PAREIDOLIA

Appuntamento fissato alle 21.00 di lunedì 18 settembre con un tema di Sara Simoni e 3000 caratteri massimi per scrivere un racconto!
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Shanghai Kid
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PAREIDOLIA

Messaggio#1 » lunedì 18 settembre 2023, 23:27

PAREIDOLIA
Vermicino, 12 giugno 1981

La diretta dura ormai da molte ore.
Il tempo si è deformato e sembra scorrere più lento e più veloce. Lento come un istante congelato per sempre. Veloce come i battiti del cuore di Alfredo, come quelli dei suoi genitori, di tutti quelli che sono qui, vicino al pozzo, e di tutte le persone incollate alla TV. Veloce come una caduta. Come il corpo di un bambino che cade giù, sempre più giù, fino al centro della Terra.
“Hanno rotto il diaframma tra i due pozzi!”, la voce del pompiere dietro di me mi arriva ovattata.
“Vuol dire che lo salviamo? Riusciamo a tirarlo fuori?”, una signora anziana mi tira la maglia e capisco che si aspetta una risposta.
Lo salviamo, ha detto. Come se lo salvassimo tutti insieme.
C’è tutta l’Italia a pregare per questo suo figlio improvvisamente tanto amato. Alfredino è il figlio di tutti. Eppure è là, solo.
“Giovanotto”, mi scuote, “giovanotto, lo tiriamo fuori o no? Hanno detto che si è rotto il diaframma, cosa vuol dire? Lo salviamo?”.
Deglutisco e non rispondo.
È caduto giù, sempre più giù, fino al centro della Terra.
Il centro della Terra, oggi, è a sessanta metri di profondità. Ho sentito uno che diceva che la trivella a percussione lo ha fatto scivolare giù a sessanta metri.
“È arrivato Pertini! Se c’è Pertini lo salviamo!”, l’anziana mi molla e se ne va. “Lo salviamo?”, la sento chiedere alle mie spalle con voce rotta.
“Lo salviamo, signora. Lo salviamo”, il pompiere la rassicura.
“Pronto?”, lo speleologo del CAI punta i suoi occhi neri nei miei e mi appoggia una mano sulla spalla.
Annuisco.
Iniziano a calarmi.

Sono nel budello da cui si arriva al centro della Terra.
L’inferno è lì, solo sessanta metri sotto i nostri piedi.
Il mio corpo si schiaccia contro la roccia umida.
Il buio mi avvolge mentre striscio sempre più giù, fino al centro della Terra, dove c’è l’inferno in cui è caduto Alfredino.
Lo sento. Mi chiede aiuto. Lo rassicuro, ma ho paura.
Sì, lo salviamo, signora. Lo sto andando a prendere.

Gianicolo, 10 agosto 1981

“Passami la boccia di vino”, Andrea mi tende la mano. Faccio un sorso e gli passo la bottiglia. “Se non ti fermo te la finisci da solo. Certo che ci voleva San Lorenzo per tirarti fuori di casa, so du mesi che non esci!”.
Tiro fuori una sigaretta dal pacchetto, me la metto in bocca e la accendo. Sto con il naso in su, gli occhi fissi al cielo che non è buio nemmeno la metà di quel pozzo.
“Bello star qui con te, eh… Sei loquace!”, Andrea si porta la bottiglia alle labbra.
“Scusa, Andrè! Non sono molto di compagnia”, una smorfia mi cancella il mezzo sorriso che cerco di abbozzare.
Andrea mi tira un pugnetto al fianco: “Dai, solito gioco: tu che ci vedi nelle stelle?”. Indica la volta celeste e muove il dito come a unire, con linee immaginarie, quei puntini luminosi. “Io là ce vedo un castello… ce sta pure er drago!”.
Aspiro una boccata di fumo. Lo trattengo. Lo soffio fuori.
“Io vedo un bambino”, rispondo, “c’ha ‘na canotta a righe. Sorride!”



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antico
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#2 » lunedì 18 settembre 2023, 23:32

Ciao Elisa, eccoci a una nuova annata! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa SARA SIMONI EDITION!

Giovanni P
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#3 » martedì 19 settembre 2023, 12:13

Buongiorno Elisa,
hai proposto un racconto basato su uno dei fatti di cronaca più strazianti della cronaca italiana, fatto di cronaca che io non ho vissuto ma che mi ha fatto pensare spesso. Il tuo stile mi è piaciuto molto, è veloce conciso e pulito, ci sono pochissime descrizioni ma hai reso benissimo la vicenda. Il finale lo giudico semplicemente bellissimo, complimenti.
Note:
più lento e più veloce, secondo me sarebbe meglio sostituire la e con una o
Faccio un sorso, secondo me sarebbe meglio bevo un sorso

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MatteoMantoani
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#4 » mercoledì 20 settembre 2023, 12:48

Ciao Elisa! Ben ritrovata in questa nuova Era. Ormai non sto più a dirti le cose che ti dico sempre, perché le sai. Quando ero piccolo e camminavo per i campi, mia mamma mi metteva paura raccontandomi la storia di quel bambino caduto in un pozzo, dell'omino sottile che si è calato per cercare di tirarlo fuori e del fallimento di tutti i soccorsi. L'evento è talmente forte che anche chi non l'ha visto alla televisione in diretta ne partecipa con le storie di chi l'ha seguito. Leggere questo racconto è quindi una bella botta nei denti, il finale amaro fa riflettere su come possa sentirsi un uomo che fallisce nel salvare un bambino, la tragedia c'è tutta e arriva con tutta la sua potenza. Ben fatto, ben raccontato, ben gestito. Alla prossima e buona Era.

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Manuel Marinari
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#5 » mercoledì 20 settembre 2023, 17:00

Ciao Elisa, grazie per la condivisione del tuo racconto. Non conoscevo questo drammatico episodio perché sono nato anni dopo del 1981. Mi ha rabbrividito leggere la tua storia e mi ha emozionato molto. Quando sono andato a cercarmi i fatti di cronaca su wikipedia, stentavo a crederci e speravo che fosse la tua immaginazione e che non fosse veramente accaduta questa tragedia.
Il racconto dal punto di vista del soccorritore è molto interessante e sviluppato veramente bene, mi ha coinvolto e mi ha fatto visualizzare le immagini del pozzo e delle persone raccolte intorno in superficie, speranzose, smaniose, agitate. Se con i dialoghi volevi trasmettere ciò, sei riuscita benissimo nella tua prova. Ho trovato interessante lo sviluppo successivo quando il protagonista esce a svagarsi per la notte di san lorenzo “rimproverato” dal suo amico perché non lo vedeva da diversi mesi. L’arco temporale è ben descritto. Il riferimento alle stelle e al bambino che non è riuscito a salvare e per cui sicuramente il protagonista è rimasto segnato è evidente e accurato. Complimenti. Buona gara.

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Gennibo
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#6 » mercoledì 20 settembre 2023, 18:54

Ciao Elisa, una declinazione del tema riuscita, quella di parlare di qualcuno che rimane incastrato nelle viscere della terra, che avrà difficoltà a rivedere le stelle. Il tuo racconto mi è piaciuto in alcuni punti, tipo:
Sono nel budello da cui si arriva al centro della Terra.
L’inferno è lì, solo sessanta metri sotto i nostri piedi.
Il mio corpo si schiaccia contro la roccia umida.

Non mi ha convinto in altri, ad esempio:
1) l’incipit parte senza che si riesca a figurarci la scena fino al punto in cui si parla di Alfredo, quando lo nomini sappiamo già come finirà la sua storia. Penso sarebbe meglio partire con un bambino incastrato come Alfredo, ma con un nome diverso, così che ci sia la speranza che magari ce la possa fare, anche perché i vari lo salviamo, funzionano molto bene.
2) Al punto: Lo sento. Mi chiede aiuto. Lo rassicuro, ma ho paura.
Sì, lo salviamo, signora. Lo sto andando a prendere.
(qui rimarrei più focalizzata sulla scena tipo: Sì, lo salviamo, signora, gli sto toccando la mano.) per poi passare alla disperazione di un uomo che è arrivato fino a quel punto ma non è riuscito a salvare il bambino.
Più che sorridere, mostrerei un bambino/fumo che rappresenta i sensi di colpa di lui che non è riuscito a tirarlo fuori (visto che l’amico fa notare che il pompiere è depresso da tempo) potresti mostrare la scena finale con il bambino/fumo che allunga la mano che inutilmente l’uomo non riesce a prendere.
Comunque per me è una buona prova.
Buona edition e alla prossima!

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Marco Travaglini
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#7 » giovedì 21 settembre 2023, 0:05

Ciao Elisa, piacere di leggerti.

Il tuo racconto ha il pregio di saper raccontare una storia tristemente famosa sotto un altro punto di vista, e provoca molte emozioni. È un enorme pregio. Ho apprezzato molto anche il vociare intorno al protagonista, le sue sensazioni prima di calarsi, la sua accusa verso gli altri.
Ci sono pochi punti che mi hanno convinto meno, ma vorrei fosse chiaro che sto cercando difetti minori.
Il buio: ce lo racconti, ma ce lo mostri poco. Soprattutto il tatto potevano aiutarti secondo me a rendere ancor di più l’idea.
Andrea: non so se questo personaggio sia basato su una persona vera, ma in questo racconto suona troppo artefatto e messo lì solo per forzare il protagonista al tema, ma non c’era bisogno che guardasse esplicitamente le stelle, gli bastava uscire dall’inferno e riprovare a vivere per centrare il tema.

In bocca al lupo per la gara.

Franco Zanella
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#8 » sabato 23 settembre 2023, 11:11

Buongiorno Elisa,
avevo 14 allora e la tragedia di Vermicino me la ricordo benissimo. Tutti ne parlavano, non c’era casa in cui la televisione non fosse sintonizzata sulla diretta.
Il tuo racconto e i suoi personaggi mi hanno davvero emozionato: la signora anziana mi ha riportato quella sensazione diffusa di essere tutti partecipi della vicenda, tutti coinvolti nel salvataggio anche se, nel mio caso, mi trovavo più 500 chilometri di distanza, mentre lo speleologo mi ha mostrato un percorso evolutivo passando dalla tensione del tentativo di salvataggio alla delusione dell’insuccesso fino all’elaborazione del lutto e al ritorno alla vita normale sia pur con un peso dentro.
Per me il tuo è stato il racconto migliore di questa prova.
Buona scrittura e buon proseguimento!

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AndreaCrevola
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#9 » lunedì 25 settembre 2023, 22:09

Ciao Elisa, piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto, è buono sia nello stile sia nell’aderenza al tema. Secondo me, sarebbe stato più “potente” se non lo avessi diviso in due momenti temporali così distinti. Mi spiego: potevi incastonare quella che è attualmente la prima parte tra l’inizio (da “Passami la boccia…” a “tu che ci vedi nelle stelle?”) e la fine della seconda. L’effetto sarebbe stato quello di concentrare ancor di più l’attenzione sulla psicologia del protagonista. È un esperimento che ti invito a provare.
Proprio a cercare un “difettino”, avrei tolto la primissima frase. Si sa che questo - nella sua tragedia - è stato uno dei momenti di svolta della televisione italiana, ma inizialmente credevo che anche il protagonista fosse davanti al televisore.

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Laura Brunelli
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#10 » giovedì 28 settembre 2023, 17:06

Ciao Elisa,
Piacere di leggerti.
Tema centrato. Hai azzardato non poco a rappresentare un fatto simile dal punto di vista di chi era più vicino alla tragedia, ma e la sei cavata benissimo. Dal punto di vista tecnico del racconto ci sono parecchie cosine che, a mio parere, funzionano poco e potrebbero essere migliorate, ma in questo caso non inficiano più di tanto la bontà del racconto.
Personalmente ho trovato poco funzionale l’incipit, la frase “la diretta…”, mi aveva fatto pensare a un osservatore esterno.
Una buona prova, complimenti.
Alla prossima e buona edition

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antico
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#11 » sabato 30 settembre 2023, 12:09

Il finale è stupendo. Molto bene anche tutto il resto, i dialoghi sono vividi, il testo asciutto il giusto, il tema perfettamente declinato. Non ho appunti da farti, sei riuscita a sfruttare questi 3000 caratteri al meglio, zero passività, grande controllo. Brava. Pollice su, senza alcun dubbio.

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Rick Faith
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#12 » sabato 30 settembre 2023, 14:57

Bella prova Elisa! Il mio preferito di questa edizione

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BruceLagogrigio
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#13 » lunedì 2 ottobre 2023, 16:04

Ciao Elisa, un gran bel racconto. Crudo quanto serve. Sicuramente candidato per la vittoria finale!

Saluti.

Bruce
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Shanghai Kid
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Re: PAREIDOLIA

Messaggio#14 » lunedì 2 ottobre 2023, 21:13

BruceLagogrigio ha scritto:Ciao Elisa, un gran bel racconto. Crudo quanto serve. Sicuramente candidato per la vittoria finale!

Saluti.

Bruce
Rick Faith ha scritto:Bella prova Elisa! Il mio preferito di questa edizione
antico ha scritto:Il finale è stupendo. Molto bene anche tutto il resto, i dialoghi sono vividi, il testo asciutto il giusto, il tema perfettamente declinato. Non ho appunti da farti, sei riuscita a sfruttare questi 3000 caratteri al meglio, zero passività, grande controllo. Brava. Pollice su, senza alcun dubbio.
Laura Brunelli ha scritto:Ciao Elisa,
Piacere di leggerti.
Tema centrato. Hai azzardato non poco a rappresentare un fatto simile dal punto di vista di chi era più vicino alla tragedia, ma e la sei cavata benissimo. Dal punto di vista tecnico del racconto ci sono parecchie cosine che, a mio parere, funzionano poco e potrebbero essere migliorate, ma in questo caso non inficiano più di tanto la bontà del racconto.
Personalmente ho trovato poco funzionale l’incipit, la frase “la diretta…”, mi aveva fatto pensare a un osservatore esterno.
Una buona prova, complimenti.
Alla prossima e buona edition
AndreaCrevola ha scritto:Ciao Elisa, piacere di averti letto.
Il racconto mi è piaciuto, è buono sia nello stile sia nell’aderenza al tema. Secondo me, sarebbe stato più “potente” se non lo avessi diviso in due momenti temporali così distinti. Mi spiego: potevi incastonare quella che è attualmente la prima parte tra l’inizio (da “Passami la boccia…” a “tu che ci vedi nelle stelle?”) e la fine della seconda. L’effetto sarebbe stato quello di concentrare ancor di più l’attenzione sulla psicologia del protagonista. È un esperimento che ti invito a provare.
Proprio a cercare un “difettino”, avrei tolto la primissima frase. Si sa che questo - nella sua tragedia - è stato uno dei momenti di svolta della televisione italiana, ma inizialmente credevo che anche il protagonista fosse davanti al televisore.
Franco Zanella ha scritto:Buongiorno Elisa,
avevo 14 allora e la tragedia di Vermicino me la ricordo benissimo. Tutti ne parlavano, non c’era casa in cui la televisione non fosse sintonizzata sulla diretta.
Il tuo racconto e i suoi personaggi mi hanno davvero emozionato: la signora anziana mi ha riportato quella sensazione diffusa di essere tutti partecipi della vicenda, tutti coinvolti nel salvataggio anche se, nel mio caso, mi trovavo più 500 chilometri di distanza, mentre lo speleologo mi ha mostrato un percorso evolutivo passando dalla tensione del tentativo di salvataggio alla delusione dell’insuccesso fino all’elaborazione del lutto e al ritorno alla vita normale sia pur con un peso dentro.
Per me il tuo è stato il racconto migliore di questa prova.
Buona scrittura e buon proseguimento!
Marco Travaglini ha scritto:Ciao Elisa, piacere di leggerti.

Il tuo racconto ha il pregio di saper raccontare una storia tristemente famosa sotto un altro punto di vista, e provoca molte emozioni. È un enorme pregio. Ho apprezzato molto anche il vociare intorno al protagonista, le sue sensazioni prima di calarsi, la sua accusa verso gli altri.
Ci sono pochi punti che mi hanno convinto meno, ma vorrei fosse chiaro che sto cercando difetti minori.
Il buio: ce lo racconti, ma ce lo mostri poco. Soprattutto il tatto potevano aiutarti secondo me a rendere ancor di più l’idea.
Andrea: non so se questo personaggio sia basato su una persona vera, ma in questo racconto suona troppo artefatto e messo lì solo per forzare il protagonista al tema, ma non c’era bisogno che guardasse esplicitamente le stelle, gli bastava uscire dall’inferno e riprovare a vivere per centrare il tema.

In bocca al lupo per la gara.
Gennibo ha scritto:Ciao Elisa, una declinazione del tema riuscita, quella di parlare di qualcuno che rimane incastrato nelle viscere della terra, che avrà difficoltà a rivedere le stelle. Il tuo racconto mi è piaciuto in alcuni punti, tipo:
Sono nel budello da cui si arriva al centro della Terra.
L’inferno è lì, solo sessanta metri sotto i nostri piedi.
Il mio corpo si schiaccia contro la roccia umida.

Non mi ha convinto in altri, ad esempio:
1) l’incipit parte senza che si riesca a figurarci la scena fino al punto in cui si parla di Alfredo, quando lo nomini sappiamo già come finirà la sua storia. Penso sarebbe meglio partire con un bambino incastrato come Alfredo, ma con un nome diverso, così che ci sia la speranza che magari ce la possa fare, anche perché i vari lo salviamo, funzionano molto bene.
2) Al punto: Lo sento. Mi chiede aiuto. Lo rassicuro, ma ho paura.
Sì, lo salviamo, signora. Lo sto andando a prendere.
(qui rimarrei più focalizzata sulla scena tipo: Sì, lo salviamo, signora, gli sto toccando la mano.) per poi passare alla disperazione di un uomo che è arrivato fino a quel punto ma non è riuscito a salvare il bambino.
Più che sorridere, mostrerei un bambino/fumo che rappresenta i sensi di colpa di lui che non è riuscito a tirarlo fuori (visto che l’amico fa notare che il pompiere è depresso da tempo) potresti mostrare la scena finale con il bambino/fumo che allunga la mano che inutilmente l’uomo non riesce a prendere.
Comunque per me è una buona prova.
Buona edition e alla prossima!
Manuel ha scritto:Ciao Elisa, grazie per la condivisione del tuo racconto. Non conoscevo questo drammatico episodio perché sono nato anni dopo del 1981. Mi ha rabbrividito leggere la tua storia e mi ha emozionato molto. Quando sono andato a cercarmi i fatti di cronaca su wikipedia, stentavo a crederci e speravo che fosse la tua immaginazione e che non fosse veramente accaduta questa tragedia.
Il racconto dal punto di vista del soccorritore è molto interessante e sviluppato veramente bene, mi ha coinvolto e mi ha fatto visualizzare le immagini del pozzo e delle persone raccolte intorno in superficie, speranzose, smaniose, agitate. Se con i dialoghi volevi trasmettere ciò, sei riuscita benissimo nella tua prova. Ho trovato interessante lo sviluppo successivo quando il protagonista esce a svagarsi per la notte di san lorenzo “rimproverato” dal suo amico perché non lo vedeva da diversi mesi. L’arco temporale è ben descritto. Il riferimento alle stelle e al bambino che non è riuscito a salvare e per cui sicuramente il protagonista è rimasto segnato è evidente e accurato. Complimenti. Buona gara.
MatteoMantoani ha scritto:Ciao Elisa! Ben ritrovata in questa nuova Era. Ormai non sto più a dirti le cose che ti dico sempre, perché le sai. Quando ero piccolo e camminavo per i campi, mia mamma mi metteva paura raccontandomi la storia di quel bambino caduto in un pozzo, dell'omino sottile che si è calato per cercare di tirarlo fuori e del fallimento di tutti i soccorsi. L'evento è talmente forte che anche chi non l'ha visto alla televisione in diretta ne partecipa con le storie di chi l'ha seguito. Leggere questo racconto è quindi una bella botta nei denti, il finale amaro fa riflettere su come possa sentirsi un uomo che fallisce nel salvare un bambino, la tragedia c'è tutta e arriva con tutta la sua potenza. Ben fatto, ben raccontato, ben gestito. Alla prossima e buona Era.
Giovanni P ha scritto:Buongiorno Elisa,
hai proposto un racconto basato su uno dei fatti di cronaca più strazianti della cronaca italiana, fatto di cronaca che io non ho vissuto ma che mi ha fatto pensare spesso. Il tuo stile mi è piaciuto molto, è veloce conciso e pulito, ci sono pochissime descrizioni ma hai reso benissimo la vicenda. Il finale lo giudico semplicemente bellissimo, complimenti.
Note:
più lento e più veloce, secondo me sarebbe meglio sostituire la e con una o
Faccio un sorso, secondo me sarebbe meglio bevo un sorso


Mi spiace molto di non essere riuscita a rispondere prima e personalmente a ognuno di voi. Vi ringrazio per avermi letta (soprattutto a chi si è fatto un giro in queste lande senza avere l'onere di commentare e classificare il racconto!), per i consigli che mi avete fornito e per le belle parole che avete riservato al mio racconto!
A rileggerci presto, buona gara a tutti!
Elisa

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