Ma solo perché è una storia

Appuntamento alle ore 21.00 di lunedì 21 ottobre con un tema di Beppe Roncari e 4000 caratteri a disposizione
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Luca Nesler
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Ma solo perché è una storia

Messaggio#1 » martedì 22 ottobre 2024, 0:12

Immagina un regno, né brutto né bello. Un regno che ha un nome, ma non lo posso dire ancora.
La sera della grande riunione gastroide la luce nella sala era soffusa: candele e pavimenti lucidi. Immaginati una tavola lunga, scanni di legno scuro e piatti d'argento. A capotavola il capocuoco (ovvio), dita di cannolo, unte come burro, labbroni tirati su denti e resti di sugo.
Ai lati individui orribili: fattezze porcine e risatine aspirate, con lunghe lingue pelose tenute avvolte sul palato. Non possono che disgustarci, me e te, se ci fermiamo a immaginarli.
Non sono i soli, dammi retta ancora. Sono tanti, si fatica a contarli, anche perché non stanno fermi, si abbracciano, si leccano le guance e i gomiti a vicenda, ridono e si gongolano.
Quelli sotto il tavolo lasciamoli perdere: lo fanno tutti, che chi vuole attenzione fino a umiliarsi, raramente la riceve. Bene, sono tutti cuochi, in questo regno, né bello né brutto, ma tanto miserabile da spezzarti il cuore.
Decine, forse centinaia di cuochi. Ed erano lì, quella sera, per discutere come sempre dell'arte gastroigniomica (che nemmeno sanno più di che parlano).
Ed eccolo, un cuoco, grasso anche lui, ma meno unto. Gioca con l'orecchino: una perla candida in un gancio d'argento, e pare agitato (lui, non l'orecchino).
E senti di che parlano, comincia il molle capocuoco: "Amici, subalterni, artisti del forchetto!"
Ellallà! Tutti applaudono e grugniscono.
"Quest'anno abbiamo cucinato pietanze, tutte ricche e profumate, recanti seco la magnificenza dell'arte gastroignomica."
Ellallà di nuovo. "Ma la gente muore di fame, porcoilregno!"
Indovini chi ha parlato? Il cuoco con l'orecchino d'argento, ma nessuno lo fila. Quelli sotto il tavolo si scansano, perfino.
"La culiinarietà è sfolgorante e onora la tradizione."
Uno dei coglioni al fianco si alza in piedi "Non ci sono più i cucchiaieri di una volta!"
Il capocuoco lo accarezza sulla testa e scoreggia, l'altro si risiede e dissimula, pure quando il porcellone del capo sospinge l'odore verso di lui.
Il cuoco con l'orecchino piange, si alza. "Voi non avete idea di come si cucinava davvero!" Nessuno lo ascolta.
Il capo si lecca le labbra con la lingua bovina, una goccia di saliva densa gli cola sul mento. "Gli assaggiatori giocano alle proteste: dicono che il polistirolo non assorbe bene il saccarosio" Un coro di buu! "Dicono che l'arsenico sia solo un pallido ricordo delle tinte antiche" Buu! "Ma io dico che la cibariezza..."
"Basta!" Il cuoco con l'orecchino salta sul tavolo, calcia un vassoio e colpisce uno sulla fronte. "Queste sono tutte cazzate! In questo regno derelitto si mangia solo robaccia!" Io lo immagino giovane, ma non è per forza così. "La merda! Come fate a vantarvi? Voi la cucina la uccidete così! E poi vi lamentate che nessuno ha più voglia di mangiare?"
Si fa silenzio in tutta la sala, ma solo perché è una storia.
Il grassonazzo (che hai capito di chi parlo) lo guarda. "Non sei un cuoco tu pure? Non vuoi annoverarti cinque minuti tra i talenti gastrici?"
"Io..." piange, poverino. "Io sono diventato cuoco perché mi piaceva mangiare bene. Ma ora non c'è più nulla di buono."
Mormorio. Quelli sotto il tavolo sono emozionati, ma guardano ai sopra per capire la reazione da tenere. Quelli al tavolo guardano al maialazzo, qualcuno insulta direttamente il cuochino, qualcuno ha chiuso gli occhi (Tu? Io ci devo pensare).
"Punto di vista insolito, quello del mangiante" dice l'orco puzzoso. "Cosa suggerisci?" E al mormorare seguente "Perché non si dica che non diamo ascolto a tutti i lati della faccenda."
"Cuciniamo come se amassimo anche mangiare" propone il cuochetto poveretto.

E sai come finisce?
Il giorno avanti, sulle tavole più prestigiose del regno circolò un piatto di carne saporito e sugoso. La portata pel re, arrangiata a cono rovesciato, aveva sulla sommità un orecchino d'argento con incastonata una perla.
Il nome del regno? Ma su, che l'hai capito.



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antico
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#2 » martedì 22 ottobre 2024, 0:21

Ed ecco il Nesler che torna a calcare le sabbie dell'Arena! Ciao Luca! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa BEPPE RONCARI EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#3 » martedì 22 ottobre 2024, 14:40

Ma solo perché è una storia di Luca Nesler. Tema centrato. Racconto particolarissimo, con echi landolfiani. C’è una riunione di cuochi dall’aspetto mostruoso. Hanno organizzato un banchetto per meglio parlare della cucina. In effetti, la gente muore di fame. Bello il finale, dove la portata principale è il grosso e puzzolente capo cuoco. E finisce sulla tavola del re. Come si capisce dall’orecchino che portava. Lo stile è molto ben riuscito

PVronin
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#4 » mercoledì 23 ottobre 2024, 19:23

Ellallà, Luca, che pezzo di bravura!
Spero di averti capito a fondo. Hai creato un mondo, una società e un linguaggio originali. Mi piace sentire il narratore chiamarmi in causa con il tu. L’unica cosa è che a volte, quando usi un nuovo epiteto per un personaggio, mi perdo: cuochino e cuochetto sono per il cuoco dall’orecchino, vero? Perché essendo grasso pure lui, solo più pulito, il diminutivo mi confonde. Orco puzzoso è il capocuoco, ho capito bene?
Tanti dettagli accattivanti come il leccarsi guance e gomiti, gli artisti del forchetto, la lingua pelosa. Arte gastroigniomica, una possibile metafora di politica, didattica, cultura,... è in questa il tuo punto di vista insolito, giusto? Ma il ritratto diverte e piace anche senza significati tra le righe.
Bene!
PVronin

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Luca Nesler
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#5 » giovedì 24 ottobre 2024, 16:11

alexandra.fischer ha scritto:Ma solo perché è una storia di Luca Nesler. Tema centrato. Racconto particolarissimo, con echi landolfiani. C’è una riunione di cuochi dall’aspetto mostruoso. Hanno organizzato un banchetto per meglio parlare della cucina. In effetti, la gente muore di fame. Bello il finale, dove la portata principale è il grosso e puzzolente capo cuoco. E finisce sulla tavola del re. Come si capisce dall’orecchino che portava. Lo stile è molto ben riuscito


Grazie del commento, Alexandra. Unico appunto: l'orecchino indica che ad essere stato cucinato è il cuoco che ha protestato. Sicuramente ho fatto un po' di casino con l'identità dei personaggi...
Grazie ancora e alla prossima!

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Luca Nesler
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#6 » giovedì 24 ottobre 2024, 16:20

PVronin ha scritto:Ellallà, Luca, che pezzo di bravura!
Spero di averti capito a fondo. Hai creato un mondo, una società e un linguaggio originali. Mi piace sentire il narratore chiamarmi in causa con il tu. L’unica cosa è che a volte, quando usi un nuovo epiteto per un personaggio, mi perdo: cuochino e cuochetto sono per il cuoco dall’orecchino, vero? Perché essendo grasso pure lui, solo più pulito, il diminutivo mi confonde. Orco puzzoso è il capocuoco, ho capito bene?
Tanti dettagli accattivanti come il leccarsi guance e gomiti, gli artisti del forchetto, la lingua pelosa. Arte gastroigniomica, una possibile metafora di politica, didattica, cultura,... è in questa il tuo punto di vista insolito, giusto? Ma il ritratto diverte e piace anche senza significati tra le righe.
Bene!


Ciao PVronin, piacere!
Ti ringrazio per il commento, sono contento dell'apprezzamento e sì, ci hai preso. Si tratta di un'allegoria di un mondo specifico, ma ho pensato che potesse comnque "universalizzarsi" a temi di corruzione generale. Sulla questione "chi è il cuochetto?" hai ragionissima e mi mangio le mani: bastava davvero poco per essere più chiari nell'identificare i personaggi. Le mie solite scemenze e, aggiungo, che questi sono gli interventi più utili delle betaletture (chiaramente parliamo di un ambito diverso, ma materia uguale).
In ogni caso dal tuo commento posso dire che hai identificato tutti perfettamente.
Grazie ancora per il commento!
Alla prossima

Gaia Peruzzo
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#7 » giovedì 24 ottobre 2024, 16:55

Ciao Luca. Ben ritrovato dall'altra parte!
Il racconto mi sembra uno dei sogni pazzi che faccio di solito e per me ha un che di fiabesco, anche se è grottesco.
Io alla fine ho pensato che il regno fosse lo stomaco e i cuochi, di conseguenza, i succhi gastrici. Oppure intestino con i villi intestinali. Non so nemmeno io perché ahah. L’immagine finale del cuoco con l'orecchino trasformato in cornucopia come ultima portata mi ha sviato subito, però, da questa intuizione. Anche se sono certa che nel testo hai messo la soluzione per la comprensione del tuo indovinello, credo di non averla capita perché mi manca qualche conoscenza. Io comunque, mentre leggevo, li ho immaginati tutti come brutti goblin, dandogli un taglio fantasy.
È sicuramente un racconto particolare, che si fa distinguere dagli altri, sia per lo stile che hai usato, sia per come hai deciso di rappresentare la tua idea. E purtroppo non sento di aver dei reali consigli da darti per migliorare il testo, perché è stata una lettura stravagante e piacevole. E anche se ci sono molte ripetizioni su cuoco, cuochetto ecc, comunque, secondo me, la differenza risulta comprensibile. Però non so, non mi ha convinto del tutto, anche se è scritto davvero molto bene, forse perché è molto sopra le righe e mi sono persa il messaggio che volevi mandare.
In bocca al lupo per la gara!

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giulio.palmieri
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#8 » lunedì 28 ottobre 2024, 12:47

Ciao Luca, piacere di leggerti.
Secondo me l'idea di fondo è molto valida. Anche l'idea del narratore onnisciente può starci, per accompagnare il lettore in questo mondo di cuochi mostruosi. Non so perché, mi ha ricordato, alla lontana, il Poe di Hopfrog. Tuttavia non sono riuscito a immergermi completamente nel tessuto narrativo, e secondo me il pdv del narratore ha influito. Mi è sembrato che tu abbia creato la scena esattamente mentre scrivevi, e quindi ti sia mantenuto sopra le parti cercando di delineare la vicenda al lettore. Secondo me, potrebbe essere utile immergersi in uno dei personaggi, e anche dare una scena al di fuori della "riunione gastroide". Qual è lo scenario sociale? Perché in questo mondo di cuochi il popolo muore di fame? Perché non c'è più nulla di buono nel regno?
Mancano le motivazioni profonde dei personaggi, anche se il racconto, così come è posto, risulta una sorta di allegoria del nostro mondo. Sarà difficile metterlo in classifica. Buona edition!

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Andrea Furlan
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#9 » lunedì 28 ottobre 2024, 13:33

Ciao Luca,
è davvero un piacere leggere un tuo racconto, soprattutto così particolare. Come altri, non sono sicuro di aver capito il messaggio o l'enigma nascosto nelle tue parole e neanche quale sia il nome del regno che da lettore avrei dovuto indovinare. Ho trovato comunque interessante la declinazione del tema: nel regno tutti cucinano ma nessuno mangia, o almeno non hanno il piacere di mangiare, e l'unico che vede le cose in modo diverso è il cuoco discriminato che alla fine viene mangiato. Questo tema e la figura del cuoco con l'orecchino mi hanno fatto venire in mente "I ragazzi della Via Pal" e il protagonista Nemecsek.
In generale, mi ha dato un'impressione di un interessante fantasy fiabesco - grottesco e mi ha ricordato i dialoghi fra I giganti del "Grande gigante gentile" di Roald Dahl.
Insomma, bella prova con diversi punti di interesse che va di certo valorizzata, ma come ti hanno fatto notare altri poteva essere un po' più chiara, forse giocando ancora di più sulle figure del cuoco-capo e dell'antagonista con l'orecchino.

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Manuel Marinari
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#10 » lunedì 28 ottobre 2024, 17:14

Ciao Luca, finalmente leggo un tuo racconto. E ti premetto anche che, avendoti conosciuto di persona a Strani Mondi, ho letto il racconto con la tua voce narrante, proprio la tua! Fighissimo!
Allora, entrando nel merito di questo racconto, ti devo dire che non amo le precisazioni tra le parantesi del narratore. Però è questione stilistica soggettiva.
Il mondo fantasy che hai immaginato è ben costruito, i personaggi vividi nella mia immaginazione mentre leggevo. Hai caratterizzato bene. Ho avuto solo un pò di confusione con cuoco, capocuoco, capo. Non sono riuscito a distinguerli sempre bene, per fortuna il dettaglio dell'orecchino ha facilitato e non poco.
"Quelli sotto il tavolo lasciamoli perdere: lo fanno tutti, che chi vuole attenzione fino a umiliarsi, raramente la riceve", secondo me questo è un indizio che ci hai messo lì per farci intuire il nome del regno. Dico bene?
"Il nome del regno? Ma su, che l'hai capito." Io ho pensato al parlamento :D
Alla prossima, buona edition!
Manuel Marinari

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srcm
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#11 » martedì 29 ottobre 2024, 18:01

Storia che mi è piaciuta molto in termini di evocatività e di scelte lessicali. Preferita in assoluto per me è stata la parola "culiinarietà": il tempo (non poco) che ho impiegato a capire che non si trattava di un errore di battitura è stato ben speso. Sicuramente avere tanti personaggi crea un po' di confusione ma io non ho provato eccessivo disorientamento perché nel momento in cui si cita l'orecchino effettivamente il personaggio emerge come il protagonista della storia, e l'archetipo viene richiamato: il classico personaggio che si alza e rende manifesto a tutti che il re è nudo. Interessante il finale macabro ma anche interessante che la metaforicità della storia non sia necessariamente univoca: per dire, ho immaginato varie situazioni e contesti a cui ricondurre la dinamica in cui la volontà di un personaggio di trasporre la passione nella professione può essere derisa. Ho pensato alla politica italiana, a Masterchef (il riferimento allo chef grassonzo mi ha attivato quel binario mentale), a X Factor, al calcio (l'orecchino di Baggio), e magari potenzialmente pure al mondo degli aspiranti scrittori (o fumettisti o musicisti, ecc).
Per quel che mi riguarda la scelta di una morale aperta ci può benissimo stare: forse l'unica cosa che cozza un po' con questa intenzione è la certezza con cui il narratore afferma che è chiaro a cosa lui faccia riferimento. Ci si sente un po' sciocchi per il fatto di non capire, ma la mia sensazione è che il fatto che il lettore non possa capire il tutto al cento per cento sia un po' intenzionale. Dimmi però nel caso se mi sto sbagliando.
In alcuni frangenti la memoria mi è pure tornata a gli Insetti del Potere di Caparezza.
Ad ogni modo, una delle mie preferite fino a questo momento.
Per certi versi inquietante. Ma solo perché una storia (vero?).

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Shanghai Kid
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#12 » martedì 29 ottobre 2024, 18:09

Ciao Luca,
piacere di averti letto e...
... Mamma mia! Wow! Che virtuosismo. Al netto di qualche fatica nell'identificazione dei personaggi (già descritta da chi ti ha commentato prima di me, per cui non mi dilungo), il tuo pezzo immaginifico mi ha fatto volare. Credo che riuscire a creare un'allegoria così potente, così congeniata, con una lingua propria in totale mimesi con i personaggi immaginati, divertente e salace sia davvero molto complicato, specie considerando i limiti di caratteri e tempo imposti dal format. Ho apprezzato molto anche la parte metanarrativa. Mi piace sempre chi ci gioca, anche se è complesso.
Insomma, con un bel po' d'invidia, i miei più sentiti complimenti!
A rileggerci,
Elisa

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#13 » martedì 29 ottobre 2024, 18:57

Storia che mi è piaciuta molto in termini di evocatività e di scelte lessicali. Preferita in assoluto per me è stata la parola "culiinarietà": il tempo (non poco) che ho impiegato a capire che non si trattava di un errore di battitura è stato ben speso. Sicuramente avere tanti personaggi crea un po' di confusione ma io non ho provato eccessivo disorientamento perché nel momento in cui si cita l'orecchino effettivamente il personaggio emerge come il protagonista della storia, e l'archetipo viene richiamato: il classico personaggio che si alza e rende manifesto a tutti che il re è nudo. Interessante il finale macabro ma anche interessante che la metaforicità della storia non sia necessariamente univoca: per dire, ho immaginato varie situazioni e contesti a cui ricondurre la dinamica in cui la volontà di un personaggio di trasporre la passione nella professione può essere derisa. Ho pensato alla politica italiana, a Masterchef (il riferimento allo chef grassonzo mi ha attivato quel binario mentale), a X Factor, al calcio (l'orecchino di Baggio), e magari potenzialmente pure al mondo degli aspiranti scrittori (o fumettisti o musicisti, ecc).
Per quel che mi riguarda la scelta di una morale aperta ci può benissimo stare: forse l'unica cosa che cozza un po' con questa intenzione è la certezza con cui il narratore afferma che è chiaro a cosa lui faccia riferimento. Ci si sente un po' sciocchi per il fatto di non capire, ma la mia sensazione è che il fatto che il lettore non possa capire il tutto al cento per cento sia un po' intenzionale. Dimmi però nel caso se mi sto sbagliando.
In alcuni frangenti la memoria mi è pure tornata a gli Insetti del Potere di Caparezza.
Ad ogni modo, una delle mie preferite fino a questo momento.
Per certi versi inquietante. Ma solo perché una storia (vero?).

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Luca Nesler
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#14 » mercoledì 30 ottobre 2024, 17:07

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Luca. Ben ritrovato dall'altra parte!
Il racconto mi sembra uno dei sogni pazzi che faccio di solito e per me ha un che di fiabesco, anche se è grottesco.
Io alla fine ho pensato che il regno fosse lo stomaco e i cuochi, di conseguenza, i succhi gastrici. Oppure intestino con i villi intestinali. Non so nemmeno io perché ahah. L’immagine finale del cuoco con l'orecchino trasformato in cornucopia come ultima portata mi ha sviato subito, però, da questa intuizione. Anche se sono certa che nel testo hai messo la soluzione per la comprensione del tuo indovinello, credo di non averla capita perché mi manca qualche conoscenza. Io comunque, mentre leggevo, li ho immaginati tutti come brutti goblin, dandogli un taglio fantasy.
È sicuramente un racconto particolare, che si fa distinguere dagli altri, sia per lo stile che hai usato, sia per come hai deciso di rappresentare la tua idea. E purtroppo non sento di aver dei reali consigli da darti per migliorare il testo, perché è stata una lettura stravagante e piacevole. E anche se ci sono molte ripetizioni su cuoco, cuochetto ecc, comunque, secondo me, la differenza risulta comprensibile. Però non so, non mi ha convinto del tutto, anche se è scritto davvero molto bene, forse perché è molto sopra le righe e mi sono persa il messaggio che volevi mandare.
In bocca al lupo per la gara!


Ciao Gaia! Ho voluto giocare col narratore dandogli un taglio insolito (fiabesto e grottesco è pefetto) e costruire un'allegoria, però mi rendo conto di essere stato troppo criptico. Perso questo parallelismo il racconto non ha molto da offrire, in effetti, e ho sottovalutato questo aspetto. Spesso il mio problema è proprio non cogliere la difficoltà di lettura.

Il racconto è un'allegoria della realtà editoriale italiana. Ecco, l'ho detto!
Grazie per il commento! Alla prossima!

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#15 » mercoledì 30 ottobre 2024, 17:12

giulio.palmieri ha scritto:Ciao Luca, piacere di leggerti.
Secondo me l'idea di fondo è molto valida. Anche l'idea del narratore onnisciente può starci, per accompagnare il lettore in questo mondo di cuochi mostruosi. Non so perché, mi ha ricordato, alla lontana, il Poe di Hopfrog. Tuttavia non sono riuscito a immergermi completamente nel tessuto narrativo, e secondo me il pdv del narratore ha influito. Mi è sembrato che tu abbia creato la scena esattamente mentre scrivevi, e quindi ti sia mantenuto sopra le parti cercando di delineare la vicenda al lettore. Secondo me, potrebbe essere utile immergersi in uno dei personaggi, e anche dare una scena al di fuori della "riunione gastroide". Qual è lo scenario sociale? Perché in questo mondo di cuochi il popolo muore di fame? Perché non c'è più nulla di buono nel regno?
Mancano le motivazioni profonde dei personaggi, anche se il racconto, così come è posto, risulta una sorta di allegoria del nostro mondo. Sarà difficile metterlo in classifica. Buona edition!


Ciao Giulio! Cosa intendi col fatto che mi sia tenuto sopra le parti? Ho cercato di fare il contrario, ll narratore ti accompagna, ma giudica in modo anche molto critico la scena. L'idea era quella di costruire un punto di vista insolito anche dal punto di vista tecnico: quello del lettore, sottolineato dall'intenzione del narratore esterno di aiutare l'immaginazione e le considerazioni del lettore.
Sul discorso del l'immergersi al di fuori della riunione, capisco il tuo consiglio e sarebbe ottimo, ma così si perderebbe la mia intenzione allegorica, che qui non funziona a dovere. Se funzionasse probabilmente non sarebbe necessario conoscere meglio i personaggi.
Grazie per il commento! Alla prossima!

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#16 » mercoledì 30 ottobre 2024, 17:15

Andrea Furlan ha scritto:Ciao Luca,
è davvero un piacere leggere un tuo racconto, soprattutto così particolare. Come altri, non sono sicuro di aver capito il messaggio o l'enigma nascosto nelle tue parole e neanche quale sia il nome del regno che da lettore avrei dovuto indovinare. Ho trovato comunque interessante la declinazione del tema: nel regno tutti cucinano ma nessuno mangia, o almeno non hanno il piacere di mangiare, e l'unico che vede le cose in modo diverso è il cuoco discriminato che alla fine viene mangiato. Questo tema e la figura del cuoco con l'orecchino mi hanno fatto venire in mente "I ragazzi della Via Pal" e il protagonista Nemecsek.
In generale, mi ha dato un'impressione di un interessante fantasy fiabesco - grottesco e mi ha ricordato i dialoghi fra I giganti del "Grande gigante gentile" di Roald Dahl.
Insomma, bella prova con diversi punti di interesse che va di certo valorizzata, ma come ti hanno fatto notare altri poteva essere un po' più chiara, forse giocando ancora di più sulle figure del cuoco-capo e dell'antagonista con l'orecchino.


Ciao, Andrea! Vero, dovevo stare più attento alla chiarezza... come al solito.
Il racconto nasce con l'intenzione di essere un'allegoria dell'editoria italiana, ma ho pensato che potesse funzionare per rappresentare anche politica, cultura, e la corruzione in generale. Però doveva essere chiara la natura allegorica, mannaggia a me!

Grazie per il commento, Andrea! Alla prossima!

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#17 » mercoledì 30 ottobre 2024, 17:21

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Luca, finalmente leggo un tuo racconto. E ti premetto anche che, avendoti conosciuto di persona a Strani Mondi, ho letto il racconto con la tua voce narrante, proprio la tua! Fighissimo!
Allora, entrando nel merito di questo racconto, ti devo dire che non amo le precisazioni tra le parantesi del narratore. Però è questione stilistica soggettiva.
Il mondo fantasy che hai immaginato è ben costruito, i personaggi vividi nella mia immaginazione mentre leggevo. Hai caratterizzato bene. Ho avuto solo un pò di confusione con cuoco, capocuoco, capo. Non sono riuscito a distinguerli sempre bene, per fortuna il dettaglio dell'orecchino ha facilitato e non poco.
"Quelli sotto il tavolo lasciamoli perdere: lo fanno tutti, che chi vuole attenzione fino a umiliarsi, raramente la riceve", secondo me questo è un indizio che ci hai messo lì per farci intuire il nome del regno. Dico bene?
"Il nome del regno? Ma su, che l'hai capito." Io ho pensato al parlamento :D
Alla prossima, buona edition!


Ciao Manuel! Hahahaha, hai ancora in testa la mia voce? Allora hai notato il mio problema di logorrea!
Sul pezzo devo dire che la tua interpretazione può funzionare. In generale intendevo allegorizzare qualcosa che avesse a che vedere con la corruzione, nella fattispecie il funzionamento dell'attuale editoria. Il nome del regno: Italia.
Ma non lo sta capendo nessuno, quindi ho floppato di brutto. Pazienza, sono stato veramente felice di partericpare dopo più di due anni di "Inquisitore". La voglia mi è venuta proprio incontrandovi a Stranimondi!

Grazie del commento! Alla prossima!

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#18 » mercoledì 30 ottobre 2024, 17:25

srcm ha scritto:Storia che mi è piaciuta molto in termini di evocatività e di scelte lessicali. Preferita in assoluto per me è stata la parola "culiinarietà": il tempo (non poco) che ho impiegato a capire che non si trattava di un errore di battitura è stato ben speso. Sicuramente avere tanti personaggi crea un po' di confusione ma io non ho provato eccessivo disorientamento perché nel momento in cui si cita l'orecchino effettivamente il personaggio emerge come il protagonista della storia, e l'archetipo viene richiamato: il classico personaggio che si alza e rende manifesto a tutti che il re è nudo. Interessante il finale macabro ma anche interessante che la metaforicità della storia non sia necessariamente univoca: per dire, ho immaginato varie situazioni e contesti a cui ricondurre la dinamica in cui la volontà di un personaggio di trasporre la passione nella professione può essere derisa. Ho pensato alla politica italiana, a Masterchef (il riferimento allo chef grassonzo mi ha attivato quel binario mentale), a X Factor, al calcio (l'orecchino di Baggio), e magari potenzialmente pure al mondo degli aspiranti scrittori (o fumettisti o musicisti, ecc).
Per quel che mi riguarda la scelta di una morale aperta ci può benissimo stare: forse l'unica cosa che cozza un po' con questa intenzione è la certezza con cui il narratore afferma che è chiaro a cosa lui faccia riferimento. Ci si sente un po' sciocchi per il fatto di non capire, ma la mia sensazione è che il fatto che il lettore non possa capire il tutto al cento per cento sia un po' intenzionale. Dimmi però nel caso se mi sto sbagliando.
In alcuni frangenti la memoria mi è pure tornata a gli Insetti del Potere di Caparezza.
Ad ogni modo, una delle mie preferite fino a questo momento.
Per certi versi inquietante. Ma solo perché una storia (vero?).


Ciao Simone! Devo dire che le tue interpretazioni mi piacciono molto: Masterchef, gli insetti del potere, X factor! Sì, ci siamo! In particolare io mi volevo riferire all'editoria italiana, ma, come hai capito bene, ho cercato di costruirlo perché potesse riferirsi più universalmente alla corruzione di qualcosa di bello. Ho sottovalutato l'effetto che fa il non essere sicuri del nome del regno, hai ragione. Forse era meglio darlo questo nome e basta.

Ti ringrazio per il commento attento! Alla prossima!

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#19 » mercoledì 30 ottobre 2024, 17:27

Shanghai Kid ha scritto:Ciao Luca,
piacere di averti letto e...
... Mamma mia! Wow! Che virtuosismo. Al netto di qualche fatica nell'identificazione dei personaggi (già descritta da chi ti ha commentato prima di me, per cui non mi dilungo), il tuo pezzo immaginifico mi ha fatto volare. Credo che riuscire a creare un'allegoria così potente, così congeniata, con una lingua propria in totale mimesi con i personaggi immaginati, divertente e salace sia davvero molto complicato, specie considerando i limiti di caratteri e tempo imposti dal format. Ho apprezzato molto anche la parte metanarrativa. Mi piace sempre chi ci gioca, anche se è complesso.
Insomma, con un bel po' d'invidia, i miei più sentiti complimenti!
A rileggerci,
Elisa


Ciao Elisa! Sei esagerata, ma mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto e che ti sia capitato tra i compiti a casa. Mi avrebbe fatto piacere che fosse più chiaro, ma si vede che sono arrugginito. In ogni caso sono contento di incrociare le tastiere dopo tanto tempo!

Grazie per il commento! Alla prossima!

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CristianoSaccoccia
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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#20 » giovedì 31 ottobre 2024, 17:39

Bellissimo esercizio di stile e non solo, un racconto anti-fiabesco o una favola nera in pieno stile collodiano ma con piglio moderno? Non tocca a me dirlo ma Nesler si rivela un'ottima penna. Immagino che rimodellando alcune scelte il racconto fili ancor più liscio ma si sente non solo la penna esperta ma l'architetto che investe nel suo racconto una struttura degna di un romanzo, dal lessico ai personaggi. Uno dei miei preferiti. Daje.

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#21 » lunedì 4 novembre 2024, 9:21

CristianoSaccoccia ha scritto:Bellissimo esercizio di stile e non solo, un racconto anti-fiabesco o una favola nera in pieno stile collodiano ma con piglio moderno? Non tocca a me dirlo ma Nesler si rivela un'ottima penna. Immagino che rimodellando alcune scelte il racconto fili ancor più liscio ma si sente non solo la penna esperta ma l'architetto che investe nel suo racconto una struttura degna di un romanzo, dal lessico ai personaggi. Uno dei miei preferiti. Daje.


Grazie Cristiano, troppo buono! Sono davvero contento che tu abbia gradito il racconto :D

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Re: Ma solo perché è una storia

Messaggio#22 » martedì 5 novembre 2024, 20:51

Decisione coraggiosa la tua, Inquisitore, visto che il tornare "umano" e il riscendere nell'Arena ti rende anche vulnerabile alle critiche di noi comuni mortali eheh. Finiti i compiti sei il primo che vado a recuperare.

Che dire, non avevo capito purtroppo il parallelismo che volevi dare: Cuoco=Scrittore, Commensali=Lettori. Riletto sotto quella chiave è tutto molto più godibile. Mi sono perso perché fin dall'inizio mi sono fatto un volo pindarico pensando fosse un proseguo della fabbrica degli animali in cui i maiali hanno conquistato il Regno Unito eheh.

Si nota che ti sei divertito nel scriverlo e hai fatto divertire chi lo ha letto, una cosa non da poco e anche io l'ho letto tutto con la tua voce in testa. Poco da aggiungere i difettucci ti sono già stati fatti notare. Ottima penna come previsto.

Alla prossima.

PS Abbiamo usato entrambi la seconda persona... Coincidenze?

Bruce
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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