Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
- maria rosaria
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Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
TONIO DELLA TRINCEA - di M.R. Del Ciello
Io a casa non ci volevo tornare.
Sì, lo so, ci stavo marcendo in quel budello di terra. E la morte sembrava sbavarmi dietro, mi tallonava, brutta bastarda. Perciò ogni giorno che passava mi sentivo come se la terra volesse inghiottirmi e come fango cercava di spingermi sempre più giù.
Sapevo che presto sarei stato cadavere puzzolente, cibo per i vermi, e non avrei più disturbato né i miei compagni né i miei compaesani.
L’odore di polveri misto a quello di terriccio e cadaveri ancora lo sento nelle narici.
Ho visto compagni infierire da soli sulle proprie carni e creare così una scusa per tornare a casa. Un mio amico ha provato a scappare. Quelli del reggimento, però, una volta beccato, l’hanno fucilato e ci hanno messi in fila a guardare perché non ci venisse in mente anche a noi di disertare.
Eppure, nonostante tutto, non volevo tornarci a casa.
Perché lì, nella trincea, ero Tonio. Scemo sì, ma che sapeva sparare. Accidenti se lo sapevo fare! Cecchino, mi chiamavano. Non me ne sfuggiva uno di quei puntini che vedevo lontano, oltre il filo spinato.
Forse per questo mi piaceva stare in quell’inferno, il posto più lontano dalla vita che sia possibile immaginare eppure l’unico luogo che mi facesse sentire veramente vivo.
Ora che son tornato, qui, mi hanno fatto una festa. Hanno pure messo uno striscione all’ingresso del paese con su scritto “Welcome”.
Sono tornato. Sono Tonio, lo scemo di sempre.
Anzi, adesso sono lo scemo di guerra.
Io a casa non ci volevo tornare.
Sì, lo so, ci stavo marcendo in quel budello di terra. E la morte sembrava sbavarmi dietro, mi tallonava, brutta bastarda. Perciò ogni giorno che passava mi sentivo come se la terra volesse inghiottirmi e come fango cercava di spingermi sempre più giù.
Sapevo che presto sarei stato cadavere puzzolente, cibo per i vermi, e non avrei più disturbato né i miei compagni né i miei compaesani.
L’odore di polveri misto a quello di terriccio e cadaveri ancora lo sento nelle narici.
Ho visto compagni infierire da soli sulle proprie carni e creare così una scusa per tornare a casa. Un mio amico ha provato a scappare. Quelli del reggimento, però, una volta beccato, l’hanno fucilato e ci hanno messi in fila a guardare perché non ci venisse in mente anche a noi di disertare.
Eppure, nonostante tutto, non volevo tornarci a casa.
Perché lì, nella trincea, ero Tonio. Scemo sì, ma che sapeva sparare. Accidenti se lo sapevo fare! Cecchino, mi chiamavano. Non me ne sfuggiva uno di quei puntini che vedevo lontano, oltre il filo spinato.
Forse per questo mi piaceva stare in quell’inferno, il posto più lontano dalla vita che sia possibile immaginare eppure l’unico luogo che mi facesse sentire veramente vivo.
Ora che son tornato, qui, mi hanno fatto una festa. Hanno pure messo uno striscione all’ingresso del paese con su scritto “Welcome”.
Sono tornato. Sono Tonio, lo scemo di sempre.
Anzi, adesso sono lo scemo di guerra.
Maria Rosaria
Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Tutto ok con i parametri, buona Edizione, Maria Rosaria!
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Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
TONIO DELLA TRINCEA DI M.R. DEL CIELLO racconto paradossale. Il benvenuto all’inferno qui lo è davvero, per Tonio, cecchino nel carnaio della prima guerra mondiale e ben contento di esserlo (diserzioni e stragi a parte, lui sente rispetto e cameratismo nei compagni di sventura: non lo considerano scemo, come invece lo hanno sempre considerato al paese, prima della guerra, la sua vera vita è nella trincea). Tonio si sente morire quando la guerra finisce e torna al paese, sapendo di essere considerato uno “scemo di guerra” (ecco una variazione del tema “benvenuto all’inferno”…il vero inferno per Tonio è la vita borghese). Ottima storia.
- Massimo Tivoli
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Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Anche questo racconto mi è piaciuto parecchio. Mi piace molto lo stile e il modo immediato e cinico con cui è scritto, che va a braccetto con Tonio, il protagonista. È un gran bel personaggio che, nonostante le poche battute, rimane impresso proprio per quell’elemento distonico che lo rende fuori dall'ordinario e che è il fulcro centrale della storia. Tonio, lo scemo, ma che sa sparare come nessun altro sappia fare, e che gli piace pure. Il ritorno all’inferno qui va interpretato dal PdV di Tonio e, nel farlo, il lettore ne sente tutto l’effetto. Ottima trovata. Come detto già per un altro racconto del gruppo, per racconti così brevi, l’idea e l’effetto sono determinanti. E qui ci sono entrambi, più uno stile che personalmente mi piace un sacco.
- diego.martelli
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Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Il riscatto di un disagiato, di un emarginato, che passa attraverso l'orgoglio del sapere uccidere molto bene e l'appartenenza a un luogo di morte e orrore; e il rammarico di doversi allontanare da tale orrore per tornare a essere "lo scemo del paese". Mi è piaciuto moltissimo! Personalmente avrei calcato la mano anche di più su Tonio, rendendolo ancora più disadattato in qualche modo esplicito (che so, usando il registro e la composizione delle frasi per lasciare intendere che soffre di ritardi mentali o di qualche altra grave patologia che lo rendono, lontano dalla trincea in cui si distingue come cecchino, un paria): rileggendo noto che non v'è moltissimo nel testo per capire perché egli sarebbe "lo scemo", rendendo semmai il testo più vicino al tema della cosiddetta "banalità del male". Un appunto su una scelta: il nome Tonio, la trincea, il concetto di cecchino, mi fanno pensare a un racconto ambientato sul fronte Austriaco durante la Prima Guerra Mondiale, ma la cosa male si accorda con la scritta che Tonio trova tornando dal fronte, "Welcome" (difficilmente avrebbero scritto in inglese - oppure semplicemente non ho compreso l'intento dell'autore).
Malgrado ciò, come detto, mi è piaciuto parecchio.
Malgrado ciò, come detto, mi è piaciuto parecchio.
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Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Ciao,
Bella l'idea di un doppio inferno, uno apparente (la guerra), ma in cui il protagonista si sente realizzato e uno più infido, il paese dove tutti lo considerano lo scemo del villaggio.
Ho come unico appunto quello già sollevato da Emiliano, la scritta "Welcome" in inglese con cui viene accolto Tonio al suo ritorno. A parte che, da come lo descrivi e supponendo che l'ambientazione sia la prima guerra mondiale, non sono nemmeno convinta che sia verosimile che Tonio sappia leggere, ma di sicuro un "Benvenuto" in italiano sarebbe stato più naturale.
A parte questo dettaglio, un racconto veramente bello.
Bella l'idea di un doppio inferno, uno apparente (la guerra), ma in cui il protagonista si sente realizzato e uno più infido, il paese dove tutti lo considerano lo scemo del villaggio.
Ho come unico appunto quello già sollevato da Emiliano, la scritta "Welcome" in inglese con cui viene accolto Tonio al suo ritorno. A parte che, da come lo descrivi e supponendo che l'ambientazione sia la prima guerra mondiale, non sono nemmeno convinta che sia verosimile che Tonio sappia leggere, ma di sicuro un "Benvenuto" in italiano sarebbe stato più naturale.
A parte questo dettaglio, un racconto veramente bello.
- Andrea Partiti
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Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Mi piace molto il tuo racconto, è incisivo, prende subito con una buona idea e un ritmo fantastico. Pensi che l'inferno sia la guerra e subito ti toglie il tappeto da sotto ai piedi facendoti barcollare e facendoci vedere questo mondo distorto di Tonio in cui la normalità ha dei confini molto sfocati.
Non cambierei nulla, forse quel welcome, perché chiamandolo Tonio me lo immaginavo proveniente da un paesino del nord Italia, dove l'inglese durante la (prima?) guerra mondiale non era ancora di casa.
Decisamente il mio racconto preferito dell'edizione!
Non cambierei nulla, forse quel welcome, perché chiamandolo Tonio me lo immaginavo proveniente da un paesino del nord Italia, dove l'inglese durante la (prima?) guerra mondiale non era ancora di casa.
Decisamente il mio racconto preferito dell'edizione!
- Emiliano Maramonte
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Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Scritto molto bene, si legge con piacere dall'inizio alla fine.
Il racconto è uno scorcio abbastanza inquietante sulla guerra. Potrebbe essere qualsiasi guerra. Ma ciò che colpisce è il contrasto tra gli orrori della guerra e il compiacimento di Tonio nelle uccisioni, tramite le quali si sente vivo e può "elevarsi" a una condizione personale migliore rispetto a quella di scemo del paese. Un doppio inferno, quindi, che però nasconde una scintilla di riscatto, seppure terrificante nel suo contesto.
Se proprio devo trovare un pelino nel proverbiale uovo, tutta la vicenda sa di già sentito, di già letto. E' stato scritto tantissimo sulla vita in trincea e sugli orrori personali della guerra, quindi, meriti di questo specifico racconto a parte, la storia non dice nulla di nuovo. E' un po' come fare un altro film sul Vietnam...
Comunque, ottima prova.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Il racconto è uno scorcio abbastanza inquietante sulla guerra. Potrebbe essere qualsiasi guerra. Ma ciò che colpisce è il contrasto tra gli orrori della guerra e il compiacimento di Tonio nelle uccisioni, tramite le quali si sente vivo e può "elevarsi" a una condizione personale migliore rispetto a quella di scemo del paese. Un doppio inferno, quindi, che però nasconde una scintilla di riscatto, seppure terrificante nel suo contesto.
Se proprio devo trovare un pelino nel proverbiale uovo, tutta la vicenda sa di già sentito, di già letto. E' stato scritto tantissimo sulla vita in trincea e sugli orrori personali della guerra, quindi, meriti di questo specifico racconto a parte, la storia non dice nulla di nuovo. E' un po' come fare un altro film sul Vietnam...
Comunque, ottima prova.
In bocca al lupo!
Emiliano.
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Grazie a tutti dei commenti.
Sì, in effetti quel welcome può sembrare stonato, se facciamo riferimento alla prima guerra mondiale, ma nella foga e nella fretta della scrittura non mi è proprio passato per la mente. Ho pensato a una guerra qualunque, a un cecchino che trova la sua realizzazione in guerra, mentre a casa è considerato solo un mezzo scemo.
Per quanto riguarda il tema un po' scontato, che non dice nulla di nuovo, anche questo ci sta. In poco tempo non mi è venuta un'idea più originale.
Sì, in effetti quel welcome può sembrare stonato, se facciamo riferimento alla prima guerra mondiale, ma nella foga e nella fretta della scrittura non mi è proprio passato per la mente. Ho pensato a una guerra qualunque, a un cecchino che trova la sua realizzazione in guerra, mentre a casa è considerato solo un mezzo scemo.
Per quanto riguarda il tema un po' scontato, che non dice nulla di nuovo, anche questo ci sta. In poco tempo non mi è venuta un'idea più originale.
Maria Rosaria
Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Molto efficace questo racconto, è chiaro, diretto. Bella la contrapposizione tra il protagonista e i compagni soldati che cercano di fuggire da una situazione che lui trova congeniale. Mostra la guerra in uno scenario diverso da quello che di solito viene raccontato e che ho trovato molto umano. In più, quello che per tutti era un inferno per Tonio era la riscossa di una vita. Bravissima!
Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Idea assolutamente vincente, questa. Titolo azzeccatissimo. Confezione, insomma, perfetta. Lo svolgimento è buono, ma meno brillante del resto, penso che una revisione potrebbe renderlo decisamente più "accordato" al protagonista e al tutto in generale. Rimane un pezzo più che buono, sia chiaro, ma, a mio parere, con ancora netti margini di miglioramento.
- roberto.masini
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Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Se, come diceva Platone, il male è il non essere qui invece abbiamo il protagonista che è pienamente in una situazione oggettiva in cui il male(la guerra) impera. In quella trincea Tonio si sente realizzato: è il cecchino infallibile. Il ritorno alla vita borghese (in borghese!)è il suo inferno, la sua completa depersonalizzazione, in una situazione oggettiva dove il bene (la pace) ha, per lo meno momentaneamente, trionfato. Un classico esempio di relativismo culturale ed etico.
Re: Tonio della trincea - di M.R. Del Ciello
Come sempre, oltre alla buona scrittura, nei tuoi racconti c'è sempre cuore. E in questo caso un'idea davvero interessante. In trincea abbiamo questo ragazzo, un po' sciorno, come dicono al mio paese per identificare una persona che non è proprio stupida ma comunque un po' strana, lenta, tarda a capire. Un mattarello buono. Ma lì gli chiedono di fare una cosa per lui semplice, mirare e sparare. E lui lo fa bene.
Talmente bene che nonostante l'orrore, i disagi e la paura, tornare a casa non è poi così desiderabile.
Un dramma importante per un piccolo uomo, quello di avere una dignità, una forma di rispetto, che tornando a casa inevitabilmente perde. Bello.
Talmente bene che nonostante l'orrore, i disagi e la paura, tornare a casa non è poi così desiderabile.
Un dramma importante per un piccolo uomo, quello di avere una dignità, una forma di rispetto, che tornando a casa inevitabilmente perde. Bello.
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