Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 19 febbraio con un tema di Diego Lama e cinquemila caratteri a disposizione!
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antico
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Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 febbraio 2024, 2:07

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BENVENUTI ALLA DIEGO LAMA EDITION, LA SESTA DELLA UNDICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 180° ALL TIME!

Questo è il gruppo TUTTI SI MUORE SOLI della DIEGO LAMA EDITION con DIEGO LAMA come guest star.

Gli autori del gruppo TUTTI SI MUORE SOLI dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo COLLERA DI NAPOLI.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo MOSTRO DI CAPRI.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da DIEGO LAMA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK UNDICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato per posizionare i quattro racconti con malus a coppie di due nei due gruppi da nove.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo TUTTI SI MUORE SOLI:

Il lavoro di papà, di Elisa Belotti, ore 23.10, 4951 caratteri
Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani, ore 23.27, 4919 caratteri
Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini, ore 01.32, 4980 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI
Un’idea geniale!, di Daniele Villa, ore 00.52, 4955 caratteri
PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO, di Simona Rampini, ore 21.59, 4654 caratteri
Libero, di Debora Donadel, ore 01.21, 3980 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI
Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti, ore 23.59, 3121 caratteri
Lavorare Stanca, di Massimo Bologna, ore 23.07, 4939 caratteri
Il drink di Rose, di Scriba_no24, ore 00.19, 4790 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 FEBBRAIO per commentare i racconti del gruppo COLLERA DI NAPOLI Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo COLLERA DI NAPOLI e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo COLLERA DI NAPOLI.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA DIEGO LAMA EDITION A TUTTI!



alexandra.fischer
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » giovedì 22 febbraio 2024, 16:31

Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica

Il lavoro di papà di Elisa Belotti Tema centrato. Hai creato uno scenario idilliaco. Ed è un padre premuroso, ama la moglie, il suo lavoro, la città in cui vive. Ha una vecchia auto che pensa di cambiare, in vista della promozione. Da come descrive il lavoro, il Lettore pensa al settore delle pulizie, ma il finale gela. Il lavoro di Ed è fare il boia. Bella la canzone, che mostra Ed allegro malgrado abbia a che fare con la morte tutto il giorno.

Miliardi di occhi tagliati in due di Matteo Mantoani. Tema centrato. C’è la guerra in Somalia, raccontata da un dodicenne che ha ucciso un coetaneo e vende rose per arrotondare il sussidio che riceve in Francia. Lui ricorda di aver provato pena per quell’omicidio a sangue freddo. E l’ammirazione che prova per il suo capitano si trasforma in odio. Racconto crudo, con un finale a sorpresa.

Nulla di eccezionale di Corrado Gioannini. Tema centrato. Un’indagine su un imprenditore fa luce su quello che di fatto è un suicidio. Il padre a capo dell’impero finanziario si è voluto vendicare sui figli impendendo loro di accedere alle quote societarie. E c’è anche la cotta dell’ispettore per Anna, sua compagna nelle indagini. Racconto fluido, dialoghi ben resi.
Attenzione: Sveglia, Rossetti

Un’idea geniale di Daniele Villa. Tema centrato. Molto bello il confronto fra Mignolo e il professore. Di tutti i piani che il topo gli propone per conquistare il mondo non gliene va bene uno, perché i russi lo hanno trasformato in un topo a sua volta. L’idea del topo parlante è davvero geniale, e il laboratorio è parecchio credibile. I piani astrusi del topo, dal virus informatico a quello di una malattia, passando per la falsa telefonata al presidente fanno sorridere il Lettore.
Porta spazio temporale sull’Abisso di Simona Rampini. Tema centrato. Da brividi la vicenda di Rudolf, tenente colonnello delle SS, primo comandante di Auschwitz, privato della divisa e obbligato così a condividere il destino dei prigionieri del lager. La ricostruzione storica è credibile e il finale raggela il Lettore. Rudolf, senza la sua divisa, è costretto a salire su un treno e si vede per l’uomo spaventato che è.

Libero di Debora Donadei. Tema centrato. Racconto indubbiamente fantascientifico. Un cyborg dai ricordi confusi si ritrova dapprima faccia a faccia con una donna e un bambino e dopo in un laboratorio. Al Lettore resta il dubbio che il cyborg sia stato umano un tempo, come prova il fatto dei ricordi associati al tatuaggio. Il tutto in un mondo in guerra. Il conflitto arriva nel laboratorio, e lui, libero dai carcerieri-manipolatori, rinasce a nuova vita.
Troppo freddo di Mario Pacchiarotti. Tema centrato. La conta dei corpi smuove il Lettore. È chiaro che l’ambientazione è quella di un lager. I corpi sono quelli dei prigionieri destinati alla camera a gas. Il Lettore rabbrividisce davanti all’atteggiamento della guardia. Sente il freddo, fin dentro l’animo, eppure è lì. Pensa al ritorno a casa, al cibo e alla sua ragazza. Efficaci le descrizioni dell’atmosfera gelida e dei corpi simili a ombre.

Lavorare stanca di Massimo Bologna. Tema centrato. Il protagonista descrive il luogo in cui vive e la varia umanità, dal tipo manesco a quello che punta la figlia della compagna, per non parlare della prostituta e della donna anziana dal cattivo odore. C’è tutto lo squallore di una casa di ringhiera, con in più i dirimpettai stranieri dalle curiose abitudini alimentari. C’è persino un professore che vorrebbe far leggere il protagonista. Ma lui a casa preferisce godersi le partite di calcio. Non lega più con i colleghi. E di certo non rimpiange il fratello morto per il troppo bere. Il lavoro a cui tiene tanto è la fabbricazione di armi. Un colpo di scena che fa sussultare il Lettore.

Il drink di Rose di Cini Matteo. Tema centrato. Dave ha dipinto un quadro che gli ricorda gli eccessi berlinesi con Jane e Rose. L’atmosfera della storia è trasgressiva. C’entrano il bere, le droghe e il sesso. Molto bene con l’evoluzione dei personaggi. Jane e Dave si separano. Rose diventa maestra d’asilo e madre. Dave si diletta con la pittura, gioca a carte, si gode i nipoti e qualche drink, e rimpiange i vecchi tempi. Bene anche con la trasformazione dell’atmosfera. Il locale delle trasgressioni è diventato un dipartimento della facoltà di Chimica. La storia si chiude con una morale. La banalità del male è una convezione.
Attenzione: si diletta di dipinti
La mia classifica è molto sofferta, siete tutti ottimi autori.

Il lavoro di papà di Elisa Belotti 1

Troppo freddo di Mario Pacchiarotti 2

Lavorare stanca di Massimo Bologna 3

Libero di Debora Donadei 4

Un’idea geniale di Daniele Villa 5

Porta spazio temporale sull’Abisso di Simona Rampini 6

Miliardi di occhi tagliati in due di Matteo Mantoani 7

Nulla di eccezionale di Corrado Gioannini 8

Il drink di Rose di Cini Matteo 9

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GiulianoCannoletta
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » domenica 25 febbraio 2024, 18:59

Ciao! Ecco i miei commenti e la mia classifica. Come al solito molto sofferta, mi sembra che il livello medio si stia alzando parecchio, con diverse nuove penne che mi hanno colpito. Al solito, la classifica è necessaria, ma ho letto tutti i racconti molto volentieri. Grazie a tutti e tutte!

1) Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani,
2) Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti,
3) Un’idea geniale!, di Daniele Villa,
4) Lavorare Stanca, di Massimo Bologna,
5) Libero, di Debora Donadel
6) Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
7) PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO, di Simona Rampini,
8) Il drink di Rose, di Scriba_no24,
9) Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini,


Il lavoro di papà, di Elisa Belotti,
Un bel racconto. Hai allestito una situazione di normalità familiare (la banalità) in cui far irrompere la rivelazione sul lavoro del padre. Visto il tema e il titolo immaginavo uno sviluppo così (ma non è un male), per cui l'interesse si crea soprattutto nello scoprire quale sia il lavoro in questione.
Davvero interessante la scelta del boia, non me lo aspettavo. Devo dire che ha innescato in me una spirale di curiosità per cui sono andato a leggermi un po' di cose, senza peraltro trovare tutte le risposte. Non sono sicuro che al giorno d'oggi il boia sia un lavoro "a tempo pieno" visto che le esecuzioni sono molto ridotte, o se venga affidato volta volta in base a delle disponibilità (mi pare di capire che negli USA i "boia inesperti" siano un altro punto critico). Sarebbe stato interessante anche esplorare questo aspetto, con il padre che fa un altro lavoro (magari legato alla chimica) ma che per quel giorno è chiamato al nobile compito di uccidere un uomo.
Credo che tu ti sia riferita alla recente esecuzione di Kenneth Smith, visto che citi l'azoto. In questo caso, mi è sembrato un po' forzato quel "quello stronzo che ha ammazzato la moglie del pastore" che sembra quasi un crimine commesso nella loro piccola comunità, in cui tutti conoscono tutti, quando invece, se non sbaglio, è una cosa successa diversi decenni fa.

Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani,
Bel racconto, che prende come ambientazione un conflitto di cui non capita spesso di leggere. Non ho molto da dire, la voce narrante è potente, come anche l'immagine dei miliardi di occhi tagliati in due.
Forse si depotenzia un po' nell'accelerazione finale, l'incontro coi caschi blu, messo così, pare una transizione un po' frettolosa.
Un'alternativa poteva essere spezzare in due parti e iniziare la seconda con lui già a Parigi che rivede Arkuun (in quel caso mi avrebbe stonato di meno un riferimento frettoloso ai francesi che lo avevano raccolto).
Ma, in sostanza, si tratta piccolezze. Per me un ottimo racconto.

Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini, 
In questo racconto hai condensato alcuni elementi che reputo molto difficili da gestire: la sottotrama investigativa e la predominanza di dialoghi.
Credo che i principali limiti del testo dipendano da questo.
La parte di indagine, concentrata in un testo così corto, risulta un po' sacrificata. Nel primo paragrafo viene esposta, nel secondo risolta, senza che il lettore possa appassionarsi.
Sui dialoghi cade tutto il peso di dover dare informazioni al lettore sull'indagine, e contemporaneamente di definire e caratterizzare i personaggi. Secondo me lo hai fatto al meglio possibile, sei riuscito anche a inserire il reciproco interesse dei due personaggi, ma appare tutto un po' troppo concentrato e compresso.
Resta comunque un buon esperimento, buttarsi su strade insolite è la cosa migliore che si può fare qui su MC.

Un’idea geniale!, di Daniele Villa,
Ti cimenti spesso in raconti dal taglio comico, che per me sono tra i più difficili, quindi tanto di cappello.
Secondo me in questo caso la cosa che ha funzionato meno è il finale. Mi è sembrato smorzare un po' il crescendo che avevi creato fino a quel momento, con piani arzigogolati ma che in qualche modo strizzavano l'occhio alla realtà (pandemie, influencer che fanno falsa beneficienza). Mi aspettavo a quel punto qualcosa di forte, tipo che avresti provato a sfondare la quarte parete e il lettore si rendeva conto di essere anche lui parte di un piano di Mignolo e Prof!
Per cui la risoluzione col Prof che mette in atto la prima proposta di Mignolo spacciandola per sua mi ha lasciato un po' freddino. È comunque un bel racconto, con un'interpretazione originale del tema e un effetto nostalgia usato alla perfezione (con me ha funzionato bene).

PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO, di Simona Rampini,
Nel tuo racconto proponi il ribaltamento per eccellenza, il comandante del campo di concentramento che si ritrova a partire con un treno di deportati. Non spieghi come possa essere avvenuto, e secondo me è una scelta giusta nell'economia del racconto, lo viviamo come una specie di contrappasso.
Non sono convinto del tutto riguardo agli aspetti linguistici: "In che lingua aveva parlato?" "esclamò ancora in un idioma ignoto."
Mi sarebbe forse tornato di più se, più che chiedersi in che lingua stava parlando lui, avesse smesso di capire la lingua dei suoi (ex) soldati.
Per il resto il racconto scorre bene, un buon equilibrio tra lo spaesamento del protagonista e la rassegnazione che coincide con l'inizio del viaggio verso il campo.

Libero, di Debora Donadel
Hai strutturato un buon racconto di fantascienza in poco spazio. Belle le sensazioni che evochi, bella la discesa nei ricordi, cercando di orientarsi.
Forse è un po' repentino il passaggio dal disorientamento del risveglio alla decisione di ribellarsi e liberarsi. Diciamo che il poco spazio ti ha costretta a condensare alcuni passaggi che avrebbero avuto bisogno di dispiegarsi meglio.
Rimangono alcune domande e la voglia di saperne di più. L'idea che mi ha lasciato è che potrebbe essere un buon incipit per un testo più lungo in cui scoprire altri aspetti del suo passato e il suo percorso di redenzione.

Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti,
Racconto efficace, senza dubbio. Quel conteggio ossessivo intervallato dai pensieri del protagonista, che rimugina su aspetti secondari e banali, coglie appieno il tema.
Credo che tu sia riuscito a scegliere i dettagli giusti per raggiungere lo scopo a cui miravi con questo racconto. Le persone identificate semplicemente come corpi da contare; il genocidio ridotto a pratica burocratica per cui il protagonista interrompe il flusso dei pensieri solo quando rischia di perdere il conto; il freddo persistente. È tutto reso molto bene, un bel pugno nello stomaco.

Lavorare Stanca, di Massimo Bologna,
Il punto di forza di questo racconto è la voce narrante, molto ben caratterizzata, con cui descrivi dal suo punto di vista le varie tipologie umane che affollano il palazzo. Di contro, credo che questa voce narrante così acida e cinica abbia un po' depotenziato il finale, con la rivelazione sul suo lavoro. Sarebbe stata di certo più efficace se avessi creato un contrasto fra una situazione più idilliaca e un lavoro più oscuro.
Un altro aspetto che non mi ha convinto sono le frasi così brevi e sincopate, danno un ritmo un po' singhiozzante, forse alcune potrebbero essere riunite per dare più fluidità.
A parte questi aspetti, è comunque un bel racconto che ho letto volentieri.

Il drink di Rose, di Scriba_no24,
Un racconto interessante, mi è piaciuta la prosa acida e le immagini che evochi dei giorni berlinesi, come anche la ciclicità della scena finale che richiama l'inizio.
Ci sono alcuni aspetti che secondo me potresti migliorare, aggiungendo dettagli vividi che aiutino il lettore a visualizzare meglio le immagini. Ad esempio riguardo a questo dipinto, che pare all'inizio avere un certo peso nel racconto ma che non visualizziamo bene.
Non mi è piaciuta molto la chiosa finale, dove sembri quasi estrapolare una morale da dispensare al lettore. In generale, forse, tutta l'ultima parte dopo il flashback, il ritorno al dipinto e alla banalità, poteva essere strutturata meglio e gestita con una chiusura più di impatto.
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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antico
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 26 febbraio 2024, 18:18

Avete ricevuto due classifiche. Oltre a quella de L'INQUISITORE ve ne dovranno arrivare altre sei.

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Fagiolo17
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » martedì 27 febbraio 2024, 18:18

1. Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani
2. Un’idea geniale!, di Daniele Villa
3. Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
4. Libero, di Debora Donadel
5. PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO di Simona Rampini
6. Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti
7. Lavorare Stanca, di Massimo Bologna
8. Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini
9. Il drink di Rose, di Scriba_no24



Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
Ciao Elisa e piacere di averti letta, come sempre.
Il tuo stile pulito e scorrevole è sempre gradevole da leggere e sai dipingere con perizia le scene. Ho notato che ultimamente ti piace giocare con le ripetizioni, frasi che si ripetono lungo il testo e che danno un senso di circolarità, un aggancio tra inizio e fine o tra vari elementi del testo. È un tocco caratteristico che quasi ti contraddistingue.
In questo testo a mio avviso manca qualcosa. Un guizzo di emozione o un colpo di scena più netto. Quando si comincia a intravedere che il twist sarà sul lavoro del padre avevo pensato a un mafioso o a un delinquente di qualche tipo. Non avevo capito si trattasse di un Boia.
La scena di vita è descritta alla perfezione con i giusti elementi per affezionarsi alla famigliola, ma forse mi manca qualcosa di forte che mi dia lo scossone. Un vero e proprio conflitto, anche solo morale, tra quello che il boia è nel suo ambito domestico e quello che è costretto a fare. Così rimane una bellissima scena di vita vissuta, ma nulla più.
In bocca al lupo per l’edizione.

Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacere di averti letto.
Un bel racconto introspettivo che parte da uno scenario di guerra e segue la maturazione del protagonista. Non mi aspettavo finisse con il suo desiderio di uccidere il capitano, pensavo più ad affrontarlo e dirgli quanto gli aveva rovinato la vita, ma che fosse diventato una persona migliore che non voleva dispensare altra morte. Ma sarebbe stata la mia interpretazione. La tua funziona alla grande ed è condotta egregiamente. Il dettaglio delle rose, ad esempio, dà un tocco di verosimiglianza ulteriore a tutta la vicenda, così come il pensiero della gente che lo guarda e lo vede come una merda. Piccole pennellate che funzionano alla grande.
Unico appunto, ma è più una battuta. Sarà colpa della mia panza ma io manco a 12 anni riuscivo a nascondermi sotto a una macchina, figurati due di me ahahhahahaha
Quindi per concludere, complimenti per il racconto e in bocca al lupo per l’edizione.

Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini

Ciao Corrado e piacere di averti letto.
Devo dirti che stavolta trovo un po’ difficile da seguire il tuo racconto. Per prima cosa la gestione dei dialoghi. La linetta per i dialoghi è quella che crea più confusione e più di una volta mi sono dovuto fermare per capire se stava parlando Carlo o Anna. Inoltre il fatto che il punto di vista non sia del tutto fisso su uno dei due mi incasina ancora di più la comprensione del testo.
Mi spiace perché la vicenda è interessante, anche se condensare la risoluzione di un caso in 5.000 battute è veramente un’impresa.
Ho fatto anche fatica a immaginarmi il luogo. Ovviamente hai dovuto dare la precedenza alle battute di dialogo, ma così facendo potevano essere ovunque. Anche al telefono (come nella seconda parte).
Insomma, credo che avresti avuto bisogno almeno del triplo di battute per rendere a dovere questo tipo di narrazione.
In bocca al lupo per l’edizione.

Un’idea geniale!, di Daniele Villa
Ciao Daniele e piacere di averti letto.
Io non sono un fan dei racconti comici, ma solo perché spesso non funzionano.
Qui mi hai tirato fuori il mignolo col prof prof prof prof (e chi non la sta cantando mente) quindi tanto di cappello.
La scenetta è divertente e i personaggi sono ben rappresentati.
Il finale che chiude con la primissima idea di Mignolo è un grande classico anche se mi sarei aspettato qualcosa di differente. Non so esattamente cosa, ma forse una di quelle assurdità che rispecchiavano la nostra realtà probabilmente sarebbe stato più d’impatto.
Ho trovato il finale la parte meno riuscita del racconto, che riesce comunque nel suo intento di far ridere e sposa in maniera scherzosa il tema della banalità del male.
In bocca al lupo per questa edizione.

PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO
Ciao Simona e piacere di averti letta.
L’idea del tuo racconto mi piace, la trasposizione di questo nazista nel corpo di un deportato funziona per lo straniamento del suo non capire esattamente cosa sta succedendo.
Ci sono alcuni passaggi un pochino legnosi, nulla di grave, ma rallentano un po’ la lettura.
Ti faccio un paio esempio e sia chiaro che parlo sempre per gusto personale e non per chissà che regola di scrittura o altro.
“Si disse che, non appena il camion si fosse fermato, avrebbe cercato qualcuno in grado di capirlo ecc ecc”
Perché inizi la frase con quel SI DISSE CHE? Non risulterebbe meglio togliendola del tutto? Sarebbe comunque chiaro che si tratta di un suo pensiero.
“Rudolf vide che fuori dalla cella stazionavano dei militari con i cani.”
Se qui invece avessi messo direttamente: Fuori dalla cella stazionavano dei militari con i cani, sarebbe stato chiarissimo che era ciò che vedeva Rudolf, senza bisogno di dirlo e spostare l’attenzione su quello che lui fa.
Togliendo il “vide” o il “si disse che” la lettura risulta molto più fluida, ci sentiamo nella testa del punto di vista invece che immaginarcelo esternamente.
A conti fatti è comunque un racconto che funziona e che si segue volentieri fino alla sua conclusione.
In bocca al lupo per l’edizione.

Libero, di Debora Donadel
Ciao Debora e piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto anche se ripercorre i trope classici della fantascienza con androidi che sono stati umani e che hanno ancora ricordi delle vite passate. Primo su tutti il buon vecchio RoboCop.
Ma per quanto l’idea alla base della storia possa essere già sentita e risentita, io credo sia sempre importante il come viene gestita.
Hai tirato fuori i giusti dettagli secondo me, le giuste sensazioni e hai seminato senza dire troppo, ma lasciando comunque evidente ciò che è successo.
Complessivamente una buona prova.
In bocca al lupo per l’edizione.

Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario e piacere di averti letto.
Un racconto d’impatto il tuo, che gioca tutto sul peso della storia e di quello che tutti ahimè conosciamo. Ho apprezzato la vicenda e l’ambientazione vivida, la descrizione dei corpi quasi morti o già fantasmi e la prosa.
Credo solo che la conta dei corpi sia risultata troppo pesante. In un testo così breve per lo meno. Vero che da più la sensazione di ogni vita sprecata in questo modo, ma mi sono ritrovato a saltare i numeri e a correre alle righe seguenti.
Mi rendo conto che volevi dare una certa enfasi a questo conteggio e quindi che la tua sia una scelta consapevole. Avrei preferito qualcosa di diverso. Tipo ne faccio entrare dieci. Altri cinque si aggiungono. Eccone altri dodici. Insomma, qualcosa di meno invasivo nella lettura che scivolasse via più rapidamente.
Si tratta comunque di un bel racconto, gestito e raccontato bene.
In bocca al lupo per l’edizione.

Lavorare Stanca, di Massimo Bologna
Ciao Massimo e piacere di averti letto.
Un racconto gradevole, molto simile a un altro di questo stesso girone dove viene mostrata una scena di vita vissuta per poi dare il colpo di coda nel finale esplicitando il lavoro del protagonista.
Mi piace come vengono descritti le varie “tipologie” di vicino, sempre dal punto di vista del protagonista che giudica e ci fa da filtro per tutto quello che ci racconta.
Ho trovato purtroppo poco conflitto. È una bella scena, ben condotta, ma non succede molto e non si evince un ostacolo da superare o qualcosa che trasformi il protagonista.
Insomma, ottima scena per qualcosa di più lungo, dove poi oltre alla presentazione del pdv e di dove vive e di dove lavora, succeda qualcosa di succoso. Qualunque cosa.
Ti faccio quindi i complimenti per l’ottima gestione della scena e rimango solo con la sensazione che mi manchi un evento cardine su cui giri la vicenda, un conflitto o qualcosa che tenga alta la tensione del lettore.
In bocca al lupo per l’edizione.

Il drink di Rose, di Scriba_no24
Ciao Matteo e benvenuto nell’arena.
Ho letto il tuo racconto e l’ho trovato un po’ troppo contorto. Balzi temporali avanti e indietro, passaggi molto didascalici. La scena erotica non è male, anche perché è la scena più vivida che hai descritto all’interno del racconto. L’unica che riesco a immaginare vividamente.
Occhio a qual è e qual era in cui non ci va mai l’apostrofo.
Ha anche una vena filosofeggiante che sembra messa lì dal narratore che vuole insegnare o spiegare qualcosa al lettore e io di solito preferisco una ingerenza meno netta dell’autore all’interno del racconto.
Non posso dire di averlo apprezzato totalmente, ma spero avrai voglia di continuare a scrivere qui con noi.
In bocca al lupo per l’edizione.

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Manuel Marinari
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » martedì 27 febbraio 2024, 21:18

Ciao, ecco la mia classifica. Complimenti a tutte e a tutti per i bellissimi racconti che avete creato. Sono state tutte gradevoli letture; alcune con grandi potenzialità di miglioramento - e questo è il posto giusto - altre che meriterebbero i primi posti.
Sempre difficile mettere uno dopo l'altro i racconti. Soprattutto per gli ultimi posti.

1. Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
2. Un'idea geniale! di Daniele Villa
3. Miliardi di occhi spezzati in due, di Matteo Mantoani
4. Porta spazio temporale sull'abisso, di Simona Rampini
5. Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti
6. Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini
7. Lavorare stanca, di Massimo Bologna
8. Il drink di Rose, di Matteo Cini
9. Libero, di Debora Donadel

I commenti in ordine di classifica

Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
Ciao Elisa, ti ringrazio per aver citato "Sweet Home Alabama", perché mi hai ricordato la scena iconica del film 8mile in cui Eminem e Future sistemano una vecchia macchina americana e dalla roulotte si sente la canzone, iniziano a fare freestyle su quelle note. Mi sono andato subito a rivedere la clip su youtube ;)
Il racconto mi è piaciuto molto. Sei molto brava a figurare le scene e a farci calare il lettore dentro. Devo dirti che, nonostante proprio all'inizio hai scritto cosa si vedesse dalla finestra, mi sono immaginato però la scena in giardino. Magari leggendo ho pensato alla classica casa americana e la famiglia felice che se la gode nella loro proprietà privata.
La scelta del pdv è azzeccata e calza a pennello, secondo me, per la narrazione di questo racconto. Forse il finale è un pò tirato rispetto alla prima metà del racconto dove lo sviluppo è migliore e più fluido.
Ps. Ho letto questo racconto dopo i fatti che sono successi a Pisa, nella mia città, in cui dei poliziotti hanno manganellato degli studenti. E ho proprio pensato a come queste persone tornino a casa, in famiglia, e parlino del loro lavoro. Me li sono immaginati come Ed nella tua storia. Un lavoro meschino quello che hai rappresentato nel racconto che mostra un contesto familiare che convive con un lavoro.... mortale.
Ovviamente quest'ultimo è il mio parere personale che mi andava di condividere perchè il racconto ha toccato in me delle corde sensibili. A presto!

Un'idea geniale! di Daniele Villa
Ciao Daniele, il tuo racconto va tra i primi della mia classifica. L'idea di attualizzare un racconto su questi due personaggi iconici di quando eravamo bambini mi è piaciuta davvero. Sei stato molto bravo nelle descrizioni dello spazio in cui si trovano: la scrivania, il mouse, la tastiera. Sono oggetti di uso e consumo quotidiano, accessori indispensabili ormai per le nostre attività. Ma sei stato bravo a figurarle bene, il che da un contributo ottimale alla realizzazione visuale durante la lettura. Il fatto poi che i due personaggi li ricordiamo nitidamente, fa si che il lettore "veda" la scena. Bravo! Complimenti! Buona edition, a presto.

Miliardi di occhi spezzati in due, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, il racconto è molto ben scritto e l'ho letto tutto in apnea dall'inizio alla fine. Ti prende proprio allo stomaco ed è l'effetto che deve fare un racconto del genere soprattutto se è ben scritto. L'unico dettaglio che mi sento di esprimere è sulla declinazione del tema. La poca aderenza al tema l'ho avvertita alla fine. Se non fosse un contest a tema non avrei da dire niente, però un pò ci sono rimasto male ;)
Ho letto che anche qualcun altro prima di me te lo ha già scritto e hai anche già risposto. Si, ci sta che la tua idea parta da lì, dalla banalità come abitudine all'uccisione. Avresti potuto calcare la mano, marcarla di più. Immagino utilizzando dei flashback del campo di addestramento per esempio o qualche pensiero del ragazzino dopo l'ennesima uccisione. Anche perchè l'omicidio che commette sotto la macchina suscita in lui una grandissima introspezione e senso di colpa, quasi. Perciò avrei sottolineato la banalità avvertita prima, fino a quel momento. Spero di averti dato dei suggerimenti utili. Tema a parte, un gran bel racconto che tra l'altro mi ha dato la possibilità di conoscere un conflitto (purtroppo, l'ennesimo) di cui non so un granchè.
A leggerci presto.
PS Già so che adesso aprirai una nuovo thread su Discussioni e altre storie ahahahah

Porta spazio temporale sull'abisso, di Simona Rampini
Ciao Simona. L'idea è molto interessante e il racconto si legge bene fino alla fine. Peccato per la scelta, che comunque va sempre rispettata a mio avviso, di non far sapere al lettore del motivo per cui si sveglia nel corpo di un deportato. Mi sarebbe piaciuto, ad esempio alla fine, magari attraverso un flashback, scoprire qualcosa. Un elemento fantastico o paranormale avrebbe dato quel più a un buon racconto. O mentre si chiudevano le porte del vagone 21, il rumore del ferro gli avrebbe fatto tornare la memoria o altro. Ovvio che è il mio parere personale e come esperienza di lettore del tuo racconto. Anche io sono d'accordo con Giuliano sull'aspetto linguistico rispetto alla conoscenza delle lingua dei soldati. Ma è un piccolo dettaglio. Un buon racconto scritto bene.
Buona edition a presto!

Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, piacere di leggerti per la prima volta mi pare. Tema ovviamente centrato. Mi aspettavo un riferimento esplicito al personaggio che faceva la conta ma non è arrivato. Questo lascia libera interpretazione che all'inizio avevo digerito male perchè mi chiedevo "si ma chi è questo che conta?, mentre ho apprezzato poi concludendo la lettura. La crudeltà della violenza di un genocidio e della persecuzione è tema ricorrente, purtroppo, e non episodico. Quindi il racconto è ben strutturato da questo punto di vista. Lascia campo aperto.
La conta e quindi la parte numerica l'ho trovata utile perchè fa entrare in sintonia col personaggio: arriva bene al lettore quanto lui si voglia sbrigare di terminare il lavoro per poi tornarsene a casa, nonostante sia estremamente ligio alle regole. E' vero che si legge saltando la numerazione, perchè è scontato che dopo il venti c'è il ventuno, ma lo trovo efficace.
Questa parte invece, "Un brivido gli percorse la schiena, faceva troppo, troppo freddo. Che diavolo ci faceva lui lì? Che ci facevano tutti loro? Perché?" mi ha fatto un pò storcere il naso. Non so, non ce lo vedo il personaggio che fa la conta a fare introspezione, a meno che non senta un grande senso di colpa che però non mi pare di aver colto. Sarei andato dritto con il suo senso di convinzione o dissociazione emotiva che sia.
Spero di rileggerti presto!

Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini
Ciao Corrado, complimenti perchè l'impresa è stata ardua, immagino. Scrivere un racconto quasi interamente utilizzando dialoghi di due investigatori che intrecciano l'analisi di un caso contorto e fantasticherie romantiche è assai difficile. Sei riuscito a comprimere nel 5000 caratteri tutto ciò. Bravo. La parte tecnica delle indagini ho fatto un pò di fatica a capirla, sia nella prima parte (che ho immaginato si svolga in ufficio, ma poteva essere anche un bar, un riferimento ci sarebbe stato bene) che nella seconda parte in cui sono al telefono. Credo che al racconto manchi qualcosa che spezzi un pò la conversazione. Ad esempio, mostrami come Carlo si immagini Anna senza vestiti, i capelli raccolti o sciolti, il seno, l'intimo che indossa. Avrebbe acceso l'interesse che ho perso un pò nel tecnico dell'indagine. Insomma, lui sembra innamorato perso, ma lei non la vediamo. Sarebbe stato bello vederla attraverso gli occhi di Carlo. Ho provato a suggerirti quello che mi è venuto in mente di getto mentre scrivo il commento. Non so quanti caratteri hai utilizzato, ma se ne avessi avuti ancora a disposizione li avrei sfruttati in questo modo.
A leggerci presto!

Lavorare stanca, di Massimo Bologna
Ciao Massimo, benvenuto! Il racconto si legge e il punto di vista del protagonista che sale le scale è interessante. Si sente la condizione di solitudine e il giudizio costante sulle persone che vivono nel palazzo.
Quello che depotenzia un pò è l'utilizzo delle frasi poco fluide e molto molto brevi. Sarebbe stato interessante avere dei momenti di interazione tra lui e alcuni dei condomini. Avrebbe anche aiutato nella lettura a renderla più frizzante perchè alla fine ci sono arrivato senza però "scossoni", qualcosa che dia più energia a questa lunga scalinata. Devo dire che è nelle corde del personaggio, quindi magari hai scelto di raccontarla così la tristezza della sua vita solitaria. La parte finale arriva un pò così, senza incidere troppo secondo me nel contesto. Interessante forse sarebbe stato inserire un dialogo, che so tipo far parlare il personaggio col vicino di casa e inserire la parte del lavoro. Provo a dare spunti che mi vengono di getto ora che scrivo il commento.
Spero di esserti stato utile e spero di ritrovarti alla nuova edition di marzo. MC è davvero una palestra che aiuta nel migliorarsi continuamente. A presto!

Il drink di Rose, di Matteo Cini
Ciao Matteo, benvenuto nell'arena di minuti contati. E' una vera palestra piena di stimoli e utile per migliorarsi continuamente nella scrittura. Il tuo è un buon esordio e spero che farai tuoi i consigli che ti hanno già scritto. L'intreccio del trio è una storia interessante e mi sarebbe piaciuto, ad esempio, conoscere di più il personaggio di Jane, che rimane un pò più nascosta dietro agli altri due personaggi del racconto. Alcune parti della scena erotica sono scritte bene ed è la parte, forse, che tiene il lettore incollato alla storia. Credo perchè la scena più dinamica del racconto. Non ho trovato molti autori qui su MC che scrivono su questo tema e quindi bravo perchè noto del coraggio. Nella parte finale ho sentito molto la tua "mano" di scrittore. Penso sarebbe stato utile magari far dire quella frase al tuo personaggio, utilizzando un virgolettato con i suoi pensieri. Anche durante il racconto e non solo alla fine. La parte sul quadro è interessante e sarebbe stata da sviluppare meglio: fai vedere al lettore il dipinto, sperimenta con la fantasia, così da far visualizzare lo stato d'animo del personaggio. Non ti scrivo in termini tecnici perchè non ne ho le competenze, ma spero che ti sia stato utile. Una cosa che ho imparato da quando partecipo su MC è l'importanza della lettura degli altri racconti e ovviamente lo scambio di opinioni. Aiutano a formarsi e a calibrare il tiro nei prossimi appuntamenti. Spero di ritrovarti qui già dal mese prossimo. A presto!

Libero, di Debora Donadel
Ciao Debora, mi dispiace ma purtroppo il racconto non mi è piaciuto molto. Non sono riuscito a leggerci l'aderenza con il tema della banalità del male. Spero che mi risponderai perché mi farebbe piacere la tua opinione. Ho trovato il racconto un pò troppo didascalico con le frasi molto brevi. Ci sono molti riferimenti che cascano un pò nel vuoto, come, ad esempio, la città semi distrutta e la donna sdraiata al suo fianco. Leggendo il racconto è come se sentissi che gran parte della storia che hai immaginato sia rimasta dentro di te e si sia espressa poco nel racconto che hai creato. Per me il tentativo è lodevole e la storia interessante.
Spero che potrai riprendere il racconto e rielaborarlo. Vorrei leggere ancora tuoi racconti nelle prossime edtion perchè il genere che hai scritto è anche il mio preferito ;) A presto!

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antico
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 28 febbraio 2024, 15:29

Oltre a quella de L'INQUISITORE dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.

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Maurizio Chierchia
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 28 febbraio 2024, 15:47

Buongiorno ed eccomi qui con la sofferta classifica.

1 Miliardi di occhi tagliati in due
2 Un’idea geniale!
3 Troppo freddo
4 PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO
5 Lavorare Stanca
6 Il lavoro di papà
7 Nulla di eccezionale
8 Libero
9 Il drink di Rose

1 Miliardi di occhi tagliati in due
Ciao Matteo.
Rieccomi a commentarti, e devo ammettere che anche se non dovessi verrei comunque a spulciare cosa tiri fuori dal cilindro. Qui, più di altri tuoi racconti però, mi hai attirato come una calamita fin dalla prima riga.
Un vero uomo ammazza col coltello, me l'hai insegnato tu, Arkuun, ricordi? Anche dei bambini deficienti sono capaci di usare un AK-47: punti, premi il grilletto, il nemico cade; questione di secondi!
Ti faccio i miei complimenti per questo incipit. Questo si che ti fa venire voglia di leggere tutto, fino all'ultima riga, con il fiato sospeso.
Il personaggio che hai costruito in così poche righe è reale, tangibile e, purtroppo, veritiero. Tema assolutamente centrato, racconto per mio gusto personale stra bello!
Ti auguro buona gara e a rileggerci presto!

2 Un’idea geniale!
Ciao Daniele.
È un po' che non ci vediamo ed è stata una bella sorpresa leggere il tuo racconto.
Allora, qui le cose sono due:
1 - per chi come me è cresciuto con quei due amati topastri non può non far sorridere questa storia.
2 - per chi invece non li conosce... ANDATE SUBITO A RECUPERARVI LE LORO PUNTATE!
Ora, tornando seri, mi è piaciuta l'interpretazione che hai dato al tema. La banalità del male viene fuori dalla scelta finale di Prof di sfruttare il primo e banalissimo piano ideato da Mignolo. L'unica cosa che però avrei fatto sarebbe stato invertire nel centro della storia chi dei due avesse le altre idee. Se Mignolo avesse tirato fuori solo la prima idea di chiamare la casa del Presidente, e poi Prof avesse sciorinato mille piani astrusi, la scelta finale di Prof di usare il piano di Mignolo sarebbe stata più d'impatto. Non so se mi sono spiegato bene, nel caso ti mando un vocale!
In ogni caso è un bel racconto che centra bene il tema e la tua scrittura diventa sempre più comica, cosa che non a tutti riesce. Continua così, voglio leggere altre cose con questi toni!
Buona gara e a rileggerci presto!

PS: mi accodo anche a questo commento di Emiliano.
Il valore aggiunto, però, è proprio l'attualizzazione della storia come in una sorta di metaracconto dove, attraverso la finzione, tratti di malvagità del mondo reale, banalizzandole con una trama da cartone animato. Ecco la vera idea geniale!

3 Troppo freddo
Ciao Mario.
È un piacere leggerti, hai uno stile fluido e i tuoi racconti si leggono sempre volentieri.
Qui, a differenza di altri, ho trovato invece interessante l'idea di segnare tutti le 57 volte il numero contato dal protagonista. Ho cercato di entrare nel tuo racconto a pieno e ammetto che leggere i numeri insieme a lui da proprio quell'idea di normalità. Per lui è normale contare vite umane come fossero noccioline ed è la cosa che crea più inquietudine in tutto ciò. Non apprezzo tanto il fatto di aver optato per la seconda guerra mondiale ma di sicuro questo non penalizzerà il tuo racconto.
Ti faccio ancora i miei complimenti per la profondità che hai nello scrivere.
Buona gara e a rileggerci presto!

4 PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO
Ciao Simona.
Premetto che il racconto mi è piaciuto parecchio per quanto riguarda lo stile e il modo in cui scrivi. Le descrizioni visive, le azioni, tutto è ben condito.
Il problema, dal mio punto di vista invece, è proprio il fatto di non sapere perchè il nazista si ritrovi nel corpo di un deportato. Per me quella era la parte chiave che avrebbe distinto questa storia dalle miliardi di storie sulla seconda guerra mondiale. Se non ci fosse stato quel dettaglio probabilmente avremmo letto l'ennesima storia di deportazione, invece tu ci mostri uno spiraglio per qualcosa di nuovo ma non ci apri completamente la porta. Qui avrei preferito sapere. Sapere perchè si trovi lì, capire se sta sognando, se è una maledizione o chissà cosa.
Peccato perchè ho letto tutto il racconto aspettando qualche rivelazione che alla fine non c'è stata e un po' mi dispiace.
Per il resto hai comunque scritto un ottimo racconto.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto.

5 Lavorare Stanca
Ciao Massimo.
Idea molto interessante, mi ha fatto venire in mente l'inizio di un libro di Maurizio De Giovanni dove il narratore mostra quello che succede all'interno di ogni abitazione di un palazzo. L'idea infatti è interessante, il suo sviluppo un po' meno. La voce del protagonista si sente ma a volte va e viene, non è ben delineata. Ho amato infatti l'ultima parte che trovo scritta veramente bene.
E poi casa mia. Casetta mia, che i miei hanno fatto bene a lasciarla a me e non a quel rincoglionito di mio fratello, se la sarebbe bevuta in un mese. Ci è crepato di bevute.
Accogliente e comoda come una scarpa usata. Il mio regno. Qui comando io.
Una donna che mi serva non l'ho mai voluta. Gli sfizi me li tolgo in periferia.
Lavo, cucino, riordino. So fare tutto io. Domenica a messa, perché mamma ci teneva e me l'ha fatto promettere di andarci sempre. Ma sto in fondo e penso agli affari miei, tanto finisce in fretta.
La TV mi fa compagnia. A volte facevo venire qualche collega, poi mi sono stufato perché si finiva a parlare di lavoro e col calcio si litigava. Quindi me ne sto da solo.
A pensare a quella gentaglia che gira in città, quando mi guardo allo specchio vedo proprio un uomo per bene.
Sono una bella persona, io.
Onesto e lavoratore. Serio, onesto e lavoratore. Preciso e attento sul lavoro, lì non posso sbagliare.
Faccio la carica delle cartucce calibro 5.56.
Usate per i fucili d'assalto. Gran bel proiettile, preciso e affidabile.
Mi piace il lavoro che faccio, lo so fare bene, il mio capo è contento.
Tanto che a volte mi manda a istruire i ragazzi al reparto mine.
Sono di plastica, assemblare i pezzi non è difficile, è come montare un tritatutto.
Non so perché, ma quelli che ci arrivano se ne vanno via sempre dopo pochi giorni.
In fondo dobbiamo solo eseguire gli ordini. E farlo bene. Come faccio io.
Tutta questa parte finale è scritta esattamente come doveva essere l'intero testo. Se fossi riuscito a mantenere questo stile in tutto il racconto avresti creato un'ottima storia, così rimane invece comunque buona.
Complimenti, ti auguro una buona gara e a rileggerci presto.

6 Il lavoro di papà
Ciao Elisa.
Il racconto fila liscio come l'olio nella prima parte. Ammetto che il tema non l'ho trovato così presente. Cioè, come mi disse una volta l'Antico in un mio vecchio racconto, il tema si percepisce solo a posteriori e se ne sei a conoscenza. È un peccato perchè hai uno stile che mi piace e che trovo interessante da leggere.
Per quanto riguarda la seconda parte, non ho capito bene il dialogo.
“Quindi oggi è il gran giorno?”
“Esatto, vediamo un po’ come è…” “Ipossia da azoto!”
“In cosa consiste precisamente?”
anche solo leggendo le parti di dialogo, non trovo tanto la correlazione tra la prima domanda e la risposta. Non ho capito a che si riferisce quel: vediamo un po' come è...
Per il resto è comunque un buon racconto.
Ti auguro buona gara e a rileggerci presto.

7 Nulla di eccezionale
Ciao Corrado.
Allora, visti i papiri di commenti che ti hanno lasciato che inquadrano bene il discorso "l'intreccio regge?", io mi soffermerò su altro. Mi trovo d'accordo in ogni caso con quello che ti ha scritto Giulio Marchese riguardo alla situazione poliziesca e all'indagine. Leggo parecchi thriller e gialli e posso dirti che hai avuto fegato a buttare giù qualcosa del genere con così pochi caratteri, ma aimè questo ti ha penalizzato.
Per quanto riguarda invece la parte stilistica e tecnica, anche per me i dialoghi non sono entusiasmanti. Più volte mi sono chiesto chi parlasse. Non mi dispiacciono i racconti fatti quasi interamente da dialoghi ma questi ultimi devono essere convincenti, invece qui li ho trovati troppo televisivi, recitati.
Il tema non ho capito bene dove dovesse saltare fuori. Non trovo il collegamento con la banalità del male.
Per il resto ti auguro una buona gara e a rileggerti presto.

8 Libero
Ciao Debora.
Il racconto non mi ha detto gran che. Sinceramente la storia non l'ho trovata molto interessante perchè già vista in primis, e perchè troppo confusa in secundis. L'idea alla base dell'uomo che si risveglia cyborg penso che ormai sia stata abusata in tutte le sue diramazioni. Uomo buono che diventa protettore del mondo, uomo cattivo che diventa distruttore del mondo, uomo medio che diventa microonde e via dicendo. Lo stile l'ho trovato secco e didascalico. Troppi avverbi in-mente quando non ce n'era bisogno. Troppe ripetizioni e verbi generici. Inoltre quell'andare a capo a ogni riga non ha troppo senso. Si va a capo quando ci si deve staccare dal discorso precedente o far notare altri dettagli, ma non ogni riga altrimenti risulta una specie di lista o di poesia non in rima.
Mi dispiace ma non ho trovato neanche il tema troppo centrato.
Ti auguro comunque buona gara e a rileggerci presto.

9 Il drink di Rose
Ciao Matteo.
Purtroppo a me il racconto non convince. L'ho trovato pesante e troppo raccontato. Non che si debba per forza "mostrare" e basta, ma se si "racconta" va fatto bene. La parte erotica l'ho trovata buttata lì senza troppo senso e con troppi caratteri sprecati. La parte filosofica finale l'ho trovata banale e didascalica. Sembra la morale fatta alla fine di un cartone per ragazzi.
Mi dispiace ma purtroppo non mi hai catturato.
Ti auguro comunque una buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

Gaia Peruzzo
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 28 febbraio 2024, 17:54

Ciao! Allora siccome poi sono certa di non riuscire a inserirla più, ecco la mia classifica.
Piccola premessa, mi sento un po' la strega cattiva che ultimamente mette sempre per ultimi i nuovi arrivati, ma spero davvero che questo non scoraggi nessuno a continuare a partecipare, perché davvero alcuni commenti/consigli che si ricevono sono utili e servono a migliorare.
Inoltre, questa volta è stata davvero difficile, più degli altri gironi che ho dovuto classificare. Ho cambiato più volte svariati posti, e ho riflettuto molto ma molto di più e, alla fine, anche il gusto personale mi ha aiutato a venirne fuori.

Classifica:

1) Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani
2) Un'idea geniale, di Daniele Villa
3) Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
4) Libero, di Debora Donadel
5) Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti
6) Porta spazio temporale sull'abisso, di Simona Rampini
7) Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini
8) Lavorare Stanca, di Massimo Bologna
9) Il drink di Rose, di Matteo Cini

Commenti:

Il lavoro di Papà di Elisa Belotti
Ciao Elisa. Il racconto mi è piaciuto un po' di meno rispetto agli altri che hai scritto. Ha comunque uno stile molto visivo, quindi leggerlo è stato molto piacevole, perché riesci sempre ad accompagnare il lettore nell’immaginare ogni scena. Secondo me, avrebbe avuto più potenza se l'ambiguità del personaggio di Ed Clayton fosse venuta fuori prima e non solo sul finale. Alternando magari sprazzi del suo lavoro da boia e i momenti di vita quotidiana, in modo tale da far percepire di più la sua figura, sia di assassino sia di buon padre di famiglia.
Diventa un po’ meccanico nel finale. Nel punto in cui Ed parla e poi compie queste piccole azioni come finire il caffè, dare un bacio alla guancia sporca di latte, sporcarsi la barba di latte.
E avrei evitato anche l'inizio focalizzato sul vialetto e la macchina perché mi è sembrato appunto che lui e il figlio fossero lì fuori, e poi invece sono in casa con Susan. Magari lo avrei fatto partire direttamente con Susan che frigge il bacon e lui che le sbuca dietro con in braccio il bimbo felice.
Comunque, in ogni caso, il messaggio che anche nell'apparente paradiso ci sia il male viene fuori. O almeno questo è quello che ho percepito io.
In bocca al lupo per la gara!

Miliardi di occhi tagliati in due di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, il tuo racconto è stato disarmante.
Di solito sento la mancanza di dialoghi quando il testo è tutto un flusso compatto, però qui non l'ho sentita e mi ha coinvolto completamente. Ho sentito proprio le sensazioni del protagonista che risulta un personaggio davvero ben caratterizzato.
L'unico appunto che posso farti è quando parte col ricordo dell'automobile e la strada di Mogadisco, avrei specificato subito lì che aveva solo dodici anni, in modo tale che quel dettaglio non arrivi dopo. Perché non lo stavo immaginando come un ragazzino in quel punto. Per il resto per me è davvero un ottimo testo.
In bocca al lupo per la gara!

Nulla di eccezionale di Corrado Gioannini
Ciao Corrado. Complimenti per la scorsa vittoria con Jamila!
Ho capito che ti piace sperimentare, ma devo dirti che ho faticato anche io con questo racconto, e penso che sia a causa della sua impostazione di quasi solo dialoghi. È stato difficile immaginare tutto. E nemmeno il caso mi ha entusiasmato chissà quanto, troppe informazioni fornite in poco tempo per digerirle, che magari per i personaggi sono ormai ripetute perché sono arrivati alla fine delle loro analisi, ma che per me lettore, che non ne so nulla, risultano più pesanti ed è stato faticoso starci dietro.
Forse sarebbe stato più accattivante se i due personaggi fossero stati in azione, e non a parlare e ragionare e basta.
Rispetto al caso, mi ha incuriosito molto di più la sottotrama e possibile piega romantica tra Anna e l'ispettore Rossetti. So che questo non era il tuo intento, ma fammi sapere se si mettono insieme!
Il titolo penso che sia azzeccato. E comunque per le questioni di eredità nasce quasi sempre del male, quindi c’è anche il tema.
In bocca al lupo per la gara!
Ps. per favore non smettere di sperimentare!

Un'idea geniale di Daniele Villa
Ciao Daniele. Che bello rivederti!
Ehi Prof che cosa facciamo stasera?
Quello che facciamo tutte le sere, Mignolo, tentare di conquistare il mondo!
Un Mignolo col Prof…
Un Mignolo col Prof…
Ahah ok, adesso arriva la parte seria. Di norma preferisco sempre le storie con personaggi inventati di sana pianta dall’autore… Ma loro due sono davvero particolari. Il testo è scritto bene e sa coinvolgere. Ho rivisto i due topolini bianchi del cartone animato e sono tornata bambina. Ma gli hai saputo dare anche una sfumatura più attuale, grazie al fatto che Mignolo nomina pandemia e influencer. Questo nel cartone mi sa proprio che non c'è!
Anche con me l'effetto nostalgia ha funzionato e se non sbaglio e ricordo male, nel cartone finiva proprio così, che Prof sceglieva la prima idea che aveva scartato da Mignolo.
In bocca al lupo per la gara!

Porta spazio temporale sull'abisso di Simona Rampini
Ciao Simona. Il testo è scritto bene, c'è qualche ripetizione che ogni tanto rallenta la lettura, tipo il continuo precisare della presenza dei cani. Per quanto riguarda me, gli avrei dato un titolo diverso, perché mi è rimasta la curiosità di sapere cosa sia davvero successo a Rudolf. Come ha fatto a diciamo trasformarsi da nazista a deportato? Ho capito che stava dormendo ed è come se si fosse risvegliato in un altro corpo. Ma appunto mi manca il nesso di come ha fatto. Cos'è questa porta spazio temporale sull'abisso? Secondo me era il dettaglio che potevi afferrare per dare alla vicenda un taglio più originale. Perché si percepisce che è una sua punizione, ma sarebbe stato divertente capire al come ci è arrivato e in che modo.
Forse con qualche carattere in più ci si sarebbe potuto creare un nesso più solido. O forse un titolo più azzeccato poteva essere un brutto risveglio, o qualcosa legato al risveglio, e non mi avrebbe lasciato la curiosità di voler capire, perché purtroppo a me è rimasta.
In bocca al lupo per la gara!

Libero di Debora Donadel
Ciao Debora. Il tuo racconto mi è piaciuto, ho visto che non hai usato tutti i caratteri e che eri fuori tempo limite, però sei stata brava. Sembra quasi un film/videogioco di questo cyborg chiamato Nine, tipo una specie di trailer. Perché non sappiamo davvero che cosa gli stia succedendo di preciso e non se lo ricorda del tutto nemmeno lui.
Come consiglio di stile posso dirti di fare attenzione agli avverbi in -mente, e alla struttura di alcune frasi dove il "che" si ripete, perché rallentano un po' la lettura. E di specificare meglio alcuni aspetti, in modo da rendere le scene ancora più vivide. Per esempio quando lui ricorda la donna che gli accarezzava la piuma tatuata, che profumo aveva? Com'era il suono della sua voce?
L'unica cosa che mi ha fatto davvero storcere il naso però è che mi sembra come se fosse l'inizio di una storia più lunga. Perché il male da cui si libera è solo il tizio numerato che lo ha portato via dalla fidanzata e che, ipotizzo, forse lo ha reso un cyborg. E non so, più lo rileggo più appunto mi sembra quasi un trailer. Che cosa è successo al resto della città? Che cosa sono questi mostri con gli aculei? Che cosa farà ora Nine? C'è qualche curiosità che mi è rimasta, ecco.
In bocca al lupo per la gara!

Troppo freddo di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario. Mi piace come si mescolano le sensazioni dell'esterno del freddo con il resto. Un freddo a cui voluto dare importanza e che ha reso la presenza della morte una routine, come se appunto il tempo meteorologico fosse più importante. Avrei usato dei caratteri in più per parlare della "procedura". Anche se tutti sappiamo già che cos'è. Perché c'è una sorta di lentezza che viene scandita anche dalla conta dei corpi per tutto il racconto, come l'orologio che va avanti e ti dice che sta per accadere qualcosa, per poi essere estremamente veloce in quel passaggio lì. O almeno io ho avuto questa percezione. E poi, secondo me, poteva essere un'occasione per calcare ancora di più la mano sul fatto che l'uomo sa essere spietato e fornire altre sensazioni a riguardo.
Per il resto l'ho trovato un buon racconto.
In bocca al lupo per la gara!

Lavorare Stanca di Massimo Bologna
Ciao Massimo. Avrei ampliato alcune parti, quelle di intermezzo in cui lui sale nell'edificio.
"Forza sali ancora. La cena è in frigo da scaldare e riesco a vedere un pezzo di partita."
"Secondo piano". Qui avrei scritto proprio qualcosa in più. Perché mi sembrava quasi una vocina robotica di un ascensore. (Din. Siete arrivati al secondo piano.)
Alla fine sono soltanto questi intermezzi in cui lui si sprona perché è stanco, anche se è solo una stanchezza fisica, e il finale che si allacciano al titolo, e a spiegarci qualcosa di più su di lui come protagonista. Pensavo che comunque lavorasse in una fabbrica, e invece ha un lavoro che ha a che fare con le armi. La sua cattiveria e acidità si notano molto di più, però, nei vari commenti che fa sugli altri abitanti del luogo in cui vive, e sul fratello. E se nel finale avessi detto che lavorava in fabbrica sarebbe stato quasi uguale. Perché questa sua malvagità ha a che fare con la sua natura, e non so quanto possa derivare dal fatto che maneggi le armi. Il suo lavoro l’ho visto come se fosse qualcosa in più.
Per via delle tante informazioni e dei tanti personaggi ristretti in così poco spazio, per me è risultato un po' pesante. Quando i dettagli sono così tanti e diversificati è difficile che qualcosa rimanga impresso nel tempo. Però l'idea che hai usato devo ammettere che è buona e resa in maniera anche abbastanza originale.
In bocca al lupo per la gara!
Ps. Non ti avevo dato il benvenuto (mi è proprio sfuggito, scusa), per cui te lo dico qui: benvenuto, spero che ti piacerà rimanere sul forum e continuare a scrivere!

Il drink di Rose di Matteo Cini
Ciao Matteo, benvenuto nell'arena. L'idea che la gente pensi che il male sia dove poi davvero non c'è mi piace. Spero che questo sia il senso che volevi dare al testo e di averlo compreso. Più che altro perché ho fatto fatica a entrare nella storia. Lo stile che hai scelto di usare per narrare gli eventi risulta un po' pesante e quasi teatrale. Almeno secondo il mio punto di vista.
Ci sono delle cose migliorabili: tempi verbali da sistemare, e paragoni poco azzeccati, tipo quello del ghiaccio contro il bicchiere con le foglie sbattute dal vento, che sono due suoni completamente diversi.
La frase "appoggiò la sua vagina sulla base del tavolo" mi è sembrata abbastanza strana da immaginare. Semmai avrebbe potuto appoggiare il sedere sul tavolo, così poi da potersi toccare.
Un'altra nota che ti faccio, però non a livello di stile, è che avrei voluto vedere meglio il rapporto tra Dave e Jane dato che ci dici che erano consci che quello era l'amore più bello che avessero vissuto. Perché alla fine ci hai mostrato solo il rapporto a tre che hanno avuto con Rose. E il loro è accennato solo da poche parole, cioè che a entrambi piaceva divertirsi, e poi? Che altro? È tutto un po' frettoloso. E l'aggancio iniziale della scena con il dipinto non mi ha entusiasmata chissà quanto. Lo avrei fatto partire direttamente con l’incontro con Jane.
Non so se sia voluto, ma ho apprezzato la scelta dei nomi dei tre personaggi principali (anche se Jane rimane un po' nell'ombra rispetto agli altri due): Dave, Rose, Jane. Hanno tutti e tre un suono dolce e simile, come se appunto potessero essere un'unica persona.
In bocca al lupo per la gara!

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Luca Moggia
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 28 febbraio 2024, 22:09

Ciao a tutti!

davvero un bel girone!
Come di consueto i criteri con cui cerco di valutare i racconti riguardano lo stile, la chiarezza delle immagini, la caratterizzazione dei personaggi e l'attinenza al tema che, in questa Edizione, ritengo l'elemento più complesso da gestire.
Il grado di attinenza al tema e l'originalità dell'approccio sono quindi diventati i criteri per risolvere le situazioni di parimerito.

Spero che i commenti, per quanto non siano frutto di conoscenze tecniche, rappresentino buoni spunti di riflessione!

Ecco la mia classifica:

1 - Il lavoro di papà, Elisa Belotti
2 - Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani
3 – Troppo Freddo, di Mario Pacchiarotti
4 – Un’idea geniale!, di Daniele Villa
5 – Lavorare stanca, di Massimo Bologna
6 – Libero, di Debora Donadel
7 – Nulla di eccezionale, di Corrado Giovannini
8 – Porta spazio temporale sull’abisso, di Simona Rampini
9 – il drink di Rose, di Cini Matteo

Il lavoro di papà, di Elisa Belotti

Parto dal tema che in questa Edizione non era semplice da centrare.
Il tuo racconto lo fa e anche in modo originale.
Ben reso l’elemento della banalità tramite i pensieri di Ed e con la situazione estremamente ordinaria che hai messo in scena.
Lo stile non è male, con il narratore cbe entra nella storia ma non in modo eccessivo e soprattutto, cosa fondamentale, le immagini si visualizzano senza problemi.
Nel complesso mi ha ricordato una narrazione alla Stephen King che, personalmente, apprezzo molto.
Nella prima parte hai saputo costruire la curiosità che fa funzionare il colpo di scena finale.
Per me è una buona prova.

Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani

parto dal tema che nel racconto ho individuato come unico punto debole.
Il male è presente in ogni momento ma il protagonista non sembra viverlo affatto come banale. Quando uccide l’altro bambino, è sconvolto e piange. Ricorda poi i suoi occhi squarciati e le sue ultime parole che lo tormentano come un’ossessione.
Sul finale, quando decide di dare al capitano quello che si merita, lo fa assecondando un impeto di vendetta.
Anche qui da valore al male che sta per infliggere.
Per il resto trovo che sia una storia non solo ben scritta ma anche ben sviluppata.
Hai scelto di impostare l’intero racconto come il flusso di pensiero del protagonista.
Una scelta simile rischia di rendere il tutto vago e statico, mentre nel tuo racconto si riesce a immedesimarsi molto bene.
Ultimo appunto che mi sento di fare riguarda l’utilizzo di alcune espressioni: “Colpo di culo!” e “piccoli e inutili come i Puffi”.
Non le ho trovate molto azzeccate né con il tono del racconto né, forse, con il modo di esprimersi di un ragazzino somalo. Pensandoci poi viene da dire che lui, vivendo in Francia, avrà assimilato il linguaggio e magari visto i Puffi in televisione, però non ce lo vedo ecco.
Intendiamoci, nulla di che!

Troppo Freddo, di Mario Pacchiarotti

parto dal tema sicuramente centrato anche se in modo non molto originale, con la descrizione della banalità
del male legata all’olocausto.
La storia è scritta bene, con uno stile pulito, la punteggiatura al posto giusto e nessuna ripetizione.
Lo apprezzo, soprattutto perché spesso nei miei racconti lascio imprecisioni dovute alla fretta o alla stanchezza quindi so che non è facile.
Il vero punto di forza, secondo me, è la caratterizzazione del protagonista.
Mi è piaciuta la scelta di fargli considerare “corpi” i prigionieri che sta contando. Trasmette bene il suo essere alienato dal male che sta commettendo.
Che anche la sua ragazza sia un “corpo” la trovo invece una scelta un pochino più debole.
Se l’ufficiale avesse parlato della sua ragazza come una persona vera e non come un semplice corpo, si sarebbe creato un contrasto che avrebbe reso meglio il distacco del protagonista dal male commesso.
Buona idea e funzionale a caratterizzare il protagonista anche la sua meticolosità nello svolgere il proprio “lavoro”.
Il conteggio mi è risultato un po’ ripetitivo e forse poteva essere alleggerito, ma comunque il racconto resta buono.

Un’idea geniale!, di Daniele Villa

Racconto molto simpatico, hai ricreato bene l’atmosfera ironica del cartone animato
e mi è piaciuta l’attualizzazione dei piani malefici del Prof.
Non mi ha convinto molto la trama della storia, non perché il racconto sia mal strutturato anzi, le sequenze sono al loro posto e scorrono bene, quanto perché ricordavo il cartone e il fatto che il Prof, dopo una serie di offese più o meno gratuite, scegliesse l’idea di Mignolo me l’aspettavo.
Buono il modo in cui hai descritto le scene e in particolare i movimenti dei due topi, me li sono immaginati alla perfezione.
E’ vero però che avevo in mente la serie animata e sicuramente questo ha aiutato.
Nei punti in cui Mignolo spiega i suoi “grandiosi” piani, le frasi diventano più lunghe e la lettura rallenta un po’, ma per il resto scrittura scorrevolissima che avevo notato anche in “It’s the end of the world as you know it”.
Hai un modo di scrivere veramente fluido, complimenti!

Lavorare stanca, di Massimo Bologna

interessante l’idea di descrivere uno spaccato di mondo utilizzando il condominio.
Trovo il tema centrato, perché il protagonista si è ormai abituato al degrado che lo circonda
e che ogni sera si trova di fronte. Sono riuscito a immedesimarmi bene, ho sentito la sua fatica di
tirare avanti in una vita priva di relazioni significative.
Mi ha ricordato un po’ Travis Bickle di Taxi Driver.
Quello che mi è mancato nella storia è una maggiore componente di azione\interazione.
Forse hai scelto di proposito questa soluzione narrativa e ci sta, dato il distacco e il cinismo con cui il protagonista affronta il mondo, però rende la situazione un po’ statica.
Credo che il racconto sarebbe stato più completo se si fossero percepite sensazioni, rumori, odori, per lo meno in alcuni punti, come ad esempio sul ballatoio oppure nell’appartamento del protagonista.
In sintesi, una storia che a un primo impatto non mi aveva convinto ma che ho rivalutato in seconda lettura.

Libero, di Debora Donadel

non ho trovato molto del tema nel tuo racconto di cui però apprezzo l’idea (e il genere).
E’ interessante come hai reso lo stato confusionale dell’androide, con ricordi che gli appaiono nella mente e si accavallano fino a portarlo a una presa di coscienza sul male che ha commesso.
Nella storia c’è un arco di trasformazione del protagonista, cosa che in un racconto così breve non è per nulla scontato trovare.
Per contro un aspetto che credo sia migliorabile è la chiarezza delle scene. In una prima lettura ho faticato un po’ a visualizzarle, soprattutto nella prima parte dove lsi alternano ricordi artificiali, pensieri e ricordi veri. Sono tornato spesso indietro a rileggere per cercare di immaginare meglio che cosa stesse succedendo.
Alle successive letture, con le immagini ben inquadrate ho apprezzato lo stile sintetico della tua scrittura che da il giusto ritmo alla storia.
Interessante anche l’ambientazione e il background dell’androide.
Sebbene qui siano appena accennati, rappresentano ottimi elementi per un ampliamento della storia.

Nulla di eccezionale, di Corrado Giovannini

racconto che nel complesso non mi è dispiaciuto però ci sono alcuni aspetti che mi hanno lasciato dubbioso.
Il primo è la scorrevolezza dei dialoghi, elemento predominante della narrazione.
Mi sono sembrati un po’ forzati forse perché utilizzati per lo più per spiegare il caso.
Le informazioni arrivano in modo massiccio e questo genera un po’ di confusione, inoltre Rossetti le snocciola quasi come se leggesse un verbale e il suo parlato perde di realismo.
Mi è piaciuto l’escamotage di interrompere il “ricapitolo” fatto dall’ispettore alla capa: è una buona trovata per ridurre l’effetto di cui parlavo sopra che però di base rimane.
Il caso è interessante e secondo me la spiegazione tiene.
Da un po’ penso a come verrebbe un racconto giallo qui su Minuti Contati e mi sono sempre chiesto
“come si fa a spiegare il caso al lettore in così poco spazio?”
La considero una specie di impresa e ti faccio i complimenti per averci provato!

Porta spazio temporale sull’abisso, di Simona Rampini

il racconto affronta il tema in modo originale, non per l’idea dei campi di concentramento che anzi in questa edizione è un po’ scontata, quanto per la strana vicenda di Rudolf.
Mi è piaciuto il fatto che il protagonista si risvegli in una situazione completamente assurda (per lui)senza capire come ciò sia successo.
Dal racconto non emergono spiegazioni ma a mio parere qualsiasi presupposto va bene per una storia a patto poi che il seguito sia coerente.
Un punto che mi sfugge e potrebbe trattarsi tanto di un’incoerenza quanto di un mio difetto di comprensione, è la questione della lingua.
Rudolf non riconosce l’idioma con cui parla “esclamò ancora in un idioma ignoto”, quindi non parla né tedesco, né austriaco direi. Non parla nemmeno italiano perché i soldati italiani non lo capiscono “Che ne so, non si capisce niente. Tra un po’ vedi che smette" rispose ridacchiando (il soldato).
Però Rudolf capisce l’italiano poiché risponde al vecchio che lo chiama “ragazzo” ma, lo stesso vecchio, non capisce nulla o quasi di quello che Rudolf dice.
Oltre a questo anche il contesto della storia è un po’ confuso. La scena iniziale si svolge dentro a una cella, che però arriva solo al decimo rigo. Nelle scene successive c’è un alternarsi di immagini ricorrenti: Rudolf che passa in mezzo a delle guardie con i cani, poi viene caricato sul camion, poi di nuovo circondato da guardie e cani, fino a essere caricato sul treno.
L’ho fatta lunga ma era per dirti che forse mancano un po’ di variazioni nelle situazioni in cui si dipana la storia.

Il drink di Rose , di Cini Matteo

Mi è piaciuta l’idea Dave che vede la sua vita attuale come un periodo banale e ripensa con nostalgia ai tempi in cui sguazzava nell’underground berlinese. Non direi che il tema sia centrato in pieno perché il racconto è basato al novanta per cento sul ricordo dei tempi di Berlino. Se fosse stato invece incentrato sulla descrizione della sua attuale e banale vita che lui percepisce come “il male” l’avrei trovato più coerente.
Mi sono piaciuti i personaggi, con la loro complicità perversa che li unisce in un legame sconosciuto ai “banali benpensanti”.
Sono un trio interessante, con molti spunti per eventuali sviluppi.
Ho fatto però un po’ di fatica nella lettura, soprattutto per due motivi.
Il primo è che nel complesso non sono riuscito visualizzare granché delle scene.
Faccio un esempio, che mi sembra importante perché si riferisce al momento in cui entra in scena Rose.
"Una notte, davanti al quarto drink appena brindato, iniziarono a sfiorarsi le labbra con una carica erotica,
tale da far masturbare Rose".
Qui non si vede il locale, non si capisce se c'è gente o meno, quale drink stiano bevendo, se c'è musica, come sia vestita Jane ecc.
Mancano informazioni con cui mi possa fare un'idea del contesto e della situazione in cui si svolge la scena.
L’altro elemento che mi ha un pochino rallentato è la prosa.
Non male nel complesso, ma in certi punti l’ho trovata un po’ sovrabbondante.
Alleggerirla un po’ da metafore e aggettivi aumenterebbe la scorrevolezza.


In bocca al lupo a tutti per l'Edizione!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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antico
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 29 febbraio 2024, 11:53

Oltre a quella de L'INQUISITORE dovete ancora ricevere una classifica.

Giulio_Marchese
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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 29 febbraio 2024, 21:06

Ho ragionato un po' su quale potesse essere il criterio ispiratore della mia classifica, ma ogni criterio mi sembrava penalizzasse qualche racconto che avrei voluto più in alto. Alla fine mi sono basato sul mero gusto personale andando per esclusione.

Classifica
1. Libero, di Debora Donadel
2. Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
3. Porta spazio temporale sull'abisso, di Simona Rampini
4. Un'idea geniale! di Daniele Villa
5. Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti
6. Lavorare stanca, di Massimo Bologna
7. Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini
8. Miliardi di occhi spezzati in due, di Matteo Mantoani
9. Il drink di Rose, di Matteo Cini


Il lavoro di papà, di Elisa Belotti
Ho trovato il racconto piacevole e in linea con il tema. Devo però farti un paio di appunti. Non ho apprezzato l'incipit "meteorologico", oltre ad essere un cliché che non aggiunge pressoché nulla al racconto trovo sia uno spreco di caratteri. Seppur non vi siano delle reali azioni compiute dai personaggi il racconto si regge sulla curiosità rispetto al lavoro del protagonista, la rivelazione finale è certamente di impatto ma non ho apprezzato l'ultimo paragrafo in cui c'è uno "spiegone" travestito da dialogo. Il passaggio cui mi riferisco è questo: “Ma nulla di che, quello stronzo che ha ammazzato per soldi la moglie del pastore si inala per dieci-quindici minuti l’azoto e ci troviamo con una merda in meno sul Pianeta”. Ed finisce il caffè.
L'ho trovato inutile nel complesso del racconto e la valutazione morale di Ed, a mio parere, depotenzia il finale.
Infine, non sono riuscito a visualizzare questo passaggio: Scandisce le parole con cura, mentre pezzi di pancake e sciroppo gli insozzano gli incisivi.
Come fa a scandire le parole se ha la bocca piena?
In conclusione ritengo sia un buon racconto, perfettamente in tema, e originale nella prospettiva. Sia pur con le criticità su esposte.

Miliardi di occhi tagliati in due, di Matteo Mantoani
Sebbene sia sempre bello vedere come il tema viene declinato e in un certo senso la bellezza di questo contest sta proprio nel vedere cosa suscita un certo tema in ciascuno di noi, ritengo che trattandosi di racconti a tema questo debba emergere dal testo sia pur tramite ragionamenti laterali, anche contorti se vogliamo, ma che partano comunque dal testo. Sinceramente nel tuo racconto il tema preponderante sembra essere l'orrore della guerra, orrore amplificato dal vivere la guerra in tenera età. Il capitano, volendo, potrebbe essere considerato malvagio e il bambino protagonista una sua vittima. Per un bambino che vive una routine di guerra la guerra stessa potrebbe apparire banale, la normalità nella sua vita. Però nel racconto ho percepito immediatamente rammarico, rabbia e forse perfino odio per la propria situazione, nel bambino protagonista. Sul finale traspare un desiderio di vendetta. Ecco, per quanto il racconto sia di ottima fattura trovo che il tema non sia pienamente centrato, non ho percepito quel senso di "banalità" e il protagonista sembra perfettamente consapevole della malvagità che lo circonda. Ovviamente questo non squalifica il racconto che resta ottimo, ma chiaramente potrà in qualche modo avere un affetto sulla mia classifica in questo specifico contest in cui va confrontato con altri racconti non in generale ma, appunto, a tema.
Sono consapevole che questo commento probabilmente non ti sarà utile e non è costruttivo, però dopo molteplici letture la sensazione che mi infesta la mente resta quella: buon racconto ma tema non centrato.

Nulla di eccezionale, di Corrado Gioannini
Esordisco dicendoti che ho sbirciato i commenti precedenti e mi trovano in parte in disaccordo, il fatto che il racconto sia composto interamente da dialoghi non mi ha dato particolare fastidio e se è vero che alcuni passaggi risultano un po' ostici e altrettanto vero che, a mio modestissimo parere, su un testo così breve ritengo l'esperimento sia fattibile laddove la ciccia stia in quello che i personaggi si dicono più che in quello che fanno. Essendo questo il caso devo dire di non aver avuto particolari problemi con la forma quanto con la sostanza.
Infatti non mi è chiaro e trovo poco credibile l'intreccio, che sembra non essere chiaro nemmeno ai protagonisti/investigatori.
Partiamo dalla credibilità, in questo caso (per ribaltare il luogo comune) hai descritto un suicidio camuffato da omicidio, il problema è che il "perché" non regge. Infatti c'è un motivo se di solito avviene il contrario. Mi chiedo: com'è possibile che un testamento sia nullo in caso di suicidio e non in caso di omicidio? La nullità del testamento in caso di omicidio ha una ragion d'essere semplice quanto efficace: se così non fosse il beneficiario del testamento avrebbe interesse alla morte del testatore. Nessun paese civile potrebbe tollerare che un soggetto possa essere incentivato ad uccidere (o far uccidere) qualcun altro, per questo se voglio ottenere subito i benefici commettendo un omicidio devo camuffarlo da suicidio o da incidente, e questo è ciò che avviene in praticamente tutte le storie che si incentrano su questo tipo di cavilli.
Andiamo però alla chiarezza, dopo molteplici letture ho capito che erano i vertici della società ad avere interesse a che i figli del nostro non ottenessero le quote previste dal testamento. Quindi quando si è suicidato hanno inscenato un omicidio per ottenere il congelamento delle quote. O no?
- Capisco, e senza le quote del padre i figli non hanno la maggioranza in consiglio. E visti i soggetti...
- Esattamente. E qui viene il bello: pare che il testamento societario di cui parlavamo prima...
- Sia nullo in caso di suicidio!
In che senso visti i soggetti? Nel senso che non sono affidabili? Quest'ultima parte, che vorrebbe essere uno "spiegone" didascalico (tutto sommato in linea con il genere e quindi tollerabile) per me è estremamente confuso.
Saverio aveva scritto che in caso di morte le sue quote sarebbero state ridistribuite ai due figli con effetto immediato, e così loro avrebbero preso il controllo di tutta la baracca.
Quindi se tale testamento non è valido i figli ci perdono. Ci guadagnano i vertici che congelano le quote e nominano nuovi amministratori. Eppure i protagonisti sembrano aver capito che sono i figli a guadagnarci e ad aver inscenato l'omicidio.
Ciò detto non posso dire d'aver apprezzato il racconto, probabilmente hai ideato una vicenda troppo complessa per lo spazio limitato che avevamo a disposizione.

Un’idea geniale!, di Daniele Villa
Racconto molto carino e simpatico, penso che tutti abbiamo visualizzato quella gabbia per topi e quel laboratorio al calar della sera. L'incipit è quello di un classico episodio del cartone animato e la scelta del prof di accogliere la prima idea di mignolo facendola propria è un classico. Certamente un racconto simpatico e ben riuscito, dato il tema puntare su un racconto di questo tipo la trovo una scelta ardita e certamente originale.
Non c'è che dire, anche il finale mi è sembrato giusto.
Probabilmente in ottica classifica sconterà il vulnus del genere e dei personaggi non originali.

PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO, di Simona Rampini
Del tuo racconto ho molto apprezzato l'idea e penso che sia giusto non spiegare il come e il perché anche perché vediamo la vicenda dal punto di vista del protagonista che li ignora.
Per quanto riguarda l'esecuzione ritengo, come ti è stato fatto notare, che alcuni passaggi sono un po' legnosi ma niente di grave.
Quello che mi perplime maggiormente è l'ambientazione in relazione al tema. Da un lato parlare di nazismo mi sembra un po' scontato, tant'è che ci sono stati diversi racconti che hanno dato la medesima lettura, di contro però il tema non mi sembra pienamente centrato.

Libero, di Debora Donadel
Seppur non ho letto molto il tema nel tuo racconto penso che più che la banalità del male emerga come il male porti con sé nuovo male. Malgrado il pezzo non sia particolarmente originale ho apprezzato lo stile e come le informazioni vengono trasmesse con sapienza e gradualità al lettore consentendo di immaginare tutto quanto malgrado la brevità.
Non ho particolari critiche da muovere, il racconto mi è piaciuto ed è stato piacevole da leggere seppur non particolarmente originale.

Troppo freddo, di Mario Pacchiarotti
Il tema è certamente centrato seppur senza particolare originalità. Non è la prima volta che ti leggo è apprezzo il tuo stile asciutto, in questo caso però qualche dettaglio in più non avrebbe certo guastato rendendo la presa di consapevolezza finale più impattante. Il fatto che avessi ancora molti caratteri a disposizione dà l'idea di occasione sprecata.
Ho però molto apprezzato, e mi correggerai se sbaglio, i sentimenti contrastanti del protagonista che sente ci sia qualcosa di sbagliato in ciò che fa ma al tempo stesso è talmente integrato nel sistema e nella sua macabra routine da non capire cos'è. Penso che il senso della banalità del male stia proprio in questa mancanza di consapevolezza ma, secondo la mia interpretazione, lasci uno spiraglio di umanità sopita e non del tutto cancellata dal contesto. Una speranza insomma, cosa che negli altri racconti che ho letto (compreso il mio) non c'è.

Lavorare Stanca, di Massimo Bologna
Il racconto fa quello che deve e certamente il protagonista appare ben caratterizzato. Non c'è un vero colpo di scena alla fine in quanto era chiaro dove si andasse a parare e credo che l'altro racconto di questo gruppo che affronta il tema in questo modo sia più pregnante sia per la scelta del lavoro che per il contrasto che riesce a creare. Se dovessi farti una critica sarebbe proprio questa. Ho trovato la descrizione dei diversi inquilini un po' ripetitiva, sali di un piano descrivi, altro piano descrivi... Una struttura un po' fine a se stessa, forse avrei preferito qualche dettaglio in più giunto in casa.
Comunque è un'ottima prova,

Il drink di Rose, di Scriba_no24
Sarò molto sincero, il tuo racconto non mi è piaciuto. La citata morale/riflessione/monito è la cosa che ho apprezzato meno, ho trovato che in diversi passaggi ci siano metafore e similitudini forzate e poco centrate, lo stile mi ha tenuto distante e non ho provato niente per il protagonista. Ovviamente si tratta solamente di un opinione personale ma credo che introducendo più elementi visivi e cesellando di più la prosa il racconto ne gioverebbe.
Spero di rileggerti con un racconto che incontri maggiormente il mio gusto.

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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » venerdì 1 marzo 2024, 11:47

Dovete solamente più ricevere la classifica de L'INQUISITORE.

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Re: Gruppo TUTTI SI MUORE SOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » lunedì 4 marzo 2024, 11:37

Eccomi! A volte dico di aver letto ottimi racconti. Per avvalorare quelle volte, questa dico che non mi siete sembrati molto ispirati dal tema, quindi tendo a dare la colpa più a questo che a voi ;)

Ecco classifica e commenti!

CLASSIFICA

1. Miliardi di occhi tagliati in due
2. Troppo freddo
3. Un’idea geniale!
4. Il lavoro di papà
5. Lavorare Stanca
6. Nulla di eccezionale
7. PORTA SPAZIO TEMPORALE SULL’ABISSO
8. Libero
9. Il drink di Rose

COMMENTI

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