ehm...» fece Ugo, ma Pia lo interruppe con la sua voce fastidiosa.
«Signor Ugo...»
Eccoci... pensò Ugo.
«...lei è l'amministratore, sta a lei far ragionare il signor Gigi, non a me.»
É proprio una cretina, pensò Ugo.
Ma non poteva offenderla, né poteva darle ragione.
L'incudine, il martello, e in mezzo lui.
«Signora Pia, Gigi ha ragione.»
Gigi sorrise soddisfatto, mentre il ghigno di Pia fu sostituito da uno sguardo di ghiaccio. Gli altri condomini erano stupiti dal coraggio di Ugo, e smaniosi di vedere cosa sarebbe successo.
«Signora Pia, il tetto--» ma lei non lo fece finire.
«Non mi dica cosa devo fare. Lei è qui perchè siamo obbligati ad avere un ammistratore, non per sparare idiozie.»
I condomini guardarono lei, poi guardarono Ugo, come gli spettatori di una finale di tennis.
Lui era disarmato contro tanta stupidità, ma doveva reagire.
«Si sbaglia. Sono qui per mantenere l'ordine. Lei ha diritto di voto in base ai suoi millesimi, non può prendere decisioni contrarie a quelle della maggioranza.»
«Non ho bisogno delle sue lezioni...»
«Credo sia arrivato il momento di interpellare gli altri» continuò Ugo «Chi vuole rifare il tetto?»
Gigi alzò la mano.
Gli altri no.
Pia sorrise.
Ugo deglutì.
«I lavori deve pagarli Gigi.» disse Pia.
I condomini rimasero in silenzio.
Come può tenere in scacco un intero palazzo? pensò Ugo.
«Devo pagarli io un cazzo!» sbottò Gigi.
Pia era un'arpia ricattattrice, ma lo stile di Gigi non era la tortura psicologica: erano gli sganassoni.
Attraversò la stanza con tre passi, lanciato contro Pia come una valanga.
Ugo non capiva se lei fosse incredibilmente coraggiosa o totalmente inconsapevole: stava ferma lì, col suo sorriso strafottente.
Gigi alzò il pugno.
«Se mi tocchi ti denuncio.» disse Pia.
La mano nodosa di Gigi precipitò come l'asteroide che estinse i dinosauri.
Ugo vedeva tutto al rallentatore. Il momento più lungo della sua vita.
Ma il tempo non si ferma, e soprattutto non si ferma il cazzotto di un omone infuriato.
Come fa 'sta pazza a rimanere così impassibile? Si domando Ugo: Pia non dimostrò timore neanche quando la mano di Gigi, temprata da decenni di cemento e mattoni, si schiantò sul suo volto.
Così sconnessa dal mondo, pensò Ugo, da aver perso la misura della propria mortalità.
Gigi e il suo pugno spaccatempie gliela insegnarono eccome, la misura della sua mortalità.
O forse no.
Quando il sipario calò sulla sua esistenza, in quella squallida riunione di condominio dell'inverno del 1998, Pia era convinta che l'avrebbe avuta vinta una volta ancora.
Le fu risparmiato quello che non fu risparmiato a Ugo e a tutti gli altri condomini: la vista della sua faccia scoppiata, gli occhi strabuzzati, la lingua penzolante, la testa piegata in modo innaturale.
Sembrava un sogno, ma non lo era, e tutti i presenti si svegliarono appena Gigi si lanciò contro di loro al grido di «é colpa vostra!»
Il più vicino a lui era Ugo.
Cercò di scappare, ma era impossibile.
Chiuse gli occhi e si lasciò cadere a terra, raggomitolandosi.
Rimase così per un po', ma non accadde nulla.
Aprì un occhio: Gigi era in piedi davanti a lui.
«Ho fatto proprio una cazzata.» disse Gigi senza neanche guardarlo.
Ugo rimase lì, rannicchiato sul pavimento.
Gigi si girò verso il cadavere di quella che era stata la sua nemesi.
"Ho fatto una cazzata..."
Aveva vinto lei, e lui era stato distrutto.
Ugo rimase a terra fino a quando non arrivarono i carabinieri e tutto cominciò a tornare alla normalità.
di Marco Della Verde
Chi me l'ha fatto fare? si chiese Ugo. I soldi.
I condomini del Pero erano tutti tranquilli, tranne Pia e Gigi. Loro no.
Ugo era certo che la loro guerra personale avrebbe corrotto il tessuto stesso della realtà. Finora era riuscito a rimanere neutrale, e sperava di riuscirci anche stavolta.
Si sbagliava.
Il problema era il tetto: si allagava sempre, impregnando i soffitti degli appartamenti all'ultimo piano, incluso quello di Gigi, che da anni provava a convincere gli altri condomini a ripararlo. Ma Pia non era d'accordo.
«Lo capisci che i lavori devono essere fatti per forza?» disse Gigi.
«Se ti piove in casa è un problema tuo.» rispose Pia.
«Ma che dici?»
«Noi già abbiamo i nostri guai, non fare l'egoista.»
«Non funziona così un condominio, il tetto è di tutti!»
«E quindi se voglio rifarmi il pavimento lo devono pagare tutti?!»
«Ma tu sei scema.» ringhiò Gigi.
Solo cinque minuti, pensò Ugo, e questi due già fanno casino. Pia è una cretina, ma se intervengo rischio di diventare il suo bersaglio. Ma Gigi ha ragione, devo dire qualcosa.
Tutti i condomini lo stavano osservando. Anche Pia e Gigi lo guardavano, lui infuriato e lei con il suo sorriso marcio.
Sono fottuto.
«Ehm...» fece Ugo, ma Pia lo interruppe con la sua voce fastidiosa.
«Signor Ugo...»
Eccoci... pensò Ugo.
«...lei è l'amministratore, sta a lei far ragionare il signor Gigi, non a me.»
É proprio una cretina, pensò Ugo.
Ma non poteva offenderla, né poteva darle ragione.
L'incudine, il martello, e in mezzo lui.
«Signora Pia, Gigi ha ragione.»
Gigi sorrise soddisfatto, mentre il ghigno di Pia fu sostituito da uno sguardo di ghiaccio. Gli altri condomini erano stupiti dal coraggio di Ugo, e smaniosi di vedere cosa sarebbe successo.
«Signora Pia, il tetto--» ma lei non lo fece finire.
«Non mi dica cosa devo fare. Lei è qui perchè siamo obbligati ad avere un ammistratore, non per sparare idiozie.»
I condomini guardarono lei, poi guardarono Ugo, come gli spettatori di una finale di tennis.
Lui era disarmato contro tanta stupidità, ma doveva reagire.
«Si sbaglia. Sono qui per mantenere l'ordine. Lei ha diritto di voto in base ai suoi millesimi, non può prendere decisioni contrarie a quelle della maggioranza.»
«Non ho bisogno delle sue lezioni...»
«Credo sia arrivato il momento di interpellare gli altri» continuò Ugo «Chi vuole rifare il tetto?»
Gigi alzò la mano.
Gli altri no.
Pia sorrise.
Ugo deglutì.
«I lavori deve pagarli Gigi.» disse Pia.
I condomini rimasero in silenzio.
Come può tenere in scacco un intero palazzo? pensò Ugo.
«Devo pagarli io un cazzo!» sbottò Gigi.
Pia era un'arpia ricattattrice, ma lo stile di Gigi non era la tortura psicologica: erano gli sganassoni.
Attraversò la stanza con tre passi, lanciato contro Pia come una valanga.
Ugo non capiva se lei fosse incredibilmente coraggiosa o totalmente inconsapevole: stava ferma lì, col suo sorriso strafottente.
Gigi alzò il pugno.
«Se mi tocchi ti denuncio.» disse Pia.
La mano nodosa di Gigi precipitò come l'asteroide che estinse i dinosauri.
Ugo vedeva tutto al rallentatore. Il momento più lungo della sua vita.
Ma il tempo non si ferma, e soprattutto non si ferma il cazzotto di un omone infuriato.
Come fa 'sta pazza a rimanere così impassibile? Si domando Ugo: Pia non dimostrò timore neanche quando la mano di Gigi, temprata da decenni di cemento e mattoni, si schiantò sul suo volto.
Così sconnessa dal mondo, pensò Ugo, da aver perso la misura della propria mortalità.
Gigi e il suo pugno spaccatempie gliela insegnarono eccome, la misura della sua mortalità.
O forse no.
Quando il sipario calò sulla sua esistenza, in quella squallida riunione di condominio dell'inverno del 1998, Pia era convinta che l'avrebbe avuta vinta una volta ancora.
Le fu risparmiato quello che non fu risparmiato a Ugo e a tutti gli altri condomini: la vista della sua faccia scoppiata, gli occhi strabuzzati, la lingua penzolante, la testa piegata in modo innaturale.
Sembrava un sogno, ma non lo era, e tutti i presenti si svegliarono appena Gigi si lanciò contro di loro al grido di «é colpa vostra!»
Il più vicino a lui era Ugo.
Cercò di scappare, ma era impossibile.
Chiuse gli occhi e si lasciò cadere a terra, raggomitolandosi.
Rimase così per un po', ma non accadde nulla.
Aprì un occhio: Gigi era in piedi davanti a lui.
«Ho fatto proprio una cazzata.» disse Gigi senza neanche guardarlo.
Ugo rimase lì, rannicchiato sul pavimento.
Gigi si girò verso il cadavere di quella che era stata la sua nemesi.
"Ho fatto una cazzata..."
Aveva vinto lei, e lui era stato distrutto.
Ugo rimase a terra fino a quando non arrivarono i carabinieri e tutto cominciò a tornare alla normalità.
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Ciao Marco e benvenuto su Minuti Contati! Tutto ok con i parametri, buona IGNORANZA EROICA EDITION!
Ps: ti ricordo che potrai ancora modificare il racconto fino all'una senza incorrere in penalità e fino all'una e 33 prendendoti la penalità per il tempo!
Ps: ti ricordo che potrai ancora modificare il racconto fino all'una senza incorrere in penalità e fino all'una e 33 prendendoti la penalità per il tempo!
- Marco Della Verde
- Messaggi: 13
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Ciao Antico, grazie per il benvenuto e per la possibilità di partecipare a Minuti Contati!
- gianpiero.negri
- Messaggi: 12
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Una guerra dei Roses tra non coniugi che culmina in un prevedibile finale in cui il provocato cede alla provocazione e determina la vittoria della antagonista, che pare ne faccia una questione prioritaria a costo della stessa vita. Piacevole, manca forse un po' di background sulle ragioni dell'odio, che però in fondo si potrebbe far risalire al giardino dell'Eden.
- Marco Della Verde
- Messaggi: 13
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
gianpiero.negri ha scritto:Una guerra dei Roses tra non coniugi che culmina in un prevedibile finale in cui il provocato cede alla provocazione e determina la vittoria della antagonista, che pare ne faccia una questione prioritaria a costo della stessa vita. Piacevole, manca forse un po' di background sulle ragioni dell'odio, che però in fondo si potrebbe far risalire al giardino dell'Eden.
Gianpiero grazie del commento! Non voglio giustificare le carenze del racconto ma solo fare una battuta: nella mia esperienza la riunione di condominio è un campo di battaglia selvaggio dove l'odio non sente ragioni!
- gianpiero.negri
- Messaggi: 12
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Esperienza comune! Figurati, era solo una mia nota personale ;) Buona giornata
- invernomuto
- Messaggi: 270
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Ciao Marco, benvenuto su Minuti Contati!
Nel tuo racconto basato tutto su una discussione che degenera nel massacro vedo molto del fil "Carnage", adattamento dell'opera teatrale "Il Dio del Massacro", di Yasmina Reza, per cui se non li conoscoi fatti una favore e guarda almeno il film, che sicuramente sarà nelle tue "corde".
Detto questo, la discesa nella follia funziona bene ed è descritta in modo organico attraverso degli scambi di battute che crescono di intensità sino al "fattaccio" finale, il colpo "ignorante" che prevarica ogni altra logica, pur regalando la vittoria finale all'avversaria.
Se il tema era "senza esclusione di colpi", il tuo racconto ne presenta uno solo, per quanto kenshiresco ed eccessivo non mi ricorda una battaglia tout-court (ma non lo considero nemmeno una violazione all'aderenza al tema, dopotutto il colpo proibito non è stato "trattenuto").
Hai una buona prosa che funziona bena nella costruzione del dialogo, mentre -più per difetto innato dello stile del racconto che per una vera e propria mancanza - l'assenza quasi compreta di descrizioni rende la storia un po' "asettica", come se i personaggi fluttuassero su uno sfondo bianco.
Una buona prova, spero di rileggerti!
Nel tuo racconto basato tutto su una discussione che degenera nel massacro vedo molto del fil "Carnage", adattamento dell'opera teatrale "Il Dio del Massacro", di Yasmina Reza, per cui se non li conoscoi fatti una favore e guarda almeno il film, che sicuramente sarà nelle tue "corde".
Detto questo, la discesa nella follia funziona bene ed è descritta in modo organico attraverso degli scambi di battute che crescono di intensità sino al "fattaccio" finale, il colpo "ignorante" che prevarica ogni altra logica, pur regalando la vittoria finale all'avversaria.
Se il tema era "senza esclusione di colpi", il tuo racconto ne presenta uno solo, per quanto kenshiresco ed eccessivo non mi ricorda una battaglia tout-court (ma non lo considero nemmeno una violazione all'aderenza al tema, dopotutto il colpo proibito non è stato "trattenuto").
Hai una buona prosa che funziona bena nella costruzione del dialogo, mentre -più per difetto innato dello stile del racconto che per una vera e propria mancanza - l'assenza quasi compreta di descrizioni rende la storia un po' "asettica", come se i personaggi fluttuassero su uno sfondo bianco.
Una buona prova, spero di rileggerti!
- eleonora.rossetti
- Messaggi: 553
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Ciao Marco,
le leggende sulle fatidiche riunioni di condominio sono state immortalate anche da Fantozzi, quindi nessun problema a credere nelle situazioni più assurde ;)
E' il finale che secondo me ha meno mordente rispetto al resto. La reazione del povero Gigi era quasi scontata (e anzi, mi sorprende che non l'abbia attuata prima) quindi mi ha lasciato, nonostante lo sganassone descritto nei minimi dettagli come fosse un'epica scena cinematografica, un po' di amaro in bocca, quasi un senso d'incompiuto. Mi aspettavo qualcosa di più..più XD forse appunto, la scontatezza della reazione mi ha tolto un po' di sapore alla storia.
PS: mi è sfuggito il senso del titolo, puoi illuminarmi?
Alla prossima!
le leggende sulle fatidiche riunioni di condominio sono state immortalate anche da Fantozzi, quindi nessun problema a credere nelle situazioni più assurde ;)
E' il finale che secondo me ha meno mordente rispetto al resto. La reazione del povero Gigi era quasi scontata (e anzi, mi sorprende che non l'abbia attuata prima) quindi mi ha lasciato, nonostante lo sganassone descritto nei minimi dettagli come fosse un'epica scena cinematografica, un po' di amaro in bocca, quasi un senso d'incompiuto. Mi aspettavo qualcosa di più..più XD forse appunto, la scontatezza della reazione mi ha tolto un po' di sapore alla storia.
PS: mi è sfuggito il senso del titolo, puoi illuminarmi?
Alla prossima!
Uccidi scrivendo.
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
E questo è il motivo per cui ho deciso di non vivere mai più in condominio: potrei diventare Gigi da un momento all'altro!
L'ignoranza traspare sotto diversi aspetti: Pia che non conosce davvero niente di come si sta in un condominio, Gigi che risolve le cose con i pugni, gli altri che non alzano un dito neanche di fronte all'evidenza.
Il racconto è divertente e paradossale a metà, perché dipinge una realtà di malaconvivenza purtroppo tangibile. E anche il finale 'con i piedi per terra' lascia un bel saporaccio amaro.
Complimenti!
L'ignoranza traspare sotto diversi aspetti: Pia che non conosce davvero niente di come si sta in un condominio, Gigi che risolve le cose con i pugni, gli altri che non alzano un dito neanche di fronte all'evidenza.
Il racconto è divertente e paradossale a metà, perché dipinge una realtà di malaconvivenza purtroppo tangibile. E anche il finale 'con i piedi per terra' lascia un bel saporaccio amaro.
Complimenti!
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Ciao, il tuo racconto è ben scritto e si legge volentieri. I dialoghi scorrono bene... peró la storia dietro il tuo pezzo trovo sia insufficiente. Il finale è un po' troppo scontato... Succede quello che ci si aspetta, e anche abbastanza velocemente. È un peccato perchè sinceramente da come era cominciato pregustavo di piú!
Ultima modifica di DavidG il giovedì 1 febbraio 2018, 22:46, modificato 1 volta in totale.
- Marco Della Verde
- Messaggi: 13
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Grazie a tutti per i commenti, che in buona parte mi vedono d'accordo: mancanza di descrizioni e finale un po' mmm, mi giustifico appellandomi al poco tempo e spazio, ma è una difesa debole!
Eleonora, l'ho intitolata Millesimi riprendendo un termine tipico della gestione condominiale (i millesimi sono le unità percentuali, o meglio millesimali, con le quali si suddividono i costi e responsabilità in un condominio): è stata una scelta random e veloce, diciamo il primo termine che mi è venuto in mente.
Eleonora, l'ho intitolata Millesimi riprendendo un termine tipico della gestione condominiale (i millesimi sono le unità percentuali, o meglio millesimali, con le quali si suddividono i costi e responsabilità in un condominio): è stata una scelta random e veloce, diciamo il primo termine che mi è venuto in mente.
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Un testo ordinato, ben organizzato, senza picchi evidenti, ma anche, soprattutto, senza difetto. Pulito. I protagonisti sono ben tratteggiati e non ho sentito la mancanza di descrizioni, trovo più che sufficiente quello che hai fornito al lettore. Volendo puntare a migliorarlo, potresti focalizzarti maggiormente su Ugo, vero pdv del narrato e chiave di volta del senso. Ci si becca alle prossime edizioni.
-
- Messaggi: 66
Re: Millesimi - di Marco Della Verde
Non sono una brutta persona se dico che ho trovato il finale estremamente soddisfacente, vero? ... vero?
Scherzi a parte, ciao Marco, una buona prova, un testo che scorre bene e senza intoppi, una costruzione liscia e precisa che però sconti con un risultato si impeccabile e privo di errori di sorta, ma anche di un qualsivoglia particolare guizzo ispirato, momento o frase memorabile, insomma il livello è senza dubbio alto (davvero alto, complimenti) ma anche piatto, il che è un peccato. Molto apprezzato però l'intero contesto, un piccolo spaccato di ignoranza eroica pescato dritto dritto dalla situazione più comune del mondo, l'ho trovata una buona scelta
Scherzi a parte, ciao Marco, una buona prova, un testo che scorre bene e senza intoppi, una costruzione liscia e precisa che però sconti con un risultato si impeccabile e privo di errori di sorta, ma anche di un qualsivoglia particolare guizzo ispirato, momento o frase memorabile, insomma il livello è senza dubbio alto (davvero alto, complimenti) ma anche piatto, il che è un peccato. Molto apprezzato però l'intero contesto, un piccolo spaccato di ignoranza eroica pescato dritto dritto dalla situazione più comune del mondo, l'ho trovata una buona scelta
Torna a “111° EDIZIONE - Speciale "IGNORANZA EROICA EDITION"”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite