Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 19 febbraio con un tema di Diego Lama e cinquemila caratteri a disposizione!
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antico
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Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 febbraio 2024, 2:17

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BENVENUTI ALLA DIEGO LAMA EDITION, LA SESTA DELLA UNDICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 180° ALL TIME!

Questo è il gruppo COLLERA DI NAPOLI della DIEGO LAMA EDITION con DIEGO LAMA come guest star.

Gli autori del gruppo COLLERA DI NAPOLI dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo MOSTRO DI CAPRI.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo TUTTI SI MUORE SOLI.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da DIEGO LAMA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK UNDICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato per posizionare i quattro racconti con malus a coppie di due nei due gruppi da nove.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo COLLERA DI NAPOLI:

Normali, di Emiliano Maramonte, ore 00.57, 4999 caratteri
Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri, ore 00.50, 4911 caratteri
Una persona perbene, di Andrea Furlan, ore 01.20, 4992 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI
Tre donne, di Bruce Lagogrigio, ore 01.23, 4585 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI
La nipotina, di Giovanni D’Addabbo, ore 00.57, 4827 caratteri
Via dall’inferno, di Isabella Valerio, ore 22.37, 4767 caratteri
Appunti personali del Dottor Robert Finnigram, di Michael Dag Scattina, ore 22.41, 4923 caratteri
Tratto Verde, di Omar Saleh, ore 00.48, 4958 caratteri
L’hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli, ore 00.40, 4988 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 FEBBRAIO per commentare i racconti del gruppo MOSTRO DI CAPRI Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo MOSTRO DI CAPRI e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo MOSTRO DI CAPRI.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA DIEGO LAMA EDITION A TUTTI!



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MatteoMantoani
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » domenica 25 febbraio 2024, 10:36

Sono sempre un po' seccato quando devo postare la classifica per primo, ma visto che ce l'ho pronta da diversi giorni e che ho paura che vada a male, eccola qui!
Questa volta devo dire che sono stato combattuto nel farla, perché alla fine della fiera molti racconti secondo me sono meritevoli di andare avanti, non solo i primi tre.
A voi!

1) Una persona perbene, di Andrea Furlan
Ciao Andrea, piacere di rileggerti, come sempre.
Poco da dire, per me un racconto che arriva dove vuole arrivare. Ambientazione buona, dettagli credibili e vividi, lo stacco dalla terza alla prima persona appena lui entra nella realtà virtuale è un tocco di classe. La morale pessimista del racconto è molto nelle mie corde e per me arriva più che bene: avevo storto il naso di fronte alla "conversione" così repentina e superficiale del protagonista a metà racconto, ma poi tutto torna sui giusti binari. L'esperienza è simile al racconto di Katja, ma mentre lì la "conversione" avviene e non riesco a capire il perché, qui non avviene per niente e questo mi è molto più comprensibile.
Insomma, per me molto bene. Bravo, podio assicurato.

2) Appunti personali del dottor Robert Finnigramm, di Michael Dag Scattina.
Ciao Michael e piacere di passare di nuovo a rileggerti.
Un pezzo notevole, molto coraggiosa la scelta di proporre tutto sotto forma di appunti personali, in pratica sotto forma di diario personale stenografato. Non è una cosa che si vede spesso, ma per me in questo caso funziona, perché crea la giusta curiosità di andare avanti. La mancanza di empatia è certamente un tratto comune nei serial killer, e questo bambino ha la giusta predisposizione in tal senso. Inoltre, per il fatto che direziona la sua follia omicida per "fare a suo modo del bene", mi ricorda Dexter, e il ricordo mi è piacevole.
L'ultima frase mi ha un po' confuso.. perché banalità del "bene"? Occhio agli errori ortografici: ne ---> né
Per me un buon pezzo, che metterò in alto in classifica.
Alla prossima!

3) La nipotina, di Giovanni d'Addabbo
Ciao Giovanni, piacere di rileggerti.
Dunque, rispetto ad altre cose tue che ho letto, questo racconto è un notevole passo in avanti. La prosa è chiara, la vicenda è particolare, brutta, sporca e cattiva (come il film, a cui ho pensato subito mentre leggevo), hai puntato sui soliti rapporti famigliari, ma qui sono negativizzati all'estremo e descritti bene nella loro morbosità. Ho percepito molto bene la promisquità di queste due famiglie, con tutti gli inconvenienti e gli aspetti negativi del caso. Magari, consiglio mio, incattivizza ancora di più il protagonista: è represso sessualmente, faccelo vedere ancora di più, calca la mano, così le sue motivazioni e la sua perversione ci arrivano ancora più potenti.
In definitiva, per me un racconto promosso. Bravo.

4) Tre Donne, di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, ripiacere di leggerti.
Complimenti per il coraggio, è dai tempi di Aladdin che i personaggi femminili urlano "io non sono un premio da vincere", e tu invece, anche in quest'epoca di censura della mentalità tipica degli anni '90 (sull'onda della moda americana), hai scritto un racconto che attirerà le antipatie di femministe, benpensanti e di altri rompipalle di ogni forma e dimensione. A parte questo, il racconto è gradevole e funziona: il lettore legge percependo l'attesa di sapere che cosa abbia combinato questo poveretto per attirarsi le ire della moglie, e in cosa consista questo famiferato "torneo" (tra l'altro, declinazione del tema molto originale). Certo, non è un racconto perfetto, ci sono piccoli elementi di incoerenza, ad esempio se il tizio è morto, come ha fatto alla moglie a scoprire la scommessa? Per il resto, di nuovo, questo taglio volutamente maschilista mi ha divertito, e quindi hai la mia approvazione.
A presto e buona fortuna con gli altri!

5) Normali, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, piacere di leggerti, come sempre.
Ahia! Purtroppo quando hai scritto "Marco risponde mugolando" ho capito dove il finale sarebbe andato a parare. Forse, se lei si fosse rivolta al fidanzato con tono meno brusco e più neutro, questo sarebbe stato meno evidente.
Detto questo, il personaggio principale è estremamente affascinante, nonché la risoluzione finale che mi pare in una certa maniera originale, con lei che si pente e aspetta la pena.
Spessissimo incontriamo persone solo di sfuggita a cui destiniamo solo qualche frasetta fatta, e chi lo fa per lavoro di sicuro nella testa si fa tutta una serie di film sulla gente che incontra per rompere la monotonia della giornata. Chissà quante cassiere mi hanno identificato come un barbone gobbo che rinchiude le sue vittime in cantina! Un concetto veramente affascinante che ha una sua originalità, e che fa riflettere.
Peccato per il fatto che il finale mi sia arrivato così depotenziato, perché altrimenti sarebbe stata una lettura perfetta. Sono sicuro che chi non arriverà a capire il finale a metà storia l'apprezzerà molto di più ma stavolta, purtroppo, non posso dirti che questo sia uno dei racconti migliori.
Alla prossima e buona fortuna!

6) Vietato uscire di notte, di Katja Mirri.
Ciao Katja, piacere di ripassare a leggere un tuo lavoro!
Per me il racconto è uno snì... sebbene abbia apprezzato la cupa ambientazione post-apocalittica con tantissimo sangue e mostri a otto zampe, non sono riuscito bene a inquadrare questo personaggio. Entra nelle case per rubare, chiaro, e vede questa persona moribonda.. perché non scappa, ma rimane a farsi tutte quelle seghe mentali, col rischio che appunto capiti fuori il mostrone (cosa che in effetti avviene)? Da cosa nascono tutti questi conflitti? Vuol dire che ha una coscienza? Ha delle memorie pregresse di persone morte allo stesso modo a cui voleva bene? Insomma, le motivazioni di questo personaggio mi sono un pochino oscure e mi mancano di spessore, nonstante ci sia una parte centrale abbastanza grossa (forse troppo) che descrive il conflitto interiore della protagonista: insomma un conflitto c'è, ma non riesco bene a collegarlo al personaggio perché non ho abbastanza elementi del suo background.
Occhio che mi pare un po' impossibile che uno lasci impronte di sangue lungo tutto il tragitto di una corsa, a meno che non faccia cinque metri di numero o abbia scarpe di spugna.
Lato stile, per me puoi snellire l'esperienza di lettura asciugando un pochino qua e là: ad esempio i pensieri della protagonista nella voce in prima persona possono essere espressi in maniera più diretta senza usare le virgolette: "Che cazzo è stato?" mi chiedo --> ma che cazzo è stato?
Anche la frase finale "mi esplodono le budella", fa un po' uscire dalla lettura: se uno ti racconta la sua storia in tempo reale, dubito che abbia la lucidità di continuare la narrazione mentre viene sventrato in questo modo: avrei preferito qualcosa della serie "la merdaccia pelosa mi salta addosso", oppure "cado in ginocchio e aspetto la fine", oppure concentrarmi su un elemento sensoriale, come "il ventre mi arde di dolore, mentre l'artiglio mi squarcia l'addome".. non so.. forse qui avrebbe avuto più senso la terza persona o un narratore più esterno.
Insomma, bene per l'ambientazione, un po' meno bene per la costruzione di questo personaggio, che avrei voluto vedere un po' più approfondito.
Alla prossima e a presto!

7) Via dall'inferno, di Isabella Vallerio
Ciao Isabella, piacere di rileggerti.
Parto col dire che secondo me la tua declinazione del tema è eccellente, vediamo di continuo spot di gente che sta male, tanto che ormai ne siamo assuefatti e indifferenti (cosa che questi spot di solito mirerebbero a evitare...). Quello che mi convince di meno è la vicenda stessa: i giornalisti catturati e poi salvati per pura fortuna, a cui si aggiunge una voce narrante un po' troppo didascalica e (a volte) che usa qualche scorciatoia linguistica.. in più qualche piccolo refuso qua e là. Secondo me hai avuto una buona idea ma non sei riuscita a svilupparla nel modo che volevi, perché il risultato mi sembra un po' frettoloso e malriuscito. Peccato, sarà per la prossima volta.

8) Tratto verde, di Omar Saleh
Ciao Omar, piacere di rileggerti, dopo averti commentato l'edizione precedente e aver visto un racconto che poteva spiccare.
Anche qui trovo un po' gli stessi problemi dell'altro racconto in quanto, sebbene la declinazione del tema, così letterale, mi abbia divertito, il tutto è un po' confusionario. Ho dovuto rileggerlo tre volte per capire tutti gli elementi e collegare le tre scene: nel dialogo tra i due detective compaiono nomi che mi sono stati chiari solo a una seconda lettura (la signora Attley, per esempio), e il dettaglio dei delitti precedenti è un po' superfluo, nell'ultimissima scena la posa che assume la detective non mi è chiara (in piedi con le gambe divaricate?) e la risoluzione, sebbene divertente, mi è parsa un po' slegata dal resto del racconto; forse avrebbe avuto senso seminare un po' di più su questo movente già nella prima scena, in cui l'assassino fa qualcosa in più per dimostrare il suo fastidio sull'accostamento dei fiori (li pesta, li fa a pezzi.. che ne so). Lato prosa, la scena della lotta è un po' difficile da seguire, forse asciugherei qualche similitudine che tende un po' troppo al lirico, e in una scena molto movimentata proverei invece ad aumentare il ritmo con frasi veloci da leggere e con la paratassi. In definitiva: spiega un po' di più e introduci i dettagli in modo più chiaro e più graduale, anche a scapito della prosa che, per mio gusto, può essere snellita per essere resa più scorrevole.

9)L'hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore, piacere di leggerti e di commentarti.
Ho letto che eri nel dubbio se postare o meno il tuo racconto, hai fatto benissimo a farlo perché il confronto è sempre prezioso anche quando si è consci di non aver dato il meglio di sé. Se anche il tema ci potrebbe stare, trovo in realtà il racconto un po' inverosimile e difficile da interpretare nelle tue intenzioni originali. Uno muore ammazzato da un altro che vuole rubargli la moto per venderla e comprare la droga, poi anche questo muore di overdose e... poi ho faticato a seguire. Il dialogo appena l'assassino muore è poco coerente e cartoonesco, il modo con cui questi due personaggi sodalizzano è un po' buttato lì, non spiegato.. una donna che orina infrattata in un vicolo non è credibile nemmeno nella fantascienza, così come la conclusione del racconto è in realtà la conclusione della scena, ma non della vicenda (cosa capita adesso a questi due? Arrivano, come in ghost, i diavolacci a prenderli, oppure continuano a vagare per il mondo a fare malefatte?) Un appunto generale ai dialoghi: attento al doppiaggese, bigliettoni per gli euro non l'ho mai sentito, è appunto tipico del doppiaggio italiano per tradurre i cinquecento modi con cui gli americani chiamano i loro dollari (ad es. bucks..)
Insomma, di nuovo, giusto partecipare lo stesso e ricevere consigli in ogni caso, ma purtroppo dovendo fare una classifica ti devo mettere in fondo. Sono sicuro che ti andrà meglio la prossima volta.

Scriba_no24
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » domenica 25 febbraio 2024, 22:31

CLASSIFICA
1)L’hai sempre saputo
2)Appunti personali del Dottor Robert Finnigram
3)Normali, di Emiliano Maramonte
4)Tre donne, di Bruce Lagogrigio
5)La nipotina, di Giovanni D’Addabbo
6)Via dall'inferno, Isabella
7) Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri
8) Tratto Verde, di Omar Saleh
9) Una persona perbene, di Andrea Furlan

COMMENTI
NORMALI
Ciao Emiliano. Il racconto mi piace molto. Parte innocuo e non si capisce che direzione potrà prendere, e poi diventa improvvisamente incalzante, creando anche una curiosa suspance. Lavori bene l'ambiente del supermercato, fatto di personaggi e gesti ripetitivi, tali da creare l'alienazione di Giulia. Riesci a regalare dei connotati ben distinti ad ogni personaggio. Sicuramente sul podio. In bocca al lupo!

VIETATO USCIRE
ciao Katia. Alla prima lettura il racconto non mi era piaciuto molto, e in una prima classifica che mi ero fatto, era quasi in fondo. Stasera l' ho riletto, e devo dirti che mi ha tenuto in suspance. La trama è logica, lavorata bene e si lascia seguire. Secondo me ci sono un po' di virgole mancanti, che possono appesantire un po' la lettura. Il finale assume contorni da film horror, ma nel racconto ci sta. Il protagonista sperava di cavarsela con una corsa forsennata, ma non poteva essere giusto così. Il ragno ci stava! In bocca al lupo

UNA PERSONA PER BENE
Ciao Andrea. Tra tutti i racconti questo è tra quelli che ho fatto più fatica a leggerli, e ti anticipo (onestamente) che questo genere, di azione...chiamiamola robotico/fantasiosa..., non è il mio genere, e infatti mi rendo conto di far fatica a entrarci dentro. Per cui magari, buona parte della colpa è mia. In questo racconto, usi anche una scrittura un po' troppo frammentata; non so se è il tuo stile, o una tecnica usata qua, ma anche questa cosa mi ha reso la lettura del racconto più difficile. In bcca al lupo!

TRE DONNE
Ciao Bruce. Il racconto m piace. Sento un modo di scrivere e raccontare le cose, da esperto. P er tutto il racconto ho avuto la sensazione che da un momento all'altro, succedesse qualcosa di tragico; cioè che uno dei due cascasse dalla montagna, o per omicidio o suicidio. Come se un thriller personale si sviluppasse nella mia mente attraverso il racconto. Evapori bene, senza renderlo pesante, il tema dei due amori, per la donna e per il gioco. Complimenti. In bocca al lupo!

LA NIPOTINA
Ciao Giovanni. C'è stato un momento a metà racconto, che mi è arrivata la paura che potesse succedere che abusasse della nipote, poi addirittura ho scoperto che è morta. Forse scontato, ma mi ha tenuto col fiato sospeso. La frase finale è banale, e forse banalizza troppo l'argomento delicato. Non so se l'hai messa volutamente per riprendere alla lettera il tema della banalità del male, ma mi resta la sensazione che potevi chiuderla più elegantemente. In bocca al lupo!

VIA DALL INFERNO
Ciao Isabella. La frase finale sul senso di giustizia..gli gnocchi... puo' suonar banale, quasi da bar, ma è così sincera, da esser bella! Fa anche riflettere sulla reale utilità del senso del bene e di giustizia, e su quale dovrebbere essere il vero prezzo da pagare, sempre che ci debba essere un prezzo da pagare, per il bene e la giustizia.
Il racconto scorre, e raccontato dal punto di vista della protagonista, scorre ancor più semplice e umano. Forse mancano un po' di virgole. In bocca al lupo.

APPUNTI PERSONALI
Ciao Michael. Spettacolare. Lotti per la prima posizione. L'unico appunto che ti faccio, è che secondo me potevi eliminare l'ultima frase. Aggiunge poco alla storia, e rompi la schematicità degli appunti. L'idea degli appunti è vincente, e quando unisci le storie, secondo me sorpredi il lettore. Io personalmente, non mi aspettavo la connessione fra le due storie. Il tema dell''innocente' vendetta è bello; c'è un lato in ognuno di noi, che almneo una volta nella vita si comporterebbe come il ragazzino. Bravo. In bocca al lupo!

TRATTO VERDE
Ciao Omar. Ho letto il racconto più volte, ma non mi entusiasma. Il discorso sulla competenza del giardinaggio, il mix di fiori che non funzionava... può essere interessante, ma per me non riesce a dare una gran linfa vitale alla storia e il racconto rimane un pochino piatto. Così come i personaggi; parti bene, ma poi non riesco ad esaltarmi né con l'omicida, né con gli investigatori, anche se quast'ultimi un po' di curiosità la destano. In bocca al lupo.

L HAI SEMPRE SAPUTO
Ciao Salvatore. A me piace molto. Ambientazione tetra, morti, ritorni dall'aldilà... mi ha fatto ricordare 'Il Corvo', uno dei miei film preferiti. Sembri voler far riflettere sul fatto che al male non c'è limite, come una rincorsa al 'più schifoso'. I dialoghi fra i due sono semplici, e proprio per questo rendono i personaggi veri, rappresentanti il male segna né vergogna, né scrupoli. Sicuro sul podio. In bocca al lupo!

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antico
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 26 febbraio 2024, 18:24

Due classifiche ricevute. Oltre alla mia ve ne dovranno arrivare altre sette.

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Shanghai Kid
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 26 febbraio 2024, 19:41

Ecco la mia sofferta classifica:

1- Appunti personali del dottor Robert Finnigramm, di Michael Dag Scattina
2- Una persona perbene, di Andrea Furlan
3- Vietato uscire di notte di KatyBlacksmith

4- Normali di Emiliano Maramonte
5- Tratto verde, di Omar Saleh
6- Tre Donne, di Bruce Lagogrigio
7- Via dall'inferno, di Isabella Valerio
8- La nipotina, di Giovanni d'Addabbo
9- L'hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli


Normali di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
alla fine mi tocca sempre leggerti e commentarti e devo dire che è sempre un piacere per me. Quel che mi dispiace è che rischio un po’ di ripetermi, almeno per quanto riguarda la parte stilistica. Il racconto è molto carino, ben scritto e ben costruito. Diciamo che il finale non è del tutto inaspettato, ma penso che questo obiettivo sia sempre più arduo. Diciamo che il tuo funziona. Quel che mi è piaciuto meno è stata la parte più didascalica. “Camicetta e pantaloni impeccabili. Trucco perfetto. Non una ciocca fuori posto. Eppure è tutto maledettamente sbagliato. Centinaia di persone normali, là fuori, come lei piene di ombre, marce fin dentro l’anima.” Questa parte, per esempio, l’avrei preferita solo come descrizione, senza la riflessione successiva. Anche la parte finale, quella in cui libera Marco, mi è parsa quantomeno sbrigativa…
Insomma, è un racconto riuscito, che fa il suo dovere, non dei tuoi migliori ;)


Vietato uscire di notte di KatyBlacksmith
Ciao Katy,
piacere di averti letto di nuovo. Comincio con il dirti che apprezzo come scrivi e le storie che inventi. La cosa che mi ha convinto meno, come nel caso di Emiliano, è il passaggio più didascalico che mi sa di spiegone inutile e toglie fluidità al pezzo. Non c’è bisogno di scrivere “(...) ma so che a volte basta non fare nulla per fare il male, basta lasciare che accada. È un'azione banale, il non agire. Banale e semplice.”. Il passaggio è chiaro senza la necessità di specificare di più. Anzi, così, oltre ad appesantirlo, sembra tu voglia per forza farlo rientrare nel tema del contest quando, semplicemente, non ce ne è bisogno.
Per il resto, devo dire che mi è piaciuto.


Una persona perbene, di Andrea Furlan
Ciao Andrea,
piacere di averti letto di nuovo. Mi accodo - e mi dispiace - a quanti ti dicono che non amano molto il genere da te scelto (anche a me crea sempre un po’ di confusione immaginativa). Per quanto la soggettività si possa insinuare nella valutazione, io devo comunque farti i miei complimenti. Trovo l’idea molto buona, lo stile idem e anche la struttura narrativa lo è (ho apprezzato davvero il passaggio dalla terza alla seconda persona che rende più immersiva l’esperienza). Io penso tu abbia fatto un buon lavoro. Proseguo nella lettura, ma trovo la tua prova davvero buona.




Appunti personali del dottor Robert Finnigramm, di Michael Dag Scattina
Ciao Michael,
piacere di averti letto di nuovo.
Ho trovato il tuo racconto davvero godibile. La scelta del protagonista bambino, dato il tema, mi è davvero piaciuta. Questa declinazione rende davvero il tuo lavoro interessante e spalanca diversi interrogativi morali nella testa del lettore.
Ti faccio alcuni appuntini, un filo sciocchi.
Hai dimenticato diversi accenti “nè”, “dà” e - perdonami, deformazione professionale - questo mi ha un po’ disturbata, ma nulla di grave.
Ho trovato gli appunti un po’ strani nel registro, nel senso che mi sembra doppio. Da una parte, molto professionale, tecnico, dall’altra ci sono frasi come (una su tutte, ma sono diverse) "Sono tanta anche per un professionista come me, figuriamoci per un bambino” che ho trovato un po’ “fuori contesto”, “fuori registro”. Mi sembra più cose che uno pensa, non che scrive, specie dato il taglio degli appunti. Detto questo, sono appunto, appunti (scusa il gioco di parole) e ognuno li scrive come vuole.
Avrei infine tolto l’ultima frase. Funzionava già bene così, senza spiegone.
Il male nei giovani (giovanissimi in questo caso) è un tema molto affascinante per me e tu hai scritto un buon racconto.




La nipotina, di Giovanni d'Addabbo
Ciao Giovanni,
piacere di averti letto di nuovo!
Mamma mia che scelta difficile che hai fatto. Hai proprio scelto un Male inconfutabile e tremendo. A mio avviso, davvero difficile da trattare. Considera che il mio libro preferita è Lolita di Nabokov e questo complica un po’ le cose. Di per sè la storia funziona anche. Non mi è piaciuto molto lo stile troppo raccontato, mi ha creato troppo distacco, non permettendomi di entrare davvero nella storia. Avrei circostanziato la narrazione al finale, lasciando percepire la storia in maniera più sfumata e meno raccontata. Ho trovato il finale un po’ sbrigativo.



Tre Donne, di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
piacere di averti letto di nuovo!
Io sono una scalatrice, quindi l’ambientazione (bizzarra!) mi ha fatto sentire a mio agio. Ti sono scappate un po’ di sviste (maiuscole, virgole, inezie del genere). Il tuo racconto è molto piacevole alla lettura e trovo sinceramente carina la declinazione del tema, anche se, secondo me, non è pienamente centrato. Non so, sia per il giochetto che per il taglio che hai dato, quanto racconti mi sembra un po’ distante dal concetto di Male, quantomeno per quello che ho in mente io. Detto questo, il tuo racconto è carino e il finale mi ha strappato anche un sorriso.


Via dall'inferno, di Isabella Valerio
Ciao Isabella,
piacere di averti letta di nuovo. Allora, ti sono scappati un po’ di errorini (sicuramente per via della fretta) che mi hanno un po’ disturbata, ma nulla di che. La declinazione del tema ci sta eccome, specialmente perchè è un tema di attualità che dovrebbe interrogarci tutti. Devo dire che ho trovato la stesura del testo un po’ confusionaria però, alcuni passaggi un po’ sbrigativi e altri un troppo didascalici… secondo me non c’era l’esigenza di far spiegare il pensiero della tua protagonista, sarebbe stato meglio suggerirlo da alcune sue azioni o da un flashback, piuttosto.



Tratto verde, di Omar Saleh
Ciao Omar,
piacere di averti letto.
Allora, inizio con il dirti che mi sento in seria difficoltà a commentarti. Come ti hanno già detto gli altri, il tuo pezzo risulta un po’ confusionario e anche “barocco” - fammi questa concessione - nell’aggettivazione e nelle descrizioni e questi due aspetti rendono la trama più difficile da seguire. Però… però devo dirti che ho trovato diverse cose che mi sono piaciute. La prima scena l’ho trovata molto divertente e caratteristica, così come il nostro bizzarro serial killer. Anche il finale mi ha strappato un sorriso. In soldoni, quindi, una storia bella, sulla quale lavorare. Penso che con un buon lavoro di sottrazione, la tua potrebbe essere una buona penna. Mi è piaciuto il piccolo mondo che hai scelto di raccontare.


L'hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore,
piacere di averti letto.
Credo anche io, come ti hanno già detto altri e come hai pensato tu stesso, che tu abbia fatto bene a postare: il confronto è la parte più importante e utile di MC, molto più delle classifiche e delle vittorie. Sotto questo punto di vista, MC è davvero una palestra formidabile perchè se decidi di partecipare: 1. ti fornisce una scusa per scrivere almeno una volta al mese; 2. ti dà la possibilità di avere dei confronti davvero utili. Quindi, approvo la tua scelta. Il racconto a me non ha convinto più che altro per l’inverosimiglianza e i clichè. Secondo me una costruzione ottimale poteva essere l’assassinio del primo (cercando di creare empatia) e un flashback che lo mostrava durante lo stupro. L’ho buttata lì su due piedi, ci saranno state anche soluzioni migliori, però ecco, la tua non è ottimale.

Sira66
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » martedì 27 febbraio 2024, 14:35

1 - VIETATO USCIRE DI NOTTE di Katja Mirri
2 - VIA DALL’INFERNO di Isabella Valerio
3 - TRATTO VERDE di Omar Saleh
4 - APPUNTI PERSONALI DEL DOTTOR ROBERT FINNIGRAM di Michael Dag Scattina
5 - NORMALI, di Emiliano Maramonte
6 - UNA PERSONA PERBENE di Andrea Furlan
7 - TRE DONNE di Bruce Lagogrigio
8 - LA NIPOTINA di Giovanni D’Addabbo
9 - L’HAI SEMPRE SAPUTO di Salvatore Stefanelli

1 - VIETATO USCIRE DI NOTTE di Katja Mirri
Ciao Katja, il tuo racconto mi è piaciuto molto. Il male è anche non intervenire, non aiutare quando si potrebbe per evitare a se stessi una seccatura; è una condizione tanto realistica, se riportata nel nostro mondo meno fantastico, quanto inutile sottolinearlo. Ma nonostante questa mano calcata sul tema, ho apprezzato davvero il lessico e i tempi del racconto, nonché la storia in sé che lascia delle aree inesplorate (per esempio sui mostri che abitano quel mondo) che potresti tranquillamente sondare in un racconto più lungo. Molto bene.
Buona gara.
2 - VIA DALL’INFERNO di Isabella Valerio
Ciao Isabella. La trama del tuo racconto è interessante e di attualità, purtroppo. Il male è evidente quando si parla di guerra e sterminio, meno in questo caso la sua banalità, anche se forse ti riferisci al fatto che ormai siamo così tempestati di immagini e parole violente che diventano quasi scontate. E se è così centri l'obiettivo.
Dal punto di vista dello stile invece, mi piace molto la descrizione che fai delle azioni intorno alla protagonista che sono palpabili (i mastini ringhiosi, le urla, la paura, gli spari); invece alcune osservazioni della giornalista mi fanno un po’ sorridere perché le sento poco realistiche in quelle circostanze, nel senso che la concitazione e il terrore dovrebbero prevalere, facendole dimenticare dolore alle ginocchia, richiami musicali, considerazioni sulle immagini in rete, eccetera. Ti auguro una buona sfida!
3 - TRATTO VERDE di Omar Saleh
Ciao Omar. Apprezzo la scelta di creare un mini-giallo e soprattutto di farlo con un pizzico di scanzonata ironia, che a me piace sempre. A mio parere la scena di lotta funziona bene fin quasi alla fine (“al quarto disordinato tentativo” non si capisce di cosa, se di ucciderla o raggiungerla) e il dialogo tra i due detective fila, riuscendo anche a caratterizzarli. L’unica cosa è che avrei anteposto il nome della vittima, perché quando viene fuori a metà racconto non sai chi sia e devi riprendere la lettura. Però nel complesso bene. Buona sfida!
4 - APPUNTI PERSONALI DEL DOTTOR ROBERT FINNIGRAM di Michael Dag Scattina
Ciao Michael. Ho trovato molto interessante la tua scelta di raccontare attraverso gli appunti dello psichiatra, ti offre la possibilità di essere didascalico quel tanto che basta per informare e intanto far progredire la storia. Questa scelta originale però ti impone in chiusura uno sforzo doppio, perché non hai le praterie sconfinate del narratore esterno, né il calore avvolgente di una prima persona immersiva: infatti secondo me è la chiusura un po’ tagliata via e lascia perplessi sul senso da attribuire alla "banalità del bene", peccato. Nel complesso però molto bene. Buona sfida!
5 - NORMALI, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano. Il tuo racconto fila dritto al punto che potremmo riassumere con una massima di buon senso: mai fidarsi delle apparenze! Meglio ancora, mai trarre giudizi su come gli altri vestono o si atteggiano; diversamente si rischia come Giulia di fare voli pindarici, per poi scoprire che la realtà non è in grado di sostenerli.
Detto questo, non ho apprezzato la tirata moralistica di Giulia sulle persone marce dentro, o meglio avrei preferito non leggerla perché il racconto mi avrebbe portato comunque a fare considerazioni analoghe. (ti è scivolato poi un Jack Daniel’s sul nastro trasportatore di una quindicenne, la legge vieta la vendita di superalcolici ai minori :o , a meo che fosse l’ennesima cattiveria di Giulia!).
In ogni caso, buona gara!
6 - UNA PERSONA PERBENE di Andrea Furlan
Ciao Andrea. Io, devo essere sincera, subisco la fascinazione della tua scrittura che mi piace molto, nello stile come nel ritmo, e questo racconto è scritto bene, con l’alternanza del PdV, immagini ben descritte.
Ma il genere che a volte tratti mi crea un senso di confusione che mi obbliga a rileggere più volte per capire quale sia la trama: ecco questa volta è stata più ostica di altre. Sul finale, mi sono sentita come in un videogioco di cui non conosco le regole. Cyborg, Meka (qualsiasi cosa siano), terroristi e un ingegnere che fa la “persona perbene” ma alla fine non lo è, perchè promette di aiutarli e invece li fa sterminare dal cyborg riprogrammato? Perdonami, di sicuro è un mio limite, ma non sono sicura di aver capito la storia. Ti auguro comunque una buona sfida!
7 -TRE DONNE di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce. Il tuo racconto si legge bene, i dialoghi sono piacevoli, il tema direi abbastanza presente: in fondo cosa c’è di più banale che giocarsi la donna a poker? Peccato che il male qui venga fuori solo dopo anni di bugie e soltanto grazie ad una missiva d’amore. L’ironia della vita a volte! L’amore fa la sua comparsa dove ci sono solo sotterfugi e bugie. Ma insomma ad ogni storia, i suoi personaggi.
Ti auguro una buona sfida!
8 - LA NIPOTINA di Giovanni D’Addabbo
Ciao Giovanni. Un uomo qualunque vive una vita qualunque, circondato dagli affetti, ma la storia ha un epilogo turpe. Il protagonista tenta una giustificazione attraverso i luoghi comuni che infarciscono il racconto: la banalità del male allora risiederebbe nella sua ricerca costante di appigli stereotipati (la moglie bigotta che lo costringe alla solitudine sessuale, i maschi che vanno a faticare, la cognata un po’ porca, la nipote spregiudicata e via di minigonne, trucco e tacchi alti) per spiegare la propria malvagità. Sebbene non abbia gradito la storia, credo che il tuo racconto abbia centrato il tema.
Ti auguro una buona sfida!
9 - L’HAI SEMPRE SAPUTO di Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore. Allora, l’idea del morto che osserva la scena al di fuori del corpo e segue il suo assassino è buona, mi risuona per averla apprezzata anche in film e libri. Il racconto funziona anche bene fino all’incontro tra i due nell’alidlà, da lì in poi perde un po’ di efficacia. Non ho gradito invece il gergo un po’ forzato da film americano, che andrebbe alleggerito, e sul finale beh, che dire: da donna ti assicuro che piuttosto che infilarmi in un vicolo isolato, di notte, in più a far pipì, piuttosto mi faccio esplodere la vescica. Ma puoi lavorarci e tirare fuori qualcosa di migliore. Buona sfida!

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gioco
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 27 febbraio 2024, 22:01

Complimenti a tutti, l'arena è sempre molto stimolante e ricca di suggestioni.
Ecco qui sotto classifica e commenti.

1. Tre donne, di Bruce Lagogrigio
2. Una persona perbene, di Andrea Furlan
3. Appunti personali del Dottor Robert Finnigram, di Michael Dag Scattina
4. Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri
5. La nipotina, di Giovanni D’Addabbo
6. Normali, di Emiliano Maramonte
7. Via dall’inferno, di Isabella Valerio
8. L’hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli
9. Tratto Verde, di Omar Saleh


Normali, di Emiliano Maramonte

Ciao Emiliano, l’idea della cassiera che cerca di leggere le vite dei clienti è intrigante, e il fatto che il male si nasconda in un personaggio apparentemente insospettabile centra bene il tema, però il risultato finale non mi convince del tutto.
Sei indubbiamente uno dei miei autori preferiti qui su MC, quindi mi permetto di fare il puntiglioso. Personalmente non mi piace il verbo ricoprire riferito ai jeans e alle gambe, e ci sono un paio di pronomi di genere stonati “Giulia GLI porge il resto”, “LE torna in mente con forza”. Riguardo la storia, probabilmente con la scena di Giulia che si incazza perché il suo prigioniero imbavagliato non risponde volevi in qualche modo descrivere la pazzia di lei, ma non mi convince. Per fare quello che ha fatto (imprigionare e seviziare qualcuno poco a poco, per giorni) deve essere metodica, fredda. Non ha senso che si incazzi sapendo benissimo come tiene legato Marco, e che abbia bisogno di tempo per sbollire la rabbia.


Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri

Ciao Katjia, per la seconda volta di fila un io narrante che muore male! :D
Mi lascia perplesso che la protagonista non si accorga di esser stata invasa dal parassita. Ha perso i sensi (come mai? non trovo una ragione interna alla narrazione), ma immagino che se un facehugger ti invade il dolore ti svegli.
Per il resto lo trovo scritto molto bene e scorre liscio. Forse andrebbe approfondito un po' di più il finale, troppo 'veloce' rispetto alla costruzione precedente.


Una persona perbene, di Andrea Furlan

Ciao Andrea, complimenti per il racconto, lo trovo molto bello. L’alternanza degli ambienti funziona bene, e la rappresentazione dell’ambiguità e della debolezza del protagonista, una persona ‘normale’, centra il tema. Il finale amaro ci sta tutto (e non c’è nemmeno bisogno della stanza 101!). Non trovo nessuna pecca degna di segnalazione. Bravo, più ti leggo più mi piace. Da podio.


Tre donne, di Bruce Lagogrigio

Ciao Bruce, racconto molto bello. Semplice ma ben raccontato. Per me sicuramente sul podio.
A un certo punto leggendo mi è sorto il pensiero che lui volesse ucciderla gettandola di sotto. Ma probabilmente è stato suggerito dal fatto di conoscere il tema di edizione, non so se l’avrei pensato altrimenti.
Attenzione al nome di lei che cambia tra Laura e Lara. Una piccolezza: non capisco la separazione in due blocchi. Avrei tenuto tutto unito, la scena è la stessa e non trovo nessuna separazione logica tra le due parti.


La nipotina, di Giovanni D’Addabbo

Ciao Giovanni, questo racconto mi è piaciuto, mi sembra più unitario di altri tuoi racconti che disperdevano troppo il focus.
Qualche incertezza stilistica non rende scorrevolissima la lettura, ma la narrazione è sviluppata bene e ha il giusto tono. Hai costruito bene l’ambientazione, in modo credibile. Forse la parte finale sembra scritta un po’ di fretta, ma capisco bene che l’orologio di Damocle non dia il tempo di rivedere sempre tutto come vorremmo. Non mi suonano bene le ed eufoniche, che diventano quasi cacofoniche (es.: a guardarla e a sognarla); attenzione a un paio di sbavature: di nascosto della madre, per vedere come tanti come era tutta nuda.


Via dall’inferno, di Isabella Valerio

Ciao Isabella, piacere di leggerti. L'idea e la costruzione della vicenda sono molto molto interessanti, la lettura non è sempre scorrevole. Certi ‘pensieri raccontati’ non sono credibilissimi: si capisce che son lì per spiegare a noi lettori di qua del foglio/schermo come stanno le cose, ma non mi suonano molto bene, almeno in quella forma, da parte di una persona che si trova in una situazione estremamente drammatica e concitata, e sta rischiando la propria vita istante dopo istante.


Appunti personali del Dottor Robert Finnigram, di Michael Dag Scattina

Ciao Michael, piacere di leggerti. Testo potente. Sia l'idea che la costruzione narrative sono ottime. La chiusa funziona alla grande (come ti hanno scritto sopra avrei tolto l'ultima frase del dottore). La lettura è un po’ ripetitiva e non proprio brillante: la cosa è del tutto giustificabile data la natura di appunti personali di un professionista che segue un metodo preciso, ma risulta un po’ poco coinvolgente per il lettore. In ogni caso da podio. (Un errore di battitura: Sono tantE anche per un professionista).


Tratto Verde, di Omar Saleh

Ciao Omar, credo di leggerti per la prima volta. Ci sono degli spunti molto interessanti ma trovo il testo un po’ poco unitario, la narrazione è frammentaria e fatico a seguire il filo in maniera consequenziale. L'altro aspetto che non mi convince è che certe espressioni mi sembrano un po’ forzate: se si trattasse dei pensieri di un personaggio ci potrebbe stare, ma dal momento che il tutto è raccontato dall’esterno suonano un po' artificiose.


L’hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli

Ciao Salvatore, di certo hai fatto bene a partecipare, anche per me la partecipazione a MC sta servendo per cercare di levare un po' di ruggine dalla penna.
Venendo al racconto trovo molto carina l'idea ma ci sono alcuni aspetti che secondo me non filano troppo. Quando il protagonista diventa un'anima come fa ad inseguire il suo assassino che fugge in moto? Vola? Più in generale non è chiaro come le anime interagiscano col mondo fisico. Passano attraverso i muri ma possono sollevare la gonna? E lui può tenere ferma la donna durante lo stupro?
Non mi sono poi chiari i pensieri tra virgolette (“Poco importa; uno schifoso in meno”, “E ora che pensi di fare? Due morti in poco più di un’ora e ancora non hai risolto un bel nulla.”): che cosa sono? Non sono dialoghi direi, ma che differenza c’è rispetto ai pensieri senza virgolette?
Qualche errore di battitura (ha TIRATO di nuovo fuori la lama) e qualche virgola fuori posto contribuiscono a non rendere scorrevolissima la lettura. Probabilmente con un po’ più di tempo il risultato sarebbe stato molto migliore, ragionando un po' di più sul mondo delle anime e rivedendo meglio la forma.
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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MaxLento
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 28 febbraio 2024, 9:16

Premessa che ritengo doverosa: è la prima volta che mi accingo a commentare scritti di altre persone e ugualmente nel definire una classifica.
Ho cercato di capire come e cosa scrivere su ciascuno dei vostri lavori leggendo i commenti nei contest precedenti, per questo arrivo consegnare quasi a scadenza.
Siate comprensivi, resto comunque sempre e solo un principiante.

CLASSIFICA
1) APPUNTI PERSONALI DEL DOTTOR ROBERT FINNIGRAM di Michael Dag Scattina
2) NORMALI di Emiliano Maramonte
3) LA NIPOTINA di Giovanni D’Addabbo
4) UNA PERSONA PERBENE di Andrea Furlan
5) TRE DONNE di Bruce Lagogrigio
6) VIA DALL'INFERNO di Isabella Valerio
7) TRATTO VERDE di Omar Saleh
8) VIETATO USCIRE DI NOTTE di Katjia Mirri
9) L'HAI SEMPRE SAPUTO di Salvatore Stefanelli

NORMALI di Emiliano Maramonte
Interessante spunto noir, forse un tantino forzato.
Buona la scelta di utilizzare la cassiera per portarci ad immaginare la doppia faccia dei clienti.
Un fidanzato segregato e torturato a lungo a parer mio poteva essere reso meglio se qualcuno lo avesse cercato, anche solo al telefono.
Avrei dato più spazio al fatto che la vendita di alcolici ai minori è vietata. Visto che la protagonista sospetta la ragazzina di essere quindicenne, la bottiglia di Jack Daniel’s l'avrebbe dovuta contestare.
Il fatto che la passi sullo scanner è una sua scelta deliberata, una semplice distrazione o un "chi se ne fotte"?
Comunque è scritto pulito, la lettura scorre veloce e il finale che si risolve con una conversione arriva inaspettato.

VIETATO USCIRE DI NOTTE di Katjia Mirri
Decisamente verso l'horror che non amo moltissimo. Tema abbastanza centrato per me.
Ho avuto difficoltà ad inquadrare tempo e luogo, forse un accenno avrebbe aiutato.
La prima persona è efficace ma poi si scontra con gli accadimenti in tempo reale dove una descrizione dall'esterno avrebbe forse reso di più.
Chi è "Mami" ?
Il confine tra "rubare per necessità" oppure"rubare per sfida, noia, dimostrazione" sarebbe stato meglio definirlo, avrebbe potuto essere interessante per uscire dall'ovvio che ho immaginato anche se non era descrittto.
Il finale non mi ha entusiasmato, fa tanto Alien.
Come la protagonista sia stata infettata (perdona il termine ma non ho di meglio) e la cosa si sia sviluppata in lei nel tempo di una corsa non l'ho trovato credibile senza un minimo di descrizione.

UNA PERSONA PERBENE di Andrea Furlan
Genere fantascienza, ne ho letto a vagonate in gioventù, poi mi è venuto un po' a noia.
Ho avuto un po' di difficoltà ad accettare i "tre metri" di altezza dei Meka, ottimi in campo aperto ma la vedo dura farli muovere agilmente dentro a spazi interni e ristretti.
Buona la scelta di cambiare il tempo verbale ma lì mi sarebbe piaciuta una prima persona più direttamente inserita negli eventi descritti.
La conversione annunciata si poi è annullata in modo piuttosto piatto dall'amore per il proprio lavoro.
Qui ci ho visto una assonanza con quello che ho scritto io.
In ogni caso il tema è rispettato.

TRE DONNE di Bruce Lagogrigio
Scrittura interessante e scorrevole.
La vicenda della donna che è diventata moglie di uno dei due contendenti che l'ha vinta con tre donne in una mano a poker è carina. Però la storia scivola via lasciandomi insoddisfatto.
Il suicidio (?) dell'amico sarebbe toccato a lui se avesse perso? Era la vita che era in gioco o semplicemente la mano della donna?
Molti anni di matrimonio e poi lei gli dice che avrebbe scelto l'altro. Mi pare che nella vita reale non funzioni proprio così, a meno di una motivazione chiaramente espressa.
Potrei suggerirti un finale tipo "chi la fa l'aspetti", mettendo proprio lui in una condizione altamente pericolosa da risolvere con un "vinci o muori".
In ogni caso ho letto volentieri, il testo in prima persona rende bene.
LA NIPOTINA di Giovanni D’Addabbo
A fine lettura ho negli occhi uno spunto di cronaca che in questi giorni era passato al TG.
Il testo mi è piaciuto per la forma anche se mi pare persino troppo forbito per un contadino che dalla descrizione dell'ambiente immaginavo dovesse essere poco scolarizzato.
Ho trovato limitante la sola relazione malata zio-nipote.
Gli aspetti della vita in comune e la condizione di repressione sessuale del protagonista forse potevano essere resi in modo più crudo.
A rileggere trovo che il titolo non rende bene, averne uno più ermetico avrebbe dato qualcosa in più.

VIA DALL'INFERNO di Isabella Valerio
Il tema è centrato, anche se per me la banalità di chi porta guerra è proprio la convinzione di agire con assoluta e indiscutibile ragione rispetto alle ragioni dell'altro che in questo caso lotta per liberarsi.
La tua storia, che per lo svolgimento rapido sembra quasi un film d'azione, ha qualche punto che trovo eccessivo: ad es. i cani che sbranano il ferito e qualche incongruenza nei pensieri della protagonista.
Qualche piccolo errore nel testo, certo per la fretta, e un verbo che non avrei usato (il telefono gli è volato via per crollare davanti me)
Ho provato ad immaginare un finale diverso. Ad esempio la giornalista che riesce a scappare da sola per poi vendere i documenti al migliore offerente. Un male forse più banale di un'azione militare.
My two cents, naturalmente.

APPUNTI PERSONALI DEL DOTTOR ROBERT FINNIGRAM di Michael Dag Scattina
Storia interessante, per la modalità della narrazione a diario che mi è piaciuta, così secca e distaccata.
Credibile per la parte medica e per il ritmo dato agli eventi.
Riflessione personale: l'inconsapevolezza di un bambino (autoassoluzione) per il male fatto è diversa da quella di un giovane o di un adulto? Forse sì. Se per il piccolo protagonista l'atto doloso fosse stato l'ultimo evento a culmine di sconosciuti e precedenti episodi di vendetta mi sarebbe piaciuto di più.
In ogni caso ho deciso di metterti al primo posto, in ragione del modo con cui hai raccontato.

TRATTO VERDE di Omar Saleh
Dalle prime due righe ho fatto fatica ad entrare nel mondo particolare in cui hai ambientato l'evento.
Anche dichiarare subito il nome dell'omicida è per me strano, magari tenerlo oscuro fino alla fine come nei gialli classici?
Il movente finale è divertente, in un mondo di amanti del giardinaggio ci può stare.
Ma davvero Narcisi e Iris non possono stare insieme? Se avessi esplicitato che esistevano delle regole ferree che tutti erano tenuti a rispettare come leggi …
Ho faticato un poco a leggerlo, per il ritmo e per la sovrapposizione dei due detective (perché lui, perché lei) . Qualche descrizione di maniera appesantisce. In ogni caso la storia ha del buono.

L'HAI SEMPRE SAPUTO di Salvatore Stefanelli
L'idea di base è buona, il male ci sta anche nella banalità di una rapina. Secondo me ti sei lasciato però prendere la mano forzando con scene e dialoghi esagerati la prosecuzione.
Se il personaggio morto ammazzato alla fine dichiara di se stesso: " L’hai sempre saputo di essere il male!" e non ho capito perché mancando ogni riferimento alla sua precedente vita vissuta, forse quella poteva essere la chiave della storia. Portandolo da spirito ad avere finalmente consapevolezza con la quotidianità del male che lui stesso aveva provocato.
Non penso quindi che tu sia andato completamente fuori tema. Ti ho messo in fondo alla classifica ma credo che tu abbia ottime capacità.

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antico
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 28 febbraio 2024, 15:36

Oltre alla mia, dovete ancora ricevere altre tre classifiche.

Debora
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 28 febbraio 2024, 21:44

Eccomi con la classifica! Racconti molto particolari e originali, complimenti a tutti.

Classifica
1. Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri
2. Normali, di Emiliano Maramonte
3. Appunti personali del Dottor Robert Finnigram, di Michael Dag Scattina
4. Una persona perbene, di Andrea Furlan
5. L’hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli
6. Tratto Verde, di Omar Saleh
7. Tre donne, di Bruce Lagogrigio
8. Via dall’inferno, di Isabella Valerio
9. La nipotina, di Giovanni D’Addabbo


Normali, di Emiliano Maramonte

Ciao Emiliano, è sempre un piacere leggerti. Il racconto mi è piaciuto molto, perché se è vero che avevo immaginato che il professor Bernardoni fosse quello che nascondeva i peggiori segreti, non avevo invece assolutamente intuito che il povero Marco fosse prigioniero della “cara” Giulia. A differenza di quanto ti hanno scritto qua sopra a me quel mugugno mi era sembrato tutto fuorché sospetto. Sarà perché ho due figli adolescenti che la maggior parte del tempo sono in camera e rispondono con mugugni di varie tonalità?
Come sempre centri il tema e lo declini con il tuo inconfondibile stile anche se ti preferisco nelle tue declinazioni “fantastiche”.

Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri

Ciao Katjia, tu lo sai che ormai sono una tua fan, vero? Anche se questo racconto non ha la solita vena di ironia che ti contraddistingue è comunque uno dei più potenti tra quelli che ho letto. Non trovo difetti, non certo l’io narrante che muore, io lo uso spesso (e qui infatti sono stata massacrata per questo, ma pazienza) e penso che tu abbia centrato il tema in modo perfetto dando anche una buona circolarità alla storia. E niente, sei proprio brava, vorrei scrivere un pochino come te. Buona gara!

Una persona perbene, di Andrea Furlan

Ciao Andrea, piacere di leggerti. A me la tua scrittura frammentaria piace un sacco ed è risaputo che il tema fantascientifico è sicuramente tra i miei preferiti. Quindi questo racconto dovrebbe essere perfetto… E invece, no. Ho fatto fatica a capire i vari passaggi e ho dovuto rileggere per capire lo switch finale e quindi trovare la centratura del tema. Che poi l’idea è affascinante, eh, ma avresti dovuta renderla in un altro modo e non sono brava a dirti come, forse fornendo meno particolari degli scontri e dividendo meglio le varie scene? Non lo so. Mi spiace perché, ripeto, le tue idee e il tuo modo di scrivere sono molto nelle mie corde. Buona gara!

Tre donne, di Bruce Lagogrigio

Ciao Bruce, piacere di leggerti. Il tuo racconto è senz’altro reso molto bene e sulla tua scrittura e sulla struttura dei dialoghi non c’è nulla da eccepire. La trama, però… Mi sembra un po’ tutto inverosimile e se è vero che la scalata tiene incollato il lettore nell’attesa che succeda qualcosa di tragico è altrettanto vero che il finale lascia insoddisfatti. Ma come? Lei lo abbraccia? Fanno pace? Basta la promessa di non giocare più per dimenticare di aver praticamente fatto suicidare Roberto? Sembra quasi che il tema sia il trionfo del “bene” e non la banalità del male. Magari sarò io che non ho capito qualche sottointeso ma in generale non mi ha entusiasmato, ecco. Buona gara.

La nipotina, di Giovanni D’Addabbo

Ciao Giovanni, piacere di leggerti. La tua è una storia davvero cruda e molto realistica. Ho riconosciuto perfettamente certi spaccati famigliari del sud anche se tu li declini nella loro versione peggiore, sigh. Ma del resto hai centrato perfettamente il tema. Il raccontato, che di solito a me non infastidisce, qui però e davvero un po’ troppo e in alcuni punti si ingarbuglia un po’ e si è costretti a rileggere. Il finale era prevedibile anche se hai cercato di sviarlo con quell’episodio del cognato col ferro rovente, che mi ha dato l’idea di essere un po’ una toppa. E come ti è già stato detto il titolo aveva già detto tanto e non ha aiutato la suspence. Buona gara!

Via dall’inferno, di Isabella Valerio

Ciao Isabella, piacere di leggerti. Hai centrato perfettamente il tema e il racconto scorre in fretta. La liberazione finale mi ha un po’ spiazzato, mi è sembrata un po’ inverosimile mentre l’inizio è un po’ confusionario, ho dovuto leggere più volte e ancora non ho capito la faccenda dei poster. Ci sono dei refusi qua e là ma non sono quelli a inficiare la lettura bensì il raccontato didascalico che non fa un buon servizio alla trama. Però il messaggio che passi è più importante e per me quello conta molto quando leggo un racconto. Buona gara!

Appunti personali del Dottor Robert Finnigram, di Michael Dag Scattina

Ciao Michael, piacere di leggerti. Il tuo racconto mi è piaciuto sia per la forma (di appunti) che gli hai dato sia per come hai declinato (perfettamente) il tema di questa edizione. Sui refusi ti hanno già detto qua sopra, non infierirò ulteriormente. Sottolineo invece anch’io i diversi registri usati negli appunti che mi hanno un po’ disturbata ma tutto sommato posso dire che è uno dei racconti che mi è piaciuto di più. Buona gara!

Tratto Verde, di Omar Saleh

Ciao Omar, piacere di leggerti. Allora il tuo racconto mi piace e secondo me hai rispetto perfettamente il tema e hai dato circolarità alla storia. Però… Però c’è troppa roba e troppa confusione e io mi sono un po’ persa. Credo che questo potrebbe essere un buon racconto lungo sviluppando bene la storia dei vari omicidi ma con così poche battute forse avresti potuto omettere qualche particolare che non aggiunge nulla alla storia in sé. Comunque questa Sarah mi piace! Buona gara.

L’hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli

Ciao Salvatore sono davvero felice di leggerti qui! A me l’idea dell’interazione delle due anime è piaciuta molto e a parte qualche passaggio un po’ confusionario il racconto scorre e secondo me il tema è centrato perfettamente. Sì, ok, come ti hanno fatto notare ci sono delle incongruenze ma capisco che la fretta e “lo scrivere senza sapere dove andare a parare” fanno fare questi errori. Per il fatto di postare comunque hai fatto benissimo, è sempre cosa buona e giusta, la soddisfazione di aver portato a casa il racconto fa bene alla scrittura.
Ultima modifica di Debora il giovedì 29 febbraio 2024, 12:31, modificato 1 volta in totale.

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Daniele
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 29 febbraio 2024, 0:50

Girone difficile da commentare, tanti racconti secondo me si equivarrebbero se dovessi attribuire un punteggio numerico, dal primo al settimo avrei potuto estrarre a sorte e fare a caso la classifica. In questa edition però qualcuno, come Isabella (visto il primo posto che le ho assegnato) è riuscita a centrare il tema in un modo che non mi ha lasciato indifferente e mi ha tenuto lì con la mente dopo averlo letto. Alcuni racconti erano stilisticamente molto ben fatti (ho dato un sesto posto a "una persona perbene" che forse è quello stilisticamente scritto meglio), altri invece hanno avuto un'originalità e un modo di intendere il tema che mi ha colpito e per questa edition mi son sentito di premiare maggiormente questi, ma non è detto che sarà sempre così. Anche gli ultimi due classificati ad esempio hanno avuto buoni spunti e aspetti molto apprezzabili all'interno del racconto e mi è spiaciuto molto assegnare loro quelle posizioni, in altre edition avrebbero probabilmente avuto piazzamenti ben più alti.

CLASSIFICA
1) VIA DALL'INFERNO di Isabella Valerio
2) APPUNTI PERSONALI DEL DOTTOR ROBERT FINNIGRAM di Michael Dag Scattina
3) TRE DONNE di Bruce Lagogrigio
4) NORMALI di Emiliano Maramonte
5) TRATTO VERDE di Omar Saleh
6) UNA PERSONA PERBENE di Andrea Furlan
7) VIETATO USCIRE DI NOTTE di Katjia Mirri
8) L'HAI SEMPRE SAPUTO di Salvatore Stefanelli
9) LA NIPOTINA di Giovanni D’Addabbo

Normali
Ciao Emiliano, come sempre è un piacere leggerti.
Sei andato in un terreno se non sbaglio un po insolito per te, con un racconto che da buoni spunti e qualche sensazione che qualcosa nella parte centrale non funzioni.
Hai creato un bel personaggio secondo me, la cassiera che fa viaggi mentali nell'immaginare la vita privata dei suoi clienti funziona di brutto, quel che a parere mio funziona meno e la scelta della persona narrante (terza presente mi tiene fuori, lo avrei fatto in terza al passato o prima al presente) e il fatto che tu esponga questi suoi pensieri quasi come sensazioni, istinti, presentimenti, mentre qui è proprio lei che fa una sorta di giochino o comunque prova a ipotizzate. Ecco, il confondere delle ipotesi, che in generale vengono fatte attivamente, con delle sensazioni che invece ti.arrivano senza che tu possa far nulla per controllarle cambia molto il senso del racconto secondo me. Se lei facesse queste ipotesi e fosse chiaro che queste sono proprio ipotesi che lei fa attivamente, allora (come penso sia nel tuo intento) arriverebbe al lettore come un tentativo di Giulia di "giustificare" il male che sta compiendo e che nel finale viene liberato, come per dire "certo, io sarò una criminale e ho i miei scheletri nell'armadio, ma tutti li hanno qu3lla sicuro fa questo, l'altro vuoi vedere che invece sembra sembra ma invece..." qui invece mi arrivano come presentimenti suoi e perde potenza questo concetto, non so se mi sono spiegato.

Il finale bello, io non lo avevo sgamato e quindi il ribaltamento con me è riuscito.
Nel complesso un buon racconto, secondo me sotto i tuoi normali standard ma sei anche uscito un po' dalla tua comfort zone secondo me e questa è sempre una cosa positiva. In bocca al lupo per la gara e a presto!

L'hai sempre saputo
Ciao Salvatore, piacere di leggerti.
Prima cosa: il tema mi pare centrato, se non del tutto comunque sicuramente toccato, perchè sostenere il contrario?
Sono partito nel leggere il racconto ed ho trovato subito cose che hanno catturato la mia attenzione: il tema delle anime (ci ho appena scritto un romanzo, quindi colpito e affondato, subito) e la voce narrante in seconda persona, originale e interessante. Poi però la storia si è persa un po' via, ingiustificato il sodalizio quasi immediato tra le due anime, forzata la scena della donna che piscina per strada, troppo comoda come pretesto per dar vita al cattivo pensiero del protagonista, confuso anche il pensiero e quella sorta di dialogo pensato tra voce narrante (chi è alla fine? Sarebbe stato figo trovarle un'identità, poteva essere una sorta di shinigami che lo accoglieva nel piano spirituale o roba simile, invece alla fine era una sorta di voce esterna dell'autore a quanto ho capito) e un po inverosimili le reazioni di un'anima che si è appena risvegliata da un'esperienza di morte.
Secondo me c'è del.potenziale, come detto ottimo inizio, ottima idea e ambientazione, .a poi sono usciti tutti i limiti della scrittura di getto, la prossima volta proverei, una volta arrivata l'idea, a fermarti, farti uno schema, decidere dove e come vuoi andare a finire con il racconto è poi metterlo in prosa. In questo modo avresti avuto più controllo sulla trama, ti saresti accorto a priori di eventuali forzature o deviazioni dal tuo tema e probabilmente avresti portato avanti una trama che avrebbe funzionato tanto quanto la parte iniziale che secondo me funziona eccome!
Nota a margine: continua a mantenerti attivo, una realtà come MC aiuta tantissimo a crescere e vedrai che ritroverai il tuo ritmo con la scrittura, hai fatto benissimo a postare e vedo dalle tue risposte che dei molto aperto alla critica costruttiva, sono convinto che nelle prossime edizioni tu possa essere un serio candidato per la fase finale.
A rileggerti presto!

Tratto verde
Ciao Omar, piacere di leggert, penso sia la prima volta in assoluto per me.
Secondo me hai scritto un buon racconto potenzialmente molto bello.mi è piaciuta un sacco l'idea della detective molto "studiata", scolastica, all'avanguardia che cerca di trovare motivazioni psicologiche per segni sulla scena del crimine che invece sono stati generati "a cazzo di cane", bellissimo, davvero.
Il punto debole del racconto , sempre secondo me, sta nella scelta della voce narrante: mai come in questo caso una focalizzazione più interna avrebbe arricchito e valorizzato la trama, rendendo più stimolante la lettura. Se nella prima il POV fosse stato più interno nell'assassino per quel che riguarda la casualità e gli imprevisti capitatigli durante l'omicidio e durante il dialogo nella parte centrale ci fosse stato più pensato da parte dell'investigatrice saremmo stati più coinvolti nei suoi ragionamenti e avresti giocato forte sull'icona drammatica del tipo "no! Tutto giusto il tuo pensiero, ma stai prendendo un granchio, non è andata così!"
Nel complesso bellissima idea, tema centrato benissimo e in un modo che a me è piaciuto un sacco, migliorabile dal punto di vista della messa in prosa, non tanto come forma in sé, ma come scelta stilistica, poco efficace in questo caso.
A rileggerti presto!

Appunti personali del Dottor Robert Finnigramm
Ciao Michael, piacere di rileggerti!
Parto dalla cosa che ha funzionato meno dal mio punto di vista: gli appunti. Assolutamente non per la scelta, quella del diario l'ho trovata perfetta, spinge il lettore a voler arrovare alla.fine e capirci di piu ma senza ingannarlo, da quel punto di vista funziona di brutto. A darmi difficoltà (sarà che lavoro in ospedale e leggo spesso cartelle cliniche) è la forma, a tratti poco verosimie ma solo per una questione di registro adottato. Troppi "non" nell'analisi dei segni e sintomi e paragoni fatti piu con quel che la voce narrante avrebbe fatto o pensato piuttosto che con le evidenze scientifiche.
Detto ciò è solo un problema di forma, o meglio linguaggio tecnico, facilmente risolvibile per come la penso (ho letto diversi racconti tuoi, scrivi molto bene e sono cose faresti davvero in fretta a sistemare in questo caso), quel che invece mi ha colpito e la forza del racconto. Inquadra la psicologia del ragazzino in modo molto efficace, il finale da quella botta che solo un bel racconto sa dare e ti dirò, avresti potuto anche omettere la chiosa finale sulla banalità del bene, sarebbe comunque arrivata molto potente. Gran bel racconto, sarà dura decidere il podio per questo gruppo!

Via dall'inferno
Ciao Isa piacere di leggerti!
Mi tolgo subito di torno la parte scomoda del commento, lo stile: hai dei picchi molto belli e alcune parti con qualche errore o scritta in modo un po' frettoloso, che non sarebbero male comunque in sè, ma se all'interno del racconto trovo parti scritte veramente molto bene ecco che quando hai qualche inciampo quello si nota di più, ma poco male, la lettura scorre comunque bene e se un paio di frasi ho dovuto rileggerle pazienza.
Il racconto mi è piaciuto perché mi ha fatto pensare, non solo per quel che riguarda la tematica della guerra e dell'incattivimento di vittime che vanno a compiere atti tremendi partendo da una situazione in cui loro sono le vittime, ma anche e soprattutto per la psicologia del personaggio narrante: in una situazione di quel tipo ci si aspetterebbe terrore, poca lucidità, odio puro verso i rapitori, qui invece il protagonista della vicenda dimostra una grandissima lucidità anche in una situazione limite e non cade nell'errore troppo comune di giudicare l'apparenza. Anche la riflessione finale sugli gnocchi mi è arrivata molto lucida e umana anche se bagnata dallo sconforto, mi ci sono identificato perché caratterialmente quel personaggio sarei potuto essere io, quindi mi è arrivato autentico. Ho pensato che se ci fossero piu persone in grado di ragionare con piu profondità e lucidita sulle situazioni, anche quelle che ci fanno male in modo piu diretto... non vado oltre, sto divagando. Questo basta per me per giudicare il tuo un ottimo racconto, poco male per qualche inciampo stilistico, quello lo si corregge con una rilettura, cosa che sarebbe meno immediata se da correggere un contenuto insipido o meno valido, e il tuo lo è (valido intendo!)
Bella prova, manca ancora qualche racconto da leggere ma penso che il tuo finirà in alto nella mia classifica.

La nipotina
Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Il racconto secondo me fila bene, io sono un mezzosangue calabrobrianzolo e la ia metà di giù ha respirato uno spaccato famigliare ben ricreato da te. Una cosa che avresti potuto fare sarebbe stata il far crescere le emozioni represse dentro la voce narrante fino all'esplosione finale, lo avresti reso più potente e il finale avrebbe colpito in maniera più incisiva, caspita un uomo che non riesce a controllarsi e abusa della nipotina addirittura uccidendolo e occultandone il cadavere è roba forte...

Piccolo consiglio: se scrivi un racconto sul tema "la banalità del male" e lo intitoli "la nipotina" mi hai già fatto un mega spoiler, lo avessi chiamato "la tana delle volpi" per sparare uno a caso, avresti mascherato l'epilogo.
Buon racconto che con qualche accorgimento sarebbe potuto essere, per i miei gusti, molto bello.
In bocca al lupo per la gara!

Una persona perbene
Ciao Andrea, piacere di leggerti. L'ambientazione mi è piaciuta molto, la scrittura è chiara e arriva bene, bella la trama, lo switch di persona narrante nel momento in cui si attiva il casco straniante e il finale, a parte l'ultimissima motivazione. "Amo troppo il mio lavoro" onestamente mi è arrivata un po' come, passami il termine, un'americanata per fare effetto in modo cinico, ma mi è sembrata molto debole come motivazione per non sposare la causa dell'uomo in nero dopo quel che aveva visto. Poi ho una domanda: dal racconto io ho capito che lui controllando i robot da remoto avesse fatto fuori i ribelli nel finale liberandosi, da una tua spiegazione nei commenti invece evinco che lui stava per convertirsi, ma arriva la polizia, lo libera e allora lui rinuncia all'idea di unirsi alla causa dei ribelli. Quale delle due? La prima ipotesi, che poi è quella che ho capito io dal racconto, mi sembra migliore, con più agency da parte del protagonista, piuttosto che il deus ex machina della seconda ipotesi. Unico appunto personale sulla motivazione finale, come detto, ma bella prova! In bocca al lupo per la gara.

Tre donne
Ciao Bruce, piacere di rileggerti. Bel racconto, scritto e pensato bene. Domanda che mi sento stupido a fare: c'è un perchè hai scelto peoprio la scalata?
Confesso che per tutto il racconto ho avuto paura che stessi prendendo in giro il lettore non rivelando quel che il protagonista sapeva già, e alla fine te la sei cavata alla grande perché le tre donne erano tre donne, punto e basta. Bello, probabilmente il mio preferito del gruppo al momento, ma me ne manca ancora qualcuno da leggere. Bella prova, in bocca al lupo per la gara e a rileggerci presto!

Vietato uscire di notte
Ciao Katjia piacere di leggerti!
Ho trovato aspetti che mi sono piaciuti in questo racconto e altri meno, più un aspetto che secondo me avrebbe potuto farlo arrivare meglio, secondo un mio punto di vista...

Secondo me l'ambientazione funziona, ma non funziona tanto, o meglio, non è arrivata a me con la potenza che speravo, la narrazione e secondo me il motivo è questo: il personaggio narra in prima presente. Se narra in prima presente, le pippe mentali (intese in senso buono eh) secondo me è innaturale che vengano esposte così, secondo me hai usato un tono nel descrivere i suoi oensi3ri che avrebbe potuto utilizzare un narratore esterno come l'autore, perché no, non è vietato, e allora ci sarebbe stata bene anche una terza presente, oppure meglio ancora, avrebbe funzionato di brutto un racconto con una prima al passato e qui vengo al punto in cui parlo della potenzialità.
Immagina se il racconto iniziasse con lei distesa nel suo bagno che vede le proprie impronte, e narra in prima al presente, poi racconta a me lettore in prima al passato tutta la vicenda e come ci è arrivata lì. Nel finale si torna alla prima al presente con lei che nota le impronte delle zampe e esplode. Così ho l'impressione e che questo racconto mi avrebbe catturato di più e non avrebbe avuto quegli aspetti che, sempre a me personalmente, sono arrivati un po' innaturali, perché se i pensieri fossero stati postumi suoi, e non nel quo e ora, secondo me avrebbero funzionato di brutto.

Detto ciò secondo me una buona prova, una bella idea che con qualche accorgimento che col senno di poi è facile andare a ricercare poteva essere molto molto bella. A rileggerti presto!
Ultima modifica di Daniele il giovedì 29 febbraio 2024, 14:36, modificato 1 volta in totale.

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antico
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 29 febbraio 2024, 12:04

Oltre alla mia dovete ancora ricevere una sola classifica, ma occhio che la classifica di DONADEL al momento non può essere ritenuta valida (racconto inserito due volte). Non può essere considerata ancora valida neppure quella di VILLA in quanto manca un commento. Entrambi avranno tempo fino alla chiusura per sistemare.

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jimjams
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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 29 febbraio 2024, 17:36

Eccomi

1. Tre donne, di Bruce Lagogrigio
Ciao, Bruce. Pensavo di aver vita facile stavolta nello stilare la classifica e poi arrivi tu. Molto bello questo racconto, molto. Mi hai trascinato dalla prima all'ultima fino sul precipizio. Ti terrò però il broncio perché quei due, in un modo o nell'altro, dovevano volare di sotto. E invece no, era un bluff e la mano era un'altra. Bravo anche su questo. Mi piace pensare che tutto sia partito dall'idea del giocarsi la donna alle carte, e poi sia arrivato il resto dello sviluppo. L'idea e il titolo insieme probabilmente. Comunque non riesco a trovare difetti evidenti, Nè nello stile né nel resto. Il tema lo hai toccato, in maniera meno banale di tanti altri, potrei considerarlo un pregio invece di un difetto.

2. Normali, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, felice di commentarti. Pulito e coninvolgente lo stile, non è stato difficile entrare nella pelle della cassiera, un mestiere che può essere ingrato ed è sicuramente pesante. Molto realistico il suo flusso di pensiero, inevitabile passare il tempo analizzando i clienti, fantasticando sulle loro vite, i sentimenti. Non nascondi più di tanto le tue intenzioni, anche se offri un facile boccone con il povero Bernardoni, chiaramente destinato a interpretare il ruolo di mostro in incognito. Ma la mascheratura fumogena di Bernardoni cade inevitabilmente quando la nostra cassiera bussa alla porta. Una nota di colore, a riprova di quanto tu mi abbia fatto entrare nei panni della cassiera. Quando descrivi la ragazza con coca e mentos ho automaticamente immaginato che fosse una ticktocker, armata del materiale per l'ennesimo video dove i due componenti danno il meglio di sé :-) Non banale invece l'epilogo, non mi aspettavo la liberazione di Marco, il mio istinto chiamava il finale macabro. Ottimo racconto nel complesso.

3. Appunti personali del Dottor Robert Finnigram, di Michael Dag Scattina
Ciao, Michael. Inizio dalla fine, il tuo racconto mi piace, tranne la chiosa. Non serviva, dai. Centra il tema così com'è, anzi va oltre. Perché qui siamo alla percezione del male. No, siamo alla misurazione del male, all'uso del male (non facciamo noi del male attraverso la nostra società? cos'è la prigione un bene?) Il bambino in effetti è colpevole di eccesso di difesa, se vogliamo metterla così. Ma è proprio quando andiamo a misurare il male, ad accettare giocoforza la possibilità di utilizzarlo, che inizia uno scivolone. Ricordiamo tutti credo il film Un borghese piccolo piccolo... Ci porti a ragionare sul male in un modo un po' diverso, meno assoluto, più ponderoso. Bene. Piccoli refusi e altro, non importa.

4. Una persona perbene, di Andrea Furlan
Ciao, Andrea. Il racconto distopico mi è piaciuto. Nel leggerlo c'è qualche piccola cosa che mi ha fatto sorridere, ma nel complesso è ben impostato, solido. Il finale mi ha abbastanza sorpreso ma in fondo è quello che centra il bersaglio del tema. Anche io nel mio racconto ho toccato questo tema dell'estraneazione di chi si trova in una catena, in un ingranaggio malvagio. Questo allontanare da sé l'evidenza del male, negandolo, ignorandolo. Nel tuo caso è ancora più forte l'impatto perché a questo disgraziato piace smanacciare con i codice e sticavoli che cosa succede. Bello insomma, mi hai colpito.

5. Tratto Verde, di Omar Saleh
Ciao, Omar. Un racconto segnato dalla vena dell'ironia il tuo, e questo, come chi mi conosce sa bene, è un punto a tuo favore nel mio carnet. L'idea la trovo anche molto simpatica, questo assassino che vive in un luogo ameno dove, eravamo stati avvisati, l'attenzione ai fiori è piuttosto alta. Così viene molto bene, e centra in qualche modo il tema, la banalità delle motivazioni dell'omicida. Bene. Veniamo ai difetti. Anzi, dal mio punto di vista AL DIFETTO. Il secondo periodo del racconto, quello dove descrivi l'omicidio. L'ho dovuto leggere due volte, la prima mi sono perso. Questo lo devi assolutamente evitare, dagli un po' di respiro, fai in modo che il lettore non interrompa il flusso. Non farlo sentire stupido. Perché poi, anche se magari avrà capito, avrà comunque faticato a starti dietro, almeno una parte dei lettori, e saranno mal disposti per il resto della lettura. Comunque per il resto è ben scritto e per quanto mi riguarda molto simpatico.

6. Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri
Ciao Katjia, piacere commentarti. Un racconto interessante il tuo, con un'idea niente male alla base. Non mi dispiace la narrazione in prima persona e non mi dispiace l'epilogo. Vedo che altri commentatori ti hanno già indirizzato alcune cose, ne ribadisco un paio che credo sia importante dominare a livello stilistico per migliorare l'effetto sul lettore. Uno è la divagazione nella parte centrale, eccessivamente chiamata nel desiderio di sottolineare l'aderenza al tema (che credimi è sempre meno importante dell'effetto totale del racconto). Puoi far capire comunque tutto quanto, senza tuttavia sbandierarlo. Essendo in prima il flusso di pensiero frammentato e rotto aiuta a rendere l'idea del mescolarsi di sentimenti e intensifica la sensazione di urgenza e angoscia: è ancora viva, non mi devo impicciare, potrei salvarla? no, no, non ce la può fare... guarda quanto sangue, devo scappare. <Aiutami!> Oddio è ancora cosciente, devo aiutarla. Se mi trovano qui sono fottuta. No, tanto è spacciata... Va be' ho scritto a cavolo, tanto per far capire, ma anche più rotto e breve, c'è da studiare bene, ma se vuoi rendere questo combattimento di sentimenti usando la prima persona non hai tanta scelta, altrimenti suona falso. La seconda cosa è: cura il dettaglio dello stile oltre allo stile in generale. Cose piccole come: "ma secondo me è perchè è di notte che..." che mi graffiano dentro quando le leggo (ma secondo me è perché la notte gli impianti... ma secondo me perché è di notte che gli impianti...) Va bene, ti confermo comunque che apprezzo il racconto, la storia, l'idea. Lo stile si cambia nel tempo, e ognuno definisce il suo. In bocca al lupo.

7. La nipotina, di Giovanni D’Addabbo
Ciao, Giovanni. Anche tu affronti il tema con una storia racconata in prima persona, un approccio non dei più facili. Ho letto tutto il racconto e mentre leggevo mi facevo già l'idea di consigliarti un diverso registro, specialmente per una storia come questa. Perché il modo in cui quest'uomo racconta la sua storia, una storia tutto sommato terribile e non solo nel finale, è un modo piuttosto piatto, un po' asettico, privo di grande emozione. Arrivato alla fine mi sono però ricreduto. Questo perché in fondo è proprio in questo modo pacato, tranquillo, privo di emozioni forti, che risiede la tua lettura del tema. Lui non pensa di aver fatto niente di terribile, in fondo, gli voleva bene, perché sottrarsi, e la morte è stata quasi casuale, mica colpa sua. Un uomo che si è trascinato in una vita definita da altri (la moglie, i figli, la gente) accontentandosi di poco. E che in un momento in cui prova a prendere qualcosa di più si trova nei guai. Ma in fondo non gli importa più di tanto. Se quindi lo stile che hai adottato, questa pacatezza del racconto, voleva descrivere quest'uomo la banalità delle sue azioni, tanto di cappello. Se invece è stato un caso, be' fai tesoro, perché è qualcosa che potrai utilizzare anche in altre occasioni.

8. L’hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli
Ciao, Salvatore. Il tuo è un racconto interessante che subisce la necessità di adeguarsi al tema. Almeno questa è la mia impressione. L'idea di fonto è carina, il gioco del morto che segue il suo assassino si presta bene alla narrazione. Anche la scrittura non è male. Non mi convince molto il finale, non tanto per il taglio che vuoi dare, quanto perché la mia incredulità non regge quando il "fantasma" violenta la ragazza. Forse un problema mio. Forse bastava far chiacchierare un po' di più i due, farli poi allontanare con l'uno che diceva all'altro, da amicone, andiamo a divertirci, a fare cosa, qualcosa di veramente cattivo... Non lo so, mi sto allargando un po'. In ogni caso continua a scrivere, non vai male.

9. Via dall’inferno, di Isabella Valerio
Ciao, Isabella. Racconto che sembra voler agganciare la cronaca dei nostri giorni, centrando il focus sulla difficoltà oggettiva, quando si svolge un conflitto, a capire chi sta con chi, cosa sia giusto e cosa no. Anche tu usi con una buona resa la prima persona. C'è un po' di incertezze e di sbavature stilistiche, ma mi sembra di capire dal resto che sei in grado di sistemarle senza aiuti, avendo tempo. Tutto bene insomma, però a fine lettura mi rimane un senso di sospensione. Non sono contrario ai racconti che semplicemente descrivono un momento, senza avere necessariamente la struttura tradizionale. Ma non mi convince troppo il tuo, in questo caso, e non so neanche spiegare bene perchè. Forse la chiusura un po' scollegata da resto.

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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 29 febbraio 2024, 18:14

Dovete solo più ricevere la mia classifica.

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Re: Gruppo COLLERA DI NAPOLI: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » sabato 2 marzo 2024, 12:01

Ecco a voi i miei commenti e classifica.

1) Tre donne, di Bruce Lagogrigio
Un buon racconto con una buona semina e un contesto che va a delinearsi mano a mano in un setting affascinante con due protagonisti che, nonostante la "distanza" partecipano a un'impresa di coppia in una metafora quasi perfetta della vita, ovvero la scalata. Bello anche che, proprio raggiunta la vetta, ci sia un chiarimento che in verità è un rilancio verso nuove imprese. Se devo essere sincero, il tema non mi è arrivato così tanto proprio perché il messaggio del racconto, per come l'ho interpretato, è positivo però lo posso accettare perché è un bene che si origina da un peccato originale, da un male. Insomma, per me siamo su un pollice quasi su.
2) Una persona perbene, di Andrea Furlan
Sì, il racconto colpisce nel segno. Un paio di cose che non vanno: 1) non mi sono ritrovato nel primo ambiente post immersione, penso sarebbe molto più efficace se partissi direttamente dall'ingresso nello stanzone e 2) l'ultimo paragrafo è troppo veloce e mi sembra non gestito al meglio pur essendo funzionale. Il tema è ben declinato. Ritengo che potresti far fare al racconto uno step ulteriore se riuscissi a rendere ancora meglio questo stacco tra coscienza e normalità in cui riesce a zittirla, ma penso che il riuscirci passi proprio dal modulare in modo più efficace il finale. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e anche brillante.
3) Appunti personali del Dotto Robert Finnigram, di Michael Dag Scattina
Ottimo racconto frenato da un problema per me sostanziale: a nove anni non credo che il bambino potesse essere consapevole dell'effetto della sostanza nell'estathé e pertanto non si tratta di una banalità del male perché è stato fatto senza coscienza. Quindi, semmai, andava prima chiarito che il bambino avesse agito con consapevolezza per poi sviluppare il resto. Insomma, le parole finali del bambino, più che convincermi della sua colpevolezza mi hanno mostrato quanto sia stato casuale il tutto. Detto questo, il racconto è sicuramente da pollice tendente al positivo in modo solido e brillante e non salgo di livello proprio per questo problema fondante.
4) Normali, di Emiliano Maramonte
Scrittura molto buona e confezione deluxe, il racconto si legge che è un piacere e fino a qui tutto bene. Mi manca, però, tutta la parte di approfondimento sulla protagonista: perché questa crisi improvvisa? Ritengo anche che manchi totalmente una semina sul suo passato che ne evidenzi le motivazioni della devianza. Insomma, si rimane sulla superficie senza neppure motivare questa scelta come funzionale in quanto ci troviamo in questo mondo che si basa su titoli tagliati a metà tra un'immagine instagram e l'altra. Il tema è senz'altro centrato, ma per quanto detto sopra non vado oltre un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non completamente brillante.
5) La nipotina, di Giuliano D’Addabbo
Un racconto che sa cosa vuole essere, forse troppo, a partire dal titolo. Te lo scrivo perché nella mia mente da lettore s’è già tutto apparecchiato ancora prima di arrivarci perché, al netto della conoscenza o meno del tema, non appena m’informi della sua depressione sessuale sottolineando il suo rapporto con la nipote, beh, a quel punto mi metto in attesa del finale. Mi ha fatto un po’ specie il modo in cui l’ha uccisa, mi è sembrato troppo facile. Senza parlare del fatto che l’ha dovuta trascinare in cortile e poi nascondere e il tutto sembra, anche qui, troppo easy. Molto bene il tema. Occhio che con qualche linea di dialogo in più avresti alleggerito il tutto. In buona sostanza, stessa valutazione dei racconti di Maramonte e Mirri e ti piazzo in mezzo a loro due per la questione tema nei confronti di Mirri e per una minore pulizia formale nei confronti di Maramonte.
6) Via dall’inferno, di Isabella Valerio
Racconto sicuramente interessante e sostanzialmente coerente nelle sue parti. Tutto è abbastanza chiaro e il filo si segue bene. Il tema è declinato discretamente. Detto questo, lo valuto come un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non propriamente brillante al pari dei racconti di Maramonte, D'Addabbo e Mirri e ti piazzo dietro a D'Addabbo e davanti a Mirri perché penso che sia davvero tutto troppo ordinato, quasi asettico. Usi l'immersività, ma sono rimasto lontano dalla tua protagonista, quasi che tu ti sia sentita imbavagliata dalla necessità di trasmettere tutto il contesto e questo ha reso il tutto meno fluido e un pelo artefatto. Rimane un buon racconto.
7) Vietato uscire di notte, di Katjia Mirri
Un buon racconto, ma anche qui, come nel caso del racconto di Emiliano, mi sembra manchi una semina adeguata per delineare il contesto. Sembra un futuro distopico, un condominio alla Ballard, i vigilanti (nonostante tu li definisca anche soldati) non hanno il peso specifico necessario per introdurre la situazione. Poi resta il narrato ed è buono (anche se anch'io devo rilevare una parte centrale disequilibrata). Il tema non mi sembra così centrato perché lo forzi nella reazione della protagonista, ma resta ai margini del contesto del racconto. Pertanto anche qui sto su un pollice tendente al positivo in modo solido e non propriamente brillante, ma ti piazzo dietro al parivalutato racconto di Maramonte, che ho trovato più in tema e maggiormente equilibrato.
8) L’hai sempre saputo, di Salvatore Stefanelli
Dunque, la tua idea mi è piaciuta molto, ma si sente un po' la mancanza di una direzione ben definita. Il tema qui è la facilità di fare del male quando messi nella possibilità di farlo e viene fuori discretamente anche se in modo un pelo arruffato enfatizzato proprio dalla stesura a braccio. Per me è un'idea vincente e merita una riscrittura ragionata. Premi sul tono scanzonato del protagonista, ma inserisci una semina maggiore per definire meglio nella mente del lettore perché non sia strano che il suo primo pensiero da morto sia proprio "Cavolo, chissà quanto potevo ancora divertirmi". Lo vedo come un intro vincente che trova la sua chiusa perfetta proprio nelle malefatte, ma ci devi arrivare meglio e contestualizzando maggiormente. Sul tema di edizione, direi che può starci anche se un po' tirato per i capelli. Concludo suggerendoti di lavorare meglio anche sull'assassino e di non dimenticarti il meccanico ammazzato perché il lettore si aspetta di vederlo uscire dal suo corpo mentre tu lo byepassi di brutto e stona. Per me un pollice tendente al positivo, ma in modo non solido anche se quasi brillante per le sue premesse. Aggiustato potrebbe essere un raccontino top.
9) Tratto Verde, di Omar Saleh
Dunque, ritengo anch'io che il racconto sia piuttosto barocco, confusionario, poco definito. Detto questo: credo si tratti di calibrarti. Non ha senso partire tratteggiando un contesto fiabesco se poi lo molli subito non riuscendo a collegarlo ai protagonisti in scena. Mi sembra che il peccato originario di questo testo possa stare proprio in questa difficoltà nella caratterizzazione di contesto e personaggi in scena, cosa che da subito crea dissonanza straniando il lettore. Una volta che non riesci a farlo salire a bordo (il lettore) diventa tutto più difficile e a errore si somma errore non riuscendo a metterci una pezza. Di mese in mese avrai modo di testarti con gli altri. Bene il tema. Per me siamo su un pollice tendente al positivo, ma non solido e neppure brillante.

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