Vendetta indiana

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 18 marzo con un tema di Enrico Luceri e 3000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
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Michael Dag
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Vendetta indiana

Messaggio#1 » lunedì 18 marzo 2024, 22:37

Chi l’avrebbe detto? Di certo non io. Nossignore, non io. Almeno non venti o anche trenta anni fa.
Era più semplice la vita a quel tempo, o almeno, così sembrava.
Bastava inventarsi una scusa qualsiasi per avere delle terre da coltivare, da pascolare le bestie. O da affittare al governo, perché no. Ci avrebbero fatto un campo di addestramento per l’esercito, una prigione, o chissà cosa. L’importante era che pagassero. E pagavano, diavolo se pagavano.
Di cosa facevano nelle mie terre non mi è mai importato, mi bastava vedere i dollari.
Mie, poi… non erano mie. Erano della gente che viveva qui dall’alba dei tempi. Ma a nessuno importava dei musi rossi.
Avevamo stipulato un accordo con uno dei capi Cherokee, o come diavolo si chiamavano, per tracciare i confini.
Noi qui, loro lì.
Non è durato molto. Un giorno, tre giovani cacciatori si spinsero oltre il confine, una vedetta li vide, li raggiunsero e li fucilarono.
Lo so perché uno di quei cavalleggeri, Tom Benfor, era un mio buon amico e me lo raccontò una di quelle tante sere al saloon a bere un po’ di bruciabudella.
Li ammazzarono perché avevano varcato il confine.
Non ricordo nulla di quella sera. E non perché avessi bevuto troppo, no. Perché non mi importava di quella notizia. Una chiacchiera, nulla più.
Ovviamente, ai Cherokee importò. Tre giovani cacciatori uccisi dall’uomo bianco.
Si vendicarono.
Almeno, quella fu la versione ufficiale. Nell’agosto 1836, una carovana di mercanti di Pittsburgh non arrivò mai a destinazione. Furono trovati i resti solo la primavera successiva. Nessuno sa cosa accadde veramente, ma tutti diedero la colpa agli indiani. Era comodo e conveniente per tutti, sissignore. Io per primo ricordo chiaramente di aver offerto un giro di whisky a tutti, quando il governatore approvò il nuovo decreto che confinava quelle scimmie rosse ancora più in là, lontani da noi e dalle nostre nuove terre.
Eppure non mollavano. Sconfinavano, cacciavano nei nostri territori, si ostinavano a coltivare la nostra terra, e praticare i loro riti e le loro sciamanerie nei luoghi che dicevano fossero sacri alla loro gente.
Poi trovammo la soluzione definitiva.
L’alcol.
Quelle scimmie rosse non avevano mai bevuto un goccio in vita loro. I dottori dicevano che proprio non erano adatti a reggere l’alcol, che il loro corpo non ne sopportava gli effetti, non erano abituati.
Oh, diavolo, come si riducevano con due o tre bicchieri di bruciabudella.
Dove non arrivarono i nostri fucili, arrivò il whisky scadente degli irlandesi.
In pochissimo tempo, tutto lo spirito battagliero dei giovani fu affogato in qualche barile di brodaglia.
E io ridevo.
Oggi non posso più ridere. Mi fa male il petto. Tossisco sangue, e mi brucia ogni respiro.
Il dottore dice che è il fumo del tabacco, che mi resta poco da vivere. Mio figlio è morto lo scorso inverno, anche lui tossendo sangue. Dicono sia il fumo del tabacco. Quel tabacco che stiamo coltivando sulle terre che abbiamo rubato agli indiani, che oggi tutti fumano.
Ultima modifica di Michael Dag il lunedì 18 marzo 2024, 22:56, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#2 » lunedì 18 marzo 2024, 22:49

Ciao Michael! Tutto ok anche per te, buona ENRICO LUCERI EDITION!

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Alfabri
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#3 » venerdì 22 marzo 2024, 12:30

Ciao Michael e piacere di leggerti!
Che dire... C'è del racconto in questa didascalia!
A parte gli scherzi, sento e apprezzo il linguaggio (anche a tratti caricaturale) dei pionieri americani, sento l'arcaismo di una società che si fa largo esclusivamente attraverso la sopraffazione. Però non sento la storia, la trama, nulla. Il "J'accuse" è troppo platealmente sparato in faccia al lettore, ci si poteva arrivare articolando una narrazione, che purtroppo mi manca completamente.
Secondo me l'idea è buona e può uscire un bel racconto, ma va ristrutturato dalle fondamenta.
Alla prossima e non demoralizzarti!

Gaia Peruzzo
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#4 » venerdì 22 marzo 2024, 18:49

Ciao Dag, secondo me hai scritto un buon racconto. Il testo fila in modo scorrevole, anche se ho come sentito la mancanza di qualcosa, di un vero scossone nella vicenda. Perché, alla fine, la storia del protagonista mi scivola via così, come se lo avessi incontrato in un saloon e mi avesse fatto la cronaca della sua vita. Da un lato l'ho odiato perché fa parte degli invasori, dall'altro mi è sembrato come se raccontasse tutto in maniera distaccata, come se in realtà non fregasse nemmeno a lui di morire. E volevo chiederti se questo distacco era voluto. Forse la dimostrazione di un po' più di emotività non avrebbe guastato, specie nel finale. Comunque so già che avrò difficoltà a capire dove posizionarti nella mia classifica.
In bocca al lupo per la gara!

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Fagiolo17
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#5 » venerdì 22 marzo 2024, 20:47

Eccoci al buon Scattina!
sei tornato in ottima forma vedo. anche io ho scelto un setting western, quindi apprezzo le vibes che sei riuscito a ottenere. il bifolco americano arricchito sulle spalle dei nativi è un classicone, ma tu lo hai reso bene.
la telecronaca degli ultimi avvenimenti della città arriva bene, come fossimo in saloon a bere qualcosa di scadente con sottofondo un pianoforte stonato.
manca un po' di azione, essendo un racconto dal punto di vista del nostro protagonista arriva più smorzato rispetto a una narrazione più focalizzata dei vari avvenimenti che ci hai narrato.
però il racconto funziona. funziona come "memoria" del nostro pdv e delle disavventure di cui è testimone.
la chiusura karmica fa il suo sporco lavoro, anche se lo avrei preferito trafitto da una bella freccia!
un buon racconto, sicuramente da podio.

alexandra.fischer
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#6 » domenica 24 marzo 2024, 14:35

Tema centrato. Storia western dei tempi in cui gli indiani Cherokee vennero espropriati delle terre. Rendi molto bene l’atmosfera: il saloon, la carovana di mercanti. C’è anche l’episodio dei tre giovani cacciatori fucilati per aver sconfinato. Bene anche con il punto di vista del protagonista, che nutre disprezzo per i Cherokee, sospettandoli di aver attaccato la carovana mai arrivata a destinazione. La vendetta del titolo è il tabacco che uccide prima il figlio e poi fa ammalare lui, lo stesso che fumano gli indiani, corrotti anche dal whiskey irlandese scadente.

Debora
Messaggi: 96

Re: Vendetta indiana

Messaggio#7 » lunedì 25 marzo 2024, 13:55

Ciao Michael, piacere di leggerti. Che dire? Il tuo è uno dei racconti che mi sono piaciuti di più. Ho apprezzato l’ambientazione, il ritmo ma soprattutto la declinazione del tema. Credo tu abbia raffigurato in modo perfetto il classico colono americano e l’escalation delle usurpazioni ai danni dei nativi americani. Buona gara e a rileggerci!

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Gerry Ponsacchi
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#8 » martedì 26 marzo 2024, 22:50

Ah! Ciao Michael,
devo dire che mi piace proprio il tuo stile. Semplice lineare, d’effetto. Avrei sicuramente detto che il racconto mi piaceva perché lo trovavo ben contestualizzato.

Ricco di elementi e con i giusti stereotipi qua e là per rendere vivide le scene. Poi sul finale il colpo di coda del tabacco, che non mi aspettavo e che hai reso bene, annunciandolo al momento ideale e srotolandolo nei giusti tempi, per fare in modo che arrivasse al lettore ma non ci restasse troppo per perdere l’elemento sorpresa. Pecca che ho trovato nel racconto di D’Addabbo, con il twist troppo veloce e già andato, ma non nel tuo.

a presto,
g3rry

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BruceLagogrigio
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#9 » mercoledì 27 marzo 2024, 11:59

Raccontato in prima persona. Ambientazione western americano 1836 circa. Tema centrato.

Ciao Michael. piacere di rileggerti. Buon stile come sempre. Forse è stato il limite dei caratteri breve e anche il tema ha aiutato in tal senso, ma mi pare che la maggior parte dei partecipanti abbia optato per lo stile raccontato.
Funziona bene.
Le uniche negatività per quanto riguarda il tuo racconto è che mi ha dato la sensazione un po’ di già visto. Anche il titolo faceva intuire il finale.
Però la caratterizzazione c’è. Ho odiato il protagonista e coma ha detto Gaia l'ho sentito un po' staccato (ciò credo facesse parte del personaggio ma non mi ha aiutato come lettore).
Per quanto riguarda il più grande genocidio della storia dell’uomo trovo giustissimo ogni tanto parlarne.

Buona prova. per me,

Bruce
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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KatyBlacksmith
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#10 » giovedì 28 marzo 2024, 20:37

Ciao, Michael, ben ritrovato.
Tema centrato.
Ho letto con gusto il racconto, ho apprezzato la scelta del linguaggio che lo rende molto scenografico. Bastano alcune frasi per immaginare chi parla, anche senza una sola frase di descrizione. Si leggono tutti i limiti del personaggio e dell'epoca. La vicenda è ben narrata, la storia c'è.
Ho patito un po' il passaggio da "due o tre bicchieri" a "qualche barile", dimensioni di svariati ordini di grandezza diversi (ma sono dettagli).
Forse troppo veloce il finale che arriva piuttosto staccato da tutto il resto, saltando anni di eventi. Ma sono sempre 3000 caratteri, quindi qualcosa va sacrificato.
Per me una buona prova!

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Michael Dag
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#11 » sabato 30 marzo 2024, 18:02

Ciao a tutti e grazie della lettura!
Mi fa piacere che lo stile diario/testamento che sto sperimentando ultimamente più o meno funzioni e sia apprezzato.
Certo, 3k caratteri sono decisamente pochi per quello che avevo in mente e ne ho pagato il prezzo fin da subito quando ho dovuto tagliare intere frasi a colpi di Tomahawk...
Grazie mille a tutti, alla prossima!!!

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IL GLADIATORE
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Re: Vendetta indiana

Messaggio#12 » mercoledì 3 aprile 2024, 23:39

Ciao Michael!
Questo racconto puzza di Scattina e se questo non è un complimento allora di cosa stiamo parlando? Davvero ottimo lo stile, un buon controllo dell'equilibrio. Sei come sempre capace di catturare l'attenzione anche metttendo sul piatto concetti e stereotipi che rischiano di diventare cliché.
Direi un pollice su per una storia che mi ha fatto provare soddisfazione alla fine, gridando al karma e ai nodi che vengono al pettine. Perché mi succede questo? Capita quando le storie sono scitte bene.

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