Una finestra ricoperta di stelle

[Rick Faith]

Mauro mi afferra per la maglietta e quasi mi tira giù dal motorino. «Lù, ma quelli non so' i genitori di Giulia?» Un'Alfa 156 grigio metallizzato imbocca il vialone verso la zona industriale, la targa è CJ, come il protagonista di San Andreas. Sono loro.
Deglutisco. «Ma va, è la luce dei lampioni...»
«Lo sapevo che ti saresti cacato sotto.» Il bastardo non ci parla neanche con le femmine e sfotte pure.
«Anche volendo, ho dimenticato il secondo casco a casa.»
«Embè?» Mauro mi lancia la sua scodella. «Portati il mio, voglio proprio vede'.»
Lo stomaco mi si sbriciola come una busta di pandistelle nello zaino. E se mi dice di no che faccio?

Suono di nuovo. Magari sono andati a cena fuori, posso sempre dire che non c'era nessuno. Glielo chiedo a scuola se un giorno vuole farsi un giro sul mezzo. È meglio, sì.
La porta sul vialetto di spalanca e Giulia arriva al cancelletto. Un lungo ciuffo biondo le scende sulla spalla lasciata scoperta dalla maglietta di due taglie più grande. È stupenda.
Devo dire qualcosa, sbrigati a parlare razza di stupido. «Ehi.»
«Ehi!» Mi sorride e vedo più stelle della Nasa.
«Ho visto per caso la macchina dei tuoi passare e ho pensato...» Indico il secondo casco e la voce mi si rompe in gola. Che figura di merda!
Giulia socchiude le labbra e attorciglia i capelli con le dita. «Veramente non potrei...»
Mi sta dicendo no per farmi rimanere male.
«Se è solo un giro veloce...»
Adesso come farò a rivolgerle la parola in clas— Eh?! «Ah... sì, sì.» Credo di aver annuito come un ebete. Le passo la scodella, le mani mi tremano.
Giulia monta dietro e parto d'istinto. Mi abbraccia e si stringe a me per parlarmi all'orecchio. Sento il reggiseno attraverso la maglia, probabilmente se non avessi il casco la testa mi sarebbe già esplosa in stile Mars Attacks. «Dove andiamo?»
Oddio e mo? E chi ci aveva pensato? «D-dove vuoi tu.»
Razza di fesso, l'hai invitata tu! Supero in slalom due auto e Giulia mi stringe di nuovo. La Yaris dà qualche colpetto di abbaglianti. Le luci! «S-senti, secondo te si vedono ancora le stelle cadenti?»
«Il picco era il dodici...» Ecco, l'ennesima figuraccia. «Però si dovrebbero vedere ancora bene!»
«Se vuoi...»
«Io amo guardare le stelle!» Amo... quella parola col suono della sua voce, perché è così bella?

Fermo il motorino davanti casa di Giulia e lei salta giù come una lepre in fuga. Ha un'aria così dispiaciuta che mi prenderei a schiaffi.
«Scusami tanto Luca.» Si avvicina. Ma cosa fa? «Grazie.»
Mi stampa un bacio sulla guancia e corre via su per il vialetto.
Merito davvero questo premio di consolazione? La verità è che non ho avuto il coraggio. Eravamo soli, distesi sull'erba sotto un tetto di stelle: era il momento perfetto. Alla fine ha detto che doveva tornare a badare al nonno, ma forse era solo una scusa per farsi riaccompagnare. Mi sento come se avessi ingoiato un mattone.
E ora? Domani dovrò salutarla come se niente fosse? Già vedo gli altri pronti a prendermi per il culo, ma quello è il meno.
Non ho voglia di andare da nessuna parte, ho ancora nella testa la sua risata, l'odore dei suoi capelli, la sensazione delle sue braccia intorno alla vita.
Il cuore mi martella in petto. Ormai è andata così, no? Cosa può succedere ancora? Al limite di dice chiaro e tondo che non le interesso. Sarebbe comunque meglio di così.

La finestra al primo piano ha stelle appiccicate al vetro. Prendo un bel respiro e tiro due fischi.
La luce della stanza si accende e Giulia compare alla finestra. Anche con i capelli legati è meravigliosa. «Luca! Che ci fai ancora qua?»
Pensavo di essere pronto, ma ora che la guardo sento che non potrei sopportare un rifiuto. Sarebbe la fine. Stringo i pugni, sono un bagno di sudore e non è colpa delle sere di agosto. Avanti! Dì qualcosa, razza di idiota! Strizzo gli occhi. «P-per favore, ti vuoi mettere con me?»
Per favore? Ma che cavolo dico?!
Giulia non c'è più e le forze mi abbandonano.
Che buffo.
La fine del mondo ha l'aspetto di una finestra che si chiude e il suono della porta nel vialetto che si apre.

[antico]

Ciao Federico! Parametri ok, buona GIULIANO CANNOLETTA EDITION!

[alexandra.fischer]

Una finestra ricoperta di stelle di Rick Faith Tema centrato. Luca è alle prese con i tormenti d’amore. La bionda e bella Giulia gli appare sfuggente, e l’amico Mauro lo aiuta dandogli il casco per invitarla a fare un giro sul motorino. Questo, dopo che la macchina dei genitori di lei si è allontanata nella zona industriale. Giulia accetta. Lei e Luca guardano le stelle cadenti, sono insieme. Il finale è lieto perché lei accetta di essere la sua ragazza. Molto belle le stelle, ci sono per tutto il racconto dal paragone stomaco-pacco di pan di stelle nello zaino alle stelle che ornano la finestra di Giulia.

[SalvatoreStefanelli]

La bellezza del primo amore... C'è proprio tutta in questo racconto. C' è poesia. Mi ha intenerito e questo non è un male. Mi ha anche fatto sorridere, e anche questo non è un male. Forse, la storia è un po' troppo dolce, da ragazzini, ma anche questo non deve per forza essere un male.

[gioco]

Sicuramente un bel racconto, una piccola grande storia di amore adolescenziale. La narrazione ha un bel ritmo coinvolgente e i dialoghi sono asciutti e credibili. Il tema e'... acciuffato per i capelli :-), diciamo precisamente per una ciocca di capelli biondi. A un certo punto avrei scommesso che sarebbe finito con Luca che dice di Giulia che e' la fine del mondo. Ma forse sarebbe stato troppo scontato. Comunque molto ben scritto, complimenti Rick.

[Rick Faith]

Una finestra ricoperta di stelle di Rick Faith Tema centrato. Luca è alle prese con i tormenti d’amore. La bionda e bella Giulia gli appare sfuggente, e l’amico Mauro lo aiuta dandogli il casco per invitarla a fare un giro sul motorino. Questo, dopo che la macchina dei genitori di lei si è allontanata nella zona industriale. Giulia accetta. Lei e Luca guardano le stelle cadenti, sono insieme. Il finale è lieto perché lei accetta di essere la sua ragazza. Molto belle le stelle, ci sono per tutto il racconto dal paragone stomaco-pacco di pan di stelle nello zaino alle stelle che ornano la finestra di Giulia.

Ciao Alexandra, quando non ti ho vista nella scorsa edizione mi sono preccupato!
Grazie per la lettura e in bocca al lupo per la Cannoletta Edition!

[Rick Faith]

La bellezza del primo amore... C'è proprio tutta in questo racconto. C' è poesia. Mi ha intenerito e questo non è un male. Mi ha anche fatto sorridere, e anche questo non è un male. Forse, la storia è un po' troppo dolce, da ragazzini, ma anche questo non deve per forza essere un male.

Grazie per essere passato, Salvatore! Sulla dolcezza devo stare attento, con questo genere di racconti mi sto avventurando in zone per me inesplorate ;)

Buona edition!

[Rick Faith]

Sicuramente un bel racconto, una piccola grande storia di amore adolescenziale. La narrazione ha un bel ritmo coinvolgente e i dialoghi sono asciutti e credibili. Il tema e'... acciuffato per i capelli :-), diciamo precisamente per una ciocca di capelli biondi. A un certo punto avrei scommesso che sarebbe finito con Luca che dice di Giulia che e' la fine del mondo. Ma forse sarebbe stato troppo scontato. Comunque molto ben scritto, complimenti Rick.

Ciao gioco, è bello incontrare volti nuovi! Grazie per il commento e per l'apprezzamento. Sul tema effettivamente l'ho presa alla larga, ma alla fine ho pensato che a quell'età si tende facilmente all'esagerazione e agli assoluti. È tanto facile promettere amore eterno quando vedere la fine del mondo magari dopo un due di picche :P E strano a dirsi, era tutto più bello

Alla prossima e in bocca al lupo per l'edition!

[Franco Zanella]

Ciao Rick,
non so come mai ma non sono riuscito a empatizzare con il personaggio e ad entrare nell’emozione della storia. Eppure il tema è centrato, l’idea è buona e toccante, e arriva anche ad essere romantica e delicata.
Leggendo e rileggendo forse ho capito il perché: ci sono troppe cose mi distraggono, ad esempio: il dettaglio della targa con il riferimento a San Andreas, la busta di pandistelle, il tira e molla del casco, il richiamo a Mars Attack, e altre cose che di per sè sono belle immagini ma che portano la mia attenzione altrove e mi impediscono di lasciarmi avvolgere dall'atmosfera del momento.
Buon proseguimento di edition!
Franco

[Cinzia Fabretti]

Gentile Rick, il tuo racconto mi è piaciuto tanto. Pulito, senza enigmi, senza angosce, se escludiamo il batticuore di un giovanissimo, che è un’angoscia dolce, un’emozione ormai lontana nel tempo per noi tutti, ma in fondo indelebile, che sa di nostalgia. Il tema è interpretato con delicatezza e se anche il gruppo in cui sei inserito è fortissimo, credo che potrò inserire questo racconto tra i miei preferiti. Ben fatto, davvero.

[Proelium]

Ciao Rick,
piacere di leggerti. Scrittura lineare per una storia ordinaria, scorrevole ma che non mi ha entusiasmato, fatta eccezione del finale, che invece ho trovato più sentito, e dunque più credibile ed evocativo. Dal punto di vista stilistico, comunque, la storia si lascia leggere senza difficoltà. La criticità, secondo me, è che quando per mostrare si aderisce tanto alla scena, se manca una spinta espressivo-metaforica forte nella focalizzazione che pilota la narrazione, più ci si sforza di aggiungere dettagli, colorire le battute ecc., più si rischia di appiattire e imbalsamare il flusso della prosa. Nel finale invece ti sei lasciato andare un po' di più, con il guizzo finestra-porta che bypassa certe sovrastrutture e cede a un'emozione più autentica.
Il tema è comunque ben centrato: quant'è bella giovinezza, e quegli istanti benedetti di trepidazione, in cui il mondo sembra finire davvero!

In bocca al lupo, buona edition.
Francesco

[Debora]

Rick piacere di leggerti. Il tuo racconto è un tuffo nel passato e nelle trepidazioni adolescenziali, quando un rifiuto o un consenso sembravano davvero “la fine del mondo”… Non so dire bene cosa ma c’è un “non so che” che non mi convince: troppi dettagli? Troppe metafore che non aggiungono nulla alla storia? Ma sono piccolezze, alla fine della fiera, il racconto mi è piaciuto, l’ho bevuto come un bel bicchiere d’acqua fresca quando si ha tanta sete… (tanto per restare in tema di metafore!).

[starla]

Ciao Rick,

Il tuo racconto è una bella declinazione al tema. L’ho trovato molto delicato, a tinte pastello e l’effetto mi è piaciuto molto.
Da un punto di vista stilistico devo dire che al primo paragrafo sono rimasta abbastanza confusa, tanto che ho dovuto rileggere una seconda volta. Hai inserito troppi nomi (Mauro, Lù, Giulia, Alfa 156, St Andreas, targa CJ) che il lettore fatica a processare, anche perché nell’incipit non ha elementi per poterli mettere in relazione. Ho riscontrato anche una non proprio limpida gestione dei dialoghi. A volte ho faticato a capire chi diceva cosa, perché hai creato un botta e risposta senza però inserire dei beat che potessero rendere i soggetti parlanti più riconoscibili. È chiaro che a una seconda lettura ho ricostruito il tutto, ma se in prima lettura si hanno dei dubbi significa che c’è qualcosa che non scorre fluidamente.
La presenza ricorrente delle stelle mi fa pensare che questo fosse un racconto scritto per la precedente edizione in cui il tema era proprio “vedere le stelle” e a cui magari, come me, non sei riuscito a partecipare. Magari lo hai riadattato?
Nel complesso una buona prova ed è stato un piacere leggerti.

[Rick Faith]

Ciao Rick,
non so come mai ma non sono riuscito a empatizzare con il personaggio e ad entrare nell’emozione della storia. Eppure il tema è centrato, l’idea è buona e toccante, e arriva anche ad essere romantica e delicata.
Leggendo e rileggendo forse ho capito il perché: ci sono troppe cose mi distraggono, ad esempio: il dettaglio della targa con il riferimento a San Andreas, la busta di pandistelle, il tira e molla del casco, il richiamo a Mars Attack, e altre cose che di per sè sono belle immagini ma che portano la mia attenzione altrove e mi impediscono di lasciarmi avvolgere dall'atmosfera del momento.
Buon proseguimento di edition!
Franco

Ciao Franco, grazie per la lettura e il commento. Effettivamente mi è stato fatto notare in più di un commento la presenza di qualche dettaglio fuori fuoco, probabilmente è dovuto al mio essere poco avvezzo a questo genere di storie. Ancora non riesco bene a puntare all'emotività del lettore, sono più uno scrittore da racconti strambi. Adoro Minuti Contati per questa possibilità di fare palestra! Grazie

Buona edition!

[Rick Faith]

Gentile Rick, il tuo racconto mi è piaciuto tanto. Pulito, senza enigmi, senza angosce, se escludiamo il batticuore di un giovanissimo, che è un’angoscia dolce, un’emozione ormai lontana nel tempo per noi tutti, ma in fondo indelebile, che sa di nostalgia. Il tema è interpretato con delicatezza e se anche il gruppo in cui sei inserito è fortissimo, credo che potrò inserire questo racconto tra i miei preferiti. Ben fatto, davvero.

Ciao Cinzia, in questa edition sto puntando a migliorare nei racconti un po' fuori dalla mia zona di comfort. Il tuo commento mi fa davvero piacere! Grazie e buona edition

[Rick Faith]

Ciao Rick,
piacere di leggerti. Scrittura lineare per una storia ordinaria, scorrevole ma che non mi ha entusiasmato, fatta eccezione del finale, che invece ho trovato più sentito, e dunque più credibile ed evocativo. Dal punto di vista stilistico, comunque, la storia si lascia leggere senza difficoltà. La criticità, secondo me, è che quando per mostrare si aderisce tanto alla scena, se manca una spinta espressivo-metaforica forte nella focalizzazione che pilota la narrazione, più ci si sforza di aggiungere dettagli, colorire le battute ecc., più si rischia di appiattire e imbalsamare il flusso della prosa. Nel finale invece ti sei lasciato andare un po' di più, con il guizzo finestra-porta che bypassa certe sovrastrutture e cede a un'emozione più autentica.
Il tema è comunque ben centrato: quant'è bella giovinezza, e quegli istanti benedetti di trepidazione, in cui il mondo sembra finire davvero!

In bocca al lupo, buona edition.
Francesco

Grazie del commento Francesco, e ben ritrovato! Non sei l'unico che me l'ha fatto notare e sicuramente ne terrò conto in futuro, è una riflessione molto interessante. Onestamente non avevo fatto caso all'evocatività dei passaggi, effettivamente quando si punta al cuore non è un aspetto da ignorare a priori come tendo a fare. Diciamo che è un modo di scrivere lontano dal mio stile in un genere di racconto lontano dalla mia comfort zone. Però trovo l'argomento interessante! Sul finale hai ragione, lì sono stato un po' meno "me stesso" e mi sono lasciato andare a quella che in tutta onestà riterrei anche una leggera infrazione (ma tanto è la chiusura, ho pensato, se piace passa facile in cavalleria). Verissimo che quella frase lascia qualcosa in più. Ripartirò da quello.

Grazie e buona edition!

[Rick Faith]

Rick piacere di leggerti. Il tuo racconto è un tuffo nel passato e nelle trepidazioni adolescenziali, quando un rifiuto o un consenso sembravano davvero “la fine del mondo”… Non so dire bene cosa ma c’è un “non so che” che non mi convince: troppi dettagli? Troppe metafore che non aggiungono nulla alla storia? Ma sono piccolezze, alla fine della fiera, il racconto mi è piaciuto, l’ho bevuto come un bel bicchiere d’acqua fresca quando si ha tanta sete… (tanto per restare in tema di metafore!).

Grazie per il commento Debora, volevo proprio andare a toccare quelle corde che abbiamo pizzicato un po' tutti in tempi non sospetti. Quel non so che di stonato effettivamente mi è stato fatto notare da molti, e il lettore ha sempre ragione. Ci lavorerò su, è il bello di Minuti Contati.

Buona edition!

[Rick Faith]

Ciao Rick,

Il tuo racconto è una bella declinazione al tema. L’ho trovato molto delicato, a tinte pastello e l’effetto mi è piaciuto molto.
Da un punto di vista stilistico devo dire che al primo paragrafo sono rimasta abbastanza confusa, tanto che ho dovuto rileggere una seconda volta. Hai inserito troppi nomi (Mauro, Lù, Giulia, Alfa 156, St Andreas, targa CJ) che il lettore fatica a processare, anche perché nell’incipit non ha elementi per poterli mettere in relazione. Ho riscontrato anche una non proprio limpida gestione dei dialoghi. A volte ho faticato a capire chi diceva cosa, perché hai creato un botta e risposta senza però inserire dei beat che potessero rendere i soggetti parlanti più riconoscibili. È chiaro che a una seconda lettura ho ricostruito il tutto, ma se in prima lettura si hanno dei dubbi significa che c’è qualcosa che non scorre fluidamente.
La presenza ricorrente delle stelle mi fa pensare che questo fosse un racconto scritto per la precedente edizione in cui il tema era proprio “vedere le stelle” e a cui magari, come me, non sei riuscito a partecipare. Magari lo hai riadattato?
Nel complesso una buona prova ed è stato un piacere leggerti.

Grazie per il commento starla, hai proprio occhio, sai?
Per i dialoghi secondo me la parte super incrimnata è quella sul motorino, la battuta è un po' troppo distante dall'azione di parlare all'orecchio e a causa di questo si rischia di perdere il filo a cascata in tutta la scena. Ahimè, ci ho fatto caso troppo tardi e con pochissimo spazio di manovra con i caratteri!
Sulla presenza delle stelle non hai indovinato, ma hai avuto un'intuizione pazzesca considerando che non hai partecipato all'altra edition! Spettacolare. Io ho partecipato anche a quella ed effettivamente i due racconti sono legati, ho messo volutamente i richiami alle stelle come easter egg, ma non pensavo che qualcuno avrebbe davvero fatto il collegamento (visto che è difficile essere commentati dalle stesse persone)! A parte Bruce, se passa anche questa volta ah ah

Grazie e buona edition!

[Giovanni P]

Buongiorno Rick,

nel tuo racconto c'è molta tenerezza ed è bello leggere qualcosa che riesca a rilassare la mente, senza dover per per forza trovare declinazioni terre o angoscianti. Anche il tuo stile mi piace molto, non hai forzato niente e tutto scorre alla perfezione. Trovo che la tua sia un'ottima qualità, a volte con poco tempo e pochi caratteri si rischia di voler esprimere troppo avendo paura che il racconto non sia chiaro.

[Shanghai Kid]

Ciao Rick,
leggerti è come sempre un piacere.
Ho trovato il tuo racconto molto carino, anche se non riesco a capire quanto la declinazione del tema sia originale e quanto sia invece un po’ “tirata”. Per quanto riguarda la tua scrittura, che, come sai, io apprezzo, devo dire che in questo racconto più che in altri trovo un po’ esasperata una tua tendenza. Leggo una frase e la trovo falsa, affettata, evidentemente scritta per colpire in un modo che a me risulta fastidioso, leggo quella dopo e penso “Cavolo, questo è bravo, che naturalezza!”.Te lo dico perchè non è la prima volta che mi capita una cosa simile leggendo un tuo testo, ma è la prima che inquadro davvero la questione. Un esempio, la similitudine con i pandistelle spappolati o le stelle della Nasa o Mars Attack o San Andreas sono tutte carine, ma in un testo così breve, io personalmente le trovo forzate e mi stufano un po’, mi sanno di forzatura. Mentre periodi come: “Adesso come farò a rivolgerle la parola in clas— Eh?! «Ah... sì, sì.» “ mi divertono e li sai gestire molto bene.
Ecco, cercherei di valorizzare quelli.
A rileggerti,
Elisa

[Rick Faith]

Buongiorno Rick,

nel tuo racconto c'è molta tenerezza ed è bello leggere qualcosa che riesca a rilassare la mente, senza dover per per forza trovare declinazioni terre o angoscianti. Anche il tuo stile mi piace molto, non hai forzato niente e tutto scorre alla perfezione. Trovo che la tua sia un'ottima qualità, a volte con poco tempo e pochi caratteri si rischia di voler esprimere troppo avendo paura che il racconto non sia chiaro.

Grazie Giovanni per la lettura e il bel commento! Buona edition

[Rick Faith]

Ciao Rick,
leggerti è come sempre un piacere.
Ho trovato il tuo racconto molto carino, anche se non riesco a capire quanto la declinazione del tema sia originale e quanto sia invece un po’ “tirata”. Per quanto riguarda la tua scrittura, che, come sai, io apprezzo, devo dire che in questo racconto più che in altri trovo un po’ esasperata una tua tendenza. Leggo una frase e la trovo falsa, affettata, evidentemente scritta per colpire in un modo che a me risulta fastidioso, leggo quella dopo e penso “Cavolo, questo è bravo, che naturalezza!”.Te lo dico perchè non è la prima volta che mi capita una cosa simile leggendo un tuo testo, ma è la prima che inquadro davvero la questione. Un esempio, la similitudine con i pandistelle spappolati o le stelle della Nasa o Mars Attack o San Andreas sono tutte carine, ma in un testo così breve, io personalmente le trovo forzate e mi stufano un po’, mi sanno di forzatura. Mentre periodi come: “Adesso come farò a rivolgerle la parola in clas— Eh?! «Ah... sì, sì.» “ mi divertono e li sai gestire molto bene.
Ecco, cercherei di valorizzare quelli.
A rileggerti,
Elisa

Ciao Elisa, apprezzo sempre i tuoi commenti e anche stavolta ne farò tesoro. Cercherò di fare attenzione, stavolta me l'havete fatto notare in troppi! Indubbiamente hai ragione, non a caso hai beccato proprio le frasi che ho messo per vezzo personale, mi piaceva l'idea di lasciare sparsi nel testo rimandi alle stelle come omaggio al racconto della scorsa edition, ma evidentemente ai più suona tutto molto più finto di quanto mi sarei aspettato! Poi in generale similitudini e metafore mi sa che non sono il mio forte ah ah
Per il tema ovviamente sono convinto vada bene (altrimenti non avrei declinato in questo modo), ma forse nei casi in cui si prende un po' di lato va un po' a gusto. Anche i commenti sono discordanti: c'è chi l'ha recepito molto bene e chi invece è rimasto un po' scettico. La mia intenzione era unire il concetto di fine del mondo con le paure dei primi amori adolescenziali, quando tutto è esagerato e vissuto con una intensità a tratti buffa.
Grazie e alla prossima, buona edition!

[Daniele]

Passo per un commento anche se non sei nel gruppo che mi è stato assegnato.
Secondo me hai scritto un racconto bellissimo, ci tenevo a dirtelo. Ha un sacco cuore, stilisticamente è scritto benissimo e ha un bellissimo svolgimento. Davvero, tra quelli che ho letto in questa edition è ampiamente al primo posto. Spero davvero che arrivi molto in alto non solo nel gruppo, ma nella edition in generale perché merita tanto.
Hai degli elementi stilistici che ti invidio un sacco sai, scrivi davvero davvero bene.

[Rick Faith]

Passo per un commento anche se non sei nel gruppo che mi è stato assegnato.
Secondo me hai scritto un racconto bellissimo, ci tenevo a dirtelo. Ha un sacco cuore, stilisticamente è scritto benissimo e ha un bellissimo svolgimento. Davvero, tra quelli che ho letto in questa edition è ampiamente al primo posto. Spero davvero che arrivi molto in alto non solo nel gruppo, ma nella edition in generale perché merita tanto.
Hai degli elementi stilistici che ti invidio un sacco sai, scrivi davvero davvero bene.

Daniele così mi fai venire un coccolone, accidenti. Preferisco le critiche, perché quando mi dicono cose così belle non so cosa dire!

[Stefano.Moretto]

Ciao Federico,
ho capito che questo era un continuo del tuo racconto precedente quando la ragazza ha citato il nonno. Ho avuto un flashback del tuo racconto che ho valutato anche nella scorsa edizione e mi è piaciuto molto vedere la stessa storia dal punto di vista opposto.
Premesso questo, devo appuntare un paio di cose che ho notato, prima tra tutte il fatto che l'inizio è un pochino caotico. Avendo già l'informazione del contesto la scena appare ovvia, ma per me che non avevo ancora chiaro cosa stessi leggendo, ho dovuto rilegge le prime righe più volte per capire che i due ragazzi si trovavano fuori dalla casa della ragazza e che i genitori stavano andando via in auto. Per risolvere questo problema sarebbe bastato dire che l'auto usciva dal garage della casa, così avevamo automaticamente l'informazione che erano davanti alla casa della ragazza.
Un altro punto vagamente caotico sono i dialoghi, specie quando sono in moto, in particolare

«S-senti, secondo te si vedono ancora le stelle cadenti?»

Questa frase non ho capito subito chi la stesse dicendo (all'inizio pensavo la ragazza balbettasse perché aveva paura che facessero un incidente), il che mi ha costretto a rileggere tutto lo scambio di battute un paio di volte per capire chi dicesse cosa.
Per il resto, è un racconto molto tenero e mi è piaciuto in particolare il finale, dove ricolleghi tutto con il tema.

[PuntiDiDomanda]

Mi è morto internet mentre inviavo il commento e si è cancellato. Col cavolo che lo rifaccio!

Riassumendo: carino per contenuto, paradossalmente ho preferito quello dell'altra volta, nonostante il problema coi caratteri (sono qui perché ero curioso di leggerti "a pieno potenziale"). Stilisticamente è un po' più sporco, concordo con quanto detto dagli altri (problemini di attribuzione del dialogo, eccessivi elementi metaforici, un po' troppa roba all'inizio...).
E sono anche io dubbioso sul tema. Avevo argomentato il perché ma ora non mi va di rifarlo, nel caso domani.

Ah giusto, mi ha fatto genuinamente sorridere come ti sia ricollegato allo scorso racconto, è la cosa che mi è piaciuta di più in lettura. D'altra parte non vorrei fosse quello ad averti creato problemi, magari perché eri troppo concentrato a ricollegare bene gli elementi senza creare incoerenze.

Siamo anche rivali stavolta. Non ho letto gli altri racconti, ma dicono che ci siamo ritrovati in un girone infernale, quindi buona fortuna!

[Rick Faith]

Ciao Federico,
ho capito che questo era un continuo del tuo racconto precedente quando la ragazza ha citato il nonno. Ho avuto un flashback del tuo racconto che ho valutato anche nella scorsa edizione e mi è piaciuto molto vedere la stessa storia dal punto di vista opposto.
Premesso questo, devo appuntare un paio di cose che ho notato, prima tra tutte il fatto che l'inizio è un pochino caotico. Avendo già l'informazione del contesto la scena appare ovvia, ma per me che non avevo ancora chiaro cosa stessi leggendo, ho dovuto rilegge le prime righe più volte per capire che i due ragazzi si trovavano fuori dalla casa della ragazza e che i genitori stavano andando via in auto. Per risolvere questo problema sarebbe bastato dire che l'auto usciva dal garage della casa, così avevamo automaticamente l'informazione che erano davanti alla casa della ragazza.
Un altro punto vagamente caotico sono i dialoghi, specie quando sono in moto, in particolare

«S-senti, secondo te si vedono ancora le stelle cadenti?»

Questa frase non ho capito subito chi la stesse dicendo (all'inizio pensavo la ragazza balbettasse perché aveva paura che facessero un incidente), il che mi ha costretto a rileggere tutto lo scambio di battute un paio di volte per capire chi dicesse cosa.
Per il resto, è un racconto molto tenero e mi è piaciuto in particolare il finale, dove ricolleghi tutto con il tema.

Grazie del commento Stefano. I miei inizi solitamente non hanno questo problema, ma stavolta mi è stato fatto notare in più commenti. Probabilmente avendo già in mente il contesto sono stato troppo precipitoso e meno efficace, questi feedback mi aiuteranno molto in futuro. Non avevo pensato a una posizione precisa, mi bastava mostrare l'auto dei genitori per strada e poi saltare di paragrafo, però giustamente se non lo faccio capire ogni lettore colmerà da solo questa assenza di informazione.
Sul dialogo purtroppo non me ne sono accorto, quel passaggio ha creato problemi a molti. Come ho detto anche a starla secondo me il colpevole è l'azione di parlare all'orecchio della ragazza troppo distante dall'effettiva battuta. Se avessi reso meglio quella parte poi l'alternanza delle battute avrebbe fatto il resto.
Grazie, alla prossima!

[Rick Faith]

Mi è morto internet mentre inviavo il commento e si è cancellato. Col cavolo che lo rifaccio!

Riassumendo: carino per contenuto, paradossalmente ho preferito quello dell'altra volta, nonostante il problema coi caratteri (sono qui perché ero curioso di leggerti "a pieno potenziale"). Stilisticamente è un po' più sporco, concordo con quanto detto dagli altri (problemini di attribuzione del dialogo, eccessivi elementi metaforici, un po' troppa roba all'inizio...).
E sono anche io dubbioso sul tema. Avevo argomentato il perché ma ora non mi va di rifarlo, nel caso domani.

Ah giusto, mi ha fatto genuinamente sorridere come ti sia ricollegato allo scorso racconto, è la cosa che mi è piaciuta di più in lettura. D'altra parte non vorrei fosse quello ad averti creato problemi, magari perché eri troppo concentrato a ricollegare bene gli elementi senza creare incoerenze.

Siamo anche rivali stavolta. Non ho letto gli altri racconti, ma dicono che ci siamo ritrovati in un girone infernale, quindi buona fortuna!

In una delle mie prime partecipazioni stavo perdendo addirittura il racconto, poi miracolosamente recuperato. Da quella disavventura ogni volta prima di postare mi copio il messaggio xD

Comunque sì, di sicuro questo è il racconto che ha ricevuto più appunti sullo stile e probabilmente tra quelli andati peggio come gradimento generale, però non penso sia dovuto al volerlo ricollegare con l'altra edition. Inizialmente pensavo di rappresentare la fine del mondo dal punto di vista di una scrittrice che si vede rifiutare il manoscritto della vita, lasciando sul finale al lettore la sorpresa di scoprire che si trattava di Harry Potter. Purtroppo ho iniziato tardi e sentivo di non avere il tempo di documentarmi come volevo, quindi mi è venuta l'idea di appoggiarmi a un contesto che avevo ancora relativamente fresco. Penso che il risultato dipenda soprattutto dalla mia inesperienza con racconti di natura emotiva/sentimentale.
Devo dire che mi sono comunque divertito molto e l'ho trovato un esercizio super stimolante, mi fa piacere che chi ha avuto modo di leggere entrambi si sia gustato il tentativo.

Grazie per essere passato, in bocca al lupo per l'edition!

[BruceLagogrigio]

Rick... Federico... mannaggia a te! Sei uno stramaledetto genio!

(Ho capito perché ti stima tanto Polly Rusell...invidia!!)

Era una cosa che avevo pensato anche io di fare. Ma mi batti sempre sul tempo...

Bruce.

P.S. Credo che nessuno abbia letto il tuo scorso racconto fra i commentatori.

[Rick Faith]

Rick... Federico... mannaggia a te! Sei uno stramaledetto genio!

(Ho capito perché ti stima tanto Polly Rusell...invidia!!)

Era una cosa che avevo pensato anche io di fare. Ma mi batti sempre sul tempo...

Bruce.

P.S. Credo che nessuno abbia letto il tuo scorso racconto fra i commentatori.

È nato tutto un po' per caso, ma una volta presa la decisione sono voluto andare fino in fondo. Lo scrivere un racconto capace sia di esistere da solo che di collegarsi al precedente voleva essere una sfida nella sfida, tanto ormai se non mi complico la vita non sono io...
E tu sei parte del motivo dietro questo tentativo XD È difficile essere commentati dalle stesse persone, quindi pensare che probabilmente mi avresti letto è stato un grande stimolo. Quindi grazie per essere passato anche questa volta!
Devo dire che sono stato fortunato, oltre a beccare di nuovo Stefano che mi aveva commentato nella scorsa edition, anche Mattia/PuntoDiDomanda li ha letti entrambi essendosi preso la briga di passare a leggermi fuori dal suo gruppo. Avrei messo la firma anche per un solo lettore che avesse letto il racconto precedente!
Adesso come ciliegina finale devo solo riuscire a evocare Davide Mannucci che ha ispirato con il suo precedente commento il pdv di questo racconto.

PS: Ormai hai detto pubblicamente che l'hai pensato, quindi dovrai farlo! Ti aspetto.

[BruceLagogrigio]

Addirittura fonte di ispirazione. Mi commuovo.

Allora: continuare una storia è un conto, lo ha fatto lo stesso Fagiolo vincendo la scorsa edition, e credo non sia molto complicato adattarne il tema ogni volta, ma qui hai fatto un cosa in più. Hai usato la stessa scena ma con due Pdv differenti e che si intrecciano fra loro. Questa è stata la genialità.

Mi ero i perso i commenti di Puntodidomanda e Stefano. Comunque il "peccato" è stato che i commentatori "ufficiali" del girone non avessero letto il precedente.

E qui arriviamo al punto dolente della tecnica. Il plus può essere dato contando sul fatto di avere lo stesso pubblico precedente che ti commenti (e che si ricordi la storia dopo un mese (leggendone tante, un po' si confondono - e poi c'era pure il famoso nonnino ahah).
Secondo me l'esperimento ti è uscito ugualmente bene perché hai scelto la storia giusta per farlo: fantasy e fantascienza o storie più complesse avrebbero dovuto avere troppi riferimenti lasciando il lettore nuovo con troppi punti di domanda! E quindi avendo scelto una storia più comune anche presa a sé stante è riuscita ad emozionare e intrattenere il lettore.

Per cui doppiamente bravo. Chapeau.

[Rick Faith]

Addirittura fonte di ispirazione. Mi commuovo.

Allora: continuare una storia è un conto, lo ha fatto lo stesso Fagiolo vincendo la scorsa edition, e credo non sia molto complicato adattarne il tema ogni volta, ma qui hai fatto un cosa in più. Hai usato la stessa scena ma con due Pdv differenti e che si intrecciano fra loro. Questa è stata la genialità.

Mi ero i perso i commenti di Puntodidomanda e Stefano. Comunque il "peccato" è stato che i commentatori "ufficiali" del girone non avessero letto il precedente.

E qui arriviamo al punto dolente della tecnica. Il plus può essere dato contando sul fatto di avere lo stesso pubblico precedente che ti commenti (e che si ricordi la storia dopo un mese (leggendone tante, un po' si confondono - e poi c'era pure il famoso nonnino ahah).
Secondo me l'esperimento ti è uscito ugualmente bene perché hai scelto la storia giusta per farlo: fantasy e fantascienza o storie più complesse avrebbero dovuto avere troppi riferimenti lasciando il lettore nuovo con troppi punti di domanda! E quindi avendo scelto una storia più comune anche presa a sé stante è riuscita ad emozionare e intrattenere il lettore.

Per cui doppiamente bravo. Chapeau.

Ah, ma questa del buon Fagiolo me la sono persa, ecco un'altra cosa da recuperare!

Sì, questa scelta del riportare la stessa scena da un altro punto di vista mi è venuta proprio pensando al fatto che dopo un mese è difficile ricordarsi un racconto abbastanza anonimo (nelle mie prime partecipazioni li ricordavo tutti, ora già dopo un anno mi confondo tra le varie edizioni). Ho pensato che riproponendo tanti elementi, anche se in chiave diversa, avrei avuto più possibilità di far accendere la lampadina.

Comunque è chiaro che un racconto deve funzionare ed essere godibile preso singolarmente, da questo punto di vista sono contento di aver avuto tanti pareri "freschi". Per me era ovviamente molto più difficile far finta di non conoscere il contesto per immedesimarmi nel lettore, ma mi sono davvero divertito e credo di aver imparato molto.

Come sempre grazie di cuore per essere passato

[antico]

Mi ricollego a quanto ti hanno sottolineato in diversi: i rimandi a GTA, a Mars Attack, a una certa cultura giovanile di vent'anni fa e il loro non essere stati generalmente apprezzati. Ecco, vado controcorrente e ti dico che questa sorta di non omogeneità nella definizione del tuo protagonista, questa sensazione di passare da pezzi d'alta classe ad altri meno ispirati è proprio dettata dalla tua non sufficiente immersione in quel modus pensandi (se mi permetti il termine). Pensa a Zerocalcare e alla sua serie: è tutto un parlare affondato in una specifica cultura, senza mezzi termini, facendo all in. Ora, non dico di fare una roba così densa, ma di sicuro di aumentare la frequenza dei rimandi, di non lasciarla qua e là che poi sembrano solo strani tranne stonare in caso tu decida di toglierli in toto. Vacci più secco, insomma. E poi la fluidità, il lasciare scorrere eliminando tutto il superfluo, anche sotto questo aspetto va asciugato maggiormente il testo. Male l'inizio: troppi personaggi, troppo debole l'aggancio perché il lettore pensa che i genitori siano venuti a cercare qualcosa e che il protagonista ne abbia paura e fatica a entrare davvero nel tuo racconto. Ottima la declinazione del tema. Passando alla valutazione, direi un pollice tendente al positivo in modo brillante anche se non solido.

[Rick Faith]

Mi ricollego a quanto ti hanno sottolineato in diversi: i rimandi a GTA, a Mars Attack, a una certa cultura giovanile di vent'anni fa e il loro non essere stati generalmente apprezzati. Ecco, vado controcorrente e ti dico che questa sorta di non omogeneità nella definizione del tuo protagonista, questa sensazione di passare da pezzi d'alta classe ad altri meno ispirati è proprio dettata dalla tua non sufficiente immersione in quel modus pensandi (se mi permetti il termine). Pensa a Zerocalcare e alla sua serie: è tutto un parlare affondato in una specifica cultura, senza mezzi termini, facendo all in. Ora, non dico di fare una roba così densa, ma di sicuro di aumentare la frequenza dei rimandi, di non lasciarla qua e là che poi sembrano solo strani tranne stonare in caso tu decida di toglierli in toto. Vacci più secco, insomma. E poi la fluidità, il lasciare scorrere eliminando tutto il superfluo, anche sotto questo aspetto va asciugato maggiormente il testo. Male l'inizio: troppi personaggi, troppo debole l'aggancio perché il lettore pensa che i genitori siano venuti a cercare qualcosa e che il protagonista ne abbia paura e fatica a entrare davvero nel tuo racconto. Ottima la declinazione del tema. Passando alla valutazione, direi un pollice tendente al positivo in modo brillante anche se non solido.

Grazie antico, prendo e porto a casa. Cercherò di farne tesoro per la prossima edition!

[Rick Faith]

qualcosa in Mannuccese stretto scritto nella scorsa edition

Visto che i giochi sono fatti ne approfitto per romperti le scatole! Mi avevi suggerito di caratterizzare meglio Luca, quindi ho provato a rimediare XD

[GiulianoCannoletta]

Ciao Federico, sempre un piacere leggerti.
Racconto davvero carino, hai reso bene la voce del protagonista, i suoi pensieri e le sue insicurezze. Tocchi tasti che sono universali, il brivido dei primi amori, la paura di non piacere, di sbagliare, di incontrare delusioni. La fine del mondo, per un adolescente.
Un racconto leggero e ben scritto.
A rileggerci presto!