Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 15 aprile con un tema di Polly Russell e 4 ore di tempo per scrivere un racconto con un max di 4000 caratteri spazi inclusi!
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BruceLagogrigio
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Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#1 » martedì 16 aprile 2024, 0:47

Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio


Spengo la voce di Michael Jackson mentre canta Thriller: And no one's gonna save you…
Aspetto un minuto in macchina e, finalmente, scendo.
Mi avvicino ai rombi della rete metallica in attesa che le galline escano dal pollaio.
“Cò Coò.” Mi sento uno scemo.
La Nina, la Pinta e la Santa Maria, che è tornata santa solo quando anche Cedrone è scomparso. È comico che si siano salvate proprio loro tre.
“Siete ancora tutte intere. Bene.”

Apro la porta di casa e grido: “Ida, non hai chiuso a chiave neanche oggi!”
Eccola, si avvicina con aria smarrita, impaurita. È pallida, gli occhi ombrati di nero da due enormi occhiaie e con addosso una vestaglia di seta lunga e bianca.
“Mi sarò dimenticata quando sono uscita dalle polpettine. Scusami.”
Appendo la giacca e appoggio la valigetta. “Tranquilla, ci sono tutte e tre. Ci sarà una volpe. Le donnole non ne lasciano una viva. Dovresti pensare a te invece. Sai che gente gira in questi boschi? Hai voluto la casa nella prateria? Be’ ha anche i suoi difetti.”
Lei fa spallucce con aria intontita e io mi siedo davanti alla TV. Non c’è più gusto neanche a litigarci.
Ogni tanto butto l'occhio verso di lei mentre si aggira per casa come un gatto che esplora un territorio nuovo. Ha le braccia troppo magre, lunghissime rispetto al corpo e quella leggera peluria che un tempo ricordava la buccia di una pesca è diventata troppo folta.
Gigi ha ragione. C’è qualcosa in lei che non va. Da quando ci siamo trasferiti qui è cambiata, è diversa. Già, e proprio da quella volta che abbiamo trovato quel pastore tedesco morto in giardino. Dai, non posso davvero credere a Gigi. Primo: è un coglione! E secondo: ha sempre odiato Ida.
Mi alzo per andare in cucina, ma lo sguardo mi si sofferma sulla credenza. Il respiro mi si blocca.
“Dove… diavolo è finita l’argenteria?” chiedo con voce rotta.
“Le posate? Le ho portate a mia madre per farle pulire” risponde con noncuranza Ida dalla cucina. “Tu non l’hai mai voluto fare.”
“Ho cose più importanti in testa!”
L’odore è invitante. Troppo. Mi siedo al tavolo, ma la forchetta mi cade due volte. Sto tremando.
Sono solo suggestioni. Non può essere una mannara. Però, ora che ci penso, ho trovato degli aghi di pino il mese scorso nel letto. Proprio quando una delle polpettine è sparita.
Non parla. C’è solo il rumore delle posate che stridono sulla porcellana e il ronzio della TV in sala.
La carne è squisita. Lei la divora senza sosta con aria famelica. Forse però, preferirebbe quella di pollo e adesso ho capito perché ha nascosto l’argento: i mannari lo odiano. Gigi sarà un coglione, ma questa volta ha ragione.

Mi allunga una fetta di Sacher. Scuoto la testa. “Non mi va il dolce. Berrò un po’ della vodka di Gigi.”
Mi serve un po’ di coraggio.
“Non dovresti frequentare quello scemo o bere roba che ti dà. O perlomeno non farlo tutte le sere.”
Prendo la bottiglia e mi verso un bicchiere. Vado alla finestra. I pini del bosco giganteggiano sul nostro misero giardino. È ormai buio e le galline saranno già sicuramente rientrate nel pollaio. Me le immagino rannicchiate sul trespolo mentre dormono tranquille con il loro liquame trenta centimetri più in basso. Poverette, non sanno cosa le aspetta. Stanotte ci sarà la luna piena. Sì, e io devo scappare. Non posso più stare qui.
Faccio un passo, ma la vista si appanna. Le gambe mi abbandonano. Cado.
Riesco ancora a muovere gli occhi, ma neanche un muscolo. Cosa mi ha messo nella vodka? Non posso più fuggire… sono… morto.

Mi sveglio con un mal di testa terribile e dolori in tutto il corpo. Provo ad alzarmi, ma scivolo su qualcosa di viscido che ricopre le piastrelle della camera da letto. Ho i polsi abrasi come se mi avessero legato. Ida è al mio fianco, per terra. La vestaglia bianca intrisa di sangue. Stringe fra le mani un coltello d’argento.
“Ida! Cosa ti è successo?”
Ha un orribile squarcio sul fianco.
Respira ancora. “Io... Ho cercato di fermarti...”
Sono zuppo di sangue anche io e le mie unghie: sono artigli.
Ida sospira: “Avrei dovuto andarmene… ma ti amavo troppo.”


L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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antico
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#2 » martedì 16 aprile 2024, 0:50

Ciao Bruce! Tutto ok con i parametri, buona POLLY RUSSELL EDITION!

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BruceLagogrigio
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#3 » martedì 16 aprile 2024, 0:53

Grazie Antico! Questa non potevo proprio perdermela!
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MatteoMantoani
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#4 » martedì 16 aprile 2024, 12:39

Ciao Bruce, piacere di rileggerti.
Dunque, storia dall'esecuzione abbastanza classica, col finale a sorpresa che avevo più o meno capito a metà racconto XD mi spiace, per questo motivo il tutto mi è arrivato depotenziato. Qualche volta sono tornato indietro a rileggere, soprattutto questa frase è troppo ambigua "l'ho lasciata aperta quando sono uscita dalle polpettine".. mi immaginavo proprio una donna che scaturisce da un mucchio di polpette come quelle donne che escono dalla torta XD magari trova un altro soprannome per le galline, questo non è immediato.
Per il resto tutto bene, si legge volentieri e incuriosisce. Ripeto, finale che ho capito, e quindi non ho potuto godermi appieno il tutto.. Sorry

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BruceLagogrigio
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#5 » martedì 16 aprile 2024, 16:30

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Bruce, piacere di rileggerti.
Dunque, storia dall'esecuzione abbastanza classica, col finale a sorpresa che avevo più o meno capito a metà racconto XD mi spiace, per questo motivo il tutto mi è arrivato depotenziato. Qualche volta sono tornato indietro a rileggere, soprattutto questa frase è troppo ambigua "l'ho lasciata aperta quando sono uscita dalle polpettine".. mi immaginavo proprio una donna che scaturisce da un mucchio di polpette come quelle donne che escono dalla torta XD magari trova un altro soprannome per le galline, questo non è immediato.
Per il resto tutto bene, si legge volentieri e incuriosisce. Ripeto, finale che ho capito, e quindi non ho potuto godermi appieno il tutto.. Sorry


Ciao Matteo sempre un piacere. Caspita sulle polpettine mi hai steso! No, non ci ho proprio pensato, è un soprannome che deriva dalla vita vera in realtà.
Per il finale sfondi una porta aperta. Su MC ho notato che c'è una linea sottile per i plot twist. Se nascondi troppo rischi che non venga capito. Se mostri troppo rischi invece che venga scoperto troppo presto. Sto cercando di capire quale fra le due renda di più. Credo la seconda in termini di classifica. Piano paino arriverò al giusto bilanciamento. O probabilmente è meglio evitarlo del tutto il finale a sorpresa!
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Givvo
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#6 » mercoledì 17 aprile 2024, 2:17

Ciao Bruce, piacere!

Anche io sono caduto sulle polpettine, lo ammetto, e sono dovuto tornare indietro per capire, ma è una cosa minore e, sì, spesso i dettagli presi di peso dalla vita vera sembrano i più assurdi :)
Per il resto, racconto carino, il plot twist è quasi necessario su 3-4000 battute, ma per me non è stato così palese, se non altro per il fatto che 'i peli di Ida stessero diventando troppo evidenti', dettaglio molto divertente col senno di poi XD
E anche il fatto dell'argenteria contribuisce a sviare, quindi, secondo me, ci sta, poteva finire anche diversamente.
Tema centrato in pieno!

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angelo.frascella
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#7 » mercoledì 17 aprile 2024, 12:08

Ciao Bruce.

Storia gradevole molto classica con lupi mannari e twist finale.
Ho diversi dubbi però: mi sembra strano che una persona nel nostro mondo si convinca così facilmente di aver a che fare con una moglie che si trasforma in lupo mannaro solo perché lo dice Gigi e perché le galline sono state attaccate dalle volpi. Per renderlo credibile occorrerebbe un contesto in cui l'esistenza dei lupi mannari sia diffusa o magari un ambientazione in un passato in cui era più facile cedere alle credenze popolari. Poi non mi è chiaro come si sia salvata la moglie in passato dai suoi attacchi e perché abbia fatto sparire l'argenteria. Insomma la logica del tutto andrebbe un po' meglio costruita.
PS anche io sono rimasto un attimo incerto sulle polpettine. Carina la citazione iniziale di Thriller che introduce il tema

A rileggerci

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BruceLagogrigio
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#8 » mercoledì 17 aprile 2024, 17:59

Givvo ha scritto:Ciao Bruce, piacere!

Anche io sono caduto sulle polpettine, lo ammetto, e sono dovuto tornare indietro per capire, ma è una cosa minore e, sì, spesso i dettagli presi di peso dalla vita vera sembrano i più assurdi :)
Per il resto, racconto carino, il plot twist è quasi necessario su 3-4000 battute, ma per me non è stato così palese, se non altro per il fatto che 'i peli di Ida stessero diventando troppo evidenti', dettaglio molto divertente col senno di poi XD
E anche il fatto dell'argenteria contribuisce a sviare, quindi, secondo me, ci sta, poteva finire anche diversamente.
Tema centrato in pieno!


Piacere mio. Mai avrei pensato di fare tante vittime con delle polpettine (proprio avvelenate in questo caso!) Sarà una cosa da tenere a mente. Grazie. Buona gara!
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Gaia Peruzzo
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#9 » giovedì 18 aprile 2024, 16:43

Ciao Bruce. Parto con le cose più brutte, poi con le belle. C’è una frase che suona proprio male, questa qui:
"gli occhi ombrati di nero da due enormi occhiaie."
Per le polpettine io l'avevo capito che era il soprannome delle galline, ma lui dovrebbe chiamarle da subito così, in modo tale da non creare confusione dopo. Tipo: "siete ancora tutte intere polpettine mie."
La parte sull'argenteria delle posate l'ho trovata un po' una costrizione. Non l'avrei messa. Perché una persona dovrebbe notare che manca l'argenteria? E poi subito dopo appare anche una forchetta (anche se presumo non faccia parte del set sparito). Anche il fatto che arrivi subito alla deduzione che lei forse è una mannara è decisamente strano e dona al racconto un'aria fin troppo studiata, almeno secondo me. Io comunque pensavo che finisse tutto dritto e liscio con Ida che era davvero una mannara, per cui è stato un piccolo colpo di scena il finale. Questo ha funzionato, almeno per me.
Avrei insistito di più sull’affetto del protagonista per le sue galline, magari facendolo partire alla ricerca di una caccia alla volpe, giusto per far titubare ancora di più il lettore: lui non vuole credere a Gigi. E avrei insistito anche con i pensieri di Gigi, rendendoli molto più “tarlo nell’orecchio” a cui cerca di resistere, in modo tale da aumentare il suo conflitto interiore. Anche il dettaglio del pastore tedesco morto in giardino è qualcosa che poi si perde, perché è messo lì così, senza altre spiegazioni. Quindi, in sintesi, avrei mantenuto l'idea ma cambiato di un po' la realizzazione. Lasciando però così il finale.
In bocca al lupo per la gara!

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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#10 » giovedì 18 aprile 2024, 18:48

angelo.frascella ha scritto:Ciao Bruce.

Storia gradevole molto classica con lupi mannari e twist finale.
Ho diversi dubbi però: mi sembra strano che una persona nel nostro mondo si convinca così facilmente di aver a che fare con una moglie che si trasforma in lupo mannaro solo perché lo dice Gigi e perché le galline sono state attaccate dalle volpi. Per renderlo credibile occorrerebbe un contesto in cui l'esistenza dei lupi mannari sia diffusa o magari un ambientazione in un passato in cui era più facile cedere alle credenze popolari. Poi non mi è chiaro come si sia salvata la moglie in passato dai suoi attacchi e perché abbia fatto sparire l'argenteria. Insomma la logica del tutto andrebbe un po' meglio costruita.
PS anche io sono rimasto un attimo incerto sulle polpettine. Carina la citazione iniziale di Thriller che introduce il tema

A rileggerci


Ciao Angelo, effettivamente sarebbe bastato aggiungere qualche elemento fantasy per sdoganare i mannari e rendere meno semplicistica la convinzione del protagonista della moglie mannara. No, penso che in passato non abbia attaccato la moglie ma si sia limitato ad aggirarsi nel paraggi (mangiandosi le polpettine). Questa volta è stato diverso perché la moglie ha voluto prendere contromisure per cercare di tenerlo buono (l'argenteria gli sarebbe servita proprio per quello). Probabilmente anche dopo la trasformazione il mannaro mantiene qualche sorta di conoscenza pregressa. La ferita alla mogie potrebbe addirittura essere stata inferta involontariamente. Cari saluti e buona gara!
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#11 » venerdì 19 aprile 2024, 17:16

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Bruce. Parto con le cose più brutte, poi con le belle. C’è una frase che suona proprio male, questa qui:
"gli occhi ombrati di nero da due enormi occhiaie."
Per le polpettine io l'avevo capito che era il soprannome delle galline, ma lui dovrebbe chiamarle da subito così, in modo tale da non creare confusione dopo. Tipo: "siete ancora tutte intere polpettine mie."
La parte sull'argenteria delle posate l'ho trovata un po' una costrizione. Non l'avrei messa. Perché una persona dovrebbe notare che manca l'argenteria? E poi subito dopo appare anche una forchetta (anche se presumo non faccia parte del set sparito). Anche il fatto che arrivi subito alla deduzione che lei forse è una mannara è decisamente strano e dona al racconto un'aria fin troppo studiata, almeno secondo me. Io comunque pensavo che finisse tutto dritto e liscio con Ida che era davvero una mannara, per cui è stato un piccolo colpo di scena il finale. Questo ha funzionato, almeno per me.
Avrei insistito di più sull’affetto del protagonista per le sue galline, magari facendolo partire alla ricerca di una caccia alla volpe, giusto per far titubare ancora di più il lettore: lui non vuole credere a Gigi. E avrei insistito anche con i pensieri di Gigi, rendendoli molto più “tarlo nell’orecchio” a cui cerca di resistere, in modo tale da aumentare il suo conflitto interiore. Anche il dettaglio del pastore tedesco morto in giardino è qualcosa che poi si perde, perché è messo lì così, senza altre spiegazioni. Quindi, in sintesi, avrei mantenuto l'idea ma cambiato di un po' la realizzazione. Lasciando però così il finale.
In bocca al lupo per la gara!


Ciao Gaia quanti punti di riflessione!! Buonissimo il consiglio iniziale: avrebbe risparmiato un sacco di confusione. Ti giuro che non pensavo potesse fare così tanti danni.
Ti dirò, la questione dell'argenteria era legata al fatto che i mannari ne sono allergici e per dare un incentivo all'ipotesi di Gigi. Sicuramente un po' di più conflitto con sarebbe stato ideale ma in 4.000 non credo fosse possibile. Anche il pastore tedesco era un'indizio (forse ha infettato in qualche modo la moglie?). Spero di essere riuscito a chiarire meglio qualche punto. Contento che il finale ti abbia un po' sorpreso. A rileggerci Gaia e... crepi il lupo!!
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#12 » sabato 20 aprile 2024, 9:14

BruceLagogrigio ha scritto:Ciao Gaia quanti punti di riflessione!! Buonissimo il consiglio iniziale: avrebbe risparmiato un sacco di confusione. Ti giuro che non pensavo potesse fare così tanti danni.
Ti dirò, la questione dell'argenteria era legata al fatto che i mannari ne sono allergici e per dare un incentivo all'ipotesi di Gigi. Sicuramente un po' di più conflitto con sarebbe stato ideale ma in 4.000 non credo fosse possibile. Anche il pastore tedesco era un'indizio (forse ha infettato in qualche modo la moglie?). Spero di essere riuscito a chiarire meglio qualche punto. Contento che il finale ti abbia un po' sorpreso. A rileggerci Gaia e... crepi il lupo!!


In realtà hai anche ragione sulla questione delle polpettine. Perché mi sa che quasi tutti danno dei soprannomi agli animali domestici, e quindi come dettaglio è anche realistico. Solo che appunto è difficile vedere le galline come animale domestico, perché non è che tutti le possiedono, come magari un cane, un gatto o un pesce rosso.
Io le ho, ma le chiamiamo solo galline.

È che è strano che uno arrivi in cucina e dica: manca l'argenteria. Almeno per me. Però capisco la correlazione con la faccenda del mannaro.

Se il cane era una dettaglio importante e funzionale come, diciamo, ingrediente della trasformazione, allora aveva bisogno del suo spazio per aiutare il lettore nella deduzione che ci fosse un nesso. Io per esempio ho pensato che fosse un cane di qualche "vicino" e che fosse solo stato ucciso, un'altra vittima, come le galline. Secondo me basta solo capire su cosa focalizzarsi e cosa invece tralasciare, provando a stare dentro i caratteri. (E ovviamente è sempre un'impresa, però aiuta molto).

Givvo
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#13 » sabato 20 aprile 2024, 17:08

BruceLagogrigio ha scritto:
Givvo ha scritto:Ciao Bruce, piacere!

Anche io sono caduto sulle polpettine, lo ammetto, e sono dovuto tornare indietro per capire, ma è una cosa minore e, sì, spesso i dettagli presi di peso dalla vita vera sembrano i più assurdi :)
Per il resto, racconto carino, il plot twist è quasi necessario su 3-4000 battute, ma per me non è stato così palese, se non altro per il fatto che 'i peli di Ida stessero diventando troppo evidenti', dettaglio molto divertente col senno di poi XD
E anche il fatto dell'argenteria contribuisce a sviare, quindi, secondo me, ci sta, poteva finire anche diversamente.
Tema centrato in pieno!


Piacere mio. Mai avrei pensato di fare tante vittime con delle polpettine (proprio avvelenate in questo caso!) Sarà una cosa da tenere a mente. Grazie. Buona gara!

Penso sia proprio la natura dei racconti brevissimi la difficoltà a far passare i concetti di un 'mondo di gioco' originale. Le battute non bastano mai :)

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Daniele
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#14 » sabato 20 aprile 2024, 17:43

Ciao Bruce, piacere di rileggerti!
A me il tuo racconto è piaciuto, le polpettine le ho capite subito e l'ho trovato un nomignolo simpatico, l'inversione finale con me ha funzionato e ho trovato una bellissima trovata quella dell'argentaria per sviare il lettore su chi fosse il mannaro.
Quel che funziona di meno secondo me è qualche inciampo stilistico a livello di narrazione in cui il "qui e ora" della prima al presente sfugge un po' di mano e la rapidità con cui lui si convince che lei sia una mannara, ma per questa seconda critica capisco che in 4000 carattatteri sia davvero complicato generare quel conflitto interiore per arrivare alla stessa conclusione in modo più sofferto o incerto. Forse avresti dovuto iniziare il racconto proprio con qualche semina o indizio che i mannari esistano in modo da giustificare il fatto che il dubbio si insinui così facilmente in lui.

Nel complesso un bel racconto, molto apprezzato, come le altre volte che mi è capitato di leggerti.
A rileggerti e in bocca al lupo per la gara!

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BruceLagogrigio
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#15 » lunedì 22 aprile 2024, 15:46

Daniele ha scritto:Ciao Bruce, piacere di rileggerti!
A me il tuo racconto è piaciuto, le polpettine le ho capite subito e l'ho trovato un nomignolo simpatico, l'inversione finale con me ha funzionato e ho trovato una bellissima trovata quella dell'argentaria per sviare il lettore su chi fosse il mannaro.
Quel che funziona di meno secondo me è qualche inciampo stilistico a livello di narrazione in cui il "qui e ora" della prima al presente sfugge un po' di mano e la rapidità con cui lui si convince che lei sia una mannara, ma per questa seconda critica capisco che in 4000 carattatteri sia davvero complicato generare quel conflitto interiore per arrivare alla stessa conclusione in modo più sofferto o incerto. Forse avresti dovuto iniziare il racconto proprio con qualche semina o indizio che i mannari esistano in modo da giustificare il fatto che il dubbio si insinui così facilmente in lui.

Nel complesso un bel racconto, molto apprezzato, come le altre volte che mi è capitato di leggerti.
A rileggerti e in bocca al lupo per la gara!


Grazie Daniele, molto contenuto che hai apprezzato anche questo racconto! Sì, l'idea che nel mondo potessero esserci mannari mi è venuta ma troppo tardi. Un'altra idea era quella che il protagonista potesse avere qualche problema psicologico, ma veramente il tempo e i caratteri remavano contro. Forse l'ideale era dividere il racconto in 2 o 3 parti. Grazie ancora e alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Andrea Furlan
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#16 » lunedì 22 aprile 2024, 18:28

Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
il tuo racconto ha luci e ombre, ho faticato abbastanza a capirlo, dovendo leggerlo tre o quattro volte. Come rilevato da altri il nomignolo delle galline e a mio avviso anche l’incipit basato su di loro distraggono e mettono il lettore in confusione. Avresti potuto anche togliere il nome delle galline e del galletto per avere una narrazione più lineare nella parte iniziale. A un certo punto ho anche pensato che avessi alternato i punti di vista dei due personaggi, confondendomi ancora di più. Concordo poi con Matteo e altri che l’idea e il plot twist sono un po’ già visti. Come lati positivi trovo sicuramente l’aderenza al tema e la descrizione vivida delle scene.

Inverno
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#17 » lunedì 22 aprile 2024, 23:38

Ciao Bruce, è un piacere poterti leggere.
Qui mi ritrovo assolutamente colto sul vivo: ho un debole per i mannari, di qualunque genere e categoria, e quando ho visto dove stesse andando a parare il testo non ho potuto che esserne felice per principio. La rappresentazione è molto classica ma non per questo priva di fascino, e in certe cose non è tanto l'originalità nel rimaneggiare l'archetipo l'importante (a mio avviso) quanto il saperlo far brillare nei suoi punti di forza e nel giusto contesto.
Detto questo, ho però qualche appunto sulla qualità del testo, non tanto dal punto di vista tecnico (nessun errore nella scrittura, nessun problema di stile, niente che salti all'occhio), quanto di un certo grado di confusione interna che ho percepito nel racconto: l'intenzione di sviare il lettore è chiara, ma anche alla luce della rivelazione finale ammetto di non avere troppo chiara la dinamica delle motivazioni e e dei pensieri dei due personaggi, con il protagonista che sospetta della moglie, moglie che a sua volta sembra ignorare l'intero concetto di mannarismo inizialmente, ma per motivi non chiari visto che è qualcosa che nel mondo esiste ed è riconosciuto... Non saprei, qualcosa nel testo andrebbe fatto scorrere meglio. Detto questo, il parere resta assolutamente positivo e soprattutto pienamente gradito a titolo personale.

alexandra.fischer
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#18 » martedì 23 aprile 2024, 16:42

Tema centrato. Storia molto particolare. Per buona parte, i sospetti sulla licantropia vanno alla moglie del protagonista: è lei che ha portato le posate d’argento alla madre. E poi ci sono gli aghi di pino nel letto, le galline sparite, ne restano tre. Invece, con un rovesciamento della trama, si vede il protagonista legato al letto insanguinato e con tanto di artigli. La trovo un’ottima prova.

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BruceLagogrigio
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#19 » mercoledì 24 aprile 2024, 10:41

Inverno ha scritto:Ciao Bruce, è un piacere poterti leggere.
Qui mi ritrovo assolutamente colto sul vivo: ho un debole per i mannari, di qualunque genere e categoria, e quando ho visto dove stesse andando a parare il testo non ho potuto che esserne felice per principio. La rappresentazione è molto classica ma non per questo priva di fascino, e in certe cose non è tanto l'originalità nel rimaneggiare l'archetipo l'importante (a mio avviso) quanto il saperlo far brillare nei suoi punti di forza e nel giusto contesto.
Detto questo, ho però qualche appunto sulla qualità del testo, non tanto dal punto di vista tecnico (nessun errore nella scrittura, nessun problema di stile, niente che salti all'occhio), quanto di un certo grado di confusione interna che ho percepito nel racconto: l'intenzione di sviare il lettore è chiara, ma anche alla luce della rivelazione finale ammetto di non avere troppo chiara la dinamica delle motivazioni e e dei pensieri dei due personaggi, con il protagonista che sospetta della moglie, moglie che a sua volta sembra ignorare l'intero concetto di mannarismo inizialmente, ma per motivi non chiari visto che è qualcosa che nel mondo esiste ed è riconosciuto... Non saprei, qualcosa nel testo andrebbe fatto scorrere meglio. Detto questo, il parere resta assolutamente positivo e soprattutto pienamente gradito a titolo personale.



Ciao Inverno (complimenti per il nick!), sono molto contento che hai apprezzato l'elemento fantastico. Sei nuovo su MC e purtroppo devo dirti che è un elemento che difficilmente paga in termini di classifica. Per quanto piaccia anche a me è da usare con parsimonia. Ogni volta è andato piuttosto male (e non parlo solo per i miei acconti). Credo soprattutto perché l'elemento sovrannaturale abbia bisogno di più tempo e più caratteri per essere integrato efficacemente nella storia. Diciamo che se stiamo nel nostro mondo (per come lo conosciamo e con le nostre regole) abbiamo meno da spiegare e possiamo concentrarci su altri fattori per dare maggiore impatto alla storia. Spero di essermi chiarito. Alla prossima!
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#20 » venerdì 26 aprile 2024, 15:50

Andrea Furlan ha scritto:Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce,
il tuo racconto ha luci e ombre, ho faticato abbastanza a capirlo, dovendo leggerlo tre o quattro volte. Come rilevato da altri il nomignolo delle galline e a mio avviso anche l’incipit basato su di loro distraggono e mettono il lettore in confusione. Avresti potuto anche togliere il nome delle galline e del galletto per avere una narrazione più lineare nella parte iniziale. A un certo punto ho anche pensato che avessi alternato i punti di vista dei due personaggi, confondendomi ancora di più. Concordo poi con Matteo e altri che l’idea e il plot twist sono un po’ già visti. Come lati positivi trovo sicuramente l’aderenza al tema e la descrizione vivida delle scene.



Grazie Andrea. Saggi consigli come sempre! Alla prossima.
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Re: Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio

Messaggio#21 » oggi, 14:54

Ciao Bruce! Anche io ho avuto difficoltà con le prime polpettine. Poi il significato è stato chiaro, ma lì c'è un grosso inciampo. BENE! Così impariamo a gestirlo per le prossime volte.
Il racconto mi ha divertito e l'ho apprezzato molto: contesto rurale in cui compare la licantropia e una buona inversione alla fine, un colpo di scena che porta con sé un significato che tocca il cuore: lui l'avrebbe abbandonata, lei, invece, l'amava troppo. Questa è la vera inversione che dà valore al pezzo, più che il colpo di scena. Ottima pensata! Anche la tecnica è efficace, ben calibrata.
E direi che una possibilità per fregare i Minuticontatini con un colpo di scena potrebbe essere (ma parlo in teoria) quello di far credere in un colpo di scena e girarlo in modo inaspettato. Un po' qui con me l'hai ottenuto: io pensavo che alla fine lui scoprisse di averle fatto del male senza motivo, perché lei in realtà non era un lupo mannaro. Questo mi ha portato ben lontano dal tuo finale (spero di essermi capito).
Tuttavia qualche debolezza che ti hanno segnalato c'è: per me l'argenteria con la forchetta e le prime polpettine.
Quindi anche a sto giro ti pigli un pollice quasi su! Dai che il prossimo sarà su!

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