Occhi aperti
- Signor_Darcy
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Occhi aperti
Occhi aperti
di Stefano Floccari
Sdeng
Il clangore è improvviso, insopportabile.
Apro gli occhi, non vedo un cazzo. Ci metto un paio di secondi a ricordare dove mi trovo, il pavimento di cemento che sta distruggendo la mia schiena.
L’ odore di merda e di sudore mi provoca un conato di vomito.
“Dormito bene, stronzetto?” Gino non è a più di mezzo metro dalla mia testa. Riesco quasi a sentire la presenza del suo corpo, è quasi un sollievo in questo freddo di merda.
“Abbastanza, grazie”. Mi sono assopito, ma immagino che al primo respiro pesante lo stronzo abbia pensato bene di farmi passare quest’idea malsana. Provo a dissimulare l’ira che mi sta rodendo i nervi, gli organi, perfino il buco del culo. “Posso chiedere a te per la colazione?”
“Ma certo, stronzetto”. Gino ha la risposta pronta, non fosse un cazzo di criminale potrebbe essere una persona piacevole. Che poi nemmeno si chiama Gino, ma il suo nome slavo non lo conosco. Né lo voglio sapere: per me Gino può anche morire. “Che ne dici di un po’ di marmellata?”
“Magari…”. Brutta idea l’aver iniziato questo gioco.
Lo sento tirar su col naso. Un rumore liquido, catramoso. Poi Gino sputa e io sento una leggera pressione sulla coscia destra.
“Buon appetito”, bofonchia. Mi viene da piangere, ma cerco di non emettere nemmeno un sospiro. “Mangia lentamente, deve bastarti per tutto il giorno”.
Sdeng
Ancora quel cazzo di coperchio, o qualsiasi cosa sia. La testa mi fa un male atroce, è come se un enorme apribottiglie mi stesse estraendo il cervello da un buco nel cranio.
“Lasciami dormire, ti supplico”. Un segno di cedimento. Merda.
“Dipende da te, stronzetto”. Mi tira un calcio, sento il suo scarpone penetrarmi in un fianco. Cerco di rannicchiarmi come a proteggere il mio corpo, ma la catena alle caviglie me lo impedisce premendo sulle piaghe. Urlo di dolore.
“Taci!” Un altro calcio, stavolta mi colpisce sul gomito. Stringo i denti e stavolta il lamento rimane strozzato in gola. Aspetto rassegnato un nuovo colpo, che però non arriva.
Sospiro di sollievo, una, due, tre volte. Poi il dolore atroce di un uomo di novanta chili che mi passeggia sull’addome. Spalanco gli occhi, urlo di nuovo.
“Strilla, strilla, frocetto. Non ti sente nessuno”.
Purtroppo ha ragione.
Sdeng
“Ben svegliato, tesoruccio”. Gino sembra su di giri. “Occhi aperti, mi raccomando”.
Un lampo devastante. La mano di Gino frusta il mio zigomo con la forza di cento bisonti lanciati in corsa.
“Occhi aperti!”, ripete ridacchiando.
Sì, è decisamente di buon umore.
Sdeng
“Acqua!”
“Hai sete, eh?”
“Acqua!”, ripeto. Un breve rumore sordo, come uno strappo o una cerniera.
“Bevi, bevi!” Un fiotto caldo mi investe la testa.
Mi sento annegare.
Sdeng
Un cazzotto, senza troppi preamboli.
Sento il suono flebile delle mie lacrime che cadono sul linoleum.
Sdeng
Sdeng
Sdeng
“Nel bosco. Sono nel bosco.” Sto tradendo i miei compagni. “Vicino al lago, c’è una grotta nella roccia”.
“Bravo stronzetto. Visto che non era difficile?”
Ho tradito i miei compagni.
Un rumore rapido. Gino sta caricando la pistola.
“Grazie tante.”
di Stefano Floccari
Sdeng
Il clangore è improvviso, insopportabile.
Apro gli occhi, non vedo un cazzo. Ci metto un paio di secondi a ricordare dove mi trovo, il pavimento di cemento che sta distruggendo la mia schiena.
L’ odore di merda e di sudore mi provoca un conato di vomito.
“Dormito bene, stronzetto?” Gino non è a più di mezzo metro dalla mia testa. Riesco quasi a sentire la presenza del suo corpo, è quasi un sollievo in questo freddo di merda.
“Abbastanza, grazie”. Mi sono assopito, ma immagino che al primo respiro pesante lo stronzo abbia pensato bene di farmi passare quest’idea malsana. Provo a dissimulare l’ira che mi sta rodendo i nervi, gli organi, perfino il buco del culo. “Posso chiedere a te per la colazione?”
“Ma certo, stronzetto”. Gino ha la risposta pronta, non fosse un cazzo di criminale potrebbe essere una persona piacevole. Che poi nemmeno si chiama Gino, ma il suo nome slavo non lo conosco. Né lo voglio sapere: per me Gino può anche morire. “Che ne dici di un po’ di marmellata?”
“Magari…”. Brutta idea l’aver iniziato questo gioco.
Lo sento tirar su col naso. Un rumore liquido, catramoso. Poi Gino sputa e io sento una leggera pressione sulla coscia destra.
“Buon appetito”, bofonchia. Mi viene da piangere, ma cerco di non emettere nemmeno un sospiro. “Mangia lentamente, deve bastarti per tutto il giorno”.
Sdeng
Ancora quel cazzo di coperchio, o qualsiasi cosa sia. La testa mi fa un male atroce, è come se un enorme apribottiglie mi stesse estraendo il cervello da un buco nel cranio.
“Lasciami dormire, ti supplico”. Un segno di cedimento. Merda.
“Dipende da te, stronzetto”. Mi tira un calcio, sento il suo scarpone penetrarmi in un fianco. Cerco di rannicchiarmi come a proteggere il mio corpo, ma la catena alle caviglie me lo impedisce premendo sulle piaghe. Urlo di dolore.
“Taci!” Un altro calcio, stavolta mi colpisce sul gomito. Stringo i denti e stavolta il lamento rimane strozzato in gola. Aspetto rassegnato un nuovo colpo, che però non arriva.
Sospiro di sollievo, una, due, tre volte. Poi il dolore atroce di un uomo di novanta chili che mi passeggia sull’addome. Spalanco gli occhi, urlo di nuovo.
“Strilla, strilla, frocetto. Non ti sente nessuno”.
Purtroppo ha ragione.
Sdeng
“Ben svegliato, tesoruccio”. Gino sembra su di giri. “Occhi aperti, mi raccomando”.
Un lampo devastante. La mano di Gino frusta il mio zigomo con la forza di cento bisonti lanciati in corsa.
“Occhi aperti!”, ripete ridacchiando.
Sì, è decisamente di buon umore.
Sdeng
“Acqua!”
“Hai sete, eh?”
“Acqua!”, ripeto. Un breve rumore sordo, come uno strappo o una cerniera.
“Bevi, bevi!” Un fiotto caldo mi investe la testa.
Mi sento annegare.
Sdeng
Un cazzotto, senza troppi preamboli.
Sento il suono flebile delle mie lacrime che cadono sul linoleum.
Sdeng
Sdeng
Sdeng
“Nel bosco. Sono nel bosco.” Sto tradendo i miei compagni. “Vicino al lago, c’è una grotta nella roccia”.
“Bravo stronzetto. Visto che non era difficile?”
Ho tradito i miei compagni.
Un rumore rapido. Gino sta caricando la pistola.
“Grazie tante.”
Re: Occhi aperti
Ciao Stefano!m Caratteri e tempo ok, buona FRANCESCA BERTUZZI EDITION anche a te!
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Occhi aperti
Ciao Stefano,
un racconto che parte (molto) bene, crea una bella attesa anche grazie alla potenza del linguaggio, delle immagini e al tuo stile efficace, ma va perdendo un po’ di vigore man mano che avanza verso il finale.
Penso che il problema sia il fatto che non viene fatta menzione, fino alla fine, di quale sia il significato della prigionia. Non sappiamo perché è lì, mi sono immaginato varie possibilità tra cui il puro istinto sadico di tenere una persona in cattività e vedere quanto campa. Non c’è semina sul fatto che debba tradire i compagni per porre fine alle angherie, eppure siamo nella sua testa. Potremmo valutare insieme a lui i pro e i contro della scelta, senza necessariamente esplicitarla, ma sapere che il conflitto è lì. E invece stiamo soffrendo e basta. Quello che dovrebbe essere il pay-off si depotenzia in una semplice punch-line che non offre appigli nel resto del racconto.
Narrato bene, eh. Molto vivido. Ma poteva essere sfruttato meglio.
NOTE:
“Sospiro di sollievo, una, due, tre volte”: figuratelo. Prova a replicarlo dal vivo.
“con la forza di cento bisonti lanciati in corsa”: iperbole forse non necessaria
“Sento il suono flebile delle mie lacrime che cadono sul linoleum”: ma non stava sul cemento?
a presto, spero d’esser stato utile!
andrea
un racconto che parte (molto) bene, crea una bella attesa anche grazie alla potenza del linguaggio, delle immagini e al tuo stile efficace, ma va perdendo un po’ di vigore man mano che avanza verso il finale.
Penso che il problema sia il fatto che non viene fatta menzione, fino alla fine, di quale sia il significato della prigionia. Non sappiamo perché è lì, mi sono immaginato varie possibilità tra cui il puro istinto sadico di tenere una persona in cattività e vedere quanto campa. Non c’è semina sul fatto che debba tradire i compagni per porre fine alle angherie, eppure siamo nella sua testa. Potremmo valutare insieme a lui i pro e i contro della scelta, senza necessariamente esplicitarla, ma sapere che il conflitto è lì. E invece stiamo soffrendo e basta. Quello che dovrebbe essere il pay-off si depotenzia in una semplice punch-line che non offre appigli nel resto del racconto.
Narrato bene, eh. Molto vivido. Ma poteva essere sfruttato meglio.
NOTE:
“Sospiro di sollievo, una, due, tre volte”: figuratelo. Prova a replicarlo dal vivo.
“con la forza di cento bisonti lanciati in corsa”: iperbole forse non necessaria
“Sento il suono flebile delle mie lacrime che cadono sul linoleum”: ma non stava sul cemento?
a presto, spero d’esser stato utile!
andrea
- Signor_Darcy
- Messaggi: 356
Re: Occhi aperti
Andrea Lauro ha scritto:“Sospiro di sollievo, una, due, tre volte”: figuratelo. Prova a replicarlo dal vivo.
“con la forza di cento bisonti lanciati in corsa”: iperbole forse non necessaria
“Sento il suono flebile delle mie lacrime che cadono sul linoleum”: ma non stava sul cemento?
a presto, spero d’esser stato utile!
andrea
Utilissimo.
I primi due punti sono dubbi che ho avuto anch'io: avrei fatto meglio a dar ascolto alla sensazione.
Il terzo è un errore: era vinil-amianto all'inizio, poi linoleum, poi cemento; ma la seconda menzione si è persa per strada, mannaggia.
Grazie.
-
- Messaggi: 3144
Re: Occhi aperti
OCCHI APERTI di Stefano Floccari Tema centrato. L’ambientazione è di guerra, a me ha fatto pensare ai tempi della guerra della Bosnia Erzegovina. Questo, per via del torturatore Gino, dal nome che il protagonista trova impronunciabile. Sono molto ben rese le scene delle torture: quella della fame e della sete, con dettagli raccapriccianti (moccio, urina) e quella del manrovescio per impedire il sonno al protagonista, per non parlare dell’ossessivo suono metallico che accompagna quella tortura. È ovvio che, con un regime di vita simile, il protagonista finisca per crollare e rivelare i nomi dei compagni e la sede del loro rifugio. Drammatico il finale: il torturatore alla fine lo uccide.
Re: Occhi aperti
Ciao Stefano e piacere di leggerti.
Il racconto è interessante, per il senso di esasperazione che sei riuscito a creare. Mi è piaciuto molto l’utilizzo degli “sdeng” a scandire il tempo del racconto, azzeccato e molto evocativo.
Tecnicamente invece non è perfetto, c’è qualche ripetizione e qualcosina che andrebbe sistemato. Al primo posto ti segnalo che in 3.000 battute hai usato 5 volte la parola “sento” che in linea di massima sarebbe meglio non utilizzare mai (o il meno possibile) esattamente come gli altri verbi percettivi.
Nel finale il fatto che tradisca i suoi amici che non conosciamo e che non sono mai stati tirati fuori neppure con un pensiero fino a quel punto non crea la giusta empatia. Hai dovuto concludere dando una motivazione per questa tortura, ma non è stata sufficientemente seminata per il resto del racconto.
La morte del protagonista invece è azzeccata e mi è piaciuta.
Una buona idea con una resa non perfetta, ma più che gradevole.
Il racconto è interessante, per il senso di esasperazione che sei riuscito a creare. Mi è piaciuto molto l’utilizzo degli “sdeng” a scandire il tempo del racconto, azzeccato e molto evocativo.
Tecnicamente invece non è perfetto, c’è qualche ripetizione e qualcosina che andrebbe sistemato. Al primo posto ti segnalo che in 3.000 battute hai usato 5 volte la parola “sento” che in linea di massima sarebbe meglio non utilizzare mai (o il meno possibile) esattamente come gli altri verbi percettivi.
Nel finale il fatto che tradisca i suoi amici che non conosciamo e che non sono mai stati tirati fuori neppure con un pensiero fino a quel punto non crea la giusta empatia. Hai dovuto concludere dando una motivazione per questa tortura, ma non è stata sufficientemente seminata per il resto del racconto.
La morte del protagonista invece è azzeccata e mi è piaciuta.
Una buona idea con una resa non perfetta, ma più che gradevole.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Occhi aperti
Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Dunque, la scansione evocativa (molto cruda) delle scene rende comunque la situazione della prigionia, il cui motivo rimane non dichiarato sino alla fine. E questo, a mio avviso, è un punto di vantaggio perché ti concentri progressivamente sul dolore e sulla recrudescenza del rapporto con l'aguzzino. Il finale, fulmineo, chiarisce tutto, sebbene la backstory del protagonista non sia neanche accennata. Una buona prova. A rileggerci e buona edition.
Dunque, la scansione evocativa (molto cruda) delle scene rende comunque la situazione della prigionia, il cui motivo rimane non dichiarato sino alla fine. E questo, a mio avviso, è un punto di vantaggio perché ti concentri progressivamente sul dolore e sulla recrudescenza del rapporto con l'aguzzino. Il finale, fulmineo, chiarisce tutto, sebbene la backstory del protagonista non sia neanche accennata. Una buona prova. A rileggerci e buona edition.
- Quarantine AlessandroCatanzaro
- Messaggi: 44
Re: Occhi aperti
Ciao Stefano, piacere di leggerti
Il tuo racconto è uno dei miei, mi ci trovo bene, sei nella mia zona di confort, mi sento a mio agio nel leggerti, è duro e crudo.
MI piace anche come scandisci i tempi e come rendi vivida la scena.
Ho trovato il finale però meno potente di come immaginavo durante la lettura, certo il crollo era inevitabile ma crollare per quale motivo? l'ho scoperto tardi, avrei preferito saperlo prima soprattutto perché parli in prima persona. Poi qualche ripetizione che ti ha tolto caratteri e quindi possibilità di farmi stare nella scena finale, comunque bella storia che poteva rendere un po' di più con qualche accorgimento. A rileggerci.
Il tuo racconto è uno dei miei, mi ci trovo bene, sei nella mia zona di confort, mi sento a mio agio nel leggerti, è duro e crudo.
MI piace anche come scandisci i tempi e come rendi vivida la scena.
Ho trovato il finale però meno potente di come immaginavo durante la lettura, certo il crollo era inevitabile ma crollare per quale motivo? l'ho scoperto tardi, avrei preferito saperlo prima soprattutto perché parli in prima persona. Poi qualche ripetizione che ti ha tolto caratteri e quindi possibilità di farmi stare nella scena finale, comunque bella storia che poteva rendere un po' di più con qualche accorgimento. A rileggerci.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Occhi aperti
Occhi aperti, di Stefano Floccari,
Interpretazione del tema molto originale, un prigioniero che crolla durante l'interrogatorio.
Ottimo il flusso di lettura, e dettagli sensoriali e l'immersività.
Hai usato troppe volte "sento", i verbi percettivi è meglio evitarli (così dicono).
Mi è piaciuto anche il finale, dove scopriamo il motivo di tutto questo ma attenzione: essendo così nebuloso, ci ho messo un po' a capire che gino è il suo carceriere. All'inizio, credevo fosse un compagno di cella particolarmente bullo.
sullo stile, qualche appunto te lo faccio.
i dialoghi non mi sono stati chiarissimi. Senza beat o trucchetti per far capire chi sta parlando diventa difficile capire il verso della conversazione.
Difficoltà aumentata dalle frasi lunghe di pensato.
“Che ne dici di un po’ di marmellata?”
ad esempio, qui ancora adesso non sono sicuro su chi pronuncia la frase.
Interpretazione del tema molto originale, un prigioniero che crolla durante l'interrogatorio.
Ottimo il flusso di lettura, e dettagli sensoriali e l'immersività.
Hai usato troppe volte "sento", i verbi percettivi è meglio evitarli (così dicono).
Mi è piaciuto anche il finale, dove scopriamo il motivo di tutto questo ma attenzione: essendo così nebuloso, ci ho messo un po' a capire che gino è il suo carceriere. All'inizio, credevo fosse un compagno di cella particolarmente bullo.
sullo stile, qualche appunto te lo faccio.
i dialoghi non mi sono stati chiarissimi. Senza beat o trucchetti per far capire chi sta parlando diventa difficile capire il verso della conversazione.
Difficoltà aumentata dalle frasi lunghe di pensato.
“Che ne dici di un po’ di marmellata?”
ad esempio, qui ancora adesso non sono sicuro su chi pronuncia la frase.
- AndreaDeAgnoi
- Messaggi: 34
Re: Occhi aperti
Tema rispettato, nulla da dire.
Nel finale, avrei inserito compagni nel dialogo, è un po' innaturale quel "sto tradendo i miei compagni"
Il protagonista sembra bendato, da come descrivi la situazione, chapeau per averlo fatto intendere così senza dirlo palesemente.
"Riesco quasi a sentire la presenza del suo corpo, è quasi un sollievo in questo freddo di merda."
"Un altro calcio, stavolta mi colpisce sul gomito. Stringo i denti e stavolta il lamento rimane strozzato in gola"
Avrei evitato la ripetizione di stavolta e quasi.
"sento una leggera pressione sulla coscia destra."
Avrei fatto sentire qualcosa di umido sulla coscia, una leggera pressione mi fa più pensare ad un sasso che a del moccio
"Mi sento annegare."
Non mi convince che una pisciata in faccia faccia provare l'annegamento, capisco se gli avesse infilato la testa in un cesso sporco...
"Un cazzotto, senza troppi preamboli.
Sento il suono flebile delle mie lacrime che cadono sul linoleum."
Personalmente trovo poco efficace fargli sentire il suono delle lacrime, è un po' troppo... Poetico per la scena. Magari un dente che si stacca e cade?
Nel finale, avrei inserito compagni nel dialogo, è un po' innaturale quel "sto tradendo i miei compagni"
Il protagonista sembra bendato, da come descrivi la situazione, chapeau per averlo fatto intendere così senza dirlo palesemente.
"Riesco quasi a sentire la presenza del suo corpo, è quasi un sollievo in questo freddo di merda."
"Un altro calcio, stavolta mi colpisce sul gomito. Stringo i denti e stavolta il lamento rimane strozzato in gola"
Avrei evitato la ripetizione di stavolta e quasi.
"sento una leggera pressione sulla coscia destra."
Avrei fatto sentire qualcosa di umido sulla coscia, una leggera pressione mi fa più pensare ad un sasso che a del moccio
"Mi sento annegare."
Non mi convince che una pisciata in faccia faccia provare l'annegamento, capisco se gli avesse infilato la testa in un cesso sporco...
"Un cazzotto, senza troppi preamboli.
Sento il suono flebile delle mie lacrime che cadono sul linoleum."
Personalmente trovo poco efficace fargli sentire il suono delle lacrime, è un po' troppo... Poetico per la scena. Magari un dente che si stacca e cade?
- Signor_Darcy
- Messaggi: 356
Re: Occhi aperti
Grazie a tutti per i consigli e gli spunti, davvero preziosi.
Un po' mi spiace essere arrivato stanchissimo lunedì sera perché a questo punto ho capito che, con un po' di attenzione in più, questo racconto avrebbe avuto del potenziale. Peccato.
Un po' mi spiace essere arrivato stanchissimo lunedì sera perché a questo punto ho capito che, con un po' di attenzione in più, questo racconto avrebbe avuto del potenziale. Peccato.
Re: Occhi aperti
Ciao Stefano, è un piacere rileggerti!
Decisamente un testo molto crudo e il linguaggio "scurrile" aiuta parecchio a far trasparire la violenza e la crudeltà della storia.
L'unica cosa che non mi ha convinto è la situazione stessa: suppongo siano in guerra, ma non ho idea né di chi sia il protagonista, né questo "Gino". Perché è stato imprigionato? Chi è che esattamente ha tradito?
L'ho trovato aderente al tema, come un crollo del personaggio principale.
Nonostante tutto, ti voglio far i complimenti per lo stile utilizzato e, in generale, per la forma del testo.
Decisamente un testo molto crudo e il linguaggio "scurrile" aiuta parecchio a far trasparire la violenza e la crudeltà della storia.
L'unica cosa che non mi ha convinto è la situazione stessa: suppongo siano in guerra, ma non ho idea né di chi sia il protagonista, né questo "Gino". Perché è stato imprigionato? Chi è che esattamente ha tradito?
L'ho trovato aderente al tema, come un crollo del personaggio principale.
Nonostante tutto, ti voglio far i complimenti per lo stile utilizzato e, in generale, per la forma del testo.
- Davide_Mannucci
- Messaggi: 434
Re: Occhi aperti
Ciao Stefano e piacere di leggerti.
Il tuo racconto è potenzialmente una bomba. Hai ragione, con un po’ di attenzione sarebbe davvero un ottimo racconto. Questo n on fa che aumentare la mia solidarietà perché è il mi problema: arrivo cotto e cedo alla tentazione di pensare “basta, va bene così” e poi mi mangio le mani e leggo nei commenti le conferme ai dubbi che mi erano venuti a una prima lettura dopo averlo scritto.
Mancano dei beat qua e là e a volte i dialoghi si confondono e quei “sento” di troppo fanno male al ritmo e all’armonia dello stile, che comunque è buono, ma questo si sa leggendoti più volte.
Bella l’originalità interpretativa del tema.
Una buona prova viziata da difetti probabilmente dovuti alla disattenzione perché tu sai fare davvero molto meglio.
Alla prossima
Il tuo racconto è potenzialmente una bomba. Hai ragione, con un po’ di attenzione sarebbe davvero un ottimo racconto. Questo n on fa che aumentare la mia solidarietà perché è il mi problema: arrivo cotto e cedo alla tentazione di pensare “basta, va bene così” e poi mi mangio le mani e leggo nei commenti le conferme ai dubbi che mi erano venuti a una prima lettura dopo averlo scritto.
Mancano dei beat qua e là e a volte i dialoghi si confondono e quei “sento” di troppo fanno male al ritmo e all’armonia dello stile, che comunque è buono, ma questo si sa leggendoti più volte.
Bella l’originalità interpretativa del tema.
Una buona prova viziata da difetti probabilmente dovuti alla disattenzione perché tu sai fare davvero molto meglio.
Alla prossima
Davide Mannucci
Re: Occhi aperti
Un racconto duro che si legge d'un fiato, ma che è rimasto con un retrogusto amarognolo nella mia testa: ha ragione Lauro quando dice che il pay off si è tramutato in una semplice punch line e questo perché manca ogni riferimento, pur essendo nella testa del protagonista, al contesto e al suo eventuale travaglio interiore. In più, ti sottolineo anche questo Gino che tu definisci come slavo che, però, non percepisco neppure un briciolo come tale perché lo "sento" (nella mia testa) parlare in un perfetto italiano, forse era da sporcare un po'. Insomma, si vede tutta la tua capacità di scrittore, ma il colpo ti è rimasto per buona parte in canna ed è un peccato vero perché le fondamenta c'erano tutte, dovevi solo lavorarci un po' di più per modulare le informazioni. Per me un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo solido.
- Signor_Darcy
- Messaggi: 356
Re: Occhi aperti
antico ha scritto:Un racconto duro che si legge d'un fiato, ma che è rimasto con un retrogusto amarognolo nella mia testa: ha ragione Lauro quando dice che il pay off si è tramutato in una semplice punch line e questo perché manca ogni riferimento, pur essendo nella testa del protagonista, al contesto e al suo eventuale travaglio interiore. In più, ti sottolineo anche questo Gino che tu definisci come slavo che, però, non percepisco neppure un briciolo come tale perché lo "sento" (nella mia testa) parlare in un perfetto italiano, forse era da sporcare un po'. Insomma, si vede tutta la tua capacità di scrittore, ma il colpo ti è rimasto per buona parte in canna ed è un peccato vero perché le fondamenta c'erano tutte, dovevi solo lavorarci un po' di più per modulare le informazioni. Per me un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo solido.
Grazie, un commento – come anche i precedenti, del resto – molto utile.
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