Gruppo unico

Per partecipare alla Sfida basta aver voglia di mettersi in gioco.
Le fasi sono quattro:
1) I partecipanti dovranno scrivere un racconto a TEMA e postarlo sul forum. Questo GAME il racconto dev'essere ambientato in un preciso universo narrativo che verrà comunicato al momento del lancio.
2) Gli autori leggeranno e classificheranno i racconti che gli saranno assegnati.
3) Livio Gambarini e Marco Cardone leggeranno e commenteranno i racconti semifinalisti (i migliori X di ogni girone) e sceglieranno i finalisti.
4) Samuel Marolla assegnerà la vittoria.
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Spartaco
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Gruppo unico

Messaggio#1 » lunedì 3 aprile 2023, 0:27

Immagine

Questo GAME ci sarà un Gruppo unico.
I partecipanti si commenteranno e classificheranno fra di loro. Le classifiche si sommeranno a quelle di un giudice.

Questo è il gruppo Unico de La Sfida a Gli Inutili con Samuel Marolla come giudice.

Andranno in semifinale i primi quattro del gruppo. Il vincitore del gruppo sfiderà il quarto in classifica, il secondo sfiderà il terzo. Gli altri verranno eliminati.

Vediamo i racconti ammessi:

Burocrazia italiana & Tecnologia serba di Michael Dag
Energia pulita, di Elisa Belotti.
L'isola della sfortuna di Daniele Villa
Una Napoli - Juri Villani
Capo ha sempre ragione di Angelo Frascella
Una normale giornata di primavera di Andrea Furlan

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 13 aprile per commentare i racconti
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.

I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.

BUONA SFIDA A TUTTI!



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Andrea Furlan
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Re: Gruppo unico

Messaggio#2 » venerdì 7 aprile 2023, 0:19

Ciao a tutti,
ecco la mia classifica per questa bella Sfida. Sono tutti racconti di registro ironico che ho apprezzato per motivi diversi. Grazie a Spartaco per aver condiviso con noi la sua ambientazione che trovo davvero interessante, di sicuro mi procurerò il libro anche per vedere differenze e similitudini con i nostri racconti. Sul primo posto non ci sono discussioni, fra secondo e terzo premio Angelo per la maggiore maturità generale nonostante il problema che ho indicato sulla trama, quarto e quinto per le maggiori criticità che ho riscontrato.

1 - Burocrazia italiana & Tecnologia serba di Michael Dag Scattina
2 - Capo ha sempre ragione di Angelo Frascella
3 - Una Napoli di Yuri Villani
4 - Energia pulita di Elisa Belotti
5 - L'isola della sfortuna - di Daniele Villa


L'isola della sfortuna - di Daniele Villa

Ciao Daniele,
il tuo racconto non mi ha preso pienamente, soprattutto perché l’ho trovato molto pieno di ripetizioni su alcuni elementi che alla lunga diventano pesanti: le tasse, la sfiga del protagonista, il gabbiano davvero troppo incontinente (un po’ nuvoletta di Fantozzi), il fatto che ripete ossessivamente di non capire il dialetto siciliano quando invece sembra che capisca benissimo. Se posso dare un suggerimento, che anche io sto imparando con l’esperienza, per spiegare qualcosa non importa ripeterla, basta anche un accenno, una pennellata al punto giusto e il lettore fa il resto. Tornando sul dialetto, in realtà è stato più un problema per me, come lettore, perché non conosco il siciliano e mi sono dovuto sforzare per capire, con difficoltà maggiori soprattutto all’inizio.
Tutta la narrazione mi sembra un po’ esagerata, in questo il tuo racconto assomiglia a quello di Yuri, a cui ho spiegato che non apprezzo questo genere di stile. La tua potrebbe essere una scelta stilistica voluta, ma a tratti l’ho trovata troppo forte.
Le scene di azione sono un po’ sterili e molto concitate, dove alcune dinamiche non sono chiare. Sono d’accordo con altri che in queste scene le emozioni dei personaggi non emergono. I poteri dei personaggi sono un po’ cliché, ma ho apprezzato la dicotomia Luca – Caterina, davvero fatti l’uno per l’altra.
Il tema del sabato italiano non mi sembra rispettato, c’è solo un riferimento veloce a un certo punto ma non è fondante per la storia. I bonus invece mi sembrano centrati
Ho apprezzato l’ambientazione e la personalizzazione del vulcano: a tratti mi ha ricordato il senso di claustrofobia di 1997 – Fuga da New York. Bella anche l’idea delle due famiglie che si sono spartite l’isola negli unici due paesi abitabili.
Insomma per quanto mi riguarda luci e ombre, dove le seconde prevalgono.


Una Napoli di Yuri Villani

Ciao Yuri,
Comincio confessando che non ho mai amato lo stile colloquiale, eccessivo e pieno di parolacce che caratterizza il tuo racconto. Purtroppo quando lo trovo mi allontano subito dalla narrazione e faccio davvero fatica a continuare a leggere. Sarà un gusto personale, ma credo che si possa avere lo stesso effetto con un po' più di moderazione. La prima parte l'ho quindi trovata non di mio gusto e forse anche troppo lunga, come una introduzione che poteva forse essere tagliata della metà. Continuando con le cose che ho apprezzato meno, ci sono due o tre spiegoni in pezzi di testo che potevi gestire come il resto, con dialoghi più agili ed elementi accennati. Le citazioni che hai inserito non lo ho apprezzate subito, ma poi ho trovato originale che fossero una via di mezzo fra i pensieri e il dialogo fra Edoardo e i figli.
Invece mi è piaciuta molto di più la seconda parte: tema centrato ottimamente, con una bella atmosfera da "ci penserò poi lunedi", bonus azzeccati, soprattutto quello sull'oggetto anacronistico (ce ne sono una marea). Buona anche la nostalgia che pervade tutta la storia, rappresentata dalla storica pizza Napoli. La figura del protagonista è gli altri personaggi funzionano tutti e sono organici alla storia, mi hanno fatto venire in mente Mrs Doubtfire, ed è un sincero complimento. Forse troppo laterale l'inserimento nell'ambientazione del libro, i superpoteri rimangono un po' sullo sfondo e così il loro ruolo nella società: il futuro che descrivi è "neutro" in questo senso, ma fa da buon contraltare alla storia che vuoi raccontare.
In sintesi, un racconto discreto che a mio avviso soffre molto per la prima parte, da rivedere.


Burocrazia italiana & Tecnologia serba di Michael Dag Scattina

Ciao Michael,
Molto bello, divertente, me lo sono goduto un sacco. Ambientazione molto riuscita, tema centrato soprattutto dal finale geniale, stile azzeccato, personaggi ottimi e al servizio della storia. Ho apprezzato in particolare la scena della Commissione e il personaggio Bogdan, con la sua "atmosfera balcanica" molto riconoscibile. Bella anche l'investigazione per capire cosa succede a Fabio quando sparisce. Un po' meno bene il riferimento a Leonardo che ho trovato un po' cliché, ma comunque si inserisce a dovere nella storia, diventando elemento fondante ma non centrale.
Sono un po' perplesso sul potere utile/inutile per il terzo bonus come hai scritto anche tu, ma direi che non è molto importante, gli altri due bonus ci sono tutti. Magari potevi dare un piccolo potere a Bogdan, tipo arrotolare sigarette bosniache senza filtro col solo pensiero (ah no scusa, quello sarebbe stato molto utile...)
Bravo! Te l'ho già scritto che mi è piaciuto?


Energia pulita di Elisa Belotti

Ciao Elisa,
Il tuo racconto non mi è dispiaciuto, ha il tuo stile fresco, ironico e riconoscibile. Centra bene l'ambientazione e i bonus, forse meno il tema perché il fatto che sia sabato rimane detto ma non praticato o spiegato in altro modo.
Devo dire che non ho capito la relazione fra le tre parti, cioè come si riflette il sogno rispetto alla seconda -terza parte e ho trovato l’ultima parte (il salvataggio dallo stupro) collegata in modo blando alla seconda. L'unica spiegazione è che Luigi abbia il suo potere del creare petrolio solo quando sogna, ma l'ho trovato un po' debole. Delle due avrei sviluppato di più solo la seconda parte, magari lavorando di più sul discorso delle Sustainable goals in antitesi con il suo potere. Il riferimento all'ecologia, concretizzato nella scritta sul muro con risposta in graffiti, l'ho trovato geniale.
Altra cosa che non ho capito subito è che cosa gli succede con il petrolio: la spiegazione di quando appare per la prima volta il potere non è chiara e ci ho messo un po' per collegare i punti. Altro elemento strano è il gabbiano, che da semplice disturbatore diventa la soluzione ai problemi, un perfetto Deus ex Machina. Il suo nome è di nuovo geniale, però, è rafforza la critica ecologista che immagino volessi sviluppare di fondo.
Ho letto che hai scritto in fretta, peccato perché con più elementi coerenti fra loro sarebbe stato molto più centrato e godibile. Così sembra che ci siano idee diverse non del tutto amalgamate fra loro.

Capo ha sempre ragione di Angelo Frascella

Ciao Angelo,
ho apprezzato il tuo racconto soprattutto per il ritmo e la scrittura fluida. I personaggi sono interessanti e decisamente scalcagnati, servono bene la storia che immagino volevi scrivere. Il tema è rispettato, su tutto dalla frase tombale “Un centro commerciale il sabato pomeriggio. L’inferno in Terra” che mi ha strappato un sorriso. Così come i tre bonus, che sono declinati a dovere. L’inserimento nell’ambientazione del libro poteva forse essere più centrato, ho avuto l’impressione che i superpoteri siano un po’ fini a se stessi.
Sono rimasto un po’ deluso dalla storia in sé, purtroppo: dalle premesse mi aspettavo un grande colpo e una trama thriller, magari con scene avventurose, invece hai giocato tutto sull’ambiguità fra i criminali veri e le macchiette, scegliendo alla fine per le ultime. Forse un po’ un’occasione persa, mentre sviluppare nell’altro senso, sempre con lo stesso registro ironico, sarebbe stato forse più interessante.
In sintesi, elementi più che buoni ma non sostenuti da una solida idea di fondo, o per lo meno che io abbia condiviso.

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angelo.frascella
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Re: Gruppo unico

Messaggio#3 » lunedì 10 aprile 2023, 12:29

Ciao a tutti.
Complimenti per i miei racconti, nessuno brutto, tutti con idee e approcci originale e divertenti.
Quindi la classifica la faccio in base a quanto ciascun racconto sia vicino a esprimere sua potenzialità (o in senso inverso, quanto sia bisognoso di modifiche e revisioni):

1) Una Napoli - Juri Villani
2) Burocrazia italiana & Tecnologia serba di Michael Dag
3) Una normale giornata di primavera di Andrea Furlan
4) Energia pulita, di Elisa Belotti.
5) L'isola della sfortuna di Daniele Villa


Ecco i commenti:

Una Napoli - Juri Villani
Ti faccio i complimenti: il racconto è davvero molto bello.
Sei riuscito a gestire una tematica molto delicata con leggerezza e senza cadere mai nel melodramma, e allo stesso tempo a toccare le giuste corde emotive. Ammetto di essere arrivato al finale con gli occhi umidi.
Bravo!

Burocrazia italiana & Tecnologia serba di Michael Dag
Racconto che mi ha divertito.
L’agenzia dell’entrate dipinta come una sorta dell’inquisizione burocratica, il pezzo di carta perso, il potere di Fabio, il ricco spocchioso (bellissimo il passaggio: “Al Calvalier Radometti torna comodo tra sedici minuti”), ecc. è tutto godibile e il finale è da antologia. Insomma, sei riuscito ad adottare un registro satirico portandolo coerentemente fino alla fine. Il fatto che si trattasse di Leonardo l’avevo capito dalla prima descrizione della stanza, ma non è quello il vero colpo di scena del racconto e quindi va bene così.
L’unico difetto è un errore logico della storia: nel momento in cui Fabio porta via la pergamena di Leonardo la datazione al radiocarbonio non può più funzionare, visto che di fatto per la pergamena non sono passati i secoli necessari a dimezzare il Carbonio 14 in esso. Essendo un racconto ironico l’errore diventa un po’ meno importante. In un racconto serio necessiterebbe di sicuro di una soluzione (per esempio usare le foto prese col cellulare come prova con l'ufficio di datazione)

Una normale giornata di primavera di Andrea Furlan
Il racconto scorre bene e si legge con piacere. L’idea del tipo che comunica gli insetti mi è piaciuta molto e i passaggi sul suo rapporto con gli insetti sono molto gustosi.
Mi ha convinto meno invece la mancanza della motivazione che spinge i “cattivi” a inseguirlo. Cosa vogliono da lui? Perché deve scappare? Questo toglie un po’ di tensione all’inseguimento. Anche l’incontro casuale con la studentessa che poi si scopre essere una potenziale vittima della banda sembra una coincidenza un po’ forzata.
Insomma, racconto interessante ma che sembra incompleto: probabilmente servirebbe più spazio per espanderlo a dovere.

PS permettimi una battuta: se mi vedessi inseguito cercherei di raggiungere via Indipendenza o via Ugo Bassi per confondermi nella folla e avere dei testimoni attorno, invece di infilarmi nelle vie poco affollate del Ghetto :)

Energia pulita, di Elisa Belotti
Complimenti per l’immaginazione: l’idea del petrolio nell’urina (che ho letto con gran dolore), del gabbiano/grillo parlante sporco di petrolio col suo nome, l’orso giocoliere, il superliquidator per sparare il petrolio sono belle immagini frutto di una fantasia fervida.
Il racconto è, nell’insieme, gradevole e divertente. Ci sono però alcuni elementi che andrebbero rivisti: il gabbiano, per esempio, pare spuntare dal nulla e mi ha fatto tornare indietro per capire se Luigi stesse ancora sognando o se fosse uscito da Luigi insieme al petrolio. Allo stesso tempo nella seconda parte non si capisce che lo sta accompagnando al bosco, fino a quando non pare spuntare di nuovo dal nulla.
Inoltre, non amo molto i sogni in narrativa, a meno che non siano usati in modo molto efficace (alla Inception, per dire), un po’ come quando ci ostiniamo ad annoiare i nostri sogni agli amici strani (io lo faccio sempre :D) . Avresti potuto risolvere la prima parte con un “O dimo” (lui che si sveglia di botto dopo aver sognato la voragine) e concentrarti sulla seconda

L'isola della sfortuna di Daniele Villa
Racconto simpatico, con luci e ombre.
Buona l'ambientazione: efficace e ben fatte le descrizione dei posti, che sono resi in modo vivido nell'immaginazione del lettore, e l'uso del dialetto, che rende bene sia i personaggi locali che lo spaesamento del protagonista.
Nell'insieme il racconto è divertente.
Mi pare però che il tema sia toccato marginalmente (dici che è sabato, ma il concetto di "sabato italiano" non lo vedo molto). Ma questo è più un problema rispetto al contest che un problema di scrittura.
I dettagli che mi hanno un convinto un po' meno sono queste:
- la parte di azione verso la fine risulta un po' una sequenza di eventi che accadono senza che però coinvolgere. L'effetto secondo me è dovuto alla mancanza di "emozione". Volano lapilli, cade Caterina, esplodono cose, ecc. non percepiamo le emozioni dei protagonisti. Aggiungo che la scena di Caterina che sta cadendo nello strapiombo col malvivente attaccato alle gambe, sa molto di già visto in tanti film.
- il personaggio di Caterina mi pare poco personaggio e più Deus ex machina lì per togliere le castagne dal fuoco a Luca. Il problema è particolarmente evidente in questo passaggio:
«Luca dove pensi di andare senza di me, sono anni che ti proteggo! Da soli non superereste il viaggio in barca, hai visto quanto è pericoloso.»
«E chi l’ha mai chiesto il tuo aiuto? Posso benissimo cavarmela senza di te.» Quelle parole le avrebbero fatto male, ma non c’era altro modo.
Caterina scoppiò in lacrime e Luca fece un cenno a Vincenzo.


Questa ragazza si è autodenunciata per andare in quell'inferno, prende a badilate un mafioso, ma scoppia a piangere per una frasetta del genere? La sensazione è che avevi bisogno di metterla da parte per il ritorno finale e hai inserito questo passaggio.

Comunque sei stato bravo e il potenziale per migliorare il racconto con un po' di lavoro di lima c'è tutto.

yuri.villani
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Re: Gruppo unico

Messaggio#4 » lunedì 10 aprile 2023, 16:36

Ciao a tutti, e grazie all'organizzazione della community, che seguo ormai da svariati anni, e a tutti i compagni di Sfida.
Ritengo che confrontarsi aiuti a migliorare sé stessi, in occasioni di condivisione e laboratorio come queste, nel meraviglioso percorso che sono la scrittura e l'immaginazione.

Come sempre, vinca il migliore, e chi vince... paga da bere!


CLASSIFICA
1)Burocrazia Italiana e Tecnologia Serba
2)Una normale giornata di primavera
3)Energia Pulita
4)Capo ha sempre ragione
5)L’isola della sfortuna



Burocrazia Italiana e Tecnologia Serba

Un racconto che direi ben scritto e divertente, oltreché bilanciato. Gli elementi bonus vi si inseriscono lisci lisci.
L’atmosfera mi sembra caratterizzata fin da subito, e il contrasto tra gli elementi, burocrazia e tecnologia, è fin da subito divertente.
L’elemento suspense/sorpresa della scoperta del potere e delle relative indagini aggiunge un po’ di pepe alla lettura e la chiusura della trama, con un po’ di rush, è piacevole.
Non mi sento di fare appunti particolaristici in un pezzo che personalmente ritengo ben riuscito.Complimenti!



Energia Pulita

Un racconto divertente, che secondo me non esprime tutto il suo potenziale.
La prima parte, con l’incubo, mi ha un po’ confuso a livello stilistico, e per il caos di immagini che si susseguivano. Forse è solo una mia impressione, ma l’ho trovato così.
Dopo lo stile a mio parere si pulisce di molto e la lettura va liscia con piacere.
Note carine: il riferimento alla t-shirt dell’ambientazione e la citazione di Capote. E il murales con tanto di effetto grafico, molto piacevole.
L’animale che poi si scopre senziente e molto azzeccato, dà al racconto un guizzo di interesse e originalità

Quello secondo me che non rende al massimo è la svolta un po’ più”seriosa” del finale, che si distacca un po’ dalle vicende ironiche e scanzonate della prima parte. In così poco spazio un cambio di registro così “grave” personalmente l’ho accusato.

Comunque, complimenti!




Una normale giornata di primavera

Un racconto piacevole e con un’idea di fondo originale e simpatica.
Fin dalle prima battute lo stile mi sembra pulito e scorrevole. Mi ha un po’ confuso la parte iniziale dello studio delle api in rapporto ai pensieri del protagonista, credo per una diversità di proporzioni: la chiusura del primo capitolo, diciamo, forse è un po’ frettolosa, almeno per i i miei gusti.
Lo sviluppo degli eventi poi mi ha suscitato un po’ di suspance e di voglia di continuare a leggere per vedere come va a finire.
I calabroni attaccabrighe, personalmente, li ho trovati molto simpatici.
Forse avrei voluto sapere qualcosa di più sui “gemelli” e per conti di chi, e per quale obiettivo, lavorassero. Il finale alla fine è molto aperto.
Il “sabato” come tema mi sembra un po’ solo cornice, magari poteva essere approfondito come linea guida.
Comunque, complimenti!




Capo ha sempre ragione

Un racconto che mi ha soddisfatto a metà.
Allora, l’incipt con i dua amici che si dirigono nel box mi è sembrato un po’ incerto; non che sia scritto male, anzi, ma per ciò che il racconto vorrebbe trasmettere. Ci sono poche battute e lo spazio è breve per tirare fuori qualcosa a tutto tondo, e secondo me questa parte non è il massimo da questo punto di vista.
La scena di presentazione con la gang è divertente e lo stile, anche quando ci spostiamo nel centro commerciale, è pulito.
Riscontro a questo punto un po’ la stessa difficoltà dell’incipit: al di là della sequenza degli eventi, non mi è chiaro cosa il racconto vorrebbe trasmettere, nel senso che non è ironico, non c’è molta azione, non c’è molta suspance… insomma, al di là di vedere come va a finire non ci sono momenti “di passione”, secondo me.
Il finale è divertente e anche un po’ a sorpresa. Rimane il mio dubbio di fondo, che questa storia potrebbe essere caratterizzata meglio per darle un’anima un po’ più brillante.




L’isola della sfortuna

Un racconto un po’ azzoppato, secondo me. Principalmente perché le scene si susseguono quasi tutte uguali, ovvero dialoghi, nomi, battute secche, e via, senza che la narrazione si trasformi in farfalla, per intendersi ;)

L’ambientazione e i personaggi mi sono sembrati un po’ forzati, nel senso che seguo male con la sospensione dell’incredulità un tizio che viene lasciato solo su un’isola insieme a dei malavitosi ed entra con grande leggerezza nelle loro faide, e poi si scopre che la sua ragazza è la cugina del boss rivale ecc… tante cose difficili da mettere insieme con così pochi caratteri a disposizione, secondo me.

L’accoppiata con il potere della ragazza è simpatica e divertente.
Ancora fino alla fine seguo con poco trasporto tutte le vicende: eruzioni vulcaniche, persone che precipitano, colpi di scena mancati (lo scambio di poteri) e poi recuperati.
Ripeto la mia prima impressione: secondo me narrazione e stile fanno come l’accendersi di una macchina ma non riescono a partire effettivamente.

;)

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Daniele
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Re: Gruppo unico

Messaggio#5 » lunedì 10 aprile 2023, 17:17

CLASSIFICA
1)Burocrazia Italiana e Tecnologia Serba
2)Energia Pulita
3)Capo ha sempre ragione
4)Una Napoli
5)Una normale giornata di primavera


Una Napoli:
Ciao Yuri, ti leggo e commento per ultimo.
Racconto dalle buone intenzioni, nostalgiche, che non riesce ad arrivare a causa soprattutto dello stile. Utilizzi una terza presente che distanzia molto dalla narrazione e a volte sembri voler essere nel POV, altre sei in onniscente, altre volte salti da un POV all'altro nel giro di poche parole. Il risultato è confusionario e rende difficile arrivare fino in fondo. Le intenzioni a livello emozionale ci sono, la trama è nostalgica e funzionerebbe ma a livello stilistico ho fatto fatica a "sentirla". Belli i personaggi che di per sé funzionano e sono pensati bene, soffrono come il resto dello stile. Un risultato un po' a metà per quel che mi riguarda.

Capo ha sempre ragione:
Ciao Angelo, hai scritto un racconto che mi mette in difficoltà per quanto riguarda il giudizio.
Inizia con fatica, un po' macchinoso, poi ha dei picchi divertenti che rimangono forse un po' isolati. Buone trovate come l'introduzione della banda ma uno stile con alti e bassi. A tratti scorre bene, in altri incespica con troppi interrogativi come nella parte iniziale che mi farebbe pensare quasi a un racconto comico, cosa che poi proriamente non è. Mi è risultato difficile immergermi diciamo. Per quel che mi riguarda buoni spunti e idee ma storia che mi ha preso solo a metà, è come se mancasse qualcosa.

Energia pulita:
Ciao Elisa, piacere di leggerti.
Secondo me in questo racconto hai avuto delle trovate davvero interessanti, un potere che nel mondo di oggi ti renderebbe ricchissimo ma reso inutile dal contesto, immagini quasi cliché come il gabbiano sporco di petrolio riciclate (per rimanere in tema sostenibilità) in un contesto originale, un utilizzo dell'ironia che personalmente apprezzo.
Simpatico l'utilizzo grafico per descrivere i murales nel racconto, altro sintomo di una certa immaginazione e originalità.
Un po telefonato l'incendio finale data la presenza del petrolio ma originale l'idea del mettere il dito davanti al super liquidator per trasformare l'acqua all'uscita del getto: semplice ma efficace.
Nel complesso secondo me un buon racconto, forse in alcuni punti si nota la fretta nello scriverlo di cui hai parlato ma in definitiva il risultato è positivo.

Una giornata di primavera:
Buongiorno Andrea. Hai scritto.un racconto utilizzando un potere alla dolittle degli insetti diciamo, che non mi ha convinto e che mi ha richiesto uno sforzo per andare fino in fondo. Il tutto nasce da una cimice che sembra abbia il potere di individuare le persone con poteri, e decifrarne le intenzioni. Conosceva già il protagonista? Se la conosce già allora magari la dovrebbe chiamare per nome, tipo Franco, se non la conosce come fa lei a sapere che lui può parlare con lei e perché deve avvertirlo? Allora davvero capta i poteri degli umani.
Il tema è accennato, è sabato, siamo in Italia, per me è ok, ho fatto la stessa cosa nel mio racconto.
Lo svolgimento l'ho trovato allungato, avrebbe funzionato di più per una sfida con racconto breve da 5000, su questa lunghezza mi ha annoiato.
Non percepisco una trasformazione nel protagonista, all'inizio si affida alla sua abilità di comunicare con gli insetti: chiede aiuto agli insetti per realizzare la sua tesi e risolve la situazione chiedendo aiuto agli insetti.
Per quanto riguarda i bonus il potere non è proprio inutile, comunica con gli insetti, ci sta facendo una tesi e gli salvano la vita, utile direi. Microscopio ok, magari se ne trovano ancora oggi, ma nel 2040 non ci saranno sicuramente più (come le camice di forza che già oggi sono estinte) mentre le api secondo me non infastidiscono il protagonista, sono api operaie che fanno le api operaie, è più lui a cercare di infastidire loro.
In bocca al lupo per la gara!


Burocrazia italiana e tecnologia serba:
Sei stato il primo a postare e meriti di essere letto e commentato per primo :P

Bel racconto, fresco, divertente e originale. Un potere all'apparenza inutile e dalla dinamica un po' contorta per il quale ci si domanda se abbia una ragione di esistere, un'ingiustizia subita dal protagonista che fa in modo che si crei la giusta empatia con lui e un finale ironico. Si vede che sai quel che fai sia a livello di trama che di stile. Il racconto scorre bello liscio con belle figurazioni e dialoghi (ecco giusto nel hook cambierei quel "vorticò in un vortice" trovando un'alternativa: una spirale, o venne risucchiato o altro).
Unico neo la questione della datazione della pergamena, ma in fase di correzione un'alternativa per certificare l'autenticità riuscirai sicuramente a trovarla.
Bella prova, complimenti!

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Michael Dag
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Re: Gruppo unico

Messaggio#6 » martedì 11 aprile 2023, 17:25

non è stato pr niente facile, perche sono tutti racconti divertenti e piacevoli.
nella doverosa classifica, ho cercato di premiare l'attinenza con tema e bonus, perche era l'unico parametro oggettivo che ho trovato.
A parte i primi due che mi sono piaciuti particolarmente, è stata davvero sofferta.
Buona scrittura a tutti.

1- Energia pulita, di Elisa Belotti.
2- Una Napoli - Juri Villani
3- Una normale giornata di primavera di Andrea Furlan
4- Capo ha sempre ragione di Angelo Frascella
5- L'isola della sfortuna di Daniele Villa



Energia pulita, di Elisa Belotti.
Mi sono divertito, il personaggio di luigi è scanzonato e simpatico al punto giusto e la sua voce narrante è perfetta per il tipo di storia che racconti.
Sei riuscita anche a inserire un arco di trasformazione, cosa non facile in così poco tempo e anche se risulta un po' avvio, fa il suo lavoro e da una bela svolta alla trama.
Gli elementi bonus sono incastrati alla perfezione, anche il concetto di sabato ci stà bene con lui che vorrebbe migliorarsi e smetterla di sprecare il suo tempo.
Molto fantasiosa l'idea di produrre petrolio dal nulla. Nel nostro mondo sarebbe letteralmente come pisciare oro, ma nel suo no.
Divertentissimo il gabbiano, ogni riferimento è puramente casuale.

La critica che ti faccio è il sogno. Molto confusionario e visto che siamo all'inizio e non abbiamo ancora ben chiaro cosa sta succedendo risulta complicato capire se è davvero un sogno o la realtà.
Insomma, non è del tutto colpa tua. I sogni sono da evitare, specialmente nell'incipit. (E senti chi parla mi dirai)
Comunque, ho letto volentieri, brava davvero!




Capo ha sempre ragione di Angelo Frascella
Eh s', è proprio vero che capo ha sempre ragione. È insipido.
Un racconto scorrevole a livello di stile con un incipit che mette subito in scena i due personaggi principali, l'ambiente e il "cosa stanno facendo e perche".
Una scrittura molto buona, a parte un paio di spiegoni ovvi, specialemnte questo:

– Ricordate – continua Carlos, – i nostri poteri sono scarsi, ma non è uno svantaggio. Se fossimo potenti, saremmo supercattivi nel mirino dei Polari più dotati; gente come noi, invece, passa inosservata, si infila ovunque, e punta dritto all’obiettivo.
– Giusto, Capo – dice Alfy, facendo ondeggiare il laser sull’insegna del Centro Commerciale.

La storia però non mi ha convinto troppo.
A parte il fatto che non ho trovato il tema del sabato italiano (perdonami, ma non credo basti una riga in cui si accenna che è sabato: in che modo il fatto che è sabato e siamo in italia influisce sulla trama?)
Non riesco a capirne il senso. Cioè, questi si fingono criminali per darsi un tono? Per fare scherzi alla gente, per farsi due risate?
Ci sono scene credibili e altre troppo assurde, non riesco a capire se la storia va letta sotto il punto di vista di un comico o di un drammatico con finale ironico. Forse dovevi calcare un po' la mano in entrambe le cose e mettere in chiaro fin da subito i toni della vicenda. Se cristian fosse stato davvero agitato, il colpo di scena "ma sciallo bro, che si scherza" sarebbe stato molto più efficace.
Anche il potere di leggere i pensieri è strano. Sceglie lui cosa leggere? Perché si fa distrarre?
Balla la scena iniziale con la descrizione della banda e l'interrogatorio, divertente l'accenno ai meme che manda a donnine tutto il piano del non farsi notare.



Una Napoli - Juri Villani

Se dovessi trovare un aggettivo per questo racconti, direi NOSTALIGICO.
Mi hai fatto pensare a quelle cose che sì, ci sono ancora, ma stanno pian piano sparendo, verso un mondo purtroppo simile a quello che hai descritto.

La cosa migliore che ti è riuscita è proprio l'ambientazione da sabato italiano.
Sonnolento, con qualche impegno di cui alla fine non ci importa granchè, e finito in pizza e birra. E hai problemi, ci pensiamo domani.

La storia in sé non è particolarmente avvincente o movimentata, ma i personaggi sono credibilissimi. Edoardo mi piace, marzia è l'odiosa rompipalle che tutti abbiamo conosciuto almeno una volta nella vita ed è facile incorniciarla subito come il "villain" della situazione.
Bellissima la scena del duello!

La critica più marcata va allo stile.
Personalmente (e qui è solo gusto personale) non amo la terza persona presente, crea una narrazione troppo esterna.
C'è il narratore che mi racconta in tempo reale quello che accade al personaggio, ma crea un distacco che non ho mai digerito, mi sembra troppo di leggere il copione di un film.
Una cosa che credo noteranno anche altri è che fai abbondante uso di avverbi e congiunzioni.
Inoltre usi molto spesso frasi subordinate e intermezzi, che ogni tanto ci stanno, ma alla lunga stancano.
Prova a leggere il testo ad alta voce, e ti accorgerai, che ha sempre la stessa cadenza.
Dovresti lavorare sulla costruzione delle frasi, perché spesso, usi lo stesso ritmo.
E alla lunga, ti dicevo, è pesante.
(io ho esagerato per farti capire cosa intendo, vai tranquillo che non scrivi davvero così :X)



L'isola della sfortuna di Daniele Villa
Racconto molto movimentato, con un protagonista che rispecchia in pieno l'italiano medio, rassegnato che combatte unghie e denti contro il destino avverso.
Bello l'uso di stromboli come isola-carcere, anche se mi sarei aspettato un po' più di sicurezza e controllo in una galera per x-man mafiosi.
La storia in se è piacevole anche se il finale mi ha lasciato perplesso.
Non ho ben capito come ha fatto luca a assorbire il potere delle palle di fuoco. Questa cosa mi ha proprio spiazzato, perché mi è parso un pretesto di trama per risolvere la situazione. Forse è legato al potere di vincenzo?

Riguardo allo stile, ho notato una cosa: inizi ogni paragrafo con un commento da narratore esterno, per poi scendere lentamente nell'interiorità del protagonista. È un vizio che avevo anche io. Ti consiglio di concentrarti bene sugli establish shot (Quanto fa figo usare i termini inglesi, ma fa sentire un esperto!). Cerca delle frasi iniziali che facciano capire bene cosa sta succedendo all'inizio della scena.
La fumata del motore della barca? Un commento di luca? Una bestemmia perché qualcosa è andato storto? Insomma, mostra e non raccontare.

Purtroppo non sono riuscito a trovare l'attinenza col tema. Ok, siamo in italia, ma… il sabato?
Anche il gabbiano è una scenetta abbastanza insignificante inserita apposta e la camicia di forza non mi pare così anacronistica col racconto.
Il superpotere invece è più che inutile, è estremamente dannoso ed è quello che da via alla vicenda e ne fa da fulcro quindi ottimo.


Una normale giornata di primavera di Andrea Furlan
Ciao Andrea, mi fa piacere leggere qualcosa di più elaborato da parte tua.
Il tuo pezzo ha pro e contro.
la cosa su cui ti facci i complimenti è lo stile. Estremamente scorrevole, un ottimo qui&ora che mi ha fatto leggere tutto d'un fiato senza interruzioni.
Anche il ritomo della storia è bello incalzante. Inizia con calma e all'improvviso ci si trova braccati da due tizi alla agente smith di matrix. Molto inquietante la storia dei polari che scompaiono e i mutaforma che cacciano il protagonista.
Qui però arriva la critica: quello che hai scritto sembra più il prologo di una storia più grande, un primo capitolo, un incidente scatenante che però si ferma lì.
Ok il finale aperto, ma mi è sembrato un po' troppo aperto. Qualche info in più su questi villain avrebbe dato più pepe al tutto. Così sembrano appunto due scagnozzi-macchietta di una non meglio precisata "banda dei cattivi".
comunque ho letto volentieri, e di dico la verità, non mi dispiacerebbe affatto trovare un sequel nel laboratorio o altrove.
Molto buona la psicologia del personaggio di quando si rivolge agli insetti nella parte iniziale.
insomma: bene ma non benissimo ma comunque bene.

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Shanghai Kid
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Re: Gruppo unico

Messaggio#7 » mercoledì 12 aprile 2023, 17:41

Eccomi qui con la mia classifica e i miei commenti.
Non è stato facile (e non lo dico per circostanza). Grazie a tutti per i vostri bei racconti (tutti perfettibili, ma davvero molto validi).
A rileggerci presto:

1. Burocrazia italiana & Tecnologia serba di Michael Dag
2. Una Napoli di Yuri Villani
3. Una normale giornata di primavera di Andrea Furlan
4. L'isola della sfortuna di Daniele Villa
5. Capo ha sempre ragione di Angelo Frascella

Ciao Yuri,
e piacere di averti letto.
Eccomi qui. Il tuo racconto crea una bella atmosfera e ha, come ti hanno già segnalato e come credo fosse nelle tue intenzioni, una nota nostalgica che funziona.
Il finale fa il suo effetto, come lo fa il ricordo che, improvviso, colpisce il protagonista.
Nulla di estremamente originale, il tuo racconto mi ha ricordato, a grandi linee, un episodio di Black Mirror (uno dei più celebri), ma lo hai comunque declinato bene e io direi che il tuo racconto è piuttosto riuscito.
Per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato un po' altalenante: ci sono delle parti che scorrono fluide e mi hanno divertita, mentre altre secondo me sono state appesantite da scelte stilistiche non troppo originali e ridondanti. La citazione di Leopardi, per farti un esempio, messa lì così, mi è piaciuta molto, altre scelte le ho trovate un vezzo inutile e già letto.
Penso che Michael Dag ti abbia già segnalato, meglio di me, alcuni nei nello stile.
Detto questo, io credo che il tuo sia un bel racconto, che tutto sommato arriva dove vuole arrivare.
Il tema è centrato, i bonus ok.
A rileggerci,
Elisa


Ciao Michael,
Non é la prima volta che ti leggo e devo dire che il tuo stile mi convince sempre.
Al netto di veniali errori di battitura, tecnicamente il testo va benissimo e scorrere che é un piacere. Mi piace e trovo convincente il modo in cui descrivi i contorni delle cose senza rendere pesante la lettura.
Mi accodo a chi ti ha fatto i complimenti anche per la storia che funziona bene. É davvero divertente da leggere e il finale mi ha proprio strappato un sorriso (dolce amaro, perché mi ha ricordato anche quando di fronte a quel cartello ho avuto reazioni molto diverse).
Per quanto riguarda la critica che ti é stata fatta rispetto alla questione del carbonio, io non ho le competenze per fare appunti a riguardo e sicuramente sono meno fiscale e preparata di chi ti ha commentato prima di me, ma, a mio avviso, per il tipo di taglio che hai deciso di dare, la storia funziona bene.
Sei stato bravo, niente da dire.
A rileggerci,
Elisa

Ciao Daniele,
e piacere di averti letto!
Allora, a me il tuo racconto è piaciuto. L'ho trovato divertente e funzionante, hai catturato la mia attenzione e l'ho letto volentieri. Il super potere che hai scelto è molto, molto carino (un po' in stile MISFITS) e mi è piaciuto parecchio come hai gestito questa parte. Da un punto di vista stilistico sicuramente gli altri commentatori ti hanno fatto appunti più puntuali e preziosi dei miei, quindi non sto a ripetere quanto già detto. A me non è dispiaciuto il tuo modo di scrivere, se non per un eccesso di uso della parola "concentrato".
Se devo dire cosa mi metterà più in difficoltà nel valutarti, sarà l'attinenza al tema e due dei tre bonus (quello del super potere chiaramente c'è) e mi dispiace molto, perchè il racconto in sè per me è riuscito.
A rileggerci,
Elisa

Ciao Angelo,
e piacere di averti letto!
Sono piuttosto in accordo con i commenti che ti sono stati fatti precedentemente. Il racconto è scritto bene, eccettuati un paio di spiegoni e qualche refusino assolutamente perdonabile, è carino, ma non mi ha preso fino in fondo, più che altro per la trama, a tratti divertente, ma un po’ scontata o comunque non capace di prendere la mia attenzione fino in fondo. Io il riferimento al sabato italiano l’ho colto nella connessione con il centro commerciale e anche i bonus ci son tutti, però ecco mi sembra che questo racconto manchi un po’ di ritmo e di coinvolgimento. Non una prova sbagliata, assolutamente. Solo non mi ha convinta fino in fondo.
A rileggerci,
Elisa



Ciao Andrea,
e piacere di averti letto!
A me piace come scrivi e non l’ho mai nascosto, anche se talvolta penso che nei racconti più brevi tu riesca a tirare fuori qualcosa di più, rispetto a questo formato un po’ più lungo. A livello stilistico non ho niente da dire (se non diversi “dà” come verbo dare senza accento, perdonami: deformazione professionale ;) ). Tu scrivi molto bene. Le immagini sono nitide, la narrazione è fluida e tutto è ordinato nel modo giusto. Mi è piaciuta l’idea della comunicazione con insetti e piante e anche quella dei mutaforma a caccia di polari. Il tema è anche secondo me preso un po’ di striscio, ma il racconto raggiunge un ritmo incalzante e coinvolgente, ma nel finale si perde un po’ il tutto.
E’ vero che sembra l’introduzione a qualcosa di più lungo e più articolato, perchè dà un po’ l’idea di non avere una vera e propria conclusione.
A rileggerci,
Elisa

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Milena
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Re: Gruppo unico

Messaggio#8 » venerdì 14 aprile 2023, 11:46

Buongiorno a tutti!
Ho avuto l’onere e (soprattutto) l’onore di essere io la giudice dei vostri lavori. Ci tengo a precisare che, a prescindere dalla classifica, ho apprezzato ciascuno dei racconti in gara. Qualcuno mi ha convinta di più, qualcun altro meno, ma sono onesta, la qualità a questo giro a mio avviso è notevole. Quindi, bravi tutti!

1 Energia Pulita - Shanghai Kid
2 Burocrazia italiana e tecnologia serba - Michael Dag
3 Una normale giornata di primavera - Andrea Furlan
4 L’isola della sfortuna - Daniele Villa
5 Capo ha sempre ragione - Angelo Frascella
6 Una Napoli - Yuri Villani


1
Energia Pulita
Shanghai Kid

Ciao Elisa, ben trovata! Dunque, parto subito con un off topic: la scena delle visioni, con la testa che schizza all’indietro e gli occhi fissi al cielo mi ha ricordato subito Mercoledì Addams. E questo già mi è piaciuto, ma ovviamente c’entra poco con l’analisi del racconto, con cui parto ora.
Parlando di stile, la scrittura è veloce e fluida, la lettura dunque scorre bene anche se ogni tanto arriva una d eufonica a bloccare un po’ la scioltezza del tutto. Ho anche notato un paio di refusi, come in questa frase: “non è il caso che tu mi metta a pisciare petrolio per la città.” Nulla di grave, comunque.
La storia è a mio avviso divertente, anche alquanto originale e surreale e l’ho letta con molto piacere. Il finale è bellissimo, un lieto fine con qualche danno collaterale ;-)
Ho inoltre apprezzato alcuni dettagli, tra cui l’esclamazione “Zio Polenta” (versione più montanara dello “Zio Pera” che i miei alunni a scuola si divertono a ripetere, che magari dalle vostre parti è molto usata ma che io ho visto per la prima volta e che mi ha fatto ridere) e soprattutto l’idea di chiamare il gabbiano Gretto Thunberg.
Però ci sono alcuni punti che non mi sono del tutto chiari. In primis, la sua “produzione” di petrolio ha origine dal fatto che sia sabato o dal sogno? Perché all’inizio sembra sia la seconda, ma a un certo punto lasci intendere che questo succeda ogni sabato. E in quel caso, perché proprio di sabato?
Poi. Questo pezzo “Adesso mi spiccio, butto ‘sto schifo nella buca e torno a casa. Al cinema ci vado un’altra volta, non sono ancora pronto per riprendermi la vita e nemmeno i sabati pomeriggio.
Sono fatto per sopravvivere, non per vivere.
Mi metto sul divano, mi guardo C’è un like per te e mi sforzo di non pisciare più.”
ho dovuto rileggerlo una seconda volta per capire che la parte “mi metto sul divano” è la continuazione dei propositi e che lui si trova ancora in giro col sacchetto di petrolio; alla prima lettura sembrava fosse ritornato in effetti a casa e ho dovuto interrompere la lettura per chiarirmi le idee. Forse sistemerei semplicemente usando quel “sono fatto per sopravvivere, non per vivere” come chiusura del paragrafo; ne avrebbe anche più forza espressiva.
Il gabbiano per certi versi spunta fuori un po’ come deus ex machina, ma in effetti andando a rileggere la prima parte del racconto si vede come l’animale sembrasse già tentare di comunicare con lui, anche se ancora inutilmente. Quindi ci può stare.
I bonus direi che ci sono (pure doppi!); sull’ambientazione sono un po’ indecisa, tenderei a darla per buona visto che tutto si svolge di sabato, anche se come dicevo non mi è chiaro il collegamento.
Insomma, al netto di qualche chiarimento dovuto, mi è piaciuto molto, mi ha incuriosito e l’ho trovato pure spassoso. Brava!


2
Burocrazia italiana e tecnologia serba
Michael Dag

Ciao Michael, ben trovato! Storia carina, anche se ammetto che il sentore di viaggi nel tempo e, più nello specifico, della presenza di Leonardo erano nell’aria fin da prima di metà racconto, il che toglie un po’ di suspance; comunque sia il racconto è godibile, soprattutto il finale un po’ spiazzante (povero lui!). Mi è inoltre piaciuto molto il fatto che la specifica principale, il sabato, sia davvero il fulcro intorno a cui ruota la parte fondamentale della storia, molto bene!
Lo stile è decisamente buono, la scrittura un po’ più ostica nella prima parte (che ho dovuto rileggere per comprendere bene) scorre poi bene e accompagna in una lettura veloce e divertente, anche se ho trovato alcuni piccoli errori (più che altro refusi) che ti lascio qui di seguito
“cadde nel vuotò
“altre erano sottili corde appuntare con dei chiodi”
“«Fabio! sto̶»
(???)
La parola Pasqua va scritta con la lettera maiuscola.
C’è anche da sistemare un po’ la questione virgole, che ogni tanto sono messe senza un giusto ordine.
Conclusione. Un racconto che ho letto molto volentieri. I bonus mi sembra ci siano tutti (il cane è carinissimo, ma davvero Leonardo aveva un cane? Curiosità, eh, non critica!). Nel complesso però sembra un racconto scritto un po’ di fretta, senza troppa cura dei dettagli. In ogni caso una lettura simpatica e scorrevole che a tratti ha anche fatto sorridere.

3
Una normale giornata di primavera
Andrea Furlan

Ciao Andrea, ben trovato! Un racconto simpatico, abbastanza originale, che ho letto volentieri. La seconda parte è ansiogena al punto giusto, il finale un po’ aperto lascia spazio (perché no?) a un possibile ampliamento. Ci sono alcuni passaggi che ho particolarmente apprezzato, un esempio questo “È strano come le vie della città siano diventate estranee, piene di ombre nonostante la bella giornata.”, che trovo evocativo. Ho apprezzato inoltre che ogni differente insetto abbia una propria caratterizzazione: le api stacanoviste che danno al lavoro la priorità su tutto, i calabroni bastardi inside, le cimici stranamente simpatiche (e io le odio dal profondo… me le stai quasi - sottolineo il quasi! - facendo rivalutare).
Ti faccio notare alcuni piccoli errori, nulla di che comunque:
Scosso la testa, sconsolato”
“Alla fine è stato un sabato inconcludente passato al lavoro, di questo passo non riuscirò mai a laurearmi. Per oggi basta, è ora di pranzo “ questo inganna un po’ perché sembra che il sabato sia già finito invece è solo mattina.
Al netto di qualche piccolo difetto, il racconto scorre bene; lo stacco con la seconda parte, più in stile racconto di spionaggio, è forse un po’ netto, ma va bene comunque, ci sta.
I bonus ci sono tutti, anche se ho avuto qualche dubbio sul potere inutile: in realtà sembra inutile solo al protagonista e solo all’inizio. (Aggiornamento: ho letto il tuo commento sui bonus, che mi ero persa, e ho visto che hai specificato l’appartenenza del potere inutile alla ragazza. Rimangio quello che ho scritto prima, bonus accolto!). Anche il tema principale sembra sfiorato solo di striscio, il giorno di sabato non ha una valenza particolare, ma c’è ed è quindi valido.
Una bella storiella che, come ho già detto, potrebbe trasformarsi nei primi due capitoli di un racconto decisamente più lungo. Bel lavoro!

4
L’isola della sfortuna
Daniele Villa

Ciao Daniele, ben trovato!
Parto subito con il dire che il tuo racconto è molto vivace, l’azione è quasi sempre lì e ci sono pochissimi tempi morti, cose sicuramente molto positive; l’altra faccia della medaglia è che l’ho trovato un po’ confusionario e quindi non così agevole da seguire. Un po’ sicuramente per l’uso del dialetto: la scelta è sicuramente interessante, ma rallenta la lettura per chi come me non è avvezzo alla parlata siciliana.
L’idea del potere del protagonista invece è fantastica: non solo il suo superpotere è inutile, è pure dannoso. Mi è anche piaciuto che Caterina sia così complementare con lui, aiutandolo con il suo potere di preveggenza a schivare le sfighe. Ha un che di karmico.
Il personaggio di Caterina ha però anche un lato un po’ troppo deus ex machina. Quando lui le dice di rimanere in disparte, lei scoppia in lacrime e non dice nulla, salvo poi comparire a mo’ di Cavalleria proprio nel momento del bisogno. Suonerebbe forse meno costruito se lei invece che piangere come una dama dell’ottocento si incazzasse come una iena, così la sua entrata in scena successiva sarebbe più coerente (anche perché la Caterina mi sembra bella cazzuta, l’ira credo le si addica di più delle lacrime).
Finale interessante, con Luca che finalmente riesce a trasferire il suo “potere” ad altri ereditandone uno effettivamente più figo; però anche qui, la scena è descritta in modo un po’ caotico e ho dovuto rileggere alcune parti per riuscire a visualizzare correttamente il susseguirsi degli eventi.
Ci sono anche alcuni errori di punteggiatura (punti esclamativi anziché interrogativi, virgole mancanti, ecc) ma nulla di che.
Per quanto riguarda il tema, Il “sabato italiano” non ha una diretta correlazione con ciò che accade, quindi ok, c’è, ma solo abbozzato.
Sui bonus sono perplessa. L’animale è il gabbiano, ma non ha una vera e propria funzione se non quella di defecargli addosso. Le camicie di forza sono sì anacronistiche ma al pelo, vero è che non vengono più usate negli ospedali psichiatrici, ma sono tutt’oggi in vendita (in genere per numeri di escapologia); essendo comunque presenti, pur se molto borderline, tenderei ad assegnarteli comunque. Il potere inutile invece ci sta alla stragrande.



5
Capo ha sempre ragione
Angelo Frascella

Ciao Angelo, ben trovato!
Parto subito con il dire che il tuo racconto non mi è dispiaciuto, ma purtroppo non mi ha nemmeno lasciato il segno. Mi spiego meglio. Sullo stile nulla da dire, scrittura scorrevole e pulita, al netto di qualche piccolo refuso (che ti lascio più sotto) e di alcuni pezzi un po’ troppo vicini all’infodump.
Un esempio: “Come che ci fai? Sei qui per avere vendetta, no? La tua ex, l’unica donna di cui ti sei fidato al punto da non usare la telepatia su di lei, ti ha tradito, no? Me l’hai raccontato tu quando mi hai chiesto di presentarti la gang. E noi ora ruberemo dalla cassaforte del suo Centro Commerciale.” Il protagonista sa già tutto, uno spiegone simile è a puro vantaggio del lettore; si poteva scrivere con la metà delle parole, farne solo un accenno (tipo “Come che ci fai? Non volevi vendicarti rapinando la stronza che ti ha messo le corna?”)
La trama non è male fino a un certo punto, ma le ultime scene mi hanno lasciata perplessa. Quella che inizia come una crime story finisce come una puntata di “oggi le comiche”… la rivelazione finale sulla reale identità della “gang” è un po’ deludente; mi ha lasciato un po’ la sensazione di quelle storie che finiscono con i classici “era tutto un sogno” o “tutto avviene nella mente del protagonista in coma”. L’azione interessante e concitata si sgonfia in scenette che, sì, sono comiche, ma mal si accoppiano con il resto del racconto e che risultano alla fine un po’ insipide.
Qui ti segnalo un paio di refusi, come ti dicevo prima:
“Dalla la mano che mi tiene sulla faccia”“
“ sta infastidendo a un gatto “

Il tema c’è, i bonus anche, tutti quanti. La storia alla fine è simpatica, come ti dicevo mi ha un po’ deluso il finale, ma nel complesso si legge bene e volentieri.

6
Una Napoli
Yuri Villani

Ciao Yuri, e ben trovato!
Parto subito con le note positive. Ho apprezzato la storia, molto Black Mirror e molto intima; il finale amaro, con le pattuglie che arrivano a portare via i figli, mentre Edoardo cerca di godersi gli ultimi momenti con loro è in effetti toccante.
Però ho avuto qualche problema con l’immedesimazione. Lo stile è molto narrato, con frasi spesso lunghe e ampollose, cosa che appesantisce un po’ la lettura; la storia, pur se come ho detto è toccante, non riesce però a fare breccia nel cuore (almeno, parlo per me), mentre a ben guardare dovrebbe essere straziante. Non riesco a pensare a nulla di peggio di essere allontanati dai propri figli, ma alla tristezza ci arrivo con la logica, cercando attivamente di immedesimarmi nel protagonista, mentre dovresti portarmici tu per mano, senza che io quasi me ne accorga. Anche la punteggiatura avrebbe bisogno di qualche revisione.
Ci sono anche alcuni problemi con il punto di vista e la consequenzialità. Ti faccio un esempio:
“L’ultimo macellaio del paese, una sorta di highlander, che in barba ai protocolli haccp degli ultimi cinquant’anni serve ancora la carne toccandola con le mani, e con un grembiule talmente sporco di sangue che sembra appena uscito da un concerto degli Slayer.
“Babbo, chi sono gli Slayer?”

Qui il commento sugli Slayer è solo pensato dal protagonista, non detto a voce alta. Quindi non ha senso che il figlio gli chieda lumi sulla band (stessa cosa poco più avanti, quando lui pensa al verso della poesia e il figlio gli chiede spiegazioni).
Altro esempio: si passa direttamente dal momento in cui Edoardo deve uscire a prendere la carne a quando tutti si “leccano i baffi”, c’è un salto temporale non spiegato che spiazza un po’.
Anche qui: “anche se dietro ci nasconde l’erotico Yra la Vampira; tanto si è sdraiata un po’ di sbieco e non la vede nessuno.” Finora il POV sembrava quello di Edoardo, ma in questo passaggio si passa a un narratore onnisciente.
Ultimo appunto (ma fondamentale): la questione della pizza, punto centrale che regala anche il titolo al racconto, salta fuori senza un vero motivo. Gli viene in mente la Napoli che prendeva suo papà e che lo riporta ai tempi d’oro della sua infanzia: ma perché? Sì, Ipazia chiede di mangiare la pizza, ma chissà quante volte la parola pizza gli è giunta alle orecchie senza che sortisse alcun effetto. Lo so che può benissimo capitare di fare collegamenti nella testa che pure a noi sembrano assurdi, ma in un racconto un minimo di contesto ci dovrebbe sempre essere.
Bonus direi tutti presenti.
In sostanza, un racconto che parte da una buonissima idea ma che avrebbe bisogno di qualche aggiustatina per dare davvero il meglio di sé. È stato comunque un piacere leggerti.

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Spartaco
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Re: Gruppo unico

Messaggio#9 » sabato 15 aprile 2023, 11:00

Classifica finale:

1) Burocrazia italiana & Tecnologia serba di Michael Dag Punti 2
2) Energia pulita, di Elisa Belotti Punti 9
3) Una Napoli - Juri Villani Punti 11
4) Una normale giornata di primavera di Andrea Furlan Punti 13
5) Capo ha sempre ragione di Angelo Frascella Punti 16
6) L'isola della sfortuna di Daniele Villa Punti 22

Passano il turno
Burocrazia italiana & Tecnologia che sfiderà Una normale giornata di primavera e Energia pulita che se la vedrà con Una Napoli.

Ricordo a tutti che avete 48 ore (scadenza lunedì 17 alle 20) per correggere il racconto e postarlo nell'apposita discussione(che aprirò nelle prossime ore).
Buona scrittura!

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