IL LAVORO DI PAPÀ

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 19 febbraio con un tema di Diego Lama e cinquemila caratteri a disposizione!
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Shanghai Kid
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IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#1 » lunedì 19 febbraio 2024, 23:10

IL LAVORO DI PAPÀ

Quello che si vede dalla finestra sembra un poster, una cartolina. La luce del sole è brillante e si fa strada tra le nubi pesanti, appoggiandosi sulle foglie secche che costeggiano il vialetto in fondo al quale è parcheggiata la Buick Riviera grigio topo.
Ed solleva Bob, il suo figlioletto più piccolo e lo accarezza con la sua mano dalla pelle dura.
“Il tuo pargoletto ha solo sette mesi ma è già un piccolo toro”. Lo dice con la voce alta quanto basta perché lo senta Susan che è in cucina e gli sta preparando la colazione. “Sweet home, Alabaaama! Where the skies are so blue! Sweet home, Alabaaama!
Lord, I'm comin' home to you”. Canticchia stonato Ed, mentre sfrega il naso sulla pancia scoperta di Bob che spalanca un sorriso tutto gengive al suo papà.
“Guarda che è figlio anche tuo”, urla Susan dalla cucina. Ad accompagnare la sua voce il profumo del bacon e dello sciroppo d’acero.
“Ma è bello come la mamma!”. Ed le spunta dietro le spalle con in braccio Bob e le stampa un bacio sulla guancia.
“...Però puzza come il papà!”, gli fa lei contorcendosi in una smorfia di disgusto.
“Ho capito, vado a cambiare il pannolone di questo bel campione puzzolente”. Ed solleva Bob e lo porta, come un aeroplanino in volo, fino al fasciatoio, dove lo fa planare lentamente.
“Cosa abbiamo qui? Delle bombe batteriologiche?". Ed apre il body di suo figlio e, prima di cambiargli il pannolone, si riempie la bocca di fiato caldo che soffia sulla pancia rossa del piccolo producendo un suono che sembra una pernacchia. Il bambino sbatte la gambette paffute con movimenti scattosi e ride ancora di gengive e gemiti acuti.
È in momenti come questo che Ed Clayton si rende conto di quanto sia fortunato.
Vive nel Paradiso d’America (dicessero quello che vogliono Neil Young e i perbenisti: l’Alabama è proprio un bel posto!).
Ha una bellissima moglie che ama da impazzire, un figlioletto che crescerà forte e sano e lo renderà fiero di lui - Ecco a voi il futuro quarterback della squadra del college… Tutto il suo vecchio!- una casetta niente male… è vero ci sarebbe da cambiare quel vecchio catorcio di automobile, ma gli hanno detto che probabilmente riceverà una promozione e allora sì che si fa anche la macchina dei sogni…
E vediamo se hanno il coraggio di non dargli due dollari in più, con il mazzo che si fa: se ne trovasse di gente così appassionata del proprio lavoro, specie nel suo settore dove la penuria di manodopera si fa sentire sempre di più.
Già, perché il suo è un lavoro che richiede fegato e una testa ben salda sulle spalle. Non è di certo una cosa da tutti. Non è una cosa per checche, femminucce e deboli di stomaco, ma Ed lo fa per Susan, per Bob e perché, sì, in fondo gli piace.
Il suo è un lavoro di pulizia e ordine. Esattamente: lui è un chimico dell’ordine che vive in Paradiso, dicessero quello che vogliono quelli senza palle a questo pensa Ed Clayton quando apre il pannolino di suo figlio e un tanfo infernale gli esplode in faccia.
“Amore, spicciati o fai tardi al lavoro! La colazione è pronta”.
“Finisco di sistemare il pupo e ci sono!”, risponde Ed buttando il pannolino sporco e chiudendo quello pulito intorno alle gambe cicciottelle di Bob.
Un buffetto con l’indice e il medio callosi sulla guancia del piccolo, che sembra un batuffolo di cotone.


“Quindi oggi è il gran giorno?”. Susan gli passa il piatto su cui sono impilati i pancake. Bob pasticcia con il biberon mentre sta seduto nel seggiolone accanto a suo padre.
“Esatto, vediamo un po’ come è…”. Ed ne addenta tre pieni zeppi di sciroppo. “Ipossia da azoto!”. Scandisce le parole con cura, mentre pezzi di pancake e sciroppo gli insozzano gli incisivi. Beve un sorso di caffè.
“In cosa consiste precisamente?”. Susan inforca lo sgrassatore e la spugna e inizia a pulire il piano cottura.
“Ma nulla di che, quello stronzo che ha ammazzato per soldi la moglie del pastore si inala per dieci-quindici minuti l’azoto e ci troviamo con una merda in meno sul Pianeta”. Ed finisce il caffè.
“Ora scappo, amore mio. Vieni qui, tu, piccolotto”. Ed accarezza la guancia sporca di latte di Bob. “Ci vediamo stasera. Tu fai il bravo con la mamma e aspetta che papà fa il suo lavoro e torna a giocare con te”. Gli dà un bacio dolce vicino alle labbra e la barba gli si sporca di latte.
Ed Clayton esce di casa. Sbatte la portiera della sua vecchia Buick Riviera. “Sweet home, Alabaaama! Where the skies are so blue! Sweet home, Alabaaama! Lord, I'm comin' home to you”, l’autoradio sputa fuori i Lynyrd Skynyrd. Il sole è più brillante e le nuvole più leggere.
È proprio una bella giornata, pensa, sorridendo, Ed Clayton, il boia.



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antico
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Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#2 » lunedì 19 febbraio 2024, 23:15

Ciao Elisa! Parametri tutti anche per te, divertiti in questa DIEGO LAMA EDITION!

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GiulianoCannoletta
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Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#3 » mercoledì 21 febbraio 2024, 9:20

Ciao Elisa, sempre un piacere leggerti!
Un bel racconto. Hai allestito una situazione di normalità familiare (la banalità) in cui far irrompere la rivelazione sul lavoro del padre. Visto il tema e il titolo immaginavo uno sviluppo così (ma non è un male), per cui l'interesse si crea soprattutto nello scoprire quale sia il lavoro in questione.
Davvero interessante la scelta del boia, non me lo aspettavo. Devo dire che ha innescato in me una spirale di curiosità per cui sono andato a leggermi un po' di cose, senza peraltro trovare tutte le risposte. Non sono sicuro che al giorno d'oggi il boia sia un lavoro "a tempo pieno" visto che le esecuzioni sono molto ridotte, o se venga affidato volta volta in base a delle disponibilità (mi pare di capire che negli USA i "boia inesperti" siano un altro punto critico). Sarebbe stato interessante anche esplorare questo aspetto, con il padre che fa un altro lavoro (magari legato alla chimica) ma che per quel giorno è chiamato al nobile compito di uccidere un uomo.
Credo che tu ti sia riferita alla recente esecuzione di Kenneth Smith, visto che citi l'azoto. In questo caso, mi è sembrato un po' forzato quel "quello stronzo che ha ammazzato la moglie del pastore" che sembra quasi un crimine commesso nella loro piccola comunità, in cui tutti conoscono tutti, quando invece, se non sbaglio, è una cosa successa diversi decenni fa.

A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

alexandra.fischer
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Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#4 » mercoledì 21 febbraio 2024, 14:38

Tema centrato. Hai creato uno scenario idilliaco. Ed è un padre premuroso, ama la moglie, il suo lavoro, la città in cui vive. Ha una vecchia auto che pensa di cambiare, in vista della promozione. Da come descrive il lavoro, il Lettore pensa al settore delle pulizie, ma il finale gela. Il lavoro di Ed è fare il boia. Bella la canzone, che mostra Ed allegro malgrado abbia a che fare con la morte tutto il giorno.

Giulio_Marchese
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Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#5 » giovedì 22 febbraio 2024, 18:18

Ciao Elisa,
Ho trovato il racconto piacevole e in linea con il tema. Devo però farti un paio di appunti. Non ho apprezzato l'incipit "meteorologico", oltre ad essere un cliché che non aggiunge pressoché nulla al racconto trovo sia uno spreco di caratteri. Seppur non vi siano delle reali azioni compiute dai personaggi il racconto si regge sulla curiosità rispetto al lavoro del protagonista, la rivelazione finale è certamente di impatto ma non ho apprezzato l'ultimo paragrafo in cui c'è uno "spiegone" travestito da dialogo. Il passaggio cui mi riferisco è questo: “Ma nulla di che, quello stronzo che ha ammazzato per soldi la moglie del pastore si inala per dieci-quindici minuti l’azoto e ci troviamo con una merda in meno sul Pianeta”. Ed finisce il caffè.
L'ho trovato inutile nel complesso del racconto e la valutazione morale di Ed, a mio parere, depotenzia il finale.
Infine, non sono riuscito a visualizzare questo passaggio: Scandisce le parole con cura, mentre pezzi di pancake e sciroppo gli insozzano gli incisivi.
Come fa a scandire le parole se ha la bocca piena?
In conclusione ritengo sia un buon racconto, perfettamente in tema, e originale nella prospettiva. Sia pur con le criticità su esposte.
A rileggerci!

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Fagiolo17
Messaggi: 533

Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#6 » venerdì 23 febbraio 2024, 15:11

Ciao Elisa e piacere di averti letta, come sempre.
Il tuo stile pulito e scorrevole è sempre gradevole da leggere e sai dipingere con perizia le scene. Ho notato che ultimamente ti piace giocare con le ripetizioni, frasi che si ripetono lungo il testo e che danno un senso di circolarità, un aggancio tra inizio e fine o tra vari elementi del testo. È un tocco caratteristico che quasi ti contraddistingue.
In questo testo a mio avviso manca qualcosa. Un guizzo di emozione o un colpo di scena più netto. Quando si comincia a intravedere che il twist sarà sul lavoro del padre avevo pensato a un mafioso o a un delinquente di qualche tipo. Non avevo capito si trattasse di un Boia.
La scena di vita è descritta alla perfezione con i giusti elementi per affezionarsi alla famigliola, ma forse mi manca qualcosa di forte che mi dia lo scossone. Un vero e proprio conflitto, anche solo morale, tra quello che il boia è nel suo ambito domestico e quello che è costretto a fare. Così rimane una bellissima scena di vita vissuta, ma nulla più.
In bocca al lupo per l’edizione.

Gaia Peruzzo
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Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#7 » venerdì 23 febbraio 2024, 20:55

Ciao Elisa. Il racconto mi è piaciuto un po' di meno rispetto agli altri che hai scritto. Ha comunque uno stile molto visivo, quindi leggerlo è stato molto piacevole, perché riesci sempre ad accompagnare il lettore nell’immaginare ogni scena. Secondo me, avrebbe avuto più potenza se l'ambiguità del personaggio di Ed Clayton fosse venuta fuori prima e non solo sul finale. Alternando magari sprazzi del suo lavoro da boia e i momenti di vita quotidiana, in modo tale da far percepire di più la sua figura, sia di assassino sia di buon padre di famiglia.
Diventa un po' meccanico nel finale. Nel punto in cui Ed parla e poi compie queste piccole azioni come finire il caffè, dare un bacio alla guancia sporca di latte, sporcarsi la barba di latte.
E avrei evitato anche l'inizio focalizzato sul vialetto e la macchina perché mi è sembrato appunto che lui e il figlio fossero lì fuori, e poi invece sono in casa con Susan. Magari lo avrei fatto partire direttamente con Susan che frigge il bacon e lui che le sbuca dietro con in braccio il bimbo felice.
Comunque, in ogni caso, il messaggio che anche nell'apparente paradiso ci sia il male viene fuori. O almeno questo è quello che ho percepito io.
In bocca al lupo per la gara!

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Luca Moggia
Messaggi: 163

Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#8 » martedì 27 febbraio 2024, 20:24

Ciao Elisa,

piacere di leggerti, penso per la prima volta.
Parto dal tema che in questa Edizione non era semplice da centrare.
Il tuo racconto lo fa e anche in modo originale.
Ben reso l’elemento della banalità tramite i pensieri di Ed e con la situazione estremamente ordinaria che hai messo in scena.
Lo stile non è male, con il narratore cbe entra nella storia ma non in modo eccessivo e sopratutto, cosa fondamentale, le immagini si visualizzano senza problemi.
Nel complesso mi ha ricordato una narrazione alla Stephen King che, personalmente, apprezzo molto.
Nella prima parte hai saputo costruire la curiosità che fa funzionare il colpo di scena finale.
Per me è una buona prova.

In bocca al lupo per la Diego Lama Edition e alla prossima!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Manuel Marinari
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Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#9 » martedì 27 febbraio 2024, 20:40

Ciao Elisa, ti ringrazio per aver citato "Sweet Home Alabama", perché mi hai ricordato la scena iconica del film 8mile in cui Eminem e Future sistemano una vecchia macchina americana e dalla roulotte si sente la canzone, iniziano a fare freestyle su quelle note. Mi sono andato subito a rivedere la clip su youtube ;)
Il racconto mi è piaciuto molto. Sei molto brava a figurare le scene e a farci calare il lettore dentro. Devo dirti che, nonostante proprio all'inizio hai scritto cosa si vedesse dalla finestra, mi sono immaginato però la scena in giardino. Magari leggendo ho pensato alla classica casa americana e la famiglia felice che se la gode nella loro proprietà privata.
La scelta del pdv è azzeccata e calza a pennello, secondo me, per la narrazione di questo racconto. Forse il finale è un pò tirato rispetto alla prima metà del racconto dove lo sviluppo è migliore e più fluido.
Ps. Ho letto questo racconto dopo i fatti che sono successi a Pisa, nella mia città, in cui dei poliziotti hanno manganellato degli studenti. E ho proprio pensato a come queste persone tornino a casa, in famiglia, e parlino del loro lavoro. Me li sono immaginati come Ed nella tua storia. Un lavoro meschino quello che hai rappresentato nel racconto che mostra un contesto familiare che convive con un lavoro.... mortale.
Ovviamente quest'ultimo è il mio parere personale che mi andava di condividere perchè il racconto ha toccato in me delle corde sensibili. A presto!

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Maurizio Chierchia
Messaggi: 265

Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#10 » mercoledì 28 febbraio 2024, 13:49

Ciao Elisa.
Il racconto fila liscio come l'olio nella prima parte. Ammetto che il tema non l'ho trovato così presente. Cioè, come mi disse una volta l'Antico in un mio vecchio racconto, il tema si percepisce solo a posteriori e se ne sei a conoscenza. È un peccato perchè hai uno stile che mi piace e che trovo interessante da leggere.
Per quanto riguarda la seconda parte, non ho capito bene il dialogo.
“Quindi oggi è il gran giorno?”
“Esatto, vediamo un po’ come è…” “Ipossia da azoto!”
“In cosa consiste precisamente?”
anche solo leggendo le parti di dialogo, non trovo tanto la correlazione tra la prima domanda e la risposta. Non ho capito a che si riferisce quel: vediamo un po' come è...
Per il resto è comunque un buon racconto.
Ti auguro buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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L'inquisitore
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Re: IL LAVORO DI PAPÀ

Messaggio#11 » lunedì 4 marzo 2024, 10:46

Ciao Elisa! Abbiamo la banalità interpretata come normalità? Non sono certo che sia un'interpretazione molto attinente, ma comprendo il collegamento mentale che ci sta dietro.
Costruisci bene la situazione e la scrittura funziona. Forse la "banalità" del menage famigliare è portato un po' troppo avanti e tende ad annoiare senza particolari guizzi. Il personaggio è un buon padre ma è anche un killer, tutto si riassume così. C'è un'inversione di valore tra l'inizio e la fine, ma è solo scoperta, non costruita, e questo rende il racconto povero, specialmente se il finale è chiaramente atteso e non riserva nessuna rilettura del testo precedente.
Prova da pollice tendente al positivo!

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