Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche

BENVENUTI ALLA BEPPE RONCARI EDITION, LA SECONDA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 185° ALL TIME!
Questo è il gruppo RENZO della BEPPE RONCARI EDITION con BEPPE RONCARI come guest star.
Gli autori del gruppo RENZO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LUCIA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo CRISTOFORO.
Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da BEPPE RONCARI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo RENZO:
Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli, ore 22.59, 3971 caratteri
Sentite questa, di Daniele Villa, ore 23.25, 3991 caratteri
Consiglio da amico, di Agostino Langellotti, ore 23.45, 3984 caratteri
Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton, ore 23.59, 3930 caratteri
Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo, ore 00.10, 3360 caratteri
Unlimited, di Mario Pacchiarotti, ore 23.00, 3712 caratteri
A casa prima di cena, di Fabio Scalini, ore 22.49, 3924 caratteri
Ululati, di Salvatore Stefanelli, ore 00.05, 3997 caratteri
Scavare e scavare, di Mauro Bennici, ore 00.38, 3989 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 31 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo LUCIA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 NOVEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo LUCIA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo LUCIA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
BUONA BEPPE RONCARI EDITION A TUTTI!
- Maurizio Chierchia
- Messaggi: 303
Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Buonasera a tutte e tutti. Uao! Che tema affascinante e che racconti che avete tirato fuori! Alcuni mi sono piaciuti davvero tanto e sono felice di aver partecipato, visto che stavo rischiando di non esserci. Mi sarei perso delle storie veramente belle che mi hanno strappato più di un sorriso. Ma adesso, ciancio alle bande, e veniamo alla nostra classifica. Ancora complimenti a tutti e non vogliatene a male se non vi ho dato la posizione che vi aspettavate.
1 - QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO
2 - SENTITE QUESTA
3 - UNLIMITED
4 - BILLY JOE
5 - SCAVARE E SCAVARE
6 - CONSIGLIO DA UN AMICO
7 - A CASA PRIMA DI CENA
8 - ULULATI
9 - MI SPOSO UNA RANA
1 - QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO
Ciao Dash.
Complimenti!
Hai scritto veramente un gran bel racconto. Il punto di vista della mosca che se ne sbatte degli uomini è fatto molto bene. Tutte le descrizioni dei liquidi e le sostanze che la mosca adora li ho trovati perfetti. Ho provato un certo disgusto nel leggere questa storia ed era proprio quello che ci voleva. Amo le storie disgustose!
Inoltre, tutta la scena in sé è credibile e lascia il lettore perplesso su ciò a cui ha appena assistito. Un omicidio per tradimento, di cui la mosca se ne frega bellamente. Per lei l'estate è bellissima, e noi la seguiamo fuori dalla finestra verso il canto delle cicale.
Bello, bello, bello, davvero!
Ti auguro una buona gara e rileggerci presto!
2 - SENTITE QUESTA
Ciao Daniele.
Che dire, ormai riconosco i tuoi racconti solo dal tuo stile, da come scrivi, e questo è veramente invidiabile. Nel corso del tempo ti ho visto arricchire la tua scrittura in maniera esponenziale. Che ti piaccia o no, comunque, quando scrivi storie come queste, con personaggi (o amplificatori acustici) comici, diretti e sagaci, dai il meglio di te.
Veramente bella l'idea che è scaturita dal tema, non così scontata o banale, e soprattutto bella la resa. Questi sono i tuoi racconti e si sente quanto tu ce li abbia dentro. Quindi complimenti, mi è veramente piaciuto!
Ti auguro come sempre buona gara e a rileggerci presto!
3 - UNLIMITED
Ciao Mario.
Bellissima storiella, complimenti! Nella mia testa avevo la voce della Gerini che raccontava.
Non essendo romano, ci ho messo un po' a capire bene il testo. Ma quando la Gerini si è fatta largo dentro di me (ok così sembra una cosa brutta) il risultato è stato eccellente.
Non ho molto da dire, se non che la storia mi è piaciuta e soprattutto mi è piaciuto il tono scanzonato alla Vanzina d'altri tempi.
Se devo farti un appunto, ma proprio solo una quisquiglia, è questa frase: cavolo un modello coi controcavoli proprio e visto che era acceso e aperto me so’ seduta per cazzeggia’ e pure per la curiosità de famme un po’ de cazzi suoi… Avrei inserito qualche virgola in più giusto per non perdersi nella narrazione.
Per il resto hai fatto un'ottima prova, bravo!
A rileggerci presto e buona gara!
4 - BILLY JOE
Ciao Gabriele.
Bel racconto e bella stesura. Si legge bene, tutto d'un fiato, e il capovolgimento finale fa il suo dovere.
Ci sono poche cose che mi hanno un tantino infastidito e ora te le spiego:
1 - di una stanchezza pesante come la polvere sotto i suoi piedi
2 - Si poteva udire solo la polvere che si sollevava in aria per poi ricadere pesantemente a terra
Qui, in queste due frasi, ci sono un paio di cosette che non trovo inserite bene. Per prima cosa il fatto di ripetere che la polvere sia pesante, una specie di ossimoro in quanto la polvere, quasi per definizione, è leggera. Il fatto è che l'ossimoro in questione non mi fa impazzire, non riesco a immaginare la polvere pesante. O meglio, riesco anche a immaginarla ma soprattutto nella prima frase faccio fatica proprio a trovarne il senso. Se la polvere è sotto i suoi piedi come fa a essere pesante?
Nella frase dopo, invece, parli di poter udire la polvere che si solleva e ricade a terra, cosa abbastanza surreale e che toglie il senso di concretezza del tuo racconto.
In ogni caso, sono solo sottigliezze che non influiscono gran che sulla resa finale che devo ammettere mi sia piaciuta.
Anche io faccio un po' fatica a distinguere il punto di vista insolito, ci devo ragionare bene. Ma come detto da Matteo, se vuoi illuminarci secondo quella che era la tua idea, sicuramente avremo tutto più chiaro.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto!
5 - SCAVARE E SCAVARE
Ciao Mauro.
Il racconto è scritto veramente bene ed è anche interessante, se non fosse che sembra troncato sul più bello.
Capisco che la rivelazione debba essere quella della morte del suo prof, però, proprio in quel punto, avrei voluto leggere di più. Sarà che mi stava piacendo molto la storia e che la lettura scorre liscia che è un piacere. Peccato solo per questa cosa. Il tema è sfiorato, forse altra piccola pecca, ma non influisce troppo sulla bellezza del racconto.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto!
6 - CONSIGLIO DA UN AMICO
Ciao Agostino.
Partiamo dalla premessa che il racconto mi è piaciuto. Ho trovato anche io stuzzicante l'idea dello scrittore e il correttore di bozze, con tutte le citazioni del caso. Tuttavia, c'è un dettaglio che mi lascia perplesso. In tutta la prima parte ho fatto fatica a capire quali fossero i punti di vista coinvolti. Per un attimo ho pensato fosse una narrazione in terza persona che, sbagliando, passa a una in prima persona. Più andavo avanti col racconto e più avevo l'idea che il correttore di bozze gli facesse notare questo. Ma, frase dopo frase, ciò non è accaduto. Quindi mi sono chiesto, non è che abbia frainteso io? E così era!
Ci ho messo un po' a capire come fosse sviluppata la scena e questa è stata l'unica pecca che mi ha fatto storcere il naso.
Per il resto bel racconto che fa il suo lavoro come si deve.
A rileggerci presto e buona gara!
7 - A CASA PRIMA DI CENA
Ciao Fabio.
Allora, il racconto nasce da un interessante spunto. L'idea che le persone si stiano alienando sempre più, mescolata alla nuova tecnologia che hai inventato, è buona. Il problema sta in come ti sei approcciato alla storia. La stesura risulta complicata. All'inizio ho fatto fatica a capire come queste persone sfruttino la tecnologia del PDV, poi lentamente mi è stato più chiaro. Ho dovuto però rileggere più volte il racconto per capire bene gli ingranaggi della scena, e questo è un peccato.
Bella l'idea, un po' meno lo svolgimento. Il tema lo trovo comunque molto centrato.
Ti auguro una buna gara e a rileggerci presto!
8 - ULULATI
Ciao Salvatore.
Visto il tuo appunto sull'essere fuori allenamento non sarò troppo cattivo. Purtroppo però la cosa si sente.
Ci sono troppi errori a livello di punteggiatura a mio avviso. A volte ho dovuto rileggere la frase e addirittura riscriverla per capire come poteva essere sviluppata meglio. Come questa: Decisi di non dar peso alle loro parole, così attraversai il grande portone del monastero accolto da una folta schiera di fratelli in fede e Ringhio, che era sempre stato l’amico più fedele, anche allora mi stava accanto; non capii perché il mio cane si dimostrasse così ostile nei loro confronti, capii benissimo, invece, perché i monaci lo ricambiassero allo stesso modo e, non ebbi altra scelta che lasciarlo nelle mani di un contadino che abitava poco distante. Qui la punteggiatura e la frammentazione della frase non è delle migliori. Avrei optato per una scelta più simile a questa: Decisi di non dar peso alle loro parole e attraversai il grande portone del monastero, accolto da una folta schiera di fratelli in fede. Ringhio, che era sempre stato il mio amico più fedele, mi stava accanto anche allora. Non capii perché il mio cane si mostrasse così ostile nei loro confronti, ma capii benissimo perché i monaci ricambiassero quell'ostilità. Non ebbi altra scelta che lasciarlo nelle mani di un contadino che abitava poco distante. Insomma, avrei spezzettato di più le parti e avrei optato per una punteggiatura più efficace.
Altro errore lo ritrovo qui: Il priore era stato barbaramente ucciso a morsi giorni addietro e, a me l’abate aveva affidato il compito di saperne di più sulla sua morte. Qui la virgola l'avrei proprio tolta.
In ogni caso ben tornato nell'arena e buona gara. A rileggerci presto!
9 - MI SPOSO UNA RANA
Ciao Giovanni.
Purtroppo il racconto non mi è piaciuto e ti spiego bene i motivi.
Per prima cosa, ho trovato la narrazione poco fluida. Troppe parole e termini non proprio comuni che hanno appesantito la storia. Capisco che il racconto è ambientato in epoca medioevale o giù di lì, ma sovraffollare il testo di parole desuete risulta ridondante e pesante.
Altra cosa che non ho apprezzato sono i dialoghi. Questo ad esempio, “Io no, conte, resto con voi, ma guardatevi intorno. L’ala sinistra è andata. Morto il fido Goffredo, il suo cavallo preso; la sua armatura se la dividono due ribaldi col fiato di cipolla e di aglio che colpiscono con forza e violenza. Quelli che erano con lui, senza più la sua guida, sono scesi di sella, han lasciato ogni peso e risalgono nascondendosi dietro i tronchi più grossi.
Sulla destra non c’è più nessuno su cui valga la pena di fare affidamento. Siamo ormai circondati.
Son colpito alla schiena.
Una freccia, di quelle con cui vi divertivate a mirare e colpire le anfore delle donne alla fonte giù in basso, mi ha bucato la maglia. Non mi reggo. Son preso. Su fuggite!” è veramente troppo lungo e macchinoso. Inoltre, sembra che Gualtiero stia descrivendo la scena di un film a un non vedente in un cinema. Non è credibile. Anche la scelta di andare a capo due volte in un dialogo la trovo discutibile.
Altro dialogo abbastanza raffazzonato è l'ultimo, “Conte Alessandro, vi ricordate di me? Sono Roccuccio, il figlio di Maria la ‘ualan e di Cosimino u galessier’, e mi sposo domani. Avete mandato a casa mia i vostri uomini perchè ritenevate vostro diritto applicare anche a me la ius primae noctis. Ho risposto che non sposavo una ragazza, ma sposavo una rana di questo stagno dove le donne vanno ad attingere l’acqua con le anfore in testa. Se voleva, la pigliavo la sera e ve la portavo al castello e principe sareste diventato.
Il vostro Gualtiero ha promesso che sarebbe tornato e avrebbe preso tutte le ragazze in età da marito cosi era sicuro che non sarebbe sfuggita e tutti nel drappello le avrebbero accontentate e nobilitate.
E quante ne avete uccise che volentieri vi strozzerei io con queste mani e tutti quelli cui avete prese le spose la prima notte di nozze vi farebbero a pezzi volentieri e laggiù c’è quell’altro che ha promesso che vi manda in Dalmazia e, a noi, non ci prenderà che solo il giusto di olio, di legna, di grano e la decima per la chiesa.
Ora ci tocca di lasciarvi stare. In questo mondo dobbiamo obbedire al vostro modo di pensare. Addio! Tolto il fatto che non hai messo le "virgolette" di chiusura, rimane estremamente lungo. Tutto il discorso e l'idea della rana, e del pretesto di ribellione, sono anche carine, ma non rese in questo modo.
Mi dispiace ma non ho neanche trovato centrato il tema. Non trovo un insolito punto di vista, ma un qualsiasi punto di vista normale, come posso trovare dappertutto.
Peccato, perchè l'idea poteva anche starci. Ma il risultato non mi ha entusiasmato.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto!
1 - QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO
2 - SENTITE QUESTA
3 - UNLIMITED
4 - BILLY JOE
5 - SCAVARE E SCAVARE
6 - CONSIGLIO DA UN AMICO
7 - A CASA PRIMA DI CENA
8 - ULULATI
9 - MI SPOSO UNA RANA
1 - QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO
Ciao Dash.
Complimenti!
Hai scritto veramente un gran bel racconto. Il punto di vista della mosca che se ne sbatte degli uomini è fatto molto bene. Tutte le descrizioni dei liquidi e le sostanze che la mosca adora li ho trovati perfetti. Ho provato un certo disgusto nel leggere questa storia ed era proprio quello che ci voleva. Amo le storie disgustose!
Inoltre, tutta la scena in sé è credibile e lascia il lettore perplesso su ciò a cui ha appena assistito. Un omicidio per tradimento, di cui la mosca se ne frega bellamente. Per lei l'estate è bellissima, e noi la seguiamo fuori dalla finestra verso il canto delle cicale.
Bello, bello, bello, davvero!
Ti auguro una buona gara e rileggerci presto!
2 - SENTITE QUESTA
Ciao Daniele.
Che dire, ormai riconosco i tuoi racconti solo dal tuo stile, da come scrivi, e questo è veramente invidiabile. Nel corso del tempo ti ho visto arricchire la tua scrittura in maniera esponenziale. Che ti piaccia o no, comunque, quando scrivi storie come queste, con personaggi (o amplificatori acustici) comici, diretti e sagaci, dai il meglio di te.
Veramente bella l'idea che è scaturita dal tema, non così scontata o banale, e soprattutto bella la resa. Questi sono i tuoi racconti e si sente quanto tu ce li abbia dentro. Quindi complimenti, mi è veramente piaciuto!
Ti auguro come sempre buona gara e a rileggerci presto!
3 - UNLIMITED
Ciao Mario.
Bellissima storiella, complimenti! Nella mia testa avevo la voce della Gerini che raccontava.
Non essendo romano, ci ho messo un po' a capire bene il testo. Ma quando la Gerini si è fatta largo dentro di me (ok così sembra una cosa brutta) il risultato è stato eccellente.
Non ho molto da dire, se non che la storia mi è piaciuta e soprattutto mi è piaciuto il tono scanzonato alla Vanzina d'altri tempi.
Se devo farti un appunto, ma proprio solo una quisquiglia, è questa frase: cavolo un modello coi controcavoli proprio e visto che era acceso e aperto me so’ seduta per cazzeggia’ e pure per la curiosità de famme un po’ de cazzi suoi… Avrei inserito qualche virgola in più giusto per non perdersi nella narrazione.
Per il resto hai fatto un'ottima prova, bravo!
A rileggerci presto e buona gara!
4 - BILLY JOE
Ciao Gabriele.
Bel racconto e bella stesura. Si legge bene, tutto d'un fiato, e il capovolgimento finale fa il suo dovere.
Ci sono poche cose che mi hanno un tantino infastidito e ora te le spiego:
1 - di una stanchezza pesante come la polvere sotto i suoi piedi
2 - Si poteva udire solo la polvere che si sollevava in aria per poi ricadere pesantemente a terra
Qui, in queste due frasi, ci sono un paio di cosette che non trovo inserite bene. Per prima cosa il fatto di ripetere che la polvere sia pesante, una specie di ossimoro in quanto la polvere, quasi per definizione, è leggera. Il fatto è che l'ossimoro in questione non mi fa impazzire, non riesco a immaginare la polvere pesante. O meglio, riesco anche a immaginarla ma soprattutto nella prima frase faccio fatica proprio a trovarne il senso. Se la polvere è sotto i suoi piedi come fa a essere pesante?
Nella frase dopo, invece, parli di poter udire la polvere che si solleva e ricade a terra, cosa abbastanza surreale e che toglie il senso di concretezza del tuo racconto.
In ogni caso, sono solo sottigliezze che non influiscono gran che sulla resa finale che devo ammettere mi sia piaciuta.
Anche io faccio un po' fatica a distinguere il punto di vista insolito, ci devo ragionare bene. Ma come detto da Matteo, se vuoi illuminarci secondo quella che era la tua idea, sicuramente avremo tutto più chiaro.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto!
5 - SCAVARE E SCAVARE
Ciao Mauro.
Il racconto è scritto veramente bene ed è anche interessante, se non fosse che sembra troncato sul più bello.
Capisco che la rivelazione debba essere quella della morte del suo prof, però, proprio in quel punto, avrei voluto leggere di più. Sarà che mi stava piacendo molto la storia e che la lettura scorre liscia che è un piacere. Peccato solo per questa cosa. Il tema è sfiorato, forse altra piccola pecca, ma non influisce troppo sulla bellezza del racconto.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto!
6 - CONSIGLIO DA UN AMICO
Ciao Agostino.
Partiamo dalla premessa che il racconto mi è piaciuto. Ho trovato anche io stuzzicante l'idea dello scrittore e il correttore di bozze, con tutte le citazioni del caso. Tuttavia, c'è un dettaglio che mi lascia perplesso. In tutta la prima parte ho fatto fatica a capire quali fossero i punti di vista coinvolti. Per un attimo ho pensato fosse una narrazione in terza persona che, sbagliando, passa a una in prima persona. Più andavo avanti col racconto e più avevo l'idea che il correttore di bozze gli facesse notare questo. Ma, frase dopo frase, ciò non è accaduto. Quindi mi sono chiesto, non è che abbia frainteso io? E così era!
Ci ho messo un po' a capire come fosse sviluppata la scena e questa è stata l'unica pecca che mi ha fatto storcere il naso.
Per il resto bel racconto che fa il suo lavoro come si deve.
A rileggerci presto e buona gara!
7 - A CASA PRIMA DI CENA
Ciao Fabio.
Allora, il racconto nasce da un interessante spunto. L'idea che le persone si stiano alienando sempre più, mescolata alla nuova tecnologia che hai inventato, è buona. Il problema sta in come ti sei approcciato alla storia. La stesura risulta complicata. All'inizio ho fatto fatica a capire come queste persone sfruttino la tecnologia del PDV, poi lentamente mi è stato più chiaro. Ho dovuto però rileggere più volte il racconto per capire bene gli ingranaggi della scena, e questo è un peccato.
Bella l'idea, un po' meno lo svolgimento. Il tema lo trovo comunque molto centrato.
Ti auguro una buna gara e a rileggerci presto!
8 - ULULATI
Ciao Salvatore.
Visto il tuo appunto sull'essere fuori allenamento non sarò troppo cattivo. Purtroppo però la cosa si sente.
Ci sono troppi errori a livello di punteggiatura a mio avviso. A volte ho dovuto rileggere la frase e addirittura riscriverla per capire come poteva essere sviluppata meglio. Come questa: Decisi di non dar peso alle loro parole, così attraversai il grande portone del monastero accolto da una folta schiera di fratelli in fede e Ringhio, che era sempre stato l’amico più fedele, anche allora mi stava accanto; non capii perché il mio cane si dimostrasse così ostile nei loro confronti, capii benissimo, invece, perché i monaci lo ricambiassero allo stesso modo e, non ebbi altra scelta che lasciarlo nelle mani di un contadino che abitava poco distante. Qui la punteggiatura e la frammentazione della frase non è delle migliori. Avrei optato per una scelta più simile a questa: Decisi di non dar peso alle loro parole e attraversai il grande portone del monastero, accolto da una folta schiera di fratelli in fede. Ringhio, che era sempre stato il mio amico più fedele, mi stava accanto anche allora. Non capii perché il mio cane si mostrasse così ostile nei loro confronti, ma capii benissimo perché i monaci ricambiassero quell'ostilità. Non ebbi altra scelta che lasciarlo nelle mani di un contadino che abitava poco distante. Insomma, avrei spezzettato di più le parti e avrei optato per una punteggiatura più efficace.
Altro errore lo ritrovo qui: Il priore era stato barbaramente ucciso a morsi giorni addietro e, a me l’abate aveva affidato il compito di saperne di più sulla sua morte. Qui la virgola l'avrei proprio tolta.
In ogni caso ben tornato nell'arena e buona gara. A rileggerci presto!
9 - MI SPOSO UNA RANA
Ciao Giovanni.
Purtroppo il racconto non mi è piaciuto e ti spiego bene i motivi.
Per prima cosa, ho trovato la narrazione poco fluida. Troppe parole e termini non proprio comuni che hanno appesantito la storia. Capisco che il racconto è ambientato in epoca medioevale o giù di lì, ma sovraffollare il testo di parole desuete risulta ridondante e pesante.
Altra cosa che non ho apprezzato sono i dialoghi. Questo ad esempio, “Io no, conte, resto con voi, ma guardatevi intorno. L’ala sinistra è andata. Morto il fido Goffredo, il suo cavallo preso; la sua armatura se la dividono due ribaldi col fiato di cipolla e di aglio che colpiscono con forza e violenza. Quelli che erano con lui, senza più la sua guida, sono scesi di sella, han lasciato ogni peso e risalgono nascondendosi dietro i tronchi più grossi.
Sulla destra non c’è più nessuno su cui valga la pena di fare affidamento. Siamo ormai circondati.
Son colpito alla schiena.
Una freccia, di quelle con cui vi divertivate a mirare e colpire le anfore delle donne alla fonte giù in basso, mi ha bucato la maglia. Non mi reggo. Son preso. Su fuggite!” è veramente troppo lungo e macchinoso. Inoltre, sembra che Gualtiero stia descrivendo la scena di un film a un non vedente in un cinema. Non è credibile. Anche la scelta di andare a capo due volte in un dialogo la trovo discutibile.
Altro dialogo abbastanza raffazzonato è l'ultimo, “Conte Alessandro, vi ricordate di me? Sono Roccuccio, il figlio di Maria la ‘ualan e di Cosimino u galessier’, e mi sposo domani. Avete mandato a casa mia i vostri uomini perchè ritenevate vostro diritto applicare anche a me la ius primae noctis. Ho risposto che non sposavo una ragazza, ma sposavo una rana di questo stagno dove le donne vanno ad attingere l’acqua con le anfore in testa. Se voleva, la pigliavo la sera e ve la portavo al castello e principe sareste diventato.
Il vostro Gualtiero ha promesso che sarebbe tornato e avrebbe preso tutte le ragazze in età da marito cosi era sicuro che non sarebbe sfuggita e tutti nel drappello le avrebbero accontentate e nobilitate.
E quante ne avete uccise che volentieri vi strozzerei io con queste mani e tutti quelli cui avete prese le spose la prima notte di nozze vi farebbero a pezzi volentieri e laggiù c’è quell’altro che ha promesso che vi manda in Dalmazia e, a noi, non ci prenderà che solo il giusto di olio, di legna, di grano e la decima per la chiesa.
Ora ci tocca di lasciarvi stare. In questo mondo dobbiamo obbedire al vostro modo di pensare. Addio! Tolto il fatto che non hai messo le "virgolette" di chiusura, rimane estremamente lungo. Tutto il discorso e l'idea della rana, e del pretesto di ribellione, sono anche carine, ma non rese in questo modo.
Mi dispiace ma non ho neanche trovato centrato il tema. Non trovo un insolito punto di vista, ma un qualsiasi punto di vista normale, come posso trovare dappertutto.
Peccato, perchè l'idea poteva anche starci. Ma il risultato non mi ha entusiasmato.
Ti auguro una buona gara e a rileggerci presto!
Maurizio Chierchia
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Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Ecco la mia classifica. Avendo un’autentica ammirazione per chi riesce a partecipare a MC, mi vergogno sempre di dover esprimere giudizi su autori in gran parte più esperti di me. Provo a fare del mio meglio, perdonatemi in anticipo.
1) Quel pomeriggio d’agosto di Dash J. Benton
2) Unlimited, di Mario Pacchiarotti
3) A casa prima di cena, di Fabio Scalini
4) Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
5) Sentite questa, di Daniele Villa
6) Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
7) Scavare e scavare, di Mauro Bennici
8) Ululati, di Salvatore Stefanelli
9) Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
1)Quel pomeriggio d’agosto di Dash J. Benton
Buongiorno, Dash. Sarò breve perché non ho appunti da fare a questo racconto. Incuriosisce, lascia via via capire chi parla, instilla la giusta dose di raccapriccio senza però esagerare con scene orride, non perde mai coerenza. Leggo che qualcuno ti rimprovera che non sia originalissimo, ma la leggibilità e godibilità del testo hanno per me la priorità, quindi lo premierò senz’altro.
2) Unlimited, di Mario Pacchiarotti
Buongiorno Mario, è stato un piacere leggere il tuo scanzonato racconto. Che dire? Non ci ho trovato pecche, è divertente, chiaro, originale l’idea di un punto di vista ‘limitato’ perché la gente comune è manovrata e condizionata dall’informazione fornita da chi ha il denaro e quindi il potere. Oddio, più che originale mi pare un’amara constatazione, una parodia non troppo accentuata della realtà. Ma comunque il tema lo vedo e la scrittura mi piace. Ora litigo un po’ con gli altri racconti e decido come fare, mannaggia, che siete troppo bravi in tanti!
3) A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Buongiorno Fabio. Ho letto e poi riletto il tuo racconto. Lo ritengo quello che più ha centrato il tema, dando alla definizione ‘punto di vista’ una interpretazione diversa da quelle più intuitive. Non gli assegno la testa della classifica perché nella lettura qualcosa mi era sfuggita, è servito rileggere, capire. Naturalmente è perché parli di una tecnologia che non conosciamo e che dobbiamo sforzarci di immaginare, il limite di caratteri non ti consente di entrare in troppi particolari, lasci intuire e il lettore deve ricostruire. Comunque, l’ho trovo molto buono.
4)Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
Buongiorno, Agostino. Come sempre i tuoi racconti sono precisi, nitidi, ben focalizzati. Mai ombre che facciano pensare a caratteri tagliati via, a scene rimaste mozze. Un’abilità che invidio davvero. Questo è forse appena meno suggestivo di altri tuoi, ma è naturalmente questione di gusti. Anche qui, se proprio vogliamo, quello dell’amico non è un punto di vista poi così insolito, direi più ‘diverso da quello dell’autore’. Diciamo allora che premierò di più racconti con una misura di ‘insolito’ maggiore. Ma il tuo è comunque, senza dubbi, ottimo.
5) Sentite questa, di Daniele Villa
Buongiorno, Daniele. Il tuo è un buon racconto, cogli il tema e metti in scena una vicenda che si segue con sufficiente chiarezza. Scrivo ‘sufficiente’ perché anch’io ho avuto un attimo di incertezza sul finale. Pensa che per un attimo avevo capito che la ragazza, nonostante tutto innamorata del traditore, si stringesse a LUI, terrorizzata di vederlo colpito. E non avevo capito che poi al concerto ci fossero andati lo stesso. Insomma, un filo di sbavatura sul finale che ti fa scivolare sotto i primi. Che poi, i margini sono così limitati che mi è difficile essere serena nel mettere uno più avanti e l’altro più dietro. Ma devo. Scusami, se avessi a disposizione degli ex equo saresti più su.
6) Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
Buongiorno Gabriele. Questo racconto mi crea un problema enorme. Mi è piaciuto molto, ma molto. Mi ha coinvolta, emozionata. Ma. Ma non capivo di chi fosse il punto di vista insolito. Alla fine, dispiaciuta di non arrivarci, ho letto la tua spiegazione. Che mi ha offerto un appoggio, ma insufficiente. Confesso, avrei voluto che mi convincessi per darti con coscienza tranquilla la testa della classifica. Ma sarei scorretta, perché ho subito pensato, dopo aver letto la tua interpretazione, che quello dei lettori del tuo racconto non sarebbe stato un punto di vista ‘insolito’, ma anzi un punto di vista tanto ‘solito’ da essere del tutto prevedibile, al punto che hai potuto calcolare come trarli inizialmente in inganno e come sorprenderli svelandogli la verità.
Sono purtroppo convinta che in questo modo tu abbia preso il tema troppo alla larga, e rispettare il tema è invece fondamentale perché fin troppo facile sarebbe, altrimenti, ricorrere a racconti già scritti e ben meditati. Non si giocherebbe più tutti ad armi pari. È per questo, solo per questo, che non ho ancora idea di come inserirti in questa classifica. Sul racconto: applausi.
7) Scavare e scavare, di Mauro Bennici
Buongiorno Mauro, anche il tuo è un bel racconto. Purtroppo, stilare una classifica implica dare dei giudizi e io mi sento alquanto in difficoltà. Diciamo che la storia ha richiesto due letture (anche tre) perché non tutto mi è stato chiaro subito. Poi credo d’aver capito che l’intelligenza artificiale costruiva una avatar del professore per consentire all’uomo di sfogarsi, visto che il vero professore era morto. Giusto? Ma il programma di psicologia virtuale, presumibilmente anche sulla base di informazioni fornite da Carla, ha stabilito che il caso è piuttosto serio e serve l’intervento di un medico in carne e ossa. E interrompe il trattamento. È il suo, il punto di vista insolito? L’ho interpretato così, ma solo il fatto di essere in dubbio mi fa preferire altri racconti. Fermo restando di non aver molto da dire, invece, sulla leggibilità e scorrevolezza del testo.
8) Ululati, di Salvatore Stefanelli
Buongiorno Salvatore. Ho letto anch’io la tua nota sull’essere fuori allenamento e ho sorriso. Almeno tu l’hai avuto, l’allenamento, per perderlo. Io proprio ci provo ogni volta, e mi sembra sempre al di là delle mie capacità. Ma comunque, per fortuna siamo tra amici. Il racconto è scorrevole, anche se non mancano le imperfezioni, non solo di punteggiatura, a cui accennava Maurizio. Nulla di scandaloso, ma gli altri hanno tirato fuori e sviluppato idee con bravura maggiore. Anche nello stabilire quale sia il punto di vista insolito sono in dubbio. È quello del cane, che grazie all’olfatto individua l’abate?
Inoltre, mi sorge una domanda. Se l’abate sapeva che i monaci erano lupi mannari come lui, perché lasciar diventare priore un normale? E se il priore era come gli altri, perché l’avevano ucciso?
Resto con le mie curiosità.
9) Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Buogiorno, Giovanni. Anche il tuo racconto (non è stato il solo) ho dovuto rileggerlo prima di intenderne abbastanza il senso, e questa necessità da sola significa che l’esposizione poteva essere migliore.
Se è vero che l’ambientazione vuol richiamarsi al medioevo, è vero anche che solo il parlare del conte poteva essere ‘raffinato’ mentre quello dei villani doveva avere un tono diverso. Invece in tutto il brano utilizzi la stessa lingua piuttosto ‘singolare’.
Senza contare che il servitore fedele, che gli mostra la disfatta, parla altisonante fino a un attimo prima di morire, benché sia ferito, in un modo che fa pensare a una scena melodrammatica sul palco d’un teatro di periferia. Insomma, il dramma non è reso in modo convincente, nonostante la materia avrebbe potuto esserlo (drammatica). Mi piaceva infatti l’idea di un esercito che non interviene lasciando che siano i contadini a rischiare e morire, con la speranza di passare sotto un padrone migliore. C’era l’idea, a mio avviso, ma non sei riuscito a renderla al meglio. La storia della rana poi non si capisce, tranne forse che non fosse stata una battuta del giovane per dire che non avrebbe mai detto chi sposava, a cui forse è seguita l’azione di forza dei soldati verso tutte le fanciulle da marito del paese. Possibile? Se è così, è comunque assai poco chiaro. E infine, sono in dubbio sul punto di vista insolito. Di chi è? Dei nuovi padroni che non lasciano ai contadini la libertà di vendicarsi, perché comunque il prigioniero è un nobile e solo per questo va rispettato? Queste cose avrebbero dovuto essere messe in chiaro nel racconto, non lasciate all’interpretazione dubbia del lettore. Spero che non ti dispiacciano le mie note, ti assicuro che condivido con te il desiderio di scrivere per MC e la difficoltà di districarmi tra il poco tempo e le poche battute. Buona fortuna per l’edition.
1) Quel pomeriggio d’agosto di Dash J. Benton
2) Unlimited, di Mario Pacchiarotti
3) A casa prima di cena, di Fabio Scalini
4) Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
5) Sentite questa, di Daniele Villa
6) Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
7) Scavare e scavare, di Mauro Bennici
8) Ululati, di Salvatore Stefanelli
9) Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
1)Quel pomeriggio d’agosto di Dash J. Benton
Buongiorno, Dash. Sarò breve perché non ho appunti da fare a questo racconto. Incuriosisce, lascia via via capire chi parla, instilla la giusta dose di raccapriccio senza però esagerare con scene orride, non perde mai coerenza. Leggo che qualcuno ti rimprovera che non sia originalissimo, ma la leggibilità e godibilità del testo hanno per me la priorità, quindi lo premierò senz’altro.
2) Unlimited, di Mario Pacchiarotti
Buongiorno Mario, è stato un piacere leggere il tuo scanzonato racconto. Che dire? Non ci ho trovato pecche, è divertente, chiaro, originale l’idea di un punto di vista ‘limitato’ perché la gente comune è manovrata e condizionata dall’informazione fornita da chi ha il denaro e quindi il potere. Oddio, più che originale mi pare un’amara constatazione, una parodia non troppo accentuata della realtà. Ma comunque il tema lo vedo e la scrittura mi piace. Ora litigo un po’ con gli altri racconti e decido come fare, mannaggia, che siete troppo bravi in tanti!
3) A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Buongiorno Fabio. Ho letto e poi riletto il tuo racconto. Lo ritengo quello che più ha centrato il tema, dando alla definizione ‘punto di vista’ una interpretazione diversa da quelle più intuitive. Non gli assegno la testa della classifica perché nella lettura qualcosa mi era sfuggita, è servito rileggere, capire. Naturalmente è perché parli di una tecnologia che non conosciamo e che dobbiamo sforzarci di immaginare, il limite di caratteri non ti consente di entrare in troppi particolari, lasci intuire e il lettore deve ricostruire. Comunque, l’ho trovo molto buono.
4)Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
Buongiorno, Agostino. Come sempre i tuoi racconti sono precisi, nitidi, ben focalizzati. Mai ombre che facciano pensare a caratteri tagliati via, a scene rimaste mozze. Un’abilità che invidio davvero. Questo è forse appena meno suggestivo di altri tuoi, ma è naturalmente questione di gusti. Anche qui, se proprio vogliamo, quello dell’amico non è un punto di vista poi così insolito, direi più ‘diverso da quello dell’autore’. Diciamo allora che premierò di più racconti con una misura di ‘insolito’ maggiore. Ma il tuo è comunque, senza dubbi, ottimo.
5) Sentite questa, di Daniele Villa
Buongiorno, Daniele. Il tuo è un buon racconto, cogli il tema e metti in scena una vicenda che si segue con sufficiente chiarezza. Scrivo ‘sufficiente’ perché anch’io ho avuto un attimo di incertezza sul finale. Pensa che per un attimo avevo capito che la ragazza, nonostante tutto innamorata del traditore, si stringesse a LUI, terrorizzata di vederlo colpito. E non avevo capito che poi al concerto ci fossero andati lo stesso. Insomma, un filo di sbavatura sul finale che ti fa scivolare sotto i primi. Che poi, i margini sono così limitati che mi è difficile essere serena nel mettere uno più avanti e l’altro più dietro. Ma devo. Scusami, se avessi a disposizione degli ex equo saresti più su.
6) Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
Buongiorno Gabriele. Questo racconto mi crea un problema enorme. Mi è piaciuto molto, ma molto. Mi ha coinvolta, emozionata. Ma. Ma non capivo di chi fosse il punto di vista insolito. Alla fine, dispiaciuta di non arrivarci, ho letto la tua spiegazione. Che mi ha offerto un appoggio, ma insufficiente. Confesso, avrei voluto che mi convincessi per darti con coscienza tranquilla la testa della classifica. Ma sarei scorretta, perché ho subito pensato, dopo aver letto la tua interpretazione, che quello dei lettori del tuo racconto non sarebbe stato un punto di vista ‘insolito’, ma anzi un punto di vista tanto ‘solito’ da essere del tutto prevedibile, al punto che hai potuto calcolare come trarli inizialmente in inganno e come sorprenderli svelandogli la verità.
Sono purtroppo convinta che in questo modo tu abbia preso il tema troppo alla larga, e rispettare il tema è invece fondamentale perché fin troppo facile sarebbe, altrimenti, ricorrere a racconti già scritti e ben meditati. Non si giocherebbe più tutti ad armi pari. È per questo, solo per questo, che non ho ancora idea di come inserirti in questa classifica. Sul racconto: applausi.
7) Scavare e scavare, di Mauro Bennici
Buongiorno Mauro, anche il tuo è un bel racconto. Purtroppo, stilare una classifica implica dare dei giudizi e io mi sento alquanto in difficoltà. Diciamo che la storia ha richiesto due letture (anche tre) perché non tutto mi è stato chiaro subito. Poi credo d’aver capito che l’intelligenza artificiale costruiva una avatar del professore per consentire all’uomo di sfogarsi, visto che il vero professore era morto. Giusto? Ma il programma di psicologia virtuale, presumibilmente anche sulla base di informazioni fornite da Carla, ha stabilito che il caso è piuttosto serio e serve l’intervento di un medico in carne e ossa. E interrompe il trattamento. È il suo, il punto di vista insolito? L’ho interpretato così, ma solo il fatto di essere in dubbio mi fa preferire altri racconti. Fermo restando di non aver molto da dire, invece, sulla leggibilità e scorrevolezza del testo.
8) Ululati, di Salvatore Stefanelli
Buongiorno Salvatore. Ho letto anch’io la tua nota sull’essere fuori allenamento e ho sorriso. Almeno tu l’hai avuto, l’allenamento, per perderlo. Io proprio ci provo ogni volta, e mi sembra sempre al di là delle mie capacità. Ma comunque, per fortuna siamo tra amici. Il racconto è scorrevole, anche se non mancano le imperfezioni, non solo di punteggiatura, a cui accennava Maurizio. Nulla di scandaloso, ma gli altri hanno tirato fuori e sviluppato idee con bravura maggiore. Anche nello stabilire quale sia il punto di vista insolito sono in dubbio. È quello del cane, che grazie all’olfatto individua l’abate?
Inoltre, mi sorge una domanda. Se l’abate sapeva che i monaci erano lupi mannari come lui, perché lasciar diventare priore un normale? E se il priore era come gli altri, perché l’avevano ucciso?
Resto con le mie curiosità.
9) Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Buogiorno, Giovanni. Anche il tuo racconto (non è stato il solo) ho dovuto rileggerlo prima di intenderne abbastanza il senso, e questa necessità da sola significa che l’esposizione poteva essere migliore.
Se è vero che l’ambientazione vuol richiamarsi al medioevo, è vero anche che solo il parlare del conte poteva essere ‘raffinato’ mentre quello dei villani doveva avere un tono diverso. Invece in tutto il brano utilizzi la stessa lingua piuttosto ‘singolare’.
Senza contare che il servitore fedele, che gli mostra la disfatta, parla altisonante fino a un attimo prima di morire, benché sia ferito, in un modo che fa pensare a una scena melodrammatica sul palco d’un teatro di periferia. Insomma, il dramma non è reso in modo convincente, nonostante la materia avrebbe potuto esserlo (drammatica). Mi piaceva infatti l’idea di un esercito che non interviene lasciando che siano i contadini a rischiare e morire, con la speranza di passare sotto un padrone migliore. C’era l’idea, a mio avviso, ma non sei riuscito a renderla al meglio. La storia della rana poi non si capisce, tranne forse che non fosse stata una battuta del giovane per dire che non avrebbe mai detto chi sposava, a cui forse è seguita l’azione di forza dei soldati verso tutte le fanciulle da marito del paese. Possibile? Se è così, è comunque assai poco chiaro. E infine, sono in dubbio sul punto di vista insolito. Di chi è? Dei nuovi padroni che non lasciano ai contadini la libertà di vendicarsi, perché comunque il prigioniero è un nobile e solo per questo va rispettato? Queste cose avrebbero dovuto essere messe in chiaro nel racconto, non lasciate all’interpretazione dubbia del lettore. Spero che non ti dispiacciano le mie note, ti assicuro che condivido con te il desiderio di scrivere per MC e la difficoltà di districarmi tra il poco tempo e le poche battute. Buona fortuna per l’edition.
Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Avete ricevuto due classifiche. Oltre a quella de IL GLADIATORE ne dovrete ricevere altre sei.
- MatteoMantoani
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Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
1) Unlimited, di Mario Pacchiarotti
2) Sentite questa, di Daniele Villa
3) Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
4) A casa prima di cena, di Fabio Scalini
5) Un consiglio da amico, di Agostino Langellotti
6) Quel pomeriggio d'agosto, di Dash J Benton
7) Scavare, scavare, di Mauro Bennici
8) Mi sposo una rana, di Giovanni D'addabbo
9) Ululati, di Salvatore Stefanelli
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2) Sentite questa, di Daniele Villa
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3) Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
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4) A casa prima di cena, di Fabio Scalini
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5) Un consiglio da amico, di Agostino Langellotti
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6) Quel pomeriggio d'agosto, di Dash J Benton
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7) Scavare, scavare, di Mauro Bennici
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Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Ciao a tutti,
premetto che non è stato semplice: il mio essere fuori allenamento si è manifestato in maniera prepotente nello scrivere i commenti e decidere le posizioni, spero di aver dato a tutti voi le motivazioni sufficienti per le mie scelte.
1 - UN CONSIGLIO DA UN AMICO, Agostino Langellotti
2 - UNLIMITED, Mario Pacchiarotti
3 - QUEL POMERIGGIO D’AGOSTO, Dash J. Benson
4 - SENTITE QUESTA, Daniele Villa
5 - A CASA PRIMA DI CENA, Fabio Scalini
6 - BILLY JOE, Gabriele Donzadelli
7 - SCAVARE E SCAVARE, Mauro Bennici
8 - ULULATI, Salvatore Stefanelli
9 - MI SPOSO UNA RANA, Giovanni D’Addabbo
1 - UN CONSIGLIO DA UN AMICO
Ciao Agostino!
Ho letto il tuo racconto con il sorriso sulle labbra. Ti sei basato su un'idea semplice e geniale, chi non vorrebbe il parere letterario del proprio idolo? Ho incontrato nel tuo racconto una bella quantità di giochi linguistici e idee davvero divertenti come i piccoli particolari del maestro che sono dosati con maestria. Bella e fluida la gestione dei dialoghi. Ti dirò solo una cosa, forse, seguendo il consiglio di King avrei calcato ancora di più la mano con il mondo cyberpunk, insomma anche io sono per le folle di mutanti, indifferentemente dal numero di seni. Furbissima anche l'auto-citazione e anche la citazione di MC e Stranimondi. Insomma, trovo il tutto molto ben riuscito.
Aspetto a collocarti in una mia personale graduatoria perché mi riaffaccio a MC dopo un periodo di assenza e devo ritararmi. A rileggerci presto!
2 - UNLIMITED
Ciao Mario!
Adoro la scrittura dialettale e tu sei stato proprio bravo a tenerla ma a non calcarla troppo per lasciarla comprensibile a chi non è proprio autoctono, autoctono (come me). Anche io sono club Gerini come chi ha commentato prima di me! Ovviamente nella mia testa la voce era la sua e anche la finta/vera battuta finale era accompagnata dalla sua aria provocante e divertente insieme alla "viaggi di nozze".
Molto centrato anche il tema. Credo ti sia mancato un apostrofo in uno dei primi paragrafi ma è un'ineZia(detto con la zeta come solo chi è di Roma sa fare, io no!). Ti troverai nelle prime posizioni della mia classifica. A rileggerci presto!
3 - QUEL POMERIGGIO D’AGOSTO
Ciao Dash!
Racconto divertentissimo. Credo che non mi fosse mai capitato di empatizzare con un insetto... Eppure è successo. La scena da post ubriacatura in fondo secondo me è la ciliegina sulla torta! Tutto molto fluido e descrittivo senza risultare eccessivo e tema centrato in tutto e per tutto.
Trovo lo stile particolarmente scorrevole e le scene ben dosate, né troppo hard né troppo patinate.
Ti troverai in una delle prime posizioni anche se non so anticiparti esattamente quale.
A rileggerci presto
4 - SENTITE QUESTA
Ciao Daniele,
è stato un piacere leggere il tuo racconto. Sai dosare benissimo il monologo umoristico. Sembra di poter recitare il discorso dell'apparecchietto a voce alta in mezzo a un pubblico un po' sgangherato.
Mi pare di aver incontrato un refuso, ma roba da poco. Forse alla conclusione manca un piccolo passaggio perché mi è sembrato che ci fosse una contraddizione, non hai fatto andar via i personaggi prima del concerto con la scusa di aver dimenticato i biglietti? Perché allora la recriminazione finale sulla cantante? Ti chiedo scusa se ho capito male.
Comunque tema centratissimo e racconto davvero godibile.
5 - A CASA PRIMA DI CENA
Ciao Fabio,
idea davvero molto interessante e, ovviamente, tema centrato e centrale. Per paradosso quello che ti consiglierei di fare è proprio di centrarlo ancora di più. Trovo che, soprattutto nella prima parte, quando noi lettori non siamo ancora del tutto immersi forse una maggior differenziazione tra il parlante e i personaggi che gli orbitano intorno avrebbe aiutato. Forse un punto di vista interno in prima persona ti avrebbe aiutato a risolvere alcune piccole ambiguità generate dal ricorso al "lui" della terza persona e avrebbe calcato la differenza che il protagonista sente tra il suo sguardo e l'assenza di sguardo di tutti gli altri.
La scena finale del dire ti amo mentre lei sorride al tostapane è straziante e bellissima.
A rileggerci presto!
6 - BILLY JOE
Ciao Gabriele,
devi sapere che i racconti che hanno come ambientazione quella che hai scelto tu di solito mi fanno partire con il piede sbagliato. Ma il tuo finale tragico mi ha convinto e tolto ogni dubbio. Sì, se devo trovare il pelo nell'uovo, le riflessioni iniziali sulla stanchezza e la pesantezza sono proprio così, pesanti, ma con il senno di poi sono coerenti con il racconto. Bella esperienza e gran bella penna, a rileggerci presto.
7 - SCAVARE E SCAVARE
Ciao Mauro,
ho letto con grande interesse il tuo racconto. A parte forse il pensato dei suoceri e della moglie che forse avrei virgolettato o messo in corsivo, non ho notato altri aspetti formali che mi sollevassero dubbi. Questo denota la tua esperienza e fluidità. Dal punto di vista del contenuto per un visore a realtà aumentata che non descrivi come ipertecnologico, così come non è ipertecnologico il contesto laurea/università, trovo davvero difficile una ricostruzione virtuale con addirittura gli odori. Non fraitendermi, ci stanno bene, ma forse si poteva risolvere con un abitudine che li fa riaffacciare. Il colpo di scena della psicologo (seppur digitale) che commette abuso della professione medica e violazione della privacy con la moglie funziona, era già una terapia pessima prima, voglio dire. Lo scopo invece è nobile e commovente.
Secondo me hai messo a frutto in maniera coerente le tue idee, forse tralasciando qualche rifinitura che poteva centrare meglio il contesto. Il tema è centratissimo, invece.
Aspetto a dirti in che posizione è il tuo racconto perché, come te, mi pare di capire, anche io riprendo con MC dopo una pausa e devo ricalibrarmi. A buon leggerti presto!
8 - ULULATI
Ciao Salvatore,
da persona che è rientrata da pochissimo come te e che si sente costantemente fuori allenamento per questo tipo di scrittura empatizzo molto con te. Un pochina di "ruggine" si sente, consentimi. Ti segnalo solo due refusi che sono nello stesso rigo poco dopo il vespro, mi trovavo nella cella assegnatomi: hai scritto tutte le Ore con la maiuscola e ti è scappato il Vespro e la cella è femminile quindi assegnatami. Però sono proprio questo, solo refusi.
Per la trama, ti dirò che la trovo in tema, l'ultimo sguardo è quello che dal narratore passa al cane, quindi il punto di vista differente, c'è. Lo svolgimento non lo trovo sempre coerente e, leggendo i commenti, quando ho visto che avevi sforato e quindi tagliato, mi sono chiarita alcuni salti che altrimenti non mi sarebbero stati chiari.
Secondo me l'ambientazione con la scansione delle Ore funziona e favorisce la costruzione del contesto.
Sai che? Non ho capito se chi indaga è o non è anche lui un monaco. L'ho dedotto dal fatto che alloggia nel convento, ma qualche dettaglio in più non ci sarebbe stato male, o forse avresti potuto farlo capire meglio dai dialoghi con i paesani (riverenti? qualche appellativo? sono idee). Spero di non essere stata troppo minuziosa.
A rileggerti presto.
9 - MI SPOSO UNA RANA
Ciao Giovanni,
ho faticato un po' a leggere e rileggere il tuo racconto. Ho durato molta fatica a comprendere il "tono" dei dialoghi, che sono piuttosto dei monologhi dei due personaggi ai quali fai esporre largamente il proprio pensiero di fronte al conte che... non agisce. Ce ne racconti le azioni come a fotogrammi separati e quindi è dura seguirlo e capirlo. In un certo momento non si capisce neanche molto bene chi attacca chi, come si svolge la battaglia. Non è chiaro neanche il finale. Ti chiedo scusa, ma credo che la tua buona idea di partenza sia stata un po' messa in ombra da una scelta di narrazione frammentata. La materia da lavorare è buona, però mi permetto un consiglio, se vuoi far parlare i personaggi in una sorta di lingua antica o di dialetto, giocaci pesante, usala tanto e non qua e là perché per esempio quei due soprannomi dei genitori di Roncuccio sono davvero forti, e quindi anche Roncuccio avrebbe potuto parlare, anche se più brevemente, con frasi ben più incisive e dialettali.
Ti saluto, spero di non aver ecceduto. A rileggerci presto!
premetto che non è stato semplice: il mio essere fuori allenamento si è manifestato in maniera prepotente nello scrivere i commenti e decidere le posizioni, spero di aver dato a tutti voi le motivazioni sufficienti per le mie scelte.
1 - UN CONSIGLIO DA UN AMICO, Agostino Langellotti
2 - UNLIMITED, Mario Pacchiarotti
3 - QUEL POMERIGGIO D’AGOSTO, Dash J. Benson
4 - SENTITE QUESTA, Daniele Villa
5 - A CASA PRIMA DI CENA, Fabio Scalini
6 - BILLY JOE, Gabriele Donzadelli
7 - SCAVARE E SCAVARE, Mauro Bennici
8 - ULULATI, Salvatore Stefanelli
9 - MI SPOSO UNA RANA, Giovanni D’Addabbo
1 - UN CONSIGLIO DA UN AMICO
Ciao Agostino!
Ho letto il tuo racconto con il sorriso sulle labbra. Ti sei basato su un'idea semplice e geniale, chi non vorrebbe il parere letterario del proprio idolo? Ho incontrato nel tuo racconto una bella quantità di giochi linguistici e idee davvero divertenti come i piccoli particolari del maestro che sono dosati con maestria. Bella e fluida la gestione dei dialoghi. Ti dirò solo una cosa, forse, seguendo il consiglio di King avrei calcato ancora di più la mano con il mondo cyberpunk, insomma anche io sono per le folle di mutanti, indifferentemente dal numero di seni. Furbissima anche l'auto-citazione e anche la citazione di MC e Stranimondi. Insomma, trovo il tutto molto ben riuscito.
Aspetto a collocarti in una mia personale graduatoria perché mi riaffaccio a MC dopo un periodo di assenza e devo ritararmi. A rileggerci presto!
2 - UNLIMITED
Ciao Mario!
Adoro la scrittura dialettale e tu sei stato proprio bravo a tenerla ma a non calcarla troppo per lasciarla comprensibile a chi non è proprio autoctono, autoctono (come me). Anche io sono club Gerini come chi ha commentato prima di me! Ovviamente nella mia testa la voce era la sua e anche la finta/vera battuta finale era accompagnata dalla sua aria provocante e divertente insieme alla "viaggi di nozze".
Molto centrato anche il tema. Credo ti sia mancato un apostrofo in uno dei primi paragrafi ma è un'ineZia(detto con la zeta come solo chi è di Roma sa fare, io no!). Ti troverai nelle prime posizioni della mia classifica. A rileggerci presto!
3 - QUEL POMERIGGIO D’AGOSTO
Ciao Dash!
Racconto divertentissimo. Credo che non mi fosse mai capitato di empatizzare con un insetto... Eppure è successo. La scena da post ubriacatura in fondo secondo me è la ciliegina sulla torta! Tutto molto fluido e descrittivo senza risultare eccessivo e tema centrato in tutto e per tutto.
Trovo lo stile particolarmente scorrevole e le scene ben dosate, né troppo hard né troppo patinate.
Ti troverai in una delle prime posizioni anche se non so anticiparti esattamente quale.
A rileggerci presto
4 - SENTITE QUESTA
Ciao Daniele,
è stato un piacere leggere il tuo racconto. Sai dosare benissimo il monologo umoristico. Sembra di poter recitare il discorso dell'apparecchietto a voce alta in mezzo a un pubblico un po' sgangherato.
Mi pare di aver incontrato un refuso, ma roba da poco. Forse alla conclusione manca un piccolo passaggio perché mi è sembrato che ci fosse una contraddizione, non hai fatto andar via i personaggi prima del concerto con la scusa di aver dimenticato i biglietti? Perché allora la recriminazione finale sulla cantante? Ti chiedo scusa se ho capito male.
Comunque tema centratissimo e racconto davvero godibile.
5 - A CASA PRIMA DI CENA
Ciao Fabio,
idea davvero molto interessante e, ovviamente, tema centrato e centrale. Per paradosso quello che ti consiglierei di fare è proprio di centrarlo ancora di più. Trovo che, soprattutto nella prima parte, quando noi lettori non siamo ancora del tutto immersi forse una maggior differenziazione tra il parlante e i personaggi che gli orbitano intorno avrebbe aiutato. Forse un punto di vista interno in prima persona ti avrebbe aiutato a risolvere alcune piccole ambiguità generate dal ricorso al "lui" della terza persona e avrebbe calcato la differenza che il protagonista sente tra il suo sguardo e l'assenza di sguardo di tutti gli altri.
La scena finale del dire ti amo mentre lei sorride al tostapane è straziante e bellissima.
A rileggerci presto!
6 - BILLY JOE
Ciao Gabriele,
devi sapere che i racconti che hanno come ambientazione quella che hai scelto tu di solito mi fanno partire con il piede sbagliato. Ma il tuo finale tragico mi ha convinto e tolto ogni dubbio. Sì, se devo trovare il pelo nell'uovo, le riflessioni iniziali sulla stanchezza e la pesantezza sono proprio così, pesanti, ma con il senno di poi sono coerenti con il racconto. Bella esperienza e gran bella penna, a rileggerci presto.
7 - SCAVARE E SCAVARE
Ciao Mauro,
ho letto con grande interesse il tuo racconto. A parte forse il pensato dei suoceri e della moglie che forse avrei virgolettato o messo in corsivo, non ho notato altri aspetti formali che mi sollevassero dubbi. Questo denota la tua esperienza e fluidità. Dal punto di vista del contenuto per un visore a realtà aumentata che non descrivi come ipertecnologico, così come non è ipertecnologico il contesto laurea/università, trovo davvero difficile una ricostruzione virtuale con addirittura gli odori. Non fraitendermi, ci stanno bene, ma forse si poteva risolvere con un abitudine che li fa riaffacciare. Il colpo di scena della psicologo (seppur digitale) che commette abuso della professione medica e violazione della privacy con la moglie funziona, era già una terapia pessima prima, voglio dire. Lo scopo invece è nobile e commovente.
Secondo me hai messo a frutto in maniera coerente le tue idee, forse tralasciando qualche rifinitura che poteva centrare meglio il contesto. Il tema è centratissimo, invece.
Aspetto a dirti in che posizione è il tuo racconto perché, come te, mi pare di capire, anche io riprendo con MC dopo una pausa e devo ricalibrarmi. A buon leggerti presto!
8 - ULULATI
Ciao Salvatore,
da persona che è rientrata da pochissimo come te e che si sente costantemente fuori allenamento per questo tipo di scrittura empatizzo molto con te. Un pochina di "ruggine" si sente, consentimi. Ti segnalo solo due refusi che sono nello stesso rigo poco dopo il vespro, mi trovavo nella cella assegnatomi: hai scritto tutte le Ore con la maiuscola e ti è scappato il Vespro e la cella è femminile quindi assegnatami. Però sono proprio questo, solo refusi.
Per la trama, ti dirò che la trovo in tema, l'ultimo sguardo è quello che dal narratore passa al cane, quindi il punto di vista differente, c'è. Lo svolgimento non lo trovo sempre coerente e, leggendo i commenti, quando ho visto che avevi sforato e quindi tagliato, mi sono chiarita alcuni salti che altrimenti non mi sarebbero stati chiari.
Secondo me l'ambientazione con la scansione delle Ore funziona e favorisce la costruzione del contesto.
Sai che? Non ho capito se chi indaga è o non è anche lui un monaco. L'ho dedotto dal fatto che alloggia nel convento, ma qualche dettaglio in più non ci sarebbe stato male, o forse avresti potuto farlo capire meglio dai dialoghi con i paesani (riverenti? qualche appellativo? sono idee). Spero di non essere stata troppo minuziosa.
A rileggerti presto.
9 - MI SPOSO UNA RANA
Ciao Giovanni,
ho faticato un po' a leggere e rileggere il tuo racconto. Ho durato molta fatica a comprendere il "tono" dei dialoghi, che sono piuttosto dei monologhi dei due personaggi ai quali fai esporre largamente il proprio pensiero di fronte al conte che... non agisce. Ce ne racconti le azioni come a fotogrammi separati e quindi è dura seguirlo e capirlo. In un certo momento non si capisce neanche molto bene chi attacca chi, come si svolge la battaglia. Non è chiaro neanche il finale. Ti chiedo scusa, ma credo che la tua buona idea di partenza sia stata un po' messa in ombra da una scelta di narrazione frammentata. La materia da lavorare è buona, però mi permetto un consiglio, se vuoi far parlare i personaggi in una sorta di lingua antica o di dialetto, giocaci pesante, usala tanto e non qua e là perché per esempio quei due soprannomi dei genitori di Roncuccio sono davvero forti, e quindi anche Roncuccio avrebbe potuto parlare, anche se più brevemente, con frasi ben più incisive e dialettali.
Ti saluto, spero di non aver ecceduto. A rileggerci presto!
Elettra Fusi
ProfElettra
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Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Sul filo di lana arrivo anch'io. Perdonate l'attesa.
Alcuni racconti sono stati proprio piacevoli da leggere, su altri ho trovato alcune cose che mi (opinione personale, quindi vale quanto il due di picche) hanno fatto storcere il naso. In quei casi spero di essere riuscita a motivare i miei appunti. Ciascuno valuti se li ritiene sensati e se, come spero, possano essere utili (io spero di sì).
E comunque ricordiamoci sempre che questa È una prova difficile. Dunque produrre un racconto con i limiti imposti è già un buon risultato.
Detto questo, ecco la mia personale classifica. Seguono le motivazioni.
Buona dodicesima era a tutti!
1- A casa prima di cena, di Fabio Scalini
2- Sentite questa, di Daniele Villa
3- Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
4- Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
5- Scavare e scavare, di Mauro Bennici
6- Unlimited, di Mario Pacchiarotti
7- Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
8- Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
9- Ululati, di Salvatore Stefanelli
Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
Ciao, Gabriele. Che bello. All'inizio non riuscivo a capire il motivo per cui l'animale non voleva spostarsi. Sono arrivata a immaginare che l'uomo fosse ormai incorporeo, ma la rivelazione della vicenda ha avuto decisamente il suo effetto.
L'insolito punto di vista però in effetti non è chiaro, ed è un peccato, perché per il resto era perfetto. Sono costretta a farti scendere nella classifica, per questo motivo. Oltre a questo non ho altro appunto da muoverti.
Ottima prova.
Sentite questa, di Daniele Villa
Ciao, Daniele. Sicuramente il punto di vista è insolito ed è riuscito a rendere bene anche una più o meno classica storia di corna. Mi trovo confusa solo in un punto:
prima di schiacciarsi su di lui mentre lo abbraccia e mi strilla addosso terrorizzata
Non riesco a gestire il terrorizzata con l'abbracciarlo. In genere con il terrore ci si chiude, non si accoglie (se non per proteggere, e non mi pare questo il caso).
Per il resto la storia funziona al netto dei problemi di autostima dell'amplifon.
Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
Ciao, Agostino!
Scrivo senza aver letto gli altri commenti. Segnalo un cambio di prospettiva nelle prime righe. Parti con un "Paola trattiene le lacrime" vista da fuori e poco dopo diventa "Rido e lo abbraccio" in prima persona, punto di vista che continua anche nel nuovo finale.
Il tema è centrato e il cambio di prospettiva - stavolta da dentro al racconto a fuori, immagino sia quello il punto di vista insolito, persone vere che spiano i personaggi e che decidono di dar loro un mondo più cyber - rende bene anche se un po' mi dispiace vedere irrompere la realtà dopo le premesse di un mondo così diverso. Mi riporta forzatamente a terra, spezzando un po' la magia (ma questo significa solo che il racconto funzionava anche con poche righe).
Concordo sul nuovo corso del racconto: anche io lo preferisco :)
Comunque prova buona.
Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
Ciao, Dash.
Il punto di vista originale direi che c'è, e da una prospettiva che riesce a raccontare tutto ciò che accade (il classico: immagina di essere una mosca delle prime lezioni di scrittura, qui reso bene). C'è la coerenza del racconto, c'è la circolarità data dalla prima e dall'ultima frase, però sarà la difficoltà a immedesimarmi con l'insetto, o il fatto che per la mosca è tutto abbastanza monotòno (è tutto una goduria, alla fine. No, non sono una che si fa colpire dalle cose disgustose) oppure proprio la sua estraneità alla vicenda che fa da sfondo, fatto sta che il racconto mi ha lasciato poco.
Non che da una mosca mi aspettassi chissà quale fine analisi o carosello emotivo, però sento che manca qualcosa che, perdonami, non riesco a identificare con precisione.
E mi risulta difficile capire per quale motivo dice che avrebbe dovuto essere morta, a un certo punto.
Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Ciao, Giovanni.
Ho fatto un po' di fatica a leggerlo, e non so se per qualche virgola mancante o per il linguaggio anche dei dialoghi che non sembra proprio naturale. La vicenda l'ho ricostruita ma non alla prima lettura. C'è almeno un passaggio che è stato messo lì per far comprendere quanto il conte spadroneggiasse in modo crudele "Una freccia, di quelle con cui vi divertivate a mirare e colpire le anfore delle donne alla fonte giù in basso, mi ha bucato la maglia." che invece confonde: come se fosse stato il conte a colpire Gualtiero invece dei (suppongo) contadini o forse l'altro esercito.
Alla fine la fatica per ricostruire la vicenda, scritta in modo che ho trovato poco scorrevole, ha sminuito il piacere della lettura.
E ora vedo di non essere stata l'unica.
Comunque: intoppi che càpitano. Che questo non sminuisca il piacere di partecipare alla dodicesima era!
Unlimited, di Mario Pacchiarotti
Ciao, Mario.
Il punto di vista mi sembra duplice: da un lato la scoperta di una verità più ampia; dall'altro l'incertezza sulla veridicità della vicenda. Qui arriviamo a fatto accaduto, ne raccogliamo solo il racconto, dunque tutto lo spettro emotivo del vivere gli accadimenti ci viene risparmiato e in qualche modo livellato, servito anestetizzato per scelta.
Al netto del fastidio (limite mio) di dover leggere la calata romana, comprendo che qui ha la funzione di dare maggiore distacco tra il mondo della narratrice e del riccone. Mi hai fatta sentire a teatro, davanti a un monologo, con l'incertezza di non sapere se si rivolgesse al lettore-spettatore o a qualcuno degli amici suoi che aveva intorno, sul palco. Più probabilmente a entrambe le figure.
La serata si ricostruisce facilmente, e anche se non è dato di sapere cosa abbia visto il riccone nella donna tanto da puntarla e immediatamente trascinarla nel suo mondo, ho provato poca curiosità nel leggere via via le cose che le erano accadute, e quando la rivelazione arriva mi sono trovata tiepida, più presa a domandarmi di quali notizie potesse trattarsi che dal continuare a leggere. Di nuovo: non so se sia il mio limite con la parlata o il fatto che ci ha tenuto a rassicurare l'auditorio molte volte e che quindi non mi aspettavo molto. Comunque anche il finale, con quel dubbio che sia tutto uno scherzo, è molto tipico della capitale.
Quindi: voto alto per la resa del personaggio, ma purtroppo mi sento freddina sulla vicenda.
A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao, Fabio. Ben arrivato.
Il tema è decisamente centrato e mi è piaciuto il modo nel quale hai scelto di mostrare il dubbio, pressante, del protagonista. Adattarsi a un mondo più ampio ma innaturale di osservare il mondo e quindi di viverlo, oppure rimanere uno dei pochi che si basano solo sui mezzi del proprio corpo?
Che sottende a un messaggio più ampio, sull'autenticità e sulle distrazioni delle mille opportunità, che però ci fanno correre il rischio di... perdere di vista (pun intended) le cose fondamentali a vantaggio di qualcosa che forse non vale poi così tanto.
La vicenda viene svelata con coerenza e con il giusto stato emotivo: il continuo confronto tra un approccio naturale ma desueto e quello potenziato eppure manchevole, in qualche modo.
L'ho trovato un racconto con una storia solida e ben svolta.
Per me una buona prova.
Ululati, di Salvatore Stefanelli
Ciao, Salvatore. Mi dispiace per la ruggine.
Ti dico subito che secondo me il racconto avrebbe potuto essere gestito meglio.
Ci sono informazioni gettate lì già all'inizio che rovinano la sorpresa finale ("ma, più del freddo, erano gli ululati che provenivano dalle celle dei monaci a farmi rabbrividire" perché il protagonista dovrebbe saperlo prima ancora di entrare nel monastero?) e altri che probabilmente avevano l'intento di mostrare un pericolo a cui non aveva dato ascolto ("i monaci proprio non ne volevano sapere di animali. Decisi di non dar peso alle loro parole" che non si capisce per quale motivo non dare retta alle parole dei contadini che vivono in quei luoghi).
Magari sbaglio, ma in genere la Chiesa ha pochissima voglia di allargare il pubblico che assiste al lavaggio dei propri panni sporchi, per cui la scelta dell'abate di fare arrivare un investigatore da fuori non mi convince (e mi convince ancora meno dopo, come leggerai).
"decisero di abbatterlo" per un terribile istante ho temuto parlassi di Ringhio. A questo passaggio segue un cambio di punto di vista che non avrebbe dovuto esserci: fino a quel momento il POV era dell'uomo, mentre ora per un breve tratto sembra essere quello dei contadini.
Altra stranezza: i contadini arrivano richiamati dagli ululati (quindi i lupi devono già essere presenti) ma dopo tutto il tempo occorso per abbattere un portone (immagino bello pesante) con solo i forconi e le torce, beccano i monaci all'inizio della trasformazione. Ohibò!
Mi lascia perplessa anche lo sviluppo finale: i lupi hanno un forte istinto di branco, per cui non ci sono motivi che costringano l'abate a mettere in pericolo gli altri lupi.
piccoli refusi: cella assegnatomi -> cella assegnatami; non credevo ci riuscissi -> non credevo ci saresti riuscito
Spero di aver motivato a sufficienza i punti critici e che ti sia stata utile.
Annaffiati idealmente di WD40, leva la ruggine e divertiti con le prossime chiamate della dodicesima era!
Scavare e scavare, di Mauro Bennici
Ciao, Mario.
Hai reso abbastanza bene il pantano emotivo dal quale il protagonista si rifiuta di uscire, continuando preferire descrivere sé stesso in base gli errori di un altro piuttosto che crescere. Ironico il fatto che la psicologa virtuale che avrebbe dovuto aiutarlo sia invece diventata un altro strumento per continuare a sguazzare nell'errore. Davvero tipico di chi non desidera lasciare uno stato che lo fa soffrire anche se non se ne rende conto, ben fatto.
Questo suo atteggiamento rende la storia molto credibile e l'ambientazione scivola bene nella lettura, evidenziando molto bene il dramma dell'archeologo. Sono stata tentata di venirgli in aiuto, ti dico solo questo.
Ti segnalo un paio di virgole probabilmente fuori posto:
Buongiorno professore -> Buongiorno, professore;
Carla, mi ha chiesto aiuto -> Carla mi ha chiesto aiuto.
In conclusione: tema centrato e racconto equilibrato.
Alcuni racconti sono stati proprio piacevoli da leggere, su altri ho trovato alcune cose che mi (opinione personale, quindi vale quanto il due di picche) hanno fatto storcere il naso. In quei casi spero di essere riuscita a motivare i miei appunti. Ciascuno valuti se li ritiene sensati e se, come spero, possano essere utili (io spero di sì).
E comunque ricordiamoci sempre che questa È una prova difficile. Dunque produrre un racconto con i limiti imposti è già un buon risultato.
Detto questo, ecco la mia personale classifica. Seguono le motivazioni.
Buona dodicesima era a tutti!
1- A casa prima di cena, di Fabio Scalini
2- Sentite questa, di Daniele Villa
3- Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
4- Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
5- Scavare e scavare, di Mauro Bennici
6- Unlimited, di Mario Pacchiarotti
7- Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
8- Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
9- Ululati, di Salvatore Stefanelli
Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
Ciao, Gabriele. Che bello. All'inizio non riuscivo a capire il motivo per cui l'animale non voleva spostarsi. Sono arrivata a immaginare che l'uomo fosse ormai incorporeo, ma la rivelazione della vicenda ha avuto decisamente il suo effetto.
L'insolito punto di vista però in effetti non è chiaro, ed è un peccato, perché per il resto era perfetto. Sono costretta a farti scendere nella classifica, per questo motivo. Oltre a questo non ho altro appunto da muoverti.
Ottima prova.
Sentite questa, di Daniele Villa
Ciao, Daniele. Sicuramente il punto di vista è insolito ed è riuscito a rendere bene anche una più o meno classica storia di corna. Mi trovo confusa solo in un punto:
prima di schiacciarsi su di lui mentre lo abbraccia e mi strilla addosso terrorizzata
Non riesco a gestire il terrorizzata con l'abbracciarlo. In genere con il terrore ci si chiude, non si accoglie (se non per proteggere, e non mi pare questo il caso).
Per il resto la storia funziona al netto dei problemi di autostima dell'amplifon.
Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
Ciao, Agostino!
Scrivo senza aver letto gli altri commenti. Segnalo un cambio di prospettiva nelle prime righe. Parti con un "Paola trattiene le lacrime" vista da fuori e poco dopo diventa "Rido e lo abbraccio" in prima persona, punto di vista che continua anche nel nuovo finale.
Il tema è centrato e il cambio di prospettiva - stavolta da dentro al racconto a fuori, immagino sia quello il punto di vista insolito, persone vere che spiano i personaggi e che decidono di dar loro un mondo più cyber - rende bene anche se un po' mi dispiace vedere irrompere la realtà dopo le premesse di un mondo così diverso. Mi riporta forzatamente a terra, spezzando un po' la magia (ma questo significa solo che il racconto funzionava anche con poche righe).
Concordo sul nuovo corso del racconto: anche io lo preferisco :)
Comunque prova buona.
Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
Ciao, Dash.
Il punto di vista originale direi che c'è, e da una prospettiva che riesce a raccontare tutto ciò che accade (il classico: immagina di essere una mosca delle prime lezioni di scrittura, qui reso bene). C'è la coerenza del racconto, c'è la circolarità data dalla prima e dall'ultima frase, però sarà la difficoltà a immedesimarmi con l'insetto, o il fatto che per la mosca è tutto abbastanza monotòno (è tutto una goduria, alla fine. No, non sono una che si fa colpire dalle cose disgustose) oppure proprio la sua estraneità alla vicenda che fa da sfondo, fatto sta che il racconto mi ha lasciato poco.
Non che da una mosca mi aspettassi chissà quale fine analisi o carosello emotivo, però sento che manca qualcosa che, perdonami, non riesco a identificare con precisione.
E mi risulta difficile capire per quale motivo dice che avrebbe dovuto essere morta, a un certo punto.
Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Ciao, Giovanni.
Ho fatto un po' di fatica a leggerlo, e non so se per qualche virgola mancante o per il linguaggio anche dei dialoghi che non sembra proprio naturale. La vicenda l'ho ricostruita ma non alla prima lettura. C'è almeno un passaggio che è stato messo lì per far comprendere quanto il conte spadroneggiasse in modo crudele "Una freccia, di quelle con cui vi divertivate a mirare e colpire le anfore delle donne alla fonte giù in basso, mi ha bucato la maglia." che invece confonde: come se fosse stato il conte a colpire Gualtiero invece dei (suppongo) contadini o forse l'altro esercito.
Alla fine la fatica per ricostruire la vicenda, scritta in modo che ho trovato poco scorrevole, ha sminuito il piacere della lettura.
E ora vedo di non essere stata l'unica.
Comunque: intoppi che càpitano. Che questo non sminuisca il piacere di partecipare alla dodicesima era!
Unlimited, di Mario Pacchiarotti
Ciao, Mario.
Il punto di vista mi sembra duplice: da un lato la scoperta di una verità più ampia; dall'altro l'incertezza sulla veridicità della vicenda. Qui arriviamo a fatto accaduto, ne raccogliamo solo il racconto, dunque tutto lo spettro emotivo del vivere gli accadimenti ci viene risparmiato e in qualche modo livellato, servito anestetizzato per scelta.
Al netto del fastidio (limite mio) di dover leggere la calata romana, comprendo che qui ha la funzione di dare maggiore distacco tra il mondo della narratrice e del riccone. Mi hai fatta sentire a teatro, davanti a un monologo, con l'incertezza di non sapere se si rivolgesse al lettore-spettatore o a qualcuno degli amici suoi che aveva intorno, sul palco. Più probabilmente a entrambe le figure.
La serata si ricostruisce facilmente, e anche se non è dato di sapere cosa abbia visto il riccone nella donna tanto da puntarla e immediatamente trascinarla nel suo mondo, ho provato poca curiosità nel leggere via via le cose che le erano accadute, e quando la rivelazione arriva mi sono trovata tiepida, più presa a domandarmi di quali notizie potesse trattarsi che dal continuare a leggere. Di nuovo: non so se sia il mio limite con la parlata o il fatto che ci ha tenuto a rassicurare l'auditorio molte volte e che quindi non mi aspettavo molto. Comunque anche il finale, con quel dubbio che sia tutto uno scherzo, è molto tipico della capitale.
Quindi: voto alto per la resa del personaggio, ma purtroppo mi sento freddina sulla vicenda.
A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao, Fabio. Ben arrivato.
Il tema è decisamente centrato e mi è piaciuto il modo nel quale hai scelto di mostrare il dubbio, pressante, del protagonista. Adattarsi a un mondo più ampio ma innaturale di osservare il mondo e quindi di viverlo, oppure rimanere uno dei pochi che si basano solo sui mezzi del proprio corpo?
Che sottende a un messaggio più ampio, sull'autenticità e sulle distrazioni delle mille opportunità, che però ci fanno correre il rischio di... perdere di vista (pun intended) le cose fondamentali a vantaggio di qualcosa che forse non vale poi così tanto.
La vicenda viene svelata con coerenza e con il giusto stato emotivo: il continuo confronto tra un approccio naturale ma desueto e quello potenziato eppure manchevole, in qualche modo.
L'ho trovato un racconto con una storia solida e ben svolta.
Per me una buona prova.
Ululati, di Salvatore Stefanelli
Ciao, Salvatore. Mi dispiace per la ruggine.
Ti dico subito che secondo me il racconto avrebbe potuto essere gestito meglio.
Ci sono informazioni gettate lì già all'inizio che rovinano la sorpresa finale ("ma, più del freddo, erano gli ululati che provenivano dalle celle dei monaci a farmi rabbrividire" perché il protagonista dovrebbe saperlo prima ancora di entrare nel monastero?) e altri che probabilmente avevano l'intento di mostrare un pericolo a cui non aveva dato ascolto ("i monaci proprio non ne volevano sapere di animali. Decisi di non dar peso alle loro parole" che non si capisce per quale motivo non dare retta alle parole dei contadini che vivono in quei luoghi).
Magari sbaglio, ma in genere la Chiesa ha pochissima voglia di allargare il pubblico che assiste al lavaggio dei propri panni sporchi, per cui la scelta dell'abate di fare arrivare un investigatore da fuori non mi convince (e mi convince ancora meno dopo, come leggerai).
"decisero di abbatterlo" per un terribile istante ho temuto parlassi di Ringhio. A questo passaggio segue un cambio di punto di vista che non avrebbe dovuto esserci: fino a quel momento il POV era dell'uomo, mentre ora per un breve tratto sembra essere quello dei contadini.
Altra stranezza: i contadini arrivano richiamati dagli ululati (quindi i lupi devono già essere presenti) ma dopo tutto il tempo occorso per abbattere un portone (immagino bello pesante) con solo i forconi e le torce, beccano i monaci all'inizio della trasformazione. Ohibò!
Mi lascia perplessa anche lo sviluppo finale: i lupi hanno un forte istinto di branco, per cui non ci sono motivi che costringano l'abate a mettere in pericolo gli altri lupi.
piccoli refusi: cella assegnatomi -> cella assegnatami; non credevo ci riuscissi -> non credevo ci saresti riuscito
Spero di aver motivato a sufficienza i punti critici e che ti sia stata utile.
Annaffiati idealmente di WD40, leva la ruggine e divertiti con le prossime chiamate della dodicesima era!
Scavare e scavare, di Mauro Bennici
Ciao, Mario.
Hai reso abbastanza bene il pantano emotivo dal quale il protagonista si rifiuta di uscire, continuando preferire descrivere sé stesso in base gli errori di un altro piuttosto che crescere. Ironico il fatto che la psicologa virtuale che avrebbe dovuto aiutarlo sia invece diventata un altro strumento per continuare a sguazzare nell'errore. Davvero tipico di chi non desidera lasciare uno stato che lo fa soffrire anche se non se ne rende conto, ben fatto.
Questo suo atteggiamento rende la storia molto credibile e l'ambientazione scivola bene nella lettura, evidenziando molto bene il dramma dell'archeologo. Sono stata tentata di venirgli in aiuto, ti dico solo questo.
Ti segnalo un paio di virgole probabilmente fuori posto:
Buongiorno professore -> Buongiorno, professore;
Carla, mi ha chiesto aiuto -> Carla mi ha chiesto aiuto.
In conclusione: tema centrato e racconto equilibrato.
- Mario Mazzafoglie
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Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
1) SENTITE QUESTA - DANIELE VILLA
2) BILLY JOE - GABRIELE DOLZADELLI
3) UNLIMITED - MARIO PACCHIAROTTI
4) CONSIGLIO DA AMICO - AGOSTINO LANGELLOTTI
5) A CASA PRIMA DI CENA - FABIO SCALINI
6) QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO - DASH BENTON
7) ULULATI - SALVATORE STEFANELLI
8) SCAVARE E SCAVARE - MAURO BENNICI
9) MI SPOSO UNA RANA - GIOVANNI D'ADDABBO
BILLY JOE - GABRIELE DOLZADELLI
SENTITE QUESTA - DANIELE VILLA
CONSIGLIO DA AMICO - AGOSTINO LANGELLOTTI
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MI SPOSO UNA RANA - GIOVANNI D'ADDABBO
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A CASA PRIMA DI CENA - FABIO SCALINI
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SCAVARE E SCAVARE - MAURO BENNICI
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5) A CASA PRIMA DI CENA - FABIO SCALINI
6) QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO - DASH BENTON
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8) SCAVARE E SCAVARE - MAURO BENNICI
9) MI SPOSO UNA RANA - GIOVANNI D'ADDABBO
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Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella de IL GLADIATORE dovete ancora ricevere altre due classifiche.
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Ciao,
fare classifiche non è sicuramente nelle mie corde, anche perché ogni racconto è riuscito a scatenare sensazioni ben precise. Scrivere un racconto in quattro ore non è facile, a volte ci sono imprecisioni, ma devo ammettere che non mi è capitato di imbattermi in una storia che non rileggerei.
Detto questo, faccio i complimenti a tutti e vi ringrazio per avermi tenuto compagnia in questi giorni uggiosi.
1.Quel pomeriggio d’agosto
2.Billy Joe
3.Unlimited
4.A casa prima di cena
5.Sentite questa
6.Consiglio da amico
7.Scavare e scavare
8.Ululati
9.Mi sposo una rana
Di seguito, i commenti fatti agli autori.
Billy Joe
Ciao Gabriele.
Ho letto il tuo racconto fino alla fine. Poi l’ho letto di nuovo e i sampietrini nel mio cuore si sono polverizzati.
Alla prima lettura, le descrizioni di moglie e figli risultavano troppo melense, quasi innecessarie. Mi davano fin fastidio, ma io sono una persona orrenda.
Poi sono arrivata alla fine: Ah…
I passaggi che prima sembrano troppo sdolcinati, si trasformano in memorie amplificate che spaccano l'anima. Un canto di sirena che trascina il protagonista verso la morte.
Alla rilettura, la polvere rossa che immaginavo volteggiare attorno alla scena, si posa a terra sfinita, come i due protagonisti, e rivela il twist finale.
L’idea di pesantezza di una cosa così leggera come la polvere sottolinea la gravità della scena, quando persino il respiro si trasforma in un macigno nei polmoni.
Però devo ammettere che anche io ho avuto un problema con il tema, troppo sottile da individuare senza la tua spiegazione.
Nonostante questo, il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Ci si legge in giro!
Sentite questa
Ciao Daniele,
Ho letto il tuo racconto e il punto di vista dell’apparecchio acustico è over the top.
Ho riscontrato qualche piccolo refuso (ad esempio Emergumeno) e una prosa non troppo lineare con digressioni che non aggiungono molto alla storia (ad esempio il fatto di andarsi a documentare su Wolverine, ma forse lo hai fatto perché il suo pubblico è composto per la maggior parte di apparecchi che hanno avuto a che fare con anziani).
Mi è piaciuta la voce che hai dato al protagonista e hai creato per un istante l’illusione che potesse parlare direttamente a chi legge il racconto, quando in realtà si rivolge agli altri apparecchi acustici nella scatola con lui.
Per il finale avrei osato di più. Mi sarebbe piaciuto si togliesse l’apparecchio prima di, e uso il gergo del protagonista, “bombarsi la sua crush”, e avrei giocato più sul fatto che avrebbe preferito sentire i suoi di “guaiti” e non quelli di Rose Villain.
A parte questo, il racconto mi è piaciuto.
Ci si legge in giro!
Consiglio da amico
Ciao Agostino,
Ho letto il tuo racconto e l’ho trovato ben scritto.
Però non mi ha convinta del tutto il punto di vista insolito. Se ho capito bene, si tratta di un lettore Beta? Certo, è una voce che non si trova molto nei libri o nei racconti, ma avrei preferito un tocco di originalità in più. E se quel King fosse stato un amico immaginario o, ancora meglio, una delle personalità dello scrittore?
Una lotta tra le varie personalità sarebbe stata esilarante.
Però, come ho detto all’inizio, il racconto è buono, anche la caratterizzazione dell’amico King.
Ci si legge in giro!
Quel pomeriggio d’agosto
Ciao Dash,
senza togliere niente agli altri, trovo che il tuo racconto sia il campione della cucciolata e non riesco a trovare dei difetti.
L’ho adorato in toto: la scoperta del punto di vista (nel mio cervellino si è trasformato in topo, poi piccione infine mosca nel giro di pochissime righe), la bizzarria della storia, l’incuranza della mosca (le mosche sono così, stronze e strafottenti), l’epilogo da CSI.
Hai vinto il mio cuore con la scena del triangolo. Colpo di genio, veramente. Ridevo da sola in cucina all’una di notte.
Quindi, che altro dovrei aggiungere?
Ottimo lavoro, davvero. Complimenti.
Ci si legge in giro!
Mi sposo una rana
Ciao Giovanni,
È la seconda volta che ho modo di leggere e valutare un tuo racconto qui su MC.
Hai uno stile di scrittura molto peculiare, a tratti affascinante, ma che potrebbe giovare di più spazio per respirare.
L’idea è intrigante, l’esecuzione migliorerebbe inserendo pause nei dialoghi e definendo meglio il finale, che purtroppo non ho compreso del tutto.
A mio avviso, avrei preferito il punto di vista del contadino, voce che la Storia (non il tuo racconto) difficilmente è riuscita ad ascoltare, una voce che, se si fosse alzata troppo, avrebbe rischiato pene tremende.
Che dire? La storia è ricca di potenzialità e sicuramente migliorabile.
Ci si legge in giro!
Unlimited
Ciao Mario,
il punto di vista della “coatta” è stato esilarante.
Come altri racconti letti in questo gruppo, per l’insolito punto di vista hai scelto la voce di qualcuno che di solito non viene creduto perché le spara troppo grosse.
Non ho particolari appunti da farti sulla tua storia. Mi è piaciuta e l’ho trovata credibile. Il monologo dell’eccentrica del gruppo che racconta le cose più incredibili che le sono successe è, a mio avviso, vincente.
Complimenti, davvero.
Ci si legge in giro!
A casa prima di cena
Ciao Fabio,
Nel tuo racconto, l’insolito punto di vista diventa il vero protagonista.
L’idea è molto originale e intrigante. Il personaggio principale, indeciso fino all’ultimo se sottoporsi o meno a un intervento che gli permetterà di vedere il mondo da più angolazioni, valuta se davvero questa soluzione così alla moda sia davvero vincente.
La storia è straniante e, a tratti, si perde un po’ in dettagli che si potrebbero essere snelliti facilmente con una revisione, ma nel complesso è stata una prova davvero interessante.
Complimenti per l’originalità.
Ci si legge in giro!
Ululati
Ciao Salvatore,
l’idea del racconto, di per sé, non mi sembra male.
Come altri prima di me, devo ammettere che il tema dell’insolito punto di vista non si è presentato insieme al racconto, ed è un peccato, perché si vede che ti piace scrivere. Ci sono piccoli inciampi, certo, ma la tua storia è abbastanza scorrevole e l’atmosfera intrigante.
Sarebbe stato meraviglioso se fossero stati frati francescani che si trasformano in lupi, e se anche lui lo fosse stato, consapevole di quella particolarità. Il suo compito sarebbe stato punire chi aveva ceduto al peccato di superbia o di gola.
Comunque non demordere, Salvatore. La scrittura è un allenamento bellissimo, in effetti è l’unico tipo di ginnastica che mi piaccia davvero. Non esistono esercizi che non si possano correggere.
Ci si legge in giro!
Scavare e scavare
Ciao Mauro,
Il tuo racconto ha bisogno di varie riletture per essere compreso appieno.
Da quello che ho capito, il protagonista è un archeologo che ha appena scritto un libro/pubblicazione che smentisce tutto quello che il suo professore gli aveva insegnato, rendendo vane lezioni da incubo all’università. Dato che il professore è deceduto, lui prova a rivalersi su una sua copia creata con la realtà aumentata, disponibile su una piattaforma di supporto per la sanità mentale. Il FU professore prova a dirgli di andare avanti, ma il protagonista, essendo archeologo, ha la necessita di confrontarsi con i morti (lo fa anche per lavoro).
E qui veniamo al tema. L’insolito punto di vista riguarda l’utilizzo di un’interfaccia virtuale? O forse perché l’archeologo ha scoperto una verità che contraddice la narrazione accademica?
Purtroppo, rimane un po' nebuloso, ma l’inizio era accattivante. Il bisogno di rivalsa funziona molto bene, ma non si arriva alla soluzione del conflitto. Il racconto sembra troncarsi sul più bello, ed è un vero peccato.
Ci si legge in giro!
Complimenti a tutti e buona edizione!
fare classifiche non è sicuramente nelle mie corde, anche perché ogni racconto è riuscito a scatenare sensazioni ben precise. Scrivere un racconto in quattro ore non è facile, a volte ci sono imprecisioni, ma devo ammettere che non mi è capitato di imbattermi in una storia che non rileggerei.
Detto questo, faccio i complimenti a tutti e vi ringrazio per avermi tenuto compagnia in questi giorni uggiosi.
1.Quel pomeriggio d’agosto
2.Billy Joe
3.Unlimited
4.A casa prima di cena
5.Sentite questa
6.Consiglio da amico
7.Scavare e scavare
8.Ululati
9.Mi sposo una rana
Di seguito, i commenti fatti agli autori.
Billy Joe
Ciao Gabriele.
Ho letto il tuo racconto fino alla fine. Poi l’ho letto di nuovo e i sampietrini nel mio cuore si sono polverizzati.
Alla prima lettura, le descrizioni di moglie e figli risultavano troppo melense, quasi innecessarie. Mi davano fin fastidio, ma io sono una persona orrenda.
Poi sono arrivata alla fine: Ah…
I passaggi che prima sembrano troppo sdolcinati, si trasformano in memorie amplificate che spaccano l'anima. Un canto di sirena che trascina il protagonista verso la morte.
Alla rilettura, la polvere rossa che immaginavo volteggiare attorno alla scena, si posa a terra sfinita, come i due protagonisti, e rivela il twist finale.
L’idea di pesantezza di una cosa così leggera come la polvere sottolinea la gravità della scena, quando persino il respiro si trasforma in un macigno nei polmoni.
Però devo ammettere che anche io ho avuto un problema con il tema, troppo sottile da individuare senza la tua spiegazione.
Nonostante questo, il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Ci si legge in giro!
Sentite questa
Ciao Daniele,
Ho letto il tuo racconto e il punto di vista dell’apparecchio acustico è over the top.
Ho riscontrato qualche piccolo refuso (ad esempio Emergumeno) e una prosa non troppo lineare con digressioni che non aggiungono molto alla storia (ad esempio il fatto di andarsi a documentare su Wolverine, ma forse lo hai fatto perché il suo pubblico è composto per la maggior parte di apparecchi che hanno avuto a che fare con anziani).
Mi è piaciuta la voce che hai dato al protagonista e hai creato per un istante l’illusione che potesse parlare direttamente a chi legge il racconto, quando in realtà si rivolge agli altri apparecchi acustici nella scatola con lui.
Per il finale avrei osato di più. Mi sarebbe piaciuto si togliesse l’apparecchio prima di, e uso il gergo del protagonista, “bombarsi la sua crush”, e avrei giocato più sul fatto che avrebbe preferito sentire i suoi di “guaiti” e non quelli di Rose Villain.
A parte questo, il racconto mi è piaciuto.
Ci si legge in giro!
Consiglio da amico
Ciao Agostino,
Ho letto il tuo racconto e l’ho trovato ben scritto.
Però non mi ha convinta del tutto il punto di vista insolito. Se ho capito bene, si tratta di un lettore Beta? Certo, è una voce che non si trova molto nei libri o nei racconti, ma avrei preferito un tocco di originalità in più. E se quel King fosse stato un amico immaginario o, ancora meglio, una delle personalità dello scrittore?
Una lotta tra le varie personalità sarebbe stata esilarante.
Però, come ho detto all’inizio, il racconto è buono, anche la caratterizzazione dell’amico King.
Ci si legge in giro!
Quel pomeriggio d’agosto
Ciao Dash,
senza togliere niente agli altri, trovo che il tuo racconto sia il campione della cucciolata e non riesco a trovare dei difetti.
L’ho adorato in toto: la scoperta del punto di vista (nel mio cervellino si è trasformato in topo, poi piccione infine mosca nel giro di pochissime righe), la bizzarria della storia, l’incuranza della mosca (le mosche sono così, stronze e strafottenti), l’epilogo da CSI.
Hai vinto il mio cuore con la scena del triangolo. Colpo di genio, veramente. Ridevo da sola in cucina all’una di notte.
Quindi, che altro dovrei aggiungere?
Ottimo lavoro, davvero. Complimenti.
Ci si legge in giro!
Mi sposo una rana
Ciao Giovanni,
È la seconda volta che ho modo di leggere e valutare un tuo racconto qui su MC.
Hai uno stile di scrittura molto peculiare, a tratti affascinante, ma che potrebbe giovare di più spazio per respirare.
L’idea è intrigante, l’esecuzione migliorerebbe inserendo pause nei dialoghi e definendo meglio il finale, che purtroppo non ho compreso del tutto.
A mio avviso, avrei preferito il punto di vista del contadino, voce che la Storia (non il tuo racconto) difficilmente è riuscita ad ascoltare, una voce che, se si fosse alzata troppo, avrebbe rischiato pene tremende.
Che dire? La storia è ricca di potenzialità e sicuramente migliorabile.
Ci si legge in giro!
Unlimited
Ciao Mario,
il punto di vista della “coatta” è stato esilarante.
Come altri racconti letti in questo gruppo, per l’insolito punto di vista hai scelto la voce di qualcuno che di solito non viene creduto perché le spara troppo grosse.
Non ho particolari appunti da farti sulla tua storia. Mi è piaciuta e l’ho trovata credibile. Il monologo dell’eccentrica del gruppo che racconta le cose più incredibili che le sono successe è, a mio avviso, vincente.
Complimenti, davvero.
Ci si legge in giro!
A casa prima di cena
Ciao Fabio,
Nel tuo racconto, l’insolito punto di vista diventa il vero protagonista.
L’idea è molto originale e intrigante. Il personaggio principale, indeciso fino all’ultimo se sottoporsi o meno a un intervento che gli permetterà di vedere il mondo da più angolazioni, valuta se davvero questa soluzione così alla moda sia davvero vincente.
La storia è straniante e, a tratti, si perde un po’ in dettagli che si potrebbero essere snelliti facilmente con una revisione, ma nel complesso è stata una prova davvero interessante.
Complimenti per l’originalità.
Ci si legge in giro!
Ululati
Ciao Salvatore,
l’idea del racconto, di per sé, non mi sembra male.
Come altri prima di me, devo ammettere che il tema dell’insolito punto di vista non si è presentato insieme al racconto, ed è un peccato, perché si vede che ti piace scrivere. Ci sono piccoli inciampi, certo, ma la tua storia è abbastanza scorrevole e l’atmosfera intrigante.
Sarebbe stato meraviglioso se fossero stati frati francescani che si trasformano in lupi, e se anche lui lo fosse stato, consapevole di quella particolarità. Il suo compito sarebbe stato punire chi aveva ceduto al peccato di superbia o di gola.
Comunque non demordere, Salvatore. La scrittura è un allenamento bellissimo, in effetti è l’unico tipo di ginnastica che mi piaccia davvero. Non esistono esercizi che non si possano correggere.
Ci si legge in giro!
Scavare e scavare
Ciao Mauro,
Il tuo racconto ha bisogno di varie riletture per essere compreso appieno.
Da quello che ho capito, il protagonista è un archeologo che ha appena scritto un libro/pubblicazione che smentisce tutto quello che il suo professore gli aveva insegnato, rendendo vane lezioni da incubo all’università. Dato che il professore è deceduto, lui prova a rivalersi su una sua copia creata con la realtà aumentata, disponibile su una piattaforma di supporto per la sanità mentale. Il FU professore prova a dirgli di andare avanti, ma il protagonista, essendo archeologo, ha la necessita di confrontarsi con i morti (lo fa anche per lavoro).
E qui veniamo al tema. L’insolito punto di vista riguarda l’utilizzo di un’interfaccia virtuale? O forse perché l’archeologo ha scoperto una verità che contraddice la narrazione accademica?
Purtroppo, rimane un po' nebuloso, ma l’inizio era accattivante. Il bisogno di rivalsa funziona molto bene, ma non si arriva alla soluzione del conflitto. Il racconto sembra troncarsi sul più bello, ed è un vero peccato.
Ci si legge in giro!
Complimenti a tutti e buona edizione!
Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella de IL GLADIATORE, dovete ancora ricevere una classifica.
Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Vabbè, difficilissimo fare la classifica questa volta, solo sul numero uno non avevo dubbi!
1. Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
2. Unlimited, di Mario Pacchiarotti
3. Sentite questa, di Daniele Villa
4. Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
5. A casa prima di cena, di Fabio Scalini
6. Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
7. Scavare e scavare, di Mauro Bennici
8. Ululati, di Salvatore Stefanelli
9. Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
Ciao Gabriele, piacere di leggerti. Il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo, giuro che fino all’ultimo non avrei mai pensato che stava chiedendo al cavallo di aiutarlo a uccidersi! Mi è piaciuto lo stile, il ritmo, le indovinate figure retoriche. Unici difetti: il più importante è che per quanto abbia letto le tue spiegazioni sopra trovo che il tema non sia centrato, il secondo è che ci sono delle parti un pochino pesanti (ma in questo sei giustificato perché non è facile creare un piccolo mondo come hai fatto tu in così poche battute).
Buona edizione!
Sentite questa, di Daniele Villa
Ciao Daniele, che figata di racconto! Io sinceramente non avrei mai pensato al punto di vista di un apparecchio acustico! Hai tenuto tutto con la coerenza giusta e hai comunque creato una storia nella storia. Unico appunto, ma è veramente una stupidaggine che non inficia il valore del racconto è che anch’io non avevo capito che andavano lo stesso al concerto alla fine: c’era un po’ di confusione sulla faccenda dei biglietti. Buona edition!
Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
Ciao Agostino, il tuo racconto mi ha un po’ spiazzata. Da un lato è ben scritto, mi ha affascina l’idea del lettore beta (che anch’io avevo scambiato per Stephen King, perdono) che incita l’autore a scrivere ciò che ama scrivere e non quello che gli viene chiesto e mi ha divertita la citazione a Stranimondi. Dall’altro però non vedo tutta questa attinenza con il tema assegnato. Un buon racconto comunque. Buona edition!
Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
Che ti devo dire, Dash? Questo è il racconto più nelle mie corde che ho letto fino ad ora. Mi è piaciuto come hai declinato il tema, lo stile che hai usato, il quadro che hai dipinto e la punta di horror che io se non c’è gente che muore male non sto bene (sono una persona orribile!). Mi sa che starai ben in alto in classifica. Nient’altro da aggiungere, complimenti davvero. Buona edition!
Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Il tuo racconto è molto particolare, la tua è una cifra molto autoriale che ormai riconosco e che ti contraddistingue. Tuttavia in questo caso non mi ha convinta, l’ho trovato un po’ pesante e difficile da seguire. Il tema secondo me non è centrato. Mi spiace perché l’idea della storia mi piaceva e mi intrigava come mi piace che tu metta spesso dei personaggi realmente esistiti. Buona edition!
Unlimited, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, piacere di leggerti. Mi è piaciuto questo racconto e ho sentito, forte la voce di Jessica di Viaggio di nozze! Trovo che la declinazione del tema sia molto originale, sicuramente diversa da tutte quelle che ho letto fino ad ora, una di quelle idee che avrei voluto avere io, mannaggia. Non so davvero come fare a compilare questa classifica perché il tuo racconto è lì lì con altri e boh, non arrabbiarti se non sarai primo! Buona edition!
A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio, piacere di leggerti. Ti dirò… ho fatto un po’ di fatica a capire come stavano le cose, non mi era chiaro chi fossero e come facessero a “vedere” così i personaggi intorno al protagonista. Ho dovuto rileggere. Certo l’idea è geniale e meriterebbe uno sviluppo ulteriore… pensaci!
Tema centratissimo, mi è piaciuto molto il tono che hai dato al racconto. Buona edition!
Ululati, di Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore, è sempre un piacere ritrovarti. Secondo me devi essere più indulgente con te stesso, più ti lasci andare e più viene fuori la tua penna che so essere eccellente. Il difetto più importante di questo racconto, secondo me, è che non centra il tema. Per il resto sono sottigliezze ma nel complesso mi è parsa una buona storia che mi ha appassionato. Buona edition!
Scavare e scavare, di Mauro Bennici
Ciao Mauro, piacere di leggerti. Ho letto un paio di volte il racconto e anche tutti i commenti perché non avevo ben capito. Nonostante tutto penso che il tema non sia centrato. L’idea della storia però mi piace molto ma penso necessitasse di molte battute in più… Ho letto le tue motivazioni del perché il tuo protagonista sottolineasse il fatto che la psicoterapeuta fosse maggiorata, nonostante questo mi ha dato lo stesso fastidio, ma immagino sia la mia crescente idiosincrasia verso la continua sessualizzazione del corpo delle donne (in questo caso avatar di donna). Buona edition!
1. Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
2. Unlimited, di Mario Pacchiarotti
3. Sentite questa, di Daniele Villa
4. Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
5. A casa prima di cena, di Fabio Scalini
6. Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
7. Scavare e scavare, di Mauro Bennici
8. Ululati, di Salvatore Stefanelli
9. Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
Ciao Gabriele, piacere di leggerti. Il tuo racconto mi è piaciuto moltissimo, giuro che fino all’ultimo non avrei mai pensato che stava chiedendo al cavallo di aiutarlo a uccidersi! Mi è piaciuto lo stile, il ritmo, le indovinate figure retoriche. Unici difetti: il più importante è che per quanto abbia letto le tue spiegazioni sopra trovo che il tema non sia centrato, il secondo è che ci sono delle parti un pochino pesanti (ma in questo sei giustificato perché non è facile creare un piccolo mondo come hai fatto tu in così poche battute).
Buona edizione!
Sentite questa, di Daniele Villa
Ciao Daniele, che figata di racconto! Io sinceramente non avrei mai pensato al punto di vista di un apparecchio acustico! Hai tenuto tutto con la coerenza giusta e hai comunque creato una storia nella storia. Unico appunto, ma è veramente una stupidaggine che non inficia il valore del racconto è che anch’io non avevo capito che andavano lo stesso al concerto alla fine: c’era un po’ di confusione sulla faccenda dei biglietti. Buona edition!
Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
Ciao Agostino, il tuo racconto mi ha un po’ spiazzata. Da un lato è ben scritto, mi ha affascina l’idea del lettore beta (che anch’io avevo scambiato per Stephen King, perdono) che incita l’autore a scrivere ciò che ama scrivere e non quello che gli viene chiesto e mi ha divertita la citazione a Stranimondi. Dall’altro però non vedo tutta questa attinenza con il tema assegnato. Un buon racconto comunque. Buona edition!
Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
Che ti devo dire, Dash? Questo è il racconto più nelle mie corde che ho letto fino ad ora. Mi è piaciuto come hai declinato il tema, lo stile che hai usato, il quadro che hai dipinto e la punta di horror che io se non c’è gente che muore male non sto bene (sono una persona orribile!). Mi sa che starai ben in alto in classifica. Nient’altro da aggiungere, complimenti davvero. Buona edition!
Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Il tuo racconto è molto particolare, la tua è una cifra molto autoriale che ormai riconosco e che ti contraddistingue. Tuttavia in questo caso non mi ha convinta, l’ho trovato un po’ pesante e difficile da seguire. Il tema secondo me non è centrato. Mi spiace perché l’idea della storia mi piaceva e mi intrigava come mi piace che tu metta spesso dei personaggi realmente esistiti. Buona edition!
Unlimited, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, piacere di leggerti. Mi è piaciuto questo racconto e ho sentito, forte la voce di Jessica di Viaggio di nozze! Trovo che la declinazione del tema sia molto originale, sicuramente diversa da tutte quelle che ho letto fino ad ora, una di quelle idee che avrei voluto avere io, mannaggia. Non so davvero come fare a compilare questa classifica perché il tuo racconto è lì lì con altri e boh, non arrabbiarti se non sarai primo! Buona edition!
A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio, piacere di leggerti. Ti dirò… ho fatto un po’ di fatica a capire come stavano le cose, non mi era chiaro chi fossero e come facessero a “vedere” così i personaggi intorno al protagonista. Ho dovuto rileggere. Certo l’idea è geniale e meriterebbe uno sviluppo ulteriore… pensaci!
Tema centratissimo, mi è piaciuto molto il tono che hai dato al racconto. Buona edition!
Ululati, di Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore, è sempre un piacere ritrovarti. Secondo me devi essere più indulgente con te stesso, più ti lasci andare e più viene fuori la tua penna che so essere eccellente. Il difetto più importante di questo racconto, secondo me, è che non centra il tema. Per il resto sono sottigliezze ma nel complesso mi è parsa una buona storia che mi ha appassionato. Buona edition!
Scavare e scavare, di Mauro Bennici
Ciao Mauro, piacere di leggerti. Ho letto un paio di volte il racconto e anche tutti i commenti perché non avevo ben capito. Nonostante tutto penso che il tema non sia centrato. L’idea della storia però mi piace molto ma penso necessitasse di molte battute in più… Ho letto le tue motivazioni del perché il tuo protagonista sottolineasse il fatto che la psicoterapeuta fosse maggiorata, nonostante questo mi ha dato lo stesso fastidio, ma immagino sia la mia crescente idiosincrasia verso la continua sessualizzazione del corpo delle donne (in questo caso avatar di donna). Buona edition!
Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni vi arriverà quella de IL GLADIATORE.
- IL GLADIATORE
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Re: Gruppo RENZO: Lista racconti e classifiche
1 - Billy Joe, di Gabriele Dolzadelli
2 - Unlimited, di Mario Pacchiarotti
3 - Sentite questa, di Daniele Villa
4 - Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
5 - Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
6 - A casa prima di cena, di Fabio Scalini
7 - Scavare e scavare, di Mauro Bennici
8 - Ululati, di Salvatore Stefanelli
9 - Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
BILLY JOE - Ciao Gabriele, un racconto davanti al quale sono in difficoltà. Uno stile perfetto e funzionale, una caratterizzazione assolutamente perfetta dei personaggi e un plot twist finale che ribalta totalmente il punto di vista (il mio) dal quale leggevo la storia e secondo cui mi ero fatto un'idea completamente rivoluzionata. Non soono d'accordo con chi non vede il tema anzi, trovo che la declinazione sia molto ben azzeccata e pensata. E allora dove sta la difficoltà? Nel trovare qualcosa che mi impedisca di dare al racconto un pollice su con lode. Ottima prova.
UNLIMITED - Ciao Mario, un racconto davvero ben scritto con una gestione della parlata dialettale da applausi. Non è facile usare i dialetti senza scadere nel forzato o nella caricatura. Invece tu, mantenendo uno stile fluido ed equilibrato sei riuscito a portare la storia dove volevi senza esagerare e strappando pure parecchi sorrisi al lettore. Un racconto da pollice su. Ottima prova.
SENTITE QUESTA - Ciao Daniele, uno stile sempre più inconfondibile il tuo e una capacità di gestire i monologhi, soprattutto se in chiave ironica, assolutamente personale e non comune. Il racconto è ben gestito e va dritto alla meta, fatta eccezione per alcune digressioni non molto utili per il racconto, in questo mi trovo d'accordo con Daniela che te lo ha fatto notare. Che dire? Occhio ai refusi e a non esagerare con l'irriverenza per non farla diventare una macchietta, ma per ora direi che sei davvero bravo quando si tratta di scrivere storie sopra le righe. Una bella prova da pollice quasi su.
QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO - Ciao Dash! Ottimo lo stile per un racconto davvero ben scritto che perde un po' sul piano della coerenza in alcuni passaggi (ottima la visione delle perle dorate ma poi il sugo è riconosciuto dalla mosca e lì il punto di vista perde un po' di credibilità) senza fare troppi danni perchè lo stile è davvero fluido e accompagna il lettore senza grossi inciampi. Non arrivo al pollice quasi su per la questione della perdta di coerenza e credibilità ma è comunque un pollice tendente al positivo in modo molto solido e molto brillante. Prova più che buona.
CONSIGLIO DA AMICO - Ciao Agostino, ho amato la citazione di Stranimondi perché in quell'occasione ho avuto il piacere di conoscerti di persona. Io vado controcorrente rispetto a chi, in generale, critica i racconti focalizzati sul contesto di MC. Credo che non ci siano grosse criticità e problemi a scrivere di un contesto nel quale tutti ci moviamo, spesso e volentieri Guests comprese. Detto questo, ottimo lo stile ma non mi ha convinto del tutto l'attinenza al tema che ho trovato un po' forzata e non del tutto centrata. Nel complesso però una buona prova e un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.
A CASA PRIMA DI CENA - Ciao Fabio, devo dire che il racconto ha un ottimo spunto e l'idea, oltre a centrare il tema, è intelligente e offre un sacco di spunti di riflessione. Purtroppo anche io rientro in quelli che hanno dovuto rileggerlo per entrare totalmente nella dinamica della storia. Gestire meglio l'inizio, magari palesando subito il contesto, avrebbe probabilmente giovato al racconto che comunque resta una prova buona che però non va oltre una valutazione di un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
SCAVARE E SCAVARE - Ciao Mauro, ho letto anche io il racconto diverse volte perché facevo fatica a entrare completamente nella storia. Trovo il tema abbastanza centrato ma non riesco, anche io come Matteo, a trovare il quadro completo della storia. L'idea è interessante e lo stile con cui scrivi è ottimo e si vede che c'è studio e allenamento dietro. Trovo però che dovresti lavorare e concentrarti molto sulla struttura del racconto che, con così pochi caratteri, se non pensata e gestita bene, rischia di compromettere tutto. Un pollice tendente al positivo in modo non del tutto brillante e non solido.
ULULATI - Ciao Salvatore, ben ritrovato! Faccio fatica anche io a trovare la centratura del tema in una storia che ho trovato brillante per alcuni aspetti e traballante per altri. Indubbiamente l'uso delle virgole va rivisto ma è la struttura del racconto che fa fatica a decollare e mi trovo d'accordo con Matteo quando parla della sensazione di trovarsi davanti a una prima stesura. Poco male perché siamo qua proprio per misurarci e migliorarci. Ho trovato l'idea brillante, accompagnata da uno stile che sarà pure arrugginito (e lo si avverte, soprattutto chi ti ha già incontrato su questa Arena) ma porta con sé un potenziale e una qualità che necessita di allenamento, proprio come hai anticipato tu. E allora bentornato in palestra! Continua con costanza e passione (che si vede esserci) e i risultati si faranno apprezzare. Ho gradito molto il misurare il tempo con la Liturgia delle Ore, niente male. la mia valutazione non va oltre un pollice tendente al positivo ma io un pensierino a capitare da queste parti ogni terzo lunedì del mese fino a maggio lo farei. Buona Edition e buona palestra!
MI SPOSO UNA RANA - Ciao Giovanni, è sempre un piacere leggerti. Purtroppo anche io ho dovuto rileggere più volte il racconto per entrare nella storia ma questo più perché la storia meritava più respiro che per un difetto di stile o struttura. L'idea trovo che sia molto valida e ti consiglio di lavorarci sopra senza limiti di caratteri così da sbizzarrirti e costrurire l'ambientazione che si percepisce esserti rimasta nella penna. Hai fatto bene a intestardirti e postare il racconto. Hai ragione, è già un successo quello, anche perché permette di leggere critiche e commenti che danno la possibilità di crescere. Non ho trovato lo stile pesante o desueto ma funzionale ad ambientazione e vicenda. Un pollice tendente al positivo anche se al pelo ma un grosso incoraggiamento perché, secondo la mia opinione, la storia merita di sbocciare.
2 - Unlimited, di Mario Pacchiarotti
3 - Sentite questa, di Daniele Villa
4 - Quel pomeriggio d’agosto, di Dash J. Benton
5 - Consiglio da amico, di Agostino Langellotti
6 - A casa prima di cena, di Fabio Scalini
7 - Scavare e scavare, di Mauro Bennici
8 - Ululati, di Salvatore Stefanelli
9 - Mi sposo una rana, di Giovanni D’Addabbo
BILLY JOE - Ciao Gabriele, un racconto davanti al quale sono in difficoltà. Uno stile perfetto e funzionale, una caratterizzazione assolutamente perfetta dei personaggi e un plot twist finale che ribalta totalmente il punto di vista (il mio) dal quale leggevo la storia e secondo cui mi ero fatto un'idea completamente rivoluzionata. Non soono d'accordo con chi non vede il tema anzi, trovo che la declinazione sia molto ben azzeccata e pensata. E allora dove sta la difficoltà? Nel trovare qualcosa che mi impedisca di dare al racconto un pollice su con lode. Ottima prova.
UNLIMITED - Ciao Mario, un racconto davvero ben scritto con una gestione della parlata dialettale da applausi. Non è facile usare i dialetti senza scadere nel forzato o nella caricatura. Invece tu, mantenendo uno stile fluido ed equilibrato sei riuscito a portare la storia dove volevi senza esagerare e strappando pure parecchi sorrisi al lettore. Un racconto da pollice su. Ottima prova.
SENTITE QUESTA - Ciao Daniele, uno stile sempre più inconfondibile il tuo e una capacità di gestire i monologhi, soprattutto se in chiave ironica, assolutamente personale e non comune. Il racconto è ben gestito e va dritto alla meta, fatta eccezione per alcune digressioni non molto utili per il racconto, in questo mi trovo d'accordo con Daniela che te lo ha fatto notare. Che dire? Occhio ai refusi e a non esagerare con l'irriverenza per non farla diventare una macchietta, ma per ora direi che sei davvero bravo quando si tratta di scrivere storie sopra le righe. Una bella prova da pollice quasi su.
QUEL POMERIGGIO D'AGOSTO - Ciao Dash! Ottimo lo stile per un racconto davvero ben scritto che perde un po' sul piano della coerenza in alcuni passaggi (ottima la visione delle perle dorate ma poi il sugo è riconosciuto dalla mosca e lì il punto di vista perde un po' di credibilità) senza fare troppi danni perchè lo stile è davvero fluido e accompagna il lettore senza grossi inciampi. Non arrivo al pollice quasi su per la questione della perdta di coerenza e credibilità ma è comunque un pollice tendente al positivo in modo molto solido e molto brillante. Prova più che buona.
CONSIGLIO DA AMICO - Ciao Agostino, ho amato la citazione di Stranimondi perché in quell'occasione ho avuto il piacere di conoscerti di persona. Io vado controcorrente rispetto a chi, in generale, critica i racconti focalizzati sul contesto di MC. Credo che non ci siano grosse criticità e problemi a scrivere di un contesto nel quale tutti ci moviamo, spesso e volentieri Guests comprese. Detto questo, ottimo lo stile ma non mi ha convinto del tutto l'attinenza al tema che ho trovato un po' forzata e non del tutto centrata. Nel complesso però una buona prova e un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.
A CASA PRIMA DI CENA - Ciao Fabio, devo dire che il racconto ha un ottimo spunto e l'idea, oltre a centrare il tema, è intelligente e offre un sacco di spunti di riflessione. Purtroppo anche io rientro in quelli che hanno dovuto rileggerlo per entrare totalmente nella dinamica della storia. Gestire meglio l'inizio, magari palesando subito il contesto, avrebbe probabilmente giovato al racconto che comunque resta una prova buona che però non va oltre una valutazione di un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
SCAVARE E SCAVARE - Ciao Mauro, ho letto anche io il racconto diverse volte perché facevo fatica a entrare completamente nella storia. Trovo il tema abbastanza centrato ma non riesco, anche io come Matteo, a trovare il quadro completo della storia. L'idea è interessante e lo stile con cui scrivi è ottimo e si vede che c'è studio e allenamento dietro. Trovo però che dovresti lavorare e concentrarti molto sulla struttura del racconto che, con così pochi caratteri, se non pensata e gestita bene, rischia di compromettere tutto. Un pollice tendente al positivo in modo non del tutto brillante e non solido.
ULULATI - Ciao Salvatore, ben ritrovato! Faccio fatica anche io a trovare la centratura del tema in una storia che ho trovato brillante per alcuni aspetti e traballante per altri. Indubbiamente l'uso delle virgole va rivisto ma è la struttura del racconto che fa fatica a decollare e mi trovo d'accordo con Matteo quando parla della sensazione di trovarsi davanti a una prima stesura. Poco male perché siamo qua proprio per misurarci e migliorarci. Ho trovato l'idea brillante, accompagnata da uno stile che sarà pure arrugginito (e lo si avverte, soprattutto chi ti ha già incontrato su questa Arena) ma porta con sé un potenziale e una qualità che necessita di allenamento, proprio come hai anticipato tu. E allora bentornato in palestra! Continua con costanza e passione (che si vede esserci) e i risultati si faranno apprezzare. Ho gradito molto il misurare il tempo con la Liturgia delle Ore, niente male. la mia valutazione non va oltre un pollice tendente al positivo ma io un pensierino a capitare da queste parti ogni terzo lunedì del mese fino a maggio lo farei. Buona Edition e buona palestra!
MI SPOSO UNA RANA - Ciao Giovanni, è sempre un piacere leggerti. Purtroppo anche io ho dovuto rileggere più volte il racconto per entrare nella storia ma questo più perché la storia meritava più respiro che per un difetto di stile o struttura. L'idea trovo che sia molto valida e ti consiglio di lavorarci sopra senza limiti di caratteri così da sbizzarrirti e costrurire l'ambientazione che si percepisce esserti rimasta nella penna. Hai fatto bene a intestardirti e postare il racconto. Hai ragione, è già un successo quello, anche perché permette di leggere critiche e commenti che danno la possibilità di crescere. Non ho trovato lo stile pesante o desueto ma funzionale ad ambientazione e vicenda. Un pollice tendente al positivo anche se al pelo ma un grosso incoraggiamento perché, secondo la mia opinione, la storia merita di sbocciare.
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