"Sinistri" di Adriano Muzzi
"Sinistri" di Adriano Muzzi
“Hai capito quanto ci guadagniamo con questa cosa?”
“Una cifra.”
“Ciccio mio, non dovrai più lavorare per il resto della tua vita!”
“Amico mio, io non ho mai lavorato e mai lo farò. E così faranno i miei figli e i mie nipoti.”
“Io invece voglio passare qualche anno su uno yacht enorme come una portaerei. Mi sembra ancora un sogno.”
Lo farà qualcun altro. Come l’ho visto io, del resto… E dai! Non sono pagato abbastanza per rischiare e mettermi contro certi poteri; si è sempre fatto così, è normale in questo paese di ladri. Oh ragazzi, siamo in Italia, mica in Svizzera. Se è andata bene fino ad adesso continuerà a farlo. Ok, firmo e me ne vado a casa a riposare; e che mi pagano gli straordinari? E quando mai! Cascasse il cielo.
È come quando si sogna di cadere: un brivido ti percorre l’inguine mentre ti manca il terreno sotto il corpo. Ma questo è un incubo? Io mi ricordo che stavo con le mani strette sul volante; quel tratto mi ha fatto sempre paura. Ricordo i tergicristalli che sfrigolavano sul vetro appannato. Lisa che mi parlava della collega isterica e io ridevo come uno scemo…
Adesso è tutto buio. Sento un peso enorme sul petto. Mi manca l’aria, cavolo. Aiuto! Lisa! Lisa mi senti almeno tu? Ma cosa è successo, dove siamo? Oddio, mi sto riaddormentando; no, non devo farlo, lo so.
Rifaccio il punto della situazione: stavo percorrendo quel ponte, sotto la pioggia e i fulmini, poi… poi tutto è svanito, così, senza nessun preavviso. E adesso c’è solo il buio. E ho di nuovo sonno.
“Una cifra.”
“Ciccio mio, non dovrai più lavorare per il resto della tua vita!”
“Amico mio, io non ho mai lavorato e mai lo farò. E così faranno i miei figli e i mie nipoti.”
“Io invece voglio passare qualche anno su uno yacht enorme come una portaerei. Mi sembra ancora un sogno.”
Lo farà qualcun altro. Come l’ho visto io, del resto… E dai! Non sono pagato abbastanza per rischiare e mettermi contro certi poteri; si è sempre fatto così, è normale in questo paese di ladri. Oh ragazzi, siamo in Italia, mica in Svizzera. Se è andata bene fino ad adesso continuerà a farlo. Ok, firmo e me ne vado a casa a riposare; e che mi pagano gli straordinari? E quando mai! Cascasse il cielo.
È come quando si sogna di cadere: un brivido ti percorre l’inguine mentre ti manca il terreno sotto il corpo. Ma questo è un incubo? Io mi ricordo che stavo con le mani strette sul volante; quel tratto mi ha fatto sempre paura. Ricordo i tergicristalli che sfrigolavano sul vetro appannato. Lisa che mi parlava della collega isterica e io ridevo come uno scemo…
Adesso è tutto buio. Sento un peso enorme sul petto. Mi manca l’aria, cavolo. Aiuto! Lisa! Lisa mi senti almeno tu? Ma cosa è successo, dove siamo? Oddio, mi sto riaddormentando; no, non devo farlo, lo so.
Rifaccio il punto della situazione: stavo percorrendo quel ponte, sotto la pioggia e i fulmini, poi… poi tutto è svanito, così, senza nessun preavviso. E adesso c’è solo il buio. E ho di nuovo sonno.
Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
Ciao Adriano! Tutto a posto con i parametri, buona Edizione anche a te!
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Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
SINISTRI di Adriano Muzzi Il benvenuto all’inferno del tuo racconto è nel dialogo fra i due scafati organizzatori di incidenti stradali a bella posta (cosa non si fa pur di non lavorare e fare la bella vita) contrapposto al protagonista finito sotto terra dopo l’incidente causato da loro (io la vedo così), il cui inferno è la coscienza post-mortem, rimasta intatta (si ricorda della donna amata, Lisa, e dei problemi di lei con una collega di lavoro, del brutto tratto di strada, del ponte, della pioggia). La trovo una storia indovinata.
- Massimo Tivoli
- Messaggi: 396
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Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
Altro bel racconto che fa riferimento ai recenti fatti di cronaca. L’inferno non è poi così lontano. Ci si vive dentro, tra i loschi interessi di chi manovra determinati fili (vedi dialoghi introduttivi), tra chi si arrabatta quotidianamente per campare, e magari rimane pure vittima di una tragedia annunciata. Insomma, non c’è speranza. L’inferno è già qui.
- diego.martelli
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Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
Ci sono quattro personaggi identificabili: una coppia di individui avidi, uno sfaticato menefreghista, e un poveraccio che rimane ucciso in un incidente stradale. Penso che forse si poteva legare in modo più chiaro ed esplicito i protagonisti e le loro vicende: si arriva a intuire l'intreccio solamente dando per scontato che l'incidente mortale sia stato causato dall'avidità dei primi e dalla sciatteria del terzo, ma in realtà non è mostrato, spiegato nulla della relazione fra di essi: potrebbero benissimo essere tre vicende del tutto scollegate.
Nessun problema in merito a ritmo, stesura e registro, e anche l'aderenza al tema mi pare sia stata sostanzialmente centrata.
Nessun problema in merito a ritmo, stesura e registro, e anche l'aderenza al tema mi pare sia stata sostanzialmente centrata.
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- Messaggi: 560
Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
Credo che l'unico problema del tuo racconto sia il fatto che si fa un po' difficoltà a mettere insieme i pezzi.
Ti dico la prima soluzione che viene in mente a me per rimediare: si poteva, per esempio, nominare un generico "ponte" in ognuno dei tre spezzoni, creando un po' più di filo conduttore (es: "Hai capito quanto ci guadagnamo con il ponte?", "Se il ponte è andato bene fin'ora...", "quel ponte mi ha sempre fatto paura"). Ovviamente, di sicuro c'erano tante altre soluzioni possibili.
A parte questo, una volta messi insieme i pezzi il racconto ha davvero un impatto forte. Forse l'ultimo spezzone occupa un po' troppo spazio rispetto agli altri, ma poca roba. Bella anche la riflessione che suggerisci: l'inferno è già qui, ed è fatto di avidità e menefreghismo.
Credo che l'unico problema del tuo racconto sia il fatto che si fa un po' difficoltà a mettere insieme i pezzi.
Ti dico la prima soluzione che viene in mente a me per rimediare: si poteva, per esempio, nominare un generico "ponte" in ognuno dei tre spezzoni, creando un po' più di filo conduttore (es: "Hai capito quanto ci guadagnamo con il ponte?", "Se il ponte è andato bene fin'ora...", "quel ponte mi ha sempre fatto paura"). Ovviamente, di sicuro c'erano tante altre soluzioni possibili.
A parte questo, una volta messi insieme i pezzi il racconto ha davvero un impatto forte. Forse l'ultimo spezzone occupa un po' troppo spazio rispetto agli altri, ma poca roba. Bella anche la riflessione che suggerisci: l'inferno è già qui, ed è fatto di avidità e menefreghismo.
Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
Ecco, questa è davvero una prima stesura. Mancano alcuni raccordi per aiutare il lettore a contestualizzare e indirizzare i propri pensieri. Personalmente, ho fatto fatica a "entrarci" proprio perché non trovavo raccordi tra la prima e la seconda parte e questo è un problemone quando si tratta di testi così brevi. Poco male, c'è da sistemarlo, ma la struttura già c'è.
Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
In così poche battute sei riuscito a far vivere tre situazioni diverse, i primi tirano i fili, i secondi non si oppongono e i terzi subiscono, in effetti dai una buona interpretazione di un inferno in terra e anche della desolazione che vive la vittima caduta dal ponte prima di riaddormentarsi. Complimenti!
- roberto.masini
- Messaggi: 408
Re: "Sinistri" di Adriano Muzzi
Sono stato condizionato da tutto ciò che è successo in Italia con il crollo del ponte Morandi. Perciò mi è sembrata la tua una facile scorciatoia che non può che attirare l'attenzione del lettore. Scontato. Detto questo nulla da dire sullo stile. Aggiungo che certo la brevità del tempo a disposizione è stata certamente la causa vincolante ma lo è stata per tutti.
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