Il rumore del silenzio

Appuntamento alle ore 21.00 di lunedì 21 ottobre con un tema di Beppe Roncari e 4000 caratteri a disposizione
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AndreaCrevola
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Il rumore del silenzio

Messaggio#1 » martedì 22 ottobre 2024, 0:54

Il mio indice percorre la sua fronte, raggiunge le corte sopracciglia e imbocca la curva del naso. Un dolce scivolo che conduce alla fossetta appena prima dell’arrivo alle labbra. La sua lingua mi stuzzica la punta del dito. Lo sollevo e lo oscillo per rimproverare tanta impertinenza. «Ehi tu, cosa credi fare?»
Alessia mi blocca il polso e accosta il mio palmo alla propria bocca. Un bacio schiocca nell’oscurità. «Questa mano è tutta mia, adesso!» La sua risata comincia sempre con uno sbuffo d’aria, come una bottiglia di Fanta a cui hanno finalmente svitato il tappo.
«Veramente, serve più a me che a te.» Mi divincolo dalla sua presa, alzo il braccio verso il soffitto, lontano dalla sua portata. Ondeggio la mano in aria come se fosse una piuma che sta planando verso il basso, ma poco prima di atterrare sul suo ventre, la muovo di scatto e cerco di agguantare il seno sinistro. Alessia sobbalza sul materasso, si ritrae e sghignazza come se l’avessi torturata di solletico.
«Certo che sei proprio un bel tipo, Michele.»
«Dici? Non sono in grado di giudicarmi. Mi fido del tuo parere. Sei tu quella che da un mese mi vede ogni giorno. Sei tu quella fortunata, tra noi due.»
Non risponde. Forse l’ho messa di nuovo in imbarazzo. Arriverà la volta in cui saprò tenere a freno la lingua? Starà pensando che le sto facendo pesare ancora una volta questa situazione? Rotolo sul letto e mi metto a pancia in su. Appoggio l’avambraccio sulla fronte. Dovrei costruire un monumento a sua immagine, se ne fossi in grado, invece non perdo mai occasione di sottolineare la nostra differenza. Guardatemi, sono qui: il vostro povero bambino sfortunato che reclama di essere al centro dell’attenzione.
Alessia abbandona il letto. Per qualche istante il suo profumo di gelsomino mi tiene ancora compagnia. Le mie ciabatte schiaffeggiano il parquet. Prima l’interruttore del corridoio, poi quello del bagno mi suggeriscono che direzione abbia preso. L’asse del gabinetto sbatte sulla ceramica. Alessia chiude la porta, anche se non ce ne sarebbe bisogno.
Abbasso le palpebre. Passo la lingua sulle labbra secche.
Complimenti, sono riuscito anche questa volta a rovinare tutto. Come se fosse semplice trovare una donna che mi accetta per quello che sono. Ma che mi dice il cervello? Di quante altre conferme ho bisogno per capire che sono un perfetto idiota? Ora tornerà in camera, raccoglierà le sue mutandine di seta, si rimetterà il suo vestito e mi lascerà qui da solo, a crogiolare nel rimorso. La devo smettere di incolpare gli altri per le mie sfighe. Ogni tanto potrei anche dare ascolto alla mia terapeuta. Se cominciassi a far pace con l’incidente, forse sarei capace di avere una relazione non più condizionata da questo infantile bisogno di essere accettato per quello che sono.
Il vortice dello scarico scroscia al di là della porta del bagno. Alessia sarà qui in un minuto. Dovrei farmi trovare seduto, anziché sdraiato: non vorrei che pensasse che mi sono addormentato e che non ho a cuore quello che sta provando. Scosto il cuscino e innalzo la schiena sulla testata del letto. Cerco le lenzuola con le mani, le afferro e le sollevo fino a coprirmi la pancia. Piego le ginocchia e le stringo in un abbraccio. Mi devo inventare qualcosa per spezzare la tensione di questo momento. Coraggio Michele, dille qualcosa di carino non appena sarà di nuovo in camera da letto.
I suoi passi si avvicinano. Giro il volto in sua direzione, abbozzo un sorriso. «Va tutto bene?»
Nemmeno a questa stupida domanda reagisce. Chissà se riuscirà mai a perdonarmi. Può essere la mia ultima occasione. «Ho detto qualcosa di sbagliato? Scusami, non volevo. Cercavo di essere simpatico, invece rovino sempre tutto.»
Alessia sbuffa. Il materasso si inclina in sua direzione. La sento gattonare verso di me. Accosta le labbra al mio orecchio. «Vuoi che ti dica che sei bello?» sussurra. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia su un occhio. «Se vuoi te lo scrivo in braille, così te lo leggi quando vuoi.»



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antico
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#2 » martedì 22 ottobre 2024, 0:56

Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok, divertiti in questa BEPPE RONCARI EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#3 » martedì 22 ottobre 2024, 13:36

Tema centrato. Ottimi i gesti dei due personaggi, il protagonista e la sua ragazza Alessia. Hanno passato la notte insieme. E il protagonista si sente ancora insicuro. Teme di perderla per via delle sue comprensibili sicurezze. Un incidente lo ha reso cieco, come si evince dal finale. Davvero uno splendido racconto, con lei che gli conferma di trovarlo bello.

PVronin
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#4 » martedì 22 ottobre 2024, 18:38

Piacere, Andrea!
La lettura del racconto scivola veloce per due motivi: 1) il ritmo costruito dalle tue frasi brevi, incisive, con poche subordinate; 2) la precisione nel descrivere le azioni che rendono la scena facilmente visibile. C’è un buon equilibrio tra quanto è pensato, sentito e quanto è fatto, così che in poche righe si sviluppa un personaggio fatto di luci e ombre, con tanti tratti delicati. Una volta scoperto che il protagonista è cieco, ho sentito il bisogno di rileggere il racconto e l’ho gustato meglio.
Bravo davvero!
Solo un appunto: la scelta del punto di vista è curata, approfondita, attraente ma non la avverto come insolita. È quanto mi posso aspettare da un cieco. Al di fuori di questa mia impressione personale, legata solo al tema, è un racconto che merita molto!
In bocca al lupo!
PVronin

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AndreaCrevola
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#5 » martedì 22 ottobre 2024, 19:18

PVronin ha scritto:Piacere, Andrea!
La lettura del racconto scivola veloce per due motivi: 1) il ritmo costruito dalle tue frasi brevi, incisive, con poche subordinate; 2) la precisione nel descrivere le azioni che rendono la scena facilmente visibile. C’è un buon equilibrio tra quanto è pensato, sentito e quanto è fatto, così che in poche righe si sviluppa un personaggio fatto di luci e ombre, con tanti tratti delicati. Una volta scoperto che il protagonista è cieco, ho sentito il bisogno di rileggere il racconto e l’ho gustato meglio.
Bravo davvero!
Solo un appunto: la scelta del punto di vista è curata, approfondita, attraente ma non la avverto come insolita. È quanto mi posso aspettare da un cieco. Al di fuori di questa mia impressione personale, legata solo al tema, è un racconto che merita molto!
In bocca al lupo!


Grazie mille, in merito al tema: l'ho interpretato in termini stilistici, cercando di evitare le sensazioni visive. Spero d'esserci riuscito!

Gaia Peruzzo
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#6 » giovedì 24 ottobre 2024, 16:18

Ciao Andrea!
Avrei invertito le frasi della chiusura della porta del bagno e poi dell'asse di ceramica che si abbassa. Perché mi sembra strano come ordine di azioni, mettendo prima della chiusura della porta e poi l’asse che sbatte sulla ceramica, ma questa è davvero una piccolezza.
È un racconto molto dolce che ho trovato ben fatto. La cecità del protagonista arriva sempre più chiara man mano che ci si avvicina al finale, e ha un impatto forte, perché anche il resto dei dettagli sensoriali che hai scelto di usare acquista senso.
Mi è piaciuto molto. E se voglio proprio essere puntigliosa non ho ben capito perché lei sostanzialmente vada al bagno (ok, che magari le scappava la pipì), ma mi sembra che serva solo ad aumentare la parte sensitiva dei suoni percepiti da lui. Perché alla fine avrebbe potuto dialogare fin da subito e confortarlo, senza fargli venire dubbi su dubbi "scappando" nel bagno.
Comunque con pochi caratteri i personaggi sono delineati molto bene. E so già che sarà difficile capire dove inserirti nella classifica.
In bocca al lupo per la gara!

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AndreaCrevola
Messaggi: 215

Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#7 » venerdì 25 ottobre 2024, 23:53

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Andrea!
Avrei invertito le frasi della chiusura della porta del bagno e poi dell'asse di ceramica che si abbassa. Perché mi sembra strano come ordine di azioni, mettendo prima della chiusura della porta e poi l’asse che sbatte sulla ceramica, ma questa è davvero una piccolezza.
È un racconto molto dolce che ho trovato ben fatto. La cecità del protagonista arriva sempre più chiara man mano che ci si avvicina al finale, e ha un impatto forte, perché anche il resto dei dettagli sensoriali che hai scelto di usare acquista senso.
Mi è piaciuto molto. E se voglio proprio essere puntigliosa non ho ben capito perché lei sostanzialmente vada al bagno (ok, che magari le scappava la pipì), ma mi sembra che serva solo ad aumentare la parte sensitiva dei suoni percepiti da lui. Perché alla fine avrebbe potuto dialogare fin da subito e confortarlo, senza fargli venire dubbi su dubbi "scappando" nel bagno.
Comunque con pochi caratteri i personaggi sono delineati molto bene. E so già che sarà difficile capire dove inserirti nella classifica.
In bocca al lupo per la gara!


Ciao Gaia, grazie per il tuo commento. Non so perché la donna abbia abbassato la tavoletta prima di chiudere la porta, ma succede: si sarà dimenticata :-)

Rispetto al motivo per cui la ragazza esce dalla stanza, avevo bisogno di lasciare il protagonista da solo perché si sentisse insicuro e debole, anche per via della sua condizione. Volevo che ci fosse un problema di comunicazione legato al fatto che a una persona non vedente devi per forza dire quello che stai facendo, per farti capire, mentre di solito c'è molta comunicazione non verbale a veicolare messaggi. Volevo far riflettere su questo aspetto e su come i rapporti si incrinino anche per il non detto. Ovviamente questa è una scenetta metaforica, quindi c'è anche qualche forzatura.

Grazie ancora e buona edizione!

Gaia Peruzzo
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#8 » sabato 26 ottobre 2024, 10:33

AndreaCrevola ha scritto:Ciao Gaia, grazie per il tuo commento. Non so perché la donna abbia abbassato la tavoletta prima di chiudere la porta, ma succede: si sarà dimenticata :-)

Rispetto al motivo per cui la ragazza esce dalla stanza, avevo bisogno di lasciare il protagonista da solo perché si sentisse insicuro e debole, anche per via della sua condizione. Volevo che ci fosse un problema di comunicazione legato al fatto che a una persona non vedente devi per forza dire quello che stai facendo, per farti capire, mentre di solito c'è molta comunicazione non verbale a veicolare messaggi. Volevo far riflettere su questo aspetto e su come i rapporti si incrinino anche per il non detto. Ovviamente questa è una scenetta metaforica, quindi c'è anche qualche forzatura.

Grazie ancora e buona edizione!


Allora sì è un pochino forzato perché lei poteva avvisarlo che andava un attimo al bagno. Però, come dici anche tu, può averlo fatto senza pensare. Le insicurezze di lui legate alla cecità le hai comunque espresse molto bene. Lui, per me, è risultato quasi "antipatico" perché, nonostante Alessia sia lì presente, si fa comandare dalle sue paure. Ma alla fine è una cosa che facciamo tutti, chi più o chi meno. E anche io tendo sempre a farmi i "film mentali".
Il messaggio che hai voluto trasmettere mi piace molto. Grazie per avermi risposto.

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Shanghai Kid
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#9 » domenica 27 ottobre 2024, 21:08

Ciao Andrea,
piacere di averti letto.
Come ti hanno già detto, il tuo racconto scorre molto bene. Dal punto di vista stilistico funziona tutto e si legge con piacere. Centrato anche il tema in una buona declinazione. Come ti hanno già detto, ottimo l'esercizio di seminare evidenziando le sensazioni che non hanno a che fare con la vista. Risultato ottenuto. Ho trovato il tuo brano molto dolce e questo, dal mio punto di vista, è un altro punto a tuo favore.
Peraltro trovo sempre molto interessante chi sperimenta una scrittura che possa fare a meno della vista.
Buona prova.
A rileggerci presto,
Elisa

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Manuel Marinari
Messaggi: 341

Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#10 » lunedì 28 ottobre 2024, 11:55

Ciao Andrea, racconto scritto molto bene. L'interiorità del personaggio principale è molto ben organizzata e strutturata. Hai fatto un'ottima scelta a lasciarlo da solo nella stanza, in modo da potersi commiserare e fare a pugni con le sue insicurezze. Mi piacciono molto i personaggi maschili che si fanno domande su di sé e si mettono in discussione.
L'inizio del racconto ti sei focalizzato molto sulla sensazione tattile. E ho pensato: tre righe per dire che sta toccando il viso della ragazza. Alla fine mi sono ricreduto, visto la rivelazione che fa la storia. Ottima scelta.
Volevo annotare due cosine, ma giusto perché avrei utilizzato altri termini per la scena:
- "il materasso si inclina in sua direzione". Avrei utilizzato: "il materasso si inclina sotto le sue ginocchia/sotto il suo peso"? Poi dici che gattona quindi la immagino che salga sul letto in quel modo.
- "L’asse del gabinetto sbatte sulla ceramica. Alessia chiude la porta..." Avrei invertito le due azioni.
Queste due cose che ti ho suggerito sono veramente di poco conto e non incideranno sulla scelta della classifica che farò, ma volevo condividerle con te.
Buona edition!
Manuel Marinari

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Andrea Furlan
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#11 » lunedì 28 ottobre 2024, 13:31

Ciao Andrea,
Il tuo racconto mi è piaciuto soprattutto per lo stile e il modo in cui hai costruito il rapporto fra i due personaggi, anche se l'ho apprezzato solo dopo diverse letture. Non avevo capito subito che il protagonista fosse cieco e senza questo elemento fondamentale la storia sembra troppo neutra, dove in effetti sfugge qualcosa che non è evidente. Le semine ci sono, ma non sufficienti a fare intuire la verità alla prima lettura. Non so decidere se sarebbe stato meglio farlo capire subito invece di spiegarlo nel finale. Riguardo al tema, leggendo i commenti ho capito la tua intenzione, ma forse si tratta di un'interpretazione troppo laterale. In sintesi, una prova discreta che però purtroppo non mi ha convinto pienamente.

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giulio.palmieri
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#12 » lunedì 28 ottobre 2024, 23:51

Ciao Andrea, piacere di leggerti. Il racconto scorre, e anche qui, ho dovuto rileggerlo per cogliere tutti i dettagli (tattili e uditivi) della semina narrativa. Il personaggio di Michele risulta credibile (inclusi i suoi pensieri in attesa della compagna) e la rivelazione finale dà quel tocco che chiarisce il meccanismo narrativo, senza eccedere nel colpo di scena tout court. Sarà difficile stilare una classifica. Il tema risulta centrato. Alla prossima e buona edition.

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srcm
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#13 » martedì 29 ottobre 2024, 11:26

Scena interessante e ben scritta: la successione degli eventi e delle descrizioni mi sembra seguire un ordine tutto sommato logico (nella mia testa se l'ordine tavoletta-porta è così deve per forza voler dire che il bagno è molto piccolo). Unica cosa, ho fatto un attimo fatica a entrare nella scena nelle prime righe: il riferimento alla mano, sapendo che ci sarebbe stato un pdv insolito, mi ha inizialmente fatto pensare che il protagonista fosse la mano stessa (errore mio non aver letto prima il titolo però), anche se alla comparsa del braccio ho capito che il discorso si allargava. Alla prima battuta sul vedere ho interpretato si trattasse di una persona cieca e poi le cose sono andate al posto giusto. Mi viene da pensare che forse si potrebbe lasciare qualche indizio più esplicito da subito, forse aumentando la multisensorialità. Far riferimento all'udito fin da subito ad esempio, come forse fai nel titolo, potrebbe evitare confusione sul pdv iniziale: ricordo che Almost Blue di Lucarelli usava una soluzione di questo tipo (ma lì il protagonista era anche appassionato di musica oltre che cieco). Sul finale mi aspettavo forse un colpo di scena ulteriore, ma devo dire che lo sviluppo del protagonista in queste poche righe mi sembra ben fatto e il tema mi sembra chiaro (un ragionamento sulla fiducia).
Complimenti e in bocca al lupo per la sfida!

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CristianoSaccoccia
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Re: Il rumore del silenzio

Messaggio#14 » giovedì 31 ottobre 2024, 16:56

Ciao Andrea piacere di conoscerti.
All'inizio anche io pensavo di scrivere un racconto con un cieco, ma ho esitato e ho fatto bene perché ci sei riuscito molto bene te. Lo stile mi piace, anche il "punto di vista" e mi hai tenuto incollato fino alla fine con il tuo stile incisivo ma anche mai invadente. Unica "pecca", io avrei calcato ancora la mano sui suoi complessi ma forse nella tua testa persisteva una storia dal pathos soffuso e non deflagrante, quindi niente male tutto sommato. Buon racconto!

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