Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per lunedì 16 ottobre con un tema del Campione della DECIMA ERA Giuliano Cannoletta e 4000 caratteri a vostra disposizione!
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antico
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Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 ottobre 2023, 2:11

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BENVENUTI ALLA GIULIANO CANNOLETTA EDITION, LA SECONDA DELLA UNDICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 176° ALL TIME!

Questo è il gruppo BOUTIQUE della GIULIANO CANNOLETTA EDITION con GIULIANO CANNOLETTA, Campione in carica di Minuti Contati, come guest star.

Gli autori del gruppo BOUTIQUE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo PRISMA.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo COLPE.


Questo è un gruppo da DIECI racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da GIULIANO CANNOLETTA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK UNDICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo BOUTIQUE:

È così che finisce, di Luca Fagiolo, ore 22.30, 3976 caratteri
Strada Statale 221, di Andrea Crevola, ore 00.58, 3841 caratteri
Centro Assistenza, di Andrea Spinelli, ore 23.47, 3982 caratteri
La foto sul gruppo, di Marco Travaglini, ore 00.50, 3354 caratteri
Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio, ore 00.35, 3998 caratteri
La scommessa, di Dario Cinti, ore 00.34, 3961 caratteri (16)
Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie, ore 01.22, 3994 caratteri MALUS 5 PUNTI
Povera Helly, di Gaia Peruzzo, ore 22.52, 3956 caratteri
Il mondo prima, di Antonio Boldri, ore 00.24, 3968 caratteri
Hunters, di Filippo Rubulotta, ore 00.56, 3985 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo PRISMA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo PRISMA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo PRISMA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA GIULIANO CANNOLETTA EDITION A TUTTI!



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Manuel Marinari
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » mercoledì 18 ottobre 2023, 22:11

Ciao, ecco la mia classifica e i miei commenti. Premetto che è stato difficile classificare in ordine tutti i racconti perchè ognuno di voi mi ha trasmesso good vibes e diverse le avrei volute inserire come parimerito soprattutto in zona podio e tra le ultime ma, così funziona.

Classifica
1. È così che finisce, di Luca Fagiolo
2. La scommessa, di Dario Cinti
3. Povera Helly, di Gaia Peruzzo
4. Strada Statale 221, di Andrea Crevola
5. Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
6. Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
7. Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
8. La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
9. Hunters, di Filippo Rubulotta
10. Il mondo prima, di Antonio Boldri

Commenti in ordine di raggruppamento
È così che finisce, di Luca Fagiolo
Ciao Luca, tema ovviamente centratissimo. L’impatto ambientale che il genere umano ha sulla Terra è un tema che sento molto perciò il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo. Non ho molto da commentare perché il racconto si leggere davvero bene e le tue descrizioni mi hanno portato li in mezzo a quella discarica. Volevo chiederti più che altro una curiosità: perché i suoi piedi affondano nella plastica fusa? Grazie se avrai modo di rispondermi

Strada Statale 221, di Andrea Crevola
Ciao Andrea, ho trovato il tuo racconto scorrevolissimo e si legge bene senza problemi. Solo all’inizio, come ti hanno già commentato, nella prima frase una leggera confusione sul pdv ma poi diventa subito più nitido. La rappresentazione della scena di guida molto ben descritta: sono movimenti che facciamo automaticamente senza ormai farci caso (lavoro come corriere da amazon quindi guido tantissimo) e leggerli così ben descritti mi sono piaciuti. Sto odiando parecchio il tuo personaggio e va da sé che si riesce bene a empatizzare con Ilaria. Non ci vedo un lieto fine, anzi spero che Ilaria visto che si è salvata dall’incidente non veda mai più l’ormai ex marito. Buona Edition.

Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
Ciao Andrea, seconda Edition a cui partecipo e seconda volta che ti commento. Quindi mi soffermo anche leggermente a paragonare il vecchio e il nuovo racconto perché ho notato similitudini nei temi scelti.
Il racconto che ho appena letto scorre benissimo. La conversazione che hai descritto e che avviene via telefono con l’operatrice mi ha trasportato molto bene sul piano descrittivo.
Bello il dettaglio sule distanze che prende il signor Sperandio dal nazista di padova ;).
Purtroppo l’era digitale e la solitudine sono una combo micidiale per gli effetti devastanti che si hanno sulla salute mentale e sulla percezione che si ha del sentirsi gratificati per un like ricevuto.
Noto che il tema del ricevere feedback virtuali e del peso che li diamo ti sta a cuore, come nel racconto del mese scorso che avevo avuto l’occasione di leggere. Racconto leggero e piacevole la lettura. Alla prossima, non c’è due senza tre! Buona Edition.

La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
Ciao Marco, mi è piaciuta l’idea dei due terrapiattisti creduloni che si documentano su noncielodicono.it. Divertente la scena dei due alla ricerca dei confini del mondo. Mi torna che vengono rispediti a casa perché sono esausti e quando uno dei due si lascia andare alla frase “vorrei solo tornare a casa” il desiderio viene esaudito. Avrei trovato ancora più divertente se non fossero riusciti a scattare la foto da inviare sul groppo di amici, ci stava appropriata. Vorrei chiederti soltanto, il muro alto due metri lo attribuivi nel contesto del racconto come il vero confine del mondo? Grazie, alla prossima Edition.

Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, il testo scorre veloce e si legge bene. Forse anche in un altro racconto avevo letto della canzone dei Rem, non la conosco, dovrò ascoltarla.
Non ho da dire niente sul tuo racconto. Non ho trovato nessuna nota stonata. Eh si, le proprie scelte e i propri comportamenti possono ferire le persone a noi vicine e mentre facciamo del male non ce rendiamo conto delle conseguenze che possono esserci. Poi arriva tutto insieme, come una bella ciaffata in faccia del tuo personaggio e si annega, anzi, si galleggia da soli nella merda. Mi è piaciuto anche il finale: galleggerai qui ancora per un po', non annegherai, perché alla fine un’altra possibilità ci viene concessa. Grazie per la condivisione del tuo racconto, alla prossima lettura, buona edition.



La scommessa, di Dario Cinti
Ciao Dario. Mi è piaciuto il tuo racconto. Alcune parole che hai utilizzato sono simili a quelle che ho inserito anche io nel mio racconto. Anche a me piacciono nomi inventati per oggetti materiali futuristici. Bio-rinforzatori, narco-letto ecc. Prediligo anche io l’uso del trattino come e se leggerai il mio racconto anche se inizio però ad essere indeciso. Se vuoi ci confronteremo sul tema ;)
La scommessa di altre forme di vita sull’incredibile capacità umana di distruggere il pianeta è avvincente e mi è piaciuta.
L’unico dettaglio, perché sul resto non ho niente da dire, è l’utilizzo dei tre personaggi iniziali che poi non hanno alcun seguito nel resto del testo. Ci sta nella descrizione mostrare che il protagonista abbia una famiglia e quindi “umanizzare” forme di vita con sei braccia, però poi non è contestualizzata nel resto del testo. Se avesse fatto ritorno da loro nel finale lo avrei accolto di più. Ad esempio inizialmente accenni che se avesse vinto la scommessa il protagonista immagina prospettive di nuova vita con i figli, quindi ci stava un ritorno a casa con la delusione della perdita e di ritorno alla sua condizione familiare infelice.
E’ stata una bella lettura, grazie! Alla prossima, buona Edition.

Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario. Il tuo racconto mi ha divertito. Leggendo in qua e la negli altri gruppi mi sembra che non sei il solo ad aver interpretato il tema del giorno del giudizio dopo la morte.
Il racconto scorre veloce ed è piacevole. L’idea del numero come al supermercato in attesa del proprio turno mi è piaciuta, un po' fantozziana. Ti dico una cosa sola sul personaggio, cioè sulla sua personalità che non mi è tornata tanto. Inizialmente lo descrivi con un tremendo peso al cuore mentre attende il proprio turno al cospetto del gran tribunale. Quindi me lo immagino come ansioso e disperato, tant’è che prova a guardarsi intorno chiedendo il parere degli altri in coda. Poi improvvisamente cambia la sua ottica e perdendo la pazienza sdrammatizza la situazione urlando a tutti che quel che è fatto è fatto e si rassegna. Infatti poi il pulsante se lo preme per conto suo. Quindi ecco, l’unica cosa che non mi torna è questa. L’ho trovato un po' drastico questo cambio di personalità. L’inquisizione sui dieci comandamenti, leggera, scorrevole e diretta al finale. Bella lettura, alla prossima. Buona Edition

Povera Helly, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia. Uno dei racconti di questo gruppo che ho letto fino ad ora che mi ha emozionato di più. Si povera Helly decisamente. Una triste storia che mi ha trasmesso empatia verso la protagonista. Ho colto le vulnerabilità che hai descritto del personaggio. L’apparire sui social per mostrare di “stare bene”, le difficoltà della salute mentale, la fine di una cara amicizia, la violenza di genere. Hai toccato tanti temi. Ah e la difficoltà di utilizzare un bagno, non banale!
Il racconto mi è piaciuto, semplice ma tema interpretato bene per me. Ti dico dove ho trovato difficoltà nella lettura. Nella conversazione tra Helly e la mamma c’è un pensiero che fa la protagonista "È la guerra, mamma. Non il mio appartamento. Se solo prendessi le pastiglie…" . Così come quando osserva le due ragazzine che parlano della festa e lei pensa "Non dovrebbero stare fuori da sole." Sono riuscito a capirlo alla seconda lettura. Alla prima non mi era molto chiaro. Forse un altro tipo di inserimento aiuterebbe lo scorrimento, magari togliendo le virgolette ad inizio e fine frase, solo in corsivo. Penso avrebbe aiutato di più.
"È tardi, è davvero tardi. Non sarei dovuta uscire. E tutto per due foto da mettere su Facebook, e far vedere che il mio mondo non sta andando a-" Ah e anche qui.
E’ stato bello leggerti, buona Edition, alla prossima.

Il mondo prima, di Antonio Boldri
Ciao Antonio, ho letto il tuo racconto tra i primi del gruppo ma ho lasciato il commento per ultimo. Ho riletto due volte il racconto e c’è qualcosa che non mi arriva diretto. Ti spiego: all’inizio la descrizione di una sala di ospedale è descritta bene e infermieri e medici che si avvicinano alla voca narrante è chiara. Mi arriva anche che sia in uno stato di coma giusto? Ma potrei sbagliarmi. Poi a metà del racconto c’è “lei”, a cui non c’è alcun riferimento fino appunto alla metà del racconto. Poi è chiara la descrizione di un parto e di una nuova nascita. Mi arriva come se qualcosa ti fosse rimasto in canna. Però le descrizioni della sala di ospedale mi sono piaciute moltissimo, il bip del monitor interessante, soprattutto nel vederci una speranza di segnali vitali.
Grazie se riuscirai a rispondermi. buona Edition.

Hunters, di Filippo Rubulotta
Ciao Filippo, ho letto con piacere il tuo racconto. La descrizione della lotta tra il protagonista e il drago è avvincente e ho apprezzato come sei riuscito a coinvolgere la mia immaginazione di questa battaglia. Dialoghi del racconto non pesanti e scorrevoli.
Volevo poi farti delle domande su alcuni dettagli che ho compreso meno: gli Hunters sono supereroi oppure fanno parte di una “sfida”? I Red Hawks di Seattle sono altri sfidanti? Infatti parli di ranking. Comunque una sfida per combattere una minaccia reale nel contesto che hai raccontato.
Il racconto mi è piaciuto. Grazie se avrai tempo per rispondermi

srcm
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » sabato 21 ottobre 2023, 15:45

Ok, dovrei aver letto tutto. Prendendo a esempio la classifica fatta da Manuel qui sopra, riporterò i commenti fatti a ogni racconto letto.

CLASSIFICA:
1. La foto sul gruppo - Marco Travaglini
2. È così che finisce - Luca Fagiolo
3. La scommessa - Dario Cinti
4. Hunters - Filippo Rubulotta
5. Il tribunale delle anime - Mario Mazzafoglie
6. Strada statale 221 - Andrea Crevola
7. Centro assistenza - Andrea Spinelli
8. Diluvio universale - Bruce Lagogrigio
9. Povera Helly - Gaia Peruzzo
10. Il mondo prima - Antonio Boldri


LA FOTO SUL GRUPPO:

L'ho trovato molto ben scritto, simpatico e strutturato decisamente bene.
Commento quindi qui più che altro una fra le implicazioni politiche del racconto. Ho come la sensazione che la caratterizzazione dei personaggi complottisti riprenda per certi versi uno stereotipo molto diffuso negli ultimi anni che trovo però delle volte un po' semplicistico. Mi rendo conto che la loro caratterizzazione contribuisce allo sviluppo interno e a portare l'attenzione sul pensiero magico per cui alcune persone si ritrovano a convincersi di qualcosa di infondato per comodità, pigrizia o senso di comunità. Tuttavia ho come la sensazione che quello del terrapiattista come prototipo del complottista ingenuo sia un personaggio su cui si tende a calcare troppo, non tanto nei racconti quanto nella stampa mainstream. Nel senso: è molto facile per una persona mediamente acculturata identificare nel terrapiattista lo stereotipo della persona di poca cultura, più difficile è cogliere la mentalità complottista di cui noi stessi siamo intrisi quando troviamo spiegazioni semplici e "di comodo".
Il messaggio del racconto però ho la sensazione sia appunto questo: una critica della ricerca di spiegazioni di comodo, quindi probabilmente la caratterizzazione dei personaggi è in tutto e per tutto funzionale.
Del resto, se l'unica cosa che mi trovo a commentare è questa, come nel caso del racconto "E così che finisce", è certo perché il racconto in sé è riuscito nel suo lavoro di farmi interrogare su altro, al di fuori delle righe stesse del testo e a farmi mettere in dubbio le mie idee stesse sulla realtà che mi circonda.

È COSÌ CHE FINISCE:

L'incipit con citazione mi ha fatto pentire di non aver trovato il modo di citare Epocalisse di Caparezza nel mio racconto.("Questo secolo è la fine del mondo. La fine del mondo?"). Pazienza, almeno ho citato Gaia.
Quanto al racconto, a un primo impatto avevo avuto qualche dubbio sul fatto che si trattasse effettivamente di un racconto: mi era sembrato molto incentrato sulle riflessioni del protagonista, e non tanto sulla sua esperienza personale quanto sul nostro presente e sulle responsabilità umane e sulle conseguenze sull'ambiente che porteranno allo scenario dipinto nel racconto come pressoché inevitabile.
A una rilettura però, mi sono reso che questo racconto ha un pregio enorme che vorrei quanto possibile emulare: questa storia ha assolutamente chiaro al cento per cento cosa vuole dire e lo fa dall'inizio alla fine.
L'ascesa nei rifiuti del protagonista ha una concretezza davvero palpabile, il rapporto con la sigaretta persa in mezzo ai rifiuti come fosse caduta dentro al gabinetto di Trainspotting e i ricordi che il protagonista ha del padre fumatore compulsivo hanno risuonato col mio vissuto come in altri racconti di questa sezione (ma vi siete messi d'accordo? :'D) e mi hanno reso molto materiale il protagonista stesso e i suoi sensi di colpa, ma anche la realtà anticipata e mostrata solo nel finale, servono molto bene il messaggio che il racconto mi è sembrato voler trasmettere.
Poi possiamo dibattere se il messaggio sia funzionale: raccontarci che la fine è inevitabile ci deresponsabilizza, forse? Oppure: ragionare sulle colpe della specie umana (evidentissime), aiuta a produrre nel lettore la volontà di scuotersi dal fatalismo o rischia invece di creare la stessa reazione del protagonista quando getta l'involucro della sigaretta in mezzo ai rifiuti perché "Rifiuto più o rifiuto meno, ormai che differenza fa?"?
Ma appunto: questa storia fa discutere, fa venire dubbi, e mi ha fatto incazzare e sentire in colpa per il mio stesso fatalismo. Quindi ecco: il suo lavoro lo ha fatto, diavolo se lo ha fatto.

LA SCOMMESSA:
Questo racconto mi ha sorpreso in positivo. La prima breve scena mi sembrava un po' confusa e ho avuto qualche difficoltà a entrare nel testo: non ho capito subito chi fossero la moglie e i figli (non ricordo in effetti già più i nomi mentre sto commentando: da cellulare il racconto risulta non visibile mentre commento) e dove stesse avvenendo la scena. Dalla seconda scena invece cambia tutto: la situazione è familiare e evidente, e risulta immediatamente chiaro dove ci troviamo e perché. La creazione di una situazione fantascientifica su premesse familiari rende probabilmente più facile capire cosa stia avvenendo e inferire l'ambientazione senza necessità di particolari descrizioni.
Ho molto apprezzato la chiusura: la scommessa è affascinante, e c'è qualcosa di stranamente liberatorio nello scommettere sull'(auto)distruzione. Per ora è uno dei tre che ho preferito! Hai visto mai.


HUNTERS:
A una seconda lettura (forse ieri ero troppo stanco) questo racconto mi è piaciuto decisamente di più. Ho come l'impressione che riesca a condensare in pochissimo spazio un wordbuilding molto interessante: viene forse solo accennato ma è davvero accattivante. Questa idea di una sovrapposizione tra fantastico e fantascientifico in quello che sembra essere il mondo reale (e che porta a una guerra tra i due, mi sembra di intuire) mi ha incuriosito particolarmente. Unico limite, probabilmente dovuto alla necessità di condensare il tutto, è la poca empatia che mi sono ritrovato a provare nei confronti del protagonista, che non risulta una persona il cui punto di vista sia particolarmente connotato. Credo ci fosse l'intenzione di rifarsi a un immaginario e a situazioni tipiche da videogioco: la prima immagine che mi è venuta in mente è stata il vecchio trailer di Cyberpunk 2077 ("Wake the f**k up Samurai, we've got a city to burn"), ma immagino siano migliaia nel mondo del gaming le situazioni in cui un personaggio si risveglia e gli viene spiegata in poche battute la situazioni da cui sfuggire. Tuttavia ho come la sensazione che nel medium scritto il formato del protagonista vuoto in cui il giocatore riesce a immedesimarsi a prescindere funzioni meno che in un gioco. Gran bel racconto, ad ogni modo, penso di aver solo da imparare da questa capacità di sintesi.

IL TRIBUNALE DELLE ANIME:
Nonostante quanto ho letto sopra, io la divisione in due parti non l'ho percepita: trovo assolutamente sensato che una persona si senta accapponare la pelle prima di un esame ma poi decida di mandare tutto a carte quarantotto per un improvviso impulso di autodistruzione liberatorio. Del tipo: tanto sto andando male, andiamo male fino in fondo e chiudiamo col botto.
Quanto a immaginario, probabilmente avrai riferimenti differenti ma mi è venuto spontaneo immaginare la scena in un'ambientazione alla Dragonball (ma anche un po' alla Dylan Dog), mescolandola però a un giudizio da tribunale alla De' André (soprattutto mi sono ritrovato a pensare al dialogo tra giudice e imputato nella canzone "Sogno numero 2" tratta da Storia di un impiegato). Credo tu sia riuscito a mettere in parole molto meglio di me le sensazioni e soprattutto l'idea che mi sarebbe piaciuto trasmettere, ovvero il fatto che l'umanità sia tutto sommato attratta in qualche modo dalla fine: autodistruzione liberatoria, appunto.
Un gran bel racconto che mi ha pure strappato una genuina risata spontanea. Spero di leggere altro di tuo!

STRADA STATALE 221
Devo dire che a livello empatico, forse per questioni di vissuto, l'ho trovato davvero centrato e coinvolgente. È stato interessante seguire entrambi i personaggi, non essere d'accordo con le loro scelte e incazzarmi con loro come se fossero i miei genitori. Unica cosa che mi ha buttato un attimo fuori dalla storia per un secondo è stata la scena in cui lei si sta spostando sul sedile di dietro e lui la sposta spingendole la pancia. Mi è sembrata un'azione strana e non ho capito se volesse avere un connotato simbolico oppure fosse per caso un riferimento al fatto che lei potesse essere in attesa di un altro figlio. Ad ogni modo il racconto è davvero molto interessante. Non sono in grado di anticipare nulla non avendo letto molti altri racconti sul gruppo ma posso dire che senza dubbio l'ho sentito.


CENTRO ASSISTENZA
Credo di essermi sentito varie volte come il signor Sperandio. Questo racconto mi ha coinvolto poco alla volta e non son sicuro di sapermi spiegare bene perché. Ci provo: qualcosa nel modo in cui sono scritte le prime righe mi suonava semplice e ingenuo, ma mano a mano mi sono reso conto che era uno stratagemma per segnalare l'ingenuità del personaggio, col quale mi era ormai diventato spontaneo empatizzare. Giovanni Sperandio potrebbe essere un padre sessantenne con i suoi stati Whatsapp sul cibo che mangia che tiene il conto delle persone che hanno visualizzato o un aspirante scrittore in attesa di feedback che continuano a compulsare la cartella spam.

DILUVIO UNIVERSALE
L'ho trovato molto divertente e a anche contenutisticamente interessante. Forse un po' esagerato nel modo in cui dipinge il protagonista come uno stronzo irrimediabile senza mezzo lato positivo, tuttavia l'effetto comico ne è risultato potenziato. Credo che questa immagine degli stronzi che galleggiano in uno scenario da fine del mondo alla Lost (un po' onirico, un po' infernale, un po' reale, concreto e moralmente doloroso) me la porterò dietro per un po'.

POVERA HELLY
Questo racconto ha un tipo di scrittura che riesce a farti sentire molto bene tutto ciò che accade alla protagonista, sia in termini di eventi fisici che di angosce esistenziali. Ho percepito però un po' di sconnessione tra le varie micro-scene che lo compongono. Penso sia una scelta intenzionale volta a creare una dinamica da horror in cui i protagonisti non capiscono cosa accade, però arrivato alla fine ho percepito forse un'eccessiva casualità nel collegare gli eventi. La persona che le ha passato il volantino è la stessa persona che poi l'ha violentata? Cos'è questo posto di cui tutti parlano? Mi ha messo molta curiosità nello sviluppo, ma arrivato sul finale mi sono sentito un po' deluso di non saperne effettivamente di più. Sul merito dei fatti non entro: ogni volta che leggo storie su vicende di questo tipo dal punto di vista femminile percepisco più disagio di quanto ne percepirò mai in tutta la mia vita, probabilmente, ma questo è un altro discorso.

IL MONDO PRIMA:
Mi unisco purtroppo alle persone che non hanno troppo capito quale fosse il punto di vista e cosa stesse succedendo con precisione. Sono riuscito a ricostruirlo solo dai commenti.
Ci sono dei punti positivi comunque: a livello di atmosfera e preparazione della scena secondo me hai creato qualcosa di interessante e immediatamente riconoscibile: la stanza d'ospedale, i suoni, i colori dei camici, sono situazioni familiari che creano una scena in testa che siamo abituati a conoscere. Il sovvertimento del punto di vista ci può stare ma forse basterebbe che avvenisse una singola volta, in una fase più inziale, così da ribaltare l'aspettativa con un primo shock immediato e poi proseguire in maniera più chiara.
Credo che sia un errore che ho fatto anch'io comunque: non avendo le idee chiare su come io volevo percepire la scena ho mantenuto possibili e "simultaneamente vere" varie ipotesi narrative. Credo che sia qualcosa che per come scrivo io (poi magari per te funziona diversamente) succede abbastanza spesso in prima scrittura. Solo in un secondo momento (rieditando il racconto ) riesco davvero a scremare e scegliere tra i vari scenari (o punti di vista) che ho mantenuto possibili fino a quel momento. Spero di essermi spiegato bene perché sto sostanzialmente ragionando ad alta voce mentre scrivo. Spero che questo ragionamento un po' autorefererenziale possa in qualche modo servirti da consiglio.

[Chiedo scusa per i commenti un po' prolissi: devo imparare a far meglio anche questo, temo :'D]
Ultima modifica di srcm il lunedì 23 ottobre 2023, 20:58, modificato 1 volta in totale.

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Signor_Darcy
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » domenica 22 ottobre 2023, 17:44

Di questi dieci racconti, voglio premettere, non ne ho trovati di facilmente piazzabili ai due estremi della classifica. Quello che ho premiato col punteggio massimo (che poi è il minimo) lo premio più d'impulso per come mi ha lasciato dopo la lettura che per una perfezione tecnica; così come quello che ho posto in fondo ha delle buone trovate. Insomma: un girone equilibrato, con dieci racconti più che discreti non facili da classificare – ragion per la quale ho fatto scelte forse un po' strane ai miei stessi occhi.
Il tema non era facile, per inciso: io stesso ci sono caduto con un piede e mezzo.
Detto questo,

1. Povera Helly, Peruzzo
2. È così che finisce, Fagiolo
3. Strada statale 221, Crevola
4. Centro assistenza, Spinelli
5. La scommessa, Cinti
6. Diluvio universale, Lagogrigio
7. Il tribunale delle anime, Mazzafoglie
8. Hunters, Rubulotta
9. Il mondo prima, Boldri
10. La foto sul gruppo, Travaglini


Povera Helly
di Gaia Peruzzo

► Mostra testo



È così che finisce
di Luca Fagiolo

► Mostra testo



Strada statale 221
di Andrea Crevola

► Mostra testo



Centro assistenza
di Andrea Spinelli

► Mostra testo



La scommessa
di Dario Cinti

► Mostra testo



Diluvio universale
di Bruce Lagogrigio

► Mostra testo



Il tribunale delle anime
di Mario Mazzafoglie

► Mostra testo



Hunters
di Filippo Rubulotta

► Mostra testo



Il mondo prima
di Antonio Boldri

► Mostra testo



La foto sul gruppo
di Marco Travaglini

► Mostra testo

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gcdaddabbo
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 23 ottobre 2023, 18:28

Dieci racconti sono tanti da leggere, commentare, valutare; ti si aprono altrettanti mondi interpretativi. Mi piacerebbe che tutti rispondessero ai commenti per fornire ulteriori elementi di comprensione e di dialogo. Credo che, oltre al lavoro di crescita nella scrittura, Minuti Contati costruisca una piccola comunità che si confronta e parla. Anche quando non ci si conosce personalmente, credo si finisca per stimarsi e affezionarsi tutti per cui la doverosa classifica risulta sempre più sofferta.
Questa la mia:
1. Strada Statale 221, di Andrea Crevola
2. È così che finisce, di Luca Fagiolo
3. Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
4. Hunters, di Filippo Rubulotta
5. Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
6. La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
7. Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
8. Povera Helly, di Gaia Peruzzo
9. La scommessa, di Dario Cinti
10. Il mondo prima, di Antonio Boldri

e i commenti

È così che finisce, di Luca Fagiolo
Salve, Luca! Piacere di rileggerti e complimenti per il recente brillante successo! Il tema è indubbiamente centrato e la storia si legge facilmente, ma questa volta mi convince meno. C’è padronanza dello stile narrativo e dell’uso dei caratteri, manca il dialogo. Il protagonista è solo col ricordo del padre e questo è l’unico aspetto per il quale mi risulta simpatico. D’accordo sull’abbandono della bombola di ossigeno e sulla sigaretta. Non capisco la scalata della montagna di rifiuti alla ricerca di un panorama che non può non sapere essere squallido. Forse se anche qui avessi cercato di guardare le stelle. Avresti evitato il fastidio del sole che ustiona il cranio in bolle sfrigolanti. (Non poteva mettersi un cappellino?) “Strade battute da venti tossici che corrodono il metallo dei cartelli e corpi martoriati che si sciolgono come copertoni in un forno crematorio”: li avrei visti meglio nell’Ultimo degli Zombi.

Strada Statale 221, di Andrea Crevola
Ciao, Andrea! Ben ritrovato! Complimenti ancora! Questa, per me, è anche migliore della precedente. Riesci a creare un’atmosfera realistica e credibile. Non mi sento di farti alcuna osservazione, ma ti assicuro che te ne farei volentieri. Mi sembra di conoscerla Ilaria. Ti assicuro che non l’ho mai vista e quindi non l’ho sfiorata nemmeno. Michele vi aspetta. Potrete festeggiare insieme il risultato brillante di questa Edition. Cannoletta ti aspetta.

Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
Caro, Andrea! Ne ho letto tanti di tuoi racconti e dovrei ormai conoscerti, ma riesci a sorprendermi sempre, quasi mai in positivo. Ricordo le tue stragi di donne. Questa volta ce l’hai con la fine del mondo. Con un like si risolve. Mi dispiace. I post non li guardo quasi mai. Non parliamo dei cuoricini. Qualche volta mia moglie prendo il mio cellulare e li mette al posto mio. Dice che sono un orso. La tua storia è simpatica. Scritta bene come sempre. C’è anche un po’ di ironia. Per il tema: non credo basti accendere e spegnere. Doveva suicidarsi almeno. Simpaticamente.

La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
Salve, Marco! Ricordavo che avevi partecipato alla precedente Edition e, dopo aver letto questo, ho scorso rapidamente “Yuki”. “La foto sul gruppo” mi ha lasciato perplesso. Ti piacciono le strade poco battute. Sei finito tra i terrapiattisti. Fin qui non ci sono problemi. La storia però non mi ha preso e non ho capito nemmeno come è finita. Francamente, quando hai parlato del muro, ho pensato che provassero a scavalcarlo e finissero giù. Mi sarebbe piaciuto di più. Scomodare il genio della lampada per un selfie ai confini del mondo mi è sembrato uno spreco assoluto. Se ti può consolare, mi è comunque piaciuto più di “Yuki”. Forse è solo questione di tempo. .

Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, piacere di rileggerti! Della storia mi è piaciuta tanto la battuta finale. Anche questa volta sono perplesso. Ho letto il racconto con curiosità per capire dove cavolo volessi andare a parare. Una fine del mondo con uno tsunami che sembra abbia risucchiato in mare solo il protagonista e che somiglia tanto ad un’idea pubblicitaria dell’Iphone è alquanto strampalata. Poi sembra che tutti siano finiti in fondo al mare ma continuano a rispondere al telefono che evidentemente è gestito dalla compagnia Buon Dio Universal. Un dubbio. Il tema volevi centrarlo con la musichetta del telefonino? La battuta finale inattesa mi ha fatto ridere ed in questo mondo impazzito è comunque gran cosa.

La scommessa, di Dario Cinti
Ciao, Dario! Piacere di rileggerti!
Hai scommesso sulla fine della Terra ed hai perso. Non sei un terrestre. Hai anche la pinna nasale. Dimmi Zebina ha anche lei la sua bella pinna nasale e Kemir e Kemira?
Il tema è indubbiamente centrato magari lanciando la freccetta sulla parte posteriore del bersaglio. Si fa fatica a seguire questo racconto senza un vocabolario dei neologismi allegato. Google mi dice che oloparete corrisponde ad un metodo naturale per togliere l’olio dalla parete.
Immagino sia la fusione tra le parole parete ed ologramma. Ho rinunciato a cercare le altre parole che non conoscevo.
Un mondo fantastico, forse un po’ troppo. Mi è piaciuta la parte sui rapporti famigliari. Non so come valuterò il racconto. Anche questa mi sembra una scommessa. Speriamo vada meglio!

Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
Ciao, Mario! Piacere di rileggerti! Inutile dire che leggo i tuoi racconti sempre molto volentieri! Questo lo avrei intitolato “Giudizio universale”.
Sembra vederla quella piazza gremita di corpi nudi (e non di anime?). Mi sorprende che Mimmo non ne adocchi neanche uno veramente attraente. Mi sarebbe piaciuto che ce lo descrivessi. Ti avrei dato un punto in più.
Sono in parte d’accordo con Manuel. Il cambiamento dell’atteggiamento a metà della storia è brusco. Io l’ho giustificato con un comportamento da attore quando sale sul palcoscenico e diventa protagonista. Avrei evitato invece la stretta di mano finale. Non credo proprio che il giudice gliela consentirebbe.
Concludendo per me: luce verde.

Povera Helly, di Gaia Peruzzo
Ciao, Gaia! Piacere di leggerti. Esordire su Minuti Contati seduta sulla tazza del wc, dimostra un bel po’ di coraggio. Non credere però che per un uomo la cosa risulti sempre comoda, soprattutto se deve evitare di bagnarla quella tavoletta. Insomma, dopo la prima scena, prevedevo qualcosa di interessante.
Mi sono ritrovato poi con un foglio vicino a pormi domande e cercare risposte. Perché Helly è in quel locale? Perché usa le Mary Jean borgogna? Perché odia il Comic Sans? Perché, invece di allungare il collo, non chiede alla ragazza? Chi è Amy? Le allucinazioni le ha solo la madre e la guerra è reale? Il mostro con i tentacoli è un mostro attirato dal puzzo del fritto di cipolla?
Mi dispiace per Helen ed anche per te Gaia, ma io, con tutte queste domande nella testa, tutto questo pathos non l’ho percepito.
Mi sento disorientato. Devo aver sbagliato il senso delle cose. Il piacere della lettura affoga in un mare di dubbi. Spero di rileggerti presto con una storia per me più comprensibile. Buona gara!

Il mondo prima, di Antonio Boldri
Ciao, Antonio. Piacere di leggerti! Devo confessarti che del tuo racconto non ho capito nulla. Ho pensato dapprima che si trattasse di un’esercitazione per lo studio degli aggettivi qualificativi. L’Enea nell’ultima riga che si riferisse alla caduta di Troia. Solo dopo la tua risposta al primo commento è apparso un timido raggio di sole. Il tema è la fine del mondo, è normale che non si pensi alla nascita di un bambino.
Spero di rileggerti presto con una storia per me più comprensibile. Buona gara!

Hunters, di Filippo Rubulotta
Salve, Filippo! Piacere di leggerti! Il tema è certamente centrato. Il tuo racconto non sarà filosofico né profondo, ma si legge facilmente come un fumetto. La storia è chiara e si sviluppa come in un telefilm. Sembra di vederli i tuoi lucertoloni uscire dai portali come in Avengers: Infinity War. Andrebbe meglio curato lo stile, ma gli intoppi non disturbano troppo. Siamo a Minuti Contati ed il tempo è tiranno.
Spero di rileggerti presto con una altra storia altrettanto piacevole. Buona gara!

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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 23 ottobre 2023, 19:55

Quattro classifiche ricevute, ne dovete ricevere altre cinque oltre a quella de IL GLADIATORE. Occhio che la classifica di SRCM non può ancora essere considerata valida in quanto manca il commento di un racconto.

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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 23 ottobre 2023, 23:35

Complimenti a tutti per l'alta qualità dei racconti, questa volta stilare la classifica è stato più difficile del solito.

1) Strada Statale 221 di Andrea Crevola
2) La foto sul gruppo di Marco Travaglini
3) Centro Assistenza di Andrea Spinelli
4) È così che finisce di Luca Fagiolo
5) La scommessa di Dario Cinti
6) Diluvio Universale di Bruce Lagogrigio
7) Il tribunale delle anime di Mario Mazzafoglie
8) Povera Helly di Gaia Peruzzo
9) Hunters Di Filippo Rubulotta
10) Il mondo prima di Antonio Boldri


È così che finisce di Luca Fagiolo
Ciao Luca e piacere di averti riletto, del tuo racconto ho adorato le scene descrittive, secondo me molto azzeccate, poi però sono un po' uscita dalla storia al punto "sermone" che pure credo ci stia, solo che secondo me sarebbe stato più azzeccato con un punto di vista più coinvolto emotivamente, ad esempio, con della rabbia di fondo, vista la situazione.
Bello anche il finale che ci mostra una scena apocalittica e senza speranza.
Mi sarebbe piaciuta una complicazione data dalla sigaretta, vista che l'avevi messa in ballo, oltre al punto di contatto con il padre morto, apenso potresti aggiungere lo stesso qualcosa, ad esempio, uno scoppio alla sua accensione o un qualsiasi disastro collegato a quell'oggetto anche lui inquinante.
Comunque, per me una buonissima prova.
Alla prossima e buona edition!

Strada Statale 221 di Andrea Crevola
Ciao Andrea e piacere di averti letto, la tua è una storia che mi è entrata nel cuore, di quelle storie che fanno passare in secondo piano eventuali errori che possono capitare in una occasione di scrittura così veloce come quella di Minuti Contati, errori che comunque non ho trovato. Per me l'inizio funziona, io ho visto Ilaria e questa visuale si è concretizzata subito attraverso il punto di vista del protagonista.
Anche il finale che dà spazio a interpretazioni mi è piaciuto molto.
Bravo.

Centro Assistenza di Andrea Spinelli
Ciao Andrea e piacere di averti letto, anche io ho apprezzato il tuo racconto e mi sono divertita molto, soprattutto il dialogo con la centralinista. Al rutto ho capito il tono della storia e mi sono lasciata portare dalla simpatia del personaggio.
Per me una storia godibile e scritta bene con una declinazione del tema in vena umoristica. Direi un racconto da podio, anche se devo leggerne ancora due.
Alla prossima e buona edition!

La foto sul gruppo di Marco Travaglini
Ciao Marco, simpaticissima la tua storia, ammetto che alla prima lettura non avevo colto la richiesta del secondo desiderio, ma appena Manuel lo ha fatto notare tutto è andato a posto e ho apprezzato l'idea originale.
Riguardo lo stile, penso che potresti migliorarlo un po'. Ad esempio: Cercò di sorridere nel modo più disinvolto possibile, come sapeva fare Carlo, mentre il suo amico scattava il selfie celebrativo.
Quel: come sapeva fare Carlo risulta un po' strano e distrae dal fatto che si stanno facendo un selfie, potresti dire: Cercò di sorridere accanto all'amico più disinvolto di lui davanti a un selfie. (l'esempio non è il massimo, ma è per darti l'idea)
Ma son dettagli. Per me una buonissima prova!

Diluvio Universale di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce e piacere di averti letto, un racconto simpatico, scitto bene, che inizia bene, ci mostri questo mare infinito dove il protagonista si ritrova e non sa come salvarsi. Carina l'idea del telefono, mi sono divertita a leggere i dialoghi, anche se non mi è chiaro come possano rispondere delle persone che sono morte.
Il tema è centrato.
Sono un po' combattuta su dove metterti in classifica a causa della sospensione dell'incredulità che in alcuni punti non riesco a mantenere.
P.S. Alleggerirei alcune frasi togliendo cose superflue tipo tutti quei mi all'inizio e aggettivi e avverbi vari.
Per esempio: L’onda che mi colpisce in piena faccia mi strappa dal sonno. Sputo. La bocca è amara. Apro gli occhi. Bruciano. Bruciano esattamente come le ferite alle braccia e alle gambe. Il dolore immenso mi fa allertare tutti i sensi. Sono aggrappato in qualche modo a una staccionata di legno ridotta a brandelli e sto… galleggiando in mezzo al mare!
Comunque, una buona prova.
Alla prossima e buona Edition.

La scommessa di Dario Cinti
Ciao Dario, bello il tuo racconto, mi è piaciuto molto. È simpatico e ricco di descrizioni che ci mostrano un mondo fantascientifico raccontato con padronanza e fantasia lessicale. Si capisce che desideri e comportamenti degli alieni sono gli stessi degli umani. Mi è piaciuto anche come hai declinato il tema, con la scommessa sulla fine di un mondo che nonostante tutto ancora sopravvive.
Bravo.
Alla prossima e buona Edition!

Il tribunale delle anime di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario, hai scritto un racconto che sul finale è molto piacevole e funziona bene, soprattutto nella parte dove ci sono i dialoghi. Come chi è arrivato prima di me anche io ho notato che ci sono due parti e due toni diversi.
Forse ci hai messo un po' a ingranare ma poi la tua vena simpatica ha avuto il sopravvento.
Belle le descrizioni dell'ambiente.
Per me una prova buona con una simpatica vena umoristica.
Saluti e buona edition!

Povera Helly di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia, benvenuta nell'arena e devo dire che è stato un piacere leggerti, mi è piaciuto molto l'art attack di carta igenica :D.
Ho trovato il racconto interessante e ben scritto, oltre che simpatico. Anche io ho identificato situazioni che sembrano importanti inizi e che avrebbero potuto portare avanti la narrazione ma che alla fine risultano pezzi un po' troppo casuali.
Comunque una prova molto buona.
Buona edition e alla prossima!

Hunters Di Filippo Rubulotta
Ciao Filippo, anche a me sono piaciute le scene d'azione, però avrei delle perplessità. Ho faticato a capire cosa stesse succedendo, ad esempio, quando scrivi: Ti hanno portato qua, al Britannico, dopo che hai provato a fermare anche tu quella cosa. Sei uno dei poco usciti, per quanto hai fatto pochi passi prima di svenire.
Cos'è quella cosa? Usciti da dove? Se fossero usciti da un portale come farebbe lei a sapere che ce n'erano altri che non sono riusciti a uscire?
Ho capito un po' tardi che il punto di vista è in prima persona, abbastanza da farmi prima un'idea sbagliata che ho dovuto correggere (cosa non ottimale) avrebbe aiutato un: Mi sorride, prima dello stiracchio.
Capisco lo sforzo di evitare lo spiegone, ma qui si finisce per ottenere l'effetto contrario, cioè a non avere abbastanza informazioni per immaginare un minimo di scena e di contesto.
Al punto: Guardo Maria, sarebbe stato più chiaro un: Chiedo a Maria. Altrimenti non si capisce chi poi parla, se il portatore di punto di vista o Maria.

Comunque una buona prova.
Spero di rileggerti e buona Edition!

Il mondo prima di Antonio Boldri
Ciao Antonio, ho apprezzato il tuo impegno stilistico che però mi è sembrato poco centrato e non ancora maturo, ma spero di leggerti ancora perché penso che tu abbia delle possibilità.
Riguardo il racconto, non sono riuscita a figurarmi un minimo di storia sufficiente per seguire il susseguirsi degli eventi appassionandomi ad essi.
Il mio consiglio è di non omettere informazioni importanti alla storia, cosa che in questo caso secondo me si nota, (se il punto di vista è in prima persona sul bambino che sta per nascere, come fa a pensare avventizio, come fa lui a sapere cosa succederà?) e il lettore invece di farsi domande del tipo: ma che situazione interessante! Chissà cosa succederà?
Pensa (almeno nel mio caso): Ma cosa sta succedendo? Non capisco cosa sta dicendo, dove vuole arrivare. E anche: perché sta usando questo curioso registro linguistico?
Dopo la tua spiegazione ti direi che sarebbe stato meglio chiarire che il bimbo che doveva nascere, portatore di punto di vista, stava in posto (dentro l'utero, ok ci sono delle descrizioni che potrebbero starci), ma, ad esempio, non poteva sapere alcune cose, tipo vedere il monitor o sapere cosa fosse. All'inizio sembra dentro l'utero, ma poi sembra essere fuori, però prima delle urla e questo mi ha confuso anche in seconda lettura.

Insomma, ci vedo l'impegno, ma anche diverse possibilità di miglioramento.
Spero alla prossima e buona Edition.

srcm
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 24 ottobre 2023, 7:11

Ho provveduto ad aggiungere il racconto di Cinti che mi mancava. Ora dovrebbe essere ok. Grazie e buona lettura!

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SarahSante
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 24 ottobre 2023, 22:00

È stata una classifica molto difficile da stilare perché, al netto di tutti gli aspetti, ci sono racconti che avrei messo a pari merito. E anche sul podio ho fatto fatica a decidere quali racconti mettere. I commenti sono in ordine sparso

1) La scommessa, di Dario Cinti
2) È così che finisce, di Luca Fagiolo
3) Povera Helly, di Gaia Peruzzo
4) Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
5) Strada Statale 221, di Andrea Crevola
6) Hunters, di Filippo Rubulotta
7) Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
8) Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
9) La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
10) Il mondo prima, di Antonio Boldri

È così che finisce, di Luca Fagiolo
Ciao Luca,
bello il tema, scrittura ottima come sempre. Quale futuro aspetta la terra e gli esseri umani che la abitano se andiamo avanti così? Condivido il pessimismo dell'approccio visto che nulla si fa veramente per evitare il declino e magari un racconto così può contribuire a un aumento della consapevolezza. Anche io ho sentito la mancanza di una vicenda più raccontata su come il protagonista è arrivato a questo momento. Bella l'idea della presenza del padre attraverso il pacchetto di sigarette stropicciato e lui che fuma prima di disfarsi del tutto e vedere quanto male è conciato il mondo.

Strada Statale 221, di Andrea Crevola
Ciao Andrea,
ho apprezzato questo racconto di coppia bollita appena uscita da una seduta di terapia di coppia. Rendi bene la rabbia che ancora non hanno finito di esprimere in particolare quella di Ilaria, che scatta al tocco della coscia perché non sono più la coppia che erano prima e non c'è più spazio per certi gesti. Mi è piaciuto anche l'appellativo puffo quattrocchi, che rende bene la saccenza del protagonista. E trovo anche che nel racconto ci stia bene l'incidente perché quando la temperatura emotiva è alta c'è effettivamente il rischio di gesti stupidi. Ah, anche io mi sono chiesta cosa intendessi alla fine del racconto con il riferimento ad un mondo che è appena ricominciato.

La scommessa, di Dario Cinti
Ciao Dario,
il tuo racconto mi è proprio piaciuto. Originale e divertente, declina il tema in modo molto particolare. Alla prima lettura non avevo colto la presenza dei familiari di cui mi sono accorta dai commenti e devo dire che anche secondo me non aggiungono granché al racconto. Tutti i marchingegni alieni li ho trovati simpatici così come le caratteristiche fisiche (come la pinna nasale che spunta dal visore o i succhi gastrici che infiammano il collo). Bella prova

Hunters, di Filippo Rubulotta
Ciao Filippo,
anche io ho apprezzato il tuo racconto dopo averlo letto la seconda volta perché alla prima mi era risultato poco chiaro. Trovo che in uno spazio piuttosto ristretto sei riuscito a descrivere un mondo narrativo ben costruito e interessante: lui si definisce mago, ma l'ambiente sembra più da fantascienza. Un connubio originale. Anche io ho sentito poco il pathos della scena, ma l'azione è costruita bene quindi secondo me è una buona prova.

Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
Ciao Andrea,
il tuo racconto mi ha proprio divertito. Ho trovato il protagonista ossessionato dai like e in crisi per la loro mancanza molto attuale e reso bene. Anche nello studio che fa di come preparare un post particolarmente accattivante: il cane, non ti dimenticherò mai, amore mio... mancava l'immagine di un bambino e sarebbe stato un post super acchiappa like. E invece niente. Ecco, trovo che rendi bene, pur nell'ironia del racconto, lo smarrimento drammatico del protagonista che riconosce il suo valore solo attraverso i like che riceve e con questo il disagio di un'epoca. Bello

La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
Ciao Marco,
il tuo racconto è originale e ci sono delle cose che ho trovato molto simpatiche come il riferimento al sito noncielodicono o il fatto che i protagonisti siano terrapiattisti in cerca di prove da mostrare al mondo. Anche la necessità per i due di fare selfie da postare per documentare l'esperienza ci sta. Mi ha convinto meno il genio, perché è un elemento magico che secondo me stona con il resto del racconto. Fosse stato un finto genio scalcinato che li metteva su un aereo scassato per mandarli in Antartide ad esempio sarebbe stato più coerente con la credulità dei personaggi, che invece sul genio (vero) ci hanno azzeccato. Carina l'idea del muro che lascia il dubbio su cosa ci sia dietro (la fine del mondo o no?)

Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
racconto simpatico specie nella seconda parte che ha anche più ritmo rispetto alla prima un po' appesantita da troppe spiegazioni per chiarire il contesto. Anche io non avevo capito bene la situazione, intendo se lui fosse morto, come facessero a chiamarlo al cellulare ecc poi la telefonata del padre morto e l'arrivo di Gaia dal cielo mi hanno aiutato a capire. Come ti dicevo mi è piaciuta maggiormente la seconda parte del racconto in cui la narrazione prende un bello slancio. Ho trovato divertenti i dialoghi e ironica la tua declinazione del tema proposto. La battura finale conclude bene la storia.

La scommessa, di Dario Cinti
Ciao Dario,
il tuo racconto mi è proprio piaciuto. Originale e divertente, declina il tema in modo molto particolare. Alla prima lettura non avevo colto la presenza dei familiari di cui mi sono accorta dai commenti e devo dire che anche secondo me non aggiungono granché al racconto. Tutti i marchingegni alieni li ho trovati simpatici così come le caratteristiche fisiche (come la pinna nasale che spunta dal visore o i succhi gastrici che infiammano il collo). Bella prova

Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
Ciao Mario,
come altri prima di me, ho trovato il racconto differente nella prima e nella seconda parte e ho apprezzato particolarmente la seconda parte. Molto divertente il giudice che pronuncia i comandamenti uno per uno con il protagonista che risponde a tono (sul comandamento "non uccidere", la risposta "solo zanzare. D'estate", che dire... Top). Più pesante la prima parte ed è un peccato perché se avesse avuto la stessa scorrevolezza e ironia della seconda parte ne sarebbe risultato un racconto ancora più riuscito.

Povera Helly, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia,
hai scritto un bel racconto che porta in una sequenza di fatti fino al tragico finale. Al netto di quello che ti hanno già detto sui pensieri con il corsivo, virgolette ecc (anche io ho fatto fatica in certi passaggi) ho trovato scorrevole il testo e ben costruito. Hai messo effettivamente tanti particolari o personaggi che parevano aprire scenari che poi non hanno avuto seguito e da questo punto di vista secondo me ti sarebbe bastato anche meno per creare il pathos con cui arrivi al mostro tentacolare del vicolo (bella immagine per l'aspirante stupratore che aspetta la protagonista nel buio). Bella prova

Il mondo prima, di Antonio Boldri
Ciao Antonio,
il tuo racconto mi ricorda uno dei primi che ho scritto in questa arena in cui raccontavo con un certo impatto emotivo un fatto (che si rifaceva a un qualcosa che mi era accaduto realmente) senza prestare abbastanza attenzione all'impianto narrativo della storia, cosa che a suo tempo mi fu infatti rimproverata.
La tua scrittura è ricca, anche troppo e a volte il gusto per la bella parola sembra prevalere sulla narrazione. Sull'uso di tanti aggettivi mi hai fatto ricordare l'insegnante di un corso che ammonendoci sull'uso di troppi aggettivi ci diede la seguente formula: aggettivi=sostantivi -20%. Vedo comunque potenzialità nella tua scrittura, si tratta solo di farle crescere

Hunters, di Filippo Rubulotta
Ciao Filippo,
anche io ho apprezzato il tuo racconto dopo averlo letto la seconda volta perché alla prima mi era risultato poco chiaro. Trovo che in uno spazio piuttosto ristretto sei riuscito a descrivere un mondo narrativo ben costruito e interessante: lui si definisce mago, ma l'ambiente sembra più da fantascienza. Un connubio originale. Anche io ho sentito poco il pathos della scena, ma l'azione è costruita bene quindi secondo me è una buona prova.

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Luca Moggia
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 25 ottobre 2023, 23:42

Ciao a tutti,

ho cercato di analizzare ogni brano dal punto di vista della chiarezza delle immagini, della coerenza con il tema, del coinvolgimento emotivo e dello stile di scrittura ricorrendo alla discriminante tempo solo nei casi di pareggio diversamente irrisolvibili.

Tengo a precisare che non sono un editor né uno scrittore professionista e nemmeno un esperto di narratologia ma un lettore, chiamato a dare un giudizio su una storia. Di conseguenza i commenti rappresentano (spero) spunti di riflessione, non pareri tecnici, e la classifica finale è sicuramente orientata anche dai miei gusti personali.

Finito lo spiegone, ecco la classifica con zone di pari merito molto ampie nella seconda metà:

1. La scommessa, di Dario Cinti
2. Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
3. È così che finisce, di Luca Fagiolo
4. Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
5. Povera Helly, di Gaia Peruzzo
6. La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
7. Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
8. Strada Statale 221, di Andrea Crevola
9. Il mondo prima, di Antonio Boldri
10. Hunters, di Filippo Rubulotta

1 - La scommessa, di Dario Cinti

Ciao Dario,

il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Hai centrato il tema declinandolo in modo originale. Sul momento pensavo ad una sorta di ambientazione cyberpunk sulla Terra mentre invece, al punto giusto, riveli che si tratta di un popolo alieno.
Gestito bene anche il punto di vista, facendo muovere il personaggio in un contesto a lui familiare e riuscendo a darmi informazioni sufficienti per immaginare il mondo che hai costruito.
Il protagonista è ben caratterizzato grazie a un pensato coerente che mira sempre a sottolineare la sua avidità, vanità e arroganza.
Ma il vero pezzo forte è l’idea di fondo. Alieni che scommettono su quando si estinguerà questa razza umana incosciente, ma coriacea. Davvero originale, mi è piaciuta!
Unico dubbio che mi viene riguarda l’artificio che usi per mostrare che il genere umano sta sopravvivendo. Se sulla terra siamo al capodanno del 2021, come mai gli anni continuano a scorrere? E’ una specie di registrazione del passato che parte nel momento in cui uno va ad incassare una scommessa? Intendiamoci, non è un problema, in prima lettura non l’ho neanche notato, però in seconda lettura mi si è posta la questione.
Complimenti!

In bocca al lupo per la Cannoletta Edition e alla prossima!

2 – Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie

Ciao Mario,

Ti dico che, già dalla prima lettura, il tuo racconto mi ha convinto.
La scrittura è molto chiara e permette di immaginare senza alcuna fatica l’ambientazione che avevi in mente. La storia scorre altrettanto bene ed ho trovato divertente l’idea di un Tribunale della fine dei tempi impostato come una specie di coda alle poste!
Mimmo è molto ben caratterizzato: fatalista, irascibile, spaccone e teatrale. Ottima resa della sua interiorità fin dall'inizio. Prima osserva quello che lo circonda (e grazie a questo noi otteniamo informazioni di contesto) poi riflette sulla situazione e infine di fronte a tanta tristezza, apatia e rassegnazione, reagisce con uno scatto di nervosismo. Cosa del tutto plausibile tra l'altro, dato che, spesso, la rabbia e la spacconeria sono una forma di reazione alla paura.
La sua interiorità rimane coerente anche nel dialogo con il giudice, ironico (specie il passaggio del santificare le feste!) e con un ritmo.
Bel racconto, complimenti!

In bocca al lupo per la Cannoletta Edition e alla prossima!


3 - È così che finisce, di Luca Fagiolo

Ciao Luca,

un bel racconto che ritrae un futuro lontano...oppure no?
Mi è piaciuto il modo di descrivere quello che rimane del pianeta Terra, l’immagine apocalittica del finale è molto cruda ed evocativa.
Ben scritta anche la gestualità del protagonista, pochi dettagli piazzati nel modo giusto rendono bene la sua scalata alla montagna di rifiuti. Contesto chiaro, dettagliato e tema centrato.
In un racconto dove il protagonista riflette sul comportamento dell’umanità che si autodistrugge (parallelo con le sigarette azzeccatissimo) trovo naturale il grande spazio lasciato ai suoi pensieri. In certi momenti però ho avuto l’impressione di stare leggendo una sorta di sermone ad una folla più che un rimuginare su quanto l’umanità sia stupida. Credo sia dipeso dal fatto che questi passaggi di pensiero risultino a tratti un po’ “scritti” e non molto “parlati”. Perdonami se per ora non riesco a dirlo meglio di così.
Proprio ad essere pignoli: se il mondo è ridotto in quello stato pietoso, le ciminiere continuano a funzionare?
Ti faccio i complimenti per il bel lavoro!

In bocca al lupo per la Giuliano Cannoletta Edition e alla prossima!


4 - Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio

Ciao Bruce,

Parto dal tema, che mi sembra perfettamente centrato. Il mondo è finito a causa di un meteorite, così si lascia intendere, ma per il protagonista purtroppo continua in una specie di purgatorio.
La lettura scorre bene, le immagini sono chiare e una cosa che mi è piaciuta molto è che ho capito cosa fosse realmente successo al protagonista solo quando l’ha capito lui. Fino a quel momento credevo, come lui, che fosse sopravvissuto per miracolo e naufragato in mezzo al mare. Ottima sincronizzazione con il punto di vista.
Alcune cose secondo me sono migliorabili a partire dalla resa di alcune frasi. Un esempio su tutti “proprio ora che avevo un conto a sei cifre”. Io non lo direi mai nella realtà (e sfortunatamente non credo si porrà questo problema) direi magari “proprio ora che avevo fatto i soldi!”.
Mi sarebbe piaciuto anche conoscere un po’ dei motivi per cui gli altri personaggi lo insultano. Ad esempio il fratello gli parla di un generico investimento (in che cosa?) Roby gli dice che sa cosa ha fatto con le quote societarie (come si chiama la società? E che cosa ha fatto realmente?”. Certo, lo spazio è quello che è, ma a volte bastano piccoli flash per dare profondità alle cose.
La chiusa finale: fortissima!
Ultimo appunto dettato dal puro gusto personale: 300 metri, 3 mesi, anni 90. I numeri al posto delle parole mi danno la sensazione di messaggini su whatsapp. Se c’è una parola, meglio usare quella ma ripeto, gusto mio.

In bocca al lupo per la Giuliano Cannoletta Edition e alla prossima!

5 - Povera Helly, di Gaia Peruzzo

Ciao Gaia,

nel racconto descrivi la fine della storia di Helly, del suo mondo e riesci anche a inserire altri elementi (la guerra nell’allucinazione delle madre, l’esclamazione del mostro “sei la fine del mondo”) che richiamano l’attenzione al tema. Ottimo lavoro da questo punto di vista.
Anche il tuo stile mi è piaciuto. Si legge con facilità per gran parte del tempo. Ci sono alcune cose però che, pur non portandomi fuori strada, mi hanno creato confusione. Parlo ad esempio della parola “abitacolo” (per una frazione di secondo nel mio cervello è apparsa un auto in mezzo al bagno pubblico) e dei pensieri di Helly inseriti fra virgolette. Ad esempio: “E’ la guerra mamma. Non il mio appartamento”. Sembra proprio una battuta del dialogo in corso. A mio parere il corsivo sarebbe bastato per capire che sono pensieri.
Comunque, per i miei parametri di lettore, queste sono piccolezze.
Vengo a quello che, secondo me, è il reale punto debole di un racconto per il resto ben fatto.
Non hai descritto per nulla questo mostro che appare all’improvviso. Ok, mi fai capire che è un essere tentacolare, però questo elemento apre un mondo di domande! Ci sono degli alieni sulla Terra? La mamma non è pazza ma è davvero in corso una guerra contro di loro? Vado avanti e leggo che il mostro ha il fiato che puzza di tabacco e di birra… allora è un uomo? O un mostro polimorfo che fuma e beve birra? Forse volevi suggerire l’idea di uno stupratore, rappresentandolo come un mostro schifoso e viscido?
Tutto ci sta. Però io non lo so e non lo riesco a capire. Questo mi ha impedito di godermi in pieno un finale che invece, con la sua tragicità, è perfettamente in linea con l’atmosfera della storia e con il tema.
Ancora complimenti e spero che questi consigli ti siano utili.

In bocca al lupo per la Cannoletta Edition e alla prossima!

6 - La foto sul gruppo, di Marco Travaglini

Ciao Marco e ben ritrovato.

Di nuovo a commentare un tuo racconto e mi viene inevitabile il paragone con Yuki.
Rispetto alla scorsa edizione qui dimostri di avere più padronanza della storia, che infatti risulta molto più chiara e, in seconda lettura, non mi lascia domande irrisolte.
I problemi, semmai, sono nella messa in scena della storia.
Nella prima parte, fino al momento in cui i due amici si mettono in marcia tutto ok, scorre bene.
La camminata nell'Antartide (cioè per intendersi da: “Carlo!” chiamò Pietro. “Oh, Carlo!”) fino all'arrivo al muro è invece è confusa ed evanescente. E' come se ci fosse un buco vuoto sulla pagina.
Posso consigliarti di rivedere l'architettura della storia. Conveniva forse dividere in due il racconto. Prima scena fino al salto nell’Antartide; seconda scena direttamente davanti al confine del mondo. Se non hai spazio/tempo/intenzione di raccontare di Piero e Carlo che raggiungono il muro, non farlo. Stacca la scena, facceli trovare già lì davanti e se vuoi dire che hanno camminato tanto dillo in altro modo.
Il finale è simpatico anche se in prima lettura non avevo capito che cosa succedesse alla fine. In seconda lettura invece è stato chiaro che lo schiocco di dita è quello del genio e loro tornano a casa.
Potresti forse evidenziare di più il dettaglio dello schiocco di dita.
E’ importante, da senso alla storia e, se dovesse sfuggire, si rimane con una sensazione di non aver capito nulla.

In bocca al lupo, buona Giuliano Cannoletta Edition e alla prossima!

7 - Centro Assistenza, di Andrea Spinelli

Ciao Andrea,

confesso che la prima volta che ho letto il racconto ho detto: “si ok ma il tema?”. Alla seconda lettura ho capito, magari sbagliando (ma non importa), che il tema c’è e sta nel: “Ma per un like? Via giù, non sarà mica la fine del mondo!”.
Quale che sia l'aggancio, forse potevi esplicitare un pochino di più il tema sfruttando magari le mille possibilità che offre un dialogo.
Lo scambio di battute caratterizza bene Sperandio, un tontolone un po' pazzo e malato di like con indosso la maglietta degli Zen che messa dopo il nazista di Pavia mi ha fatto schiantare dal ridere!.
D'altra parte ci sono pochissimi dettagli narrativi e di contesto. In un testo di questa lunghezza non è un dramma e credo, dato il livello a cui scrivi, che tu ne sia consapevole e quindi sia una scelta voluta. Mi è rimasta però l'impressione che la storia in senso ampio sia un po' sfumata facendo assomigliare il tutto a uno scambio di battute più che a un racconto .
Scambio di battute comunque ben riuscito e divertente!

In bocca al lupo per la Giuliano Cannoletta Edition e alla prossima Arena!

8 - Strada Statale 221, di Andrea Crevola

Ciao Andrea,

come la scorsa edizione eccomi di nuovo qua, con un commento al tuo racconto.
Essendo la mia seconda partecipazione ricordo benissimo i racconti della scorsa edizione e i paragoni mi vengono spontanei. Non ho avuto alcuna difficoltà a posizionare "Sacramento n. 2" in cima alla classifica ma, dal confronto, "Strada statale 221" esce decisamente acciaccato.
Il primo aspetto riguarda l'incipit della storia, a mio parere troppo incentrato sulle azioni fisiche. Credo sia un bene quando viene mostrata una buona gestualità ma, se i le azioni si moltiplicano, nasce una sensazione “cronaca sportiva” che mi guasta il gusto della lettura.
Il secondo aspetto riguarda la risoluzione del conflitto. Credo tu intendessi agganciarti al tema con la fine della relazione fra i due protagonisti. E questo torna, la loro crisi di coppia è talmente profonda che appare irrisolvibile. Una fine, appunto.
Ma nell’ultimo rigo, ecco che appare la speranza di un nuovo inizio. Nulla di strano, anzi, ogni fine (sperabilmente) è un inizio per qualcos’altro.
A quanto mi ha fatto capire il testo, questa possibilità di rinascita deriva dall’incidente appena scampato.
Se la mia compagna arrivasse a odiarmi a punto da non voler nemmeno essere toccata, dubito fortemente che uno scampato incidente d’auto riesca a ricucire la relazione. In questo senso non ho trovato credibile la soluzione del conflitto.
Bella invece la parte dei pensieri interiori, specialmente quella in cui il protagonista parla della terapia di coppia. Linguaggio interiore realistico, cosa mai facile da realizzare.

Alla prossima e in bocca al lupo per la Giuliano Cannoletta edition!

9 - Il mondo prima, di Antonio Boldri

Ciao Antonio,

per questione di gusti strettamente personali non sono amante della scrittura ricercata ma ammiro la la varietà del lessico che utilizzi. Per me è impossibile richiamare alla mente tutte quelle parole nel tempo di un’Arena.
Altra cosa che mi è piaciuta è la “potenza” della scrittura con una forte carica espressiva. Le virgolette sono volute perché essendo una sensazione, più che una percezione razionale, non saprei come meglio dirlo.
Questi, che a parer mio sono dei punti di forza della tua scrittura, rappresentano, altrettanto a mio parere, anche dei punti di debolezza.
In una prima lettura, pur avendo capito le grandi linee della storia (un futuro padre che assiste alla nascita del figlio dentro una sala parto) ho avuto difficoltà nel figurarmi le singole immagini di contesto. Problema che si ripresenta nelle seguenti letture.
Credo che questa situazione dipenda dall’uso di una scrittura fortemente incentrata sulle emozioni del protagonista e fatta di immagini costruite con abbondanti metafore e aggettivi.
Quello che manca secondo me è la parte di narrazione più “esterna”, quella che costruisce la scena ossia il contesto, le movenze dei personaggi, i dialoghi. Qualcosa insomma che avvicini il testo a un racconto e lo allontani dall’ambito poetico.
E’ come se tu avessi proiettato verso il lettore una luce molto forte che, pur colpendolo emotivamente, lo abbaglia e gli fa perdere i contorni delle cose.
Stile potente dunque, che necessita però di un maggior controllo espressivo per una resa finale più chiara e fruibile al lettore.
Detto ciò, in bocca al lupo per la Cannoletta Edition e spero di rileggerti.

Alla prossima!

10 - Hunters, di Filippo Rubulotta

Ciao Filippo,

il racconto non è male, l’ho trovato piacevole da leggere e in linea con il tema. La fine dell’umanità sembra arrivare attraverso una breccia che vomita lucertoloni sputafiamme. Idea buona che però, non mi ha conquistato.
Alla fine della storia mi è rimasta una sensazione di distacco che credo dipenda da come hai costruito i personaggi. Il protagonista, pochi giorni prima, ha subito una sonora sconfitta ed è finito in un letto di ospedale. Presumibilmente i suoi compagni di battaglia sono morti, e le bestie distruttrici del mondo sono a due passi da lui. Inoltre ha anche perso la memoria per lo shock e durante la storia la riacquista all’improvviso (altro shock!).
In questa situazione, dopo una presa di coscienza così pesante, sembra però molto tranquillo e, con semplicità, decide che deve tornare alla breccia a combattere.
Vale lo stesso per l’altro personaggio, l’infermiera, che per quanto sia una "navigata" che conosce la situazione, non è una combattente. Allo spuntare di un mostro così vicino all’ospedale si dovrebbe spaventare. Rischia seriamente di morire! Invece la vedo tranquilla che riflette sulla sfiga di non potersi vivere la pensione e passa al prossimo paziente.
Mi è sembrato insomma di trovarmi di fronte a dei personaggi artificiali più che davanti a persone verosimili calate in una situazione altamente drammatica. Forse anche a causa anche del riferimento a un ranking mondiale mi ha ricordato la descrizione di scene da videogioco più che un racconto di narrativa.
Ci sono alcune ripetizioni ma personalmente non do molto peso a questo aspetto. Con la fretta del tempo che scorre nell’Arena, sono il primo a fare dei casini notevoli.

In bocca a lupo per la Cannoletta Edition e alla prossima Arena!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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antico
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 26 ottobre 2023, 0:50

Sette classifiche ricevute e sono tutte regolari. Oltre a quella de IL GLADIATORE dovrete ricevere ancora due classifiche.

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Daniele
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 26 ottobre 2023, 11:16

Ecco la mia classifica:

1) Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
2) Strada Statale 221, di Andrea Crevola
3) È così che finisce, di Luca Fagiolo
4) La scommessa, di Dario Cinti
5) Povera Helly, di Gaia Peruzzo
6) Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
7) Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
8) Hunters, di Filippo Rubulotta
9) La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
10) Il mondo prima, di Antonio Boldri


Ciao Luca, piacere di leggerti, per me è la prima volta!
Inizio con lo stile, visto che in questo caso è la cosa più semplice: scrivi bene e si vede, pulito, con un ottimo equilibrio tra pensieri azioni e sensazioni, con un'essenzialita che si sposa perfettamente con il tipo di racconto che hai scelto.
Il tema del maltrattamento del pianeta da parte della razza umana è stracondivisibile anche se ormai molto letto, ma lo hai reso bene e nonostante non andrei a scegliere di leggere un racconto di questo tipo di mia spontanea volontà l'ho letto davvero volentieri, filato via liscio e mi ha tirato verso il finale con interesse.
Forse di sente un po la mancanza si un qualche colpo di scena, o di una qualche agency o possibilità di scelta da parte del protagonista se non il constatare la fine di tutto, ma è anche questo che lo rende potente a suo modo.

Bella prova, spero di rileggerti presto, in bocca al lupo per la gara!



Ciao Andrea, piacere di leggerti!
Racconto interessante. Ho fatto solo fatica a mettere a fuoco la scena nella prima parte, poi una volta ingranato è filato via liscio tenendomi lì con la curiosità di sapere come sarebbe finita. Mi piace il fatto che resti aperto a un lieto fine, cosa sempre più rara nei racconti che mi capita di leggere. Una scena che per certi versi mi ha ricordato Vanilla Sky con Tom Cruise che in macchina litiga con Cameron Diaz.
Per me una buona prova, è il secondo racconto che leggo quindi non mi sbilancio ancora su eventuali pronostici di classifica. In bocca al lupo per la gara!



Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Racconto piacevole, che scorre bene (forse avrei messo qualche microazione in meno ma son gusti) e declinazione simpatica del tema. Mi piacciono i racconti leggeri come il tuo, soprattutto su minuticontati dove non si può di certo pretendere di tirar fuori perle di saggezza che funzionino in una serata...

Unico appunto: all'inizio il personaggio realizza che c'è la corrente perché il corresse funziona, ma era ovvio che la corrente ci fosse dal momento che stava già smanettando da prima con il PC.

Per il resto buon racconto, funziona ed è piacevole.



Ciao Marco piacere di leggerti!

Secondo me hai scritto un racconto molto carino e sarcastico, il possibile fraintendimento sul significato "fine del mondo" lascia lo spauracchio di una catastrofe, i dialoghi sono simpatici e la storia è comprensibilissima.
Meno bene lo stile, a volte sembra che tu voglia usare un mostrato, altre volte racconti, soprattutto nella seconda parte del racconto che è carina ma sembra scritta più di fretta. Proverei anche a usare meno gerundi se possibile, asciughi il testo risparmi caratteri e riesci a inserire più elementi se ne hai bisogno.

Nel complesso mi è piaciuto, a rileggerti presto!



Ciao Bruce piacere di leggerti!

Racconto molto ma molto simpatico, la suoneria che continua a suonare da un bel ritmo al testo, ti tira dentro un po come fa una barzelletta e la cosa mi piace. Lo stile è ok, può essere migliorato in alcuni passaggi ma scorre comunque bene, ecco, se possibile cercherei di evitare la sorta di elenco puntato che ogni tanto viene fuori, ma è un gusto personale mio. Io finale lo si annusa prima, ma la battuta finale mette un punto esclamativo molto simpatico che ovvia al problema di aver giustamente fatto capire prima dove si sta andando a parare. Tempo fa avevo scritto un racconto su un'anima che veniva messa di fronte ai propri peccati, mi era stato detto che non aveva agency nel racconto, stessa cosa si potrebbe dire del tuo, ma personalmente penso che sia inevitabile in un racconto di questo tipo e l'agency se proprio c'è stata in precedenza, durante la vita, a questo punto non si può più far molto e la forza del racconto sta proprio in questo aspetto.

Per me promosso, bel lavoro. A rileggerti presto!



Ciao Dario piacere di leggerti!

Idea molto carina, mi piacciono ste cose strane e ironiche allo stesso tempo. Confesso di aver avuto un po di difficoltà fino almeno a metà racconto, non so se per colpa mia o perché potevi renderlo un po' più scorrevole e chiaro tu, ma il finale ha recuperato alla grande e mi ha fatto apprezzare tutto anche a posteriori.

Per me bel racconto, perfettamente in tema e che ho letto volentieri. Alla prossima!



Ciao Mario, piacere di leggerti.
Io racconto è simpatico, pesantuccio onestamente nella prima parte, prende più ritmo e incalza bene nella seconda. Il finale è molto simpatico, ma ho un appunto di senso: il protagonista a inizio racconto sembra sicuro si sè appunto perché conosce i 10 comandamenti, il fatto che poi siano proprio quelli a indurlo ad autocondannarsi lo trovo allo stesso tempo simpatico ma incongruenze. Alcuni sembra quasi non riconoscerli visto che chiede una traduzione, ma soprattutto non può ostentare sicurezza su una conoscenza ed essere fregato su una cosa che conosce e che non svela segreti. Un conto è se ci fosse stato che ne so, un 11esimo comandamento, o se fosse apparato Dio a dire che Mosè aveva tradotto male, sparo a caso, ma i comandamenti quelli erano all'inizio e quelli rimangono, se li aveva infranti lo sapeva dall'inizio e dall'inizio sapeva di essere destinato alla condanna.

Nel complesso simpatico, si legge volentieri, ma con luci e ombre per quel che mi riguarda.
A rileggerti presto!



Ciao Gaia, piacere di leggerti!
Racconto interessante, che scorre bene, desta interesse per tante piccole cose nella parte iniziale ma alla fine mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Mi spiego:
Dai degli elementi interessanti, come la sua fobia per i germi, il carattere usato nella lettera, le scarpe (questo meno in realtà, ma è comunque un particolare)... tutte potenziali semine che poi non hanno una raccolta nel corso del racconto. L'inizio è molto buono secondo me, crei empatia e interesse, ma nel finale almeno a me, non ha soddisfatto questo interesse. Forse il problema può essere nell'aver affrontato diversi temi piuttosto che concentrarti su uno in particolare, già è difficile farlo in modo soddisfacente in un romanzo intero, figurarsi in un racconto con i caratteri contati.
Nel complesso comunque secondo me è una buona prova che se revisionata potrebbe diventare qualcosa di molto molto carino. Ti seguirò con interesse su minuticontati.
A rileggerti presto!



Ciao Antonio, piacere di leggerti.
Confesso che ho fatto davvero fatica a leggere il racconto. Inizi con una parte descrittiva e dopo un lungo paragrafo si capisce che è scritto in prima persona. Alterni raccontato a tentativi di mostrato e la cosa mi ha fatto fare fatica a interpretare.un po' il tutto. Soprattutto in un racconto breve secondo me avresti dovuto fare una scelta iniziale sullo stile e portarla fino in fondo. Hai delle parti descrittive molto buone secondo me, e delle ottime intenzioni per quel che riguarda la trama che però non viene fuori a causa dello stile. Non sono un fan della scrittura troppo asciutta e degli elenchi puntati, ma qui hai davvero frasi troppo complesse, troppi aggettivi e un punto di vista po' sfocato che mi hanno reso difficile e appesantito la lettura.
Secondo me devi un po trovare ancora il.tuo equilibrio sotto questo punto di vista, ma minuticontati serve soprattutto a questo.
A rileggerti presto!



Ciao Filippo, piacere di leggerti.
Racconto fresco e incalzante, interessante per certi versi ma poco chiaro a una prima lettura. Si fa un po' fatica a capire il contesto e alcuni elementi spuntano fuori un po' all'improvviso destabilizzando la lettura. Sono davvero indeciso sul giudizio confesso, perché hai elementi buoni soprattutto nella seconda parte, ma una prima parte che risulta un po' macchinosa da figurare e che mi ha costretto a doverlo rileggere. Luci e ombre per quel che mi riguarda, ma racconto comunque interessante nel complesso.
A rileggerti presto!

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antico
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 26 ottobre 2023, 18:33

Manca una sola classifica oltre a quella de IL GLADIATORE.

LeggErika3
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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 26 ottobre 2023, 23:31

1) É così che finisce

Buongiorno Luca, la tua fine del mondo è declinata in maniera che dapprima volevo chiamare "tradizionale" ma che, a pensarci meglio, preferisco definire "realistica". Non è uno scenario scifi, è (con le dovute licenze poetiche) un possibile futuro che ci attende. Apprezzo la scelta di una presa di posizione etica; qualcuno considera i messaggi sottesi ai racconti poco letterari, ma io la vedo all'opposto. Il racconto è (anche) uno strumento per esprimere opinioni: strumento di difficile utilizzo ma, se la magia riesce, straordinariamente efficace.
Buona la tecnica di convergere tutta l'attenzione su un personaggio in cui identificarsi, ben scritto l'inizio con frasi breve e secche che colpiscono il lettore. Mi è piaciuta la narrazione legata al pacchetto di sigarette, che umanizza il protagonista e ha vari richiami sottintesi (l'ultima sigaretta etc).
Insomma, è il primo che leggo e non posso fare promesse di classifica, ma ho apprezzato molto.

2) Strada Statale 221

Buongiorno Andrea, ho avuto qualche minimo problema sull'incipit, nel senso che ho riletto un paio di volte per capire. È formalmente corretto, neh... prima descrizione di Ilaria e poi voce narrante del marito. Tutto giusto. Però ho impiegato qualche secondo a visualizzare la scena, perché per un istante ho pensato a un errore di voce narrante (cioè credevo che la protagonista fosse Ilaria e, a tratti, parlasse in prima persona). Te lo dico come informazione non inficiante il giudizio, può darsi che fossi distratta io o che, al di là di tutto, l'incipit possa essere reso in modo più efficace.
Per il resto apprezzo molto la suspance che hai costruito e come hai utilizzato il tema, declinandolo in più significati. Il mondo sentimentale dei protagonisti sta finendo (ben descritta la crisi di coppia, molto realistica), poi l'incidente e il dubbio che qui ci sia anche la fine della loro vita. Hai regalato un'apertura al lieto fine che mi è risultata inaspettata e lenitiva rispetto a tutto il dolore respirato nelle righe precedenti. Mi è piaciuto. A volte anche l'happy end può diventare una sorpresa.

3) Povera Helly

Ciao Gaia, piacere.
Questo è un buon racconto, con un personaggio ben delineato che coinvolge il lettore. Ammetto che all’inizio ho avuto delle perplessità legata alla quantità di “semina” che hai fatto, cioè alla mole di informazioni che dai al lettore: su un racconto così breve, mi aspetto sempre (spesso) che debbano essere funzionali alla trama. Per questo mi sono chiesta se fosse tutto necessario: il wc mummificato, i boccoli rosa, l’amica assente e, soprattutto, la madre allucinata.
Alla seconda lettura mi sono detta si, serve tutto. Perché questo non è un meccanismo a orologeria (la storia è lineare, l’evento finale non può considerarsi un colpo di scena), non è un racconto che poggia sul plot ma sull’empatia con la protagonista. E per ottenere questo risultato servono i particolari, anche quelli che sembrano non portare da nessuna parte.

4) Hunters

Ciao Filippo, ci scaraventi in media res in un mondo complesso. Descrivi bene, hai una scrittura molto brillante e visiva, dunque ci si appassiona pur senza capire un gran che per buona parte del racconto. Fine del mondo, draghi, eroi; chiedi al lettore un bello sforzo di immaginazione in uno spazio ristretto, ma riesci nella scommessa. Monti la speranza come maionese, ma alla fine il protagonista (a cui tanto velocemente ci eravamo affezionati) schiatta e noi rimaniamo lì, con un palmo di naso. D’altronde si sapeva, è la fine del mondo, con un po’ di amaro in bocca.

5) Centro assistenza

Ciao Andrea,
il personaggio che hai ideato per questo racconto mi ha fatto una gran tenerezza. L'incipit è breve (per fortuna non ti sei dilungato sui disagi della connessione, i tecnicismi di questo tipo annoiano) per arrivare diretto alla questione, che si delinea chiaramente e in fretta. Mancano i like, il mio mondo finisce.
Tutto il racconto gira attorno al personaggio, decisamente realistico; leggo dai commenti che ognuno lo immagina un po' a modo suo, "categorizzando" gli imbranati tecnici e emotivi del web. Qualcuno dice "padre sessantenne" (però mio padre a 76 anni naviga meglio di me), anziano del futuro per la maglietta degli Zen Circus. Io me lo vedo intorno ai 35, finto disinvolto/trasgressivo, in realtà fragile e bisognoso di consenso (tanto da non riuscire a ragionare sui possibili disfunzionamenti del sistema).
Tu come lo immagini?

6)La scommessa

Ciao Dario, piacere di leggerti.
Ammetto che, per quanto riguarda i racconti brevi, trovo l'ingresso in queste neorealtà un po' faticoso: c'è tanto da capire e immaginare, un nuovo universo da visualizzare e, sotto sotto, una parte di me si dice sempre "ma vale la pena tutta 'sta fatica per un racconto così breve?" Non vado fiera di questo retropensiero, anzi, penso faccia di me una cattiva lettrice ma lo condivido perché credo sia giusto che lo scrittore abbia consapevolezza di tutti i mostri con cui ha a che fare. Poi, quando lo scenario è chiaro, è solo un piacere continuare ma, nel breve, si è già arrivati alla battuta finale.
Alla fine, superato lo sforzo iniziale, il racconto mi è piaciuto molto; forse anche perché da quasi subito non ho immaginato il protagonista come un terrestre, anche se credo che possa creare qualche difficoltà a chi percepisce inizialmente il narratore come umano (ritrovandosi poi a chiedersi cosa ci faccia altrove a scommettere sulla propria storia).
Un racconto comunque originale e ben scritto, che mi ha lasciato una buona sensazione.

7)Diluvio Universale

Ciao Bruce, piacere di leggerti.
Il mondo finisce con un diluvio universale, in cui il protagonista sopravvive solo per scontare la propria pena, galleggiando all'infinito (da cui la nota metafora). L'idea è carina, ho trovato un po' poco chiaro il contesto. Le telefonate sono delle comunicazioni soprannaturali per fargli mettere a fuoco le proprie colpe? Perché, se diluvio c'è stato, parenti/amici dovrebbero essere morti o, quanto meno, alle prese con la propria sopravvivenza piuttosto che con il bisogno di rinfacciare colpe. E, ora che ci penso, il padre dovrebbe essere già morto, ucciso dal protagonista (che non si stupisce neanche troppo di sentirlo).
E Gaia, come mai si è trasformata in una creatura divina, o quasi? Tutto si svolge nella testa del protagonista?
Per i miei gusti un po' troppo caos, ritmato dalla canzone dei REM che ribadisce il concetto ma non aggiunge molto.
La scrittura è molto fluida e scorre bene.

8) Il tribunale delle anime

Ciao Mario, piacere di leggerti.
Anche io, come altri prima di me, ho trovato il racconto un po' diviso, come se le tue intenzioni fossero cambiate lungo la scrittura.
Più che il clima (all'inizio opprimente, poi più scherzoso) mi sembra che sia mutato il protagonista, che all'inizio appariva preoccupato e poi, con il passare del tempo, prende la cosa sempre più alla leggere e in modo scherzoso. Cosa in sé assolutamente ragionevole (ormai, che altro potrebbe fare), ma è un cambiamento che dovrebbe essere più preparato e giustificato. Con più tempo e caratteri, forse!

9) La foto sul gruppo

Un racconto in cui “la fine del mondo” assume un significato geografico e non millenaristico. L’unico che ho letto in questo senso, dunque plaudo all’originalità. La scelta dei Terrapiattisti è divertente, ma perde forza a mio giudizio a fronte della presenza di un Genio della Lampada. Mi spiego: i terrapiattisti sono buffi (o irritanti, dipende dai punti di vista) nella misura in cui sono convinti di una visione chiaramente irrealistica del mondo. Ma mettigli un Genio di fianco e, per la sospensione della credulità, le loro teorie strampalate diventano probabili come qualunque altra posizione. Carino il finale, con il desiderio che sfugge quasi per errore.

10) Il mondo prima

Ciao Antonio, ho apprezzato moltissimo l’interpretazione del tema, vera e non scontata. Un bambino spazza via il mondo come lo si interpretava prima, niente resta uguale dopo la sua nascita. Ho gradito meno la caratterizzazione del contesto, che dimostrava più un immaginario personale che un tentativo di descrizione realistica. Il monitoraggio fetale non fa bip bip ma tump tump, i grafici non si aggrovigliano (eventualmente sono montagne sempre più alte…) e via di questo passo. Secondo me, se descrivi il parto di un aliena su Alfa Centauri, vale tutto: ma se nasce Enea in un ospedale del mondo occidentale devi cercare di aderire alla realtà, altrimenti diventa difficile quel minimo di identificazione che ci fa godere della narrazione.

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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » venerdì 27 ottobre 2023, 0:12

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche quella de IL GLADIATORE.

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Re: Gruppo BOUTIQUE: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » giovedì 2 novembre 2023, 19:55

Ecco commenti e classifica:

1 - È così che finisce, di Luca Fagiolo
2 - Strada Statale 221, di Andrea Crevola
3 - Centro Assistenza, di Andrea Spinelli
4 - La scommessa, di Dario Cinti
5 - Povera Helly, di Gaia Peruzzo
6 - Diluvio universale, di Bruce Lagogrigio
7 - Il tribunale delle anime, di Mario Mazzafoglie
8 - La foto sul gruppo, di Marco Travaglini
9 - Hunters, di Filippo Rubulotta
10 - Il mondo prima, di Antonio Boldri





1 - È COSì CHE FINISCE

Argomento ambiente e degrado molto usato, al limite dell'abuso ma anche in questa occasione riesci a rendere il tutto originale e godibile.
La tua penna si muove con agilità in terreni a te congeniali ma noto ancora una volta una maturità che ogni volta fa uno scalino in più. L'empatia che riesci a trasmettere è un valore aggiunto allo stile a cui ci hai abituato. Il pacchetto di sigarette mi ha colpito particolarmente perché ne ho uno pure io nel cassetto degli attrezzi del garage ormai da ventiquattro anni, quando ho deciso di smettere. Pizzicare le corde del passato di una persona non è semplice, tu in questo caso ci riesci. Notevole quel dettaglio e non trovo necessario alcun colpo di scena perché credo che il plot twist più azzeccato sia proprio in quella sigaretta che porta alla mente del protagonista molti ricordi ma che all'improvviso sparisce, inghiottita dal degrado di cui essa stessa probabilmente è una piccolissima artefice. Provoca incendi o altro? Niente affatto, resta sepolta nel monte apocalittico da cui il protagonista assiste alla sua fine e a quella di tutti. Notevole. Per me un pollice su con lode.

2 - STRADA STATALE 221

Racconto che non presenta particolari criticità a mio avviso perché riesce a farmi entrare sin da subito nella storia e a portarmi fino alla fine senza sbavature o difficoltà. Questo succede quando si scrive particolarmente bene.
Ottimo l'incipit, non ho fatto alcuna fatica a calarmi nella scena e il particolare della gallina di pezza che apre e chiude il racconto lo trovo davvero geniale. Sono questi dettagli, queste sfumature che etichettano un autore come particolarmente sensibile e capace di far provare emozioni a chi legge. La fine del mondo intesa come coppia che scoppia la trovo una buona declinazione del tema. L'appena accennnato figlio Michele è quello che pesa di più su questa storia e fa sembrare la fine di una relazione la fine del mondo ed è quello che rende credibile una piccola finestrella di speranza dopo lo scampato incidente. Senza il dettaglio della gallina di Michele avrei pensato che fosse un po' forzato il finale ma con quello hai reso tutto meravigliosamente calzante. Pollice su per questo racconto che finisce un capellino dietro a quello di Fagiolo soltanto per una lieve differenza nella pulizia dello stile.
Bravissimo, complimenti.


3 - CENTRO ASSISTENZA

Racconto ben scritto che presenta alcune criticità che rompono il ritmo della storia, come le troppe azioni dettagliate al limite della lista della spesa. Il mostrato è cosa buona e giusta ma il troppo mostrato (le micro azioni come le ha definite Villa) rischia di rovinare una storia che nel tuo caso è davvero molto buona. Altra cosa a cui stare molto attenti sono i refusi, disturbano e in 4000 caratteri il danno può essere importante. Ma veniamo al perché la definisco storia molto buona. Io non l'ho trovata divertente o ironica o altro. La tua storia è drammaticamente meravigliosa. A me è arrivato un protagonista davvero border line, al limite della psicosi. Bellissimo il modo e lo stile con cui riesci a far empatizzare chi legge. Si prova angoscia a leggere il tuo racconto perché il povero protagonista fa davvero pena, si soffre perché si percepisce la sua sofferenza. La declinazione del tema l'ho trovata ottima e con duplice interpretazione: è la fine del mondo se non ci sono like a un post ma soprattutto l'uso patologico della realtà parallela dei social rappresenta la fine del mondo, il degrado socio culturale dell'uomo.
Nonostante le criticità di cui sopra, troppo banali e poco importanti per sciupare una valutazione, direi che siamo sul pollice quasi su e finisci dritto sul podio subito dietro a due bellissimi racconti. Quindi, bravissimo.

4 - LA SCOMMESSA

Un racconto davvero ben scritto e ottimamente strutturato ma che mi ha trovato un po’ impreparato a inquadrare bene il contesto. Questa difficoltà però non mi ha impedito di godermi una storia in cui hai messo qua e là alcuni dettagli descrittivi davvero calzanti e intelligenti. Buon lavoro, complimenti. La valutazione è sul pollice tendente al positivo in modo solido e brillante. Ti piazzi davanti al pari valutato racconto di Bruce perché lo stile è davvero ben equilibrato. Hai un buon uso del mostrato, non cadi mai nella lista della spesa e quando sembra che tu lo stia per fare equilibri tutto con magistrali colpi di mostrato autentico.


5 - POVERA HELLY

Una penna decisamente abile con uno stile molto scorrevole e che promette davvero bene. Il racconto è un concentrato però di troppi argomenti che sfiori senza approfondire. Logicamente in 4000 caratteri è già tanto approfondirne uno, per questo mi trovo in sintonia con il commento di Daniele. Tutto questo mi porterebbe a una valutazione non positiva ma non si può ignorare la delicatezza con cui quegli argomenti, pur solo sfiorandoli, li affronti. Una gran bella scoperta per MC, quindi benvenuta, complimenti e per adesso la valutazione è un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante, ti piazzi subito dietro a Cinti proprio per la difficoltà a rimettere insieme tutti i pezzi.



6 - DILUVIO UNIVERSALE

Ammetto di aver fatto fatica a restare nel racconto a una prima lettura mentre una seconda mi ha fatto apprezzare alcuni dettagli. Solo con la terza mi sono calato dentro l'ironia di alcuni passaggi che ho trovato geniali. Trovo un difetto l'apparente caos che si respira in tutto il racconto anche se il tuo stile dà un buon ritmo alla storia e allora, nonostante le enormi difficoltà iniziali mi ricredo e do come valutzione un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.



7 - IL TRIBUNALE DELLE ANIME

Sono d’accordo con chi ti ha fatto presente l’enorme differenza tra la prima e la seconda parte e aggiungo che la trasformazione del protagonista è troppo brusca per essere credibile. Mi piace però l’idea e il taglio che hai dato a tutta la storia. Hai già dimostrato di avere una vena ironica niente male e non comune. Devi lavorare sulla gestione della struttura del racconto quando intrappolato nel limite dei caratteri. Per me un pollice tendente al positivo in modo molto brillante ma non solido.


8 - LA FOTO SUL GRUPPO

Un racconto molto originale che però presenta alcuni problemi. Il primo è senz'altro, a mio avviso naturalmente, la scelta della lampada e del genio. Li trovo due elementi che non portano niente alla storia e che anzi toglono libertà a quella che poteva essere una via azzeccata. La trovata dei Terrapiattisti infatti è stata ottima ed originale ma quell'elemento magico stona e stride un po'. Lo stile andrebbe asciutto e sono d'accordo con chi ti ha fatto notare l'uso dei gerundi. Mi piace e ho apprezzato la freschezza in alcuni punti dei dialoghi. Hai un ottimo potenziale e si capisce che da quella penna puoi tirar fuori cose notevoli. Nel complesso la valutazione si ferma a un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
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9 - HUNTERS

Un racconto dallo stile pulito e scorrevole. Ho fatto molta fatica a immaginarmi il contesto perché gli elementi che arrivavano forse erano troppi. Secondo me hai voluto concentrare un qualcosa di ben più grande in 4000 caratteri. Devo però apprezzare l’originalità di alcune intuizioni e costruzioni.
Un pollice tendente al positivo per me.
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10 - IL MONDO PRIMA

Ho letto il racconto tre volte prima di cominciare a intuire qualcosa. Ho visto che il problema della compressione lo avevano avuto anche altri e mi sono chiesto perché, visto che il racconto presenta un potenziale e un qualcosa che mi piace. Purtroppo, vuoi per l’uso eccessivo di aggettivi, vuoi per la ricerca forse esagerata di termini forzati (latrato, avventizio) lo stile viene notevolmente appesantito. Il finale mi è piaciuto molto, perché la fine del mondo prima di Enea è stato un plot twist che non mi aspettavo. Credo che con un po’ di lavoro sullo stile e sulla scelta delle parole tu possa davvero toglierti delle soddisfazioni con la scrittura perché dal tuo testo si nota una sensibilità non comune. Io adoro la prosa ricercata e la scelta delle parole in modo oculato, quasi come se si stesse scrivendo una poesia, ma in un racconto di pochi caratteri la cosa può diventare caotica e penalizzante.
Detto questo, un pollice tendente al positivo ma al pelo.
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