Trading places
- Gianni Tabaldi
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Trading places
«Se mi vuole seguire, le mostrerò ora il Flegetonte: è il reparto della nostra fabbrica addetto alla lavorazione a fuoco.»
Hades sorride, apre la porta all’ospite, e lo invita a passare. I due entrano in una nuova sezione del Tartaro.
La dimensione tasca in cui si trovano si estende a perdita d’occhio. Un fiume di fuoco di lava erutta da una cavità alla loro sinistra, e prosegue per l’intera lunghezza di quella sezione di mondo, fino a scomparire all’orizzonte. Dal tetto periodicamente le anime dei morti vengono calate nel magma incandescente, si contorcono come pezzi di carta gettati in un camino, e vengono inceneriti dal calore del fiume infuocato. In quegli attimi gridano come forsennati.
Hades fa un’espressione beata, al suono di quelle urla di agonia. È il rumore che fa un’industria efficiente.
Sebaot, il Signore degli Eserciti, non fa invece una piega. Il suo volto è imperscrutabile, una perfetta faccia da poker. La cosa preoccupa Hades: pensava di potere convincerlo facilmente. Per lui non è che un cazzo di dio mediorientale minore, un beduino arricchito, e quello che gli sta mostrando è uno dei beni metafisici più redditizi e desiderati da che l’universo è stato generato. Dovrebbe avere la mascella per terra ed essere senza parole. Al momento nell’intero creato forse solo qualche pantheon orientale ha una fabbrica per la lavorazione delle anime come quella, ma nessuna può vantare una forgia per la purificazione a fuoco dei dannati così.
«Dopo questo trattamento, come lavorate gli spiriti?»
È la prima domanda che fa ad Hades, da quando gli ha fatto quella stupida richiesta su quante anime al giorno poteva traghettare Caronte. Anche questa volta il dio dell’Oltretomba greco tenta di nascondere il disgusto che prova. Ci ha impiegato secoli a creare quel meccanismo efficiente e geniale. Se non fosse per la crisi di fede che sta investendo l’intero settore, non si sarebbe mai sognato di dover vendere l’intera baracca, specie a degli dèi stranieri come quello.
«Siamo alla parte finale del trattamento: vengono immersi nel Lete, il fiume dell’oblio, che ne cancella ricordi e identità. Le anime dei morti a questo punto sono totalmente ricondizionate e pronte per essere reimmesse sul mercato, come se fossero nuove.»
Sebaot non sembra convinto.
«Reincarnazione? Non è il tipo di affari di cui tratto. La lavorazione a fuoco mi piace, potrebbe servirmi nel nuovo brand che io, mio figlio e il mio terzo socio, intendiamo lanciare. Ma la metempsicosi è così fuori moda e poco redditizia…»
Hades sorride in maniera così artefatta e fasulla, che i suoi denti stridono. Detesta questi nuovi, piccoli dei, appena arrivati alla ribalta, e che credono di potere insegnare a lui come fare il suo mestiere. In oriente la reincarnazione funziona da millenni e tutt’ora è il servizio più richiesto dagli uomini dopo la morte.
«Ovviamente, se l’affare andrà in porto, potrete fare tutte le modifiche alla catena produttiva che vorrete…»
Sebaot soppesa l’idea.
«Mi ha convinto, penso che l’acquisto si possa fare.»
Porge la mano ad Hades, per sancire l’accordo.
Il dio greco fa accompagnare il nuovo acquirente del suo regno nel suo ufficio, ai Campi Elisi, per le ultime firme.
Dopo che Sebaot si è allontanato, Hades si gira per rimirare un’ultima volta il Tartaro. Ricorda ancora come si sentì fregato da Zeus, suo fratello minore, quando assieme a Poseidone si spartirono l’universo. Dopo avere evirato il loro padre, lui e i suoi congiunti tirarono a sorte, e a lui come eredità toccò l’Oltretomba.
Aveva odiato che gli fosse spettato proprio quel posto, eppure ora che lo sta vendendo si sente dispiaciuto.
Guarda e rimira il suo regno, l’attività che ha costruito con tanto impegno e per tutti quei secoli, e pensa a come, quando quello sporco arrivista dio mediorientale comprerà l’intera baracca, più niente di tutto questo sarà suo.
Sospira.
Gli mancherà, il suo piccolo mondo crudele.
Hades sorride, apre la porta all’ospite, e lo invita a passare. I due entrano in una nuova sezione del Tartaro.
La dimensione tasca in cui si trovano si estende a perdita d’occhio. Un fiume di fuoco di lava erutta da una cavità alla loro sinistra, e prosegue per l’intera lunghezza di quella sezione di mondo, fino a scomparire all’orizzonte. Dal tetto periodicamente le anime dei morti vengono calate nel magma incandescente, si contorcono come pezzi di carta gettati in un camino, e vengono inceneriti dal calore del fiume infuocato. In quegli attimi gridano come forsennati.
Hades fa un’espressione beata, al suono di quelle urla di agonia. È il rumore che fa un’industria efficiente.
Sebaot, il Signore degli Eserciti, non fa invece una piega. Il suo volto è imperscrutabile, una perfetta faccia da poker. La cosa preoccupa Hades: pensava di potere convincerlo facilmente. Per lui non è che un cazzo di dio mediorientale minore, un beduino arricchito, e quello che gli sta mostrando è uno dei beni metafisici più redditizi e desiderati da che l’universo è stato generato. Dovrebbe avere la mascella per terra ed essere senza parole. Al momento nell’intero creato forse solo qualche pantheon orientale ha una fabbrica per la lavorazione delle anime come quella, ma nessuna può vantare una forgia per la purificazione a fuoco dei dannati così.
«Dopo questo trattamento, come lavorate gli spiriti?»
È la prima domanda che fa ad Hades, da quando gli ha fatto quella stupida richiesta su quante anime al giorno poteva traghettare Caronte. Anche questa volta il dio dell’Oltretomba greco tenta di nascondere il disgusto che prova. Ci ha impiegato secoli a creare quel meccanismo efficiente e geniale. Se non fosse per la crisi di fede che sta investendo l’intero settore, non si sarebbe mai sognato di dover vendere l’intera baracca, specie a degli dèi stranieri come quello.
«Siamo alla parte finale del trattamento: vengono immersi nel Lete, il fiume dell’oblio, che ne cancella ricordi e identità. Le anime dei morti a questo punto sono totalmente ricondizionate e pronte per essere reimmesse sul mercato, come se fossero nuove.»
Sebaot non sembra convinto.
«Reincarnazione? Non è il tipo di affari di cui tratto. La lavorazione a fuoco mi piace, potrebbe servirmi nel nuovo brand che io, mio figlio e il mio terzo socio, intendiamo lanciare. Ma la metempsicosi è così fuori moda e poco redditizia…»
Hades sorride in maniera così artefatta e fasulla, che i suoi denti stridono. Detesta questi nuovi, piccoli dei, appena arrivati alla ribalta, e che credono di potere insegnare a lui come fare il suo mestiere. In oriente la reincarnazione funziona da millenni e tutt’ora è il servizio più richiesto dagli uomini dopo la morte.
«Ovviamente, se l’affare andrà in porto, potrete fare tutte le modifiche alla catena produttiva che vorrete…»
Sebaot soppesa l’idea.
«Mi ha convinto, penso che l’acquisto si possa fare.»
Porge la mano ad Hades, per sancire l’accordo.
Il dio greco fa accompagnare il nuovo acquirente del suo regno nel suo ufficio, ai Campi Elisi, per le ultime firme.
Dopo che Sebaot si è allontanato, Hades si gira per rimirare un’ultima volta il Tartaro. Ricorda ancora come si sentì fregato da Zeus, suo fratello minore, quando assieme a Poseidone si spartirono l’universo. Dopo avere evirato il loro padre, lui e i suoi congiunti tirarono a sorte, e a lui come eredità toccò l’Oltretomba.
Aveva odiato che gli fosse spettato proprio quel posto, eppure ora che lo sta vendendo si sente dispiaciuto.
Guarda e rimira il suo regno, l’attività che ha costruito con tanto impegno e per tutti quei secoli, e pensa a come, quando quello sporco arrivista dio mediorientale comprerà l’intera baracca, più niente di tutto questo sarà suo.
Sospira.
Gli mancherà, il suo piccolo mondo crudele.
Re: Trading places
Ciao Gianni! Parametri tutti ok anche per te, buona MAURIZIO FERRERO EDITION!
- GiulianoCannoletta
- Messaggi: 520
Re: Trading places
Ciao Gianni, piacere di averti letto.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, in particolare ho trovato originale e piacevole l'interpretazione del tema, questo passaggio di consegne degli inferi a cui è costretto Hades a causa della crisi di fede.
Anche il tuo stile mi piace, ti faccio qualche personalissima osservazione su come secondo me potrebbe migliorare ancora.
Il punto di vista. Ci sono alcuni passaggi in cui si assume il pdv di Hades, altri da cui pare di uscirne un po'. Per esempio:
"La cosa preoccupa Hades: pensava di potere convincerlo facilmente. Per lui non è che un cazzo di dio mediorientale minore," qui siamo un po' esterni, per mantenere il pdv sarebbe meglio una cosa tipo: "la cosa è preoccupante, pensava di convincerlo facilmente. È solo un cazzo di dio..." senza specificare che sono pensieri di Hades/per lui.
Avverbi in -mente. Facci caso, spesso appesantiscono la scena, oltre a non essere molto vividi. Questo è un esempio perfetto:
"Dal tetto periodicamente le anime dei morti vengono..." Periodicamente, cioè ogni quanto? Il lettore fatica a figurarselo, meglio levarlo o sostituirlo con un riferimento più concreto. (Il seguito di questo pezzo mi è piaciuto molto, perfetto il paragone coi pezzi di carta gettati nel camino).
Consigli personali su come limare un testo già buono, spero di esserti stato utile.
A rileggerti presto!
Giuliano
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, in particolare ho trovato originale e piacevole l'interpretazione del tema, questo passaggio di consegne degli inferi a cui è costretto Hades a causa della crisi di fede.
Anche il tuo stile mi piace, ti faccio qualche personalissima osservazione su come secondo me potrebbe migliorare ancora.
Il punto di vista. Ci sono alcuni passaggi in cui si assume il pdv di Hades, altri da cui pare di uscirne un po'. Per esempio:
"La cosa preoccupa Hades: pensava di potere convincerlo facilmente. Per lui non è che un cazzo di dio mediorientale minore," qui siamo un po' esterni, per mantenere il pdv sarebbe meglio una cosa tipo: "la cosa è preoccupante, pensava di convincerlo facilmente. È solo un cazzo di dio..." senza specificare che sono pensieri di Hades/per lui.
Avverbi in -mente. Facci caso, spesso appesantiscono la scena, oltre a non essere molto vividi. Questo è un esempio perfetto:
"Dal tetto periodicamente le anime dei morti vengono..." Periodicamente, cioè ogni quanto? Il lettore fatica a figurarselo, meglio levarlo o sostituirlo con un riferimento più concreto. (Il seguito di questo pezzo mi è piaciuto molto, perfetto il paragone coi pezzi di carta gettati nel camino).
Consigli personali su come limare un testo già buono, spero di esserti stato utile.
A rileggerti presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar
Julio Cortázar
- gcdaddabbo
- Messaggi: 337
Re: Trading places
Ciao, Gianni!
Il tuo racconto mi ha ricordato un film di Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Lo stesso gusto della noncuranza nell’infliggere sofferenza. Il paragone, purtroppo, finisce qui.
Il mondo crudele è visto con nostalgia. L’ho letto come la cronaca di un’operazione di borsa, con distacco, e questo non mi è piaciuto.
Non che io sia un grande esperto, ma riguarderei la punteggiatura.
Ho apprezzato invece il tentativo di costruire una storia fuori dal comune.
Mi ha fatto pensare però al lavoro in uno di quei locali dove decine di operai sottopagati sono rinchiusi a produrre beni di consumo a poco prezzo. Quello sì un mondo crudele.
Spero di aver modo di leggere altri tuoi lavori più vicini alla mia sensibilità.
Giancarlo
Il tuo racconto mi ha ricordato un film di Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Lo stesso gusto della noncuranza nell’infliggere sofferenza. Il paragone, purtroppo, finisce qui.
Il mondo crudele è visto con nostalgia. L’ho letto come la cronaca di un’operazione di borsa, con distacco, e questo non mi è piaciuto.
Non che io sia un grande esperto, ma riguarderei la punteggiatura.
Ho apprezzato invece il tentativo di costruire una storia fuori dal comune.
Mi ha fatto pensare però al lavoro in uno di quei locali dove decine di operai sottopagati sono rinchiusi a produrre beni di consumo a poco prezzo. Quello sì un mondo crudele.
Spero di aver modo di leggere altri tuoi lavori più vicini alla mia sensibilità.
Giancarlo
- Mario Mazzafoglie
- Messaggi: 211
Re: Trading places
Trading place - Gianni Tebaldi
Ciao Gianni, un piacere leggerti.
Complimenti per l'idea e la fantasia. Già di mio apprezzo la mitologia, poi se si aggiunge qualcosa di personale, una rivisitazione, o un "futuro" alternativo, ancora di più.
Detto questo, ho fatto fatica nei primi paragrafi a immergermi nel contesto. Forse troppi termini "fantastici" mi hanno rallentato nella lettura. Poi dopo un iniziale ambientamento la storia scorre abbastanza fluida.
Di sicuro non hai eccelso nel mostrare la scena, che presenta tante parti in raccontato.
Altra cosa che non mi fa impazzire è lo spiattellamento del tema nella frase finale: non ce n'era bisogno. Comunque, ricordo di averti commentato anche la scorsa edizione e già vedo grossi miglioramenti.
Sei sulla buona strada.
In bocca al lupo.
Ciao Gianni, un piacere leggerti.
Complimenti per l'idea e la fantasia. Già di mio apprezzo la mitologia, poi se si aggiunge qualcosa di personale, una rivisitazione, o un "futuro" alternativo, ancora di più.
Detto questo, ho fatto fatica nei primi paragrafi a immergermi nel contesto. Forse troppi termini "fantastici" mi hanno rallentato nella lettura. Poi dopo un iniziale ambientamento la storia scorre abbastanza fluida.
Di sicuro non hai eccelso nel mostrare la scena, che presenta tante parti in raccontato.
Altra cosa che non mi fa impazzire è lo spiattellamento del tema nella frase finale: non ce n'era bisogno. Comunque, ricordo di averti commentato anche la scorsa edizione e già vedo grossi miglioramenti.
Sei sulla buona strada.
In bocca al lupo.
Re: Trading places
Trading places
Mi risulta impossibile non pensare all'opera di Neil Gaiman leggendo il tuo racconto.
Onestamente, al di là dello stile, a tratti un po' farraginoso, l'ho trovato molto divertente.
L'idea di un aldilà tenebroso in regolare vendita (si può anche affittare ?) è piuttosto originale, perlomeno per le mie conoscenze a riguardo, e il disprezzo da parte di vecchie divinità nei confronti dei nuovi, e danarosi, arrivati, risulta senza dubbio simpatico.
Onestamente mi piacerebbe leggere altro ambientato in questo particolare universo.
Mi risulta impossibile non pensare all'opera di Neil Gaiman leggendo il tuo racconto.
Onestamente, al di là dello stile, a tratti un po' farraginoso, l'ho trovato molto divertente.
L'idea di un aldilà tenebroso in regolare vendita (si può anche affittare ?) è piuttosto originale, perlomeno per le mie conoscenze a riguardo, e il disprezzo da parte di vecchie divinità nei confronti dei nuovi, e danarosi, arrivati, risulta senza dubbio simpatico.
Onestamente mi piacerebbe leggere altro ambientato in questo particolare universo.
Ultima modifica di kruaxi il martedì 1 marzo 2022, 14:28, modificato 1 volta in totale.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Trading places
Hai costruito un mondo davvero interessante, il sistema di riciclo delle anime ricorda proprio un'industria moderna. Anche le regole del marketing sono le stesse, spietate di mondo di oggi, bellissimo parallelismo. e anche il personaggio di ade è simpatico, costretto a sorridere falsamente a un potenziale cliente.
Sullo stile hai molto da migliorare.
La terza persona al presente non è per niente facile da usare. Sa molto di copione teatrale, ed è difficile focalizzarsi bene sul protagonista, infatti ci ho messo un po' a capire chi fosse.
Ondeggi parecchio tra mostrato e narrato, soprattutto a causa delle frasi molto lunghe e di qualche spiegone (Uno dei più grossi problemi della terza presente).
Comunque, è stata una lettura piacevole
Sullo stile hai molto da migliorare.
La terza persona al presente non è per niente facile da usare. Sa molto di copione teatrale, ed è difficile focalizzarsi bene sul protagonista, infatti ci ho messo un po' a capire chi fosse.
Ondeggi parecchio tra mostrato e narrato, soprattutto a causa delle frasi molto lunghe e di qualche spiegone (Uno dei più grossi problemi della terza presente).
Comunque, è stata una lettura piacevole
Re: Trading places
Ciao Gianni,
piacere di leggerti e scorgere una nuova spada tra le sabbie dell'Arena!
A me il tuo racconto è piaciuto, sia per l'idea gustosa sia per il distacco che questi dèi dimostrano mentre fanno compravendita delle anime umane, o meglio del luogo che le ospita (ti è stato rimproverato, ma secondo me è un punto di forza ed è una buona declinazione del tema).
Mi accodo anch'io alle osservazioni stilistiche: all'inizio non è facile gestire pdv interno e voce narrante, infodump puro e pensato del pg, a cui puoi appoggiarti per costruire il setting, ricordi e altre cose utili. Sforzati, se il tuo obiettivo è l'immersione, ti cucirti addosso la pelle del pg di cui stai per scrivere e tienitela addosso dall'inizio alla fine. Agisci, parla, pensa come lui :)
alla prossima, buon lavoro
Francesco
piacere di leggerti e scorgere una nuova spada tra le sabbie dell'Arena!
A me il tuo racconto è piaciuto, sia per l'idea gustosa sia per il distacco che questi dèi dimostrano mentre fanno compravendita delle anime umane, o meglio del luogo che le ospita (ti è stato rimproverato, ma secondo me è un punto di forza ed è una buona declinazione del tema).
Mi accodo anch'io alle osservazioni stilistiche: all'inizio non è facile gestire pdv interno e voce narrante, infodump puro e pensato del pg, a cui puoi appoggiarti per costruire il setting, ricordi e altre cose utili. Sforzati, se il tuo obiettivo è l'immersione, ti cucirti addosso la pelle del pg di cui stai per scrivere e tienitela addosso dall'inizio alla fine. Agisci, parla, pensa come lui :)
alla prossima, buon lavoro
Francesco
- Shanghai Kid
- Messaggi: 343
Re: Trading places
Trading Places - Gianni Tabaldi
Piacere di averti letto, Gianni!
Allora, ho trovato il tuo racconto molto originale e, a livello di trama, ben strutturato. Questo per me è un grosso punto a favore, perchè l’originalità della trama è un aspetto preponderante nella mia visione di lettrice. Ho fatto un po’ fatica, invece, per quanto riguarda lo stile. Alcune cosucce ti sono state già segnalate, ma al di là dei refusi che possono scappare, (es. a caso “pensava di potere convincerlo facilmente” invece di “pensava di poterlo convincere facilmente”), hai lasciato alcune costruzioni e infodump (es. il fatto che ad Ade sia spettata l’Oltretomba nella divisione tra fratelli) che a mio avviso appesantiscono e rovinano anche un po’ il testo. Peccato. Io ci lavorerei comunque su perchè l’idea è molto buona. Davvero.
In bocca al lupo, a rileggerti!
Elisa
Piacere di averti letto, Gianni!
Allora, ho trovato il tuo racconto molto originale e, a livello di trama, ben strutturato. Questo per me è un grosso punto a favore, perchè l’originalità della trama è un aspetto preponderante nella mia visione di lettrice. Ho fatto un po’ fatica, invece, per quanto riguarda lo stile. Alcune cosucce ti sono state già segnalate, ma al di là dei refusi che possono scappare, (es. a caso “pensava di potere convincerlo facilmente” invece di “pensava di poterlo convincere facilmente”), hai lasciato alcune costruzioni e infodump (es. il fatto che ad Ade sia spettata l’Oltretomba nella divisione tra fratelli) che a mio avviso appesantiscono e rovinano anche un po’ il testo. Peccato. Io ci lavorerei comunque su perchè l’idea è molto buona. Davvero.
In bocca al lupo, a rileggerti!
Elisa
- wladimiro.borchi
- Messaggi: 396
Re: Trading places
Ciao Gianni,
racconto estremamente faticoso.
L'idea è carina, ma il continuo cambio di PDV, le incursioni del narratore onnisciente e gli infodump didascalici ("Sebaot, il Signore degli Eserciti", "Anche questa volta il dio dell’Oltretomba greco" - solo per fare i due esempi più evidenti) mi hanno tirato fuori dalla storia talmente tanto da non essere riuscito a godermela.
Penso sia colpa mia, prevalentemente. Purtroppo non riesco più a concentrarmi quando vengo sommerso da informazioni "raccontate" in un racconto (se mi scusi il gioco di parole!).
A rileggerci presto.
W
racconto estremamente faticoso.
L'idea è carina, ma il continuo cambio di PDV, le incursioni del narratore onnisciente e gli infodump didascalici ("Sebaot, il Signore degli Eserciti", "Anche questa volta il dio dell’Oltretomba greco" - solo per fare i due esempi più evidenti) mi hanno tirato fuori dalla storia talmente tanto da non essere riuscito a godermela.
Penso sia colpa mia, prevalentemente. Purtroppo non riesco più a concentrarmi quando vengo sommerso da informazioni "raccontate" in un racconto (se mi scusi il gioco di parole!).
A rileggerci presto.
W
Re: Trading places
Ciao Gianni,
chiedo scusa (questo vale per tutto il girone) se mi faccio viva così tardi, mi rendo conto che così facendo non riesco a confrontarmi con voi prima della classifica. Purtroppo a causa del lavoro non posso fare altrimenti.
Questo è il secondo tuo scritto che leggo e devo dire che ho notato miglioramenti rispetto al precedente (sebbene sia passato così poco tempo). Il punto di forza è l'idea, forse la più originale del girone. Mi è piaciuta e mi è piaciuta anche l'esecuzione.
Ciò che convince meno è la resa stilistica per le criticità che ti sono già state fatte mostrare (pdv, infodump...), e mi dispiace tanto perché avrebbe reso la lettura più scorrevole e reso decisamente vincente la tua idea.
Sono sicura che andrà sempre meglio ad ogni modo.
In bocca al lupo,
Morena
chiedo scusa (questo vale per tutto il girone) se mi faccio viva così tardi, mi rendo conto che così facendo non riesco a confrontarmi con voi prima della classifica. Purtroppo a causa del lavoro non posso fare altrimenti.
Questo è il secondo tuo scritto che leggo e devo dire che ho notato miglioramenti rispetto al precedente (sebbene sia passato così poco tempo). Il punto di forza è l'idea, forse la più originale del girone. Mi è piaciuta e mi è piaciuta anche l'esecuzione.
Ciò che convince meno è la resa stilistica per le criticità che ti sono già state fatte mostrare (pdv, infodump...), e mi dispiace tanto perché avrebbe reso la lettura più scorrevole e reso decisamente vincente la tua idea.
Sono sicura che andrà sempre meglio ad ogni modo.
In bocca al lupo,
Morena
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Re: Trading places
Tema centrato. Narrazione davvero originalissima. Hades che deve svendere al dio Sabaot l’Ade e con tanto di modifiche: via la metempsicosi, tanto per cominciare, il resto lo faranno il “beduino arricchito” e il figlio. Il resto, ormai, non gli interessa più. Conclude a denti stretti il contratto nei Campi Elisi, dopo aver dovuto dire al compratore il numero di anime traghettate al giorno da Caronte. C’è da capirlo, era pur sempre il suo regno, malgrado non troppo allegro se paragonato a quelli dei fratelli Zeus e Poseidone. Il miscuglio di mitologia e lato affaristico della tua storia piacerebbe anche ai cultori di “Darcy e gli Dèi dell’Olimpo”.
Attenzione.
Ti segnalo la frase corretta:
Detesta questi nuovi piccoli dèi appena arrivati
Attenzione.
Ti segnalo la frase corretta:
Detesta questi nuovi piccoli dèi appena arrivati
Re: Trading places
Un racconto brillante cui una piccola asciugatura non potrebbe che fare bene per renderlo più immediato e diretto. Ti hanno già fatto notare alcuni problemi tecnici, io preferisco sottolinearti la distanza tra quello che ci dici di Sebaot e la velocità con la quale Hades lo convince dopo la problematica sollevatamanca equilibrio e si risolve tutto troppo in fretta e basilarmente. Quindi il tutto si riduce a una presentazione del contesto e a una vendita risolta in modo troppo frettoloso. Discorso diverso se Hades avesse risolto con l'arguzia e la risoluzione stessa fosse stata sviluppata per tutto il corpo del testo, cosa che avrebbe comunque permesso di fornire gli stessi dettagli sul contesto. Occhio anche al tema perché ce lo fornisci sul finale, ma siamo proprio sicuro che sia così fondante del senso del racconto? Concludendo, per me questo è un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo solido e in classifica devo piazzarti dietro ai parivalutati in quanto o più empatici e con strutture più articolate e complesse.
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