Riscoprirsi Altrove

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi di gioco sono quattro:
1) Il primo dicembre sveleremo il tema deciso da Flavia Imperi. I partecipanti dovranno scrivere un racconto e postarlo sul forum.
2) Gli autori si leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Gli SPONSOR leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Il BOSS assegnerà la vittoria.
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Davide_Mannucci
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Riscoprirsi Altrove

Messaggio#1 » mercoledì 16 dicembre 2020, 11:48

RISCOPRIRSI ALTROVE

Gaia si tolse la maglia e la scaraventò sul letto.
«Alexa, metti musica pesa e ignorante!» il led blu del dispositivo non accennava a spegnersi «Alexa, è così difficile?» scalciò per togliersi le scarpe che finirono a pochi centimetri dallo specchio.
“MI DISPIACE, NON RICONOSCO LA TUA VOCE, VUOI PROCEDERE DI NUOVO ALLA REGISTRAZIONE VOCALE?”
Vaffanculo anche te, Alexa! Che andassero a farsi fottere tutti, insieme alla sua stupida illusione di essere come le altre ragazze.
Un’occhiata veloce allo specchio la costrinse a sistemarsi i capelli. Perché erano così stopposi e unti?
Ma li ho lavati stamattina!
Allungò lo sguardo verso il cellulare e niente, non aveva risposto.
Inutile insistere, Elis Todd non ne voleva sapere di lei. E perché avrebbe dovuto? Diede un’occhiata alla sua immagine riflessa nella finestra. Era alta, gobba e insignificante. Fu però attratta dal profilo del seno che si intravedeva tra il vetro e il verde delle persiane chiuse. Non era male in fondo, piccolo ma sodo e attraente. Ma non bastava e avevano ragione quei bastardi della terza F. Avrebbe dato qualsiasi cosa per essere come Gemma. La adorava ma ormai erano sei notti – le aveva contate, cazzo se le aveva contate – che se ne stava con gli occhi spalancati a contare i riflessi della luna sul soffitto e a immaginare la sua migliore amica colpita dalle peggiori disgrazie. Era una brutta persona? No, era solo stufa di vedere gli ammiccamenti dei ragazzi mentre sbirciavano le tette della meravigliosa Gemma e trattavano lei come se fosse stata la bacheca degli avvisi della scuola. Ma poi, c’era bisogno di farle vedere così le tette?
“Gaia, senza di te non saprei proprio come fare, sei la mia migliore amica, lo sai vero?”.
Glielo aveva ripetuto anche quella mattina, prima di umiliarla in cortile solo per fare la splendida con quei tre o quattro imbecilli gonfi di palestra. Certo che non avrebbe saputo come fare; senza di lei avrebbe forse avuto una rivale. E invece con “Gaia lo stambecco ferito” la splendida Gemma aveva campo libero. Stambecco ferito. Chi era stato il primo a chiamarla così? Forse Giacomo, quello con il pacco finto.
Una volta Sergio lo aveva sputtanato rivelando a tutti che ogni mattina si imbottiva le mutande di cotone. Tristezza infinita. Sergio ne era uscito col naso rotto ma in quel momento era diventato l’idolo di tutti gli stambecchi, anche quelli non feriti. Stambecco ferito. Che stronzo.
«Forse li ho lasciati in camera di Gaia, fammi dare un’occhiata e arrivo» la voce della mamma la fece trasalire ma non ebbe il tempo di rimettersi la maglia perché lei entrò senza bussare come se non sapesse della sua presenza e, oh ma che faceva? Neanche la degnava di uno sguardo.
«Mamma, scusa ma bussare è un concetto che hai deciso di eliminare?» non riusciva a crederci, la mamma faceva finta di non vederla né sentirla.
Ma che le ho fatto?
Si sforzò di ricordare e le tornarono davanti le scene della discussione della sera prima.
Però accidenti, tante volte sono salita in camera mandandola a fanculo e mica ha fatto tutto ‘sto teatrino!
Prima di uscire la mamma si voltò. Aveva un’espressione che non ricordava di averle mai visto. Doveva davvero averla fatta incazzare stavolta. Poi la guardò con dolcezza e le sorrise. Dai, allora non era così inviperita, tra poco l’avrebbe chiamata giù per la consueta cioccolata calda.
«Elis caro, puoi fare da solo? Io non ci capisco granché nella stanza di Gaia».
Elis? Elis Todd è qui?
«Mamma digli di aspettare giù, scendo subito!»
Saltò sul letto e agguantò la maglia. Ma no, cazzo, non poteva farsi vedere con i Teletubbies addosso.
Ma cavolo Gaia, anche se fossi una bella gnocca perderesti punti su punti con le cazzate che indossi.
«Arrivo, un attimo» si precipitò verso l’armadio e, porca puttana, che male. Ma dove cazzo aveva sbattuto? Il mignolo del piede cominciò a pulsare e dovette fermarsi e fare un respiro profondo per non urlare dal dolore.
Vaffanculo, era senza speranza.
Ma ora cosa doveva mettersi per presentarsi a Elis in modo decente? Ma perché poi Elis si trovava lì?
«Gaia, posso entrare?» la voce di Elis la costrinse a prendere la solita felpaccia grigia con il logo di Disney Channel.
«Gaia, ci sei? Mi senti?» mamma mia com’era insistente il ragazzo, ma non aveva detto alla mamma che sarebbe scesa?
Si spazzolò al volo i capelli e si diresse verso la porta stando attenta a non apparire troppo ansiosa. Aprì la porta e sorrise per nascondere tutta la vergogna e l’imbarazzo che provava in quel momento ma restò immobile a guardare quel tizio grasso e vestito come se lo avessero immerso nell’arcobaleno che la fissava sorridente.
Gaia lo osservò bene, sembrava proprio lui. Ma che voleva ancora? Aveva già espresso il desiderio e allora? Cos’altro voleva questo ciccione? Forse si era dimenticato qualcosa, o forse non era lui.
Ma Elis non lo vedeva? Ah cacchio, Elis! Gaia mise la testa fuori dalla porta per cercarlo ma vide solo il faccione di Orfeo, o come cavolo si chiamava, che copriva gran parte della visuale.
«Principessa Gaia, mi cerchi fuori ma sono qua» Gaia si voltò di scatto e vide Elis che sfogliava il libro di storia che aveva lasciato aperto sulla scrivania. Il ragazzo alzò lo sguardo e le sorrise. Dio mio, era così carino, così diverso da tutti quei cretini che la guardavano come se fosse la ragazza più brutta e goffa del liceo. Ma che ci facevano lì? Forse avrebbe dovuto andars...
«Principessa Gaia, ci sei? Dai che non abbiamo molto tempo!».
Lei continuava a fissarlo mentre da quella splendida bocca uscivano ancora parole carine per lei.
«Elis, mi spieghi perché continui a chiamarmi Principessa? E poi molto tempo per cosa?».
Gaia si avvicinò a lui per chiedere spiegazioni ma si sentì afferrare a un braccio. Si voltò in preda a una sensazione spiacevole alla bocca dello stomaco.
«Principessa, dovreste essere già pronta e invece cosa vedo? Questa robaccia che vi ostinate a indossare. Dobbiamo sbrigarci o tutto sarà stato invano».
Gaia sentì cedere le gambe e la stanza cominciò a muoversi. Stava male, presto avrebbe avuto una crisi.
«FERMI! Un attimo fermi per favore, basta vi prego» arretrò di qualche passo e con la mano cercò qualcosa a cui appoggiarsi «zitti un momento, datemi due secondi» si lasciò cadere su una sedia e inalò quanta più aria possibile.
«Che ci fai qui Elis e perché cavolo insistete a chiamarmi Principessa? Ma soprattutto perché lui è qui?».
L’ometto colorato la fissò con espressione seria e un brivido la attraversò, spaventandola. Poi lui le sorrise e si grattò la pancia.
«Principessa Gaia, io sono solo quel che voi avete chiesto di vedere e ciò che volete che sia. Il palcoscenico è vuoto, gli attori truccati e le comparse pronte. Che si vada in scena. Vestitevi e smettetela di far domande».
Gaia lo osservava e non capiva da dove provenisse il profumo che si avvertiva quando gesticolava. Sembrava vaniglia ma c’era anche il limone.
«Io ti ho già visto, ti chiami Orfeo, vero? Eri dentro l’armadio, nello specchio. Ma stavo sognando. Mi hai chiesto di Gemma e quello che volevo essere. Ma chi sei?».
La strana figura allargò le braccia e Gaia fu invasa da una nuvola rosa che sapeva proprio di vaniglia e limone, adesso si sentiva benissimo.
«Orfeo Augusto Nardoni, mia adorata Principessa Gaia. Servitore di Terrasogno, per anni itinerante di Mondo Onirico e adesso funzionario delle Lande Sognanti. Mia cara Principessa, potremmo in effetti dire che voi stavate sognando ma anche affermare che la realtà vera era tutta in quello specchio in cui avete gettato i vostri desideri, beh anche quelli un po’ cattivi se vogliamo dirla tutta. Ed è per questo che sono stato costretto a chiamare il prode Todd. Solo un’anima speciale può accompagnare una Principessa nella consapevolezza di quello che è e aggiustare i danni di un desiderio cattivo.»
Ecco, lo sapeva, il tizio grasso e colorato leggeva il pensiero. Beh, desideri cattivi, che poteva farci lei se a volte Gemma era così insopportabile da farle venire in mente cose non proprio piacevoli?
Gaia si voltò verso Elis. Stava sorridendo e la guardava come sognava di essere guardata da lui fin dalla prima liceo.
«Anima speciale? Terrasogno? Ma che significa?» fece un altro respiro profondo e riuscì ad attenuare la nausea che da qualche minuto la stava tormentando.
Elis le si avvicinò e la stanza si fece tutta blu; c’erano solo loro due.
«Gaia, so che è difficile ma adesso devi solo fidarti di me e di Orfeo Augusto. Tu hai desiderato di essere vista come realmente sei e hai chiesto di esplorare un mondo nuovo ed eccoti qua tra profumi e colori» la guardò di nuovo in quel modo e lei sentì il cuore accelerare «non aver paura e seguici. Ti faremo vedere ciò che non vedevi.»
Gaia si alzò e andò verso la finestra. Doveva prendere un po’ d’aria. In quel momento tutto intorno tornò chiaro e la sua stanza le apparve come sempre. Guardò di nuovo Elis poi cercò Orfeo Augusto. Sembrava così reale eppure adesso le tornava in mente. Era un sogno e se lo ricordava bene perché si era ritrovata davanti la faccia sorridente della mamma che le augurava il buongiorno. O forse no. Provò ancora a sforzarsi. Ricordava il sapore in bocca. Che strano. Ma l’uomo colorato era arrivato prima o dopo il sogno?
Ma che cazzo stai dicendo, Gaia?
«Principessa, state bene? Dovete sbrigarvi e vestirvi. Il tempo non è molto».
Orfeo Augusto si era avvicinato a lei ma esitava e continuava a gesticolare come se avesse una mosca che gli ronzava intorno.
Gaia lo guardò per qualche secondo e in quegli occhi blu, con contorni che sembravano multicolore, vide il sogno della notte prima. Non ricordava se fosse proprio quella notte ma adesso che ci pensava era proprio la sera in cui aveva litigato con la mamma.
Era tornata a casa sconvolta per l’ennesima figura di merda fatta a scuola. Ma come poteva essere stata così stronza con lei Gemma? Non aveva bisogno di sottolineare i difetti delle altre ragazze per esaltare la sua bellezza
Era stato così umiliante che quando aveva messo piede in casa e la mamma si era presentata con la lista delle sue mancanze, non ci aveva visto più e le aveva vomitato addosso tutta la sua rabbia.
Poi non ricordava che poche cose. Era salita in camera e si era precipitata nella cabina armadio e aveva trovato la bottiglia di Rum sottratta la sera prima dal mobile bar di sala. Nessuno si era accorto di nulla e quel momento era il più adatto per aprirla. Le lacrime avevano cominciato a scendere e l’immagine dello specchio si era fatta sempre più confusa fino a riempirsi di colori, prima soffusi poi limpidi e decisi. E poi lo specchio era diventato un ometto paffuto e sorridente.
Orfeo Augusto Nardoni, così si era presentato e le aveva parlato di quanto fosse bella e importante per la mamma e le aveva chiesto quale fossero i suoi desideri. Un mondo pieno di colori e senza cattiveria, ecco cosa aveva chiesto.
Era forse troppo chiedere di essere qualcuno di importante per una volta?
Era chiedere la luna se per una volta voleva sparire da questo mondo e gettarsi tra le braccia dei suoi desideri?
Aveva cominciato a urlare e non era più riuscita a sentire le parole di Orfeo Augusto. Sembrava stesse descrivendo non si sa quale paesaggio. Ma sì, forse le aveva parlato di Lande Oniriche o di mondi sognanti ma che cazzo ne sapeva? Era fatta, ecco, quello se lo ricordava bene. Stava sognando di drogarsi, sì, adesso ricordava. Ma perché ora Elis e quello strano tipo erano nella sua stanza? Ed era una Principessa? Forse stava ancora sognando. O magari era fatta sul serio.
Fu scossa dalla mano di Elis che la teneva per un braccio. La stanza era avvolta da una lieve luce blu, come se fosse coperta da una pellicola sottile. C’era una musica ma non era diffusa ovunque, proveniva dall’armadio e un profumo che non riusciva a identificare aveva riempito tutto l’ambiente.
«Gaia, vieni con noi, dobbiamo andare, è quasi scaduto il tempo e devo spiegarti quello che dovrai fare da adesso».
Gaia lo guardò e provò una voglia irrefrenabile di baciarlo. Era così bello potergli finalmente stare vicina e vedere come la guardava. Era tutto quello che aveva desiderato. Finalmente anche lei aveva lo sguardo di qualcuno tutto per sé e in quel momento capì di essere la ragazza più bella del mondo, il mondo che aveva desiderato con tutte le sue forze davanti a quell’omino colorato, quella maledetta sera. Perché maledetta? Una scarica elettrica le percorse la testa da una tempia all'altra lasciandole una scia di dolore intenso.
«Elis, ti prego, dimmi che cos’è successo».
Elis le si avvicinò e, quando si trovò a pochi centimetri da lei, la baciò sulla guancia.
«Prode Elis, non pensate che sia prematuro? Lasciate che l’accompagni aldilà»
Gaia sentì lo sguardo di Orfeo Augusto attraversarla come una lama ma non avvertì dolore, solo una piacevole sensazione di calore. Lasciò che la mano dell’uomo si intrecciasse alla sua e lo seguì nella cabina armadio.
«Sì Gaia, segui Orfeo Augusto e non aver paura. Tutto sta per finire, sei libera. Mi vedrai di là» la voce di Elis la accarezzò spingendola sulla scia dell’uomo arcobaleno, che diventava sempre più rassicurante. Il suo profumo la avvolgeva. Aveva bisogno di star bene adesso. Solo quello.
Mio Dio ma sono drogata?
Cacciò via dalla testa quella voce e si avvicinò allo specchio. Era bellissima, più bella di Gemma, più bella di tutte le Miss Liceo. «Siete incantevole Principessa, lo siete sempre stata» Orfeo Augusto comparve nello specchio e solo allora Gaia si accorse che non era più accanto a lei ma non aveva paura. Stava bene e voleva andare da lui.
Orfeo Augusto allargò le braccia e lei si lasciò cadere in quell’abbraccio. Proseguì senza tener conto del gelo che sembrava lacerarle la pelle e una gradevole sensazione sotto i piedi nudi la accolse. Si guardò intorno. Era finita in un enorme giardino di cui non si vedeva la fine e la cosa che la colpì fu l’assenza di qualsiasi tipo di rumore. Musica, si sentiva solo la musica e poi eccola, la voce di Elis. Il suo Elis.
«Principessa Gaia, da adesso non sarai più costretta a restare nel Mondo Onirico, potrai andartene libera e goderti quello che sei, ciò che sei sempre stata».
Le sue parole la abbracciavano e la facevano sentire al sicuro.
Non aveva più paura ma c’era ancora qualcosa che doveva chiedere, anche se un pensiero tarlo, come se tutto si stesse facendo più chiaro, le tolse il fiato per un attimo.
«Elis, io ho già visto tutto questo, vero? Quel sogno era diverso, c’erano alberi, tanti alberi e non c’era luce ma sono qui da molto tempo, vero?».
Scoppiò a piangere e si accorse del braccio di Orfeo Augusto che la cingeva.
«Principessa, voi siete stata per molto tempo nel Mondo Onirico, ci siete stata perché molte cose dovevate ancora risolvere. Il Mondo Onirico è il luogo del riposo temporaneo e delle missioni incompiute. Voi avete aiutato tante persone da lì, in particolar modo la vostra mamma. Adesso siete pronta per entrare nell’Altrove e tutto sarà come avete sempre desiderato. Non piangete. Siete libera e il male che vi impediva la felicità non esiste più».
Gaia inspirò a lungo per accogliere quella fragranza che non era solo piacevole ma lasciava un senso di benessere totale. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, fare un sacco di domande ma non sapeva da dove cominciare. Spostò lo sguardo dove si trovava Elis per assicurarsi che fosse ancora lì. Sorrideva e in quel momento le fece l’occhiolino.
Può chiamarsi come vuole questo posto, ma è il Paradiso!
Poi la sua attenzione fu rapita da quella finestra sospesa nell’aria. Ma che diavolo era?
Fece due passi per guardarla meglio, accidenti, quella forma le era familiare. Aspetta, ma quella era la sua camera e quella era lei!
«Elis, ma che succede?» sentiva la presenza del ragazzo ma non riusciva a voltarsi perché attratta dalle immagini che vedeva da quella specie di oblò.
Deve essere lo specchio sulla scrivania, si vedono il letto e l’armadio.
Osservò la sua stanza e vide quegli orribili scatoloni. Ma da dove venivano? Riconobbe subito la scena. Lei entrava come una furia e agguantava il coniglietto di ceramica sulla scrivania per poi scaraventarlo contro l’armadio. Era così pallida e magra, ma com’era possibile? Non aveva ancora cominciato la dieta.
Sentì la nausea tornare a riaffacciarsi ma deglutì con forza e tornò a concentrarsi su quelle immagini.
Il suo sguardo si spostò sul calendario di Frozen che dominava la stanza dalla libreria. 20 luglio 2014?
Ma che significava? No, era il 2018, ne era sicura. Indietreggiò e si portò le mani sugli occhi. C’era qualcosa che non tornava, no, non poteva essere quella cosa.
Il Mondo Onirico. Le Anime Speciali, la missione temporanea, sua madre. Gridò con tutte le forze e cominciò a correre ma si accorse subito di essere ancora ferma dove si trovava.
Cercò Elis e capì da come la guardava che la verità era una sola. Tornò all’oblò e si lasciò di nuovo catturare da quella maledetta sera.
La Gaia dell’oblò adesso era distesa sul letto ma un’ombra si staccò dal suo corpo, si alzò e si fece chiara in mezzo alla stanza.
Porca troia, un’altra me!
La nuova sé stessa si avvicinò all’armadio aperto e iniziò a urlare come se ce l’avesse con qualcuno poi, col viso pieno di lacrime e gli occhi gonfi, allargò le braccia e – non poteva essere, cazzo – si tuffò nello specchio.
Gaia si piegò sulle ginocchia e le sentì affondare nel prato multicolore che emanava un gradevole profumo di, che cos’era? Origano forse ma era piacevole, come tutto lì intorno. Adesso ricordava tutto e l’immagine della mamma che le augurava il buongiorno le si presentò nitida davanti. Ma no, non le aveva detto nulla, era muta e triste. Avevano fatto la pace ma lei piangeva. Cercò il viso di Elis, aveva bisogno di lui adesso e, come se l’avesse sentita, il ragazzo le si materializzò davanti.
«Elis, sono morta vero? Da quattro anni. Che è successo Elis? Perché non ricordo niente? Ma...e tu? Sei morto anche tu Elis?» si accorse di essersi aggrappata alle sue spalle e si staccò, ma il ragazzo le prese le mani.
«Gaia, Principessa delle Anime Sole, cerca di calmare il tuo cuore adesso. Ce l’abbiamo fatta e da oggi potrai riposare nell’Altrove, come tutti gli altri. No, non sono morto» si fermò e la guardò.
La faceva impazzire quando sorrideva così e adesso - mamma che bello che era - si sistemava anche il ciuffo in quel modo che la mandava in bambola.
«Gaia, diciamo che sono un viaggiatore, di più non posso dirti. Credimi però: tutto quello che hai sempre pensato fosse la verità era apparenza di ciò che volevi vedere. Tutto si comporta come tu chiedi e vuoi che faccia. Adesso riposati».
Gaia chiuse gli occhi e lasciò che il resto delle lacrime le bagnasse il viso.
«Elis ma di cosa sono morta? Elis?» aprì gli occhi e il ragazzo non c’era più. Guardò ovunque, sembrava sparito anche l’ometto arcobaleno. Si distese sul prato e l’erba fresca la avvolse. Sentì le palpebre diventare pesanti fino a chiudersi. I colori la abbracciarono e tutto svanì.

***

«Gaia, sveglia! Devi alzarti! Hai dormito un sacco» la voce la riportò sull’erba fresca. Ma no, non era sul prato, era un letto! Aprì gli occhi e aspettò di abituarsi alla luce.
«Buongiorno dormigliona! Ma quanto hai dormito?» era la voce della mamma? Era così dolce e sì dai, era la sua mamma!
Gaia sentì un calore diffondersi per tutto il corpo. Non vedeva l’ora di abbracciarla. Aveva sognato tutto e ora la aspettava la cioccolata calda. No, la mamma aveva fatto la marmellata, riconosceva il profumo.
«Mamma, ma che ore sono?».
«Benedetta figliola, a dirti la verità non credo sia così importante contare le ore».
«Mamma, ma che discorsi fai? Quanto ho dormito?».
Una luce violacea svelò l’identità della donna che le stava davanti. Gaia sentì lo stomaco precipitare.
«Tesoro caro, quanto mi piacerebbe essere la tua mamma ma sono solo Matilde, moglie di Orfeo Augusto e addetta alle mansioni di accoglienza di Altrove. Ho l’incarico di portarti un po’ a giro; ci divertiremo e vedremo tante belle cose; presto bambina mia, vestiti e andiamo!».
Ultima modifica di Davide_Mannucci il mercoledì 16 dicembre 2020, 12:00, modificato 2 volte in totale.


Davide Mannucci

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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#2 » mercoledì 16 dicembre 2020, 11:49

Tema - Nulla è come sembra: Gaia sembra (anche a sé stessa) viva ma in realtà è morta da quattro anni.
Bonus 1 - Protagonisti adolescenti (Young Adult) -3: La protagonista ha 16 anni e frequenta la terza liceo, così come Elis e i suoi “amici” citati.
Bonus 2 - Almeno una scena che generi “sense of wonder” -2: Orfeo Augusto Nardoni ed Elis provengono da mondi paralleli alla realtà (Mondo Onirico e Altrove).
Bonus 3 - Uso di flashback e/o flashforward -2: Ci sono flashback quando lei ricorda l’arrivo a casa dopo l’umiliazione e i successivi incontri con Orfeo Augusto.
Bonus 4 - Uno specchio deve essere importante nella trama -2: Lo specchio è fondamentale per Gaia sia per passare dalla vita al Mondo Onirico e all’Altrove, sia quando, da quella dimensione vede camera sua attraverso il retro dello specchio della sua stanza (quello chiamato oblò). Sempre nello specchio Gaia si vede bellissima.
Davide Mannucci

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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#3 » lunedì 21 dicembre 2020, 22:22

A TUTTI I PARTECIPANTI:
Se volete che La Sfida diventi qualcosa di più di un esercizio di scrittura sta a voi impegnarvi. Anche nella fase dei commenti cercate di superare i vostri limiti. Fate critiche costruttive, cercate le lacune dei racconti che dovete leggere e non fatevi problemi nell’esprimere il vostro pensiero in maniera onesta.
La perfezione non passa da queste parti ma insieme potete aiutarvi a migliorare.
Ultima nota, affinché la comunità cresca, se non l’avete fatto vi consiglio di iscrivervi al gruppo Facebook de La Sfida a…
https://www.facebook.com/groups/215238252346692

Daniel Travis
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#4 » martedì 22 dicembre 2020, 8:47

Racconto con un grande potenziale, costretto a strizzarsi per stare nei ventimila caratteri. Finisce per spiegarsi più di quanto non si racconti: può essere la base per un buon incipit di romanzo, e avrei voglia di leggerlo con tutte le probabilità, quel romanzo, ma, per quanto non sia una cattiva prova, resta un po' traballante per quanto mi riguarda.
Il formato non aiuta: per me, per dire, i ventimila caratteri sono un'agonia ogni volta.

Punti di forza: il setting, la storia pregressa e la situazione attuale si svelano organicamente.
L'inquietudine della protagonista è ben preparata, e mi viene voglia di leggere il racconto che questo potrebbe essere.
Punti deboli: la punteggiatura zoppica qui e là (prova a leggere Aprì la porta e sorrise per nascondere tutta la vergogna e l’imbarazzo che provava in quel momento ma restò immobile a guardare quel tizio grasso e vestito come se lo avessero immerso nell’arcobaleno che la fissava sorridente tutto d'un fiato: non scorre benissimo; stesso problema con Guardò di nuovo Elis poi cercò Orfeo Augusto, qui anche una congiunzione risolverebbe) e restano un paio di sviste di poco conto.
OAN è un'exposition machine, che potrebbe anche starci se non fosse così palese e sciolto dal resto: Orfeo Augusto Nardoni, mia adorata Principessa Gaia. Servitore di Terrasogno, per anni [...] un’anima speciale può accompagnare una Principessa nella consapevolezza di quello che è e aggiustare i danni di un desiderio cattivo, Principessa, voi siete stata per molto tempo nel Mondo Onirico, ci siete stata perché molte cose dovevate ancora risolvere [...] Siete libera e il male che vi impediva la felicità non esiste più e pure la moglie ha preso la stessa malattia quando dice Tesoro caro, quanto mi piacerebbe essere la tua mamma ma sono solo Matilde, moglie di Orfeo Augusto e addetta [...] presto bambina mia, vestiti e andiamo; tutti punti in cui la trama si arresta secca per spegarci cose dall'alto, con un sacco di dettagli forse non tutti indispensabili (a che serve avere più nomi propri per Terrasogno, oltre ai diversi nomi comuni che potevano bastare? Mi dà l'impressione di leggere un crossover Marvel di cui conosco solo un personaggio; a che serve inserire, letteralmente nell'ultimo paragrafo, Matilde, un nuovo personaggio, anziché implicare che fosse Orfeo a dare l'impressione di essere la madre di Gaia, cosa non più strana di qualunque altra accaduta nel racconto, o, ad esempio, rendere Orfeo una donna, o mettere il padre al posto della madre, entrambe scelte che non avrebbero urtato il resto della storia funzionalmente?).
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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Davide_Mannucci
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#5 » mercoledì 23 dicembre 2020, 12:40

Daniel Travis ha scritto:Racconto con un grande potenziale, costretto a strizzarsi per stare nei ventimila caratteri. Finisce per spiegarsi più di quanto non si racconti: può essere la base per un buon incipit di romanzo, e avrei voglia di leggerlo con tutte le probabilità, quel romanzo, ma, per quanto non sia una cattiva prova, resta un po' traballante per quanto mi riguarda.
Il formato non aiuta: per me, per dire, i ventimila caratteri sono un'agonia ogni volta.

Punti di forza: il setting, la storia pregressa e la situazione attuale si svelano organicamente.
L'inquietudine della protagonista è ben preparata, e mi viene voglia di leggere il racconto che questo potrebbe essere.
Punti deboli: la punteggiatura zoppica qui e là (prova a leggere Aprì la porta e sorrise per nascondere tutta la vergogna e l’imbarazzo che provava in quel momento ma restò immobile a guardare quel tizio grasso e vestito come se lo avessero immerso nell’arcobaleno che la fissava sorridente tutto d'un fiato: non scorre benissimo; stesso problema con Guardò di nuovo Elis poi cercò Orfeo Augusto, qui anche una congiunzione risolverebbe) e restano un paio di sviste di poco conto.
OAN è un'exposition machine, che potrebbe anche starci se non fosse così palese e sciolto dal resto: Orfeo Augusto Nardoni, mia adorata Principessa Gaia. Servitore di Terrasogno, per anni [...] un’anima speciale può accompagnare una Principessa nella consapevolezza di quello che è e aggiustare i danni di un desiderio cattivo, Principessa, voi siete stata per molto tempo nel Mondo Onirico, ci siete stata perché molte cose dovevate ancora risolvere [...] Siete libera e il male che vi impediva la felicità non esiste più e pure la moglie ha preso la stessa malattia quando dice Tesoro caro, quanto mi piacerebbe essere la tua mamma ma sono solo Matilde, moglie di Orfeo Augusto e addetta [...] presto bambina mia, vestiti e andiamo; tutti punti in cui la trama si arresta secca per spegarci cose dall'alto, con un sacco di dettagli forse non tutti indispensabili (a che serve avere più nomi propri per Terrasogno, oltre ai diversi nomi comuni che potevano bastare? Mi dà l'impressione di leggere un crossover Marvel di cui conosco solo un personaggio; a che serve inserire, letteralmente nell'ultimo paragrafo, Matilde, un nuovo personaggio, anziché implicare che fosse Orfeo a dare l'impressione di essere la madre di Gaia, cosa non più strana di qualunque altra accaduta nel racconto, o, ad esempio, rendere Orfeo una donna, o mettere il padre al posto della madre, entrambe scelte che non avrebbero urtato il resto della storia funzionalmente?).


Ciao! Grazie per i commenti.
Ho apprezzato molto quello che mi hai detto. Sono un legno grezzo su cui lavorare e ogni suggerimento per me è un colpo di pialla e una rifinitura utilissima. Il concetto di exposition machine mi era pressoché ignoto ma la tua attenta e precisa analisi mi aiuta e neanche poco! In realtà quelle spiegazioni nella mia testa non erano spiegazioni ma informazioni non date dall'alto al lettore ma in linea orizzontale a Gaia stessa, ma capisco perfettamente quello che dici e ci lavorerò senz'altro e quindi....grazie ancora!
Grazie anche per la curiosità manifestata, sentir dire che ti viene voglia di leggere beh...è un risultato non da poco.
A presto!
Davide Mannucci

Dario17
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#6 » mercoledì 23 dicembre 2020, 17:01

Il tema ci sta, il racconto è una riproposizione del tema "sono morto e non me ne sono accorto" abbastanza noto ai più ma a tema adolescenziale e meno macabro.
L'incipit è magistrale. Il flusso di coscienza continuo fa il suo dovere alla grande ed è molto immersivo, scivoliamo dentro Gaia in poche righe. Frustrazioni, rabbia sopita, un'ottima evocazione della vita scolastica della protagonista con annessa la relativa "fauna".
Siamo nello stereotipato andante in più di un particolare, ma li considero topos del genere, inevitabili.
Poi si arriva a questo punto:

Gaia lo osservò bene, sembrava proprio lui. Ma che voleva ancora? Aveva già espresso il desiderio e allora? Cos’altro voleva questo ciccione? Forse si era dimenticato qualcosa, o forse non era lui.

E qui si è spezzata la mia comprensione. Lui chi? Che desiderio? Ciccione Elis ?Ho pensato di non aver capito e infatti non avevo capito. Ho riletto. Ho tirato avanti per altre righe. Nulla.
Il flusso di coscienza di Gaia si ritorce contro il lettore per il senso di confusione che colpisce Gaia.
Inserisci percezioni sensoriali, elucubrazioni e ripensamenti.
Per riprendere il filo ho dovuto rileggere più e più volte ma già il piacere di lettura e l'immersione che all'inizio era stato così ben coltivato è sparito.
Tutto si fa confuso e il worldbuilding che hai fatto e disseminato per tutto il racconto non aiuta, anzi.
Si capisce a fine racconto che hai costruito qualcosa che poi i 20k caratteri non sono riusciti a contenere.
La seconda e ultima parte tira le somme grazie ai dialoghi-spiegoni e ad un epilogo dimenticabile che lascia appesi molti concetti.
Non è scritto malissimo (vi sono delle piccolezze come ripetizioni e qualche luogo comune abusatissimo, ma niente di chè) ma con un intreccio così poco chiaro anche i punti di forza risultano depotenziati.
Per quanto riguarda i bonus, non so che dire sinceramente. Tranne lo specchio attraversamondi ( abusatino anche questo mezzo narrativo) sono tutti opinabili, possono ritenersi soddisfatti come non soddisfatti.
Una revisione generale con particolare attenzione nel "semplificare" alcuni punti salienti e diventerebbe un raccontino carino, a cui magari applicare poi qualche punta di originalità in più.

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Hayà
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#7 » mercoledì 30 dicembre 2020, 11:29

Ciao Davide, è un piacere leggerti.

Purtroppo ho delle note un po' dolenti riguardo questa storia.
Ma voglio andare con ordine.

Ottimo incipit, davvero. Il mood della scena è immediatamente comprensibile, la protagonista è caratterizzata in poche righe e abbiamo subito una buona idea di partenza su di lei e qual è la sua vita di tutti i giorni (ho particolarmente apprezzato il dettaglio della madre e della cioccolata calda: come descrivere un rapporto di affetto con poche parole!). Veramente ottimo.
Ho solo una piccola domanda: proprio nella prima frase, Gaia dice "Musica pesa e ignorante" - musica pesa? Sono giovane ma non avevo mai sentito questo termine, ho provato a cercare su Google ma non mi è uscito niente. È un errore?

Altra frase, poco più avanti, che ho trovato un po' strana:
Si sforzò di ricordare e le tornarono davanti le scene della discussione della sera prima

"Davanti?"
Forse era meglio un "in mente"?

I problemi della storia insorgono quando Orfeo fa la sua prima apparizione.
Aprì la porta e sorrise per nascondere tutta la vergogna e l’imbarazzo che provava in quel momento ma restò immobile a guardare quel tizio grasso e vestito come se lo avessero immerso nell’arcobaleno che la fissava sorridente.
Gaia lo osservò bene, sembrava proprio lui. Ma che voleva ancora? Aveva già espresso il desiderio e allora? Cos’altro voleva questo ciccione? Forse si era dimenticato qualcosa, o forse non era lui.
Ma Elis non lo vedeva? Ah cacchio, Elis! Gaia mise la testa fuori dalla porta per cercarlo ma vide solo il faccione di Orfeo, o come cavolo si chiamava, che copriva gran parte della visuale.


Orfeo appare un po' come un fulmine a ciel sereno e, per quanto Gaia lo conosca già, noi lettori non sapevamo nulla di lui e la lunghezza della frase non aiuta a elaborare la sorpresa. Forse avrebbe aiutato rallentare un poco la scena, e far sì che Gaia si "fermasse" un secondo di fronte alla figura di Orfeo ("ma restò immobile mentre guardava [...]" è troppo veloce per avere lo stesso effetto), forse poteva anche uscire con un qualcosa tipo "Cosa ci fai TU qui?!" per far capire meglio che Orfeo, in quel momento, è un estraneo.

Il resto della storia va decisamente troppo di fretta: Gaia è confusa (ed è comprensibile), ma anche io come lettrice non riuscivo a raccapezzarmi su ciò che succedeva.
Ho anche qualche nota dolente sull'epilogo: l'ho trovato troppo "sospeso", come una sorta di finale aperto che, sinceramente, non sono riuscita bene a spiegarmi.

L'idea mi è piaciuta e la protagonista l'ho trovata azzeccata, ma il ritmo troppo veloce mi ha veramente disorientata. Mi dispiace!

Per i bonus e il tema, ovviamente lascio la parola ai giudici, ma per me sono confermati tutti, anche se ammetto che la scena del flashback poteva essere un po' più "distaccata" dal flusso di coscienza per far sì che non risultasse troppo amalgamata al resto della narrazione.

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Davide_Mannucci
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#8 » mercoledì 30 dicembre 2020, 12:22

Ciao Soraia! Grazie per il tuo commento.
Sono totalmente d'accordo su quello che mi hai detto e sarà sicuramente spunto di riflessione. Il tuo commento è uno dei più preziosi e completi. Sono felice perché, anche quando le valutazioni non sono positive - e parlo solo di classifica - quello che appare è l'incipit buono, la caratterizzazione e la scrittura immersiva e questo mi ripaga del lavoro che sto facendo su questo. Per il resto, lavorerò adesso sulla capacità di esporre la trama in modo chiaro. Grazie di cuore perché sei stata completa: mi hai fatto provare ogni tipo di emozione, positiva e negativa e quando accade questo se ne esce arricchiti. Questo è quello che cerco qui... Vedere che il lavoro ripaga e comprendere che ancora c'è da smussare e lavorare...
Che dire? Grazie! :)
Davide Mannucci

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Puch89
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#9 » domenica 3 gennaio 2021, 18:05

Ciao Davide, lieto di rileggerti anche qui.
Allora, questo racconto ha un potenziale ENORME secondo me. Un potenziale che però, per forza di cose, viene reso acerbo dal limite dei caratteri e dal modo spesso confuso in cui hai mostrato determinati passaggi. Hai messo molta, moltissima carne al fuoco per il poco spazio a disposizione, il che non è per forza un male ma più contenuti inserisci più è difficile armonizzare il tutto in favore di una narrazione scorrevole e chiara. Partiamo con ordine.
L'incipit è la parte che ti è riuscita meglio, il flusso di coscienza scorre come un fiume in piena e travolge il lettore, che riesce a calarsi in un attimo nei panni della ragazza. Qui hai gestito davvero molto bene la terza focalizzata, alternando pensieri e azioni in modo magistrale, davvero complimenti. Gaia è ben caratterizzata, almeno in questa prima fase, è la classica sfigatella ma con carattere, una peperina che non accetta la sua condizione ma non sa realmente cosa inventarsi per uscirne fuori. Mi è piaciuta.
I problemi iniziano ad arrivare quando hai introdotto Orfeo ed Elis, (che poi, hai dato a tutti nomi italiani, il nome Elis un po' stona a mio avviso). Lo hai fatto in un modo un po' confuso:
"Gaia lo osservò bene, sembrava proprio lui. Ma che voleva ancora? Aveva già espresso il desiderio e allora? Cos’altro voleva questo ciccione? Forse si era dimenticato qualcosa, o forse non era lui."
Da qui in poi ho dovuto rileggere le successive 6-7 righe tre volte per capire che Orfeo non fosse da solo ma accompagnato dal fantomatico Elis, che quest'ultimo fosse entrato in stanza insieme ad Orfeo e che tentassero di persuaderla nel seguirli.
Probabilmente ha contribuito anche la non pulitissima gestione della punteggiatura, dei punto a capo e dell'uso dei pronomi, che nella terza soggettiva è una dannata spina nel fianco, il tutto ben condito da una situazione che ribalta completamente il mood introdotto dall'incipit.
Gaia alla fine entra nello specchio, e per farcela arrivare ci hai messo troppo secondo me, più che altro perché potevi utilizzare quei caratteri altrove. Una volta arrivata dall'altra parte, si tocca l'apice della confusione. Va bene il senso di smarrimento, il chiedersi costantemente cosa succeda e il rispondersi un passo alla volta, ma ne hai abusato. Capisco che rendere l'idea della mente di un individuo che va a "risvegliarsi" gradualmente e ricordare non sia facile da rendere, ma davvero, ho fatto fatica a tenere il passo, il che dispiace perché poi il contenuto c'è, la storia seppur un po' stereotipata (morte-> illusione -> mondo onirico -> risveglio) ha degli sprazzi di originalità che ho apprezzato molto, tra cui Gaia e il buon Orfeo. E' qui che il poco spazio a disposizione ha pesato tantissimo, perché sei stato costretto a portare avanti una situazione che richiedeva almeno il doppio dei caratteri per essere resa come ce l'avevi davvero in mente.
Alla fine Gaia si risveglia nell'Altrove insieme a Matilda, poiché ormai la sua missione si è compiuta. Rimane un senso di non detto enorme se ci pensi bene. Gaia ha aiutato molta gente, da ciò che dicono Elis e Orfeo, ha fatto molto per molti, ma non ricorda niente. Doveva fare un ultimo passo per ambire all'Altrove, ma non si capisce bene partendo da cosa e perché.
Ora, forse non l'ho capito io e ci sta, ma questo racconto è come una carta regalo meravigliosa, ben confezionata e luccicante, che però una volta aperta non custodisce il regalo che avresti tanto voluto, e mi dispiace moltissimo perché hai gettato le basi per un ottimo romanzo e si vede che non sei di primo pelo, il fatto tuo lo sai.
Per quanto riguarda i bonus ci siamo; il tema principale è azzeccato, lo specchio che viene attraversato è un classico (l'ho usato anch'io!), il sense of wonder ce l'abbiamo e i flashback pure, seppur buttati in pasta nella narrazione senza dargli un loro personale paragrafo.
In conclusione, il racconto è buono ma soffre del limite di caratteri; la caratterizzazione della protagonista, l'incipit magistrale e l'idea di base sono i punti forti. Fossi in te userei questo racconto come base per svilupparci qualcosa di più grande, che gli dia giustizia, che la dia anche a te, è un peccato "sprecarlo" solo per questo contest. A presto rileggerti Davide, è sempre un piacere!

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wladimiro.borchi
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#10 » lunedì 4 gennaio 2021, 15:04

Ciao Davide, mi ero ripromesso di fare le pulci a tutti, ma in questo caso non ci sono riuscito.
Tutto quello che è suonato oscuro agli altri a me è sembrato piuttosto chiaro.
Premetto che, avendo letto, tra i primi peraltro, il tuo romanzo "Altrove" sapevo esattamente chi fosse Orfeo Augusto Nardoni e il suo scopo nel mondo onirico.
Non mi ha, pertanto, in alcun modo disorientato che, quando fa la sua comparsa, Gaia riferisca tra le righe di conoscerlo ma di non ricordarsi tutto fino in fondo. Anzi, quel senso di smarrimento che prova il lettore in quel punto comunica in maniera piuttosto chiara la sensazione della protagonista.
Molte cose restano oscure alla fine della lettura, volutamente direi, come, ad esempio, il ruolo di Todd e del perché a differenza di Gaia, lui possa spostarsi nell'Altrove in vita e conosca Orfeo Augusto.
Le immagini sono, come sempre quando ci conduci del delirio che hai creato, psichedeliche, cariche di musica, suoni e colori. Leggere un racconto come questo è come una botta d'acido. Vero che "sono morta e non lo so" è un tema anche un po' abusato, ma in questo caso è l'originalità della situazione e tutta la serie infinita di non detti che rendono il lavoro davvero superbo. I dubbi che restano al lettore servono proprio a tenerlo incollato in attesa di una spiegazione e il fatto che, alla fine, chi legge non sappia tutto fino in fondo, lasciano con una bella sensazione di "ancora, ne voglio ancora!"
Pregevole anche il doppio twist finale "è morta", "è un sogno", no "è morta".
I bonus ci sono tutti e lo specchio che diventa oblò è da 10.
A rileggerci presto.
W

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Eugene Fitzherbert
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#11 » lunedì 4 gennaio 2021, 18:51

Ciao, Alessandro,
ben trovato qui su minuti contati.
Il tuo racconto è strano. Purtroppo, a differenza dell'Ottimo Wlad, non ho avuto modo di leggere il romanzo Altrove (messo in lista, don't worry), e quindi non ero affatto preparato all'ambientazione e alle presenze inquietanti che affollano la storia. Anche se in realtà, la "storia" in quanto tale è molto sottile, quasi trasparente. Della protagonista sappiamo solo che è 'un'acciughina', per citare una delle canzoni più brutte dell'universo, Ha delle nemiche, è frustrata e disagiata. In pratica è un'adolescente. Intuiamo fin da subito, grazie all'atteggiamento della mamma, che è morta. Purtroppo hai gestito questa informazione in maniera un po' maldestra, soprattutto dopo che il mondo narrativo ha pasteggiato con il buon vecchio Sesto Senso. La descrizione di certi sguardi e movimenti della mamma ha svelato la condizione della protagonista fin dalle prime battute e questo ha stemperato il colpo di scena finale.
L'introduzione di Orfeo, colorato e profumato, e di Elis, bello da togliere il fiato, come la protagonista continua a ripetere in qualsiasi situazione possibile anche quelle meno probabili, è un po' frettolosa e non sembra neanche ben incastrata con il resto dell'azione.
E a proposito dell'azione: dov'è? E non parlo dell'azione da "film d'azione", ma parto di attività che la protagonista deve svolgere per arrivare a un fine. Alla fine del racconto, ancora mi chiedo cosa dovesse fare Gaia e come abbia fatto a guadagnarsi il suo posto Nell'Altrove. Davvero, queste notizie se ci sono sono un po' troppo criptiche, dovresti esplicitarle o metterle in sequenza per riuscire a catturare la mia attenzione.
Altra mancanza: come è morta Gaia? Sembra una domanda morbosa o dal chiaro intento voyeuristico, ma siccome ci hai detto che è schiodata al secondo paragrafo, almeno rivelaci come se ne è andata. Suicidio? (molto probabile) Incidente (un po' meno) Malattia (se la gioca con il suicidio, visto il riferimento alla sua magrezza. Ma se era diventata anoressica fino a morirne, perché non ce lo fai vedere, anche in forma allegorica, quando si trova ribaltata nel suo mondo onirico?)
Forse mi faccio troppe domande, o forse il non aver dimestichezza con il mondo da te inventato, con tutti i suoi riferimenti a Carrol e lo Specchio, Narnia e l'Armadio, Orfeo e l'Omino del Sonno (la versione folkloristica di Sandman) mi ha tenuto lontano dall'apprezzare completamente il tuo lavoro. Mi spiace.

Stilistamente, il testo ha diverse ripetizioni e allitterazioni ce non migliorano la lettura. La punteggiatura è un po' erratica, a volte mancano virgole, altre ti sei perso per strada qualche punto. C'è una discreta quantità di parti raccontate, come per i flash back, che sarebbero stati più incisivi se mostrati. Ma in questo caso, capisco che c'è il maledetto limite dei 20k caratteri.

Detto questo, il lavoro è chiaramente frutto di chi la penna la usa e la usa bene, peccato che PER ME non ha avuto la stessa incisività che invece ha dimostrato nei lettori che ti conoscono da più tempo. Rimedierò, non temere, nel frattempo, piacere di averti letto!

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Davide_Mannucci
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#12 » lunedì 4 gennaio 2021, 20:29

Ciao Eugene...in realtà solo Wladimiro mi conosce. Detto questo grazie mille per il commento...lo apprezzo molto di più di quelli positivi perché un commento come il tuo è uno stimolo per migliorare sulla base dei tuoi competenti e dettagliati consigli...
Grazie davvero di cuore!!
Unica cosa...non mi chiamo Alessandro :)
Davide Mannucci

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Eugene Fitzherbert
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#13 » lunedì 4 gennaio 2021, 20:48

Scusami!
Mi drogo pesantemente e questi sono gli effetti collaterali... :D

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Davide_Mannucci
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#14 » lunedì 4 gennaio 2021, 21:25

Non accetto le scuse!! Mi drogo pesantemente anche io e non ho mai sbagliato un nome!! :D
Davide Mannucci

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Eugene Fitzherbert
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#15 » lunedì 4 gennaio 2021, 21:44

Questo spiega dove sia venuto fuori Orfeo... :D
Io invece devo cambiare spacciatore.

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Fagiolo17
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#16 » martedì 5 gennaio 2021, 13:47

Ciao Davide e piacere di leggerti.

Il tuo racconto mi ha stranito, sia per la gestione del punto di vista, pregno dei pensieri a volte insensati e senza sosta di Gaia.
La trama è piatta. Ok, il morto che non è morto non è certo una novità, ma questo non porta a nulla. Se non a farla trasferire nell’Altrove per...?

Alcuni appunti stilistici sulla prima parte.

“Un’occhiata veloce allo specchio la costrinse a sistemarsi i capelli.
Diede un’occhiata alla sua immagine riflessa nella finestra.”
Due frasi simili a poca distanza.

“Fu però attratta dal profilo del seno che si intravedeva tra il vetro e il verde delle persiane chiuse. Non era male in fondo, piccolo ma sodo e attraente.”

Non avrei usato la prima parte (fu attratta, oltre al però che leverei comunque). Avrei scritto semplicemente: il profilo del seno, piccolo ma sodo e attraente, si intravedeva tra il vetro e il verde delle persiane.

“Certo che non avrebbe saputo come fare; senza di lei avrebbe forse avuto una rivale.”

Non ho capito il senso di questa frase.

“la mamma faceva finta di non vederla né sentirla.”

E già qui si capisce dove stai andando a parare…

La narrazione è sopra le righe, il flusso di coscienza della protagonista in alcuni punti ingombrante.
Orfeo spunta fuori a sorpresa e nonostante la protagonista lo conosca si capisce poco di lui e del suo ruolo.
La cotta per l’amico figo è esageratamente marcata. Mi piacerebbe conoscere una ragazza a cui piaccio un quarto di quanto Elis piace a Gaia. Sarebbe… interessante! :P

Il problema principale che ho riscontrato però è il flusso del racconto, l’azione, il conflitto. Insomma non succede nulla. Lei si accorge di essere morta (come avevamo capito abbastanza presto noi lettori) si ritrova nell’Altrove. Poi si sveglia, ma in realtà è ancora nell’Altrove.
Altro non capita.

Il setting sono sicuro abbia delle potenzialità.

Ah, il flashback raccontato più che mostrato mi ha fatto torcere il naso. Un vero peccato.

Tema:
Sicuramente centrato.

Bonus:
Abbiamo l’adolescente, i flashback, lo specchio e il sense of wonder. Ci sono tutti!

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Davide_Mannucci
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#17 » martedì 5 gennaio 2021, 16:19

Il tuo racconto mi ha stranito, sia per la gestione del punto di vista, pregno dei pensieri a volte insensati e senza sosta di Gaia.
La trama è piatta. Ok, il morto che non è morto non è certo una novità, ma questo non porta a nulla. Se non a farla trasferire nell’Altrove per...?


...nell'Altrove per? In realtà l'Altrove è un punto di arrivo ma nel mezzo c'è il citato Mondo Onirico. Il motivo non è essenziale per l'obiettivo cui il tema della Sfida puntava. Ma deficit mio non aver spostato l'equilibrio su quello. Prendo atto e ci lavoro.

Alcuni appunti stilistici sulla prima parte.

“Un’occhiata veloce allo specchio la costrinse a sistemarsi i capelli.
Diede un’occhiata alla sua immagine riflessa nella finestra.”
Due frasi simili a poca distanza.


Condivido, grazie della segnalazione :)




“Certo che non avrebbe saputo come fare; senza di lei avrebbe forse avuto una rivale.”

Non ho capito il senso di questa frase.


Intendevo dire che senza un'amica poco attraente come Gaia, la splendida Gemma sarebbe stata meno visibile e probabilmente con un'amica altrettanto bella e quindi di una rivale. Ma sta parlando un'adolescente confusa e disperata (e a quell'età-per una ragazza - niente è sopra le righe se non visto dall'esterno)

“la mamma faceva finta di non vederla né sentirla.”

E già qui si capisce dove stai andando a parare…


In realtà non c'era da parte mia l'ossessione di mettere un twist nascosto fino all'ultimo. Non era quello l'intento.

La narrazione è sopra le righe, il flusso di coscienza della protagonista in alcuni punti ingombrante.
Orfeo spunta fuori a sorpresa e nonostante la protagonista lo conosca si capisce poco di lui e del suo ruolo.
La cotta per l’amico figo è esageratamente marcata. Mi piacerebbe conoscere una ragazza a cui piaccio un quarto di quanto Elis piace a Gaia. Sarebbe… interessante! :P


Non so te ma io ho avuto recente esperienza di adolescenze maschili e femminili e posso assicurare che anche qui il tuo "sopra le righe" è sopra le righe.

Ah, il flashback raccontato più che mostrato mi ha fatto torcere il naso. Un vero peccato.


Sono stato poco abile io allora oppure ho un'altra concezione e di raccontato perché a me sembra un pensiero di gaia che ripensa e qui per forza racconti...anzi mostri raccontando. Io credo che a volte ci sia un'idiosincrasia esagerata per il raccontando ma sono opinioni :)

Comunque, a conti fatti il tuo, come tutti quelli non positivi, è uno dei commenti più preziosi, nell'ottica e con lo spirito con cui partecipo a Contest e Sfide
A presto
Davide Mannucci

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Davide_Mannucci
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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#18 » martedì 5 gennaio 2021, 19:27

Ciao Davide e piacere di leggerti.

Il tuo racconto mi ha stranito, sia per la gestione del punto di vista, pregno dei pensieri a volte insensati e senza sosta di Gaia.
.

...giusto per completezza e nello spirito di correzione reciproca....qua sono ancora ad aspettare che tu finisca il periodo... ;)

Grazie ancora:)
Davide Mannucci

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Re: Riscoprirsi Altrove

Messaggio#19 » martedì 5 gennaio 2021, 19:45

Eccomi qui di nuovo Davide.

...nell'Altrove per? In realtà l'Altrove è un punto di arrivo ma nel mezzo c'è il citato Mondo Onirico. Il motivo non è essenziale per l'obiettivo cui il tema della Sfida puntava. Ma deficit mio non aver spostato l'equilibrio su quello. Prendo atto e ci lavoro.

Giustamente è il punto di arrivo, ma mi manca quel conflitto che spinga la protagonista verso quell'obbiettivo. è stato una sensazione mia, quindi è più che giusto che per te il racconto così sia fatto e finito.

Intendevo dire che senza un'amica poco attraente come Gaia, la splendida Gemma sarebbe stata meno visibile e probabilmente con un'amica altrettanto bella e quindi di una rivale. Ma sta parlando un'adolescente confusa e disperata (e a quell'età-per una ragazza - niente è sopra le righe se non visto dall'esterno)

Ok, perfetto. Era quello che immaginavo ma non ero sicuro di aver capito bene.

In realtà non c'era da parte mia l'ossessione di mettere un twist nascosto fino all'ultimo. Non era quello l'intento.

Infatti questo era un commento positivo, nel senso che qui hai seminato sapientemente dove saresti andato a parare col racconto.

Sono stato poco abile io allora oppure ho un'altra concezione e di raccontato perché a me sembra un pensiero di gaia che ripensa e qui per forza racconti...anzi mostri raccontando. Io credo che a volte ci sia un'idiosincrasia esagerata per il raccontando ma sono opinioni :)

No, no. Hai frainteso. Va benissimo così. è un suo pensiero e non può essere "mostrato" più di così. Ma è un peccato parlarne in un pensiero, dove chiaramente non c'è modo per "mostrare" la scena.
Sul fatto che le parti "mostrate" siano più forti di quelle "raccontate" siamo d'accordo, no? Per questo mi dispiace quel pezzo di storia rimanga rilegato in un ricordo.

Il tuo racconto mi ha stranito, sia per la gestione del punto di vista, pregno dei pensieri a volte insensati e senza sosta di Gaia.

Ahia. E qui casca l'asino. Merito il cappello a punta e di finire dietro la lavagna. ;)

E a leggendo gli altri commenti ora sono curioso anche io di scoprire il tuo libro "Altrove". Si trova su Amazon?

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