Energia pulita - Elisa Belotti

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi sono quattro:
1) I partecipanti dovranno scrivere un racconto a TEMA e postarlo sul forum. Questo GAME il racconto dev'essere ambientato in un preciso universo narrativo che verrà comunicato al momento del lancio.
2) Gli autori leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Livio Gambarini e Marco Cardone leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Samuel Marolla assegnerà la vittoria.
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Shanghai Kid
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Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#1 » domenica 2 aprile 2023, 22:33

Energia pulita

La luce si riflette sul bianco del ghiaccio e schizza in tutte le direzioni.
Mi acceca.
Avanzo a fatica, le mie gambe sono di piombo. Mi sembra di camminare da sempre, ma ci sono quasi. La sto raggiungendo. La vedevo in lontananza, ed ora è sempre più vicina. Ancora qualche passo e ci siamo: la voragine. La genesi. L’inizio e forse la fine di tutto.
Mi fermo giusto un istante, il tempo di prendere fiato. Ora che sono certo di arrivarci, ogni cosa assume un significato nuovo.
Con la forza di un gancio ben assestato, arriva, improvvisa, un’altra visione.
Il collo mi si flette all’indietro, gli occhi al cielo, ma vedo tutto: il passato, il presente e il futuro si confondono in immagini sfumate. Una cheerleader si rompe una gamba, i soldati di Napoleone scappano nella campagna russa tendendosi i vestiti chiusi con le mani perchè i bottoni in stagno si sbriciolano a uno a uno, la prima casa su Marte sembra un bunker antiatomico giallo paglierino.
Una mitragliata di flash sempre più veloci fino a che lo sento pulsare. È nella voragine.
Lo so con certezza. La visione mi abbandona come è arrivata. Mi dà sempre un po’ di nausea quando succede, ma mi riprendo presto dai capogiri e procedo nel mio cammino. Ecco, ci siamo.
Questa volta non l’ho sentita arrivare e l’immagine è davvero troppo lenta: deve essere reale. È reale!
Oddio, quello è un orso polare!
Indietreggio piano, il freddo e la stanchezza non mi permettono di fare altrimenti.
È soprattutto in momenti così che rimpiango di non avere un potere più figo e utile, che ne so, una cosa che mi permetta di sconfiggere i predatori, piuttosto che questa onniscienza confusa e improvvisa.
L’animale è così vicino che lo sento respirare e io non so come uscire da questa situazione.
Zio polenta, proprio ora che ero praticamente arrivato.
Deglutisco una massa densa di saliva.
L’orso mi ha quasi raggiunto quando sento in lontananza una versione metal della musica del circo.
Ma da dove arriva?
L’orso mi mostra i denti mentre mi fissa, ma sono anche comparse delle palline da giocoliere che fa roteare con le sue zampe: giallo blu rosso rosso giallo blu blu giallo rosso.
Ma quanto è bravo?
Oddio, questa cosa mi ha distratto.
Ci infila anche un birillo.
Ma da dove salta fuori?
Luigi, tieni la mente salda. Obiettivo uno: salvare la pelle. Obiettivo due: raggiungere la voragine.
La bestia mi è praticamente addosso, gli vedo le zanne, sento il calore del suo fiato. Il cuore mi rimbalza nel petto così forte che fa male. Infilo la mano guantata nello zaino ed estraggo un… Nokia 3310.
Ma da dove viene questo?
Lo brandisco come fosse un coltello.
Ma cosa voglio fare?
Adesso glielo tiro in bocca e sicuro che gli spacco tutti i denti. Lo sanno tutti che questi aggeggi sono indistruttibili. I miei pensieri sono più confusi delle mie visioni, sarà per questo che mi è toccato uno superpotere che non mi salverà.
Visto che non mi vengono idee migliori, lancio il cellulare nelle fauci del mio nemico che fa un triplo carpiato con avvitamento laterale e stramazza al suolo.
Ma cosa è successo?
Non perdere tempo, Luigi. Obiettivo due: la voragine.
Mi rimetto a camminare quando l’orso polare inizia a… Ma cosa? Inizia a vibrare.

Mi sveglio prendendo fiato come se fossi stato in apnea.
La maglia con cui dormo è pezzata di sudore che sembra un lago sotto la scritta ‘C’erano un russo, un americano, un francese e un italiano al Polo Sud”.
Mi caracollo giù dal letto e mi fiondo in bagno. Un bruciore lancinante mi investe le budella: odio quando sogno la voragine. Odio svegliarmi dopo aver sognato la voragine.
Raggiungo il bagno appena in tempo. Estraggo dall’armadio il secchio che utilizzo per questi momenti e lo metto di fianco al cesso. Mi appoggio con la mano alla parete e inizio a pisciarci dentro.
Stringo i denti dal dolore: ormai dovrei esserci abituato, ma la verità è che non ci si abitua mai. Spingo con tutta la forza che ho in corpo: non sarà mai indolore, tanto vale sia veloce. Per quanta energia ci metta, il viscido e denso liquido nero cade piano, pesante, nel contenitore. Il suo odore forte riempie la stanza. Gli occhi mi lacrimano e la maglietta è così sudata che ora sembra che al Polo Sud ci siano soltanto un americano e un francese.
“Cosa ridi? Cosa diamine c’è da ridere?”, ho le ciglia bagnate per lo sforzo mentre fisso il gabbiano sporco di petrolio che mi sta sulla spalla.
“Ah, no? Non stai ridendo? E allora cos'è quella cosa che fai con il becco? Io lo so che ci godi”. L’uccello vola sul secchio pieno di quella che dovrebbe essere pipì. Lui sa che non lo è. Lo sa proprio bene. Ficca il becco nel secchio. Ora è ancora più sporco di quando è comparso. E poi mi guarda. Giudicante.
“Come mi sono ridotto. Mamma mia, come mi sono ridotto. Non finirà mai? Sono costretto a questa tortura ogni volta che sogno la voragine?”, una lacrima mi si ferma nella barba. Non ho mai capito perché valga per tutti i liquidi, compresa la pipì, ma non per saliva, sudore e lacrime. Beh, meglio, altrimenti sarebbe ancora più un casino. Gretto Thunberg si pulisce il becco sulle mie scarpe.
“So a cosa stai pensando, uccello maledetto. Va bene, ci ho fatto due soldi i primi tempi e quindi? Adesso è una colpa? Ne ho fatti anche meno di quelli che avrei potuto. Ma chi se lo immaginava che l’umanità avrebbe deciso che gliene importava qualcosa dell’ambiente?”, tiro su la cerniera dei pantaloni e apro il rubinetto, sovrappensiero.
“E come se non bastasse, oltre al danno, la beffa: ci sei tu, pennuto schifoso, a ricordarmi quanto faccio pena”. Infilo la mano sotto l’acqua corrente che si trasforma immediatamente sporcando tutto il lavandino di nero.
“Merda! Merda, merda!”, afferro la salvietta appoggiata sul box doccia e mi pulisco le mani.
“Quando ero più giovane e la mia vita era mediocre, ma non ancora un disastro colossale, avevo letto da qualche parte, mi pare fosse di Capote, che quando Dio ti dà un dono ti dà anche una frusta che è intesa unicamente all’autoflagellazione. Insomma, qualcosa del genere. Temo che sia tu la mia frusta, uccellaccio! Peccato che il mio “dono”, se così vogliamo intenderlo, sia solo la fonte di un mare di problemi. Un mare pieno di petrolio di problemi.”
Mi siedo sul cesso. Mi bruciano gli occhi, sono sfinito.
“Lo so cosa pensi, Gretto Thunberg: sono uno sfigato e tu sei il mio di fantasma dei Natali passati!”.
L’uccello apre un paio di volte il becco e garrisce. Io non conosco la lingua dei gabbiani, ma so cosa ha detto: sì, sei uno sfigato.

Mi asciugo il sudore con la salvietta. Puzzo come uno che ha corso una maratona, ma non posso lavarmi. Sfrego con più energia possibile mentre Gretto Thunberg mi vola intorno, rendendo tutto ancora più complicato.
Sono sveglio da mezz'ora e non ne posso già più. Dovrei seguire il mio istinto e tornare a dormire, ma ho paura di sognare ancora la voragine e finisce che non se ne esce più.
Devo anche buttare il secchio di petrolio prima che la pola decida di fare uno dei suoi controlli random e me lo trovi. La mia vita è già miserabile senza la galera, direi.
E poi è ora di dare una svolta a questi grigi sabati pomeriggio. Me lo sono promesso: non starò in casa ad attendere che le ore scivolino via fino a lunedì.
Il sabato la gente fa cose, va al luna park, ai centri commerciali, a inalare ossigeno nei parchi. Di sicuro non sta a casa a pisciare petrolio, ecco. E se voglio dare alla mia vita una parvenza di normalità questo è l’unico modo che mi viene in mente e si comincia da oggi, signor Procrastinatore seriale.
Gretto Thunberg mi distoglie dai miei pensieri slacciandomi le stringhe con il becco ancora sporco. Afferro il preparato a base di perossido di idrogeno e bicarbonato di sodio che uso quando non mi posso lavare con l’acqua e glielo butto addosso.
“Ahahahaah! Ahhhhh, adesso voli via starnazzando, eh? Dai, l’ho fatto per te: così torni bianco!”, il gabbiano si accuccia sopra il box doccia e mi fissa con l’espressione di chi me la farà pagare.
Io rido e mi metto un po’ di preparato sotto le ascelle, sperando me le renda meno fetide.
Sono pronto a salvare questo sabato.
Sono pronto a uscire.

Mangio il gelato alla menta e alla liquirizia e mi rendo conto che hanno ragione quelli che mi dicevano che la laurea in filosofia non serve a niente, nemmeno a farti capire che mangiare il gelato ti farà venire una gran sete anche se non è una pizza. Ma non berrò: non è il caso che tu mi metta a pisciare petrolio per la città.
Devo almeno resistere fino alla buca. Lì, dopo averci buttato dentro quello che ho messo nella bottiglia, posso anche permettermi di fare due goccie, sperando non ci sia in giro nessuno.
No, meglio non bere e basta.
Avrei voglia di fumare, ma ho sempre paura a farlo dopo aver sognato la voragine: ho comunque una bottiglia di petrolio nello zaino. Non si sa mai. E poi la gente non vede di buon occhio i pochi fumatori rimasti.
Meglio rimanere discreti.
Cerco di distrarmi guardandomi intorno mentre raggiungo il bosco, poi devo ritrovare la buca e anche questa volta ce la siamo cavata. E me ne vado al cinema.
Fiancheggio un muro coperto di graffiti scintillanti con gli obiettivi dell’Agenda 2030 raggiunti, praticamente l’inizio della mia fine.
Eccoli lì, in azzurro, giallo, marrone e verde, in tonalità diverse, le firme della mia condanna:

Goal 6, Acqua pulita e igiene; Goal 7, Energia pulita e accessibile; Goal 12, Consumo e produzione responsabili; Goal 13, Agire per il clima; Goal 14, La vita sott’acqua ; Goal 15, La vita sulla Terra- L’Umanità ce l’ha fatta: il Pianeta è salvo!!!! Spacciatori di petrolio siete lo skifo!!
GreenJoe

Una scritta in nero, poca curata lo rovina:
L’Umanità ce l’ha fatta?! E gli altri Goal, zio?!!!
IHaveSomeDubts

Le auto elettriche scivolano sulla strada come mani sulla seta: silenziose ed eleganti.
“Guarda dove cammini!”, il proprietario della Tesla che mi stava per investire mi urla addosso.
Adesso mi spiccio, butto ‘sto schifo nella buca e torno a casa. Al cinema ci vado un’altra volta, non sono ancora pronto per riprendermi la vita e nemmeno i sabati pomeriggio.
Sono fatto per sopravvivere, non per vivere.
Mi metto sul divano, mi guardo C’è un like per te e mi sforzo di non pisciare più. Domani leggo un po’ e lunedì si torna alla solita vita da netturbino che piscia pipì normale e non rischia il carcere. Devo solo sperare di non sognare la voragine di nuovo.

Il silenzio del bosco mi rassicura. Non è come il silenzio della città: qui si sentono il vento e le foglie secche schiacciate dalle scarpe a ogni passo e il cinguettio di uccellini decisamente meno fastidiosi di Gretto Thunberg.
Ancora qualche metro e dovrei raggiungere il fontanino, arrivato lì prendo il sentiero a destra fino alla grotta e dietro trovo la buca.
Ripasso mentalmente il percorso in maniera ossessiva, non perchè io ne abbia realmente bisogno, è una specie di compulsione che mi è venuta le prime volte che andavo a buttare il petrolio. Almeno non penso a quello che mi succede se mi becca la pola.
“Stai ferma, ti ho detto!”, una voce bassa, maschile mi raggiunge fievole mentre arrivo al fontanino.
Mi fermo e mi metto in ascolto.
“Lasciatemi, vi prego”, la voce della ragazza è seguita da un rumore sordo. Mi metto a gattoni, avanzo di un paio di metri, senza far troppo rumore, e scruto tra gli alberi.
La ragazza piange, mentre il più grosso dei tre farabutti la tiene contro l’albero.
I suoi amici ridono e si slacciano le cinture.
“Vi prego, lasciatemi andare, non dirò niente a nessuno, lo giuro”, con un pugno in faccia quello grosso zittisce la ragazza, che piange mentre un rivolo di sangue le scorre sul mento.
“Non hai capito, bambina, adesso come ci divertiamo insieme noi quattro”, sento una rabbia mai provata crescermi dentro mentre il più basso dei tre le accarezza la guancia con un coltello e il terzo uomo si apre la patta dei pantaloni.
Torno carponi al fontanino e inizio a respirare profondamente. Devo intervenire, ma non so cosa fare.
Sussurro tra me e me:“Sono in tre, sono armati e io non ho la più pallida idea di come muovermi”.
“Questo perché a filosofia non ti hanno insegnato a usare il cervello!”, sobbalzo e mi guardo intorno spaventato.
Non posso credere ai miei occhi: “Gretto Thunberg? Tu… Tu parli?”.
“Io ho sempre parlato, Luigi il Pirla, sei tu che finalmente stai iniziando a usare il tuo superpotere come si deve!”, non lo fa, ma sono certo di aver visto un sorriso su quel becco.
“Non può essere vero, devo essere impazzito del tutto”, mi pizzico le mani per riportarmi alla realtà.
“Non sei impazzito, cioè, non più di quanto già non lo fossi… E avevi ragione stamattina, io sono un po’ il tuo, come era?, Fantasma dei Natali passati, sì. Sono il tuo spirito guida, insomma, chiamalo come vuoi”, la voce di Gretto Thunberg assomiglia un sacco a quella di Andrea Camilleri, deve essere per via dell’inquinamento.
“Quindi io conosco il garrito, garrinese, come si chiama, per Dio, dei gabbiani?”, scuoto la testa perplesso.
“No, vedi che a filosofia non ti hanno insegnato a usare il cervello? Tu parli con me, io posso darti una mano a trovare un senso, un’utilità al tuo superpotere perchè io so il male che una parte di quel potere ha fatto, ma l’ha fatto solo perchè usato male. I poteri non sono utili o inutili in sè, non sono buoni o cattivi in sè, dipende dall’uso che se ne fa, dal senso che gli si vuole dare, da come si guarda al mondo”, Gretto Thunberg non è più sporco di petrolio e mi guarda dritto negli occhi.
“Quindi sei saggio oltre che stronzo”, accenno un sorriso al pennuto. “Allora, dimmi, perchè adesso? Perchè sei comparso e io posso parlarti ora?”.
“Perchè ne hai bisogno adesso, idiota! Perchè è la prima dannata volta che non stai a piagnucolarti addosso per quanto la tua vita sia inutile e vuota ma senti il desiderio di agire, di fare qualcosa di buono, di sensato, di utile!”.
Lo guardo e annuisco: “E come mi puoi aiutare tu? Sei qui per farmi da mental coach o hai qualche utilità pratica?”
“AHAHAHAH! Simpatico il nostro filosofo. Tu hai un altro potere. Puoi chiedermi qualsiasi cosa derivata dal petrolio abbia toccato l’acqua dell’Oceano Pacifico e l’avrai immediatamente in mano. Sono praticamente la tua porta di collegamento con un elemento che avete fatto sparire: la plastica”.
“Che grande aiuto! E come pensi possa utilizzare la plastica in questa situazione?”, adesso lo fisso io negli occhi.
“Usa il cervello, filosofo, o almeno la fantasia… Quella che hanno i bambini”, Gretto Thunberg scandisce bene quest’ultima parola mentre picchietta con la punta del becco sulla fontana.
Un ricordo mi spalanca il cervello e gli occhi.
Mi rivedo bambino mentre gioco a gavettoni in giardino con mio cugino Marco. Poi arriva Giulia e ci bagna tutti per bene: lei ha l’arma vincente.
Guardo la fontana, guardo Gretto e sorrido: “Con tutta la plastica che c’era nel Pacifico ci sarà stata una pistola ad acqua: voglio un Super Liquidator”.
“Non è neanche la più scema delle idee che potevano venirti in mente!”, non so come ma Gretto Thunberg mi strizza un occhio.
Un Super Liquidator come non ne vedevo da almeno trent’anni compare ai piedi della fontana.
Lo riempio stando attento a non toccare l’acqua.
Ora so cosa fare.

“Lasciatene un po’ anche a me!”, il più piccolo dei tre farabutti fissa gli amici che si strusciano come due serpenti sulla ragazza. Lei piange, il suo corpo è abbandonato tra quelli dei due uomini.
“Lasciatela stare!”, urlo come ho visto fare dagli eroi nei film.
Si fermano tutti e quattro e mi guardano.
Il grosso molla la ragazza e mi si avvicina: “E tu chi saresti?”.
“Non so chi sono ora, ma so chi posso essere se non lasci andare la ragazza: un grosso, grosso problema”, la gamba sinistra inizia a tremarmi. Spero che la mia idea funzioni.
“Altrimenti cosa ci fai, principessa?”, il piccoletto si mette di fianco al suo amico che ora mi punta addosso un coltello.
Sollevo il braccio destro, quello armato, e punto il Super Liquidator contro di loro: “Altrimenti sparo”.
La risata di tutti e tre si alza, stridula, all’unisono.
Spero proprio che sia una buona idea. Appoggio l’indice sinistro appena fuori dalla bocca del Super Liquidator, così che l’acqua lo sfiori appena, uscendo. Lo carico e sparo mirando ai piedi dei due farabutti e creando una linea che li colleghi.
Le loro scarpe sono completamente sporche di petrolio e sono unite da una nero filo che sovrasta le foglie secche.
Estraggo la scatola di fiammiferi che mi porto dietro da quando hanno vietato gli accendini. Ne accendo uno e lo lancio sul liquido nero che si infiamma.
I due iniziano a urlare e a dimenarsi.
Il terzo scappa nella direzione opposta con la ragazza.
Ho un’ultima chance per salvarla.
Tolgo dallo zaino la bottiglia piena del mio petrolio mattiniero. Mi strappo un lembo della camicia, lo immergo nel collo della bottiglia e gli do fuoco. Spero che funzioni. A filosofia non ci hanno mai insegnato a fare le molotov. Lo tiro contro un albero nella direzione dei due.
La bottiglia esplode e il fuoco divampa.
L’uomo, spaventato, scappa mollando la ragazza.
Corro nella sua direzione, con il fuoco intorno e le urla dei delinquenti nelle orecchie.
“Vieni con me, corri!”, la prendo per la mano e scappiamo a perdifiato.
Non siamo neanche usciti dal bosco che gli elicotteri dei vigili del fuoco lo sorvolano pronti a spegnere l’incendio.
Prendo il volto della ragazza tra le mani: “Stai bene?”
“Sì”, ma trema.
Tremo anche io. Ho paura, ma mi sento anche vivo come non lo sono mai stato.
Il primo sabato salvo della mia vita.
Gretto Thunberg mi vola sulla spalla: “Filosofo, sei un eroe, ma hai fatto un casino!”



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Shanghai Kid
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#2 » lunedì 3 aprile 2023, 10:08

Buongiorno ragazzi.
Allora, principio con il dire che, ahimè, ho scritto un po' velocemente. Spero che il disastro non sia completo.
Arrivo alle specifiche dei bonus. Ho provato a fare un'operazione di raddoppiamento dei bonus mettendoli e nell'incubo di Luigi e nel racconto vero e proprio.
Indicherò sempre prima quelli presenti nel sogno e solo successivamente quelli della storia.
Spero di essere stata chiara:

Bonus:
Un animale dev'essere elemento di fastidio per i personaggi -2 punti
Sogno: orso polare;
Racconto: Gretto Thunberg, gabbiano sporco di petrolio e spirito guida di Luigi.

Nel racconto dev'esserci un oggetto anacronistico -2 punti
Sogno: Nokia 3310
Racconto: Super Liquidator.

Qualcuno deve avere un superpotere inutile -2 punti
Sogno: visioni improvvise onniscienti;
Racconto: trasformazione dei liquidi in petrolio in un mondo in di cui é bandito e possibilità di materializzare oggetti in plastica.

Sembro pazza, lo so.

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Andrea Furlan
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#3 » venerdì 7 aprile 2023, 0:22

Ciao Elisa,
Il tuo racconto non mi è dispiaciuto, ha il tuo stile fresco, ironico e riconoscibile. Centra bene l'ambientazione e i bonus, forse meno il tema perché il fatto che sia sabato rimane detto ma non praticato o spiegato in altro modo.
Devo dire che non ho capito la relazione fra le tre parti, cioè come si riflette il sogno rispetto alla seconda -terza parte e ho trovato l’ultima parte (il salvataggio dallo stupro) collegata in modo blando alla seconda. L'unica spiegazione è che Luigi abbia il suo potere del creare petrolio solo quando sogna, ma l'ho trovato un po' debole. Delle due avrei sviluppato di più solo la seconda parte, magari lavorando di più sul discorso delle Sustainable goals in antitesi con il suo potere. Il riferimento all'ecologia, concretizzato nella scritta sul muro con risposta in graffiti, l'ho trovato geniale.
Altra cosa che non ho capito subito è che cosa gli succede con il petrolio: la spiegazione di quando appare per la prima volta il potere non è chiara e ci ho messo un po' per collegare i punti. Altro elemento strano è il gabbiano, che da semplice disturbatore diventa la soluzione ai problemi, un perfetto Deus ex Machina. Il suo nome è di nuovo geniale, però, è rafforza la critica ecologista che immagino volessi sviluppare di fondo.
Ho letto che hai scritto in fretta, peccato perché con più elementi coerenti fra loro sarebbe stato molto più centrato e godibile. Così sembra che ci siano idee diverse non del tutto amalgamate fra loro.

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angelo.frascella
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#4 » venerdì 7 aprile 2023, 10:34

Ciao Elisa.

Complimenti per l’immaginazione: l’idea del petrolio nell’urina (che ho letto con gran dolore), del gabbiano/grillo parlante sporco di petrolio col suo nome, l’orso giocoliere, il superliquidator per sparare il petrolio sono belle immagini frutto di una fantasia fervida.
Il racconto è, nell’insieme, gradevole e divertente. Ci sono però alcuni elementi che andrebbero rivisti: il gabbiano, per esempio, pare spuntare dal nulla e mi ha fatto tornare indietro per capire se Luigi stesse ancora sognando o se fosse uscito da Luigi insieme al petrolio. Allo stesso tempo nella seconda parte non si capisce che lo sta accompagnando al bosco, fino a quando non pare spuntare di nuovo dal nulla.
Inoltre, non amo molto i sogni in narrativa, a meno che non siano usati in modo molto efficace (alla Inception, per dire), un po’ come quando ci ostiniamo ad annoiare i nostri sogni agli amici strani (io lo faccio sempre :D) . Avresti potuto risolvere la prima parte con un “O dimo” (lui che si sveglia di botto dopo aver sognato la voragine) e concentrarti sulla seconda

yuri.villani
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#5 » domenica 9 aprile 2023, 9:38

Un racconto divertente, che secondo me non esprime tutto il suo potenziale.
La prima parte, con l’incubo, mi ha un po’ confuso a livello stilistico, e per il caos di immagini che si susseguivano. Forse è solo una mia impressione, ma l’ho trovato così.
Dopo lo stile a mio parere si pulisce di molto e la lettura va liscia con piacere.
Note carine: il riferimento alla t-shirt dell’ambientazione e la citazione di Capote. E il murales con tanto di effetto grafico, molto piacevole.
L’animale che poi si scopre senziente e molto azzeccato, dà al racconto un guizzo di interesse e originalità

Quello secondo me che non rende al massimo è la svolta un po’ più”seriosa” del finale, che si distacca un po’ dalle vicende ironiche e scanzonate della prima parte. In così poco spazio un cambio di registro così “grave” personalmente l’ho accusato.

Comunque, complimenti!

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Daniele
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#6 » domenica 9 aprile 2023, 22:48

Ciao Elisa, piacere di leggerti.
Secondo me in questo racconto hai avuto delle trovate davvero interessanti, un potere che nel mondo di oggi ti renderebbe ricchissimo ma reso inutile dal contesto, immagini quasi cliché come il gabbiano sporco di petrolio riciclate (per rimanere in tema sostenibilità) in un contesto originale, un utilizzo dell'ironia che personalmente apprezzo.
Simpatico l'utilizzo grafico per descrivere i murales nel racconto, altro sintomo di una certa immaginazione e originalità.
Un po telefonato l'incendio finale data la presenza del petrolio ma originale l'idea del mettere il dito davanti al super liquidator per trasformare l'acqua all'uscita del getto: semplice ma efficace.
Nel complesso secondo me un buon racconto, forse in alcuni punti si nota la fretta nello scriverlo di cui hai parlato ma in definitiva il risultato è positivo.

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Michael Dag
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#7 » martedì 11 aprile 2023, 17:20

Mi sono divertito, il personaggio di luigi è scanzonato e simpatico al punto giusto e la sua voce narrante è perfetta per il tipo di storia che racconti.
Sei riuscita anche a inserire un arco di trasformazione, cosa non facile in così poco tempo e anche se risulta un po' avvio, fa il suo lavoro e da una bela svolta alla trama.
Gli elementi bonus sono incastrati alla perfezione, anche il concetto di sabato ci stà bene con lui che vorrebbe migliorarsi e smetterla di sprecare il suo tempo.
Molto fantasiosa l'idea di produrre petrolio dal nulla. Nel nostro mondo sarebbe letteralmente come pisciare oro, ma nel suo no.
Divertentissimo il gabbiano, ogni riferimento è puramente casuale.

La critica che ti faccio è il sogno. Molto confusionario e visto che siamo all'inizio e non abbiamo ancora ben chiaro cosa sta succedendo risulta complicato capire se è davvero un sogno o la realtà.
Insomma, non è del tutto colpa tua. I sogni sono da evitare, specialmente nell'incipit. (E senti chi parla mi dirai)
Comunque, ho letto volentieri, brava davvero!

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Milena
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#8 » venerdì 14 aprile 2023, 11:48

Ciao Elisa, ben trovata! Dunque, parto subito con un off topic: la scena delle visioni, con la testa che schizza all’indietro e gli occhi fissi al cielo mi ha ricordato subito Mercoledì Addams. E questo già mi è piaciuto, ma ovviamente c’entra poco con l’analisi del racconto, con cui parto ora.
Parlando di stile, la scrittura è veloce e fluida, la lettura dunque scorre bene anche se ogni tanto arriva una d eufonica a bloccare un po’ la scioltezza del tutto. Ho anche notato un paio di refusi, come in questa frase: “non è il caso che tu mi metta a pisciare petrolio per la città.” Nulla di grave, comunque.
La storia è a mio avviso divertente, anche alquanto originale e surreale e l’ho letta con molto piacere. Il finale è bellissimo, un lieto fine con qualche danno collaterale ;-)
Ho inoltre apprezzato alcuni dettagli, tra cui l’esclamazione “Zio Polenta” (versione più montanara dello “Zio Pera” che i miei alunni a scuola si divertono a ripetere, che magari dalle vostre parti è molto usata ma che io ho visto per la prima volta e che mi ha fatto ridere) e soprattutto l’idea di chiamare il gabbiano Gretto Thunberg.
Però ci sono alcuni punti che non mi sono del tutto chiari. In primis, la sua “produzione” di petrolio ha origine dal fatto che sia sabato o dal sogno? Perché all’inizio sembra sia la seconda, ma a un certo punto lasci intendere che questo succeda ogni sabato. E in quel caso, perché proprio di sabato?
Poi. Questo pezzo “Adesso mi spiccio, butto ‘sto schifo nella buca e torno a casa. Al cinema ci vado un’altra volta, non sono ancora pronto per riprendermi la vita e nemmeno i sabati pomeriggio.
Sono fatto per sopravvivere, non per vivere.
Mi metto sul divano, mi guardo C’è un like per te e mi sforzo di non pisciare più.”
ho dovuto rileggerlo una seconda volta per capire che la parte “mi metto sul divano” è la continuazione dei propositi e che lui si trova ancora in giro col sacchetto di petrolio; alla prima lettura sembrava fosse ritornato in effetti a casa e ho dovuto interrompere la lettura per chiarirmi le idee. Forse sistemerei semplicemente usando quel “sono fatto per sopravvivere, non per vivere” come chiusura del paragrafo; ne avrebbe anche più forza espressiva.
Il gabbiano per certi versi spunta fuori un po’ come deus ex machina, ma in effetti andando a rileggere la prima parte del racconto si vede come l’animale sembrasse già tentare di comunicare con lui, anche se ancora inutilmente. Quindi ci può stare.
I bonus direi che ci sono (pure doppi!); sull’ambientazione sono un po’ indecisa, tenderei a darla per buona visto che tutto si svolge di sabato, anche se come dicevo non mi è chiaro il collegamento.
Insomma, al netto di qualche chiarimento dovuto, mi è piaciuto molto, mi ha incuriosito e l’ho trovato pure spassoso. Brava!

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Shanghai Kid
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Re: Energia pulita - Elisa Belotti

Messaggio#9 » lunedì 17 aprile 2023, 21:08

Milena ha scritto:Ciao Elisa, ben trovata! Dunque, parto subito con un off topic: la scena delle visioni, con la testa che schizza all’indietro e gli occhi fissi al cielo mi ha ricordato subito Mercoledì Addams. E questo già mi è piaciuto, ma ovviamente c’entra poco con l’analisi del racconto, con cui parto ora.
Parlando di stile, la scrittura è veloce e fluida, la lettura dunque scorre bene anche se ogni tanto arriva una d eufonica a bloccare un po’ la scioltezza del tutto. Ho anche notato un paio di refusi, come in questa frase: “non è il caso che tu mi metta a pisciare petrolio per la città.” Nulla di grave, comunque.
La storia è a mio avviso divertente, anche alquanto originale e surreale e l’ho letta con molto piacere. Il finale è bellissimo, un lieto fine con qualche danno collaterale ;-)
Ho inoltre apprezzato alcuni dettagli, tra cui l’esclamazione “Zio Polenta” (versione più montanara dello “Zio Pera” che i miei alunni a scuola si divertono a ripetere, che magari dalle vostre parti è molto usata ma che io ho visto per la prima volta e che mi ha fatto ridere) e soprattutto l’idea di chiamare il gabbiano Gretto Thunberg.
Però ci sono alcuni punti che non mi sono del tutto chiari. In primis, la sua “produzione” di petrolio ha origine dal fatto che sia sabato o dal sogno? Perché all’inizio sembra sia la seconda, ma a un certo punto lasci intendere che questo succeda ogni sabato. E in quel caso, perché proprio di sabato?
Poi. Questo pezzo “Adesso mi spiccio, butto ‘sto schifo nella buca e torno a casa. Al cinema ci vado un’altra volta, non sono ancora pronto per riprendermi la vita e nemmeno i sabati pomeriggio.
Sono fatto per sopravvivere, non per vivere.
Mi metto sul divano, mi guardo C’è un like per te e mi sforzo di non pisciare più.”
ho dovuto rileggerlo una seconda volta per capire che la parte “mi metto sul divano” è la continuazione dei propositi e che lui si trova ancora in giro col sacchetto di petrolio; alla prima lettura sembrava fosse ritornato in effetti a casa e ho dovuto interrompere la lettura per chiarirmi le idee. Forse sistemerei semplicemente usando quel “sono fatto per sopravvivere, non per vivere” come chiusura del paragrafo; ne avrebbe anche più forza espressiva.
Il gabbiano per certi versi spunta fuori un po’ come deus ex machina, ma in effetti andando a rileggere la prima parte del racconto si vede come l’animale sembrasse già tentare di comunicare con lui, anche se ancora inutilmente. Quindi ci può stare.
I bonus direi che ci sono (pure doppi!); sull’ambientazione sono un po’ indecisa, tenderei a darla per buona visto che tutto si svolge di sabato, anche se come dicevo non mi è chiaro il collegamento.
Insomma, al netto di qualche chiarimento dovuto, mi è piaciuto molto, mi ha incuriosito e l’ho trovato pure spassoso. Brava!


Grazie di cuore e scusa per la risposta tardiva, ma ero in viaggio prima e in gita poi...
Farò tesoro dei tuoi (vostri) consigli, anche se purtroppo non sono riuscita a correggerli per la versione da dare a Cardone.
Sei stata davvero un tesoro!
Grazie di cuore,
Elisa

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