Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Con la prima edizione del 2024 parte ufficialmente il quarto lustro di Minuti Contati e quale modo migliore per inauguralo se non con colui che lo ha gestito per il suo primo lustro? Appuntamento con un tema di Daniele Picciuti e 4000 caratteri a disposizione fissato per lunedì 15 gennaio alle ore 21.00!
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Emiliano Maramonte
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Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#1 » martedì 16 gennaio 2024, 0:58

Giorno 2
«… il fenomeno si verifica solo all’alba. Sono stati segnalati panico e disordini in alcune città. Il governo è già intervenuto per riportare la situazione alla normalità.»
Dany mi si aggrappa al braccio. È spaventata. Cerco di tranquillizzarla, ma non è facile. Sta succedendo tutto troppo in fretta. Dovrò inventarmi qualcosa per tenerla lontana dal clima di tensione che si respira all’esterno.
«Al momento gli esperti non hanno una spiegazione ragionevole per ciò sta accadendo…»
Tanto per cominciare spengo la Tv.

Giorno 5
«Ho chiamato la nonna e il nonno, stanno bene» riferisco a Dany. «E anche papà.»
«Perché non può stare con noi?» mi chiede con occhi colmi di malinconia.
Ogni volta è difficile farle capire perché questo non è possibile. Ci sto molto male, ma è così che deve andare.
Le ho scaricato un nuovo giochino sul cellulare, per distrarla un po’, ma lei resta rannicchiata sul divano a sospirare.
Su Facebook hanno scritto che le ombre avvistate all’alba si moltiplicano ogni giorno di più.
La gente nelle città sta impazzendo. Nessuno sa cosa fare.

Giorno 8
Insieme a Dany sto preparando la pasta fatta in casa. Ci lanciamo in faccia la farina e ci sporchiamo le mani di pomodoro. Ci stiamo divertendo un mondo. È un’inaspettata oasi di serenità.
Facciamo una doccia veloce, ci vestiamo e usciamo sul balcone.
Per le strade c’è un silenzio che gela il sangue, qualcosa di molto simile ai lockdown per il Covid-19.
Chissà quanto potrò resistere in questa situazione.

Giorno 13
Mi sono svegliata molto presto. Per fortuna Dany dorme tranquilla. Salgo sul terrazzo e resto a contemplare la bellezza del sole che sorge. C’è qualche nuvola, ma il cielo è d’un blu sorprendente. È proprio in questo momento che l’aria comincia a tremolare come se si caricasse di un’energia misteriosa. Si forma una gigantesca membrana, screziata come la superficie di una bolla di sapone. Da quel fenomeno gocciolano macchie di colore che si diffondono nelle città. Le vedo proprio adesso, sono migliaia. Sembrano le lacrime di un dio.

Giorno 14
Suonano alla porta. Impossibile che qualcuno venga a trovarci nel bel mezzo di una crisi mondiale. Guardo dallo spioncino.
È lui. Lo stomaco mi si contrae. I ricordi affiorano prepotenti. Lo faccio entrare. Non dice nulla. Abbozza un sorriso. Anche lui è spaventato, e lo nasconde a fatica.
«Come hai fatto a…?» gli chiedo, ma Dany corre da lui.
«Papà!»
Marco ha la barba incolta, si è rasato i capelli, ha cambiato gli occhiali. Sembra invecchiato di dieci anni. Abbraccia forte sua figlia, poi gioca scherzosamente con le sue trecce.
«Perché sei venuto?» Mi chiudo a riccio. La rabbia ha preso il sopravvento.
«Avevo bisogno di stare con voi» spiega lui, imbarazzato. «Là fuori c’è l’inferno.»
«Papino, resti con noi? Resti con noi? Resti con noi?» cantilena Dany, con entusiasmo alle stelle.
Si vedrà.

Giorno 17
In Tv non arrivano più notizie. Sono rimasti in pochi a scrivere sui social: qualche folle propone bizzarre teorie sul fenomeno: la vendetta della natura, terrificanti esperimenti dei militari, il magnetismo terrestre che ha dato di matto. Forse non c’è più neanche un governo.
Le lacrime colorate sono ovunque. Attaccano gli esseri umani e li fanno scomparire. C’è n’è una per ognuno di noi.
Marco mi fissa con una strana espressione soddisfatta. «Sono contento che tu mi abbia accolto.»
«Ma non ti ho perdonato» ribatto. Non so se lo farò mai. Forse sì, non so. Forse è così che deve andare.
«Non importa» dice. «C’è Dany, e ci sei tu. Non ho bisogno di altro.» E mi bacia.

Giorno 20
Siamo in strada, tutti e tre. Ci teniamo per mano. Il sole sta nascendo ancora. Aspettiamo il nuovo giorno, l’ultimo. Qualche sconosciuto ci fa compagnia. La membrana nel cielo è sempre lì. Le lacrime si muovono verso di noi. Abbraccio Dany, sorrido a Marco. È questo ciò che conta, che restiamo insieme.
Fra poco sarà tutto finito.

Giorno 1
È incredibile. C’è tantissima gente. Non siamo morti. Il mondo ora è diverso. Abbiamo superato un confine. Una nuova vita?



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antico
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#2 » martedì 16 gennaio 2024, 1:00

Ecco il terzo classificato nel Rank d'Era: Emiliano Maramonte! Caratteri e tempo ok anche per te! Buona DANIELE PICCIUTI EDITION!

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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#3 » martedì 16 gennaio 2024, 1:04

Grazie, Antico. Ho pensato laterale, come mi hai suggerito tu.
Buona Edition a tutti!

alexandra.fischer
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#4 » martedì 16 gennaio 2024, 8:13

Tema centrato. Molto efficace la forma diaristica. Interessante l’idea delle lacrime che fanno scomparire l’umanità. Le descrizioni sono orientaleggianti, penso ai colori del cielo e alla membrana che lo ricopre. Bene anche la presenza dei social dove c’è allarmismo e tutti parlano di catastrofe. C’è anche una donna con una bambina, e si vede lo spaccato di quotidiano. E una crisi coniugale che si ricompone.

Giovanni P
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#5 » martedì 16 gennaio 2024, 15:56

Ciao, la tua storia mia ha tenuto incollato al cellulare dalla prima all’ultima parola. Il racconto potrebbe essere sviluppato per creare qualcosa di molto più ampio, invidio chi come te con pochi caratteri riesce a scrivere qualcosa di interessante, ma sopratutto autoconclusivo e contestualizzato. Ottima l'idea di impostare il tutto come un diario, sei riuscito a condensare gli eventi più importanti con pochi caratteri a disposizione. Hai avuto un ottima idea, ma secondo me il tema non è centrato, almeno non del tutto.

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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#6 » martedì 16 gennaio 2024, 17:54

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Molto efficace la forma diaristica. Interessante l’idea delle lacrime che fanno scomparire l’umanità. Le descrizioni sono orientaleggianti, penso ai colori del cielo e alla membrana che lo ricopre. Bene anche la presenza dei social dove c’è allarmismo e tutti parlano di catastrofe. C’è anche una donna con una bambina, e si vede lo spaccato di quotidiano. E una crisi coniugale che si ricompone.


Grazie Alexandra per la lettura e per il feedback! Velocissssssssima in tutto!
Buona Edition

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#7 » martedì 16 gennaio 2024, 17:57

Giovanni P ha scritto:Ciao, la tua storia mia ha tenuto incollato al cellulare dalla prima all’ultima parola. Il racconto potrebbe essere sviluppato per creare qualcosa di molto più ampio, invidio chi come te con pochi caratteri riesce a scrivere qualcosa di interessante, ma sopratutto autoconclusivo e contestualizzato. Ottima l'idea di impostare il tutto come un diario, sei riuscito a condensare gli eventi più importanti con pochi caratteri a disposizione. Hai avuto un ottima idea, ma secondo me il tema non è centrato, almeno non del tutto.


Ciao Giovanni.
Grazie per avermi letto e per gli apprezzamenti. Non posso aggiungere altro. Dico solo che ho affrontato il tema in modo letterale: i terrori sono quelli provocati alla popolazione dalle lacrime colorate che scendono dal cielo e l'Oriente è ovviamente l'alba (il sole sorge a Est...), momento in cui si verifica il fenomeno misterioso.

Buona Edition!

Giovanni P
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#8 » martedì 16 gennaio 2024, 20:55

Grazie per la spiegazione Emiliano, apprezzata.

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MatteoMantoani
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#9 » mercoledì 17 gennaio 2024, 1:44

Ciao Emiliano.
Un pezzo gradevole e costruito in modo intelligente. La fine del mondo che dipingi è certamente qualcosa di originale, queste gocce colorate che cadono dal cielo e fanno sparire la gente mi piacciono.. ci stava magari, a mio gusto, un po' più di riferimento al misticismo. Certo, l'hai messo nel titolo, ma i personaggi non fanno troppi riferimenti all'aldilà o a un dio che sta eseguendo l'Armageddon, quando invece la pioggia fatta di lacrime poteva essere un modo interessante per virare ancora più prepotentemente nella spiritualità. A questo proposito, il finale non so se fa bene o fa male, certo il racconto meritava una chiusa, ma forse sapere cosa succede dopo il contatto con le gocce non era così indispensabile.. anzi, qui mi fa tanto un finale alla "tarallucci e vino", quando invece non dire niente avrebbe potuto creare quel dubbio in più e lasciare il lettore con qualcosa su cui speculare.
La verità è che sto cercando il pelo nell'uovo, perché il racconto mi è piaciuto. Ho anche apprezzato come hai saputo coniugare bene il tema della fine del mondo co queste scene di famiglia, e l'inevitabile riconciliazione famigliare è un escamotage che (dalle discussioni di qualche mese fa) uno potrebbe riconoscere come metodo efficace per costituire l'empatia. Sai che sono un po' suscettibile quando si usano questi metodi, ma qui l'amalgama mi sembra invece equilibrata, e senza un'ombra di patetismo (che è magari la cosa che di solito mi fa più alzare le antenne). La scena della pasta fatta in casa mi ha fatto sorridere, peraltro citi il periodo del COVID, mi sono ricordato di quegli articoli di giornale in cui si diceva che la gente per passare il tempo si metteva a fare il pane in casa.. quindi il modo in cui descrivi questa fine del mondo mi piace perché è molto realistica e con rimandi alla realtà.
In un paio di occasioni lo stile mi ha fatto uscire dal racconto, solo in due tellate forse troppo potenti per i miei gusti: "mi chiudo a riccio", "i ricordi riaffiorano prepotenti".. forse con un po' più di spazio avresti potuto mostrare un po' meglio questi stati d'animo.
Insomma, parere più che positivo, anche se mi piacciono di più i tuoi racconti più cupi, in cui le cose vanno male.

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Shanghai Kid
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#10 » mercoledì 17 gennaio 2024, 22:11

Ciao Emiliano,
leggerti è sempre un piacere.
Noto e apprezzo che tu abbia mantenuto la quota poetica dell’ultima volta che ti ho commentato. Meno pervasiva, ma di certo presente in questo tuo scritto. Anche io ho declinato “oriente” con “alba”, ma in una chiave totalmente diversa. La tua è davvero creativa e originale. Inoltre, appena iniziata la lettura avevo trovato singolare che non iniziassi dal giorno 1, e quindi mi ha piacevolmente colpita trovarlo alla fine in questa sorta di struttura circolare. Lo stile è fluido e gradevole. Una prova molto buona.
A rileggerci,
Elisa

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#11 » mercoledì 17 gennaio 2024, 23:07

Giovanni P ha scritto:Grazie per la spiegazione Emiliano, apprezzata.


Figurati. E' proprio questo il bello del confronto. Anzi, sono io che ringrazio te!

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#12 » mercoledì 17 gennaio 2024, 23:19

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Emiliano.
Un pezzo gradevole e costruito in modo intelligente. La fine del mondo che dipingi è certamente qualcosa di originale, queste gocce colorate che cadono dal cielo e fanno sparire la gente mi piacciono.. ci stava magari, a mio gusto, un po' più di riferimento al misticismo. Certo, l'hai messo nel titolo, ma i personaggi non fanno troppi riferimenti all'aldilà o a un dio che sta eseguendo l'Armageddon, quando invece la pioggia fatta di lacrime poteva essere un modo interessante per virare ancora più prepotentemente nella spiritualità. A questo proposito, il finale non so se fa bene o fa male, certo il racconto meritava una chiusa, ma forse sapere cosa succede dopo il contatto con le gocce non era così indispensabile.. anzi, qui mi fa tanto un finale alla "tarallucci e vino", quando invece non dire niente avrebbe potuto creare quel dubbio in più e lasciare il lettore con qualcosa su cui speculare.
La verità è che sto cercando il pelo nell'uovo, perché il racconto mi è piaciuto. Ho anche apprezzato come hai saputo coniugare bene il tema della fine del mondo co queste scene di famiglia, e l'inevitabile riconciliazione famigliare è un escamotage che (dalle discussioni di qualche mese fa) uno potrebbe riconoscere come metodo efficace per costituire l'empatia. Sai che sono un po' suscettibile quando si usano questi metodi, ma qui l'amalgama mi sembra invece equilibrata, e senza un'ombra di patetismo (che è magari la cosa che di solito mi fa più alzare le antenne). La scena della pasta fatta in casa mi ha fatto sorridere, peraltro citi il periodo del COVID, mi sono ricordato di quegli articoli di giornale in cui si diceva che la gente per passare il tempo si metteva a fare il pane in casa.. quindi il modo in cui descrivi questa fine del mondo mi piace perché è molto realistica e con rimandi alla realtà.
In un paio di occasioni lo stile mi ha fatto uscire dal racconto, solo in due tellate forse troppo potenti per i miei gusti: "mi chiudo a riccio", "i ricordi riaffiorano prepotenti".. forse con un po' più di spazio avresti potuto mostrare un po' meglio questi stati d'animo.
Insomma, parere più che positivo, anche se mi piacciono di più i tuoi racconti più cupi, in cui le cose vanno male.


Ciao Matteo. Ti ringrazio molto per il feedback circostanziato e sincero. E' questo che ci aiuta a migliorare. Al misticismo non ho proprio pensato, forse perché sono (ateo) razionalista fino al midollo, quindi il riferimento a un dio è solo, diciamo così, letterario. Però era una strada che potevo percorrere: in effetti ci stava una fine del mondo "divina", considerato il tipo di catastrofe che ho descritto.
Per ciò che riguarda invece la vicenda famigliare, be', ti dirò, quando ho postato il testo, subito dopo mi sono detto: "Che ho combinato?". Ero consapevole che quello della separazione è l'escamotage per eccellenza (logoro e abusato) per creare un certo impatto emotivo, eppure ho accettato il rischio, incastonandolo in una cornice letteraria che lo avrebbe edulcorato. Ci sono riuscito? Non ci sono riuscito? La classifica finale di girone me lo dirà, ma intanto preciso che la riconciliazione dei due coniugi, nella mia testa, aveva più una valenza simbolica che narrativa. La mia intenzione era mettere in risalto la necessità di ritrovare l'umanità di fronte a difficoltà insormontabili, e quale simbolo più grande della comunanza esiste oltre la famiglia? In fondo, tutti noi abbiamo vissuto qualcosa di simile durante il periodo del Covid; in quei mesi tremendi ci siamo accorti che esistevano anche altri esseri umani con cui condividere un sorriso, un gesto di solidarietà, un po' di conforto. Che poi la lezione sia stata disimparata, è un altro discorso.
Infine, prendo atto del tuo riferimento alle parti "tellose" e ci mediterò su.
Grazie ancora e buona gara!

Gaia Peruzzo
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#13 » giovedì 18 gennaio 2024, 20:17

Ciao Emiliano. Ci sono dei punti davvero intensi, dove sono riuscita a immaginare anche il timbro di voce del punto di vista. Tipo questo qui: "Ogni volta è difficile farle capire perché questo non è possibile, ci sto molto male ma è così che deve andare". Era proprio come se sentissi la sua voce nella mia testa! Quindi grandioso! Per me hai scelto un linguaggio corretto che rende tutto molto coinvolgente.
Il racconto mi è piaciuto tanto, anche se il finale l'ho trovato un pochino destabilizzante. Più che altro perché il resto del testo è molto focalizzato su azioni e immagini quotidiane, quindi guidi molto l'immaginazione, mentre nel finale il lettore è costretto a colmare ciò che sta succedendo. Mi sono trovata smarrita, come i personaggi, anche se sollevata dal fatto che fossero ancora tutti vivi, ma forse è quella la sensazione che volevi dare. Però rimane comunque un racconto molto buono.
In bocca al lupo per la gara!

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#14 » venerdì 19 gennaio 2024, 19:16

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Emiliano,
leggerti è sempre un piacere.
Noto e apprezzo che tu abbia mantenuto la quota poetica dell’ultima volta che ti ho commentato. Meno pervasiva, ma di certo presente in questo tuo scritto. Anche io ho declinato “oriente” con “alba”, ma in una chiave totalmente diversa. La tua è davvero creativa e originale. Inoltre, appena iniziata la lettura avevo trovato singolare che non iniziassi dal giorno 1, e quindi mi ha piacevolmente colpita trovarlo alla fine in questa sorta di struttura circolare. Lo stile è fluido e gradevole. Una prova molto buona.
A rileggerci,
Elisa


Grazie di cuore per le belle parole, Elisa.
Buona gara!

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#15 » venerdì 19 gennaio 2024, 19:19

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Emiliano. Ci sono dei punti davvero intensi, dove sono riuscita a immaginare anche il timbro di voce del punto di vista. Tipo questo qui: "Ogni volta è difficile farle capire perché questo non è possibile, ci sto molto male ma è così che deve andare". Era proprio come se sentissi la sua voce nella mia testa! Quindi grandioso! Per me hai scelto un linguaggio corretto che rende tutto molto coinvolgente.
Il racconto mi è piaciuto tanto, anche se il finale l'ho trovato un pochino destabilizzante. Più che altro perché il resto del testo è molto focalizzato su azioni e immagini quotidiane, quindi guidi molto l'immaginazione, mentre nel finale il lettore è costretto a colmare ciò che sta succedendo. Mi sono trovata smarrita, come i personaggi, anche se sollevata dal fatto che fossero ancora tutti vivi, ma forse è quella la sensazione che volevi dare. Però rimane comunque un racconto molto buono.
In bocca al lupo per la gara!


Grazie mille, Gaia. Sono felicissimo che il testo ti abbia addirittura trasmesso qualcosa di "sensoriale"... è la prima volta che qualcuno me lo dice! :-)
Per quanto riguarda il finale, hai ragione: in sé e per sé è destabilizzante, ma in origine doveva essere diverso. Purtroppo il tempo a disposizione stava scadendo e per scrivere la chiusura che avevo in mente mi servivano altri 15/20 minuti, che non avevo, e negli ultimi 5 minuti mi sono buttato sul piano B. Minuti Contati è anche questo!!
Grazie ancora e buon contest!

Gaia Peruzzo
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#16 » venerdì 19 gennaio 2024, 19:53

Emiliano Maramonte ha scritto: Grazie mille, Gaia. Sono felicissimo che il testo ti abbia addirittura trasmesso qualcosa di "sensoriale"... è la prima volta che qualcuno me lo dice! :-)
Per quanto riguarda il finale, hai ragione: in sé e per sé è destabilizzante, ma in origine doveva essere diverso. Purtroppo il tempo a disposizione stava scadendo e per scrivere la chiusura che avevo in mente mi servivano altri 15/20 minuti, che non avevo, e negli ultimi 5 minuti mi sono buttato sul piano B. Minuti Contati è anche questo!!
Grazie ancora e buon contest!


Dai, non ci credo che nessuno te lo abbia mai detto! Io sento un sacco di voci (beh, questa frase può farmi sembrare pazza ahah, però è così) di personaggi quando leggo. Però mi capita solo quando il testo è fatto particolarmente bene ed è molto coinvolgente. Perché allora entro in sintonia con le parole.
Mi dispiace per il tempo che stava per scadere, questo tema mi sa che era tra i più difficili che hanno proposto finora. Nemmeno io sono riuscita a fare una chiusura decente, anche se avevo ancora tempo. Ma probabilmente riscrivendo pezzi avrei fatto solo più danni, quindi ti capisco.

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Mario Mazzafoglie
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#17 » domenica 21 gennaio 2024, 9:38

LE LACRIME DI UN DIO - EMILIANO MARAMONTE

Ciao Emiliano, un piacere leggerti.
Il tuo racconto scorre bene, con la giusta tensione dall'inizio alla fine, creando nel lettore quella vogli di capire
innanzitutto cosa sia successo, e poi ovviamente come si conclude il tutto.
Il tuo stile è pulito e chiaro, nei tuoi alti standard, senza costringerci a ulteriori riletture.
L'appunto che mi permetto di fare è dal punto di vista della scelta diaristica del racconto, mi spiego: non discuto la scelta, anzi,
ma dal momento che pensi al diario non mi aspetto di trovarmi dinanzi a scene vissute nel presente, ma automaticamente sarei più a mio agio con qualcosa di raccontato a posteriori.
Questo a mio avviso era un problema risolvibile a monte, in quanto a mio avviso tutto quello che succede dal "giorno 2" fino al "giorno 14" sarebbe potuto essere racchiuso tutto tranquillamente in un'unica scena "qui e ora" (e non ho dubbi che con la tua abilità saresti riuscito a infilarci dentro tutte le informazioni necessarie).
Poi con uno stacco netto di paragrafi saresti potuto andare giù con il gran finale.
In questo modo secondo me avresti avuto una costruzione più elegante e meno spezzettata.
Ovviamente tutto a mio modesto parere.
Alla prossima, buona edition.

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gioco
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#18 » lunedì 22 gennaio 2024, 14:45

Ciao Emiliano, il tuo immaginario è sempre molto suggestivo e affascinante. Complimenti, un racconto molto godibile! Buona gara!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#19 » mercoledì 24 gennaio 2024, 22:41

Mario Mazzafoglie ha scritto:LE LACRIME DI UN DIO - EMILIANO MARAMONTE

Ciao Emiliano, un piacere leggerti.
Il tuo racconto scorre bene, con la giusta tensione dall'inizio alla fine, creando nel lettore quella vogli di capire
innanzitutto cosa sia successo, e poi ovviamente come si conclude il tutto.
Il tuo stile è pulito e chiaro, nei tuoi alti standard, senza costringerci a ulteriori riletture.
L'appunto che mi permetto di fare è dal punto di vista della scelta diaristica del racconto, mi spiego: non discuto la scelta, anzi,
ma dal momento che pensi al diario non mi aspetto di trovarmi dinanzi a scene vissute nel presente, ma automaticamente sarei più a mio agio con qualcosa di raccontato a posteriori.
Questo a mio avviso era un problema risolvibile a monte, in quanto a mio avviso tutto quello che succede dal "giorno 2" fino al "giorno 14" sarebbe potuto essere racchiuso tutto tranquillamente in un'unica scena "qui e ora" (e non ho dubbi che con la tua abilità saresti riuscito a infilarci dentro tutte le informazioni necessarie).
Poi con uno stacco netto di paragrafi saresti potuto andare giù con il gran finale.
In questo modo secondo me avresti avuto una costruzione più elegante e meno spezzettata.
Ovviamente tutto a mio modesto parere.
Alla prossima, buona edition.


Ciao Mario,
ti ringrazio per la lettura e per l'opinione. Effettivamente, quella da te suggerita, poteva essere una soluzione, però la mia intenzione era proprio cadenzare gli avvenimenti di questa particolare fine del mondo. In realtà è un finto espediente diaristico. Ho semplicemente indicato i giorni trascorsi dall'inizio della crisi mondiale. Ti è mai capitato di vedere film in cui su una schermata scura compare "Giorno 1" e poi inizia la storia? Ad esempio nel film "Contagion" è così: tutta la trama viene scandita dal calcolo dei giorni della pandemia, senza però indicare un registro narrativo legato a quel conteggio. Ecco, io ho fatto la stessa cosa. D'altro canto, però, prendo atto della tua critica e ci rifletterò su.
Buona gara!

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#20 » mercoledì 24 gennaio 2024, 22:42

gioco ha scritto:Ciao Emiliano, il tuo immaginario è sempre molto suggestivo e affascinante. Complimenti, un racconto molto godibile! Buona gara!


Ciao Corrado! Grazie per le belle parole!
Buona gara!

PuntiDiDomanda
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#21 » giovedì 25 gennaio 2024, 18:35

Io farò il rompipalle (come sempre), ma partiamo con le note positive. Anzi, prima con la più negativa di tutte, che mi ha molto deluso: dove sono finiti Bruce Lee e Jackie Chan?!

A parte le battute, sei stato molto bravo a rendere le scene di quotidianità all'interno del cataclisma. Si è percepita tantissimo la sensazione di serenità dentro il dramma, quasi come se la presenza stessa del suddetto portasse a rivalutare le piccole cose piacevoli della vita. E credo che di fatto fosse questa la tua intenzione col racconto, quindi oh, portata a termine con funzionalità e disinvoltura.
E penso che su questo da "collega scrittore" ci sia porsi domande e imparare, come il mese scorso c'era da imparare sul modo in cui hai creato l'angoscia iniziale, in quel maledetto bosco.

Ciò che mi manca, oltre all'attinenza al tema, su cui nonostante la spiegazione ho molti dubbi, è della contestualizzazione.
Per carità, non è necessario che un fenomeno sia spiegato, può benissimo esserci qualcosa di sovrannaturale che non viene compreso per tutta la durata dell'opera, non è questo il punto, ad esempio Cecità di Saramago lo fa e funziona (di quel romanzo non funzionano tantissime altre cose, ma è un altro discorso), però nel momento in cui tu stesso mi dai l'idea che degli elementi noti e/o su cui ipotizzare i personaggi ce li abbiano, secondo me a noi che leggiamo manca qualcosa. Perché il ventesimo giorno scendono in strada, se non sanno qual è l'effetto della pioggia e, anzi, possono presumere sia mortale? Hanno scoperto qualcosa? Si sono rassegnati all'inevitabile? Cosa significa che "c'è una lacrima per ognuno di noi"? Che ogni umano ha una lacrima del suo determinato colore che lo raggiunge e lo smaterializza? Come fa Marco ad arrivare da solo sotto quel fenomeno? D'accordo, abbiamo visto che in realtà non è sempre presente, visto che anche Dany sta sul terrazzo e lo vede partire, però allora ha una cadenza? Inizia in momenti casuali? C'è un modo per attraversarlo senza esserne colpiti?
Ho tanti interrogativi di questo tipo, che non mi fanno percepire come naturale lo svolgersi degli eventi. Mi vengono in mente mille modi che l'umanità avrebbe potuto trovare per far fronte al fenomeno, senza soccombere o anche rischiare di farlo. In fondo le lacrime non entrano negli edifici.

In tal senso mi accodo anche all'idea di un finale poco convincente e un pochino buonista. Capisco che l'aura di misticismo e fiaba (in un certo senso) che avvolge l'intera vicenda debba essere mantenuta fino in fondo, per coerenza di tono, però a quel punto sarebbe stato meglio lasciare il punto di domanda. Chiaramente avrebbe smorzato la struttura "a spirale" (da un inizio verso un nuovo inizio), ma così c'è un finale sospeso che fa porre ulteriori quesiti sia sul proseguo sia sul messaggio dell'opera.
Ultima modifica di PuntiDiDomanda il giovedì 25 gennaio 2024, 18:39, modificato 1 volta in totale.

PuntiDiDomanda
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#22 » giovedì 25 gennaio 2024, 18:36

Mi viene un'altra domanda, che prescinde dal commento al racconto ed è più una curiosità generale in relazione ai giudizi che ho visto da quando frequento il forum: come mai in alcuni racconti la mancanza di contesto viene percepita in maniera molto forte e penalizzante, mentre in altri no? Cos'è che li differenzia? Penso che arrivare a rispondere possa farmi fare un passo avanti come autore, nella comprensione del pubblico, però per il momento non ci sono ancora riuscito.

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#23 » giovedì 25 gennaio 2024, 19:50

PuntiDiDomanda ha scritto:Io farò il rompipalle (come sempre), ma partiamo con le note positive. Anzi, prima con la più negativa di tutte, che mi ha molto deluso: dove sono finiti Bruce Lee e Jackie Chan?!

A parte le battute, sei stato molto bravo a rendere le scene di quotidianità all'interno del cataclisma. Si è percepita tantissimo la sensazione di serenità dentro il dramma, quasi come se la presenza stessa del suddetto portasse a rivalutare le piccole cose piacevoli della vita. E credo che di fatto fosse questa la tua intenzione col racconto, quindi oh, portata a termine con funzionalità e disinvoltura.
E penso che su questo da "collega scrittore" ci sia porsi domande e imparare, come il mese scorso c'era da imparare sul modo in cui hai creato l'angoscia iniziale, in quel maledetto bosco.

Ciò che mi manca, oltre all'attinenza al tema, su cui nonostante la spiegazione ho molti dubbi, è della contestualizzazione.
Per carità, non è necessario che un fenomeno sia spiegato, può benissimo esserci qualcosa di sovrannaturale che non viene compreso per tutta la durata dell'opera, non è questo il punto, ad esempio Cecità di Saramago lo fa e funziona (di quel romanzo non funzionano tantissime altre cose, ma è un altro discorso), però nel momento in cui tu stesso mi dai l'idea che degli elementi noti e/o su cui ipotizzare i personaggi ce li abbiano, secondo me a noi che leggiamo manca qualcosa. Perché il ventesimo giorno scendono in strada, se non sanno qual è l'effetto della pioggia e, anzi, possono presumere sia mortale? Hanno scoperto qualcosa? Si sono rassegnati all'inevitabile? Cosa significa che "c'è una lacrima per ognuno di noi"? Che ogni umano ha una lacrima del suo determinato colore che lo raggiunge e lo smaterializza? Come fa Marco ad arrivare da solo sotto quel fenomeno? D'accordo, abbiamo visto che in realtà non è sempre presente, visto che anche Dany sta sul terrazzo e lo vede partire, però allora ha una cadenza? Inizia in momenti casuali? C'è un modo per attraversarlo senza esserne colpiti?
Ho tanti interrogativi di questo tipo, che non mi fanno percepire come naturale lo svolgersi degli eventi. Mi vengono in mente mille modi che l'umanità avrebbe potuto trovare per far fronte al fenomeno, senza soccombere o anche rischiare di farlo. In fondo le lacrime non entrano negli edifici.

In tal senso mi accodo anche all'idea di un finale poco convincente e un pochino buonista. Capisco che l'aura di misticismo e fiaba (in un certo senso) che avvolge l'intera vicenda debba essere mantenuta fino in fondo, per coerenza di tono, però a quel punto sarebbe stato meglio lasciare il punto di domanda. Chiaramente avrebbe smorzato la struttura "a spirale" (da un inizio verso un nuovo inizio), ma così c'è un finale sospeso che fa porre ulteriori quesiti sia sul proseguo sia sul messaggio dell'opera.


Ciao Mattia!
Devo ammettere che mai come in questo caso hai tenuto fede al tuo nickname... :-D :-D
Scherzi a parte, ti ringrazio per il tuo feedback approfondito e circostanziato: è proprio questo tipo di critiche che fanno scattare le riflessioni utili al miglioramento.
Ci sarebbe davvero molto da scrivere, soprattutto per rispondere alle tue domande, però per alcune di esse non ho risposta neanche io, non perché abbia difficoltà a dettagliare il mondo narrativo che ho immaginato, bensì perché per me contano solo alcuni input invece di altri.
La catastrofe è globale. Gli esseri umani capiscono che, inevitabilmente, ogni lacrima corrisponde a un individuo. Questo lo si potrebbe evincere dagli "interstizi" tra i giorni indicati. La parte finale rappresenta la rassegnazione. Nel momento in cui si intuisce che il fenomeno è ciclico (avviene sempre di mattina, all'alba nel momento di transizione tra il giorno e la notte) i personaggi, dopo diversi giorni acquisiscono consapevolezza che prima o poi capiterà anche a loro. Mi viene da citare ancora il Covid: in quel periodo, durante il lockdown, eravamo tutti a casa, però avevamo la certezza che là fuori, uno dopo l'altro, molti si ammalavano, e che presto sarebbe toccato a noi. Era quell'idea che ci schiacciava mentalmente ed emotivamente. Poi su questo si potrebbe discutere all'infinito. Può essere che una parte dell'umanità nel frattempo (parlo sempre del racconto) ha trovato un modo per nascondersi sottoterra... non lo so, però forse questo, almeno per me non è stato tanto importante. Per quanto riguarda il finale, ti invito a salire un po' su coi commenti e leggere la mia risposta a Gaia Peruzzo, la chiusura doveva essere diversa.
Cmq, mi fa piacere che, al di là delle tue perplessità, tu abbia apprezzato alcuni aspetti del testo.

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IL GLADIATORE
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#24 » mercoledì 31 gennaio 2024, 19:14

Ciao Emiliano! Il tuo racconto è davvero ben scritto e sono d'accordo con Elisa quando sottoline le note poetiche e l'atmosfera che hai saputo creare. Raccontare la fantascienza in modo poetico e pennellare le descrizioni come fossero quadri è una qualità che stai confermando e migliorando. Trovo originale le lacrime colorate che cadono e fanno sparire gli umani, davvero una bella trovata creativa. Lo stile è il tuo e porta il racconto a braccetto esattamente dove tu pensavi di farlo andare. La mia valutazione è un pollice su con pacca sulla spalla.

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BruceLagogrigio
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#25 » mercoledì 7 febbraio 2024, 18:58

Ciao Emiliano, gli ultimi due racconti non mi avevano fatto impazzire, ma qui sei a livello di Ottanta almeno. Un bel mix fra fantascienza e misticità.
L'unico appunto è che forse avrei subito specificato all'inizio che la voce veniva da una televisione in modo da facilitare al lettore la creazione del film mentale. Anche se stilisticamente preferisco la tua soluzione.

Complimenti e buona gara.

Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#26 » giovedì 8 febbraio 2024, 16:14

IL GLADIATORE ha scritto:Ciao Emiliano! Il tuo racconto è davvero ben scritto e sono d'accordo con Elisa quando sottoline le note poetiche e l'atmosfera che hai saputo creare. Raccontare la fantascienza in modo poetico e pennellare le descrizioni come fossero quadri è una qualità che stai confermando e migliorando. Trovo originale le lacrime colorate che cadono e fanno sparire gli umani, davvero una bella trovata creativa. Lo stile è il tuo e porta il racconto a braccetto esattamente dove tu pensavi di farlo andare. La mia valutazione è un pollice su con pacca sulla spalla.


Grazie, Gladiatore, per le belle parole. Addirittura una pacca sulla spalla! Una novità assoluta per me!

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Emiliano Maramonte
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Re: Le lacrime di un dio di Emiliano Maramonte

Messaggio#27 » giovedì 8 febbraio 2024, 16:15

BruceLagogrigio ha scritto:Ciao Emiliano, gli ultimi due racconti non mi avevano fatto impazzire, ma qui sei a livello di Ottanta almeno. Un bel mix fra fantascienza e misticità.
L'unico appunto è che forse avrei subito specificato all'inizio che la voce veniva da una televisione in modo da facilitare al lettore la creazione del film mentale. Anche se stilisticamente preferisco la tua soluzione.

Complimenti e buona gara.

Bruce.


Ciao Bruce, grazie di cuore per la lettura e per gli apprezzamenti.
Terrò conto del tuo appunto.

A presto rileggerci!

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