Fratelli
Moderatore: Laboratorio
- AndreaCrevola
- Messaggi: 215
Fratelli
Sarà la solita bravata per far colpo su Ida. È colpa mia se a quella piacciono gli spericolati? Michele mi sbatacchia il braccio, come a suggerire le conseguenze di un rifiuto. Addolcisce la minaccia con un occhiolino. «Fratello, andrà bene. Siamo i Robin Hood dei nostri tempi. Ti pare giusto che le abbia solo chi se le può permettere? Saremo eroi.»
«Ma, Michi, per forza noi?»
Michele appallottola il sacco dell’indifferenziata, lo ficca dentro lo zaino. «Mettila così: fra una settimana è il 20 gennaio. Non c’è miglior regalo per la mamma.»
Sospiro, impotente. «Come lo distraggo?»
«Inventa. Tieniti la pancia, rotolati per terra. Più sta nel negozio, meglio è.»
Il ronzio di un motore ci fa capire che il momento è giunto. Michele sgattaiola nella viuzza dietro al bar-edicola.
Entro, annunciato dallo scampanellio della tenda. Saluto la mamma di Max, al bancone, e prendo il giornale da un tavolino. Col naso tra le pagine sportive, sento sbattere una portiera.
L’autista scosta la tenda e ordina un corretto grappa. Nell’attesa, rotea il portachiavi sull’indice e rimira il frigo delle bibite.
Il sole entra in spaccata dalla vetrina, accecante, come aveva predetto Michele. Rimetto a posto il quotidiano e, curiosando gli scaffali, mi piazzo tra la porta e l’autista. Per essere pronto.
L’uomo appoggia la tazzina e mi passa a fianco. Non so se sia peggio che ci scoprano o che Michele mi dia una ripassata. Dovrei uscire in piazzetta per primo, così che mio fratello abbia un minimo vantaggio. L’uomo però ha già un piede oltre la soglia quando la mia contromossa ha preso forma.
Esco. Il trasportatore è già al volante. Michele non è sul pianale, almeno.
L’autocarro riprende la strada.
Michele sventola una mano da dietro la catasta del cartone. Protegge la refurtiva tra le gambe. Mentre mettiamo il cubo nel sacco nero, il timore d’essere beccati si trasforma in un’adrenalina isterica.
Michele carica in spalla il fagotto. Camminiamo trafelati e sospettosi fino a casa. Passiamo lo steccato e portiamo il sacco sul retro, in mezzo al frutteto.
Prima ancora che io riprenda fiato, Michele strappa il telo di plastica nera. Apre il coperchio ed estrae uno dei pannelli dalla scatola. È ricoperto da un magma ribollente, di vita e di speranza. Il suono è così basso e intenso da sembrare una dea che si schiarisce la voce. «A te l’onore», me lo porge. «Avanti, vai a scuoterlo vicino ai fiori.»
Prendo il pannello. «Non è che faccio loro del male?»
«Tranquillo, hanno soltanto bisogno di una leggera spinta.»
Cammino verso il primo filare di piante. Sbandiero il pannello come se volessi ravvivare un fuoco. Il ronzio degli insetti si annacqua nell’aria, permea ogni cosa. Michele ondeggia le mani come un mago che orienta un incantesimo. Saltiamo, ridiamo, balliamo, cantiamo. Michele prende dal portafoglio la foto di nostra madre. La orienta verso le api che affollano le corolle dei fiori sugli alberi. Michele grida, a lei e al cielo intero, «Auguri mamma, le tue mele torneranno presto!»
«Ma, Michi, per forza noi?»
Michele appallottola il sacco dell’indifferenziata, lo ficca dentro lo zaino. «Mettila così: fra una settimana è il 20 gennaio. Non c’è miglior regalo per la mamma.»
Sospiro, impotente. «Come lo distraggo?»
«Inventa. Tieniti la pancia, rotolati per terra. Più sta nel negozio, meglio è.»
Il ronzio di un motore ci fa capire che il momento è giunto. Michele sgattaiola nella viuzza dietro al bar-edicola.
Entro, annunciato dallo scampanellio della tenda. Saluto la mamma di Max, al bancone, e prendo il giornale da un tavolino. Col naso tra le pagine sportive, sento sbattere una portiera.
L’autista scosta la tenda e ordina un corretto grappa. Nell’attesa, rotea il portachiavi sull’indice e rimira il frigo delle bibite.
Il sole entra in spaccata dalla vetrina, accecante, come aveva predetto Michele. Rimetto a posto il quotidiano e, curiosando gli scaffali, mi piazzo tra la porta e l’autista. Per essere pronto.
L’uomo appoggia la tazzina e mi passa a fianco. Non so se sia peggio che ci scoprano o che Michele mi dia una ripassata. Dovrei uscire in piazzetta per primo, così che mio fratello abbia un minimo vantaggio. L’uomo però ha già un piede oltre la soglia quando la mia contromossa ha preso forma.
Esco. Il trasportatore è già al volante. Michele non è sul pianale, almeno.
L’autocarro riprende la strada.
Michele sventola una mano da dietro la catasta del cartone. Protegge la refurtiva tra le gambe. Mentre mettiamo il cubo nel sacco nero, il timore d’essere beccati si trasforma in un’adrenalina isterica.
Michele carica in spalla il fagotto. Camminiamo trafelati e sospettosi fino a casa. Passiamo lo steccato e portiamo il sacco sul retro, in mezzo al frutteto.
Prima ancora che io riprenda fiato, Michele strappa il telo di plastica nera. Apre il coperchio ed estrae uno dei pannelli dalla scatola. È ricoperto da un magma ribollente, di vita e di speranza. Il suono è così basso e intenso da sembrare una dea che si schiarisce la voce. «A te l’onore», me lo porge. «Avanti, vai a scuoterlo vicino ai fiori.»
Prendo il pannello. «Non è che faccio loro del male?»
«Tranquillo, hanno soltanto bisogno di una leggera spinta.»
Cammino verso il primo filare di piante. Sbandiero il pannello come se volessi ravvivare un fuoco. Il ronzio degli insetti si annacqua nell’aria, permea ogni cosa. Michele ondeggia le mani come un mago che orienta un incantesimo. Saltiamo, ridiamo, balliamo, cantiamo. Michele prende dal portafoglio la foto di nostra madre. La orienta verso le api che affollano le corolle dei fiori sugli alberi. Michele grida, a lei e al cielo intero, «Auguri mamma, le tue mele torneranno presto!»
Re: Fratelli
AndreaCrevola ha scritto:Sarà la solita bravata per far colpo su Ida. È colpa mia se a quella piacciono gli spericolati? Michele mi sbatacchia il braccio, come a suggerire le conseguenze di un rifiuto. Addolcisce la minaccia con un occhiolino. «Fratello, andrà bene. Siamo i Robin Hood dei nostri tempi. Ti pare giusto che le abbia solo chi se le può permettere? Saremo eroi.»
«Ma, Michi, per forza noi?»
Michele appallottola il sacco dell’indifferenziata, lo ficca dentro lo zaino. «Mettila così: fra una settimana è il 20 gennaio. Non c’è miglior regalo per la mamma.»
Sospiro, impotente. «Come lo distraggo?»
«Inventa. Tieniti la pancia, rotolati per terra. Più sta nel negozio, meglio è.»
Il ronzio di un motore ci fa capire che il momento è giunto. Michele sgattaiola nella viuzza dietro al bar-edicola.
Entro, annunciato dallo scampanellio della tenda. Saluto la mamma di Max, al bancone, e prendo il giornale da un tavolino. Col naso tra le pagine sportive, sento sbattere una portiera.
L’autista scosta la tenda e ordina un corretto grappa. Nell’attesa, rotea il portachiavi sull’indice e rimira il frigo delle bibite.
Il sole entra in spaccata dalla vetrina, accecante, come aveva predetto Michele. Rimetto a posto il quotidiano e, curiosando gli scaffali, mi piazzo tra la porta e l’autista. Per essere pronto.
L’uomo appoggia la tazzina e mi passa a fianco. Non so se sia peggio che ci scoprano o che Michele mi dia una ripassata. Dovrei uscire in piazzetta per primo, così che mio fratello abbia un minimo vantaggio. L’uomo però ha già un piede oltre la soglia quando la mia contromossa ha preso forma.
Esco. Il trasportatore è già al volante. Michele non è sul pianale, almeno.
L’autocarro riprende la strada.
Michele sventola una mano da dietro la catasta del cartone. Protegge la refurtiva tra le gambe. Mentre mettiamo il cubo nel sacco nero, il timore d’essere beccati si trasforma in un’adrenalina isterica.
Michele carica in spalla il fagotto. Camminiamo trafelati e sospettosi fino a casa. Passiamo lo steccato e portiamo il sacco sul retro, in mezzo al frutteto.
Prima ancora che io riprenda fiato, Michele strappa il telo di plastica nera. Apre il coperchio ed estrae uno dei pannelli dalla scatola. È ricoperto da un magma ribollente, di vita e di speranza. Il suono è così basso e intenso da sembrare una dea che si schiarisce la voce. «A te l’onore», me lo porge. «Avanti, vai a scuoterlo vicino ai fiori.»
Prendo il pannello. «Non è che faccio loro del male?»
«Tranquillo, hanno soltanto bisogno di una leggera spinta.»
Cammino verso il primo filare di piante. Sbandiero il pannello come se volessi ravvivare un fuoco. Il ronzio degli insetti si annacqua nell’aria, permea ogni cosa. Michele ondeggia le mani come un mago che orienta un incantesimo. Saltiamo, ridiamo, balliamo, cantiamo. Michele prende dal portafoglio la foto di nostra madre. La orienta verso le api che affollano le corolle dei fiori sugli alberi. Michele grida, a lei e al cielo intero, «Auguri mamma, le tue mele torneranno presto!»
- AndreaCrevola
- Messaggi: 215
Re: Fratelli
Ciao Numa,
non vedo il tuo commento ma solo una lunga citazione del mio racconto!
A presto!
non vedo il tuo commento ma solo una lunga citazione del mio racconto!
A presto!
Re: Fratelli
In realtà è la trascrizione completa del tuo racconto. Ho commentato il tuo racconto e l'ho anche spedito chissà dove. Ho seguito questa procedura: non sapendo dove scriverlo, ho cliccato sulla virgoletta in testa al racconto e sul pannello ho riportato per intero il tuo racconto, poi l'ho cancellato e sul pannello in bianco ho scritto il commento e l'ho inviato. Ho visto che al posto del commento è ricomparso solo il tuo racconto! Confesso la mie difficoltà a sbrigarmela oltre che come dattilografo anche con certi "procedure".
Non avrò grosse difficoltà a ricostruire il commento, ma non so dove postarlo senza sbagliare di nuovo. questo pannello "Risposta Rapida" va bene? Ciao
Non avrò grosse difficoltà a ricostruire il commento, ma non so dove postarlo senza sbagliare di nuovo. questo pannello "Risposta Rapida" va bene? Ciao
Re: Fratelli
La lettura del racconto è faticosa e la sua comprensione non è immediata. Ti evidenzio:
-la "bravata per far colpo su Ida ",
-l'interrogativo sulla colpevolezza della preferenza di Ida per gli spericolati,
-il riferimento a Robin Hood/eroi,
-l'esclamazione del fratello anonimo "Ma, Michi, per forza noi?",
posti all' inizio, sembrano far parte di un'altra storia, rispetto al resto del racconto, e il successivo "Mettila così: fra una settimana..." forse aumenta l'arruffio.
Se ti piace creare per il lettore percorsi di fantasia, i suoi particolari devono riversarsi nel racconto con coerenza ed efficacia, e, distribuiti con misura devono favorire l'attenzione di chi legge, non distrarla o diminuirla.
La debolezza del racconto, cioè l'inverosimile esito favorevole dell'impollinazione del frutteto ad opera dei due inesperti fratelli, può mutarsi in un punto di forza, lavorando con attenzione sull'ingenuità dei piccoli autori del furto e sulla loro fantasia di rivedere ripieni di frutti il loro meleto (forse trascurato dal padre), non tralasciando le insidie degli espedienti che i due orfanelli intendono utilizzare (furto, arnia, api). Mi va anche dirti che il tentativo infantile dell'impollinazione del meleto della mamma, intrapreso dai due fratelli, si presta pure a un'interpretazione freudiana, anche scherzosa.
Riscrivilo allora questo racconto, anche più volte, chiarendo-eliminando sempre quello che non ritieni convincente (es.: contromossa, pianale, adrenalina isterica, caricare in spalla il fagotto, ronzii vari...); con cura e impegno, al pari di quello che ti ha fatto scrivere l'ultima battuta tra i due fratelli, sicuramente buona. Vale la pena questa fatica, perché la storia c'è.
-la "bravata per far colpo su Ida ",
-l'interrogativo sulla colpevolezza della preferenza di Ida per gli spericolati,
-il riferimento a Robin Hood/eroi,
-l'esclamazione del fratello anonimo "Ma, Michi, per forza noi?",
posti all' inizio, sembrano far parte di un'altra storia, rispetto al resto del racconto, e il successivo "Mettila così: fra una settimana..." forse aumenta l'arruffio.
Se ti piace creare per il lettore percorsi di fantasia, i suoi particolari devono riversarsi nel racconto con coerenza ed efficacia, e, distribuiti con misura devono favorire l'attenzione di chi legge, non distrarla o diminuirla.
La debolezza del racconto, cioè l'inverosimile esito favorevole dell'impollinazione del frutteto ad opera dei due inesperti fratelli, può mutarsi in un punto di forza, lavorando con attenzione sull'ingenuità dei piccoli autori del furto e sulla loro fantasia di rivedere ripieni di frutti il loro meleto (forse trascurato dal padre), non tralasciando le insidie degli espedienti che i due orfanelli intendono utilizzare (furto, arnia, api). Mi va anche dirti che il tentativo infantile dell'impollinazione del meleto della mamma, intrapreso dai due fratelli, si presta pure a un'interpretazione freudiana, anche scherzosa.
Riscrivilo allora questo racconto, anche più volte, chiarendo-eliminando sempre quello che non ritieni convincente (es.: contromossa, pianale, adrenalina isterica, caricare in spalla il fagotto, ronzii vari...); con cura e impegno, al pari di quello che ti ha fatto scrivere l'ultima battuta tra i due fratelli, sicuramente buona. Vale la pena questa fatica, perché la storia c'è.
Re: Fratelli
Mannaggia. Scusa, il mio proposito è di essere sincero, in generale l'ambientazione mi è piaciuta parecchio, ma non ho proprio capito che cosa abbiano rubato i ragazzi.
-
- Messaggi: 22
Re: Fratelli
Come idea è carina, interessante l'effetto un po' colpo di scena che hai voluto ricreare. All'inizio avevo pensato che i due si accingessero a fare qualche bravata, invece alla fine è una giusta causa: bel messaggio di fondo. Anche tecnicamente l'ho trovato buono, l'immersione è resa bene e anche l'ambientazione. Non ho capito la frase "mi sbatacchia il braccio come a suggerire le conseguenze di un rifiuto", ma qui forse sono io che mi son persa qualcosa. In generale, le prime righe le ho trovate un po' troppo criptiche. Capisco che probabilmente era il tuo intento, volendo creare un effetto sorpresa finale, però rende il lettore un po' spaesato, almeno finché non comincia a contestualizzare. Ci vuole una seconda lettura per capire che i ragazzi hanno rubato dei telai da qualche arnia, la prima volta non l'avevo capito neanche io. Non so, il fatto che forse non tutti sanno come sia fatta un'arnia potrebbe dare qualche problema.
Punto di forza: Stile immersivo e mostrato
Punto debole: Troppo cripitico
Come migliorarlo: Forse puoi cercare delle parole che siano un pochino più calzanti per far individuare meglio il contesto di cui parli, senza però, ovviamente, essere esplicito.
Ti faccio i miei complimenti!
Punto di forza: Stile immersivo e mostrato
Punto debole: Troppo cripitico
Come migliorarlo: Forse puoi cercare delle parole che siano un pochino più calzanti per far individuare meglio il contesto di cui parli, senza però, ovviamente, essere esplicito.
Ti faccio i miei complimenti!
-
- Messaggi: 3144
Re: Fratelli
Storia molto ben scritta. Il lettore percepisce la tensione fra i due fratelli impegnati nel colpo. Lo fanno per la madre. Hanno rubato dei pannelli per far crescere le mele. Un regalo per la loro madre. E poi c’è Ida, la ragazza che ama gli spericolati. Si capisce che il protagonista ci tiene molto a lei. Per me, è un racconto da Vetrina.
Per favore, quando hai tempo, potresti commentare il mio racconto?
Per favore, quando hai tempo, potresti commentare il mio racconto?
- Il Dottore
- Messaggi: 516
Re: Fratelli
AndreaCrevola ha scritto:Fratelli
Ciao Andrea
E' da troppo tempo che non faccio le pulizie di primavera nel Laboratorio ed è arrivato il momento.
Questo racconto è fermo da tanto.
Se non mi dici niente entro domenica 9 febbraio sul suo destino, lo passo in archivio
Il Dottore
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!
Torna a “L'archivio (tutti i racconti passati dal Laboratorio)”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite