Tratto Verde

[Blaubar]

A Tratto Verde sono tutti felici. In ogni giardino di ogni casa di quel piccolo paese, adagiato come la piuma di un uccello mostruoso sulla collina, Madre Natura viene esaltata e celebrata con inebrianti tripudi floreali.

Langley Smith non era esattamente felice ma si sarebbe descritto come “motivato” mentre stringeva più forte il cavo al collo grinzo della vecchia. Questa scalciava come un mulo e strabuzzava gli occhi come una triglia. Una pantofola rosa volò all’indietro descrivendo una zuccherosa parabola e atterrò sull’orribile vaso di narcisi e iris che si infranse sul pavimento di cemento della rimessa. Il rumore distrasse solo per un attimo l’uomo che di riflesso diede uno strattone. Il cavo del discount si spezzò sul più bello: Smith rovinò al suolo e si ferì con i frammenti dell’esecrabile recipiente, tutti appiccicosi di resina di narciso. La donna arrancava con il collo allungato. L’uomo si sistemò gli occhiali sul volto sudato: la signora sembrava una di quelle tartarughine neonate dei documentari che si dimenano disperatamente per non venire divorate dai predatori. Il panciuto impiegato si affannò a raggiungerla con agilità tutt’altro che rapace. Al quarto, disordinato tentativo la scheggia di vetro affondò oltre i gracili muscoli. L’assassino si voltò appena prima di uscire: un arco rosso impiastricciava il pavimento e proseguiva verso la soglia trascinato dai suoi passi fino al punto dove la sua figura sostava, sgraziatamente appoggiata allo stipite. Aveva rovesciato un flacone e del liquido verde stava colando mischiandosi al sangue. Tutto quel colore gli ricordò che doveva assolutamente potare le rose.

“Ti dico che gli elementi ci sono tutti, Artie”, disse la detective.
“E io ti dico che hanno affidato il caso a te perchè sono solo piste morte. Sei giovane e sei sacrificabile. Però non te la prendere: sanno che non puoi far danni e intanto impari.”
La ragazza scostò il ciuffo biondo, l’unico e incrollabile vezzo che imbracciava come uno scudo da interporre tra la sua identità e quell’ambiente brutale. Riguardò le foto cercando di dissimulare l’insicurezza.
“La vittima è una donna”.
“Succede troppo spesso”.
“C’è anche il vaso di fiori rotto!”.
“Un vaso di narcisi e altri fiori stavolta, robe da non abbinare mai se vuoi farli durare. E poi questi si dicono esperti di giardinaggio. Comunque le ultime due volte hanno usato dei pezzi di finestra”.
“Ma è sempre vetro, e sempre usato per uccidere la vittima da dietro con un affondo vibrato da sinistra. E Smith è mancino”.
“Coincidenze”, si schermì il sovrintendente, un po’ piccato.
“Penso che c’entri qualcosa la trasparenza del vetro”, continuò Sarah senza ascoltare la risposta, “La signora Attley non è diplomata e quindi mentiva riguardo alle sue competenze in fatto di infermiera. Sembra anche che in passato sia stata coinvolta in un caso di omicidio colposo”
“Ah si?” farfugliò Arthur, con sicumera sempre minore. “Questa è bella...”.
“Sto collegando adesso. Mio fratello dice che la ragazza al campus scambiava buoni voti con certi favori e due giorni dopo quel post l’hanno trovata. Smith frequentava quel forum, per questo gliel’ho chiesto stamattina. Hanno ripassato l’arco dello schizzo di sangue con la tempera verde presa in quella stessa aula, un oggetto a portata come il fertilizzante in casa Attley”.
“Ma…”. Arthur era quasi sul punto di concedere la partita.
Sarah continuò le congetture finché il suo interlocutore dovette arrendersi, esasperato.
“Ultimo atto, si va in scena!” Disse la detective balzando verso la porta dell’archivio. Gli occhi solitamente di un verde slavato brillavano come smeraldi. L’uomo roteò i suoi verso l’alto mentre si trascinava dietro di lei.

Langley Smith giaceva floscio e sudato sulla sedia metallica della sala interrogatori. Si sarebbe descritto come “a disagio” ma rimaneva noiosamente composto. Sarah si era disposta davanti al suo sospettato nella studiata posa del poliziotto cattivo: in piedi a gambe divaricate, busto in avanti, una mano che afferrava il bordo del tavolo d’acciaio e l’altra chiusa a pugno, salvo un drammatico indice accusatore.
“Perciò, esattamente come negli altri casi, ha usato la scheggia di vetro per recidere la carotide della vittima e causarne il decesso. Il tratto verde è la sua firma e trovo molto astuto che lei pianifichi i suoi omicidi dove sa di poter trovare a portata di mano un materiale di questo colore, proprio per sottolineare il suo macabro lavoro. Ho solo una domanda che dovrebbe chiarire l’ultimo pezzo di questo suo elegante puzzle mentale: è vero che il vetro simboleggia la trasparenza che le sue vittime non hanno dimostrato in vita? Come la negoziante che rubava, la studentessa che si faceva i professori per i voti e la vecchia infermiera che in verità non si era mai diplomata?”
Il piccoletto sudaticcio crollò.
“Quella..quella…ha messo degli iris con i narcisi, si rende conto?!”
Arthur aprì mezzo occhio, sempre dondolandosi sulla sedia. “Te l’avevo detto.”

[antico]

Ciao Omar! Caratteri e tempo ok, buona DIEGO LAMA EDITION!

[Blaubar]

Grazie antico! Buona lettura a tutti e buona gara!

[Scriba_no24]

Ciao Omar. Ho letto il racconto più volte, ma non mi entusiasma. Il discorso sulla competenza del giardinaggio, il mix di fiori che non funzionava... può essere interessante, ma per me non riesce a dare una gran linfa vitale alla storia e il racconto rimane un pochino piatto. Così come i personaggi; parti bene, ma poi non riesco ad esaltarmi né con l'omicida, né con gli investigatori, anche se quast'ultimi un po' di curiosità la destano. In bocca al lupo.

[Blaubar]

Ciao Matteo! Il mio timore era proprio di scrivere qualcosa di troppo semplice ma vista l'esperienza del contest precedente ho scelto di cambiare un po' registro. Poteva essere di gran lunga più maligno, e i personaggi più tridimensionali. Il killer è per scelta esageratamente banale ma in questo, oltre che nel movente, volevo rappresentare il tema.
Grazie per il commento!

[MatteoMantoani]

Ciao Omar, piacere di rileggerti, dopo averti commentato l'edizione precedente e aver visto un racconto che poteva spiccare.
Anche qui trovo un po' gli stessi problemi dell'altro racconto in quanto, sebbene la declinazione del tema, così letterale, mi abbia divertito, il tutto è un po' confusionario. Ho dovuto rileggerlo tre volte per capire tutti gli elementi e collegare le tre scene: nel dialogo tra i due detective compaiono nomi che mi sono stati chiari solo a una seconda lettura (la signora Attley, per esempio), e il dettaglio dei delitti precedenti è un po' superfluo, nell'ultimissima scena la posa che assume la detective non mi è chiara (in piedi con le gambe divaricate?) e la risoluzione, sebbene divertente, mi è parsa un po' slegata dal resto del racconto; forse avrebbe avuto senso seminare un po' di più su questo movente già nella prima scena, in cui l'assassino fa qualcosa in più per dimostrare il suo fastidio sull'accostamento dei fiori (li pesta, li fa a pezzi.. che ne so). Lato prosa, la scena della lotta è un po' difficile da seguire, forse asciugherei qualche similitudine che tende un po' troppo al lirico, e in una scena molto movimentata proverei invece ad aumentare il ritmo con frasi veloci da leggere e con la paratassi. In definitiva: spiega un po' di più e introduci i dettagli in modo più chiaro e più graduale, anche a scapito della prosa che, per mio gusto, può essere snellita per essere resa più scorrevole.

[Blaubar]

Ciao Matteo!
Ok tutto chiaro, lavoro sullo spiegare meglio gli elementi. Si infatti a rileggerlo è più ritmato il dialogo che l'omicidio...non dovrebbe essere proprio così heheh
Grazie per la precisione del commento, molto utile!
A presto

[Sira66]

Ciao Omar. Apprezzo la scelta di creare un mini-giallo e soprattutto di farlo con un pizzico di scanzonata ironia, che a me piace sempre. A mio parere la scena di lotta funziona bene fin quasi alla fine (“al quarto disordinato tentativo” non si capisce di cosa, se di ucciderla o raggiungerla) e il dialogo tra i due detective fila, riuscendo anche a caratterizzarli. L’unica cosa è che avrei anteposto il nome della vittima, perché quando viene fuori a metà racconto non sai chi sia e devi riprendere la lettura. Però nel complesso bene. Buona sfida!

[Blaubar]

Ciao! Si col giallo ho proprio zero dimestichezza ma sperimento volentieri avendo così tanti utili commenti da cui imparare. Grazie per le puntualizzazioni, mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato quelle scene! Buona sfida!

[Shanghai Kid]

Ciao Omar,
piacere di averti letto.
Allora, inizio con il dirti che mi sento in seria difficoltà a commentarti. Come ti hanno già detto gli altri, il tuo pezzo risulta un po’ confusionario e anche “barocco” - fammi questa concessione - nell’aggettivazione e nelle descrizioni e questi due aspetti rendono la trama più difficile da seguire. Però… però devo dirti che ho trovato diverse cose che mi sono piaciute. La prima scena l’ho trovata molto divertente e caratteristica, così come il nostro bizzarro serial killer. Anche il finale mi ha strappato un sorriso. In soldoni, quindi, una storia bella, sulla quale lavorare. Penso che con un buon lavoro di sottrazione, la tua potrebbe essere una buona penna. Mi è piaciuto il piccolo mondo che hai scelto di raccontare.
A rileggerci,
Elisa

[gioco]

Ciao Omar, credo di leggerti per la prima volta. Ci sono degli spunti molto interessanti ma trovo il testo un po’ poco unitario, la narrazione è frammentaria e fatico a seguire il filo in maniera consequenziale. L'altro aspetto che non mi convince è che certe espressioni mi sembrano un po’ forzate: se si trattasse dei pensieri di un personaggio ci potrebbe stare, ma dal momento che il tutto è raccontato dall’esterno suonano un po' artificiose.
In ogni caso buon lavoro e buona edition!

[Daniele]

Ciao Omar, piacere di leggert, penso sia la prima volta in assoluto per me.
Secondo me hai scritto un buon racconto potenzialmente molto bello.mi è piaciuta un sacco l'idea della detective molto "studiata", scolastica, all'avanguardia che cerca di trovare motivazioni psicologiche per segni sulla scena del crimine che invece sono stati generati "a cazzo di cane", bellissimo, davvero.
Il punto debole del racconto , sempre secondo me, sta nella scelta della voce narrante: mai come in questo caso una focalizzazione più interna avrebbe arricchito e valorizzato la trama, rendendo più stimolante la lettura. Se nella prima il POV fosse stato più interno nell'assassino per quel che riguarda la casualità e gli imprevisti capitatigli durante l'omicidio e durante il dialogo nella parte centrale ci fosse stato più pensato da parte dell'investigatrice saremmo stati più coinvolti nei suoi ragionamenti e avresti giocato forte sull'icona drammatica del tipo "no! Tutto giusto il tuo pensiero, ma stai prendendo un granchio, non è andata così!"
Nel complesso bellissima idea, tema centrato benissimo e in un modo che a me è piaciuto un sacco, migliorabile dal punto di vista della messa in prosa, non tanto come forma in sé, ma come scelta stilistica, poco efficace in questo caso.
A rileggerti presto!

[Debora]

Ciao Omar, piacere di leggerti. Allora il tuo racconto mi piace e secondo me hai rispetto perfettamente il tema e hai dato circolarità alla storia. Però… Però c’è troppa roba e troppa confusione e io mi sono un po’ persa. Credo che questo potrebbe essere un buon racconto lungo sviluppando bene la storia dei vari omicidi ma con così poche battute forse avresti potuto omettere qualche particolare che non aggiunge nulla alla storia in sé. Comunque questa Sarah mi piace! Buona gara.

[Blaubar]

Ciao Omar,
piacere di averti letto.
Allora, inizio con il dirti che mi sento in seria difficoltà a commentarti. Come ti hanno già detto gli altri, il tuo pezzo risulta un po’ confusionario e anche “barocco” - fammi questa concessione - nell’aggettivazione e nelle descrizioni e questi due aspetti rendono la trama più difficile da seguire. Però… però devo dirti che ho trovato diverse cose che mi sono piaciute. La prima scena l’ho trovata molto divertente e caratteristica, così come il nostro bizzarro serial killer. Anche il finale mi ha strappato un sorriso. In soldoni, quindi, una storia bella, sulla quale lavorare. Penso che con un buon lavoro di sottrazione, la tua potrebbe essere una buona penna. Mi è piaciuto il piccolo mondo che hai scelto di raccontare.
A rileggerci,
Elisa

Ciao elisa!
Grazie, chiarissima anche da parte tua la direzione che devo prendere e trovo la critica molto costruttiva! Alcune aggiunte sono una mia esagerazione pure consapevole ma .. forse dovrei metterle in bocca a un personaggio. Se un personaggio barocco (adoro) dice qualcosa di barocco ci dovrebbe stare no?
Grazie per il commento e buona Gara!

[Blaubar]

Ciao Omar, credo di leggerti per la prima volta. Ci sono degli spunti molto interessanti ma trovo il testo un po’ poco unitario, la narrazione è frammentaria e fatico a seguire il filo in maniera consequenziale. L'altro aspetto che non mi convince è che certe espressioni mi sembrano un po’ forzate: se si trattasse dei pensieri di un personaggio ci potrebbe stare, ma dal momento che il tutto è raccontato dall’esterno suonano un po' artificiose.
In ogni caso buon lavoro e buona edition!

Ciao Corrado!
Come nel commento di Elisa è proprio vero che queste espressioni vanno messe nei pensieri di qualche personaggio, rileggendo le ritrovo pesanti. Per il filo del discorso ci sto lavorando rispetto alla scorsa volta (la mia prima) che era ... a dir poco.. disintegrato hahah
Grazie per la critica utilissima, buona gara!

[Blaubar]

Ciao Omar, piacere di leggert, penso sia la prima volta in assoluto per me.
Secondo me hai scritto un buon racconto potenzialmente molto bello.mi è piaciuta un sacco l'idea della detective molto "studiata", scolastica, all'avanguardia che cerca di trovare motivazioni psicologiche per segni sulla scena del crimine che invece sono stati generati "a cazzo di cane", bellissimo, davvero.
Il punto debole del racconto , sempre secondo me, sta nella scelta della voce narrante: mai come in questo caso una focalizzazione più interna avrebbe arricchito e valorizzato la trama, rendendo più stimolante la lettura. Se nella prima il POV fosse stato più interno nell'assassino per quel che riguarda la casualità e gli imprevisti capitatigli durante l'omicidio e durante il dialogo nella parte centrale ci fosse stato più pensato da parte dell'investigatrice saremmo stati più coinvolti nei suoi ragionamenti e avresti giocato forte sull'icona drammatica del tipo "no! Tutto giusto il tuo pensiero, ma stai prendendo un granchio, non è andata così!"
Nel complesso bellissima idea, tema centrato benissimo e in un modo che a me è piaciuto un sacco, migliorabile dal punto di vista della messa in prosa, non tanto come forma in sé, ma come scelta stilistica, poco efficace in questo caso.
A rileggerti presto!

Ciao Daniele!
Grazie mille, mi fa un sacco piacere che tu abbia colto tutto quello che volevo comunicare! Hai proprio colto anche il problema principale.. chissà forse riscrivendo avrei fatto proprio così. Anzi penso proprio lo riscriverò per buon esercizio perché fare come dici sarebbe stato certamente meglio
Grazie davvero!

[Blaubar]

Ciao Omar, piacere di leggerti. Allora il tuo racconto mi piace e secondo me hai rispetto perfettamente il tema e hai dato circolarità alla storia. Però… Però c’è troppa roba e troppa confusione e io mi sono un po’ persa. Credo che questo potrebbe essere un buon racconto lungo sviluppando bene la storia dei vari omicidi ma con così poche battute forse avresti potuto omettere qualche particolare che non aggiunge nulla alla storia in sé. Comunque questa Sarah mi piace! Buona gara.

E allora Sarah tornerà! Ehhh però non so se lo posso fare! Si ho trovato difficile metter su un giallo con così poco, risulta tutto un po' un'accozzaglia. Si poteva sicuramente fare con particolari più essenziali e meno rumore di fondo
Molto utile, grazie mille e buona Gara!

[alexandra.fischer]

Tema centrato. Un omicidio con la firma di colore verde e l’indagine di una coppia di poliziotti rovinano l’immagine idilliaca della tua città immaginaria. L’interrogatorio è molto ben condotto. Il movente dell’omicidio è da brividi. Gli iris con i narcisi non piacevano all’assassino dell’anziana donna, colpevole di proclamarsi infermiera diplomata anche se non lo era. Nella carrellata delle vittime ci sono una negoziante disonesta e una studentessa molto disponibile a concedere favori in cambio di bei voti. È un buon lavoro.

[jimjams]

Ciao, Omar. Un racconto segnato dalla vena dell'ironia il tuo, e questo, come chi mi conosce sa bene, è un punto a tuo favore nel mio carnet. L'idea la trovo anche molto simpatica, questo assassino che vive in un luogo ameno dove, eravamo stati avvisati, l'attenzione ai fiori è piuttosto alta. Così viene molto bene, e centra in qualche modo il tema, la banalità delle motivazioni dell'omicida. Bene. Veniamo ai difetti. Anzi, dal mio punto di vista AL DIFETTO. Il secondo periodo del racconto, quello dove descrivi l'omicidio. L'ho dovuto leggere due volte, la prima mi sono perso. Questo lo devi assolutamente evitare, dagli un po' di respiro, fai in modo che il lettore non interrompa il flusso. Non farlo sentire stupido. Perché poi, anche se magari avrà capito, avrà comunque faticato a starti dietro, almeno una parte dei lettori, e saranno mal disposti per il resto della lettura. Comunque per il resto è ben scritto e per quanto mi riguarda molto simpatico.

[Gaia Peruzzo]

Ciao Omar. Ero molto curiosa di vedere come te la sei cavata con questa nuova partecipazione.
Parto col dirti che questo racconto mi è piaciuto molto di più dell'altro. Facendo una comparazione, l'ho trovato più chiaro e, in un certo senso, ordinato nella struttura delle scene. Anche perché ognuna ha il suo giusto spazio nella totalità del racconto, rispetto al tuo primo scritto.
Lo stile che hai usato non mi è dispiaciuto, però vorrei fornirti dei consigli (poi ovviamente segui quelli che ritieni più opportuni.)
Alcune frasi sono un po' troppo lunghe. Rileggi il testo a voce alta e capirai i punti in cui si possono accorciare.
Avrei fatto partire il testo direttamente da Langley Smith che stava stangolando l'infermiera, perché quella frase ha molto più impatto delle prime righe.
Anche il nome di Sarah (così come quello della vittima, la signora Attley, come ti hanno fatto notare) compare troppo dopo, ok che si capisce che è la detective ma lo avrei messo prima. Sul suo primo rigo di dialogo.
Ho percepito come se ci fosse dietro qualcuno che manovrava i personaggi. Forse i dialoghi sono un filo troppo studiati. Soprattutto nella fase in cui Sarah e Artie si confrontano.
"Il signor Smith è mancino" (io l'avrei fatta iniziare da qui) con lei che poi esaminava le foto e faceva la sua teoria, e più prendeva forma più Artie provava a smontarla perché lei è giovane, inesperta e sacrificabile. Questo perché noi sappiamo già chi è l'assassino, e qui non è che procedono su altre piste, si tratta solo di farlo parlare nell'interrogatorio successivo. La nostra sorpresa sta nel movente, nel perché lui commette questi omicidi.
Togliendo le prime righe è qui, poi, il punto in cui bisogna aggiungere dei tripudi floreali tipici della città. E ci sta bene come battuta di Artie. Dato che poi sembra appunto essere proprio questa la causa "giocosa" e banale della morte della signora Attley.
Per il resto ti direi di continuare a esercitarti, perché secondo me sei sulla buona strada.

[antico]

Dunque, ritengo anch'io che il racconto sia piuttosto barocco, confusionario, poco definito. Detto questo: credo si tratti di calibrarti. Non ha senso partire tratteggiando un contesto fiabesco se poi lo molli subito non riuscendo a collegarlo ai protagonisti in scena. Mi sembra che il peccato originario di questo testo possa stare proprio in questa difficoltà nella caratterizzazione di contesto e personaggi in scena, cosa che da subito crea dissonanza straniando il lettore. Una volta che non riesci a farlo salire a bordo (il lettore) diventa tutto più difficile e a errore si somma errore non riuscendo a metterci una pezza. Di mese in mese avrai modo di testarti con gli altri. Bene il tema. Per me siamo su un pollice tendente al positivo, ma non solido e neppure brillante.

[Blaubar]

Scusate sono stato un po preso, risponderò a tutti e grazie mille per i commenti!