Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Appuntamento fissato per lunedì 20 novembre 2023 alle ore 21.00 con un tema di Jack Sensolini e Luca Mazza!
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Fkafka
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Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#1 » lunedì 20 novembre 2023, 23:51

di Diego Barsotti

Dieter Frisch sudava mentre il riflesso piovoso dei sobborghi di Vienna scorreva attraverso il finestrino. Invece Hans Meier, il giovane seduto davanti a lui, aveva terminato il suo racconto rivelatore e ora aspettava la mossa dell’avversario, le cui pupille sembravano palline di un flipper.
«Come vede ho una pistola – disse Meier infilando la mano nella tasca del loden - Può decidere di farla finita così, su un treno che sta arrivando a Vienna in una piovosa notte invernale: io premerò il grilletto e porterò a compimento la vendetta che ho promesso a mio padre. Poi scenderò alla prima fermata della città e scomparirò dalla storia, come lei è riuscito a fare fino ad oggi. Oppure, può giocarsela ancora una volta davanti a una scacchiera: stasera alle 23 in punto nella sua villa. In palio, come allora, ci saranno vite umane: questa volta ovviamente ci sarà la sua.»
«Cosa succederebbe se io non mi facessi trovare? O se facessi venire la polizia per arrestarla?». La voce tremante era sovrastata dalla lenta decelerazione del treno.
«Non lo farà per due motivi - rispose il giovane con finto stupore - sa bene che la storia non ha mai perdonato ad Alekhin di non aver concesso la rivincita a Capablanca. E ora è stato quasi dimenticato, o comunque considerato un incidente della storia, al pari… del nazismo. Il secondo motivo è che ormai so chi è e non potrà più sfuggirmi. Se invece vincerà lei questa pistola la rivolgerò contro di me e il suo segreto sarà salvo per sempre. O almeno fino a quando sarà in grado di resistere ai suoi incubi.»
«Perché dovrei fidarmi?»
«Semplicemente perché non ha altra scelta.»
«E sia!», Sussurrò chiedendosi se non fosse preferibile farla finita in quel momento, mentre i freni del treno stridevano impietosi.
«A tra poco allora, signor Haas - disse il giovane - giocheremo con questa». E gli consegnò una scacchiera di cencio, vecchia e malandata.
«Sì, la sua memoria non mente: l'inferno non ha mappe, ma questa fu cucita dal sarto del campo di Bergen Belsen: la stoffa e i bottoni furono racimolati nelle fosse comuni, sottratti dai vestiti dei cadaveri dei prigionieri che lei ogni giorno ordinava di trucidare.»
Un secondo dopo, mentre il treno arrestava la sua corsa, Meier fu fuori dallo scompartimento, lasciando Frisch inerme e vinto, e con in mano quella scacchiera così opprimente.
Una volta a casa Frisch stillò i minuti che gli rimanevano ripercorrendo le atrocità di cui si era macchiato quando costringeva il padre di Meier a giocare contro di lui non per vincere il titolo di campione del mondo – come nella finale mondiale di scacchi del 1939 interrotta a causa della guerra - ma per decidere la vita o la morte dei suoi compagni di prigionia.
Alle 23, mentre un tuono squarciava la notte viennese e iniziava a nevicare, il pedone di donna, quello bianco, si mosse da solo: una mossa ridicola e altezzosa che in una sua vecchia recensione aveva denominato “Variante di Lünenburg”. Frisch non si tirò indietro e cominciò a giocare, lasciandosi prendere dalla sua solita adrenalina, finché la mossa del suo avversario fu l’inaspettato sacrificio di un cavallo, che lo indusse in errore nel successivo attacco, mentre una scarica elettrica lo sbalzava all’indietro, facendolo cadere dalla sedia.
Dopo alcuni minuti si rialzò, barcollante: tremava come i vetri della finestra sferzati dalla neve ghiacciata. Il suo avversario aveva già giocato. Toccava di nuovo a lui. Non capiva, si sforzava di ricordare… sbagliò. E ancora una scossa lo tramortì. Schiumava bava dalla bocca. Affannato si avvinghiò al tavolino e con un uno sforzo mentale non indifferente riuscì a muovere. Andò avanti così tutta la notte, in una sfida infinita segnata dagli errori che si abbattevano sul suo corpo martoriandolo.
Finché si rese conto che l’unica mossa che poteva ancora fare avrebbe consegnato il re all’avversario. Solo allora, per la prima volta dopo ore, alzò gli occhi dalla scacchiera e vide il giovane Meier. Dietro di lui, in piedi, Tabori gli teneva la mano sulla spalla. Nell’altra mano stringeva delle vecchie istantanee. Le riconobbe, ormai esausto. Erano le stesse fotografie di prigionieri ebrei che nell’estate del 1944 gli aveva consegnato a Bergen Belsen, perché capisse che ogni volta che aveva perso volontariamente per la paura di irritarlo, quella sua sconfitta aveva significato l’uccisione di altre persone: quarantadue facce smagrite che ora Tabori dispose come in un’altra macabra mappa dell’inferno nel salotto della vita padronale di Dieter Frisch, al secolo Erbert Haas, comandante delle SS a capo del campo di Bergen Belsen dall’aprile del 1943 al dicembre del 1944, dichiarato morto il primo maggio 1945 nel bombardamento di Berlino da parte degli alleati.
Tabori si avvicinò, gli prese la mano e gli fece muovere il bottone con inciso il muso incerto di un cavallo. Poi guidò quella stessa mano sulla pistola appoggiata accanto alla scacchiera, gliela fece portare alla tempia e mentre Meier abbatteva il re, premette il grilletto.
Ultima modifica di Fkafka il lunedì 20 novembre 2023, 23:59, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#2 » lunedì 20 novembre 2023, 23:56

Ciao Diego e benritrovato! Tutto ok con i parametri, buona IGNORANZA EROICA EDITION!

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KatyBlacksmith
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#3 » martedì 21 novembre 2023, 14:14

Ciao, Diego e ben trovato.
Comprendo l'omaggio, un'interpretazione del tema originale, ma ho trovato la lettura un po' macchinosa. Tra il cambio di nomi (Frisch - Haas all'inizio, senza spiegazioni) e le affermazioni che contrastano con quello che viene letto («Come vede ho una pistola – disse Meier infilando la mano nella tasca del loden - se è nascosta in tasca, come fa a vederla?) mi sono arenata davanti a "Frisch stillò i minuti" cercando di capire cosa stesse facendo di quel tempo. Non mi è chiarissimo cosa intendi per "sbagliò" (perde una pezzo degli scacchi?) e immagino che la partita si svolga contro una potenza celeste, se le conseguenze sono scosse e pezzi che si muovono da soli. Insomma: forse ci sono alcuni punti troppo oscuri perché il lettore possa seguirli, o forse l'oscurità poteva essere a mio avviso guidata con un briciolo più di malizia. So che 4 ore sono un tempo molto breve per curare ogni aspetto, cionondimeno il racconto ha un ottimo potenziale.
Buona undicesima era e buon divertimento!

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Fkafka
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#4 » martedì 21 novembre 2023, 23:15

Ciao Katy e grazie dei suggerimenti.

più che il tempo, galeotta fu la lunghezza: ho dovuto quasi dimezzarlo e alcune cose sono saltate (il disvelamento del nome vero del vecchio, avveniva inizialmente in una frase molto più evocativa e così effettivamente perde molto l'effetto sorpresa: hai ragione); stillò i minuti condensa un paio di paragrafi che rendevano bene (molto meglio) la tensione del vecchio in attesa.
sbagliò era riferito alla mossa. Non sono d'accordo invece sulla pistola perché impugnandola dalla tasca e alzandola si vede bene l'arma, è una scena molto cinematografica e comune, magari proverò a renderla meglio.
l'avversario resta volutamente avvolto nel mistero: all'inizio non c'è nessuno e alla fine ci sono sia meier che tabori... quindi chissà... il mio intento era di rimanere il più fedele possibile al mood della Variante di Maurensig, limitandomi a riempire quanto accaduto nelle ore che lui aveva omesso dal romanzo

Ragazzo
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#5 » mercoledì 22 novembre 2023, 9:44

Ciao, metto il mio commento anche qui.

Il racconto è scritto bene, e l’idea è molto bella, ma 5000 caratteri sono troppo pochi per rendergli veramente onore. Citi molti nomi e fatti che andrebbero sviluppati di più in modo che il lettore possa capire e afferrare bene la portata di quello che stai raccontando, perché se il lettore non ha una buona preparazione culturale sull’olocausto e la seconda guerra mondiale, ma anche sugli scacchi, rischi di perderlo per strada. Cosa che non capiterebbe con un racconto più lungo o addirittura in un romanzo, dove c’è lo spazio più che sufficiente per far immergere il lettore in quei fatti, anche se a digiuno di essi.
Per cui, secondo me, questo racconto merita di essere sviluppato ulteriormente.

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Robin
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#6 » mercoledì 22 novembre 2023, 22:47

Ciao Diego, eccomi qui con il mio commento.

Guarda, forse sono un po' diretto ma mi sono bloccato così tante volte che mi sono proprio perso, non sono riuscito a capire la vicenda e ho faticato ad immaginare la maggior parte del testo.

Scrivere questo giudizio così duro mi spiace un sacco per due motivi, il primo è che io sono un novellino e quindi non mi sento realmente pronto a giudicare negativamente gli altri... Perciò se non sei d'accordo con il mio giudizio cestinalo senza problemi!!!

Il secondo motivo per cui mi dispiace è che in qualche modo sento che sei un esperto dell'argomento, e che dietro a questo breve testo c'è un mondo! Anche il modo in cui hai affrontato il tema è super originale! Peccato davvero, mi viene voglia di spronarti a scrivere qualcosa di più lungo con questo tema, è bello!

Ecco questo è il mio piccolo commento, buona palestra di scrittura!!
Robin Ki
Be a King, the Kingdom will come.

Sira66
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#7 » giovedì 23 novembre 2023, 15:38

Ciao Diego, piacere di conoscerti. L’idea del tuo racconto è interessante, ma oserei dire un po’ complicata per uno sbarramento a 5000 battute. Ho dovuto informarmi su chi fosse l’autore dell’omaggio, che non conoscevo, e anche così mi mancano dei pezzi sicuramente per apprezzare a pieno la trama del racconto. L’inferno nel ricordo dello sterminio è in linea con il tema, sento meno aderente la quota “mappe”. Detto questo mentre la scrittura scorre, la trama ahimè poco, ci sono cambi di nome che confondono, la frase tema della sfida infilata un po’ a forza nel dialogo, e soprattutto presuppone la conoscenza di tanti elementi (l’omaggio, il libro di riferimento, il gioco degli scacchi) che rendono la lettura incerta. Ti auguro comunque una buona gara.

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GiulianoCannoletta
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#8 » sabato 25 novembre 2023, 9:52

Ciao Diego, piacere di averti letto.
La tua scrittura è evocativa e la storia che racconti è molto interessante, ma a mio avviso soffre di due problematiche. La prima è di essere a sua volta agganciata a un'altra storia e senza conoscerla si fa fatica a ricostruire tutti gli avvenimenti. La seconda, come tu stesso dici, è di essere il risultato di numerosi tagli, per cui alcuni passaggi sono poco chiari e, soprattutto, accelerati. Si perde quindi parte della tensione che sono sicuro fosse presente nella tua prima stesura.
Sono certo che col tempo riuscirai a regolarti meglio sui caratteri di minuti contati e a scrivere testi che non necessitano di troppi tagli.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Gerry Ponsacchi
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#9 » sabato 25 novembre 2023, 12:43

Ciao Diego, mi ha convinto poco.
Ok la storia che c’è dietro e che viene svelata subito. Narrativamente poteva essere cucita meglio. Ci sono un sacco di spunti per un thriller psicologico, il loro primo dialogo in treno, il buttare lì una scacchiera fatta di stoffa, tutti ottimi ingredienti per la tua ricetta.
Ecco: secondo me c’è ancora da lavorare su come questi elementi vengono combinati assieme.
Il drop del tema: in quel punto preciso del racconto, quando sul treno tira fuori la scacchiera, mi dà l’idea di essere incollato appositamente.

Nota: separa le scene con un a capo di più, così la scansione temporale impatta maggiormente nella lettura e tiriamo il fiato.

La partita è forse la scena che mi ha convinto di meno. “Andò avanti così tutta la notte, in una sfida infinita segnata dagli errori che si abbattevano sul suo corpo martoriandolo.” Ma quanto può durare una partita di scacchi? Lui che schiuma dalla bocca, la scossa che lo tramortisce, lo sforzo mentale non indifferente per poter muovere i pezzi. Sono tutte azioni che si applicano poco al contesto. Voglio dire, stanno giocando una partita a scacchi. Mortale, certo, ma pur sempre a scacchi. Non è rollerball, non è un duello. Quindi insomma, mi ha convinto poco.

a presto,
g3rry

Cinzia Fabretti
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#10 » sabato 25 novembre 2023, 15:07

Buonasera Diego, ho letto con grandissimo piacere il tuo racconto, apprezzandone molto l'ambientazione. Ho inteso senza difficoltà la trama, con l'unica eccezione del perché dal piano ordinario si passi, davanti alla scacchiera, a quello sovrannaturale. Perché il pedone di muove da solo? E perché a ogni mossa debole una sorta di scossa elettrica percuote Haas? Se questo passaggio avesse avuto una spiegazione coerente, anche fantasy, sarebbe stato il massimo. Così, per me, manca qualcosa. Peccato, sarebbe stato il mio favorito per l'argomento e per l'atmosfera resa splendidamente. E comunque, resta un bellissimo racconto.

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Shanghai Kid
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#11 » domenica 26 novembre 2023, 21:53

Ciao Diego,
piacere di averti letto!
Non conoscevo l’opera di Maurensig, quindi, per cogliere davvero il senso del tuo racconto (che comunque funziona anche senza avere questo riferimento letterario, ma si fatica un po’ di più a starti dietro), mi sono informata. L’idea è buona e l’ho apprezzato. Katy ti ha ben sottolineato cosa rende un po’ complessa la lettura, che comunque ho trovato gradevole. Dei caratteri risicati hanno già parlato tutti. Insomma, una prova abbastanza buona, ma che non mi convince del tutto, specie rispetto al tema del contest.
A rileggerci,
Elisa

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gcdaddabbo
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#12 » domenica 26 novembre 2023, 22:47

Salve Diego!
Sono un giocatore di scacchi ed il titolo del tuo racconto mi ha riempito di aspettative.
L’omaggio a Paolo Mauresing mi ha posto in guardia.
Penso che per poter dare un giudizio completo e definitivo sul tuo racconto andrebbe letta e studiata prima la “Variante di Lünenburg”.
Tutto lo scritto è pieno di riferimenti ad elementi che vanno approfonditi con attenzione. Non mi resta che approssimare un giudizio basato sulla prima impressione che è buona, ma è frutto solo di una sensazione e non di una comprensione completa del testo.
Mi ritrovo come davanti ad uno studente che ti espone un teorema in maniera in modo così rapida da non riuscire a valutare se le sue sono solo parole che si rincorrono senza una sequenza logica o un’esposizione veramente brillante.
Quanto ho letto nei commenti non è finora riuscito a dissipare la nebbia fitta dei miei dubbi. Continuerò ad approfondire.
Intanto Buona IGNORANZA EROICA EDITION!

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MatteoMantoani
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#13 » martedì 28 novembre 2023, 10:26

Ciao Diego. Piacere di leggerti.
Ho letto "omaggio a Maurensig", e allora mi sono incuriosito. Il goriziano Maurensig è abbastanza famoso dalle mie parti, tanto che me l'hanno fatto leggere a scuola quando ero ragazzo e quindi ho qualche ricordo della trama della Variante di Lüneburg, di cui tu potresti aver fatto una specie di reboot.
Ti hanno già detto abbastanza su questo racconto, ma mi sento di darti qualche consiglio a mia volta.

Prima di tutto: lo stile di scrittura. Forse hai intenzionalmente appesantito lo stile per renderlo più vicino a quello di Maurensig, però attenzione perché a volte ritengo che lo stile infici la lettura.. prendiamo l'incipit: Dieter Frisch sudava mentre il riflesso piovoso dei sobborghi di Vienna scorreva attraverso il finestrino. Invece Hans Meier, il giovane seduto davanti a lui, aveva terminato il suo racconto rivelatore e ora aspettava la mossa dell’avversario, le cui pupille sembravano palline di un flipper.
Ecco dove mi sono bloccato.
Mentre: occhio alla consecutio delle scene, la simultaneità della azioni può essere resa in modo più fresco.
Finestrino. Di cosa? Autobus, macchina, treno..
In genere, aggiungi dettagli sensoriali per rendere l'esperienza di lettura più immediata.
Ecco come rifraserei. I tetti piovosi di Vienna scorrevano oltre il finestrino del treno, una goccia di sudore colò dalla fronte di Frisch e gli pizzicò un occhio.
Invece Hans Meier: iniziare una frase con "invece" mi pare poco accattivante.
Aveva finito il suo racconto rivelatore. Cioè? Cosa gli ha detto? Il lettore lo vuole sapere per attaccarsi alla vicenda, ma tu non lo spieghi.
aspettava la mossa dell'avversario quale mossa? Quale avversario? Sempre Frisch? O c'è una terza persona? Fissa il pdv su un solo personaggio e raccontaci tutto dalla sua prospettiva, così renderai la lettura più fluida.
le cui pupille sembravano palline di un flipper un particolare grottesco ed esagerato, fa uscire dal racconto.
Potrei continuare anche oltre, ma mi fermo qui, credo di aver reso l'idea. Ti segnalo solo un po' di errori sparsi sull'uso della d eufonica: ad oggi -> a oggi
Al di là dello stile che, come avrai capito, trovo molto migliorabile (e non è perché hai dovuto tagliare), anche i particolari della storia che racconti sono confusionari (forse qui sì, hai tagliato troppo).
Le scosse elettriche sono chiaramente un riferimento al libro originale, dove il protagonista si allenava con una scacchiera che dava scosse a ogni errore. Ma qui, il riferimento cade nel nulla, addirittura nel fantasy, mentre il tuo racconto è di tutt'altro genere. Inoltre, le partite a scacchi non si concludono con la cattura del re, che per definizione è l'unico pezzo che non può essere catturato, quindi la conclusione andrebbe rivista.

In definitiva, vedi tu come usare i consigli sullo stile, alla fine siamo tutti diversi e magari ti piace scrivere in una certa maniera, ma allora fai sempre attenzione a come lavori sulla leggibilità e sull'immediatezza del tuo testo: un lettore non deve mai essere costretto a fermarsi per cercare di capire una frase.

Per concludere, il mio consiglio generale è quello di scrivere ed esercitarti ancora con noi.

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antico
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Re: Il sacrificio del cavallo (omaggio a Paolo Maurensig)

Messaggio#14 » mercoledì 6 dicembre 2023, 16:02

Parto da una premessa: non credo a storie che non possano essere raccontate in un tot di caratteri e pertanto mi capita di rado di dire, qui, che i caratteri fossero troppo pochi per quello che si voleva raccontare. Pochi possono esserlo, è vero, ma solo per il come viene raccontata quella determinata storia. Quindi ecco che l'errore non sta nel tipo di storia che si è scelto di raccontare, ma nel come. Qui siamo in uno di quei casi: non posso dire che non sia scritto bene, ma il fatto che tu abbia dovuto tagliare parecchio e che questo abbia inficiato la lettura è un errore piuttosto frequente, ma sempre un errore. Un errore che danneggia il testo oltremodo, anche nel non permettere al lettore di stabilire la giusta empatia con i protagonisti. Insomma, una scelta sbagliata che ti ha penalizzato oltremodo. Per quanto detto, la mia valutazione è di un pollice tendente al positivo perché lo stile è più che buono, ma non in modo solido e neppure brillante.

Ps: aggiungo che mi sembri un'ottima penna e sono molto curioso di rivederti alla prova dopo questo prima esperienza in cui hai pagato lo scotto dei caratteri. Il mio consiglio è di scrivere tenendo sempre bene a mente a quanti caratteri sei in modo da capire quanto spazio hai ancora e come eventualmente indirizzare diversamente la tua narrazione.

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