La crisi del settimo anno

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 febbraio con un tema del Campione in carica (ex aequo con Davide Mannucci) Andrea Lauro!
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gcdaddabbo
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La crisi del settimo anno

Messaggio#1 » martedì 21 febbraio 2023, 0:46

La crisi del settimo anno

Tra la folla che si muove lenta nella strada larga e soleggiata, due uomini in tunica si distinguono tra gli altri.

Dove vai così di fretta, Narciso? Fermati un attimo. Il sole è finalmente caldo oggi. Non senti il profumo del mare? Andiamo a fare un bagno insieme?
Lasciami andare Giulio. Io lavoro per Claudio. Non ho molto tempo libero.
Non sarà la fine del mondo se ci fermiamo all’ombra di questo gruppo di pini. Siediti con me su questa base! In questi giorni ad Ostia si sta veramente bene.
Solo un attimo. È’ vero. A Roma c’era un caldo afoso. Mancava l’aria. Quella donna, sai di chi parlo, ha insistito perché venissimo qui, in questa villa in villeggiatura.
Potrai aiutarmi a vederla o ad incontrarla. Se ne raccontano tante su di lei. Dicono che è bellissima, che se vede un giovane che le piace, se anche il ragazzo (e mi pare veramente assurdo) non ci sta, chiede al marito di costringerlo a giacere con lei, che se ne è fatti 25 in una sola notte.
Attento, Giulio! È bellissima, ma tremenda. Potresti giacere con lei, ma il giorno dopo giacere per sempre. Lui sente di dovere il suo potere anche a lei. I primi anni stavano spesso insieme. Hanno avuto due figli e lui le perdonava tutto.
Ora cosa succede?
Ormai, vicino ai sessanta, è stanco. Dorme molto. È depresso. Ieri lei è ripartita per Roma dicendo di aver dimenticato dei gioielli e delle creme, ma lui non le crede.. Mi ha ordinato di andare a controllare e riferire.
Vengo con te volentieri se mi prometti che me la farai vedere.

Mezz’ora dopo due uomini a cavallo galoppano insieme.
Narciso la rivede nuda, depilata con i capezzoli dorati, gli occhi ombreggiati. Ne aveva visti tanti di morti per causa sua che quella immagine gli dà solo dei brividi di terrore.
Giulio si sente giovane e bello, sogna di essere scelto e studia strategie e posizioni da adottare per darle il massimo piacere.
Davanti al palazzo una folla di maschi romani si accalca tenuta a stento dalle guardie imperiali. Un centurione riconosce Narciso e lo aiuta a farsi largo. La vedono con Gaio Silio che mima una cerimonia di matrimonio davanti a centinaia di romani. I due amanti si abbracciano e si tengono stretti come in un postribolo. Gaio Silio sembra stregato, perso negli occhi di lei.
Narciso riparte. Il cavallo è ancora sudato, ma è un puledro di razza e corre verso il mare. Il liberto maledice il suo incarico e la sua fedeltà. Prega Giunone di uscirne vivo. Arriva che Claudio si è da poco risvegliato e lo attende con impazienza. “Al-lo-lora Na-na-narciso rac-co-conta!”
Al cospetto di quello zoppo, abbandonato e tradito, Narciso si limita all’essenziale per non essere considerato reticente. Il vaso è però ormai stracolmo ed è costretto a scrivere il testo che gli viene dettato:
“Cara Messalina, tesoro! Non ti arrabbiare! Abbiamo vissuto tanti anni felici insieme, i primi. Da sette anni sono imperatore di Roma! In parte lo devo anche a te. Abbiamo avuto due figli cui spetterà il compito di prendere il mio posto. Non sono più disposto a subire altri torti col rischio di vedere distruggere quanto ho costruito, custodito, conservato. Quando vi giungerà questo messaggio tu e Gaio Silio dovrete accettare la morte senza reagire. Ho emesso un decreto di condanna e sai che non avete scampo. Un bacio ed un abbraccio d’addio.
Il tuo imperatore Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico”

Giovanni Carlo D'Addabbo
Ultima modifica di gcdaddabbo il martedì 21 febbraio 2023, 0:55, modificato 2 volte in totale.



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antico
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#2 » martedì 21 febbraio 2023, 0:53

Ciao Giovanni! Tutto ok con i caratteri e il tempo, buona ANDREA LAURO EDITION!

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Gennibo
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#3 » mercoledì 22 febbraio 2023, 19:37

Ciao Giovanni e piacere di rileggerti, il tema è centrato, anche se ho preferito il testo che avevo letto la volta precedente. Non mi sono chiari i dialoghi in neretto e chi dice cosa, mentre mi è chiaro di chi si sta parlando. Ho preferito la seconda parte e ho apprezzato il tuo metterti alla prova con un testo diverso da quelli scritti prima, ti incoraggio a osare, anche se questa prova non mi ha coinvolto gran ché.
Buona Edition e alla prossima!

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gcdaddabbo
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#4 » giovedì 23 febbraio 2023, 11:37

Ciao Isabella! II dialogo iniziale è tra Narciso, un liberto al servizio dell'imperatore Claudio, e Giulio, un suo giovane amico in cerca di avventure. Mi dispiace che ancora una volta non sono riuscito a chiarirlo in modo adeguato. L'uso di neretto e corsivo che, mi ha impegnato parecchio all'invio, voleva rendere più chiaro il testo. Devo ammettere che mi ero reso conto che il racconto rischiava di essere poco coinvolgente. Difficile immedesimarsi in un imperatore vecchio, zoppo e balbuziente e nel suo liberto fedele. Grazie e Buona Edition!

Graifus
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#5 » lunedì 27 febbraio 2023, 23:08

gcdaddabbo ha scritto:La crisi del settimo anno

Tra la folla che si muove lenta nella strada larga e soleggiata, due uomini in tunica si distinguono tra gli altri.

Dove vai così di fretta, Narciso? Fermati un attimo. Il sole è finalmente caldo oggi. Non senti il profumo del mare? Andiamo a fare un bagno insieme?
Lasciami andare Giulio. Io lavoro per Claudio. Non ho molto tempo libero.
Non sarà la fine del mondo se ci fermiamo all’ombra di questo gruppo di pini. Siediti con me su questa base! In questi giorni ad Ostia si sta veramente bene.
Solo un attimo. È’ vero. A Roma c’era un caldo afoso. Mancava l’aria. Quella donna, sai di chi parlo, ha insistito perché venissimo qui, in questa villa in villeggiatura.
Potrai aiutarmi a vederla o ad incontrarla. Se ne raccontano tante su di lei. Dicono che è bellissima, che se vede un giovane che le piace, se anche il ragazzo (e mi pare veramente assurdo) non ci sta, chiede al marito di costringerlo a giacere con lei, che se ne è fatti 25 in una sola notte.
Attento, Giulio! È bellissima, ma tremenda. Potresti giacere con lei, ma il giorno dopo giacere per sempre. Lui sente di dovere il suo potere anche a lei. I primi anni stavano spesso insieme. Hanno avuto due figli e lui le perdonava tutto.
Ora cosa succede?
Ormai, vicino ai sessanta, è stanco. Dorme molto. È depresso. Ieri lei è ripartita per Roma dicendo di aver dimenticato dei gioielli e delle creme, ma lui non le crede.. Mi ha ordinato di andare a controllare e riferire.
Vengo con te volentieri se mi prometti che me la farai vedere.

Mezz’ora dopo due uomini a cavallo galoppano insieme.
Narciso la rivede nuda, depilata con i capezzoli dorati, gli occhi ombreggiati. Ne aveva visti tanti di morti per causa sua che quella immagine gli dà solo dei brividi di terrore.
Giulio si sente giovane e bello, sogna di essere scelto e studia strategie e posizioni da adottare per darle il massimo piacere.
Davanti al palazzo una folla di maschi romani si accalca tenuta a stento dalle guardie imperiali. Un centurione riconosce Narciso e lo aiuta a farsi largo. La vedono con Gaio Silio che mima una cerimonia di matrimonio davanti a centinaia di romani. I due amanti si abbracciano e si tengono stretti come in un postribolo. Gaio Silio sembra stregato, perso negli occhi di lei.
Narciso riparte. Il cavallo è ancora sudato, ma è un puledro di razza e corre verso il mare. Il liberto maledice il suo incarico e la sua fedeltà. Prega Giunone di uscirne vivo. Arriva che Claudio si è da poco risvegliato e lo attende con impazienza. “Al-lo-lora Na-na-narciso rac-co-conta!”
Al cospetto di quello zoppo, abbandonato e tradito, Narciso si limita all’essenziale per non essere considerato reticente. Il vaso è però ormai stracolmo ed è costretto a scrivere il testo che gli viene dettato:
“Cara Messalina, tesoro! Non ti arrabbiare! Abbiamo vissuto tanti anni felici insieme, i primi. Da sette anni sono imperatore di Roma! In parte lo devo anche a te. Abbiamo avuto due figli cui spetterà il compito di prendere il mio posto. Non sono più disposto a subire altri torti col rischio di vedere distruggere quanto ho costruito, custodito, conservato. Quando vi giungerà questo messaggio tu e Gaio Silio dovrete accettare la morte senza reagire. Ho emesso un decreto di condanna e sai che non avete scampo. Un bacio ed un abbraccio d’addio.
Il tuo imperatore Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico”

Giovanni Carlo D'Addabbo


Ciao Giovanni,
piacere di ritrovarti.
Dunque, anch'io ho fatto un po' di fatica a capire, soprattutto chi fossero i due personaggi della prima parte. L'immagine di lui (Narciso) che vede la "donna nuda, depilata, coi capezzoli dorati..." e poi "i morti per causa sua", ho fatto davvero fatica a capire cosa significasse. Se Narciso è un servo, come mai l'ha vista nuda? Quando poi ho letto la spiegazione che hai dato a Isabella, tutto è stato più chiaro. Comunque un applauso al coraggio per aver scelto una storia così inusuale. Certo, Tiberio che dice a Messalina "Tesoro, non ti arrabbiare... ma ti condanno a morte", beh! Diciamo che Tiberio è un uomo vecchio, balbuziente... ma decisamente spiritoso!
A presto rileggerti, e buona Arena
Paola

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gcdaddabbo
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#6 » martedì 28 febbraio 2023, 12:26

Graifus ha scritto:Dunque, anch'io ho fatto un po' di fatica a capire, soprattutto chi fossero i due personaggi della prima parte. L'immagine di lui (Narciso) che vede la "donna nuda, depilata, coi capezzoli dorati..." e poi "i morti per causa sua", ho fatto davvero fatica a capire cosa significasse. Se Narciso è un servo, come mai l'ha vista nuda? Quando poi ho letto la spiegazione che hai dato a Isabella, tutto è stato più chiaro. Comunque un applauso al coraggio per aver scelto una storia così inusuale. Certo, Tiberio che dice a Messalina "Tesoro, non ti arrabbiare... ma ti condanno a morte", beh! Diciamo che Tiberio è un uomo vecchio, balbuziente... ma decisamente spiritoso!
A presto rileggerti, e buona Arena
Paola

Ciao Paola! Ti ringrazio per le osservazioni. Permettimi di chiarire alcuni aspetti. Narciso è storicamente il Liberto (non un servo) che riferì all'imperatore Claudio del matrimonio pubblico tra Messalina e Gaio Silio e che fu incaricato di far eseguire la sentenza. Messalina, l'imperatrice, secondo alcune fonti, usciva di notte dal palazzo per recarsi nei sobborghi a dare sfogo alle sue voglie. Chi viveva a palazzo la vedeva uscire. Claudio che dormiva, o fingeva di dormire, ignorava quello che non era pubblico, ma non poteva accettare un matrimonio, sia pure per burla, a Roma, davanti al palazzo con centinaia di spettatori. L'imperatrice avrebbe potuto dichiararlo incapace, sostituirlo e questo poteva costargli il potere e la vita.

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Maurizio Chierchia
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#7 » martedì 28 febbraio 2023, 15:04

Ciao Giovanni.
Purtroppo il tuo racconto non mi è piaciuto.
La parte iniziale l'ho riletta un sacco di volte e non riesco proprio a capirla. I dialoghi sono troppo complessi per essere realistici, e se sono fatti così per dargli un tono antico, non mi sembra siano venuti bene. Anche solo la frase: Non sarà la fine del mondo se ci fermiamo all’ombra di questo gruppo di pini. Siediti con me su questa base! In questi giorni ad Ostia si sta veramente bene.
Sembra un volere descrivere l'ambiente tramite dialogo, ma risulta solo pesante.
Per quanto riguarda la seconda invece non ho trovato nulla che centrasse col tema. Il tema è declinato solo alla fine e preso di striscio.
Anche se si tratta di un "racconto storico", passami il termine, io lettore non devo per forza conoscere i personaggi, ma deve essere lo scrittore a introdurmeli. Qui mi sono trovato realmente spaesato.
Mi dispiace ma non ho trovato interessante la storia.
Ti auguro comunque buona gara, e a rileggerti presto!
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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christianfloris
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#8 » mercoledì 1 marzo 2023, 11:15

Interessante (e coraggiosa) la scelta di puntare su un racconto storico, non foss’altro perché l’ambientazione e il focus sui personaggi diventano sicuramente più impegnativi. I dialoghi della prima parte però non li ho trovati funzionali a far calare il lettore nella storia, perché risultano troppo lunghi se non sono intervallati da qualche didascalia di spiegazione, per aiutare nell’immersione del contesto.
Il finale dovrebbe comunicare drammaticità nella lapidaria lettura della condanna, ma a me arriva come un resoconto cronachistico. Non so, forse avrebbe aiutato maggiormente una precedente preparazione di questo evento? Lo stile è in sintonia con il taglio scelto, il tema è colto anche con arguto savoir faire. Sulla costruzione complessiva ho diverse riserve che, purtroppo, non me lo fanno collocare tra le prime posizioni. Peccato, perché lo spunto è il più originale fra quelli del gruppo.

La mia valutazione è 7

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Stefano.Moretto
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#9 » mercoledì 1 marzo 2023, 15:47

Ciao Giovanni,
bella l'idea di usare un pezzo di storia antica per la declinazione del tema, il finale penso sia la parte più riuscita. Credo che il racconto soffra di due problemi principali che lo rendono poco fruibile.
Il primo è l'inizio, che non permette di capire l'ambientazione: sappiamo che ci sono due uomini in tunica, io inizialmente mi ero immaginato due preti, ma mi son reso conto col dialogo che non poteva essere così. Ho capito poco a poco qual era il contesto.
Il secondo problema è la divisione in tre tempi: la prima solo dialoghi, la seconda quasi solo narrazione e la terza una lettera dettata. Se ci fosse una struttura di fondo che giustifica questa scelta andrebbe benissimo, ma se c'è non sono stato in grado di capirla. Messa così secondo me spezza troppo il ritmo e si perdono pezzi, io per esempio arrivato al secondo pezzo ho fatto un po' fatica a collegare le frasi dette con le azioni successive.
Bella comunque l'idea alla base del racconto, l'ho apprezzata molto dato che la storia romana mi appassiona parecchio.

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Polly Russell
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#10 » mercoledì 1 marzo 2023, 17:22

Ciao e ben trovato.
Parto col dire che l’idea mi piace, poi sarà che: dammi una matrona che trama alle spalle, una spruzzata di schiavitù e due tazza di impero e sono tua! Però ci sono un bel po di disattenzioni che rendono difficile comprendere il testo.
Il corsivo e il grassetto avrebbero dovuto aiutare invece hanno creato un gran casino. ci si impiega talmente tanto a capire come funzionano che per quando lo hai fatto, il testo è finito.
la collocazione temporale arriva tardi e io non so cosa immaginare. soprattutto perché esordisci con due uomini in tunica che non lassavano inosservati. e quindi io penso che non lo facciano PERCHÉ sono in tunica. invece in tunica ci stavano tutti.
i dialoghi sono difficilissimi da capire, la seconda battuta di Narciso sembra il narratore.
nella parte in cui vedono Messalina, a una prima occhiata, sembra che il morto sia lei.
insomma la stesura è da sgrossare, però la storia ha del potenziale. Una vicenda molto importante vista dagli occhi del liberto Narciso, ha davvero del potenziale. Tanto che ci rimetterei le mani, per prima cosa torna alle tradizionali caporali, è già metà lavoro è fatto. poi puoi abbondare con i caratteri e spiegare meglio le scene.
fallo perché può venirne fuori un buon lavoro.
Ultima modifica di Polly Russell il mercoledì 1 marzo 2023, 17:43, modificato 1 volta in totale.
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gcdaddabbo
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#11 » mercoledì 1 marzo 2023, 17:38

Maurizio Chierchia ha scritto:Ciao Giovanni.
Purtroppo il tuo racconto non mi è piaciuto.
Anche se si tratta di un "racconto storico", passami il termine, io lettore non devo per forza conoscere i personaggi, ma deve essere lo scrittore a introdurmeli.

Ciao Maurizio! Ci sono delle sere così. Mi sono innamorato dell'idea di Claudio e Messalina, ma non sono riuscito ad impostare la storia in modo adeguato e comprensibile a tutti. Il tempo correva e le pennellate per creare una scenografia utile mi sono mancate. Spero di non ripetere ancora questi errori in futuro.

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gcdaddabbo
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#12 » mercoledì 1 marzo 2023, 17:47

christianfloris ha scritto:Interessante (e coraggiosa) la scelta di puntare su un racconto storico, non foss’altro perché l’ambientazione e il focus sui personaggi diventano sicuramente più impegnativi. I dialoghi della prima parte però non li ho trovati funzionali a far calare il lettore nella storia, perché risultano troppo lunghi se non sono intervallati da qualche didascalia di spiegazione, per aiutare nell’immersione del contesto.
Il finale dovrebbe comunicare drammaticità nella lapidaria lettura della condanna, ma a me arriva come un resoconto cronachistico. Non so, forse avrebbe aiutato maggiormente una precedente preparazione di questo evento? Lo stile è in sintonia con il taglio scelto, il tema è colto anche con arguto savoir faire. Sulla costruzione complessiva ho diverse riserve che, purtroppo, non me lo fanno collocare tra le prime posizioni. Peccato, perché lo spunto è il più originale fra quelli del gruppo.
La mia valutazione è 7

Ciao Christian! Ti ringrazio per il 7, ma francamente non penso di meritarlo. Ho gestito male il tempo. Non sono riuscito a rendere la storia né simpatica né chiara. Avrei potuto far partire la storia dall'arrivo affannoso di Narciso che deve riferire a Claudio quello che ha visto. Avrei avuto più spazio per la descrizione dei luoghi, dei sentimenti dei personaggi e la descrizione di Messalina.

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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#13 » mercoledì 1 marzo 2023, 18:05

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Giovanni,
bella l'idea di usare un pezzo di storia antica per la declinazione del tema, il finale penso sia la parte più riuscita. Credo che il racconto soffra di due problemi principali che lo rendono poco fruibile.
Il primo è l'inizio, che non permette di capire l'ambientazione: sappiamo che ci sono due uomini in tunica, io inizialmente mi ero immaginato due preti, ma mi son reso conto col dialogo che non poteva essere così. Ho capito poco a poco qual era il contesto.
Il secondo problema è la divisione in tre tempi: la prima solo dialoghi, la seconda quasi solo narrazione e la terza una lettera dettata. Se ci fosse una struttura di fondo che giustifica questa scelta andrebbe benissimo, ma se c'è non sono stato in grado di capirla. Messa così secondo me spezza troppo il ritmo e si perdono pezzi, io per esempio arrivato al secondo pezzo ho fatto un po' fatica a collegare le frasi dette con le azioni successive.
Bella comunque l'idea alla base del racconto, l'ho apprezzata molto dato che la storia romana mi appassiona parecchio.

Ciao Stefano! Ti ringrazio per il commento e per le indicazioni. Mi capita purtroppo ancora di non riuscire, nel rileggere la storia prima di inviarla, a liberarmi dello scenario che è solo nella mia mente. Me ne accorgo solo il mattino dopo. Come ho già scritto in una precedente risposta, penso che il racconto andrebbe riscritto partendo dal ritorno di Narciso. Il confronto con Claudio, ormai deciso a farla finita, ed il tormento di Narciso, combattuto tra fedeltà all'imperatore e attrazione per la bellissima Messalina, avrebbe avuto maggiore spazio per svilupparsi.

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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#14 » mercoledì 1 marzo 2023, 18:12

Polly Russell ha scritto:Ciao e ben trovato.
Parto col dire che l’idea mi piace, poi sarà che: dammi una matrona che trama alle spalle, una spruzzata di schiavitù e due tazza di impero e sono tua! Però ci sono un bel po di disattenzioni che rendono difficile comprendere il testo.
Il corsivo e il grassetto avrebbero dovuto aiutare invece hanno creato un gran casino. ci si impiega talmente tanto a capire come funzionano che per quando lo hai fatto, il testo è finito.
la collocazione temporale arriva tardi e io non so cosa immaginare. soprattutto perché esordisci con due uomini in tunica che non lassavano inosservati. e quindi io penso che non lo facciano PERCHÉ sono in tunica. invece in tunica ci stavano tutti.
i dialoghi sono difficilissimi da capire, la seconda battuta di Narciso sembra il narratore.
nella parte in cui vedono Messalina, a una prima occhiata, sembra che il morto sia lei.
insomma la stesura è da sgrossare, però la storia ha del potenziale. Una vicenda molto importante vista dagli occhi del liberto Narciso, ha davvero del potenziale. Tanto che ci rimetterei le mani, per prima cosa torna alle tradizionali caporali, è già metà lavoro è fatto. poi puoi abbondare con i caratteri e spiegare meglio le scene.
fallo perché può venirne fuori un buon lavoro.

Ciao Polly! Ti ringrazio per gli apprezzamenti, le critiche ed i suggerimenti. Non so cosa siano le tradizionali caporali. Penso che dovrei essere più attento ad unità di luogo, spazio e tempo, evitando il viaggio a cavallo. Ci avevo già pensato, ma ci sono di nuovo cascato.

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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#15 » mercoledì 1 marzo 2023, 18:21

gcdaddabbo ha scritto:
Polly Russell ha scritto:Ciao e ben trovato.
Parto col dire che l’idea mi piace, poi sarà che: dammi una matrona che trama alle spalle, una spruzzata di schiavitù e due tazza di impero e sono tua! Però ci sono un bel po di disattenzioni che rendono difficile comprendere il testo.
Il corsivo e il grassetto avrebbero dovuto aiutare invece hanno creato un gran casino. ci si impiega talmente tanto a capire come funzionano che per quando lo hai fatto, il testo è finito.
la collocazione temporale arriva tardi e io non so cosa immaginare. soprattutto perché esordisci con due uomini in tunica che non lassavano inosservati. e quindi io penso che non lo facciano PERCHÉ sono in tunica. invece in tunica ci stavano tutti.
i dialoghi sono difficilissimi da capire, la seconda battuta di Narciso sembra il narratore.
nella parte in cui vedono Messalina, a una prima occhiata, sembra che il morto sia lei.
insomma la stesura è da sgrossare, però la storia ha del potenziale. Una vicenda molto importante vista dagli occhi del liberto Narciso, ha davvero del potenziale. Tanto che ci rimetterei le mani, per prima cosa torna alle tradizionali caporali, è già metà lavoro è fatto. poi puoi abbondare con i caratteri e spiegare meglio le scene.
fallo perché può venirne fuori un buon lavoro.

Ciao Polly! Ti ringrazio per gli apprezzamenti, le critiche ed i suggerimenti. Non so cosa siano le tradizionali caporali. Penso che dovrei essere più attento ad unità di luogo, spazio e tempo, evitando il viaggio a cavallo. Ci avevo già pensato, ma ci sono di nuovo cascato.

«» queste ;)
O comunque un segno di dialogo qualsiasi che sia più chiaro del cambio di carattere.
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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#16 » giovedì 2 marzo 2023, 22:19

Ciao Giovanni, ben ritrovato. Lo dico senza mezzi termini, voglio proprio premiarti. È vero che non è un tipo di racconto, per come è costruito, che trova solitamente fortuna su minuti contati (bada, anche interpretare e prevedere il pubblico che ti leggerà è importante), ma ci vedo tanto coraggio e voglia.
Personalmente non ho avuto problemi con la prima parte, non è un problema fermarmi su qualcosa di insolito e cercare di decifrarlo quando lo trovo stimolante. Grassetto e corsivo sono due strumenti che qui hai usato in maniera non ortodossa, va bene averci provato.
Quel che è proprio difficile è capire l'ambientazione, a meno di avere fortuna di collegare subito tunica e Narciso con la Roma imperiale. Un po' per le tuniche, un po' per i dialoghi così bizzarramente evidenziati, un po' per la mancanza di contesto ambientale, ho pensato di star assistendo a una scena di teatro.
Punto di vista brillante sul tema, secondo me.

A rileggerci

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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#17 » domenica 5 marzo 2023, 12:02

Rick Faith ha scritto:Ciao Giovanni, ben ritrovato. Lo dico senza mezzi termini, voglio proprio premiarti. È vero che non è un tipo di racconto, per come è costruito, che trova solitamente fortuna su minuti contati (bada, anche interpretare e prevedere il pubblico che ti leggerà è importante), ma ci vedo tanto coraggio e voglia.

Grazie. Sono questi messaggi che danno fiducia, coraggio e voglia di continuare a scrivere e divertirsi insieme. A ritrovarci a presto.

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Re: La crisi del settimo anno

Messaggio#18 » domenica 5 marzo 2023, 12:54

Poco funzionale la scelta del grassetto per identificare i due interlocutori: ti sarebbe dovuta servire per velocizzare la definizione del contesto da parte del lettore, ma mi è risultata un artificio piuttosto inutile e, anzi, anche confusionario. In più parti male, come ha sottolineato anche Polly, con quell'informazione dei due uomini in tunica che si distinguono dagli altri che mi fa pensare ad altro rispetto al contesto storico. Detto questo, il focus del racconto sembra incentrato sui pensieri di Narciso e sui suoi dubbi su come gestire la situazione, ma ci porti davvero poco dentro la sua testa concentrandoti sul descriverci la situazione e infine chiudendo con la lettera di un imperatore con cui ci hai dato poco o nulla possibilità di empatizzare. Insomma, rimane tutto molto sulla superficie pur essendo ben chiara la storia raccontata. Per me un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e brillante e in classifica finisce dietro al parivalutato racconto di Spinelli, migliore a livello formale.

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