Quello che c'è dopo

Appuntamento fissato per lunedì 20 novembre 2023 alle ore 21.00 con un tema di Jack Sensolini e Luca Mazza!
Thomas Del Duca
Messaggi: 1

Quello che c'è dopo

Messaggio#1 » lunedì 20 novembre 2023, 23:59

«Ascoltami bene» sbottò
«Il cappuccino puoi pure mettertelo nel culo!»
Alex si fece largo a spallate tra i clienti in attesa e spalancò con rabbia la porta del bar.
In strada si riempì i polmoni con l'aria che sapeva di pioggia e gas di scarico, e in bocca sentì quel saporaccio amaro che aveva da appena sveglio e che non c'era verso di sputare via.
Per un istante valutò l'ipotesi di tornare dentro e stringere le mani intorno al collo di quel barista ciccione; vederlo strabuzzare gli occhi.
«Adesso mi vedi stronzo?» gli avrebbe urlato.
Aveva ordinato la colazione a quel bastardo almeno dieci volte e lui niente; non l'aveva degnato di uno sguardo.
Eppure le altre persone le aveva viste benissimo. E le aveva servite tutte, tranne lui.
Alla fine decise di tornarsene a casa.
Dovette schivare decine di passanti che procedevano in senso contrario; gli venivano incontro a testa bassa, senza il minimo accenno di volerlo evitare, e Alex fu costretto a farsi da parte per non finire travolto.
«Ma che cazzo gli prende a tutti».
Trovò il portone aperto.
Filò su per le scale, pregustando la pace del suo salotto.
In fondo non aveva neanche così fame; si era svegliato con quel sapore di merda in bocca e sentì che gli mancava un niente per vomitare.
Raggiunse la sua porta e infilò la chiave.
Niente.
Non girava.
Sembrava che ci fosse il cemento dentro la serratura.
Provò a sfilare la chiave ma non veniva via.
«Ma porca troia maledetta»
Puntò i piedi e tirò con tutta la forza che aveva.
Niente.
Provò a girarla, a destra e a sinistra; tirò con entrambe le mani finché non la sentì cedere come fosse di burro.
L'aveva spezzata.
Allora scaricò un destro rabbioso, una mazzata dritta al centro della porta.
Senti il dolore esplodergli al centro della spalla e correre lungo il braccio fino alla punta della dita; le sentì bruciare come se le avesse schiacciate su una piastra arroventata.
La serratura di colpo scattò, e la porta si aprì cigolando.
Si trovo faccia a faccia con un tizio gigantesco; un viso e un corpo che non aveva mai visto prima.
Intravide alle sue spalle mobili e oggetti che non riconobbe.
Poi la porta si chiuse di nuovo e lo sconosciuto, senza aver fatto caso a lui, prese a scendere le scale a passo svelto.
Alex sentì le ginocchia piegarsi e scivolò a terra.
«Ma che cazzo vuol dire?».
Che fine aveva fatto casa sua? Perché nessuno lo vedeva?
Non poteva essere che un sognaccio; poco ma sicuro.
Provò a schiaffeggiarsi ma niente; a parte il dolore alla guancia tutto era rimasto uguale.
Si rizzò in piedi e scese di nuovo nell'androne.
Uscì in strada, scelse una direzione a caso e iniziò a correre.
Avanzava puntando e colpendo chiunque gli si si parasse davanti.
Questi rimanevano interdetti per qualche istante, come perplessi da quello che avevano sentito; si guardavano intorno, mai verso di lui, e dopo poco ripartivano come se niente fosse.
Una donna, travolta da Alex, finì addirittura a terra.
Un paio di passanti la aiutarono a rialzarsi, lei li ringraziò e tutti ripresero la loro strada, senza che nessuno facesse caso a lui.
Smise di correre e si trascinò ai giardinetti, puntò l'edicola e afferrò il primo quotidiano che si trovò sotto mano.
L'edicolante, nonostante guardasse nella sua direzione, non mostrò di essersi accorto di nulla e Alex potè leggere la data stampata sotto la testata:
Mercoledì 10 novembre.
Un giorno feriale e lui non era al lavoro.
Perché non era al lavoro?
Che lavoro faceva? Non riusciva proprio a ricordarlo
Pochi passi più avanti un ambulante esponeva delle ciambelle gigantesche che sembravano copertoni sgonfi.
Ne prese una e ne strappò un morso.
Si aspettava il solito aroma zuccherino sulla lingua ma non sentì niente, né quello né altro. Percepì solo la consistenza gommosa del boccone, che si muoveva in bocca senza sapore.
Alex sentì il cervello esplodere.
Sputò via la ciambella e corse fino a raggiungere le aiuole ai lati della strada.
Iniziò a strappare disperatamente fiori e terriccio, li infilò in bocca fino quasi a soffocare.
Niente.
Niente sapeva di niente.
Si fermò solo quando sentì qualcosa sfiorargli la spalla.
Riconobbe una mano.
Una mano piccola e ossuta.
Si girò di scatto e sentì il cuore fermarsi.
Era Ezio, il suo vicino di casa.
Era un vecchio stronzo che passava le giornate a vagare per le strade e prendendo a parolacce chiunque gli rivolgesse la parola.
Era, appunto, perché Ezio era morto da un anno.
«È inutile che ti affanni, tanto non cambia, non cambia più» gli disse ridacchiando
«Cosa non cambia? Che vuol dire? Che cazzo mi è successo?» urlò Alex.
«Non strillare, non serve a niente, una volta che hanno deciso non ci ripensano più, tanto vale che ti abitui»
«Ma chi ha deciso? Mi devo abituare a cosa?....ma poi tu sei morto?»
Ezio sorrise:
«Appunto»
Detto questo girò sui tacchi e si allontanò.
Alex lo vide fare pochi passi e sentì che iniziava a canticchiare; era una canzone che non aveva mai sentito ma riconobbe le parole;
«Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente».



Avatar utente
antico
Messaggi: 7249

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#2 » martedì 21 novembre 2023, 0:03

Ciao Thomas e benvenuto nell'Arena! Dovresti avere ricevuto una mia richiesta di amicizia su FB (Maurizio Bertino). Se non sei ancora nel gruppo FB di MC, t'invito a entrarci per goderti al massimo l'edizione. Detto questo: parametri tutti ok, buona IGNORANZA EROICA EDITION!

alexandra.fischer
Messaggi: 2888

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#3 » martedì 21 novembre 2023, 15:48

Tema centrato. Bello lo stravolgimento di trama. Alex prima sembra la vittima di una giornata no. Il barista che lo serve per ultimo, la gente che cammina nella direzione opposta alla sua. La porta di casa che non si apre e dalla quale esce un omone. Il giornale, poi, riporta la data di un giorno lavorativo ma lui non è al lavoro. Prova ad acquistare una ciambella, ma ha un sapore cattivo. Infine, incontra il bisbetico vicino Ezio, morto da un anno. Questi lo avverte che è morto anche lui. Di qui la serie di disgrazie. Storia interessante soprattutto perché nel finale la citazione dantesca chiarisce al lettore dove è finito Alex.
Attenzione:
ma che cazzo gli prende, a tutti?
Sentì il dolore esplodergli

Avatar utente
Maurizio Chierchia
Messaggi: 265

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#4 » martedì 21 novembre 2023, 17:20

Ciao Thomas.
Racconto ben scritto ma con qualche sbavatura. Storia non originale e che non comprende colpo di scena. Sarò sincero, dalle prime due righe avevo capito che si trattasse di un fantasma. Mi sono piaciute però alcune scene, come quella della donna che cade e di lui che mangia l'erba e i fiori per capire se sente i sapori. Una scena in particolare però non l'ho digerita bene:
Smise di correre e si trascinò ai giardinetti, puntò l'edicola e afferrò il primo quotidiano che si trovò sotto mano.
L'edicolante, nonostante guardasse nella sua direzione, non mostrò di essersi accorto di nulla...
Se lui è un fantasma che può interagire col mondo reale, cosa che ci fai notare con la scena della donna che cade, come fa l'edicolante a non notare un giornale che resta sospeso a mezz'aria? so che sembra una banalità, ma questa banalità rompe l'immersività che hai dato al testo.
Nel complesso comunque una buona prova, anche se il colpo di scena è troppo prevedibile.
Ti auguro buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

Ragazzo
Messaggi: 54

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#5 » mercoledì 22 novembre 2023, 19:57

Bel racconto. E' straniante, perché come il protagonista non capisce perché lui si trovi in quella situazione (è certamente morto, ma perché continua a vagare così?), anche il lettore rimane spiazzato.
Complimenti.

Avatar utente
Fagiolo17
Messaggi: 533

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#6 » mercoledì 22 novembre 2023, 20:45

Ciao Thomas e piacere di averti letto.
Il tuo racconto mi lascia con alcuni dubbi. Il nostro Alex, è un fantasma o non lo è? Quando interagisce con l’ambiente circostante, cosa vede la gente? E poi, può colpire le persone o ci passa attraverso? Una la fa cadere quindi suppongo di sì, però le altre le colpisce e loro se ne accorgono o no?
Perché la chiave riesce a infilarla ma poi si spezza? Quindi le cose riesce a maneggiarle? Però quando prende in mano il giornale e l’edicolante non se ne accorge, com’è la dinamica? Il giornale svolazza come se lo reggesse un uomo invisibile o sparisce?
A livello stilistico invece ti do un consiglio non richiesto: hai usato circa 12 o 13 verbi percettivi, di cui 9 volte “sentì” cerca di eliminarli tutti (o quasi), il testo risulterà molto molto più scorrevole.
In bocca al lupo per l’edizione.

Gaia Peruzzo
Messaggi: 204

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#7 » giovedì 23 novembre 2023, 12:14

Ciao Thomas. Il tuo racconto sarebbe una bella trasposizione per un cartone animato. Ma alcune azioni che compie Alex sono veramente "strane", come ti hanno già fatto notare. Sembra strano che nessuno noti il giornale, la ciambella morsicata, o l'erba che viene strappata. Tutto dovrebbe levitare per aria per un po', dato che sono cose che lui afferra con le mani, e comunque i passanti notano qualcosa, quando lui li colpisce e cammina in mezzo a loro. Non avevo capito fin da subito che fosse un fantasma, però non mi ha sorpreso. È un racconto simpatico, anche se a volte le frasi diventano quasi una lista e, per me, gli danno un'aria robotica.
Ti faccio un esempio:
Era Ezio il suo vicino di casa.
Era un vecchio stronzo [...]
Era, appunto, perché [...]
Qui ti sarebbe bastato togliere tutti quegli “era” per renderlo più scorrevole, anche se qui volevi appunto dare rimarcare il fatto che fosse morto.
Molto bella l'idea, ma poteva secondo me poteva essere realizzata con un po’ più di attenzione.
In bocca al lupo per la gara!

Gaia Peruzzo
Messaggi: 204

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#8 » giovedì 23 novembre 2023, 18:09

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Thomas. Il tuo racconto sarebbe una bella trasposizione per un cartone animato. Ma alcune azioni che compie Alex sono veramente "strane", come ti hanno già fatto notare. Sembra strano che nessuno noti il giornale, la ciambella morsicata, o l'erba che viene strappata. Tutto dovrebbe levitare per aria per un po', dato che sono cose che lui afferra con le mani, e comunque i passanti notano qualcosa, quando lui li colpisce e cammina in mezzo a loro. Non avevo capito fin da subito che fosse un fantasma, però non mi ha sorpreso. È un racconto simpatico, anche se a volte le frasi diventano quasi una lista e, per me, gli danno un'aria robotica.
Ti faccio un esempio:
Era Ezio il suo vicino di casa.
Era un vecchio stronzo [...]
Era, appunto, perché [...]
Qui ti sarebbe bastato togliere tutti quegli “era” per renderlo più scorrevole, anche se qui volevi appunto rimarcare il fatto che fosse morto.
Molto bella l'idea, ma secondo me poteva essere realizzata con un po’ più di attenzione. Non scoraggiarti per il mio parere, non del tutto positivo. Sono sicura che la prossima volta andrà meglio.
In bocca al lupo per la gara!


Ecco volevo solo modificare il messaggio che ti avevo scritto sopra e ho fatto casino. Scusami. Sia perché lo avevo scritto mentre stavo pranzando e quindi avevo fatto un po' di errori, sia perché ripensandoci mi sembrava di essere stata troppo brusca. Pensavo che lo stavo modificando e invece ne ho creato un altro nuovo. Ops.

Avatar utente
Fkafka
Messaggi: 25

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#9 » domenica 26 novembre 2023, 18:28

Ciao. Purtroppo devo dirti che non mi è piaciuto. La scrittura è piacevole e scorre bene (al netto di qualche bavatura e ripetizione evitabile), ma secondo me non solo non è centrato il tema, ma anche la storia in sé è una cosa letta e riletta svariate volte. Inoltre l’effetti sorpresa viene annullato subito perché si capisce troppo presto dove si vuole andare a parare con il discorso dell’invisibilità.

Avatar utente
Andrea Furlan
Messaggi: 411

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#10 » martedì 28 novembre 2023, 0:03

Ciao Thomas, benvenuto nell’Arena!
Il tuo racconto non mi è dispiaciuto, ma l’ho trovato un po’ già visto e troppo ripetitivo. Ho capito che il protagonista era un fantasma già dalle prime righe e tutto il resto è stato giocato sullo stesso tema senza variare, rendendo il testo noioso. A mio avviso avresti potuto inserire una partner o un figlio, qualcuno che fosse legato a lui affettivamente per renderlo più umano e farci vedere il suo dramma, mentre in questo modo rimane tutto molto superficiale, con emozioni appena accennate. Diversi elementi mi sono sembrati presi un po’ di peso da film simili, come gli effetti sulle persone (Ghost) e la chiave che non vuole saperne di funzionare (Il sesto senso). Avrei cercato di dare una tua interpretazione più personale e originale al tutto, appunto facendo più attenzione agli aspetti emotivi. Il tema mi sembra centrato nonostante tutto, anche senza esplicitarlo più chiaramente.

Giovanni P
Messaggi: 209

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#11 » mercoledì 29 novembre 2023, 13:23

Il tuo racconto ha centrato il tema, la storia è semplice ma molto efficace. Nel leggerla ho visualizzato perfettamente ogni passaggio, scrivi molto bene secondo me. I sentimenti che hanno prevalso nella lettura sono il fastidio, lo smarrimento e infine l'accettazione. Se le cose stessero così molti potrebbero accontentarsi.

Avatar utente
AndreaCrevola
Messaggi: 170

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#12 » mercoledì 29 novembre 2023, 22:27

Ciao Thomas, piacere e benvenuto nell'Arena.
Ho trovato il tuo racconto un po' "telefonato". L'idea che il protagonista fosse morto (conoscere il tema dell'edizione, non aiuta la sorpresa) mi è parsa evidente fin dalle prime righe e quindi da lettore ho atteso con ansia che accadesse qualcosa che sovvertisse almeno in parte il senso di già letto/visto (magari erano morti tutti gli altri e lui no? :-) ).
Le diverse micro-scene che si susseguono fanno accadere molte cose nella vicenda del protagonista, ma nessuna sembra dare una vera svolta alla trama: sono tutte variazioni dell'incipit, tutto sommato.
In merito allo stile, l'ho trovato un po' cantilenante e quindi a tendere monotono. Mi è parsa una prima bozza di scrittura che può di certo migliorare con dell'editing più ragionato rispetto alla frenesia del contest.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7249

Re: Quello che c'è dopo

Messaggio#13 » giovedì 7 dicembre 2023, 18:56

Ordunque, vado controcorrente e dico che il racconto mi è piaciuto. L'effetto straniante è reso molto bene e fino alla battuta del vicino "morto" è andato tutto bene perché hai aperto una questione bella e buona, ovvero che fosse il mondo che avesse deciso che qualcuno era morto e qundi sparito. Poi però non chiudi bene, risulta un finale affrettato e non c'è neppure un gancio per il lettore cui appigliarsi perché banalizzi, a mio modo di vedere, con quei versi che non sono assolutamente sufficienti. Peccato, ma uno sprone a sistemarlo perché c'è parecchio potenziale. Per me un pollice tendente al positivo in modo quasi solido e anche quasi brillante.

Torna a “Ignoranza Eroica Edition - la TERZA dell'UNDICESIMA ERA - 177° ALL TIME”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite