L'altra faccia della medaglia
-
- Messaggi: 2888
L'altra faccia della medaglia
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA
Di Alexandra Fischer
Alza gli occhi verso di me e vorrei tanto sprofondare nel pavimento della terrazza.
«Ora hai avuto quello che volevi.»
Tende le sue braccia verso di me ma io indietreggio.
«Milena, ora no.»
Ho il fiato corto.
C’è qualcosa di gelido nei suoi occhi castano scuri.
«Eppure, quando te l’ho proposto, eri ben contento.»
Si portò le mani al petto: «Cito con parole tue: se potessimo sparire e cambiare identità, allora potremo finirla con le mattinate a vederci di nascosto come due ladri.»
La guardo: alta, sinuosa, con l’abito smanicato dalla scollatura quadrata.
È rimasta bella come allora, il primo giorno in agenzia come sostituta di una delle creatrici di slogan nel reparto pubblicitario: una meninge, come si dice in gergo, di nome e di fatto.
«I Chiellono hanno deciso di farci un regalo. D’ora in poi terremo la casa per loro quando si assentano e tu sai, con i loro impegni … e poi, quando servirà a loro, useremo quella che hanno a Montreux. È una fortuna che lei sia una Biamini, gli industriali del marmo.»
Alzo una mano: «Sai che non mi piace sentirti ricordare certi particolari.»
La vedo scuotere via una ciocca della sua capigliatura nera a onde e la prevengo: «Sì, sono i nostri migliori clienti, ma trovo che questa storia sia andata oltre.»
Lei indica il panorama di palme e sabbie bianche, con tanto di vista sull’oceano: «È un po’ tardi per pentirsi, siamo dall’altra parte del mondo.»
«Se penso a quei due poveretti nell’auto incendiata.»
Lei mi abbraccia: «Non è un nostro problema. Hanno funzionato a dovere. E per loro è stato un bene. Hanno avuto un funerale decoroso. Ti immagini, se no, quanto sarebbero rimasti nell’obitorio. Edvige Chiellono è stata gentile ad aiutarci. Vantaggi della tanato cosmesi.»
Si scosta e ride: «Se penso a quanto rabbrividivo all’idea di quegli spot con lei che truccava i morti facendosi aiutare dal marito. Invece, ci hanno portato fortuna.»
Rientra nel salotto, arredato con mobili bianchi decorati a motivi di greche dorate e sfingi.
Si siede su uno dei divani rivestiti di seta dello stesso colore dei mobili e prende un bicchiere e una bottiglia dal tavolino di cristallo ovale.
Il succo di melagrana spande il suo aroma dolciastro.
«Bevi, avrai sete, dopo tutto quel tempo in terrazza.»
Rifiuto con la mano alzata.
Quel succo mi fa pensare al sangue di un delitto.
Mi passo una mano sulla barba ispida sale e pepe come i miei capelli: ho avuto il mio piano B alla crisi di mezza età, ma mi sono lasciato molto, troppo e tornare indietro è tardi.
Ma qualche volta, vorrei svegliarmi nella mia vecchia casa, solo per vedere se lei e i ragazzi stanno bene.
Poi tornerei qui.
Di Alexandra Fischer
Alza gli occhi verso di me e vorrei tanto sprofondare nel pavimento della terrazza.
«Ora hai avuto quello che volevi.»
Tende le sue braccia verso di me ma io indietreggio.
«Milena, ora no.»
Ho il fiato corto.
C’è qualcosa di gelido nei suoi occhi castano scuri.
«Eppure, quando te l’ho proposto, eri ben contento.»
Si portò le mani al petto: «Cito con parole tue: se potessimo sparire e cambiare identità, allora potremo finirla con le mattinate a vederci di nascosto come due ladri.»
La guardo: alta, sinuosa, con l’abito smanicato dalla scollatura quadrata.
È rimasta bella come allora, il primo giorno in agenzia come sostituta di una delle creatrici di slogan nel reparto pubblicitario: una meninge, come si dice in gergo, di nome e di fatto.
«I Chiellono hanno deciso di farci un regalo. D’ora in poi terremo la casa per loro quando si assentano e tu sai, con i loro impegni … e poi, quando servirà a loro, useremo quella che hanno a Montreux. È una fortuna che lei sia una Biamini, gli industriali del marmo.»
Alzo una mano: «Sai che non mi piace sentirti ricordare certi particolari.»
La vedo scuotere via una ciocca della sua capigliatura nera a onde e la prevengo: «Sì, sono i nostri migliori clienti, ma trovo che questa storia sia andata oltre.»
Lei indica il panorama di palme e sabbie bianche, con tanto di vista sull’oceano: «È un po’ tardi per pentirsi, siamo dall’altra parte del mondo.»
«Se penso a quei due poveretti nell’auto incendiata.»
Lei mi abbraccia: «Non è un nostro problema. Hanno funzionato a dovere. E per loro è stato un bene. Hanno avuto un funerale decoroso. Ti immagini, se no, quanto sarebbero rimasti nell’obitorio. Edvige Chiellono è stata gentile ad aiutarci. Vantaggi della tanato cosmesi.»
Si scosta e ride: «Se penso a quanto rabbrividivo all’idea di quegli spot con lei che truccava i morti facendosi aiutare dal marito. Invece, ci hanno portato fortuna.»
Rientra nel salotto, arredato con mobili bianchi decorati a motivi di greche dorate e sfingi.
Si siede su uno dei divani rivestiti di seta dello stesso colore dei mobili e prende un bicchiere e una bottiglia dal tavolino di cristallo ovale.
Il succo di melagrana spande il suo aroma dolciastro.
«Bevi, avrai sete, dopo tutto quel tempo in terrazza.»
Rifiuto con la mano alzata.
Quel succo mi fa pensare al sangue di un delitto.
Mi passo una mano sulla barba ispida sale e pepe come i miei capelli: ho avuto il mio piano B alla crisi di mezza età, ma mi sono lasciato molto, troppo e tornare indietro è tardi.
Ma qualche volta, vorrei svegliarmi nella mia vecchia casa, solo per vedere se lei e i ragazzi stanno bene.
Poi tornerei qui.
Re: L'altra faccia della medaglia
E anche questa volta sei la prima a consegnare, Alexandra! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Libroza Edition!
- Massimo Tivoli
- Messaggi: 396
- Contatta:
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Alexandra. È un piacere rileggerti. Mi è piaciuta l’idea alla base del racconto. Grazie alla tanatoprassi, i due amanti si sostituiscono a un’altra coppia. Più precisamente, io ho capito che i due amanti hanno usato i due deceduti nell’incendio della macchina per inscenare la loro dipartita, e effettuare il cambio d’identità. Forte, mi è piaciuto. Non è un racconto di facilissima lettura, va letto con attenzione, ma la situazione s’intuisce e soprattutto tieni la tensione del lettore alta passandogli la vicenda un pezzetto alla volta. Ben fatto. Ti auguro una buona Edition!
Nel seguito, ti riporto giusto pochissime trascurabili imprecisioni:
– nei primi dialoghi si fa fatica a capire chi parli, ho dovuto iniziare di nuovo la lettura per chiarirmelo. Parlo proprio delle primissime battute. Qualche didascalia, considerato che siamo proprio in apertura di racconto, forse, non guasterebbe.
– a un certo punto, dal presente passi al passato remoto (“Si portò le mani”) e poi ritorni al presente. Piccolo refuso dettato dalla fretta, credo.
– forse, tanatocosmesi o tanatoprassi si scrive attaccato.
Nel seguito, ti riporto giusto pochissime trascurabili imprecisioni:
– nei primi dialoghi si fa fatica a capire chi parli, ho dovuto iniziare di nuovo la lettura per chiarirmelo. Parlo proprio delle primissime battute. Qualche didascalia, considerato che siamo proprio in apertura di racconto, forse, non guasterebbe.
– a un certo punto, dal presente passi al passato remoto (“Si portò le mani”) e poi ritorni al presente. Piccolo refuso dettato dalla fretta, credo.
– forse, tanatocosmesi o tanatoprassi si scrive attaccato.
-
- Messaggi: 2888
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Antico, grazie.
Ciao Massimo, terrò presente i tuoi consigli (usando le didascalie in apertura di racconto, stando attenta ai refusi dell'ultimo minuto e alla grafia della parola tanatocosmesi). Sono contenta che la storia, nel complesso, ti sia piaciuta.
Ciao Massimo, terrò presente i tuoi consigli (usando le didascalie in apertura di racconto, stando attenta ai refusi dell'ultimo minuto e alla grafia della parola tanatocosmesi). Sono contenta che la storia, nel complesso, ti sia piaciuta.
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Alexandra,
Non lo so. Ho letto il racconto diverse volte, ho intuito a grandi linee la trama e capito che i due protagonisti hanno commesso un delitto, ma continuano a non essermi chiari il movente e il perché qualcuno di esterno (i Chiellono) abbiano deciso di aiutarli. Senza il commento di Massimo, poco sopra, non sarei mai arrivato a capire della sostituzione dei protagonisti con i cadaveri.
In generale, trovo che i tuoi racconti siano sempre troppo enigmatici, e il lettore debba lavorare parecchio di fantasia per ricostruire la vicenda narrata. Andando oltretutto di pura intuizione, e spesso sbagliando. Forse dovresti provare a fare maggior lavoro di costruzione della vicenda, in modo che non ci siano dei "non detti" all'interno della narrazione.
Per il resto scrittura buona, a parte qualche refuso già segnalato da Massimo.
A presto!
Non lo so. Ho letto il racconto diverse volte, ho intuito a grandi linee la trama e capito che i due protagonisti hanno commesso un delitto, ma continuano a non essermi chiari il movente e il perché qualcuno di esterno (i Chiellono) abbiano deciso di aiutarli. Senza il commento di Massimo, poco sopra, non sarei mai arrivato a capire della sostituzione dei protagonisti con i cadaveri.
In generale, trovo che i tuoi racconti siano sempre troppo enigmatici, e il lettore debba lavorare parecchio di fantasia per ricostruire la vicenda narrata. Andando oltretutto di pura intuizione, e spesso sbagliando. Forse dovresti provare a fare maggior lavoro di costruzione della vicenda, in modo che non ci siano dei "non detti" all'interno della narrazione.
Per il resto scrittura buona, a parte qualche refuso già segnalato da Massimo.
A presto!
-
- Messaggi: 2888
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Maurizio, terrò conto delle tue osservazioni sul racconto e ne farò tesoro (e correggerò i refusi quando ci rimetterò mano).
Qui urge un lavoro di semplificazione dei testi. Bene, lo farò.
Qui urge un lavoro di semplificazione dei testi. Bene, lo farò.
- Luca Nesler
- Messaggi: 709
- Contatta:
Re: L'altra faccia della medaglia
[premessa: per il rispetto di tutti e, sapendo che ognuno preferisce le critiche ai complimenti, ho deciso di commentare senza leggere gli altri commenti e di accantonare qualunque filtro cortese. Ti prego di non confondere questo atteggiamento con mancanza di stima. Tutt'altro!]
Ciao Alexandra. Mi pare di notare uno stile del tutto nuovo. Stai sperimentando?
Comincio col dire che alla prima lettura non ho capito nulla. Sai, quella lettura che fai lunedì a mezzanotte dopo aver postato e cominci a leggere dozzine (sic!) di racconti. In ogni caso rilevo questa cosa: in questo racconto non c'è immersione e non si riesce a seguire motivazioni, gesti, frasi. Alla fine avevo a malapena capito che le due persone che parlavano tra loro erano un uomo e una donna.
Ho deciso di trascrivere il tuo racconto e aggiungere commenti tra parentesi.
“Alza gli occhi verso di me e vorrei tanto sprofondare nel pavimento della terrazza. (L'incipi non introduce, ma riporta una situazione che, non essendo introdotta, non entra nell'immaginario e non aiuta a orientarsi)
«Ora hai avuto quello che volevi.» (sembra qualcuno che stia rinfacciando. Non sapendo nulla posso già farmi un'idea sbagliata)
Tende le sue (pronome di troppo) braccia verso di me ma (meglio un “e” o un punto fermo, visto che narri in prima persona) io indietreggio.
«Milena, ora no.» (si riferirà ad un abbraccio o a qualcosa di più? Ci mancano riferimenti)
Ho il fiato corto.
C’è qualcosa di gelido nei suoi occhi castano scuri. (perché sei andata a capo? Il dettaglio degli occhi scuri stona un po' col contesto e risuona di infodump. Non è il momento di notare il colore degli occhi)
«Eppure, quando te l’ho proposto, eri ben contento.»
Si portò le mani al petto (si tocca le tette?): «Cito con parole tue: se potessimo sparire e cambiare identità, allora potremo finirla con le mattinate a vederci di nascosto come due ladri.» (è una citazione bella lunga. Infodump)
La guardo: alta, sinuosa, con l’abito smanicato dalla scollatura quadrata. (l'abito non dice molto di lei)
È rimasta bella come allora, il primo giorno in agenzia come sostituta di una delle creatrici di slogan nel reparto pubblicitario: una meninge, come si dice in gergo, di nome e di fatto. (questa frase lunghissima mi ha fatto perdere. Troppi come, di , di, nel... Forse potevi trovare qualcosa di più semplice. In fondo non è importante il dettaglio delle sue mansioni di quel giorno)
«I Chiellono hanno deciso di farci un regalo. D’ora in poi terremo la casa per loro quando si assentano (ma di cosa parla? E qui lui dovrebbe essere a conoscenza di tutto, dal mio punto di vista. Infodummp) e tu sai, con i loro impegni … (Alexandra, questa non sei tu. Lo spazio prima dei puntini di sospensione?) e poi, quando servirà a loro, useremo quella che hanno a Montreux. È una fortuna che lei sia una Biamini, gli industriali del marmo (ancora, who cares?).»
Alzo una mano: «Sai che non mi piace sentirti ricordare certi particolari.» (risposta davvero strana e gesto ancor di più. Chiede la parola?)
La vedo scuotere via una ciocca della sua capigliatura nera a onde e la prevengo (non mi sembrano espressioni tue. Ciocca della sua capigliatura nera a onde invece che “capelli”? Dettagli di troppo che distruggono il coinvolgimento del lettore e non apportano nessun vantaggio. E poi “la prevengo” invece di un più semplice e funzionale “la fermo”. Inoltre in questa parte non sembra che lei voglia parlare: si è solo mossa i capelli. Perché ti premuri di avvisarci che lui la previene? Potresti gestire questo dialogo diversamente scrivendo che lei storce il naso e lui si spiega meglio): «Sì, sono i nostri migliori clienti, ma trovo che questa storia sia andata oltre.»
Lei indica il panorama di palme e sabbie bianche (perché il plurale?), con tanto di vista sull’oceano (il panorama ha la vista sull'oceano? Inoltre non mi aspettavo che vedessero sabbie e palme senza il mare): «È un po’ tardi per pentirsi, siamo dall’altra parte del mondo.»
«Se penso a quei due poveretti nell’auto incendiata.»
Lei mi abbraccia (prima si era ritratto, ora lei lo fa e basta. Cos'è cambiato): «Non è un nostro problema. Hanno funzionato a dovere. E per loro è stato un bene. Hanno avuto un funerale decoroso. Ti immagini, se no, quanto sarebbero rimasti nell’obitorio. Edvige Chiellono è stata gentile ad aiutarci. Vantaggi della tanato cosmesi. (qui non si capisce nulla. Accenna a tante cose che sanno entrambi e quindi non approfondisci, ma per il lettore è buio completo. Di che cosa parlano?)»
Si scosta e ride: «Se penso a quanto rabbrividivo all’idea di quegli spot con lei che truccava i morti facendosi aiutare dal marito (gli spot? Come fa a sapere che uno è il marito dallo spot? Comunque è un espediente strano che ferma la lettura per farsi domande inutili). Invece, ci hanno portato fortuna. (come hanno portato fortuna? Anche questo è oscuro)»
Rientra nel salotto, arredato con mobili bianchi decorati a motivi di greche dorate e sfingi (dettagli inutili buttati lì senza eleganza).
Si siede su uno dei divani rivestiti di seta dello stesso colore dei mobili (come sopra) e prende un bicchiere e una bottiglia dal tavolino di cristallo ovale.
Il succo di melagrana spande il suo aroma dolciastro.
«Bevi, avrai sete, dopo tutto quel tempo in terrazza. (perché? E quanto tempo? Di che parla?)»
Rifiuto con la mano alzata (ancora la mano alzata).
Quel succo mi fa pensare al sangue di un delitto (perché?).
Mi passo una mano sulla barba ispida sale e pepe come i miei capelli (con una prima persona non dovresti dare certi dettagli. Risultano sciocchi o, al meno, ridicolmente narcisistici): ho avuto il mio piano B alla crisi di mezza età, ma mi sono lasciato molto, troppo (andare? Manca qualcosa) e tornare indietro è tardi.
Ma qualche volta, vorrei svegliarmi nella mia vecchia casa, solo per vedere se lei e i ragazzi stanno bene.
Poi tornerei qui.
Anche alla seconda rilettura zero completo. Non si capisce cosa sia successo. Qualcuno è morto e lui è forse un po' pentito, un po' spaventato da lei, ma non potrei dire di più.
Pessima prova, Alexandra. Comunque stento a riconoscerti in questo racconto. Di solito scrivi molto meglio.
Capitano fallimenti quando si sperimenta. Spero di poterti essere utile più che fastidioso.
Alla prossima!
Ciao Alexandra. Mi pare di notare uno stile del tutto nuovo. Stai sperimentando?
Comincio col dire che alla prima lettura non ho capito nulla. Sai, quella lettura che fai lunedì a mezzanotte dopo aver postato e cominci a leggere dozzine (sic!) di racconti. In ogni caso rilevo questa cosa: in questo racconto non c'è immersione e non si riesce a seguire motivazioni, gesti, frasi. Alla fine avevo a malapena capito che le due persone che parlavano tra loro erano un uomo e una donna.
Ho deciso di trascrivere il tuo racconto e aggiungere commenti tra parentesi.
“Alza gli occhi verso di me e vorrei tanto sprofondare nel pavimento della terrazza. (L'incipi non introduce, ma riporta una situazione che, non essendo introdotta, non entra nell'immaginario e non aiuta a orientarsi)
«Ora hai avuto quello che volevi.» (sembra qualcuno che stia rinfacciando. Non sapendo nulla posso già farmi un'idea sbagliata)
Tende le sue (pronome di troppo) braccia verso di me ma (meglio un “e” o un punto fermo, visto che narri in prima persona) io indietreggio.
«Milena, ora no.» (si riferirà ad un abbraccio o a qualcosa di più? Ci mancano riferimenti)
Ho il fiato corto.
C’è qualcosa di gelido nei suoi occhi castano scuri. (perché sei andata a capo? Il dettaglio degli occhi scuri stona un po' col contesto e risuona di infodump. Non è il momento di notare il colore degli occhi)
«Eppure, quando te l’ho proposto, eri ben contento.»
Si portò le mani al petto (si tocca le tette?): «Cito con parole tue: se potessimo sparire e cambiare identità, allora potremo finirla con le mattinate a vederci di nascosto come due ladri.» (è una citazione bella lunga. Infodump)
La guardo: alta, sinuosa, con l’abito smanicato dalla scollatura quadrata. (l'abito non dice molto di lei)
È rimasta bella come allora, il primo giorno in agenzia come sostituta di una delle creatrici di slogan nel reparto pubblicitario: una meninge, come si dice in gergo, di nome e di fatto. (questa frase lunghissima mi ha fatto perdere. Troppi come, di , di, nel... Forse potevi trovare qualcosa di più semplice. In fondo non è importante il dettaglio delle sue mansioni di quel giorno)
«I Chiellono hanno deciso di farci un regalo. D’ora in poi terremo la casa per loro quando si assentano (ma di cosa parla? E qui lui dovrebbe essere a conoscenza di tutto, dal mio punto di vista. Infodummp) e tu sai, con i loro impegni … (Alexandra, questa non sei tu. Lo spazio prima dei puntini di sospensione?) e poi, quando servirà a loro, useremo quella che hanno a Montreux. È una fortuna che lei sia una Biamini, gli industriali del marmo (ancora, who cares?).»
Alzo una mano: «Sai che non mi piace sentirti ricordare certi particolari.» (risposta davvero strana e gesto ancor di più. Chiede la parola?)
La vedo scuotere via una ciocca della sua capigliatura nera a onde e la prevengo (non mi sembrano espressioni tue. Ciocca della sua capigliatura nera a onde invece che “capelli”? Dettagli di troppo che distruggono il coinvolgimento del lettore e non apportano nessun vantaggio. E poi “la prevengo” invece di un più semplice e funzionale “la fermo”. Inoltre in questa parte non sembra che lei voglia parlare: si è solo mossa i capelli. Perché ti premuri di avvisarci che lui la previene? Potresti gestire questo dialogo diversamente scrivendo che lei storce il naso e lui si spiega meglio): «Sì, sono i nostri migliori clienti, ma trovo che questa storia sia andata oltre.»
Lei indica il panorama di palme e sabbie bianche (perché il plurale?), con tanto di vista sull’oceano (il panorama ha la vista sull'oceano? Inoltre non mi aspettavo che vedessero sabbie e palme senza il mare): «È un po’ tardi per pentirsi, siamo dall’altra parte del mondo.»
«Se penso a quei due poveretti nell’auto incendiata.»
Lei mi abbraccia (prima si era ritratto, ora lei lo fa e basta. Cos'è cambiato): «Non è un nostro problema. Hanno funzionato a dovere. E per loro è stato un bene. Hanno avuto un funerale decoroso. Ti immagini, se no, quanto sarebbero rimasti nell’obitorio. Edvige Chiellono è stata gentile ad aiutarci. Vantaggi della tanato cosmesi. (qui non si capisce nulla. Accenna a tante cose che sanno entrambi e quindi non approfondisci, ma per il lettore è buio completo. Di che cosa parlano?)»
Si scosta e ride: «Se penso a quanto rabbrividivo all’idea di quegli spot con lei che truccava i morti facendosi aiutare dal marito (gli spot? Come fa a sapere che uno è il marito dallo spot? Comunque è un espediente strano che ferma la lettura per farsi domande inutili). Invece, ci hanno portato fortuna. (come hanno portato fortuna? Anche questo è oscuro)»
Rientra nel salotto, arredato con mobili bianchi decorati a motivi di greche dorate e sfingi (dettagli inutili buttati lì senza eleganza).
Si siede su uno dei divani rivestiti di seta dello stesso colore dei mobili (come sopra) e prende un bicchiere e una bottiglia dal tavolino di cristallo ovale.
Il succo di melagrana spande il suo aroma dolciastro.
«Bevi, avrai sete, dopo tutto quel tempo in terrazza. (perché? E quanto tempo? Di che parla?)»
Rifiuto con la mano alzata (ancora la mano alzata).
Quel succo mi fa pensare al sangue di un delitto (perché?).
Mi passo una mano sulla barba ispida sale e pepe come i miei capelli (con una prima persona non dovresti dare certi dettagli. Risultano sciocchi o, al meno, ridicolmente narcisistici): ho avuto il mio piano B alla crisi di mezza età, ma mi sono lasciato molto, troppo (andare? Manca qualcosa) e tornare indietro è tardi.
Ma qualche volta, vorrei svegliarmi nella mia vecchia casa, solo per vedere se lei e i ragazzi stanno bene.
Poi tornerei qui.
Anche alla seconda rilettura zero completo. Non si capisce cosa sia successo. Qualcuno è morto e lui è forse un po' pentito, un po' spaventato da lei, ma non potrei dire di più.
Pessima prova, Alexandra. Comunque stento a riconoscerti in questo racconto. Di solito scrivi molto meglio.
Capitano fallimenti quando si sperimenta. Spero di poterti essere utile più che fastidioso.
Alla prossima!
-
- Messaggi: 2888
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Luca, grazie del commento. Ora ne so di più (in merito all'uso di certe tecniche dei Punti di Vista). Scusami se ti ho affaticato la lettura. Spero, per il futuro, di padroneggiarle meglio (il più è provare e riprovare).
-
- Messaggi: 2888
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Filippo, grazie per avermi fatto notare i difetti del mostra, non dire, all'interno della storia. Lo terrò presente quando ci riprenderò mano.
Re: L'altra faccia della medaglia
Tanatocosmesi, bella idea. Mi piace l'idea di un thriller classico con gli amanti che si fingono morti per sparire e vivere la loro vita.
Ho avuto qualche difficoltà alla partenza con i dialoghi, forse qualcosa da aggiustare per rendere più evidente chi è chi.
Benché la storia mi sia piaciuta e sei riuscita a centellinare le informazioni in modo notevole (invidia) mi sono sentito caricato di troppi dettagli che poi non sono riuscito a ricostruire. Secondo me tutti i dettagli su Chiellono, Biamini etc non mi hanno dato valore aggiunto mentre avrei voluto sapere di più di come hanno inscenato l'incidente e chi erano i poveretti al loro posto.
La parte finale invece mi convince molto di più, amplia la situazione, la rende più normale e inquietante al tempo stesso con lui che si rende conto di aver avuto quello che voleva... o forse no.
Il tema è naturalmente centrato.
Ho avuto qualche difficoltà alla partenza con i dialoghi, forse qualcosa da aggiustare per rendere più evidente chi è chi.
Benché la storia mi sia piaciuta e sei riuscita a centellinare le informazioni in modo notevole (invidia) mi sono sentito caricato di troppi dettagli che poi non sono riuscito a ricostruire. Secondo me tutti i dettagli su Chiellono, Biamini etc non mi hanno dato valore aggiunto mentre avrei voluto sapere di più di come hanno inscenato l'incidente e chi erano i poveretti al loro posto.
La parte finale invece mi convince molto di più, amplia la situazione, la rende più normale e inquietante al tempo stesso con lui che si rende conto di aver avuto quello che voleva... o forse no.
Il tema è naturalmente centrato.
- roberto.masini
- Messaggi: 408
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Alexandra.
La forza di questo racconto è proprio l’enigma, il non detto, anche se lo scambio d’identità con persone decedute è un classico delle spy stories. La scrittura è buona e il piano B è assolutamente centrato. Qualche refuso già segnalato da altri commentatori non inficia il mio giudizio finale.
Buon Halloween!
La forza di questo racconto è proprio l’enigma, il non detto, anche se lo scambio d’identità con persone decedute è un classico delle spy stories. La scrittura è buona e il piano B è assolutamente centrato. Qualche refuso già segnalato da altri commentatori non inficia il mio giudizio finale.
Buon Halloween!
-
- Messaggi: 2888
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Lordmax, sono contenta che la storia ti sia piaciuta (imperfezioni a parte). Terrò presente il tuo consiglio a concentrarmi più sulla parte riguardante i loro sosia usati per inscenare l'incidente.
-
- Messaggi: 2888
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Roberto, grazie dell'apprezzamento. Sono contenta che tu ci abbia trovato del buono. Grazie di avermi segnalato le imperfezioni.
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Alexandra! Alla prima riga non ho capito chi parlasse, se lui o lei e questo mi ha dato qualche problema di comprensione. Solo dopo aver letto il commento di Massimo ho capito la ragione della tanatocosmesi, però il concetto mi sembra chiaro: ci sono questi cadaveri e il trucco dovrebbe farli assomigliare ai protagonisti che vogliono andarsene, questa frase lo spiega: “«Cito con parole tue: se potessimo sparire e cambiare identità, allora potremo finirla con le mattinate a vederci di nascosto come due ladri.»”
Invece non ho capito perché, se quei due cadaveri sono stati presi dalle pompe funebri dopo l’incidente: “Ti immagini, se no, quanto sarebbero rimasti nell’obitorio.” Se quindi loro non sono responsabili della morte dei due, perché Lui “pensa al succo come al sangue di un delitto”?
Nel complesso, anche se ho faticato a capirlo, il racconto mi è piaciuto, soprattutto l’idea di base del cambio di identità e la battuta finale.
Ciao e a rileggerci!
Invece non ho capito perché, se quei due cadaveri sono stati presi dalle pompe funebri dopo l’incidente: “Ti immagini, se no, quanto sarebbero rimasti nell’obitorio.” Se quindi loro non sono responsabili della morte dei due, perché Lui “pensa al succo come al sangue di un delitto”?
Nel complesso, anche se ho faticato a capirlo, il racconto mi è piaciuto, soprattutto l’idea di base del cambio di identità e la battuta finale.
Ciao e a rileggerci!
Re: L'altra faccia della medaglia
Ribadisco che mi piacerebbe leggere un tuo racconto revisionato con tutto il tempo a disposizione. Te l'ho detto più volte: posti in fretta e poi lo lasci nell'Arena senza ulteriori interventi quando, invece, sarebbero opportuni. Tanto più in questo periodo di sperimentazione perché è chiaro che stai tentando nuove vie e, allo stato attuale, sei ancora lontana dalla qualità che avevi raggiunto (sai bene che sono un fan dei contesti così colorati da te creati). Qui ci ho capito poco, mi spiace. Di sicuro non ha aiutato una prima parte in cui ho faticato a capire chi parlasse, senza contare il cambio di tempi verbali che tende a creare ancora più confusione. Pertanto il mio giudizio non può essere positivo e, mio malgrado, devo assegnare un pollice giù.
-
- Messaggi: 2888
Re: L'altra faccia della medaglia
Ciao Antico, grazie del giudizio, ti prometto che nelle prossime edizioni starò più attenta a questi salti di tempi verbali e punti di vista (soprattutto vista questa fase di sperimentazione). Ho comunque deciso di postarlo nel Laboratorio quanto prima.
Torna a “133° ALL TIME - Libroza Edition - la Seconda della Settima Era”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite