Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
L’Inquisitore scuote la testa. Può leggere negli occhi dell’uomo l’istinto omicida.
Se non fosse legato mi ucciderebbe con le sue mani.
«Che orribili sentimenti. Tuttavia coerenti con i tuoi comportamenti.»
L’uomo gli sputa contro, senza colpirlo.
«Quale sarebbe la mia colpa, sentiamo?» sussurra. «Avere idee che contrastano con la linea di governo?»
L’Inquisitore gli rivolge una smorfia di scherno.
«Pover’uomo. Qualcosa è andato storto nella tua testolina. Sai, non esiste colpa più grave. Questa comunità sopravvive grazie alla coesione, all’impegno costante e coordinato di tutti, all’adesione agli ideali della Colonia.»
L’uomo scuote i legacci, senza risultato.
«Propaganda. La vita qui è un Inferno, lavoriamo tutto il giorno nelle miniere e riceviamo il minimo per sopravvivere. Non possiamo decidere nulla, neanche con chi accoppiarci e fare figli. Ma non basta… Persino i pensieri controllate con le vostre macchine del cazzo.»
«Restrizioni necessarie. La vita è dura per tutti, siamo Colonizzatori.»
«Davvero? E dove vive lei? Sentiamo? E come?»
«Ne ho abbastanza, eseguite la sentenza!»
«Meglio morire!» urla il prigioniero mentre aghi letali penetrano le sue carni.
Pochi spasmi ed è tutto finito.
«Pulizia memoria e riciclo» ordina l’Inquisitore.
Due tecnici prelevano l’uomo e lo adagiano su un lettino medico, collegano elettrodi, aghi, flebo.
Pochi minuti dopo l’uomo si scuote, sbarra gli occhi.
«Do… dove sono?»
L’Inquisitore sorride.
«È tutto a posto, tranquillo» gli dice.
Bentornato all’Inferno.
Se non fosse legato mi ucciderebbe con le sue mani.
«Che orribili sentimenti. Tuttavia coerenti con i tuoi comportamenti.»
L’uomo gli sputa contro, senza colpirlo.
«Quale sarebbe la mia colpa, sentiamo?» sussurra. «Avere idee che contrastano con la linea di governo?»
L’Inquisitore gli rivolge una smorfia di scherno.
«Pover’uomo. Qualcosa è andato storto nella tua testolina. Sai, non esiste colpa più grave. Questa comunità sopravvive grazie alla coesione, all’impegno costante e coordinato di tutti, all’adesione agli ideali della Colonia.»
L’uomo scuote i legacci, senza risultato.
«Propaganda. La vita qui è un Inferno, lavoriamo tutto il giorno nelle miniere e riceviamo il minimo per sopravvivere. Non possiamo decidere nulla, neanche con chi accoppiarci e fare figli. Ma non basta… Persino i pensieri controllate con le vostre macchine del cazzo.»
«Restrizioni necessarie. La vita è dura per tutti, siamo Colonizzatori.»
«Davvero? E dove vive lei? Sentiamo? E come?»
«Ne ho abbastanza, eseguite la sentenza!»
«Meglio morire!» urla il prigioniero mentre aghi letali penetrano le sue carni.
Pochi spasmi ed è tutto finito.
«Pulizia memoria e riciclo» ordina l’Inquisitore.
Due tecnici prelevano l’uomo e lo adagiano su un lettino medico, collegano elettrodi, aghi, flebo.
Pochi minuti dopo l’uomo si scuote, sbarra gli occhi.
«Do… dove sono?»
L’Inquisitore sorride.
«È tutto a posto, tranquillo» gli dice.
Bentornato all’Inferno.
Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Ola Mario! Tutto a posto anche qua! Buona Edizione!
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Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
BENTORNATO AL’INFERNO di Mario Pacchiarotti Racconto molto particolare. Già nel titolo, controcorrente rispetto al tema (che è il benvenuto all’inferno), qui c’è un bentornato, dunque è ancora più da paura. L’Inquisitore, i Colonizzatori, l’uomo che si ribella a un ordine sociale infernale (lavoro da schiavi in miniera, matrimoni combinati dall’Autorità) venendone schiacciato (vedi gli aghi con la sostanza cancella memoria) ha qualcosa di kafkiano (penso alla “Sentenza”) che trovo molto ben reso. Bravo.
- Massimo Tivoli
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Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Bel racconto, scritto bene, e lascia intuire un’ambientazione che va al di là di questo scorcio. Il “bentornato all’inferno” è emblematico. In una società in cui la dignità e la libertà umana e i diritti vengono costantemente messi sotto i piedi (non si può neanche più pensare in libertà) non vale tanto la pena vivere, perché tutto sommato sarebbe un inferno. La ciclicità della situazione raccontata, poi, non lascia scampo, un contrappasso eterno.
- diego.martelli
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Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
A livello tecnico o di registro, noto solo uno strano diminutivo ("testolina", che nel contesto di dove è usato mi appare non del tutto calzante - potrebbe essere benissimo, tuttavia, una mia personale preferenza) e una frase costruita in modo particolare ("Persino i pensieri controllate con le vostre macchine del cazzo", dove avrei visto meglio "Controllate persino i pensieri con le vostre macchine del cazzo"; se c'è un preciso intento in questa scelta non l'ho compresa).
Relativamente alla trama in sé, mi pare di intendere che dopo ogni sessione di tortura la memoria della vittima viene cancellata (o meglio, è ciò che intendo da "«Pulizia memoria e riciclo» ordina l’Inquisitore."). Qual è, dunque, lo scopo della tortura ripetitiva? Mi sembrerebbe che ai fini dichiarati dell'inquisitore (rieducare un ribelle) il ricordo continuo del dolore subito sarebbe uno strumento utile, e un "tormento infernale" ben peggiore.
In generale è scritto benissimo, ma il mio non comprendere alcuni passaggi me ne ha limitato l'apprezzamento.
Relativamente alla trama in sé, mi pare di intendere che dopo ogni sessione di tortura la memoria della vittima viene cancellata (o meglio, è ciò che intendo da "«Pulizia memoria e riciclo» ordina l’Inquisitore."). Qual è, dunque, lo scopo della tortura ripetitiva? Mi sembrerebbe che ai fini dichiarati dell'inquisitore (rieducare un ribelle) il ricordo continuo del dolore subito sarebbe uno strumento utile, e un "tormento infernale" ben peggiore.
In generale è scritto benissimo, ma il mio non comprendere alcuni passaggi me ne ha limitato l'apprezzamento.
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Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,
Sei riuscito a creare un'ambientazione distopica (o, per lo meno, farla discretamente intuire) in pochissimo spazio e senza rendere i dialoghi degli infodump forzati, e questo è senz'altro un merito. Considerato il poco spazio, però, avrei preferito che l'"Inquisitore" fosse indicato con un termine diverso. Complice anche il tema, per le prime righe ho immaginato la scena in un contesto storico e in un racconto così breve le prime 4 righe sono comunque parecchie. A parte questo dettaglio, giudizio assolutamente positivo.
Sei riuscito a creare un'ambientazione distopica (o, per lo meno, farla discretamente intuire) in pochissimo spazio e senza rendere i dialoghi degli infodump forzati, e questo è senz'altro un merito. Considerato il poco spazio, però, avrei preferito che l'"Inquisitore" fosse indicato con un termine diverso. Complice anche il tema, per le prime righe ho immaginato la scena in un contesto storico e in un racconto così breve le prime 4 righe sono comunque parecchie. A parte questo dettaglio, giudizio assolutamente positivo.
Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
diego.martelli ha scritto:A livello tecnico o di registro, noto solo uno strano diminutivo ("testolina", che nel contesto di dove è usato mi appare non del tutto calzante - potrebbe essere benissimo, tuttavia, una mia personale preferenza) e una frase costruita in modo particolare ("Persino i pensieri controllate con le vostre macchine del cazzo", dove avrei visto meglio "Controllate persino i pensieri con le vostre macchine del cazzo"; se c'è un preciso intento in questa scelta non l'ho compresa).
Relativamente alla trama in sé, mi pare di intendere che dopo ogni sessione di tortura la memoria della vittima viene cancellata (o meglio, è ciò che intendo da "«Pulizia memoria e riciclo» ordina l’Inquisitore."). Qual è, dunque, lo scopo della tortura ripetitiva? Mi sembrerebbe che ai fini dichiarati dell'inquisitore (rieducare un ribelle) il ricordo continuo del dolore subito sarebbe uno strumento utile, e un "tormento infernale" ben peggiore.
In generale è scritto benissimo, ma il mio non comprendere alcuni passaggi me ne ha limitato l'apprezzamento.
Rispondo senza troppo pensare, con i ricordi della sessione di scrittura ancora vivi. Testolina è un termine voluto, che dovrebbe introdurre un certo paternalismo nel ruolo dell'inquisitore, ma anche, insieme a tutto il resto, un distacco verso una classe di persone che non sono davvero tali. Eh, be', uno ci prova, poi non sempre passa.
La frase dal costrutto strano... mi capita spesso di ricevere questa osservazione, anche dagli editor. Io lo faccio spesso. Qui manca anche una virgola, non ricordo se ero a corto e ho fatto il furbetto o meno. Non so, a me piace: Controllate persino i pensieri, con le vostre macchine del cazzo. Se trovi robe così, sono io :-)
Il discorso del finale... non so, a me pare chiaro cosa succede. L'uomo viene "ucciso", o almeno viene uccisa la sua memoria, "resuscitato" e rispedito a svolgere il suo ruolo stabilito. Un posto dove neanche la morte ti rende libero come lo vuoi chiamare se non inferno?
- Andrea Partiti
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Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Ciao!
Gli inferni ciclici sono andati di moda in questa edizione.
Io non l'ho interpretato come un cancellare la memoria durante la tortura, mi sembrava evidente dal racconto che la tortura fosse solo rituale o comunque approssimativa, e lo scopo fosse di resettare il prima possibile la memoria per rimandare al lavoro il soggetto.
Certo, se è una pratica abituale per ripulire e reimmettere in società le persone, mi aspetterei che il protagonista la elencasse nei peccati che imputa al regime insieme allo sfruttamente e al controllo. Che le persone spariscano senza spiegazione (perché vengono rilocate in luoghi lontani) o che tornino dopo un lavaggio del cervello, confuse (ma in quel caso mi aspetterei che sapesse cosa sta per arrivare).
I costrutti strani non mi dispiacciono.
"Persino i pensieri controllate con le vostre macchine del cazzo" lo vedo come un modo per mettere in evidenza il "Persino". Per sottolineare che controllano tutto e arrivano anche ai pensieri nella loro ossessione. Nell'altro verso, "Controllate persino i pensieri con le vostre macchine del cazzo" non sento quell'idea sottolineata, sembra quasi una frase di ammirazione, non di sdegno.
Gli inferni ciclici sono andati di moda in questa edizione.
Io non l'ho interpretato come un cancellare la memoria durante la tortura, mi sembrava evidente dal racconto che la tortura fosse solo rituale o comunque approssimativa, e lo scopo fosse di resettare il prima possibile la memoria per rimandare al lavoro il soggetto.
Certo, se è una pratica abituale per ripulire e reimmettere in società le persone, mi aspetterei che il protagonista la elencasse nei peccati che imputa al regime insieme allo sfruttamente e al controllo. Che le persone spariscano senza spiegazione (perché vengono rilocate in luoghi lontani) o che tornino dopo un lavaggio del cervello, confuse (ma in quel caso mi aspetterei che sapesse cosa sta per arrivare).
I costrutti strani non mi dispiacciono.
"Persino i pensieri controllate con le vostre macchine del cazzo" lo vedo come un modo per mettere in evidenza il "Persino". Per sottolineare che controllano tutto e arrivano anche ai pensieri nella loro ossessione. Nell'altro verso, "Controllate persino i pensieri con le vostre macchine del cazzo" non sento quell'idea sottolineata, sembra quasi una frase di ammirazione, non di sdegno.
Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Racconto che si fa leggere con piacere, ma che non riesco a valutare con il massimo della valutazione. Un po' perché la società che impone e controlla è un vero e proprio cliché (quindi manca di quell'originalità che farebbe esclamare WOW) e un po' perché alcune scelte nei termini non mi hanno convinto (dalla TESTOLINA alla scelta di chiamare il protagonista come INQUISITORE, che mi è parsa forzata nel contesto). Buono, sia chiaro, ma non eccellente.
Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, l’ho riletto qualche volta per capirne appieno la storia. Trovo che sia ben scritta e l’idea funziona alla grande. Bravo!
Mi chiedo, e se il tipo non fosse lì per la prima volta? Il cervello potrebbe non cancellarsi del tutto, potrebbe rimanere il seme della dissidenza che lo costringerebbe a vivere questa esperienza continuamente.
Mi chiedo, e se il tipo non fosse lì per la prima volta? Il cervello potrebbe non cancellarsi del tutto, potrebbe rimanere il seme della dissidenza che lo costringerebbe a vivere questa esperienza continuamente.
- roberto.masini
- Messaggi: 408
Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Bel racconto di fantascienza: mi ha ricordato quelli di Dick. Qui però non si ricorda tutto come nel film Atto di forza, tratto da un suo racconto: qui non si ricorda più niente. E allora dove sta l'inferno? L'inferno, anche terreno, è sofferenza infinita. Per parafrasare Leopardi: "l'ignoranza del male produce addirittura felicità". Un ben strano inferno in cui la vittima non solo non ricorda ma non ricorderà mai nulla della sua sofferenza. Solo il lettore, forse! Secondo me il tema del contest non è stato perfettamente centrato.
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Bentornato all'Inferno - Mario Pacchiarotti
Ho apprezzato molto questo racconto dove l’inferno non è altro che una società spietata in cui chi si oppone alla linea di governo viene arrestato e la sua mente cancellata per ricominciare una nuova “sessione” di vita.
Una vita che si ripete, sempre uguale, in cui si lavora per ricevere il minimo per sopravvivere, in cui non si può decidere nulla, neanche con chi fare figli, e in cui vengono controllati persino i pensieri.
E anche se il poveraccio di turno non ha memoria della vita precedente, l’assenza di speranza e di affrancamento, rende bene il concetto di inferno.
Scritto bene, non ho appunti da fare.
Una vita che si ripete, sempre uguale, in cui si lavora per ricevere il minimo per sopravvivere, in cui non si può decidere nulla, neanche con chi fare figli, e in cui vengono controllati persino i pensieri.
E anche se il poveraccio di turno non ha memoria della vita precedente, l’assenza di speranza e di affrancamento, rende bene il concetto di inferno.
Scritto bene, non ho appunti da fare.
Maria Rosaria
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