Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Con la prima edizione del 2024 parte ufficialmente il quarto lustro di Minuti Contati e quale modo migliore per inauguralo se non con colui che lo ha gestito per il suo primo lustro? Appuntamento con un tema di Daniele Picciuti e 4000 caratteri a disposizione fissato per lunedì 15 gennaio alle ore 21.00!
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Fagiolo17
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Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#1 » martedì 16 gennaio 2024, 0:16

Il vecchio pazzo
di Luca Fagiolo

I tendaggi tesi sopra al bazar proiettavano ombre sulla sabbia bollente. Rashid strinse al petto il sacchetto e si infilò tra due bancarelle affiancate. Il profumo di shawarma gli aprì una voragine nello stomaco. Da quanto tempo non mangiava carne? Una volta ricevuto il suo compenso dal vecchio pazzo, si sarebbe riempito la pancia tanto da scoppiare. Schivò una donna impegnata a contrattare per una manciata di datteri e passò sotto le zampe di un cammello drappeggiato di tessuti costosi.
Il grasso mercante agitò il pugno nella sua direzione. “Guarda dove vai, ragazzino!”
Rashid svoltò nel vicolo a destra. Si levò il sudore dagli occhi e salì i pochi gradini fino alla porta della casa. “Abdul, ci sei? Posso entrare?”
Un colpo di tosse e uno sputo.
Rashid spinse l’uscio. L’interno era immerso nel buio. Un brivido gli rizzò i pochi peli sulle braccia. “Questo freddo non ti fa bene.” Si avvicinò alla finestra e scostò il telo nero che la copriva. Il calore gli bagnò la pelle.
“Che tu sia maledetto, ragazzino!” Il vecchio si schermò gli occhi con la mano, rincagnato in un angolo, inzuppato in una pozza del suo stesso piscio. Possibile fosse dimagrito ancora? La tunica gli cadeva sulle spalle come a uno scheletro.
“Hai mangiato oggi?” Rashid spalancò tutte le finestre e la luce illuminò la stanza: le sedie e il tavolo fracassati, i frammenti di coccio e il cibo smangiucchiato vicino alla parete, il muro macchiato dalla polpa di un caco. Il vecchio doveva aver dato di matto. Di nuovo. “Che è successo stavolta? Altri tentacoli d’ombra?” Gli dava i brividi quando delirava dei suoi incubi. Voci nella notte che lo chiamavano dal deserto. Esseri deformi che gli facevano visita durante la veglia. Scricchiolii di ossa che gli impedivano di chiudere gli occhi e riposare. Ma erano solo frutto della sua follia.
Era rimasto solo Rashid a prendersi cura di lui, poveraccio.
Il vecchio sollevò il tomo rilegato e se lo appoggiò sulla coscia. “Hai portato quello che ti ho chiesto?”
Lui gli porse il sacchetto. Le dita nodose e secche erano sul punto di spezzarsi, come faceva ancora a scrivere?
Abdul estrasse la boccetta dal sacchetto e intinse l’ossicino ricurvo nell’inchiostro. Aprì il libro e cominciò a tracciare i suoi svolazzi incomprensibili. Gli erano rimasti gli ultimi fogli da riempire. Chissà cosa scriveva in quelle pagine ingiallite.
Rashid si chinò a raccogliere i cocci. Non voleva si facesse male camminandoci sopra, con la sabbia la ferita si sarebbe infettata subito.
Il vecchio si spinse in piedi e lo fissò. I suoi occhi naufragavano nel terrore. “Devi andartene subito.”
E ora che gli prendeva? “Sistemo questo disordine e poi vado.”
“Ho detto ora!” Abdul incassò la testa nelle spalle e si voltò con gli occhi puntati nel buio. “Lascialo stare, lui non ne sa niente.”
Con chi stava parlando?
Un ronzio insistente riempì la stanza, un nugolo di insetti lo investì. Mosche nere gli riempirono la bocca e le narici. Abdul crollò a terra, il corpo scosso dagli spasmi.
Rashid si trascinò verso l’uscita. Ya Allah, che cosa…?!
Abdul tese il dito verso il libro e dall’angolo dell’occhio sbucò fuori un moscone ricoperto di sangue.
Rashid avrebbe potuto raggiungere il tomo, gli sarebbe bastato allungare il braccio, se solo avesse trovato il coraggio.
Ma non poteva deludere quel vecchio pazzo.
Si gettò sul libro e se lo strinse al petto. Il ronzio degli insetti si acuì, gli scoppiavano i timpani.
Sfondò con una spallata la porta e rotolò giù per i gradini fino ai piedi del mercante di tessuti. “Ancora tu, ragazzino?”
Rashid balzò in piedi e corsa verso l’uscita del bazar di Damasco.
Incespicò su una roccia e crollò con la faccia nella sabbia. Il libro non si era fatto nulla, spazzò la copertina e la scritta ‘Al Azif’ luccicò sotto al sole.
Non aveva idea di cosa stesse stringendo tra le mani, ma se ne sarebbe preso cura lui.
Lo avrebbe fatto per il vecchio Abdul Alhazred.



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antico
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#2 » martedì 16 gennaio 2024, 0:19

Ed ecco il leader d'Era! Ciao Luca! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

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Michael Dag
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#3 » giovedì 18 gennaio 2024, 11:18

We, ciao luca, mi fa piacee ritrovarti. vedo che non hai perso lo smalto, a differenza di me!
Da amante di Lovecraft non posso che apprezzare questo omaggio al mio arabo pazzo preferito. la semina è costruita bene, ho iniziato a intuire qualcosa lentamente, poi empre di più e poi ho collegato il nome del vecchio pazzo a quello di alaz a'red. Mi è piaciuto il dettaglio iniziale dello shawarma, mi ha subito immerso nell'atmosfera del medioriente.
Non so quanto sia chiaro ciò che racconti per chi non capisce i vari riferimenti, ma le immagini dei tentacoli e gli insetti sono abbastanza evocative. Bellissima la frase "I suoi occhi naufragavano nel terrore" e anche l'immagine del moscone che esce dall'occhio. ben fatto!

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KatyBlacksmith
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#4 » giovedì 18 gennaio 2024, 13:32

Ciao, Luca e ben ritrovato!
Tema centratissimo, con l'ispirazione colta addirittura da uno dei miei amori letterari da ragazza, tanto che avevo avuto anche un breve scambio di email sul Necronomicon con uno dei bibliotecari vaticani (per dire quanto ero presa).
Ho seguito con gusto l'ambientazione e i due personaggi sono individualmente ben definiti, la storia ha uno svolgimento che ho trovato equilibrato e il colpo di scena finale che aiuta a inquadrare meglio l'intera vicenda mi sembra ben gestita.
Per me è una ottima prova!
Buona undicesima era!

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Manuel Marinari
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#5 » sabato 20 gennaio 2024, 11:17

Ciao Luca, non ho colto subito i riferimenti a cui ti sei ispirato per la costruzione di questo racconto. In effetti non conosco Lovecraft e quindi ho apprezzato di più dopo una seconda lettura e dopo una breve ricerca (che approfondirò perchè mi ha incuriosito) sull'autore. Il racconto è molto ben descritto. Hai una grande di capacità di trasportare il lettore negli ambienti e nelle scene da te descritte. Già avevo apprezzato queste tue doti in altri racconti letti qui su MC. È sempre difficile commentare quando un autore è bravo, complimenti.
Buona edition e a rileggerci presto.

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SarahSante
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#6 » sabato 20 gennaio 2024, 11:29

ciao Luca,
a differenza di alcuni che ti hanno commentato prima di me anche io non ho colto i riferimenti letterari del tuo pezzo ma ho apprezzato ugualmente la storia di Rashid e del vecchio pazzo. Ho apprezzato in particolare le caratterizzazioni che hai dato rispetto all'ambiente medio-orientale (con gli accenni al mercato tra schwarma e datteri) e alla casa del vecchio (il telo nero alla finestra, i cocci, il cibo smangiucchiato). Anche la parte con gli insetti rende bene l'atmosfera di terrore che si crea. Buona prova!

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Luca Moggia
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#7 » sabato 20 gennaio 2024, 11:46

Ciao Luca,

direi che sul tema c’è poco da dire, centratissimo. Sia per quanto riguarda l’Oriente, sia per quanto riguarda il terrore.

Nel complesso la storia mi sembra ben scritta, con un lessico ricercato al punto giusto e una buona ricostruzione dell’ambiente in cui si svolge la vicenda. Mi piace questo secondo aspetto perché, almeno a mio parere, diversi racconti che ho letto qui su MC si focalizzano sui personaggi e sui pensieri ma lasciano un po’ evanescente il luogo in cui si svolge l’azione.

Immagini vivide e evocative. Mi è piaciuto soprattutto il moscone sanguinolento che sbuca dall’occhio del povero Abdul!

Buona la scorrevolezza della lettura salvo la parte del “pensato” di Rashid da “Gli dava i brividi…” a “Ma erano solo frutto della sua follia” che è un po’ faticosa. Subito dopo “Era rimasto solo Rashid a prendersi cura di lui, poveraccio” da l’idea di Rashid che si pensa a in terza persona e stona con lo stile immersivo che hai scelto di usare.

Un ultimo appunto legato alla fruibilità del racconto. Alla prima lettura non avevo capito che si trattasse del Necronomicon, cosa chiara dopo la lettura dei commenti. Si capisce comunque che il libro è qualcosa di particolare perciò mi è venuto naturale fare una ricerca e capirlo in un attimo. Un lettore che lo faccia però, rischia di perdersi l’elemento di originalità del racconto e per lui la vicenda parlerà di un generico libro e di un anonimo vecchio.

Spero che queste piccole osservazioni ti siano utili!

In bocca al lupo per la Picciuti Edition e alla prossima!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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gcdaddabbo
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#8 » sabato 20 gennaio 2024, 12:00

Ciao, Luca! Ho nuovamente il piacere di leggere un tuo racconto. Il tema è certamente centrato. So che sei uno dei migliori, ma mi ha sorpreso lo stesso la quantità di riferimenti all’oriente: dallo shawarma al Necronomicon messi lì per ottenere l’ambientazione opportuna. Non avevo finora mai sentito parlare di Lovercraft e ti assicuro che mi basta la dose di terrore che mi hai trasmesso, per cui non approfondirò ancora. La storia è ben articolata e le descrizioni efficaci. Non mi piace l’uso dell’aggettivo “rincagnato”. Avrei preferito il più classico “rincantucciato” anche se ammetto che il suono di quello usato si adatta meglio all’atmosfera in cui è ambientata la scena.
Mi ha colpito il moscone che esce dall’occhio e mi sono ricordato dell’”Orbita” con l’occhio che rotolava sulla tolda della nave? Che dire? Sarà un tuo marchio di fabbrica.
Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

Cinzia Fabretti
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#9 » sabato 20 gennaio 2024, 15:57

Ciao Luca. Niente, era solo per dire...fantastico il tuo racconto! Bello bello bello!

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Andrea Furlan
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#10 » domenica 21 gennaio 2024, 18:40

Ciao Luca,
Ottimo racconto, Lovecraftiano, cinematografico, coinvolgente e a tratti raccapricciante come deve essere. Porta subito il lettore nella storia seguendo il protagonista nella casa del vecchio Abdul. Punti di forza l'ambientazione e come hai tratteggiato i personaggi. Tema assolutamente centrato, senza trovare punti di miglioramento. Per me racconto da finale, bravissimo!

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gioco
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#11 » lunedì 22 gennaio 2024, 15:52

Ciao Luca, un racconto molto ben scritto e un omaggio riuscito! Forse è vero che non conoscendo i riferimenti potrebbe risultare un po' meno evocativo, ma credo sia in ogni caso molto gustoso. Complimenti e in bocca a Chtulhu!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

alexandra.fischer
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#12 » martedì 23 gennaio 2024, 15:31

Tema centrato. Efficace l’ambientazione arabeggiante. Rashid si prende cura di Abdul, perseguitato da demoni di vario tipo. La descrizione della scena della scrittura del libro da parte di Abdul è molto potente. E lo è anche quella della separazione dei due, quando Rashid fugge con il tomo che ha consumato Abdul. Bene il finale con il richiamo a Lovecraft.

Gaia Peruzzo
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#13 » martedì 23 gennaio 2024, 22:13

Ciao Luca, sono passata a leggerti anche io! I dettagli che hai messo sono molto evocativi: il drappeggio sul cammello, la confusione dei cocci nella stanza, la mosca insaguinata. È tutto così visivo che adesso quasi quasi voglio una macchia di caco sul muro anche in camera mia ahah. Bravo, come sempre!
Poi dai commenti ho scoperto che c'è il riferimento a un'opera che però non conosco, ma posso dire che il testo risulta godibile lo stesso. E sono certa che Rashid con quel libro oscuro farà un sacco di cose oscure e spaventose, forse.
In bocca al lupo di nuovo!

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Fagiolo17
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#14 » mercoledì 24 gennaio 2024, 19:21

Eccomi qui a rispondere a tutti.
Mese impervio e mi sono trovato all'ultimo a fare la classifica e ora posso dedicarmi ai vostri commenti!

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Luca, sono passata a leggerti anche io! I dettagli che hai messo sono molto evocativi: il drappeggio sul cammello, la confusione dei cocci nella stanza, la mosca insaguinata. È tutto così visivo che adesso quasi quasi voglio una macchia di caco sul muro anche in camera mia ahah. Bravo, come sempre!
Poi dai commenti ho scoperto che c'è il riferimento a un'opera che però non conosco, ma posso dire che il testo risulta godibile lo stesso. E sono certa che Rashid con quel libro oscuro farà un sacco di cose oscure e spaventose, forse.
In bocca al lupo di nuovo!


Grazie mille, Gaia, di essere passata a leggermi. ci tengo tanto ai dettagli. per me un buon dettaglio è meglio che una desrizione di cinque righe. ma trovare quel dettaglio buono non è mai facile. i datteri e il caco spappolato sul muro sono i miei preferiti!
Non mi tentare, ho un'idea malsana per Rashid. ma non posso dirla, che poi non si avvera come i desideri.

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Efficace l’ambientazione arabeggiante. Rashid si prende cura di Abdul, perseguitato da demoni di vario tipo. La descrizione della scena della scrittura del libro da parte di Abdul è molto potente. E lo è anche quella della separazione dei due, quando Rashid fugge con il tomo che ha consumato Abdul. Bene il finale con il richiamo a Lovecraft.


Ciao Alexandra e grazie del tuo commento!!!

gioco ha scritto:Ciao Luca, un racconto molto ben scritto e un omaggio riuscito! Forse è vero che non conoscendo i riferimenti potrebbe risultare un po' meno evocativo, ma credo sia in ogni caso molto gustoso. Complimenti e in bocca a Chtulhu!


Ho supposto che non conoscendo il Necronomicon il racconto avrebbe avuto meno il gusto del "oh cacchio è proprio quel libro" e ho cercato di giocare sugli altri dettagli per renderlo comunque godibile per tutti i palati, anche quelli meno Cthuliani!

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Luca,
Ottimo racconto, Lovecraftiano, cinematografico, coinvolgente e a tratti raccapricciante come deve essere. Porta subito il lettore nella storia seguendo il protagonista nella casa del vecchio Abdul. Punti di forza l'ambientazione e come hai tratteggiato i personaggi. Tema assolutamente centrato, senza trovare punti di miglioramento. Per me racconto da finale, bravissimo!


Grazie mille Andrea. per me quel "cinematografico" è tra i migliori complimenti che possa ricevere, perché cerco di essere sempre molto visivo e sensoriale. grazie davvero.

Cinzia Fabretti ha scritto:Ciao Luca. Niente, era solo per dire...fantastico il tuo racconto! Bello bello bello!


ahahahah Cinzia! grazie mille!

gcdaddabbo ha scritto:Ciao, Luca! Ho nuovamente il piacere di leggere un tuo racconto. Il tema è certamente centrato. So che sei uno dei migliori, ma mi ha sorpreso lo stesso la quantità di riferimenti all’oriente: dallo shawarma al Necronomicon messi lì per ottenere l’ambientazione opportuna. Non avevo finora mai sentito parlare di Lovercraft e ti assicuro che mi basta la dose di terrore che mi hai trasmesso, per cui non approfondirò ancora. La storia è ben articolata e le descrizioni efficaci. Non mi piace l’uso dell’aggettivo “rincagnato”. Avrei preferito il più classico “rincantucciato” anche se ammetto che il suono di quello usato si adatta meglio all’atmosfera in cui è ambientata la scena.
Mi ha colpito il moscone che esce dall’occhio e mi sono ricordato dell’”Orbita” con l’occhio che rotolava sulla tolda della nave? Che dire? Sarà un tuo marchio di fabbrica.
Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!


Ciao Giovanni! ho cambiato mille volte quel rincagnato perché deve essere molto regionale temo, ma mi piaceva un sacco come suonava. era molto onomatopeico. per i dettagli un po' gore, un po' pulp, sì, sono il mio marchio di fabbrica. almeno uno ci scappa sempre! ahahah Grazie ancora per il commento.
Luca Moggia ha scritto:Ciao Luca,

direi che sul tema c’è poco da dire, centratissimo. Sia per quanto riguarda l’Oriente, sia per quanto riguarda il terrore.

Nel complesso la storia mi sembra ben scritta, con un lessico ricercato al punto giusto e una buona ricostruzione dell’ambiente in cui si svolge la vicenda. Mi piace questo secondo aspetto perché, almeno a mio parere, diversi racconti che ho letto qui su MC si focalizzano sui personaggi e sui pensieri ma lasciano un po’ evanescente il luogo in cui si svolge l’azione.

Immagini vivide e evocative. Mi è piaciuto soprattutto il moscone sanguinolento che sbuca dall’occhio del povero Abdul!

Buona la scorrevolezza della lettura salvo la parte del “pensato” di Rashid da “Gli dava i brividi…” a “Ma erano solo frutto della sua follia” che è un po’ faticosa. Subito dopo “Era rimasto solo Rashid a prendersi cura di lui, poveraccio” da l’idea di Rashid che si pensa a in terza persona e stona con lo stile immersivo che hai scelto di usare.

Un ultimo appunto legato alla fruibilità del racconto. Alla prima lettura non avevo capito che si trattasse del Necronomicon, cosa chiara dopo la lettura dei commenti. Si capisce comunque che il libro è qualcosa di particolare perciò mi è venuto naturale fare una ricerca e capirlo in un attimo. Un lettore che lo faccia però, rischia di perdersi l’elemento di originalità del racconto e per lui la vicenda parlerà di un generico libro e di un anonimo vecchio.

Spero che queste piccole osservazioni ti siano utili!

In bocca al lupo per la Picciuti Edition e alla prossima!


Mamma mia, Luca! non dirlo al mio Editor, mi cazzia sempre per quel tipo di errori e io ancora ci casco, soprattutto quando sono di fretta. per di più in quella frase il Lui non potevo metterlo. Era rimasto solo lui a prendersi cura di lui. e avevo già usato vecchio e Abdul mille volte. alla fine sono finito con i piedi nel solito errore! mannaggia a me!
grazie del commento super dettagliato e le tue osservazioni sono ESTREMAMENTE utili.

SarahSante ha scritto:ciao Luca,
a differenza di alcuni che ti hanno commentato prima di me anche io non ho colto i riferimenti letterari del tuo pezzo ma ho apprezzato ugualmente la storia di Rashid e del vecchio pazzo. Ho apprezzato in particolare le caratterizzazioni che hai dato rispetto all'ambiente medio-orientale (con gli accenni al mercato tra schwarma e datteri) e alla casa del vecchio (il telo nero alla finestra, i cocci, il cibo smangiucchiato). Anche la parte con gli insetti rende bene l'atmosfera di terrore che si crea. Buona prova!


Ciao Sarah, sono felice di sapere che il racconto è riuscito ad arrivare anche a chi non sapeva nulla di Lovecraft. era un po' un azzardo usare un pregresso di quello spessore. perchè dovevo dire abbastanza per chi non lo conosceva ma senza esagerare per lasciare il twist a chi invece sapeva cos'era il necronomicon ma non aveva colto i riferimenti a Damasco e ad Abdul.

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Luca, non ho colto subito i riferimenti a cui ti sei ispirato per la costruzione di questo racconto. In effetti non conosco Lovecraft e quindi ho apprezzato di più dopo una seconda lettura e dopo una breve ricerca (che approfondirò perchè mi ha incuriosito) sull'autore. Il racconto è molto ben descritto. Hai una grande di capacità di trasportare il lettore negli ambienti e nelle scene da te descritte. Già avevo apprezzato queste tue doti in altri racconti letti qui su MC. È sempre difficile commentare quando un autore è bravo, complimenti.
Buona edition e a rileggerci presto.


Ciao Manuel e grazie del commento. se vuoi qualche dritta su Lovecraft prova con Il Richiamo di Cthullu dove comincia a intravedersi un po' di orrore cosmico tipico della sua letteratura. e poi leggiti Nyarlathotep. raccontino di pochissime pagine che rende un sacco!

KatyBlacksmith ha scritto:Ciao, Luca e ben ritrovato!
Tema centratissimo, con l'ispirazione colta addirittura da uno dei miei amori letterari da ragazza, tanto che avevo avuto anche un breve scambio di email sul Necronomicon con uno dei bibliotecari vaticani (per dire quanto ero presa).
Ho seguito con gusto l'ambientazione e i due personaggi sono individualmente ben definiti, la storia ha uno svolgimento che ho trovato equilibrato e il colpo di scena finale che aiuta a inquadrare meglio l'intera vicenda mi sembra ben gestita.
Per me è una ottima prova!
Buona undicesima era!


Ciao Katy! io adoro il necronomicon! penso che sia la cosa più figa di cui ha scritto Lovecraft. l'unica cosa che rivaleggia con il mito sul libro è la figura di Nyarlathotep che io adoro immensamente. è sicuramente il mio grande antico preferito. che poi lui non è un grande antico ma un araldo. ma vabbè, non entriamo nei dettagli!

Michael Dag ha scritto:We, ciao luca, mi fa piacee ritrovarti. vedo che non hai perso lo smalto, a differenza di me!
Da amante di Lovecraft non posso che apprezzare questo omaggio al mio arabo pazzo preferito. la semina è costruita bene, ho iniziato a intuire qualcosa lentamente, poi empre di più e poi ho collegato il nome del vecchio pazzo a quello di alaz a'red. Mi è piaciuto il dettaglio iniziale dello shawarma, mi ha subito immerso nell'atmosfera del medioriente.
Non so quanto sia chiaro ciò che racconti per chi non capisce i vari riferimenti, ma le immagini dei tentacoli e gli insetti sono abbastanza evocative. Bellissima la frase "I suoi occhi naufragavano nel terrore" e anche l'immagine del moscone che esce dall'occhio. ben fatto!


Ma guarda chi è tornato! grandissimo! ma va là che non hai perso lo smalto! assolutamente! anche se il primo racconto dopo un po' di tempo lontano da Minuti Contati è davvero arduo da scrivere, te lo confermo! anche io sono rientrato a "tempo pieno" quest'anno e la prima edition non mi ricordavo praticamente più come si faceva! per di più 3.000 battute! panico!

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L'inquisitore
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Re: Il vecchio pazzo, di Luca Fagiolo

Messaggio#15 » mercoledì 31 gennaio 2024, 12:36

Ciao Luca! Interessante declinazione! Il finale, seppur mi sia arrivato un attimo prima, mi ha strappato un sorriso. Mi è piaciuta anche l'immagine della mosca che esce dall'occhio, ma per il resto non c'è molto in questo pezzo. Tenderei a dire che parte anche un po' presto, col ragazzino sche schiva donne, passa sotto un cammello e si fa gridare dietro alla Aladdin che sì, dipinge l'ambiente, ma allunga un po' il brodo. In generale il proposito di mostrare un ragazzino che si prende cura di un vecchio che scrive si prende tanto spazio.
La struttura non è male, ma potrebbe essere migliore: le informazioni ci vengono date unicamente dalle riflessioni del ragazzino e meno dalla scena, cosa che abbatte il ritmo e tende al didascalico. Tecnicamente non ho appunti e l'idea è simpatica, ma la resa, vista anche la povertà di contenuto, poteva essere migliore lavorando più sulla scena. Ma sappiamo bene che il tempo è sempre poco...
Direi un pollice tendente al positivo per il racconto di questa edizione!

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