Racconto di una notte di pioggia

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 17 ottobre con un tema di uno dei due Campioni della Nona Era: Davide Mannucci
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Proelium
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Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#1 » lunedì 17 ottobre 2022, 23:52

Piove a dirotto nel vecchio cimitero.
È buio pesto, e Gianfranco si fa strada con la torcia a pile. Gli stivali di gomma sciabordano nella fanghiglia. Il lungo pastrano è già infradiciato sulle spalle e le maniche. Pesa, perdio. Quasi come la pala che si trascina appresso, e che urta di continuo contro il marmo delle lapidi. Anche il sacco di iuta arrotolato sotto l'altro braccio si sta bagnando. Per ora pesa poco, ma peserà, oh se peserà!
Gianfranco sguazza tra melma ed erbacce ancora un po’, giusto il tempo di arrivare alla tomba di Marisa. Il terriccio è ancora fresco: la pioggia abbondante lo ha reso un pantano. La foto plastificata di Marisa è caduta dal suo supporto e gli sorride da terra, imperlata di gocce e fango. Gianfranco assicura la torcia a pile alla lapide più vicina per avere un po’ di luce mentre scava. Non ha idea di quanto gli ci vorrà; perdio, non ha mai fatto una cosa del genere.
Pianta la pala nella terra impastata, affonda il badile e fa leva con lo stivale. Si aggrappa al manico, fa forza, estrae: il fango gli schizza la faccia. La pioggia continua a cadere: capelli e barba sono ormai zuppi, l’acqua gli gocciola negli occhi. Sa di terra e di morte, la pioggia, stanotte. Sa di Marisa. Marisa che dorme in mezzo al fango chiusa dentro una bara. Ormai sprofondato nel pozzo melmoso che lui stesso ha scavato, Gianfranco scoperchia l’arca a mani nude.
Il lumicino accarezza la pelle cerea di Marisa, i suoi capelli pettinati e composti, il seno immobile custodito dalla lunga veste. Piove a dirotto sulle sue palpebre chiuse. Gianfranco si ripulisce le mani, si china e le sfiora il viso, i capelli con un dito. Si china ancora, fino a premere la fronte contro quella di Marisa. La sua è fradicia, quella di sua moglie gelida. Non doveva finire così, perdio. Si sforza di ignorare il cattivo odore e le sfiora le labbra in un bacio che sa di terra e pioggia. Perché si muore? Perché Marisa è morta? Gianfranco se lo ripete di continuo, mentre l’abbraccia, la solleva dalla bara e mette nel sacco. Non può lasciarla qui a marcire in un pugno di terra, sotto il diluvio e con tutto questo buio. Dalla lapide accanto, il lumicino sempre più flebile sfiora il sorriso plastificato di Marisa.
Gianfranco raccoglie la foto, recupera la torcia ormai esaurita e il badile. Si carica il sacco in spalla. È pesante, ma non è il peso, il problema. La morte lo è.
A passo strascicato, Gianfranco sguazza ancora un po’ tra fango, lapidi e ciuffi d’erba, sotto gli ultimi scrosci di pioggia. L’alba fa capolino dalle case del villaggio in lontananza. Perdio, alla fine ci ha messo tutta la notte. Gianfranco si rigira la foto tra le mani. Ora che è mattina, non ha più bisogno della torcia per guardare sua moglie sorridere. Lui le sorride di rimando, cerca sul retro e ritrova l’esile grafia di Marisa.
“Lasciami andare, amore mio”.
Lasciarla andare… Lasciarla andare… Per quanto Gianfranco si sforzi, quell’ultima volontà non riesce proprio ad accettarla.
Marisa è morta, e il cielo ormai non piange più. Perfino la notte è passata. Dal terriccio imputridito spunteranno erbe e fiori selvatici. Ciò che non passa è l’amore, perdio.
Gianfranco si stringe nel pastrano fradicio, assicura la presa sul cadavere della moglie e si rimette in marcia. Singhiozzi e passi di stivali oscurano l’alba.
Ultima modifica di Proelium il martedì 18 ottobre 2022, 0:28, modificato 8 volte in totale.



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antico
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#2 » martedì 18 ottobre 2022, 0:05

Ciao Francesco! Caratteri e tempo ok, buona DAVIDE MANNUCCI EDITION!

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Emiliano Maramonte
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#3 » venerdì 21 ottobre 2022, 16:54

Ciao Francesco!
Finite le letture "d'ordinanza", passo a fare un giretto qua e là.
Un plauso al tuo racconto, vincente sotto molti punti di vista. Atmosfera lugubre e funerea, suspense ottimamente dosata e, soprattutto, una profondità emotiva notevole. Io mi sono immedesimato perfettamente nel personaggio e ho vissuto con lui tutta la macabra sortita nel cimitero. Commovente il finale che dà senso a tutto il percorso narrativo e centra alla grande il tema. Se fossi nel girone che dovevo commentare, ti collocherei sicuramente sul podio!

Buona Edition!
Emiliano.

alexandra.fischer
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#4 » venerdì 21 ottobre 2022, 17:11

Tema centrato. Il protagonista è un vedovo ossessionato dal ricordo della moglie defunta al punto di riesumarla durante la notte con lo scopo di riprenderne la salma e di certo tenerla in casa. Il Lettore rimane colpito da un sentimento così intenso. L’uso dei particolari è ben congegnato: la foto sulla lapide è caduta, segno di provvisorietà nella sepoltura, questo è uno dei motivi che spingono di certo il protagonista al suo gesto. La moglie è ben descritta, malgrado la decomposizione sia agli inizi, il corpo appare in buone condizioni, è ben pettinata, l’abito è in ordine, e ha anche la striscia plastificata sulla bocca. Il fatto che sia buio, piova, e che il protagonista armato di badile urti le lapidi e si serva di un lumicino, crea il giusto brivido. Straziante l'ultimo messaggio della moglie, la quale vorrebbe essere lasciata andare: sì, nella pace cimiteriale.


Attenzione:
ti riporto la frase corretta:
scoperchia la bara a mani nude
Dovresti chiarire meglio sul retro di cosa avviene il ritrovamento del messaggio di Marisa.

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Proelium
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#5 » sabato 22 ottobre 2022, 11:51

Grazie di cuore a entrambi per essere passati a dare una sbirciata in mezzo a tutto questo fango ;)

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Polly Russell
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#6 » domenica 23 ottobre 2022, 18:02

ciao!
Sicuramente d’effetto. Una terza ben focalizzata e tema centrato. Tutto bene, quindi.
beh no, un paio di appunti li devo fare. :)
Ok il focus sul pdv ma la stessa imprecazione quattro volte in 4k è un po’ troppo. Anche perché avresti avuto una mezza manciata di caratteri da usare nel finale? che è un po’ tirato via. La scritta dietro alla foto lascia il dubbio che forse se ne era proprio andata, non che stesse per morire. (che poi ai fini della trama non pesa un cacchio, ma è comunque una curiosità.)
Insisti con torcia a pila. una volta va bene per dare una connotazione temporale, (che poi bastava la foto plastificata) due è troppo.
Non so come vengano chiuse le bare, so per certo che per la tumulazione in terra non si usa la zincatura, ma forse leva con la pala, per aprirla, gliel’avrei fatta fare.
Comunque una buona prova.
Polly

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Shanghai Kid
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#7 » domenica 23 ottobre 2022, 20:12

Ciao Francesco e piacere di leggerti!
Del tuo racconto ho apprezzato molto l’atmosfera che, in totale mimesi con il sentire del protagonista, ti aiuta ad empatizzare con lui. La tua storia è ben scritta, fuori da ogni dubbio ed emotivamente provante. Se posso permettermi una piccola annotazione, direi che avrei apprezzato un ritmo un po’ più incalzante, una sorta di climax ascendente che qui invece, parlo almeno per me, non ho riscontrato o non quanto avrei voluto.
Bella anche la chiusa: “Singhiozzi e passi di stivali oscurano l’alba.”
A rileggerti presto,
Elisa

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DandElion
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#8 » martedì 25 ottobre 2022, 11:51

Ciao,
Ottima l'atmosfera, ben resa nei particolari, l'idea della precarietà della sepoltura, della novità della solitudine e del dolore che porta alla pazzia.
Appunti sul piano della realtà.
Rarissime in Italia le sepolture a terra, in terra, sono una roba da film americani. I pozzetti in terra sono parallelepipedi di cemento armato con la possibilità di ospitare uno o più inquilini a lungo termine a seconda della struttura infissa in terra.
Impossibile aprire una bara senza strumenti che possano fare leva sul coperchio zincato. il primo strato di chiusura generalmente è una lamina metallica in lega di zinco che viene saldata dopo aver messo il corpo e poggiato un velo puramente "estetico" sulla salma. A seguire si avvita il coperchio con un avvitatore non manuale.. insomma non la apri per cieca follia con una zampata.

Non ho capito il "lasciami andare, amore mio" se è stato un regalo notturno della moglie morta o se era già stato scritto dietro la foto in fase di sepoltura.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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Polly Russell
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#9 » martedì 25 ottobre 2022, 15:55

DandElion ha scritto:Ciao,
Ottima l'atmosfera, ben resa nei particolari, l'idea della precarietà della sepoltura, della novità della solitudine e del dolore che porta alla pazzia.
Appunti sul piano della realtà.
Rarissime in Italia le sepolture a terra, in terra, sono una roba da film americani. I pozzetti in terra sono parallelepipedi di cemento armato con la possibilità di ospitare uno o più inquilini a lungo termine a seconda della struttura infissa in terra.
Impossibile aprire una bara senza strumenti che possano fare leva sul coperchio zincato. il primo strato di chiusura generalmente è una lamina metallica in lega di zinco che viene saldata dopo aver messo il corpo e poggiato un velo puramente "estetico" sulla salma. A seguire si avvita il coperchio con un avvitatore non manuale.. insomma non la apri per cieca follia con una zampata.

Non ho capito il "lasciami andare, amore mio" se è stato un regalo notturno della moglie morta o se era già stato scritto dietro la foto in fase di sepoltura.

Però sai che dipende…
per dire, dalle mie parti niente di più facile che trovare posto in terra. Sono tutti piccoli paesi, un migliaio di anime ognuno è ognuno ha il proprio cimitero, e le sepolture a terra vengono rinnovate con più frequenza del fornetto.
Per la bara invece mi sono informata, proprio perché anche a me era venuta in mente la zincatura. Nelle bare per la tumulazione in terra non c’è, proprio per permettere al corpo di decomporsi più in fretta.
Fermo rimane il discorso dell’avvitatura e che aprirla a mani nude, secondo me, è impossibile.
Polly

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Stefano.Moretto
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#10 » giovedì 27 ottobre 2022, 1:37

Ciao Francesco,
Sono un po' combattuto riguardo questo racconto: da un lato c'è uno stile impeccabile che fa immedesimare facilmente nel protagonista, dall'altro una storia molto lineare senza nessun risvolto, fa esattamente quello che promette nelle prime righe, niente di più e niente di meno. Forse, per essere così prevedibile, è persino un po' troppo lungo. Non mi rendi la vita facile nel fare la classifica.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#11 » giovedì 27 ottobre 2022, 11:25

Ciao Francesco, piacere di leggerti.

Anch'io trovo ottimamente reso e focalizzato il punto di vista, nonostante l'uso della terza persona. Anzi, come in altri casi è funzionale a dare l'idea che il protagonista sia in uno stato di straniamento tale da 'vedersi agire' come se si tratti appunto di una diversa persona che lo osserva. Capita in alcuni ricordi d'infanzia.
Una pecca a questo proposito sono le imprecazioni. Il "Pesa, perdio.", anche senza virgolette o corsivo a sottolinearlo, sembra un pensiero interno al protagonista e estraneo al narratore. In una terza mi aspetto solo "Pesa." perché il protagonista cammina curvo. Se il commento fosse del narratore, invece, mi aspetterei un'imprecazione a vedere l'orrore di quel che vede e non può fermare, non a quanto pesi il sacco.
La seconda pecca la trovo proprio nell'uso del sacco per trasportare il cadavere. Come può importargli di recuperare il badile, la foto e la torcia per giunta esaurita? Ha fra le sue braccia il suo amore, dovrebbe trasportarlo in auto e metterla seduta, portarla fino a casa e adagiarla sul letto, o qualsiasi altra cosa abbia intenzione di farci.
Invece deve infilarla in un sacco che le procurerà escoriazioni, sgualcirà il vestito, ecc...
Lei è, letteralmente, un peso morto da caricare in spalla mentre un attimo prima era una fronte gelida da baciare e un seno da ammirare nonostante fosse immobile.
Non so, queste due immagini fanno a pugni nella mia testa: la freddezza del trasporto contro la follia sentimentale che eri riuscito a descrivere.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Rick Faith
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#12 » giovedì 27 ottobre 2022, 17:37

Ciao Francesco, felice di leggerti.
L'atmosfera è molto buona e l'ambientazione del cimitero di notte mi è sempre piaciuta un sacco. Avrei gradito vedere qualcosa in più del cimitero all'inizio, qualche dettaglio carino per immaginarmi la scena in maniera meno generica.
Lo stile è molto buono e si nota lo sforzo di produrre una terza persona focalizzata. Hai sfruttato tutti i sensi del protagonista e i pensieri arrivano al momento giusto. Con un punto di vista così ben interno devo dire di subire di più la compressione temporale che per forza di cose sporca il senso di immedesimazione che hai creato, ma solo una diversa architettura della scene avrebbe potuto evitarlo e queste sono cose più complicate da fare con i paletti di minuti contati.
Forse quello che mi è mancato è un guizzo finale più frizzantino, ammetto che la frase "Per ora pesa poco, ma peserà, oh se peserà!" mi aveva creato un po' di aspettativa che alla fine non si è concretizzata. Comunque direi un lavoro riuscito.

Buona edizione

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SarahSante
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#13 » giovedì 27 ottobre 2022, 19:39

Ciao Francesco, racconto bello e molto cupo. Parte come un horror, inquietante, mi aspettavo da come era iniziato vampiri e morti viventi o simili e invece lui che scava per riprendersi la salma moglie in salsa horror cimiteriale ha il suo perché.
Mi piace come hai reso la scena di lui che scava con lui con il fango che gli schizza in faccia e i capelli e la barba umidi di pioggia. Mi è piaciuta l’immagine dell’acqua che sa di terra, morte e pioggia, anche se poi il concetto viene ripetuto quando parli del bacio che sa di terra e pioggia.
Anche io ci ho messo un po’ a capire dove fossero scritte le parole lasciate dalla moglie e mi sono chiesta perché ci fosse quella scritta proprio dietro la foto posta sulla lapide e perché lui non avesse conservato un così importante ricordo della moglie. E anche io i quattro perdio li ho trovati di troppo. Buona prova comunque

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Il Saggio
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Re: Racconto di una notte di pioggia

Messaggio#14 » martedì 1 novembre 2022, 10:27

Ciao Francesco
un storia che fila liscia, la tua, senza particolari scossoni. L'epilogo si intuisce già dalle prime battute e questo forse riduce la drammaticità della scena. Non che si debba a tutti costi optare per un twist. Ma, in compenso, avresti potuto rendere meglio l'ossessione del marito che ha perduto la moglie, scavare nella frustrazione, in quel sentimento di profonda tragicità che un lutto può suscitare. Nel complesso, buona l'intuizione di fondo, ma senza brillare. Per me un pollice tendente verso l'alto con qualche interferenza nell'assestamento.

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