Idioteque

Con la prima edizione del 2024 parte ufficialmente il quarto lustro di Minuti Contati e quale modo migliore per inauguralo se non con colui che lo ha gestito per il suo primo lustro? Appuntamento con un tema di Daniele Picciuti e 4000 caratteri a disposizione fissato per lunedì 15 gennaio alle ore 21.00!
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AndreaCrevola
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Idioteque

Messaggio#1 » martedì 16 gennaio 2024, 0:11

Sappiamo tutti dove eravamo quella mattina.
Io ero sul divano, tenevo un grissino tra le labbra e ti messaggiavo per organizzare il pomeriggio. Avevamo deciso - ricordi? - di smaltire il pranzo di Pasqua passeggiando fino alla Torre, e tu non volevi perché il cielo minacciava pioggia. I telefoni dei miei, affiancati sul tavolino del salotto, vibrarono e trillarono all’unisono. Mia madre ultimava i preparativi in cucina e mio padre era in cortile a tener d’occhio la griglia. Pensai che mia sorella Elisa stesse chiamando il gruppo di famiglia, dato che aveva sempre un motivo per arrivare in ritardo.
Tornai alla schermata iniziale di Whatsapp, pronto a rispondere e quindi a riferire ai miei genitori quale fosse la “scusa della domenica”, come l’aveva da tempo etichettata mio padre. Lo schermo dello smartphone, invece, s’accese di bianco. Così fui il primo a leggere il messaggio di allarme.
Lessi senza capire, senza credere.
La mano iniziò a tremare ancor prima che quell’informazione avesse significato. Serrai i denti e spruzzai sul tappeto le briciole rimaste in bocca. Quella dozzina di parole avevano disintegrato ogni mio pensiero. C’è chi dice che in quell’istante tutto divenne istantaneamente lucido, ma trovamene uno che non se la sia fatta addosso e non abbia pensato a come salvarsi la pelle. Sarei un bugiardo - e tu non mi crederesti - se dicessi che la mia prima idea fosse quella di raggiungerti a ogni costo. Non mi odiare, per questo.
Mi alzai in piedi e corsi in cucina. «Attaccano! Attaccano!»
Mia madre mi squadrò come se avesse dimenticato il mio volto. Si slacciò il grembiule e mi strinse a sé cingendomi il collo. Singhiozzava. «Chiamo papà.» Si diresse verso l’ingresso, ma a pochi passi dalla porta si pietrificò e gridò di puro terrore. Si rivolse a me. «Santo Dio, Elisa!»
Ancora oggi, se la guardi negli occhi, vedi quella medesima profonda assenza.
Richiamato dall’urlo, mio padre entrò in casa. Mamma non riuscì neppure a spiegare cosa stesse accadendo. La abbracciò e cercò da me una risposta.
Gli misi il mio telefono ancora squillante nella mano. «Il Patto Orientale ha attaccato.»
Lesse l’intero annuncio, sbiancò e tacque per lunghissimi secondi, a cui mi aggrappai nella speranza che - almeno lui - sarebbe stato capace di annullare quell’angoscia e affrontare l’emergenza. Invece, balbettò alcuni suoni, come se la sua voce fosse seppellita sotto le macerie di un’esistenza appena caduta in frantumi.
«Elisa, Elisa, Elisa…» ripeteva mamma a mezza voce.
Papà mi porse il cellulare. «Avete provato a chiamarla?»
Scossi il capo. Cercai Elisa nella rubrica e portai il ricevitore all’orecchio. «Non c’è segnale. Doveva già essere qui.»
«La dobbiamo aspettare» implorò mamma.
Papà si staccò da lei e prese a vagare per il salotto, aprendo le ante del comò, tirando cassetti, afferrando e spostando soprammobili. Ogni tanto mi chiedo cosa cercasse di preciso. Forse era solamente la reazione di un animale in gabbia, in cerca di una soluzione per tentativi ed errori.
«Papà! Cosa fai, cosa facciamo, papà!» urlai, come se volessi ridestare l’intera famiglia dalla catatonia che ci aveva sommerso.
Si avvicinò e mi appoggiò le mani sulle spalle. «Tu vai al bunker sotto alla scuola. Io resto ad aspettare Elisa.»
Guardai mia madre. Sebbene fosse ancora uno spettro, sembrò annuire.
«Non posso andare da solo.»
Papà mi strinse tra le braccia. «Verrà mamma con te. Non avere paura. Elisa sarà qui a momenti. Arriveremo anche noi due.»
«E se non ce la fate?»
«Non pensarci, adesso. Andate.»
«Elisa è più grande di me. Io ho bisogno di te.» Rimase indifeso e muto alla mia supplica. «Mamma? Papà?»
Mia madre mi baciò sulla fronte. «Ha ragione papà, non possiamo lasciarla sola. Qualcuno deve restare.» Mi spinse verso la porta. «Fai come dice. Preparati.»
Non so neppure come mi infilai le scarpe. Un istante dopo ero in strada. Tenevo per mano mia madre, che guardava alle nostre spalle. Io piangevo e correvo verso la scuola.
Abbracciami, adesso.



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antico
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Re: Idioteque

Messaggio#2 » martedì 16 gennaio 2024, 0:16

Ecco il secondo classificato dell'ultima edizione! Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

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Manuel Marinari
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Re: Idioteque

Messaggio#3 » mercoledì 17 gennaio 2024, 19:48

Ciao Andrea, un bel racconto ansiogeno che sono riuscito ad apprezzare meglio dopo una seconda lettura. Credo di non aver colto subito, e anche adesso fatico un po', a capire a chi si rivolgesse il protagonista all’inizio del racconto. È un (non) personaggio non citato nel racconto giusto? Con chi messaggia all’inizio? Mentre alla fine, "abbracciami, adesso" è rivolto sempre alla persona con chi messaggiava? Perchè ho pensato infine si trattasse di Elisa, la sorella.
Buona edition, a rileggerci presto.

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AndreaCrevola
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Re: Idioteque

Messaggio#4 » giovedì 18 gennaio 2024, 10:38

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Andrea, un bel racconto ansiogeno che sono riuscito ad apprezzare meglio dopo una seconda lettura. Credo di non aver colto subito, e anche adesso fatico un po', a capire a chi si rivolgesse il protagonista all’inizio del racconto. È un (non) personaggio non citato nel racconto giusto? Con chi messaggia all’inizio? Mentre alla fine, "abbracciami, adesso" è rivolto sempre alla persona con chi messaggiava? Perchè ho pensato infine si trattasse di Elisa, la sorella.
Buona edition, a rileggerci presto.


Ciao Manuel, grazie per aver letto.
Il racconto si rivolge a un ipotetico/a partner della voce narrante. L'ho lasciato volutamente sfumato perché il lettore potesse pensare che il narratore si rivolgesse direttamente a lui/lei. Non messaggia con la sorella, visto che non hanno sue notizie e fin da subito la cosa viene messa abbastanza in chiaro, mi pare.... Cosa ti ha fatto pensare che Elisa fosse ancora viva?

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Michael Dag
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Re: Idioteque

Messaggio#5 » giovedì 18 gennaio 2024, 11:59

Non so, sono perplesso. Il racconto è scritto bene, ha un buon ritmo e incalza bene la lettura, ma nel complesso non mi ha preso molto. Il problema più grosso è l'ambientazione, a parer mio troppo vaga. Siamo in italia immagino, ma non sappiamo praticamente nulla dei protagonisti, mi è stato difficile anche dare un età alla voce narrante... all'inizio credevo fosse un adolescente, poi parla di scuola e lacrime, forse è un bambino?
Il fatto della guerra... c'è una guerra nucleare in corso e la gente si fa la grigliata di pasquetta tranquilla in giardino?
Se l'avessi ambientato a hiroshima sarebbe stato un ottimissimo lavoro perche lo stile di scrittura l'ho trovato decisamente buono.
Molto criptica la scelta del titolo, non conoscevo quella parola è l'ho dovuta cercare, mi è piaciuto il riferimento!

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AndreaCrevola
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Re: Idioteque

Messaggio#6 » giovedì 18 gennaio 2024, 12:26

Ciao, grazie per il commento.

Michael Dag ha scritto:Non so, sono perplesso. Il racconto è scritto bene, ha un buon ritmo e incalza bene la lettura, ma nel complesso non mi ha preso molto. Il problema più grosso è l'ambientazione, a parer mio troppo vaga. Siamo in italia immagino, ma non sappiamo praticamente nulla dei protagonisti, mi è stato difficile anche dare un età alla voce narrante... all'inizio credevo fosse un adolescente, poi parla di scuola e lacrime, forse è un bambino?


Sono un po' perplesso su questa osservazione. Se non si è capito, è "colpa" mia, però non penso che sia un'informazione fondamentale da esplicitare. Considera che il protagonista si sta confessando con una persona a lui vicino, quindi trovo inverosimile che dia troppi dettagli di sé. Il protagonista dice che ha una ragazza, che stanno organizzando il pomeriggio insieme. E si piange anche da ragazzi, dopo un trauma.

Michael Dag ha scritto:Il fatto della guerra... c'è una guerra nucleare in corso e la gente si fa la grigliata di pasquetta tranquilla in giardino?
Se l'avessi ambientato a hiroshima sarebbe stato un ottimissimo lavoro perche lo stile di scrittura l'ho trovato decisamente buono.
Molto criptica la scelta del titolo, non conoscevo quella parola è l'ho dovuta cercare, mi è piaciuto il riferimento!


Be', l'anno scorso c'era questo timore per via della guerra in Ucraina e nessuno ha rinunciato alla grigliata :-) E lo stesso in cinquant'anni di guerra fredda. Non trovo così inverosimile che le persone pensino a vivere la propria vita.

Il titolo è una canzone dei Radiohead che racconta il medesimo contesto.

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Manuel Marinari
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Re: Idioteque

Messaggio#7 » giovedì 18 gennaio 2024, 13:34

AndreaCrevola ha scritto:
Manuel Marinari ha scritto:Ciao Andrea, un bel racconto ansiogeno che sono riuscito ad apprezzare meglio dopo una seconda lettura. Credo di non aver colto subito, e anche adesso fatico un po', a capire a chi si rivolgesse il protagonista all’inizio del racconto. È un (non) personaggio non citato nel racconto giusto? Con chi messaggia all’inizio? Mentre alla fine, "abbracciami, adesso" è rivolto sempre alla persona con chi messaggiava? Perchè ho pensato infine si trattasse di Elisa, la sorella.
Buona edition, a rileggerci presto.


Ciao Manuel, grazie per aver letto.
Il racconto si rivolge a un ipotetico/a partner della voce narrante. L'ho lasciato volutamente sfumato perché il lettore potesse pensare che il narratore si rivolgesse direttamente a lui/lei. Non messaggia con la sorella, visto che non hanno sue notizie e fin da subito la cosa viene messa abbastanza in chiaro, mi pare.... Cosa ti ha fatto pensare che Elisa fosse ancora viva?


Che la sorella non avesse raggiunto il luogo per salvarsi mi era chiaro. Mi è stato meno chiaro, nella lettura, quel “abbracciami, adesso”. Se fosse riferito alla sorella, al/alla partner o a sua madre che era lì per mano al narratore. Ecco questo è stato un po’ il problema, per me.

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KatyBlacksmith
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Re: Idioteque

Messaggio#8 » giovedì 18 gennaio 2024, 14:10

Ciao, Andrea e ben ritrovato.
Il tema è centrato e anche in modo originale. Ma se devo essere sincera ho faticato a entrare nel racconto.
Come ti hanno già fatto notare non ci si immerge nel protagonista perché non si capisce che età abbia. Il fatto che avesse deciso di smaltire il pranzo di pasqua passeggiando con qualcuno non lo colloca più tra i ragazzini, ma l'atteggiamento verso la famiglia, l'espressione "Elisa è più grande di me" lo collocherebbero, a sensazione, tra i più piccoli.
C'è poi una sezione che avrebbe dovuto preparare il lettore alla rivelazione, ma con me non ha funzionato: le informazioni messe lì sono sembrate più un menare il can per l'aia che non costruire la tensione. Soprattutto "C'è chi dice che..." spezza il ritmo, introduce una fase di calma, di considerazione postuma, invece di incalzare. Poi lo so anche io che sta parlando con una persona, ma spezza il momento drammatico, e non è bene. Per cui quanto arriva finalmente il contenuto del messaggio (attaccano), il lettore si è "seduto" invece di restare sulle spine in spasmodica attesa, e la rivelazione arriva senza più un bersaglio su cui atterrare. Te lo riporto qui:

AndreaCrevola ha scritto:Lessi senza capire, senza credere.
La mano iniziò a tremare ancor prima che quell’informazione avesse significato. Serrai i denti e spruzzai sul tappeto le briciole rimaste in bocca. Quella dozzina di parole avevano disintegrato ogni mio pensiero. C’è chi dice che in quell’istante tutto divenne istantaneamente lucido, ma trovamene uno che non se la sia fatta addosso e non abbia pensato a come salvarsi la pelle. Sarei un bugiardo - e tu non mi crederesti - se dicessi che la mia prima idea fosse quella di raggiungerti a ogni costo. Non mi odiare, per questo.
Mi alzai in piedi e corsi in cucina. «Attaccano! Attaccano!»


Poi si intuisce Elisa e il padre non li vedrà più, ma fino alla fine noto che l'età del protagonista sembra saltare tra ragazzino e giovane adulto, per come è trattato, tra ciò che dice e ciò che fa.
Colpa mia che non conosco i radiohead: fino all'ultimo sono stata lì come una grulla ad aspettare qualcosa che giustificasse il titolo.
Buona undicesima era!

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AndreaCrevola
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Re: Idioteque

Messaggio#9 » giovedì 18 gennaio 2024, 14:35

KatyBlacksmith ha scritto:Ciao, Andrea e ben ritrovato.
Il tema è centrato e anche in modo originale. Ma se devo essere sincera ho faticato a entrare nel racconto.
Come ti hanno già fatto notare non ci si immerge nel protagonista perché non si capisce che età abbia. Il fatto che avesse deciso di smaltire il pranzo di pasqua passeggiando con qualcuno non lo colloca più tra i ragazzini, ma l'atteggiamento verso la famiglia, l'espressione "Elisa è più grande di me" lo collocherebbero, a sensazione, tra i più piccoli.
C'è poi una sezione che avrebbe dovuto preparare il lettore alla rivelazione, ma con me non ha funzionato: le informazioni messe lì sono sembrate più un menare il can per l'aia che non costruire la tensione. Soprattutto "C'è chi dice che..." spezza il ritmo, introduce una fase di calma, di considerazione postuma, invece di incalzare. Poi lo so anche io che sta parlando con una persona, ma spezza il momento drammatico, e non è bene. Per cui quanto arriva finalmente il contenuto del messaggio (attaccano), il lettore si è "seduto" invece di restare sulle spine in spasmodica attesa, e la rivelazione arriva senza più un bersaglio su cui atterrare. Te lo riporto qui:

AndreaCrevola ha scritto:Lessi senza capire, senza credere.
La mano iniziò a tremare ancor prima che quell’informazione avesse significato. Serrai i denti e spruzzai sul tappeto le briciole rimaste in bocca. Quella dozzina di parole avevano disintegrato ogni mio pensiero. C’è chi dice che in quell’istante tutto divenne istantaneamente lucido, ma trovamene uno che non se la sia fatta addosso e non abbia pensato a come salvarsi la pelle. Sarei un bugiardo - e tu non mi crederesti - se dicessi che la mia prima idea fosse quella di raggiungerti a ogni costo. Non mi odiare, per questo.
Mi alzai in piedi e corsi in cucina. «Attaccano! Attaccano!»


Poi si intuisce Elisa e il padre non li vedrà più, ma fino alla fine noto che l'età del protagonista sembra saltare tra ragazzino e giovane adulto, per come è trattato, tra ciò che dice e ciò che fa.
Colpa mia che non conosco i radiohead: fino all'ultimo sono stata lì come una grulla ad aspettare qualcosa che giustificasse il titolo.
Buona undicesima era!


Ciao Kathy, grazie per aver letto e per le tue osservazioni.
Premesso che forse un minimo di identificazione maggiore dell'età del protagonista avrebbe giovato (dato che gli date tutti importanza, ma penso che non sia nemmeno così cruciale) ma ci sono due piani temporali: il momento del racconto e il momento del raccontato. Nel primo, il narratore ha modo anche di aggiungere delle sue interpretazioni a quello che ci sta raccontando.
Detto questo, per me il protagonista ha 15-16 anni: vive coi suoi, ma mi sembra plausibile che al pomeriggio si veda con la fidanzatina :-) E come quelli di quell'età, non sono né bambini né adulti, ma un mix dei due.
Invece, sulla parte centrale, il climax doveva essere spostato sulla seconda parte, sui "terrori" provati dai personaggi a fronte di una notizia sconvolgente. Per questo non ho pensato a creare un finale a effetto, con una vera e propria rivelazione.

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gcdaddabbo
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Re: Idioteque

Messaggio#10 » sabato 20 gennaio 2024, 12:05

Salve, Andrea! Ho letto il tuo ultimo racconto e devo confessare che mi sono ritrovato davanti molti dei precedenti. Ancora una volta hai giocato col tema in modo inusuale. Terrori d’Oriente è diventato “Arrivano i cinesi, arrivano nuotando, dice Ruggero Orlando che domani sono qua!” (Era una canzone di Bruno Lauzi.)
Il tema c’è, ma la storia poteva essere confezionata a prescindere. Fine del mondo, apocalisse imminente, guerra nucleare, due parole ed era pronta per l’uso. Ha un po’ il sapore di quelle torte pronte. Basta infornare. Inutile ripetere che scrivi molto bene, ma questa volta non appassioni e manca il tuo solito colpo a sorpresa finale come in Escher o a Babilonia.
Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

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Luca Moggia
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Re: Idioteque

Messaggio#11 » sabato 20 gennaio 2024, 12:57

Ciao Andrea,

un racconto che descrive il dramma di una famiglia ordinaria nell’imminenza di un attacco da parte di una forza militare proveniente dall’Oriente. Il Patto Orientale mi ha evocato un mondo alla Orwell.
Ambientazione distopica, molto nelle mie corde e dunque molto apprezzata.
Mi è piaciuto anche il taglio che hai dato alla storia concentrandosi sul dramma di una famiglia divisa nel momento dell’attacco. Sei riuscito a renderlo bene tramite la fatica con cui i personaggi, ma in particolare il padre, riescono a razionalizzare la situazione spaventosa.
Su questo punto avresti forse potuto mostrare il clima di terrore con un po' meno reazioni fisiche dei personaggi e con un po' più spazio per l'interiorità del protagonista.
Lo dico anche perché hai inserito la tematica “istinto di sopravvivenza Vs. altruismo” che è una bomba!

La struttura della storia mi ha invece convinto meno rispetto al contenuto.
Specie ad una prima lettura il “non detto” crea un senso di attesa forse troppo prolungato. Il protagonista si rende subito conto di quello che succede nel momento in cui guarda il cellulare mentre il lettore lo capisce più tardi. Dall’uso della forma raccontata e dall’ inciso “sarei un bugiardo se […] non mi odiare per questo” è evidente che il protagonista sta parlando con la sua fidanzata (si intuisce) però lei non entra mai in scena.
E’ chiaro anche che alla fine il protagonista si sia salvato ma sarebbe stato interessante conoscere le sorti di Elisa e soprattutto del padre dato che nella storia è una figura cardine per il Pdv.

In sintesi: buona prova, specie come tematica, che non mi ha trasmesso però il giusto senso di completezza della vicenda.


In bocca al lupo per la Picciuti Edition e alla prossima!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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SarahSante
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Re: Idioteque

Messaggio#12 » sabato 20 gennaio 2024, 13:18

Ciao Andrea,
il racconto è scritto bene, il tema è buono, ma anche io mi sono distratta cercando di capire a chi si stesse rivolgendo il protagonista. Durante la prima lettura mi sono convinta che fosse la sorella, motivo per cui mi sono chiesta fino alla fine se fosse morta o viva (e l'abbracciami finale mi ha spiazzato). Quando ho riletto il racconto ho capito che non poteva essere Elisa visto che nella prima frase parli di lei in terza persona e mi sono chiesta chi fosse e questo mi ha di nuovo distratto dalla narrazione. Secondo me se invece dell'abbracciami finale (che è un po' appeso lì) avessi optato per un finale differente e se avessi scritto la storia in modo simile all'ultima parte, più concitata e ansiogena senza i riferimenti esterni alla scena (sappiamo tutti dove eravamo... c'è chi dice), il racconto ti sarebbe riuscito meglio.

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Andrea Furlan
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Re: Idioteque

Messaggio#13 » domenica 21 gennaio 2024, 18:44

Ciao Andrea,
Ho apprezzato questo racconto per il ritmo serrato e la tensione che sei riuscito a creare dalla prima riga. Lasci spazio al lettore di riempire il non detto della narrazione: io ho immaginato una catastrofe nucleare, il terrore di tutti negli anni 80, in un'atmosfera che mi ha ricordato il vecchio film "The day after". Tema centrato in modo chiaro ed esplicito. Sono rimasto perplesso dal titolo, che non sono riuscito a riallacciare a nessun elemento del racconto (l'ho capito poi leggendo le tue risposte agli altri), dalla scelta dell'io narrante che racconta a qualcuno e la assoluta mancanza di questo qualcuno nel racconto. Un semplice punto di vista in prima persona avrebbe forse reso meglio. Comunque buono!

alexandra.fischer
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Re: Idioteque

Messaggio#14 » giovedì 25 gennaio 2024, 13:46

Tema centrato. La serenità di una famiglia durante i preparativi per il pranzo di Pasqua è interrotta dalla notizia della caduta del Patto Orientale. Si tratta dunque dell’inizio di una guerra. Rendi molto bene la tensione e l’incredulità dei genitori del protagonista, acuita dall’assenza di Elisa, la figlia maggiore. Molto bella la forma della lettera per descrivere il tutto. Il finale è ben congegnato.

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L'inquisitore
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Re: Idioteque

Messaggio#15 » mercoledì 31 gennaio 2024, 12:36

Ciao Andrea! Hai fatto una scelta interessante a scrivere il pezzo come una sorta di "confessione" a un tu non identificato. Ha più dell'epistolare che non del monologo a causa dello stile che adotti (frasi come "come l’aveva da tempo etichettata mio padre"), quindi anch'io sono stato confuso dal "abbracciami adesso" finale. Oltre a questo ci sono diverse cose che sfuggono a un'immediata comprensione. Tu dici che non è cruciale l'età del protagonista, hai ragione da un punto di vista di mera informazione (sedici, diciotto, che differenza fa?), ma non consideri che il lettore ha bisogno di farsi un'idea chiara della situazione per immaginarla, per questo la vaghezza è nemica della prosa.
Immagino che la temperatura bassa del racconto che in diversi hanno segnalato sia sopratutto dovuta alla scelta di questo narratore che non riserva grandi sorprese privando il racconto di promesse narrative che tengano vivo l'interesse e alla scena che rimane un po' ferma su questa paura improvvisa e uno scambio di battute naturale in quella circostanza.
Tecnicamente non lo trovo coerente con le tue intenzioni, ma tolte queste si legge bene.
Direi un pollice tendente al positivo al pelo questa volta!

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