Pedrito

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 18 dicembre con un tema di Luigi Musolino e 3000 caratteri a disposizione!
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SarahSante
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Pedrito

Messaggio#1 » martedì 19 dicembre 2023, 0:58

MAGGIO
“Siamo arrivati Pedrito” esco dall’auto. La casa di pietra è come la ricordavo.
“Stai scherzando, papà?” Pedro sposta lo sguardo dalla casa alla boscaglia tutta intorno.
“Staremo qui per un po’, ci farà bene”.
“Ma i miei amici, Milano”. Scuote il ciuffo come faceva sua madre e corre via.
“Ti aspetto dentro casa” gli urlo. La porta è pesante. Apro le finestre, la luce illumina polvere e ragnatele.
È la decisione giusta mi dico prendendo dal camino una vecchia foto di Elena. Il colore scolorito dell’immagine non rende giustizia al rosso acceso dei capelli. Ci eravamo appena conosciuti, lei esperta di montagna, io alla mia prima salita.
La porta sbatte con forza.
“Mi dici che ci facciamo qui in mezzo al nulla?” Pedro mi guarda con il viso appena sollevato, ormai è alto quasi come me.
“Io e mamma venivamo qui tutte le estati prima che tu nascessi. A Milano tutto ce la ricorda, qui ci ritroveremo, Pedrito”.
Mi volta le spalle e se ne va. Come può essere lo stesso bambino dolce che Elena stringeva tra le braccia?

GIUGNO
Tutte le mattine mi alzo e vado a camminare nel bosco. Sto meglio. Tranne che per Pedro.
“Dai, esci a camminare con me, non puoi stare sempre buttato in casa”.
“Non mi piace la natura”. Nemmeno alza la testa dal cellulare.
Tutti i giorni la stessa storia, ma io sono paziente.

LUGLIO
L’ho convinto a uscire, non so nemmeno come. Il sole è caldo, appena velato da qualche nuvola. Pedro sbuffa, ma cammina.
“Pedrito, questa è stata la prima passeggiata che ho fatto con mamma. Lei amava tanto questo posto”.
Lui non dice niente.
Alzo gli occhi. Le nuvole si stanno addensando, ma non possiamo tornare indietro proprio ora.
“Lo so che ti manca, manca anche a me”. La voce mi si strozza in gola, chiudo gli occhi mentre cammino. E la ritrovo. Elena è accanto a me, le rocce dure della montagna sotto i nostri piedi e la sua mano che sfugge dalla mia come quel giorno.
Riapro gli occhi. Sono solo. “Pedro. Pedro, dove sei?” urlo, ma nessuno risponde. Mi giro su me stesso, torno indietro.
“Papà” una voce flebile. È Pedrito. Vedo un dirupo e lui appeso per un ramo.
“Mi sono fatto male”.
Allungo il braccio, ma un profumo troppo simile a quello di Elena mi arriva alle narici. Mi blocco.
“Papà!”. Mi scuoto, afferro il braccio di Pedro. La voce di Elena mi sussurra nell’orecchio parole dolci “stai con me, amore mio”.
“Papà il ramo si sta per spezzare”.
Le nuvole cominciarono a gocciolare pioggia sempre più densa.
“Scivolo, papà per piacere. Pensa al cemento, all’asfalto. La natura fa schifo, ha ucciso la mamma. Io voglio vivere. Tirami su. Papàààà”.
Il grido si fa sempre più lungo. Ruzzoliamo insieme fino a un largo masso.
Sono ancora vivo. Abbraccio Pedro. Cerco di capire come sta. Abbiamo delle slogature, ma niente di più.
“Papà, ora basta. Si torna a Milano. Qui è troppo pericoloso”.
Risalgo con lui, ma prima di andare via guardo il dirupo e la parte di me che è caduta fino in fondo per raggiungere Elena.
Tu in qualche modo sei qui, amore mio e io resto con te.



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antico
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Re: Pedrito

Messaggio#2 » martedì 19 dicembre 2023, 1:01

Ciao Sarah! Tutto ok con i parametri, buona LUIGI MUSOLINO EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Pedrito

Messaggio#3 » martedì 19 dicembre 2023, 13:21

Tema centrato. Bella la scansione temporale estiva. E anche l’uso di un personaggio che fa da voce narrante. È il padre di Pedro, che ha deciso di portare il figlio in montagna per superare il lutto della morte della madre. Anche quei luoghi ricordano al protagonista la moglie defunta. Basta un incidente in montagna per convincerlo a dare retta alle continue proteste del figlio che la odia. Bella la scena del dirupo in cui il protagonista si sente vicino alla moglie, morta probabilmente in un incidente in montagna.

PuntiDiDomanda
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Re: Pedrito

Messaggio#4 » mercoledì 20 dicembre 2023, 23:21

Ciao Sarah!

Allora, secondo me l'idea è carina, di per sé non è troppo originale ma ha degli elementi peculiari, come una visione negativa di quella parte di natura che di solito viene "sublimata" o il rapporto col figlio che in realtà passa in secondo piano, però dal mio punto di vista ha un problema piuttosto importante di struttura, che tra l'altro - quasi paradossalmente - è ben rappresentato dal secondo elemento di originalità che ho sottolineato.
Nello specifico, il racconto nasce promettendo uno sviluppo del rapporto tra padre e figlio, o quantomeno la centralità del loro conflitto, poiché l'incipit (prime tre righe) si focalizza su quello, così come la totalità del secondo paragrafo, mentre in seguito Pedro passa sullo sfondo, diventando quasi una sorta di McGuffin della storia.

All'improvviso (tra secondo e terzo paragrafo, per la precisione) mi sono ritrovato sballottato da una storia su un padre e un figlio che devono tornare a comprendersi, dopo aver perso la donna della loro vita, a una in cui il secondo perde il suo valore di personaggio e diventa un escamotage per approfondire le turbe del POV riguardo l'ex moglie. Non a caso quando ho letto la prima frase di LUGLIO (che peraltro è un piccolo tellino, per com'è scritta, ma minuzie) sono rimasto deluso, pensando "ah, uffa, la parte più interessante della vicenda l'ha skippata".
Non che la questione Elena non lo fosse, intendiamoci, ma per renderla poi il centro nevralgico della storia bisognava concepire diversamente tutta la prima parte.

Un paio di note stilistiche:
le lettere ripetute (Papàààà) se non c'è un motivo davvero molto forte tendono a dare fastidio a tanti;
È la decisione giusta mi dico prendendo dal camino una vecchia foto di Elena.

la frase è contorta e arzigogolata, cosa che secondo me deriva dal voler utilizzare il verbo dichiarativo, e fatico a pensare che rispetti la consecutio temporum delle azioni.
Prendo dal camino una vecchia foto di Elena. Portarlo qui è stata la decisione giusta. L'immagine è scolorita, non rende giustizia [...]

Prima alternativa che mi viene, provando anche a levare la ripetizione "colore scolorito".

A ogni modo la vicenda psicologica del protagonista funziona, quindi da quel punto di vista bene. Non penso fosse il tuo scopo, ma con più caratteri a disposizione potevi fare una roba fighissima, ovvero mostrare che al protagonista non frega veramente nulla del figlio, perché gli importa soltanto della ex moglie. Se avessi affondato il colpo su quella cosa (ma in 3k caratteri non so se è possibile), i difetti di cui sopra sarebbero potuti diventare punti di forza, però così il colpo rimane un po' in canna.

Ah, ultima cosa, in caso di revisione del racconto, c'è un passato remoto (cominciarono) da correggere.
Buona edizione!

srcm
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Re: Pedrito

Messaggio#5 » sabato 23 dicembre 2023, 16:07

Tematicamente questo racconto ha degli elementi interessanti. Il rapporto tra padre e figlio, l'assenza della madre e l'elaborazione del lutto.
Mi spiace che anche qui (ma il tema inevitabilmente ci portava un po' tutti in quella direzione) il fatto di processare la natura come nemico tolga in parte il focus dalle responsabilità e dalle scelte degli uomini stessi.
Ho trovato poi un po' insolito che il padre, per allontanarsi da un luogo che gli ricordava la madre, decidesse di andare col figlio in un luogo che se non è lo stesso in cui la madre è morta poco ci manca.
Apprezzo però che qui il percorso del protagonista di elaborazione del lutto sia trattato in maniera ben sviluppata conducendo il padre ad accettare la sua separazione dalla madre nello stesso tempo in cui accetta l'impossibilità per il figlio di amare la natura.

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gcdaddabbo
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Re: Pedrito

Messaggio#6 » sabato 23 dicembre 2023, 19:58

Ciao, Sarah! Piacere di rileggerti!
La prima parte del tuo racconto mi è piaciuta, poi ho avuto l’impressione che abbia dovuto lottare con il tempo e con i caratteri. Quello che succede, non è del tutto chiaro. “Nuvole che cominciano a gocciolare pioggia sempre più densa”? Pedro che sta per cadere e dice: “Pensa al cemento, all’asfalto”?
Il tema è un po’ forzato. Non è la Natura ad essere Matrigna; ma uno sbuffante adolescente a giudicarla così.
Qual è il significato della frase finale? Quel “Tu” chi lo dice? A chi?
Elena è caduta come poteva finire sotto un tram o essere colpita da una raffica di mitra.
Buona Luigi Musolino Edition! Buon 2024!

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SarahSante
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Re: Pedrito

Messaggio#7 » domenica 24 dicembre 2023, 17:32

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Bella la scansione temporale estiva. E anche l’uso di un personaggio che fa da voce narrante. È il padre di Pedro, che ha deciso di portare il figlio in montagna per superare il lutto della morte della madre. Anche quei luoghi ricordano al protagonista la moglie defunta. Basta un incidente in montagna per convincerlo a dare retta alle continue proteste del figlio che la odia. Bella la scena del dirupo in cui il protagonista si sente vicino alla moglie, morta probabilmente in un incidente in montagna.


Grazie Alexandra

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SarahSante
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Re: Pedrito

Messaggio#8 » domenica 24 dicembre 2023, 17:54

PuntiDiDomanda ha scritto:Ciao Sarah!

Allora, secondo me l'idea è carina, di per sé non è troppo originale ma ha degli elementi peculiari, come una visione negativa di quella parte di natura che di solito viene "sublimata" o il rapporto col figlio che in realtà passa in secondo piano, però dal mio punto di vista ha un problema piuttosto importante di struttura, che tra l'altro - quasi paradossalmente - è ben rappresentato dal secondo elemento di originalità che ho sottolineato.
Nello specifico, il racconto nasce promettendo uno sviluppo del rapporto tra padre e figlio, o quantomeno la centralità del loro conflitto, poiché l'incipit (prime tre righe) si focalizza su quello, così come la totalità del secondo paragrafo, mentre in seguito Pedro passa sullo sfondo, diventando quasi una sorta di McGuffin della storia.

All'improvviso (tra secondo e terzo paragrafo, per la precisione) mi sono ritrovato sballottato da una storia su un padre e un figlio che devono tornare a comprendersi, dopo aver perso la donna della loro vita, a una in cui il secondo perde il suo valore di personaggio e diventa un escamotage per approfondire le turbe del POV riguardo l'ex moglie. Non a caso quando ho letto la prima frase di LUGLIO (che peraltro è un piccolo tellino, per com'è scritta, ma minuzie) sono rimasto deluso, pensando "ah, uffa, la parte più interessante della vicenda l'ha skippata".
Non che la questione Elena non lo fosse, intendiamoci, ma per renderla poi il centro nevralgico della storia bisognava concepire diversamente tutta la prima parte.

Un paio di note stilistiche:
le lettere ripetute (Papàààà) se non c'è un motivo davvero molto forte tendono a dare fastidio a tanti;
È la decisione giusta mi dico prendendo dal camino una vecchia foto di Elena.

la frase è contorta e arzigogolata, cosa che secondo me deriva dal voler utilizzare il verbo dichiarativo, e fatico a pensare che rispetti la consecutio temporum delle azioni.
Prendo dal camino una vecchia foto di Elena. Portarlo qui è stata la decisione giusta. L'immagine è scolorita, non rende giustizia [...]

Prima alternativa che mi viene, provando anche a levare la ripetizione "colore scolorito".

A ogni modo la vicenda psicologica del protagonista funziona, quindi da quel punto di vista bene. Non penso fosse il tuo scopo, ma con più caratteri a disposizione potevi fare una roba fighissima, ovvero mostrare che al protagonista non frega veramente nulla del figlio, perché gli importa soltanto della ex moglie. Se avessi affondato il colpo su quella cosa (ma in 3k caratteri non so se è possibile), i difetti di cui sopra sarebbero potuti diventare punti di forza, però così il colpo rimane un po' in canna.

Ah, ultima cosa, in caso di revisione del racconto, c'è un passato remoto (cominciarono) da correggere.
Buona edizione!


Grazie per il commento approfondito e per i consigli. Diciamo che mi sarebbe servita un'ora extra almeno (e più caratteri) per sistemare quello che già non mi convinceva mentre stavo postando. La mia intenzione era mostrare questo padre, che cerca rifugio e conforto nella natura insieme al figlio dicendosi che vuole andare avanti, stare meglio e aiutare anche il figlio a stare meglio, quando quello che in realtà deve affrontare (anche per aiutare davvero Pedro) è il dolore della perdita e quella parte di sé che avrebbe voluto morire insieme alla moglie. E la scelta è quindi tra questa parte e Pedrito.

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SarahSante
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Re: Pedrito

Messaggio#9 » domenica 24 dicembre 2023, 18:04

srcm ha scritto:Tematicamente questo racconto ha degli elementi interessanti. Il rapporto tra padre e figlio, l'assenza della madre e l'elaborazione del lutto.
Mi spiace che anche qui (ma il tema inevitabilmente ci portava un po' tutti in quella direzione) il fatto di processare la natura come nemico tolga in parte il focus dalle responsabilità e dalle scelte degli uomini stessi.
Ho trovato poi un po' insolito che il padre, per allontanarsi da un luogo che gli ricordava la madre, decidesse di andare col figlio in un luogo che se non è lo stesso in cui la madre è morta poco ci manca.
Apprezzo però che qui il percorso del protagonista di elaborazione del lutto sia trattato in maniera ben sviluppata conducendo il padre ad accettare la sua separazione dalla madre nello stesso tempo in cui accetta l'impossibilità per il figlio di amare la natura.


Grazie dei commenti. Mentre postavo ho pensato che qualcuno avrebbe notato la contraddizione che segnali. Paolo va nel un luogo in cui è stato felice con la moglie anche se il casale è in un contesto naturale parzialmente simile a quello in cui lei è morta perché a guidarlo è la parte che vorrebbe seguire Elena nella morte e che si esprime nella parte finale del racconto.

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SarahSante
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Re: Pedrito

Messaggio#10 » domenica 24 dicembre 2023, 18:08

gcdaddabbo ha scritto:Ciao, Sarah! Piacere di rileggerti!
La prima parte del tuo racconto mi è piaciuta, poi ho avuto l’impressione che abbia dovuto lottare con il tempo e con i caratteri. Quello che succede, non è del tutto chiaro. “Nuvole che cominciano a gocciolare pioggia sempre più densa”? Pedro che sta per cadere e dice: “Pensa al cemento, all’asfalto”?
Il tema è un po’ forzato. Non è la Natura ad essere Matrigna; ma uno sbuffante adolescente a giudicarla così.
Qual è il significato della frase finale? Quel “Tu” chi lo dice? A chi?
Elena è caduta come poteva finire sotto un tram o essere colpita da una raffica di mitra.
Buona Luigi Musolino Edition! Buon 2024!


Grazie dei commenti Giovanni. Hai colto bene, ho in effetti avuto il mio daffare con tempo e caratteri.
La natura è matrigna perché ha tolto al protagonista la moglie e rischia di uccidere lui e il figlio. Il tu della frase finale è rivolto alla moglie morta

PuntiDiDomanda
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Re: Pedrito

Messaggio#11 » lunedì 25 dicembre 2023, 5:02

SarahSante ha scritto:
Grazie per il commento approfondito e per i consigli. Diciamo che mi sarebbe servita un'ora extra almeno (e più caratteri) per sistemare quello che già non mi convinceva mentre stavo postando. La mia intenzione era mostrare questo padre, che cerca rifugio e conforto nella natura insieme al figlio dicendosi che vuole andare avanti, stare meglio e aiutare anche il figlio a stare meglio, quando quello che in realtà deve affrontare (anche per aiutare davvero Pedro) è il dolore della perdita e quella parte di sé che avrebbe voluto morire insieme alla moglie. E la scelta è quindi tra questa parte e Pedrito.

Capisco benissimo la lotta contro tempo e caratteri in questo contest, anche io ho fatto e sto facendo abbastanza fatica a sfruttarli al meglio. Probabilmente con un po' più di agio da quel punto di vista avresti migliorato molte cose.

LeggErika3
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Re: Pedrito

Messaggio#12 » lunedì 25 dicembre 2023, 19:50

Ciao, il racconto parte bene e mi ha intrigato. Diciamo che fino a quando padre e figlio non partono per la passeggiata va tutto bene. Poi il papà si distrae, Pedrito scompare e si apre una scena che trovo un po’ confusa. Prima di tutto il richiamo flebile: caspita, sei appeso a un ramo su un dirupo (un po’ cartoon, ma in montagna può capitare), se non sei semimorto (e lui non lo è), come minimo gridi come un pazzo. Poi, quando finalmente tira fuori la voce, Pedrito dice cose davvero strane “pensa all’asfalto”? Ma perché? Mi sembrano delle battute improbabili.
Alla fine deduco (ma non è chiaro) che la madre sia caduta in montagna e mi piace il finale, dove il marito vorrebbe ritrovarla persino nella morte ma si fa forza per il figlio. Commovente. Ma la parte centrale non mi ha convinto, mi spiace.

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Re: Pedrito

Messaggio#13 » martedì 26 dicembre 2023, 17:24

Ciao Sarah, piacere di aver letto il tuo racconto.
Un padre porta il figlio in una baita di montagna per l’estate, allo scopo di superare il lutto per la scomparsa della madre.
La prima parte è quella che mi ha convinto di più. Si coglie la tensione tra padre e figlio per via di un cambiamento passato con cui entrambi devono fare i conti. Limitandosi al testo, tuttavia, non è chiaro cosa sia successo a Elena: è morta o li ha lasciati? Sappiamo che Elena va “ricordata”, ma si poteva essere più espliciti.
La parte centrale (Giugno) mi sembra che non aggiunga nulla alla vicenda. Se fossi passata direttamente alla successiva (magari con un “Finalmente l’ho convinto a uscire dopo due mesi”) non se ne sarebbe sentita la mancanza.
Nella terza accadono gli avvenimenti principali della storia. Messi insieme sono credibili, nella narrazione, anche se presi singolarmente sono poco coerenti: nel tempo di una battuta, il padre perde di vista il figlio che è già in un dirupo; a fronte della disperazione del figlio appeso a un ramo, il padre si lascia prendere dalla nostalgia della moglie e indugia prima di tentare un salvataggio; il figlio che azzarda un richiamo alla vità di città mentre sta rischiando la vita; il padre che cade nel dirupo stesso senza che si comprenda come sia potuto accadere. La battuta finale è a mio avviso poco chiara: c’è qualcosa che me la rende in contraddizione con la constatazione della riga precedente (che poteva essere un ottimo finale: il protagonista salva il figlio e se stesso dalla caduta, sia fisica sia psicologica nella nostalgia).

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Mario Mazzafoglie
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Re: Pedrito

Messaggio#14 » martedì 26 dicembre 2023, 21:39

PEDRITO - SARAH SANTE

Ciao Sarah, un piacere leggerti.
Purtroppo ci sono un po' troppe cose che non ho apprezzato in questo racconto.
Parto dal fatto che ci siano troppi stacchi temporali, e stiamo parlando di un racconto di soli 3000 caratteri, per cui avrei gradito un unico
capoverso, al massimo due se proprio ci fosse stato il bisogno. Ma in questo caso, con una costruzione migliore della storia, ci saresti potuto benissimo riuscire
con uno solo.
Altro aspetto in cui secondo me potevi fare meglio è quello dei dialoghi, che risultano inverosimili, soprattutto nella parte finale in cui c'è qualcuno
appeso a un ramo di un albero, per cui la tensione dovrebbe essere percebibile ma purtroppo non lo è.
La storia in sè non è male, anzi. Poi vai a toccare delle corde importanti, raccontando del rapporto padre figlio e di un lutto che ne ha sconvolto l'esistenza.
A mio avviso il tuo intento è riuscito a metà.
Alla prossima, buona edition e buone feste.

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Luca Moggia
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Re: Pedrito

Messaggio#15 » mercoledì 27 dicembre 2023, 12:56

SarahSante ha scritto:MAGGIO
“Siamo arrivati Pedrito” esco dall’auto. La casa di pietra è come la ricordavo.
“Stai scherzando, papà?” Pedro sposta lo sguardo dalla casa alla boscaglia tutta intorno.
“Staremo qui per un po’, ci farà bene”.
“Ma i miei amici, Milano”. Scuote il ciuffo come faceva sua madre e corre via.
“Ti aspetto dentro casa” gli urlo. La porta è pesante. Apro le finestre, la luce illumina polvere e ragnatele.
È la decisione giusta mi dico prendendo dal camino una vecchia foto di Elena. Il colore scolorito dell’immagine non rende giustizia al rosso acceso dei capelli. Ci eravamo appena conosciuti, lei esperta di montagna, io alla mia prima salita.
La porta sbatte con forza.
“Mi dici che ci facciamo qui in mezzo al nulla?” Pedro mi guarda con il viso appena sollevato, ormai è alto quasi come me.
“Io e mamma venivamo qui tutte le estati prima che tu nascessi. A Milano tutto ce la ricorda, qui ci ritroveremo, Pedrito”.
Mi volta le spalle e se ne va. Come può essere lo stesso bambino dolce che Elena stringeva tra le braccia?

GIUGNO
Tutte le mattine mi alzo e vado a camminare nel bosco. Sto meglio. Tranne che per Pedro.
“Dai, esci a camminare con me, non puoi stare sempre buttato in casa”.
“Non mi piace la natura”. Nemmeno alza la testa dal cellulare.
Tutti i giorni la stessa storia, ma io sono paziente.

LUGLIO
L’ho convinto a uscire, non so nemmeno come. Il sole è caldo, appena velato da qualche nuvola. Pedro sbuffa, ma cammina.
“Pedrito, questa è stata la prima passeggiata che ho fatto con mamma. Lei amava tanto questo posto”.
Lui non dice niente.
Alzo gli occhi. Le nuvole si stanno addensando, ma non possiamo tornare indietro proprio ora.
“Lo so che ti manca, manca anche a me”. La voce mi si strozza in gola, chiudo gli occhi mentre cammino. E la ritrovo. Elena è accanto a me, le rocce dure della montagna sotto i nostri piedi e la sua mano che sfugge dalla mia come quel giorno.
Riapro gli occhi. Sono solo. “Pedro. Pedro, dove sei?” urlo, ma nessuno risponde. Mi giro su me stesso, torno indietro.
“Papà” una voce flebile. È Pedrito. Vedo un dirupo e lui appeso per un ramo.
“Mi sono fatto male”.
Allungo il braccio, ma un profumo troppo simile a quello di Elena mi arriva alle narici. Mi blocco.
“Papà!”. Mi scuoto, afferro il braccio di Pedro. La voce di Elena mi sussurra nell’orecchio parole dolci “stai con me, amore mio”.
“Papà il ramo si sta per spezzare”.
Le nuvole cominciarono a gocciolare pioggia sempre più densa.
“Scivolo, papà per piacere. Pensa al cemento, all’asfalto. La natura fa schifo, ha ucciso la mamma. Io voglio vivere. Tirami su. Papàààà”.
Il grido si fa sempre più lungo. Ruzzoliamo insieme fino a un largo masso.
Sono ancora vivo. Abbraccio Pedro. Cerco di capire come sta. Abbiamo delle slogature, ma niente di più.
“Papà, ora basta. Si torna a Milano. Qui è troppo pericoloso”.
Risalgo con lui, ma prima di andare via guardo il dirupo e la parte di me che è caduta fino in fondo per raggiungere Elena.
Tu in qualche modo sei qui, amore mio e io resto con te.


Ciao Sarah,

racconto che centra il tema mostrando la pericolosità della natura e il controverso rapporto che si può avere con essa. Molto buona l’idea di un personaggio, Pedro, che a differenza di quanto solitamente ci si aspetta in un racconto a tema “naturale” odia la natura e preferisce la città.

L’inizio del racconto è ben gestito e riesci a equilibrare le informazioni sulla fisicità dei personaggi, le loro motivazioni e il loro passato.
Non sono un appassionato di salti temporali in racconti così brevi però devo dire che ho trovato buono quello di "giugno" per introdurre in poche righe il conflitto di Pedro con la natura e con il padre.

La parte di azione (luglio, per intendersi) secondo me è un po’ “sfilacciata” e rende molto meno.
Lo scenario è abbastanza vago. Mi sono immaginato solo i due che camminano su un sentiero mentre il cielo si fa nuvoloso. Ok come introduzione della scena però manca il materiale per introdurre l'incidente di Pedro. Da questa immagine infatti si passa troppo repentinamente a Pedro che è scivolato in un dirupo, senza percepire alcuna tensione.
La scena successiva, sempre a mio parere, contiene troppo dialogo e poca descrizione dell'interazione e delle sensazioni dei personaggi.
E’ un momento drammatico dove Pedro rischia di morire che si svolge in modo un po' confuso.
Per rendere meglio quello che sto dicendo, ti riporto il punto in cui il grido di Pedro si fa sempre più lungo. Mi sono immaginato che sia caduto nel dirupo ma poi improvvisamente e senza che sia stata descritta l'azione di salvataggio, lui e il padre ruzzolano al sicuro sul sentiero.

Mi ha intrigato invece l’idea del padre che, preso dai ricordi della moglie, non agisce con prontezza. Forse avresti potuto insistere di più su questo punto facendo nascere con ancora più forza il dubbio del se il padre, in preda al suo passato, avrebbe o meno salvato il figlio.

In sintesi, racconto migliorabile soprattutto negli elementi di contesto/azione ma con un buon potenziale drammatico.

Tanti auguri di buone feste e in bocca al lupo per la Musolino Edition!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Re: Pedrito

Messaggio#16 » mercoledì 27 dicembre 2023, 22:07

LeggErika3 ha scritto:Ciao, il racconto parte bene e mi ha intrigato. Diciamo che fino a quando padre e figlio non partono per la passeggiata va tutto bene. Poi il papà si distrae, Pedrito scompare e si apre una scena che trovo un po’ confusa. Prima di tutto il richiamo flebile: caspita, sei appeso a un ramo su un dirupo (un po’ cartoon, ma in montagna può capitare), se non sei semimorto (e lui non lo è), come minimo gridi come un pazzo. Poi, quando finalmente tira fuori la voce, Pedrito dice cose davvero strane “pensa all’asfalto”? Ma perché? Mi sembrano delle battute improbabili.
Alla fine deduco (ma non è chiaro) che la madre sia caduta in montagna e mi piace il finale, dove il marito vorrebbe ritrovarla persino nella morte ma si fa forza per il figlio. Commovente. Ma la parte centrale non mi ha convinto, mi spiace.


Ciao Erika,
sì, la madre è caduta in montagna. Il richiamo l'ho descritto come flebile un po' perché il padre era preso dal ricordo/immagine della madre e quindi perso via e un po' perché il figlio risentiva della botta per la caduta. E con la battura sull'asfalto/cemento (certamente migliorabile come questa parte) Pedro fa riferimento alla sicurezza di questi materiali e della città rispetto alla natura

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Re: Pedrito

Messaggio#17 » mercoledì 27 dicembre 2023, 22:09

Mario Mazzafoglie ha scritto:PEDRITO - SARAH SANTE

Ciao Sarah, un piacere leggerti.
Purtroppo ci sono un po' troppe cose che non ho apprezzato in questo racconto.
Parto dal fatto che ci siano troppi stacchi temporali, e stiamo parlando di un racconto di soli 3000 caratteri, per cui avrei gradito un unico
capoverso, al massimo due se proprio ci fosse stato il bisogno. Ma in questo caso, con una costruzione migliore della storia, ci saresti potuto benissimo riuscire
con uno solo.
Altro aspetto in cui secondo me potevi fare meglio è quello dei dialoghi, che risultano inverosimili, soprattutto nella parte finale in cui c'è qualcuno
appeso a un ramo di un albero, per cui la tensione dovrebbe essere percebibile ma purtroppo non lo è.
La storia in sè non è male, anzi. Poi vai a toccare delle corde importanti, raccontando del rapporto padre figlio e di un lutto che ne ha sconvolto l'esistenza.
A mio avviso il tuo intento è riuscito a metà.
Alla prossima, buona edition e buone feste.


Grazie dei commenti, ne terrò conto se riprenderò in mano il racconto. Buone feste anche a te

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Re: Pedrito

Messaggio#18 » mercoledì 27 dicembre 2023, 22:15

Luca Moggia ha scritto:
SarahSante ha scritto:MAGGIO
“Siamo arrivati Pedrito” esco dall’auto. La casa di pietra è come la ricordavo.
“Stai scherzando, papà?” Pedro sposta lo sguardo dalla casa alla boscaglia tutta intorno.
“Staremo qui per un po’, ci farà bene”.
“Ma i miei amici, Milano”. Scuote il ciuffo come faceva sua madre e corre via.
“Ti aspetto dentro casa” gli urlo. La porta è pesante. Apro le finestre, la luce illumina polvere e ragnatele.
È la decisione giusta mi dico prendendo dal camino una vecchia foto di Elena. Il colore scolorito dell’immagine non rende giustizia al rosso acceso dei capelli. Ci eravamo appena conosciuti, lei esperta di montagna, io alla mia prima salita.
La porta sbatte con forza.
“Mi dici che ci facciamo qui in mezzo al nulla?” Pedro mi guarda con il viso appena sollevato, ormai è alto quasi come me.
“Io e mamma venivamo qui tutte le estati prima che tu nascessi. A Milano tutto ce la ricorda, qui ci ritroveremo, Pedrito”.
Mi volta le spalle e se ne va. Come può essere lo stesso bambino dolce che Elena stringeva tra le braccia?

GIUGNO
Tutte le mattine mi alzo e vado a camminare nel bosco. Sto meglio. Tranne che per Pedro.
“Dai, esci a camminare con me, non puoi stare sempre buttato in casa”.
“Non mi piace la natura”. Nemmeno alza la testa dal cellulare.
Tutti i giorni la stessa storia, ma io sono paziente.

LUGLIO
L’ho convinto a uscire, non so nemmeno come. Il sole è caldo, appena velato da qualche nuvola. Pedro sbuffa, ma cammina.
“Pedrito, questa è stata la prima passeggiata che ho fatto con mamma. Lei amava tanto questo posto”.
Lui non dice niente.
Alzo gli occhi. Le nuvole si stanno addensando, ma non possiamo tornare indietro proprio ora.
“Lo so che ti manca, manca anche a me”. La voce mi si strozza in gola, chiudo gli occhi mentre cammino. E la ritrovo. Elena è accanto a me, le rocce dure della montagna sotto i nostri piedi e la sua mano che sfugge dalla mia come quel giorno.
Riapro gli occhi. Sono solo. “Pedro. Pedro, dove sei?” urlo, ma nessuno risponde. Mi giro su me stesso, torno indietro.
“Papà” una voce flebile. È Pedrito. Vedo un dirupo e lui appeso per un ramo.
“Mi sono fatto male”.
Allungo il braccio, ma un profumo troppo simile a quello di Elena mi arriva alle narici. Mi blocco.
“Papà!”. Mi scuoto, afferro il braccio di Pedro. La voce di Elena mi sussurra nell’orecchio parole dolci “stai con me, amore mio”.
“Papà il ramo si sta per spezzare”.
Le nuvole cominciarono a gocciolare pioggia sempre più densa.
“Scivolo, papà per piacere. Pensa al cemento, all’asfalto. La natura fa schifo, ha ucciso la mamma. Io voglio vivere. Tirami su. Papàààà”.
Il grido si fa sempre più lungo. Ruzzoliamo insieme fino a un largo masso.
Sono ancora vivo. Abbraccio Pedro. Cerco di capire come sta. Abbiamo delle slogature, ma niente di più.
“Papà, ora basta. Si torna a Milano. Qui è troppo pericoloso”.
Risalgo con lui, ma prima di andare via guardo il dirupo e la parte di me che è caduta fino in fondo per raggiungere Elena.
Tu in qualche modo sei qui, amore mio e io resto con te.


Ciao Sarah,

racconto che centra il tema mostrando la pericolosità della natura e il controverso rapporto che si può avere con essa. Molto buona l’idea di un personaggio, Pedro, che a differenza di quanto solitamente ci si aspetta in un racconto a tema “naturale” odia la natura e preferisce la città.

L’inizio del racconto è ben gestito e riesci a equilibrare le informazioni sulla fisicità dei personaggi, le loro motivazioni e il loro passato.
Non sono un appassionato di salti temporali in racconti così brevi però devo dire che ho trovato buono quello di "giugno" per introdurre in poche righe il conflitto di Pedro con la natura e con il padre.

La parte di azione (luglio, per intendersi) secondo me è un po’ “sfilacciata” e rende molto meno.
Lo scenario è abbastanza vago. Mi sono immaginato solo i due che camminano su un sentiero mentre il cielo si fa nuvoloso. Ok come introduzione della scena però manca il materiale per introdurre l'incidente di Pedro. Da questa immagine infatti si passa troppo repentinamente a Pedro che è scivolato in un dirupo, senza percepire alcuna tensione.
La scena successiva, sempre a mio parere, contiene troppo dialogo e poca descrizione dell'interazione e delle sensazioni dei personaggi.
E’ un momento drammatico dove Pedro rischia di morire che si svolge in modo un po' confuso.
Per rendere meglio quello che sto dicendo, ti riporto il punto in cui il grido di Pedro si fa sempre più lungo. Mi sono immaginato che sia caduto nel dirupo ma poi improvvisamente e senza che sia stata descritta l'azione di salvataggio, lui e il padre ruzzolano al sicuro sul sentiero.

Mi ha intrigato invece l’idea del padre che, preso dai ricordi della moglie, non agisce con prontezza. Forse avresti potuto insistere di più su questo punto facendo nascere con ancora più forza il dubbio del se il padre, in preda al suo passato, avrebbe o meno salvato il figlio.

In sintesi, racconto migliorabile soprattutto negli elementi di contesto/azione ma con un buon potenziale drammatico.

Tanti auguri di buone feste e in bocca al lupo per la Musolino Edition!


Grazie Luca dei commenti e suggerimenti.
I due cadono nel dirupo, ma un masso ferma la caduta. In effetti mi avrebbe fatto piacere avere un po' di caratteri in più per caratterizzare meglio il contesto e a quell'ora di notte non mi sono resa conto che era poco chiaro il luogo dove si svolgevano gli eventi. Ne terrò conto

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BruceLagogrigio
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Re: Pedrito

Messaggio#19 » giovedì 28 dicembre 2023, 21:25

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione attuale: Casa familiare: residenza estiva / strada di montagna. Tema centrato

Ciao Sarah, piacere di leggerti.
I difetti del racconto ti sono già stati ampiamente fatti notare dai commenti precedenti. Anche io ho notato come una fretta nel finale (dettata dal numero di caratteri e credo dal tempo) che hanno fatto scendere un buon livello di scrittura e immersione: l’inizio risulta nettamente migliore.
Ho decisamente apprezzato il percorso di trasformazione che fai fare al protagonista nell’accettare la morte della moglie. Compito non facile in così pochi caratteri.

Buona gara e alla prossima!

Bruce
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Re: Pedrito

Messaggio#20 » mercoledì 3 gennaio 2024, 23:01

Ciao Sarah! Il tuo racconto inizia in modo intrigante, come è stato detto da qualcuno, e l'interesse si fa subito alto perché l'idea di una "fuga" dalla città per recuperare il rapporto padre/figlio, magari cercando il modo per elaborare insieme il lutto, offriva aspettative enormi. Purtroppo queste sono state in un certo modo disattese e qui quoto il commento di Luca che parla di debolezza strutturale della storia. Sembra che tu sia partita con l'idea (molto buona) di scavare nel rapporto padre/figlio per poi perderti dietro la corsa contro il tempo e i caratteri. Devo però premiare l'idea che hai avuto e l'iniziale buona tiuscita nel creare empatia con i personaggi e per questo la valutazione è un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.

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