Giustizia
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Giustizia
Giustizia
Di Alexandra Fischer
− Sei sicura che sia lui?
− Certo.
L’uomo seduto al tavolo di fronte al loro si alzò. Portava occhiali spessi da miope. Aveva con sé una borsa portadocumenti.
La coppia non perse tempo.
La donna gli si avvicinò insieme: −Signor Benetti?
− No. Mi chiamo Lanza.
− Davvero?
− Sì, ma cos’è questo interrogatorio?
L’uomo si sistemò gli occhiali. Fece per uscire, ma il compagno della donna lo bloccò. – È inutile mentire con noi. Abbiamo visto le foto sul giornale.
− Ci sono molte somiglianze in giro.
− Ma lei è Benetti, il capocantiere.
Vistosi scoperto, Benetti tirò fuori un fazzoletto. Si terse la fronte madida di sudore. – Va bene, sono io, ma cosa volete?
− Giustizia per mio marito – disse la donna.
− Ho capito. Dunque lei è una parente dei quattro morti in cantiere.
− Sì.
− Le farò avere un indennizzo. Ora mi lasci andare.
Benetti appariva infastidito.
L’uomo appoggiò una mano sulla spalla della donna. – Lorena, è inutile.
− No, Marcello, non lo è.
− Ma hai sentito.
− Già. Prima ha mentito, però. E c’è un’altra cosa. Nessuna somma mi renderà Enrico.
Benetti intervenne. – Appunto. Se ne faccia una ragione.
Lorena, però, era di tutt’altro parere. – Voglio sapere se è stato lei a tralasciare la sicurezza del cantiere.
Benetti allargò le braccia. – Avevamo fretta. Era un lavoro da poco. Nessuno poteva immaginare che la trave avrebbe ceduto.
Davanti a quella confessione, Lorena fu disgustata. – La disprezzo.
− Dica pure quello che vuole. Non le riporterà suo marito. Posso solo dire che mi dispiace.
Benetti se ne andò.
Lorena lo vide uscire dal locale in tutta fretta, per quanto gli consentivano le gambe corte.
Marcello le tolse la mano dalla spalla. – Hai avuto quel che volevi?
− Sì. Dovevo vederlo.
− Ora la nostra ricerca è finita.
− No, Marcello.
− Che intendi dire?
− Mi costituirò parte civile. E non avrò pace finché non lo vedrò dietro le sbarre.
Marcello annuì. – Hai ragione, ma Benetti è solo un ingranaggio della macchina, ricordalo.
Lorena deglutì. −Può darsi, ma da qualche parte bisogna pur cominciare, fratello mio.
− Intanto ti porto a casa.
− Va bene.
Lorena si sentiva ancora male, ma era soddisfatta. Aveva visto in faccia il male. In tutta la sua banalità.
Di Alexandra Fischer
− Sei sicura che sia lui?
− Certo.
L’uomo seduto al tavolo di fronte al loro si alzò. Portava occhiali spessi da miope. Aveva con sé una borsa portadocumenti.
La coppia non perse tempo.
La donna gli si avvicinò insieme: −Signor Benetti?
− No. Mi chiamo Lanza.
− Davvero?
− Sì, ma cos’è questo interrogatorio?
L’uomo si sistemò gli occhiali. Fece per uscire, ma il compagno della donna lo bloccò. – È inutile mentire con noi. Abbiamo visto le foto sul giornale.
− Ci sono molte somiglianze in giro.
− Ma lei è Benetti, il capocantiere.
Vistosi scoperto, Benetti tirò fuori un fazzoletto. Si terse la fronte madida di sudore. – Va bene, sono io, ma cosa volete?
− Giustizia per mio marito – disse la donna.
− Ho capito. Dunque lei è una parente dei quattro morti in cantiere.
− Sì.
− Le farò avere un indennizzo. Ora mi lasci andare.
Benetti appariva infastidito.
L’uomo appoggiò una mano sulla spalla della donna. – Lorena, è inutile.
− No, Marcello, non lo è.
− Ma hai sentito.
− Già. Prima ha mentito, però. E c’è un’altra cosa. Nessuna somma mi renderà Enrico.
Benetti intervenne. – Appunto. Se ne faccia una ragione.
Lorena, però, era di tutt’altro parere. – Voglio sapere se è stato lei a tralasciare la sicurezza del cantiere.
Benetti allargò le braccia. – Avevamo fretta. Era un lavoro da poco. Nessuno poteva immaginare che la trave avrebbe ceduto.
Davanti a quella confessione, Lorena fu disgustata. – La disprezzo.
− Dica pure quello che vuole. Non le riporterà suo marito. Posso solo dire che mi dispiace.
Benetti se ne andò.
Lorena lo vide uscire dal locale in tutta fretta, per quanto gli consentivano le gambe corte.
Marcello le tolse la mano dalla spalla. – Hai avuto quel che volevi?
− Sì. Dovevo vederlo.
− Ora la nostra ricerca è finita.
− No, Marcello.
− Che intendi dire?
− Mi costituirò parte civile. E non avrò pace finché non lo vedrò dietro le sbarre.
Marcello annuì. – Hai ragione, ma Benetti è solo un ingranaggio della macchina, ricordalo.
Lorena deglutì. −Può darsi, ma da qualche parte bisogna pur cominciare, fratello mio.
− Intanto ti porto a casa.
− Va bene.
Lorena si sentiva ancora male, ma era soddisfatta. Aveva visto in faccia il male. In tutta la sua banalità.
Re: Giustizia
Ciao Alexandra! Sei la più veloce anche questa volta! Ok anche i caratteri, buona DIEGO LAMA EDITION!
- Emiliano Maramonte
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- Contatta:
Re: Giustizia
Ciao Alexandra!
Comincio a valutare il girone proprio da te!
Solita leggendaria velocità, sulla quale non abbiamo più nulla da eccepire! :-D
Parto da ciò che mi ha convinto, ossia la vicenda narrata di strettissima attualità. Situazioni simili a questa hanno sempre un fortissimo impatto emotivo, quindi il racconto ha una certa profondità, ti lascia dentro un turbamento fastidioso. Anche il modo in cui hai rappresentato il male mi è piaciuto: un capocantiere avido, strafottente, indifferente, che non prova pietà neanche di fronte al dolore dei familiari. In questo il tema è centratissimo.
Ciò che non mi ha convinto sono due elementi, che qui ti illustro.
1 - La generica indicazione dei personaggi all'inizio non giova all'immedesimazione. Scorrere righe e righe con "l'uomo disse, la donna fece"... distacca il lettore dalla narrazione. Metti subito i nomi, così possiamo acquisire immediatamente familiarità con i protagonisti.
2 - Il confronto col capocantiere mi è parso deboluccio. Non sono così sicuro che una persona resasi colpevole di un atto così deplorevole se ne stia tranquillo al bar o al ristorante e, addirittura, di fronte ad accuse veritiere ma gravi se ne resti tranquillo, confessi persino ciò che ha fatto, poi se ne vada via così, come durante una normale passeggiata. Credo, piuttosto che negherebbe tutto, chiedendo stizzito ai "disturbatori" di andarsene poiché non sa nulla e non c'entra nulla con la vicenda. Io avrei sfruttato i 2000 e passa caratteri non utilizzati per rendere il tutto ancora più drammatico, non so, Lorena avrebbe sputato addosso al capocantiere tutto la rabbia della tragedia, ottenendo in cambio solo altra indifferenza. Questo avrebbe acuito il senso di impotenza del lettore. Il racconto avrebbe potuto concludersi con Marcello che abbraccia la sorella e dice: "Ce la faremo" e la consola in qualche modo.
Un paio di suggerimenti.
"Nessuna somma mi renderà Enrico" - Meglio: "Nessuna somma mi restituirà Enrico."
"Voglio sapere se è stato lei a tralasciare la sicurezza del cantiere." - Frase bruttina. Da riformulare.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Comincio a valutare il girone proprio da te!
Solita leggendaria velocità, sulla quale non abbiamo più nulla da eccepire! :-D
Parto da ciò che mi ha convinto, ossia la vicenda narrata di strettissima attualità. Situazioni simili a questa hanno sempre un fortissimo impatto emotivo, quindi il racconto ha una certa profondità, ti lascia dentro un turbamento fastidioso. Anche il modo in cui hai rappresentato il male mi è piaciuto: un capocantiere avido, strafottente, indifferente, che non prova pietà neanche di fronte al dolore dei familiari. In questo il tema è centratissimo.
Ciò che non mi ha convinto sono due elementi, che qui ti illustro.
1 - La generica indicazione dei personaggi all'inizio non giova all'immedesimazione. Scorrere righe e righe con "l'uomo disse, la donna fece"... distacca il lettore dalla narrazione. Metti subito i nomi, così possiamo acquisire immediatamente familiarità con i protagonisti.
2 - Il confronto col capocantiere mi è parso deboluccio. Non sono così sicuro che una persona resasi colpevole di un atto così deplorevole se ne stia tranquillo al bar o al ristorante e, addirittura, di fronte ad accuse veritiere ma gravi se ne resti tranquillo, confessi persino ciò che ha fatto, poi se ne vada via così, come durante una normale passeggiata. Credo, piuttosto che negherebbe tutto, chiedendo stizzito ai "disturbatori" di andarsene poiché non sa nulla e non c'entra nulla con la vicenda. Io avrei sfruttato i 2000 e passa caratteri non utilizzati per rendere il tutto ancora più drammatico, non so, Lorena avrebbe sputato addosso al capocantiere tutto la rabbia della tragedia, ottenendo in cambio solo altra indifferenza. Questo avrebbe acuito il senso di impotenza del lettore. Il racconto avrebbe potuto concludersi con Marcello che abbraccia la sorella e dice: "Ce la faremo" e la consola in qualche modo.
Un paio di suggerimenti.
"Nessuna somma mi renderà Enrico" - Meglio: "Nessuna somma mi restituirà Enrico."
"Voglio sapere se è stato lei a tralasciare la sicurezza del cantiere." - Frase bruttina. Da riformulare.
In bocca al lupo!
Emiliano.
- SalvatoreStefanelli
- Messaggi: 376
Re: Giustizia
Ciao cara. Mi trovo in buona parte d'accordo con quanto detto da Emiliano. Mi è sembrato una storia troppo veloce per quello che, invece, poteva essere, peccato che non hai sfruttato tutte le battute a disposizione. Il tema è centralissimo ai tempi d'oggi e questo aiuta a immedesimarsi e a sentirne addosso tutto il peso del dramma, tuttavia il capocantiere mi è sembrato non realistico nelle sue risposte, ci sta la sua malvagità ma non che confermi tutto con una tale tranquillità. Perdonami, ma da te mi sarei aspettato qualcosa di più.
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- Messaggi: 3145
Re: Giustizia
Ciao, Salvatore, non hai nulla da farti perdonare. L'errore è stato mio.
Re: Giustizia
Ciao Alexandra, un racconto il tuo che ha un tema molto interessante, sono d'accordo con Emiliano e Salvatore, una storia con grande potenziale. All'inizio manca qualche informazione che ci mostri l'ambiente. Mi sarebbe piaciuta una bella lite da parte di una vedova che però si ritrova davanti un muro di gomma. Buoni i dialoghi, a parte qualche sbavatura che ti è stata segnalata.
Migliorerei la frase finale.
Attenta a: La coppia non perse tempo.
La donna gli si avvicinò insieme: (potrebbe essere qualcosa tipo: La coppia non perse tempo, si avvicinò all'uomo e lei chiese: ecc.)
Comunque per me un buon lavoro.
Buona edition e alla prossima!
Migliorerei la frase finale.
Attenta a: La coppia non perse tempo.
La donna gli si avvicinò insieme: (potrebbe essere qualcosa tipo: La coppia non perse tempo, si avvicinò all'uomo e lei chiese: ecc.)
Comunque per me un buon lavoro.
Buona edition e alla prossima!
- gcdaddabbo
- Messaggi: 410
Re: Giustizia
Ciao, Alexandra! Piacere di rileggerti.
Se dovessi dare una valutazione esclusivamente in riferimento al tema ed all’ambiente in cui si sviluppa il racconto, ti metterei senz’altro al primo posto.
Purtroppo la trama è quasi inesistente, i personaggi confusi, le frasi poco curate. La lettura non è scorrevole. Ho avuto la sensazione continua di dover tornare indietro a correggere quel che era abbozzato.
D’altronde se considero che hai postato lo scritto prima che io cominciassi a scriverlo non posso che farti i complimenti per la rapidità nell’elaborazione, ma, banalmente:”Presto e bene, di rado avviene.”
Buona Diego Lama Edition!
Se dovessi dare una valutazione esclusivamente in riferimento al tema ed all’ambiente in cui si sviluppa il racconto, ti metterei senz’altro al primo posto.
Purtroppo la trama è quasi inesistente, i personaggi confusi, le frasi poco curate. La lettura non è scorrevole. Ho avuto la sensazione continua di dover tornare indietro a correggere quel che era abbozzato.
D’altronde se considero che hai postato lo scritto prima che io cominciassi a scriverlo non posso che farti i complimenti per la rapidità nell’elaborazione, ma, banalmente:”Presto e bene, di rado avviene.”
Buona Diego Lama Edition!
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- Messaggi: 3145
Re: Giustizia
Ciao cgdaddabbo, scusa per le imperfezioni. Sono contenta che la storia nel suo complesso ti sia piaciuta.
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Giustizia
Giustizia, di Alexandra Fischer,
Mi sento di dire che questo è uno dei tuoi lavori migliori. Il capocantiere è … banale. Banalissimo. E questo crea un forse senso di scompenso.
Freddo, distaccato, realista e cinico. Nulla di più spaventoso, insomma.
Ho trovato un po’ di difficoltà nel leggere “l’uomo-la donna” forse era meglio usare sempre nomi propri, ma ormai ti conosco e so che fa parte del tuo stile creare personaggi un po’ sfumati.
Bella prova, a presto!
Mi sento di dire che questo è uno dei tuoi lavori migliori. Il capocantiere è … banale. Banalissimo. E questo crea un forse senso di scompenso.
Freddo, distaccato, realista e cinico. Nulla di più spaventoso, insomma.
Ho trovato un po’ di difficoltà nel leggere “l’uomo-la donna” forse era meglio usare sempre nomi propri, ma ormai ti conosco e so che fa parte del tuo stile creare personaggi un po’ sfumati.
Bella prova, a presto!
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- Messaggi: 3145
Re: Giustizia
Ciao, Michael, grazie. Ti prometto che mi concentrerò meglio sui personaggi dando loro subito un nome.
- KatyBlacksmith
- Messaggi: 130
Re: Giustizia
Ciao, Alexandra e ben trovata.
Il tema è centrato e la scelta di gestire l'intera storia con i dialoghi mi è piaciuta, lascia che siano i personaggi a spiegare tutto il pregresso, così importante per la scena. Si coglie l'inizio (lo vedono dentro il locale), lo svolgimento (il confronto) e il finale con la decisione di non lasciare perdere la questione. La storia regge, pur nella sua gestione essenziale.
Però ci sono alcuni punti migliorabili, sia nelle frasi pronunciate che nel contorno. Provo con qualche esempio per spiegare cosa intendo.
"Benetti appariva infastidito" dice al lettore cosa deve vedere, mentre probabilmente sarebbe stato più efficace un approccio meno didascalico che mostrasse in pieno il fastidio di Benetti. L'espressione del volto, lo sfuggire dello sguardo, il tono della voce, la postura del corpo: tutti chiari messaggi che permettono al lettore di vederlo davvero e quindi averne un'impressione più efficace. C'erano molti caratteri a disposizione, si sarebbe potuto fare.
"La donna gli si avvicinò insieme: −Signor Benetti?
− No. Mi chiamo Lanza.
− Davvero?
− Sì, ma cos’è questo interrogatorio?"
A mio personale gusto "Sì, ma cos’è questo interrogatorio?" stride un po'. Si capisce che il personaggio è sulla difensiva, ma la frase la trovo innaturale.
Segnalo una svista: "gli si avvicinò insieme".
Buona undicesima era!
Il tema è centrato e la scelta di gestire l'intera storia con i dialoghi mi è piaciuta, lascia che siano i personaggi a spiegare tutto il pregresso, così importante per la scena. Si coglie l'inizio (lo vedono dentro il locale), lo svolgimento (il confronto) e il finale con la decisione di non lasciare perdere la questione. La storia regge, pur nella sua gestione essenziale.
Però ci sono alcuni punti migliorabili, sia nelle frasi pronunciate che nel contorno. Provo con qualche esempio per spiegare cosa intendo.
"Benetti appariva infastidito" dice al lettore cosa deve vedere, mentre probabilmente sarebbe stato più efficace un approccio meno didascalico che mostrasse in pieno il fastidio di Benetti. L'espressione del volto, lo sfuggire dello sguardo, il tono della voce, la postura del corpo: tutti chiari messaggi che permettono al lettore di vederlo davvero e quindi averne un'impressione più efficace. C'erano molti caratteri a disposizione, si sarebbe potuto fare.
"La donna gli si avvicinò insieme: −Signor Benetti?
− No. Mi chiamo Lanza.
− Davvero?
− Sì, ma cos’è questo interrogatorio?"
A mio personale gusto "Sì, ma cos’è questo interrogatorio?" stride un po'. Si capisce che il personaggio è sulla difensiva, ma la frase la trovo innaturale.
Segnalo una svista: "gli si avvicinò insieme".
Buona undicesima era!
Re: Giustizia
Ciao Alexandra!
Senz'altro hai scritto un pezzo attuale e trovo questo tipo di male banale particolarmente doloroso. Al racconto serve profondità, però. Poteva essere più intenso lo scontro verbale. Avrei caratterizzato meglio i due protagonisti, per esempio con una bella scena alla “incipit di Pulp Fiction” dove i due pianificano il discorso da fare e lui cerca di dissuadere lei dal fare una sciocchezza…
Insomma meritava di più
Ciò detto buona gara!
Senz'altro hai scritto un pezzo attuale e trovo questo tipo di male banale particolarmente doloroso. Al racconto serve profondità, però. Poteva essere più intenso lo scontro verbale. Avrei caratterizzato meglio i due protagonisti, per esempio con una bella scena alla “incipit di Pulp Fiction” dove i due pianificano il discorso da fare e lui cerca di dissuadere lei dal fare una sciocchezza…
Insomma meritava di più
Ciò detto buona gara!
- Andrea Furlan
- Messaggi: 548
Re: Giustizia
Ciao Alexandra,
Mi unisco ai commenti degli altri: buona l'idea e il tema trattato di attualità, il bisogno di giustizia e rivalsa delle vittime contrapposto al cinico capocantiere funzionano molto bene. Avrei curato di più le imprecisioni che ti sono state segnalate e usato i caratteri rimanenti per spingere di più l'acceleratore sugli elementi cardine del racconto. Ottima la copertura del tema, per uno dei pochi pezzi non futuristici del girone, buona la scansione del dialoghi.
In sintesi un buon racconto che poteva essere ottimo con maggiore cura ed estensione.
Mi unisco ai commenti degli altri: buona l'idea e il tema trattato di attualità, il bisogno di giustizia e rivalsa delle vittime contrapposto al cinico capocantiere funzionano molto bene. Avrei curato di più le imprecisioni che ti sono state segnalate e usato i caratteri rimanenti per spingere di più l'acceleratore sugli elementi cardine del racconto. Ottima la copertura del tema, per uno dei pochi pezzi non futuristici del girone, buona la scansione del dialoghi.
In sintesi un buon racconto che poteva essere ottimo con maggiore cura ed estensione.
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 455
Re: Giustizia
In terza persona. Tempo verbale: imperfetto / Passato remoto. Ambientazione: Attuale (molto!). Bar.
Ciao Alexandra, piacere di continuare a leggerti!
Per prima cosa ho notato che hai tolto la specificazione di chi parla in ogni frase dei dialoghi. Ottima scelta. Risulta tutto molto più fluido, forse hai tolto anche troppo e potevi mettere qualche tag in più per far capire meglio chi parlava. Io, non ho avuto difficoltà a seguirlo. Le critiche al racconto seguono quelle dei commenti precedenti.
Per quanto riguarda il tema credo sia centratissimo. Molto forte, non hai avuto paura di legarlo ad una vicenda attualissima. Complimenti.
Buona gara.
Bruce.
Ciao Alexandra, piacere di continuare a leggerti!
Per prima cosa ho notato che hai tolto la specificazione di chi parla in ogni frase dei dialoghi. Ottima scelta. Risulta tutto molto più fluido, forse hai tolto anche troppo e potevi mettere qualche tag in più per far capire meglio chi parlava. Io, non ho avuto difficoltà a seguirlo. Le critiche al racconto seguono quelle dei commenti precedenti.
Per quanto riguarda il tema credo sia centratissimo. Molto forte, non hai avuto paura di legarlo ad una vicenda attualissima. Complimenti.
Buona gara.
Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
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Re: Giustizia
Ciao KatyBlacksmith, ti prometto che farò meglio la prossima volta.
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Re: Giustizia
Ciao, Andrea, vedrò di fare meglio la prossima volta.
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Re: Giustizia
Ciao, Bruce Lagogrigio, vedrò di far meglio la prossima volta. Intanto, grazie dei complimenti.
- IL GLADIATORE
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Re: Giustizia
Ciao Alexandra
mi piace come hai pensato e declinato il tema, che è molto bene centrato. Trovo i dialoghi ben costruiti ma quello che avrei migliorato è la struttura della trama. Forse con qualche carattere in più avresti prodotto un lavoro ancora più accuro e con una valutazione migliore, che se è un pollice comunque tendente al positivo.
mi piace come hai pensato e declinato il tema, che è molto bene centrato. Trovo i dialoghi ben costruiti ma quello che avrei migliorato è la struttura della trama. Forse con qualche carattere in più avresti prodotto un lavoro ancora più accuro e con una valutazione migliore, che se è un pollice comunque tendente al positivo.
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Re: Giustizia
Ciao, Gladiatore, vedrò di fare meglio la prossima volta. Sono contenta che la storia nel suo complesso ti sia piaciuta.
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