Un albero all'anno

Con la prima edizione del 2024 parte ufficialmente il quarto lustro di Minuti Contati e quale modo migliore per inauguralo se non con colui che lo ha gestito per il suo primo lustro? Appuntamento con un tema di Daniele Picciuti e 4000 caratteri a disposizione fissato per lunedì 15 gennaio alle ore 21.00!
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Andrea Furlan
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Un albero all'anno

Messaggio#1 » martedì 16 gennaio 2024, 0:38

Quando mi sono svegliato, c’era una nebbia fitta.
Mi sono alzato in fretta, impaurito. Ho indossato l’armatura, sistemato fodero e spada, senza lavarmi, né mangiare. Dolore alla schiena. Maledetta umidità.
Odio la nebbia: negli anni, i demoni mi hanno attaccato ben sei volte fra le sue spire.

Il tempo scorre, monto la Guardia
Recito l’antica litania, percorro il camminamento senza allontanarmi troppo dalla Torre, guardingo.
Sembra tutto tranquillo, ma è proprio in questi momenti che colpiscono.
La vecchia foresta dell’Est al di là del Confine è una massa nera, spettrale. Sembra respirare vapore, lenta, malevola, come un vecchio drago addormentato.
Per farmi forza, contemplo la strada che si snoda dalla Torre in mezzo ai prati verdi, verso Occidente. Porta alla Capitale. È casa, civiltà, guardarla mi riempie di gioia, perché rappresenta lo scopo della mia esistenza, da sempre.
Costeggio il muro per il giro di ronda. È lì che ho piantato i miei alberi, dritti e ordinati.

Le piante crescono, difendo il Confine
Uno e Due sono possenti, cresciuti così tanto da toccarsi. Sono i decani, vecchi quanto la mia Guardia. Ogni mattina prego abbracciandoli, perché mi possano difendere. Il primo anno ho deciso di piantare Uno, per marcare lo scorrere del tempo. Avere qualcuno di cui occuparmi.
Tocco le tibie del primo demone, ancora inchiodate alla corteccia.
È apparsa una mattina, persa nella foresta orientale: una ragazza giovane, innocente. Era ferita, mi ha chiesto aiuto: ingenuo, l’ho aiutata. Amata. Poi, lo specchio mi ha rivelato la sua vera natura. L’ho crocifissa nel cortile della Torre, strappandole il cuore a mani nude, piangendo. Quando il tempo ha lavato via la sua carne maledetta, ho conservato le ossa, a monito perenne.

I demoni arrivano, non mi fanno paura
Continuo il giro, ricordo.
L’anno di Quindici mi hanno attaccato in forze. Un’armata di orchi sputata dalla foresta nera: cavalcavano lupi, e bestie immonde, volanti, che vomitavano acido sulle mura della Torre. Ero forte, allora. Ho resistito all’assedio per quasi cento giorni. Ho trasformato i rami dei miei amati alberi in sante frecce con cui mi difendevo. Poi sono riuscito a distruggere il loro accampamento.
Ventitre è piccolo, scarno, povero di foglie. L’anno in cui l’ho piantato c’è stata la siccità peggiore. Mi assomiglia: resiste da sempre, come me. Quella volta sono arrivati in mezzo al fuoco che ha divorato la foresta, spiriti rossi e crudeli. Sento prurito al braccio sinistro, dove i demoni hanno morso le mie carni.

Nessuno di loro passerà, né ora né mai
Trentasei mi rammenta la comparsa del venditore ambulante. Sapevo di dovere stare attento, ma la voglia di parlare con qualcuno dopo tanti anni è stata troppo forte. Mi ha fatto ubriacare per imprigionarmi, poi si è mostrato com’era: un perfido rettile di forma umana. Solo l’astuzia e la fortuna mi hanno salvato.
Ho piantato l’albero proprio nel punto in cui l’ho trapassato con la spada.
Termino il giro con Quarantadue. Mi arriva appena alla vita: è ancora giovane, piccolo. L’ultimo che ho piantato questo inverno.
Un timido sole spunta sulle cime degli alberi a Oriente: la nebbia sparisce, trasformandosi in rugiada.
Rientro nella Torre, affamato. Ma qualcosa, un istinto, mi trattiene. Torno indietro.
Macchie nere appaiono sulle foglie cosparse di gocce. Sembra una ruggine, come quella che fa diventare matto chi mangia il pane di segale cornuta.
Corro a vedere gli altri alberi, uno dopo l’altro: tacche polverose, su ogni foglia, sui piccioli.
I miei alberi! Tutti questi anni che ho passato da solo, a difendere il Confine. Vani, inutili.
Sono tutti malati. Tutti!
Devo arrestare la malattia: impugno la spada, taglio fronde, rami. Più ne elimino, più macchie si formano su quelli rimasti.
Vado avanti finché posso, poi crollo in mezzo alle foglie scure. Dolore al braccio sinistro, non posso più combattere. Singhiozzo appoggiato al tronco nodoso di Uno, mio vecchio compagno.
Il vento che passa fra le foglie morte non è altro che una cupa risata.
Ultima modifica di Andrea Furlan il martedì 16 gennaio 2024, 0:52, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#2 » martedì 16 gennaio 2024, 0:41

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

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Andrea Furlan
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#3 » martedì 16 gennaio 2024, 0:53

Grazie Antico, ho fatto una piccola modifica, ma dovrei restare nei parametri.

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antico
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#4 » martedì 16 gennaio 2024, 0:55

Confermo!

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Emiliano Maramonte
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#5 » mercoledì 17 gennaio 2024, 23:45

Caro Andrea, bentrovato.
Ti devo ringraziare perché questo tuo racconto che probabilmente nasce da leggende orientali mi ha emozionato, anche perché sostenuto da una prosa ispirata, impeccabile, lirica, evocativa, severa... Ho finito gli aggettivi! Questo racconto, per me, vince a mani basse su tutti i fronti, anche perché fa riflettere su tantissime cose, è una metafora della vita: noi tutti lottiamo per preservare le nostre esistenza, ma il destino è già segnato, sappiamo che inevitabilmente moriremo. Eppure lottiamo senza sosta, difendiamo quel maledetto Confine, e ogni albero che piantiamo, ogni persona che incrocia le nostre vite ci insegna qualcosa, ci arricchisce.
Non ho nient'altro da dire se non complimenti. Per me sei sul podio.

Buona gara.
Emiliano.

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gioco
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#6 » venerdì 19 gennaio 2024, 17:10

Ciao Andrea, il tuo modo di scrivere mi piace; non è la prima volta che ti devo commentare e confermo quest’impressione. Il tema direi che è senz’altro centrato, e l’evoluzione del racconto che segue la numerazione degli alberi ha un bel respiro. Non credo di aver capito il senso dei titoletti in corsivo a capo dei paragrafi. Sembrano quasi in antitesi al racconto principale dell’anziano guardiano. Comunque molto evocativo! In bocca al lupo per la gara!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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Andrea Furlan
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#7 » venerdì 19 gennaio 2024, 17:45

Emiliano Maramonte ha scritto:Caro Andrea, bentrovato.
Ti devo ringraziare perché questo tuo racconto che probabilmente nasce da leggende orientali mi ha emozionato, anche perché sostenuto da una prosa ispirata, impeccabile, lirica, evocativa, severa... Ho finito gli aggettivi! Questo racconto, per me, vince a mani basse su tutti i fronti, anche perché fa riflettere su tantissime cose, è una metafora della vita: noi tutti lottiamo per preservare le nostre esistenza, ma il destino è già segnato, sappiamo che inevitabilmente moriremo. Eppure lottiamo senza sosta, difendiamo quel maledetto Confine, e ogni albero che piantiamo, ogni persona che incrocia le nostre vite ci insegna qualcosa, ci arricchisce.
Non ho nient'altro da dire se non complimenti. Per me sei sul podio.

Buona gara.
Emiliano.


Grazie mille Emiliano, non avrei mai sperato a un commento così per questo racconto. Molto onorato!!
L'ispirazione non sono leggende orientali, in questo caso sono stato guidato piuttosto da Buzzati.

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Andrea Furlan
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#8 » venerdì 19 gennaio 2024, 17:47

gioco ha scritto:Ciao Andrea, il tuo modo di scrivere mi piace; non è la prima volta che ti devo commentare e confermo quest’impressione. Il tema direi che è senz’altro centrato, e l’evoluzione del racconto che segue la numerazione degli alberi ha un bel respiro. Non credo di aver capito il senso dei titoletti in corsivo a capo dei paragrafi. Sembrano quasi in antitesi al racconto principale dell’anziano guardiano. Comunque molto evocativo! In bocca al lupo per la gara!


Grazie mille per il.commento positivo.
I titoletti in corsivo sono i versi della litania - preghiera che il vecchio soldato recita durante il suo giro di guardia.

Debora
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#9 » domenica 21 gennaio 2024, 18:17

Ciao Andrea, che racconto fantastico! Una prosa impeccabile e una scrittura evocativa e affascinante. Davvero molto bello, non sarebbe neanche da dire quanto sia centrato il tema in questo caso. Non solo: l’idea stessa del racconto ha una matrice molto orientale. Sinceramente non trovo difetti, di alcun tipo. Grazie per averlo scritto.
Ultima modifica di Debora il mercoledì 24 gennaio 2024, 17:46, modificato 1 volta in totale.

Cristina_emme
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#10 » lunedì 22 gennaio 2024, 12:24

Ciao Andrea,
felice di leggerti. Una prosa evocativa e tema centrato pienamente. Ho apprezzato tantissimo lo stile e l’evoluzione della storia. Credevo che i titoli in corsivo fossero una sorta di appunto a sé stesso, ma in realtà, leggendo la tua risposta, sono i versi della preghiera. Li apprezzo ancora di più. E poi, la difesa dei Confini, la cura nei confronti della vita e, infine, quella risata cupa. Che dire, tutto meraviglioso. Complimenti davvero
Buon gara!

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Gerry Ponsacchi
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#11 » lunedì 22 gennaio 2024, 18:47

Oh, mi è piaciuto proprio. M’è sembrato di leggere uno di quei racconti da antologia di GRR Martin, con questi eroi decadenti e un sacco di domande che ti rimangono incollate addosso. Martin che incontra Dino Buzzati nel deserto dei Tartari, aggiungerei.

Tanti dettagli che tornano rimodulando il proprio significato, si incastrano a perfezione nel mondo che hai creato e nel tessuto narrativo (uno su tutti, le frecce usate contro gli orchi).

Complimenti, un ottimo lavoro.
g3rry

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Maurizio Chierchia
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#12 » martedì 23 gennaio 2024, 16:39

Ciao Andrea.
Vengo qui a smorzare l'entusiasmo. Non dico di non aver apprezzato il tuo racconto, anzi lo metto sicuramente tra i meglio riusciti del girone, ma non l'ho trovato poi così evocativo. In realtà non ho neanche apprezzato appieno la scelta dei numeri degli alberi, all'inizio mi ero un attimo perso nel paragonarli agli anni che passano.
Ho trovato efficaci le scene della crocifissione e dell'uccisione del venditore ambulante e forse avrei calcato un po' di più in questo senso.
In fin dei conti quello che ci porti è il resoconto della vita di un guerriero che ha piantato alberi, e decide di difendere il suo confine fino alla morte. Di sicuro d'insegnamento, ma poco coinvolgente. Sempre per i miei gusti ovviamente.
In ogni caso complimenti e buona gara.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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BruceLagogrigio
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#13 » martedì 23 gennaio 2024, 18:11

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione Fantasy. Torre di guardia a margine forseta dell’Est. Tema Centrato.

Ciao Andrea, piacere di leggerti. Bel racconto. Poi fantasy, quindi ottimo. Mi ha ricordato quei giochi tower defense. Bellissima l’idea dell’albero piantato di anno in anno che sentenziano lo scorrere del tempo. In poche righe si delinea un bel world building da invidiare. La Capitale così lontana e così vicina. Il ricordo delle battaglie. I tradimenti, l'amore perduto, i sotterfugi. E che dire del ritmo scandito dalla preghiera? Ottimo lavoro per me.
Forse per i puristi dell'immersione pura troppo raccontato e troppi As you know Bob, ma a me non hanno infastidito più di tanto.

Buona gara!

Bruce
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Blaubar
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#14 » mercoledì 24 gennaio 2024, 23:23

Ciao Andrea, un piacere leggerti e conoscerti!
Brevemente: davvero una lettura piacevole degna di qualsiasi fantasy di livello, tante belle idee e una dose di inquietudine. Poteva essere più orientale
Ho letto un racconto solido, da vero Pro. Bellissime le idee come la rievocazione di innumerevoli battaglie attraverso gli alberi, l’inquietudine che parte alto e poi viene cullato in una sicurezza che è infine fasulla e anche l’uso della madre di tutti i “topoi” horror: NEBBIA.

Anche io non avevo collegato i capitoletti con la litania, ora capisco e apprezzo. Delineano ancora meglio l’umanità solenne del protagonista

Un solo appunto lo faccio per il tema orientale mancato, credo, che si poteva facilmente potenziare. Magari conferendo al guardiano qualche tipico carattere di quei popoli. Anche la minaccia è molto occidentale: demoni crocifissi, orchi et similia. L’Oriente non è solo un punto cardinale, ma uno stile di vita diverso che deve suscitare esoticità (esiste sta parola?)

In generale però, promesse rispettate. Buona Gara!

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antico
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Re: Un albero all'anno

Messaggio#15 » martedì 30 gennaio 2024, 12:20

Un racconto gestito ottimamente e pieno di potenzialità che non riesco a definire quanto siano espresse al loro meglio, ma di sicuro siamo su un livello alto. Cosa mi è mancato? Non sono riuscito a collegare i vari numeri a dei significati e mi è sembrato che la sua follia potesse essere sviluppata meglio, a partire dallo specchio che lo ha portato a uccidere la ragazza. Mi manca qualcosa lì, ma sia chiaro che è tutto talmente ben gestito che lo promuovo con un pollice quasi su tenendomi i miei dubbi e cercando di dare da me delle risposte, come del resto, magari, era già nelle tue intenzioni. Tema molto ben gestito.

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