Chi si ferma è perduto

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 18 novembre con un tema di Luca Fagiolo e 5000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore.
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MerioRounds
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Chi si ferma è perduto

Messaggio#1 » lunedì 18 novembre 2024, 23:00

"Chi si ferma è perduto"
di Mario Zanella

La città è in fiamme. Un Gran Torino azzurro chiaro e con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio e sollevo il fucile di riflesso. I proiettili perforano la carena del mecha nemico ed esso esplode portandosi via lo spigolo del palazzo.
«Bel colpo Granbelmi!» la voce di Vogler-3 è statica. Un ologramma con l'ID di Vogler-0 viene proiettato nell’angolo alto della visiera.
«Non dovresti riferirti a Vogler-4 con il suo nome, Vogler-3.»
Un Gran Torino alleato sbuca alle mie spalle. È blu savoia e con le insegne italiane. Il numero 1 spicca sul petto a forma di muso di jet.
«Vogler-3 ha ragione però, sicuramente lo stesso intuito del padre.»
Mi viene il vomito. Il ricordo della figura impiccata è ancora vivido nella mia mente. Non sarò mai un assassino spietato e a sangue freddo come lui.
«Basta.»
La voce viene dall’ologramma di Vogler-2.
«Vi siete scordati che siamo in mezzo a un campo di battaglia?»
Chi si ferma è perduto. Erano queste le parole che mio padre diceva ogni volta che parlava di una battaglia. L’ologramma di Vogler-0 si illumina.
«Vogler-4! IFF nemico a ore 6!»
Dietro? Tiro le manopole e premo fino in fondo il pedale giusto in tempo per vedere un proiettile di artiglieria sfondare il cranio del mecha di Vogler-1.
«Merda la telecamera è andata!»
Due mirini si incrociano sul GT spagnolo. Premo due volte il pulsante sotto il pollice e il lanciamissili issato sulla spalla sgancia le tre testate sul nemico. La prima lo gambizza, ma la seconda lo oltrepassa. Il robot spagnolo allunga la mano quasi per afferrarlo. La terza lo colpisce in pieno petto, facendolo esplodere.
Che stupido. Poteva schivarlo, o rilasciare i flare per evitare i proiettili.
Apro il canale di comunicazione.
«Vogler-0, nemico abbattuto. Richiesta estrazione per Vogler-1.»
Nessuna risposta. C’è qualcosa di strano.
«Vogler-0, mi ricevi? Passo.»
L’ologramma vibra per un attimo. Un sospiro proviene dalle casse.
«Qui è il Comandante Faustini che parla, designazione GI73882.»
Una scarica mi attraversa da cima a fondo. Addirittura il comandante?
«Qui Tenente Fabio Granbelmi, la ricevo, signore.»
Attimi di silenzio. Proprio come quelli che precedevano le balle di mia madre ogni volta che le chiedevo perché mio padre si fosse ucciso.
«Il resto del suo team è sulla vostra strada per formare un perimetro, poi procederemo all’estrazione. Non ingaggiate nessuna unità nemica, la battaglia è finita. Barcellona si è arresa.»
Di già? Se abbiamo vinto, perché c’è questa tensione nell’aria? Apro un canale privato con Vogler-1.
«Vogler-1, cosa sta succedendo?»
L’ologramma sfarfalla e si ingrandisce, andando a proiettare il volto del cinquantenne. Le ciglia sono corrugate e il software ad alta definizione permette di evidenziare bene anche la linea tesa della mandibola. Ok, è ufficialmente incazzato nero.
«Ma io che cazzo ne so scusa, ti sei perso che la mia telecamera è andata a farsi fottere?»
Rido. La tensione si allenta un attimo.
«Scusa scusa, non lo farò più.»
Sul suo volto compare la traccia di un sorriso, che svanisce in fretta sotto i baffi.
«Probabilmente è qualcosa successo durante l’abbattimento, non ci darei troppo peso fossi in te.»
La minimappa sul cruscotto lampeggia e gli IFF del resto del team compaiono al limitare. Ancora pochi minuti e saranno qui. Dove sono finiti i nemici?
«Vogler-4… no, Fabio, posso chiederti una cosa?»
«Spara.»
I suoi occhi smeraldo mi perforano, quasi a scavarmi nell’anima.
«Biasimi tuo padre? Per quello che fece a Parigi. Per tutti i civili che uccise.»
Chiudo gli occhi. Ogni volta, il discorso con qualsiasi suo compagno tornava sempre lì. L’incidente incoronò mio padre come un eroe di guerra per alcuni, ma un mostro per altri.
«Non biasimo mio padre per il crollo di Parigi. Nessuno avrebbe potuto prevedere che la catena di scontri avrebbe portato la città a sprofondare sui cittadini nascosti nelle catacombe. Lo biasimo per esser fuggito, per aver scelto la morte invece che l’espiazione.»
Per avermi abbandonato. Per questo non diventerò mai un soldato come lui.
I restanti Gran Torino dello squadrone si fermano accanto a noi. Vogler-3 porta in mano l’abitacolo di Vogler-6. Di Vogler-5 nessuna traccia. Una perdita, quindi.
L’ologramma di Vogler-3 si illumina ed espande rivelando un volto sbarbato che ride.
«Complimenti, Granbelmi!»
Complimenti per cosa, esattamente?
«Il tuo vecchio ti ha insegnato bene. Anche se devo dirlo, non credevo avessi le palle per far fuoco sul Camp Nou.»
No. No no no no no no no. Il computer della macchina zooma in risposta al mio pensiero. Il secondo missile aveva oltrepassato il GT nemico fino a schiantarsi sullo stadio in fondo alla strada. Una voragine lo percorre da cima a fondo. I pochi vivi si spintonano l’un l’altro per fuggire da quell'inferno.
Sono di nuovo nello studio di mio padre. Il suo cadavere è appeso al lampadario. Un sorriso gli appare sul volto.
«Chi si ferma è perduto.»



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antico
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#2 » lunedì 18 novembre 2024, 23:06

Ciao Mario e benvenuto nell'Arena! Caratteri e tempo ok, buona LUCA FAGIOLO EDITION!

Ps: non so se sei già nel gruppo fb, nel caso ti consiglio di entrarci. Inoltre, se riesci e ti va, mandami richiesta di amicizia su FB (sono Maurizio Bertino e la mia immagine profilo è un Kodama della Principessa Mononoke di Myazaki).

alexandra.fischer
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#3 » martedì 19 novembre 2024, 17:01

Tema centrato. Scene di guerra tecnologica si alternano ai ricordi del protagonista, il cui padre è morto impiccato al lampadario dopo la caduta di Parigi. Lo scenario è futuristico. Degli umani combattono usando degli ologrammi e guidando delle Gran Torino munite di missili. Hanno anche una radio dove comunicano fra loro. Storia originale e ben scritta.

Attenzione:
Merda, la telecamera è andata

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BruceLagogrigio
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#4 » martedì 19 novembre 2024, 17:15

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Futuristica / Barcellona. Genere fantascienza /mech da combattimento. Tema centrato.

Ciao Mario benvenuto su MC e piacere di leggerti. Allora per prima cosa punti bonus perché ho sempre voluto anche io fare qualcosa con i mech, ma non ho mai trovato l'occasione giusta. Inoltre, bazzico su MC da oltre un anno e non ne avevo ancora visti. Non so se poi a livello di classifica pagherà come scelta ma a me è piaciuta.
I punti di forza del tuo racconto sono il worldbuilding, che appare ben costruito e non scontato, e l’azione, che mantiene un ritmo serrato e coinvolgente. Molto efficace anche il twist finale, con l’errore del protagonista che richiama il passato del padre, creando un parallelo drammatico e potente. Ottimo anche il gancio iniziale, con l’immagine della città in fiamme e i mech Gran Torino che catturano subito l’attenzione del lettore.
Alcuni aspetti potrebbero essere migliorati:
L’uso di termini tecnici (GT, IFF, flare) potrebbe risultare poco accessibile per chi non è familiare con il genere. Una breve spiegazione o un uso più contestualizzato aiuterebbe a rendere la storia più fruibile.
I nomi in codice (Vogler e numeri) rischiano di confondere il lettore e appesantire la lettura. Credo fosse meglio differenziare con soprannomi o dettagli unici.
I dialoghi, seppur funzionali, appaiono a tratti un po’ meccanici. Un maggiore focus sulla naturalezza delle interazioni li renderebbe più incisivi.
Nel complesso una buona prova.
Tema sicuramente centrato. Sono curioso di capire se qualcuno avrà dato una declinazione positiva al tema fra quelli che leggerò.

Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

Gaia Peruzzo
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#5 » mercoledì 20 novembre 2024, 18:24

Ciao Mario e benvenuto nell'arena di Minuti Contati!
So che non sarà bello sentirselo dire… e mi dispiace tanto, credimi, ma purtroppo con il tuo racconto ho avuto un grande problema.
Un Gran Torino? Cos’è? È una macchina? O un robot? E Vogler? E Camp Nou? L’ho letto più come un testo perché non riuscivo a immaginare davvero nulla. Verso metà racconto mi sembrava una specie di videogioco, ma purtroppo sono totalmente ignorante nelle cose che hai scelto di scrivere. Per cui qualche descrizione e dettaglio in più mi avrebbe aiutato davvero tanto, sia nell’immaginare, sia nella comprensione. Si sente che tu sei ferrato sull'argomento, ma in ogni caso, bisogna rendere il testo il più fruibile per tutti. Sforzandomi li ho immaginati tutti come transformers.
Oltre a questo mi sento di dirti come piccolo consiglio che nella frase: “ed esso esplode” esso è superfluo e il soggetto si capisce già. Guarda mi dispiace davvero un sacco di aver avuto questo limite, perché sento che hai un sacco di capacità! Infatti ho capito comunque il messaggio che volevi trasmettere e su cui hai elaborato il tema, anche se lo avrei apprezzato meglio riuscendo a capire cosa sia un Camp Nou. E so che di sicuro hai cercato di dare il massimo usando qualcosa di originale, quindi spero tanto di trovarti a gareggiare ancora. Anche perché credo che come idea sia davvero originale. Probabilmente la più originale del gruppo, ma questo purtroppo non mi basta per valutarti bene.
Se ti va di perdere tempo a spiegarmi cosa sono le varie diciture che hai usato, tornerò a leggere la tua risposta, intanto in bocca al lupo per la gara!

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MerioRounds
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#6 » mercoledì 20 novembre 2024, 21:45

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Scene di guerra tecnologica si alternano ai ricordi del protagonista, il cui padre è morto impiccato al lampadario dopo la caduta di Parigi. Lo scenario è futuristico. Degli umani combattono usando degli ologrammi e guidando delle Gran Torino munite di missili. Hanno anche una radio dove comunicano fra loro. Storia originale e ben scritta.

Attenzione:
Merda, la telecamera è andata



Re:

Ciao! Grazie mille per il commento. Annoto la correzione, effettivamente io l’avevo pensato come un dialogo senza pausa, però mi rendo conto non lo sia.

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MerioRounds
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#7 » mercoledì 20 novembre 2024, 21:53

BruceLagogrigio ha scritto:In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Futuristica / Barcellona. Genere fantascienza /mech da combattimento. Tema centrato.

Ciao Mario benvenuto su MC e piacere di leggerti. Allora per prima cosa punti bonus perché ho sempre voluto anche io fare qualcosa con i mech, ma non ho mai trovato l'occasione giusta. Inoltre, bazzico su MC da oltre un anno e non ne avevo ancora visti. Non so se poi a livello di classifica pagherà come scelta ma a me è piaciuta.
I punti di forza del tuo racconto sono il worldbuilding, che appare ben costruito e non scontato, e l’azione, che mantiene un ritmo serrato e coinvolgente. Molto efficace anche il twist finale, con l’errore del protagonista che richiama il passato del padre, creando un parallelo drammatico e potente. Ottimo anche il gancio iniziale, con l’immagine della città in fiamme e i mech Gran Torino che catturano subito l’attenzione del lettore.
Alcuni aspetti potrebbero essere migliorati:
L’uso di termini tecnici (GT, IFF, flare) potrebbe risultare poco accessibile per chi non è familiare con il genere. Una breve spiegazione o un uso più contestualizzato aiuterebbe a rendere la storia più fruibile.
I nomi in codice (Vogler e numeri) rischiano di confondere il lettore e appesantire la lettura. Credo fosse meglio differenziare con soprannomi o dettagli unici.
I dialoghi, seppur funzionali, appaiono a tratti un po’ meccanici. Un maggiore focus sulla naturalezza delle interazioni li renderebbe più incisivi.
Nel complesso una buona prova.
Tema sicuramente centrato. Sono curioso di capire se qualcuno avrà dato una declinazione positiva al tema fra quelli che leggerò.

Bruce.


Re:
Ciao Bruce! Grazie mille per il commento. Non nascondo che MC vuole esser per me un po’ una palestra per capire dove devo aggiustare il tiro. Essendo abituato all’animazione e all’ambiente multimediale giapponese, comunicare la mia visione del mecha è forse uno dei punti su cui lavorare di più.
Giusta la critica dei termini tecnici, effettivamente in stesura non ci ho pensato. Segnalo però che GT è una semplice sigla di Gran Torino, che secondo me appesantiva,
La scelta di usare “Vogler” come identificativo della squadra è, come nei casi sopra, una scelta tecnica (in guerra dubito che i soldati comunichino usando i propri nomi ma con degli identificativi) ma anche una scelta drammaturgica. Il padre e il protagonista paradossalmente ai loro sensi di colpa sono considerati eroi, da qui la scelta di usare tale identificavo (se qualcuno sta leggendo e non lo sa, Vogler è l’autore del Viaggio dell’Eroe).
Ringrazio per la dritta dei dialoghi, avresti per caso dei consigli su come migliorarli?

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MerioRounds
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#8 » mercoledì 20 novembre 2024, 22:03

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Mario e benvenuto nell'arena di Minuti Contati!
So che non sarà bello sentirselo dire… e mi dispiace tanto, credimi, ma purtroppo con il tuo racconto ho avuto un grande problema.
Un Gran Torino? Cos’è? È una macchina? O un robot? E Vogler? E Camp Nou? L’ho letto più come un testo perché non riuscivo a immaginare davvero nulla. Verso metà racconto mi sembrava una specie di videogioco, ma purtroppo sono totalmente ignorante nelle cose che hai scelto di scrivere. Per cui qualche descrizione e dettaglio in più mi avrebbe aiutato davvero tanto, sia nell’immaginare, sia nella comprensione. Si sente che tu sei ferrato sull'argomento, ma in ogni caso, bisogna rendere il testo il più fruibile per tutti. Sforzandomi li ho immaginati tutti come transformers.
Oltre a questo mi sento di dirti come piccolo consiglio che nella frase: “ed esso esplode” esso è superfluo e il soggetto si capisce già. Guarda mi dispiace davvero un sacco di aver avuto questo limite, perché sento che hai un sacco di capacità! Infatti ho capito comunque il messaggio che volevi trasmettere e su cui hai elaborato il tema, anche se lo avrei apprezzato meglio riuscendo a capire cosa sia un Camp Nou. E so che di sicuro hai cercato di dare il massimo usando qualcosa di originale, quindi spero tanto di trovarti a gareggiare ancora. Anche perché credo che come idea sia davvero originale. Probabilmente la più originale del gruppo, ma questo purtroppo non mi basta per valutarti bene.
Se ti va di perdere tempo a spiegarmi cosa sono le varie diciture che hai usato, tornerò a leggere la tua risposta, intanto in bocca al lupo per la gara!


Re:
Ciao Gaia! Innanzitutto grazie per la lettura e il commento, non nascondo che fosse uno di quelli che temevo ma volevo trovare.
Il Gran Torino è un mecha fittizio che mi sono inventato al momento, non l’ho descritto un po’ per il limite di caratteri, un po’ perché non ne sentivo il particolare bisogno, mi bastava che il lettore si immaginasse un robottone umanoide pilotabile (Esatto! Simil Transformers), un po’ per il limite di caratteri.
Vogler, come detto nel commento sopra, è semplicemente l’identificativo del team. Ogni membro ha un numero (Vogler-1, ecc.).
Camp Nou mi trovo un po’ in imbarazzo a spiegarlo, forse colpa del mio essere GenZ. Esso è lo stadio del Barcellona FC, squadra dell’omonima città.

Ti ringrazio per la correzione su “ed esso esplode”, effettivamente è un po’ artefatto mettere il soggetto, ma lunedì sera non ci ho fatto molto caso.

Ne approfitto per augurare sia a te che quelli che hanno commentato precedentemente una buona gara!

Gaia Peruzzo
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#9 » giovedì 21 novembre 2024, 20:42

MerioRounds ha scritto:Re:
Ciao Gaia! Innanzitutto grazie per la lettura e il commento, non nascondo che fosse uno di quelli che temevo ma volevo trovare.
Il Gran Torino è un mecha fittizio che mi sono inventato al momento, non l’ho descritto un po’ per il limite di caratteri, un po’ perché non ne sentivo il particolare bisogno, mi bastava che il lettore si immaginasse un robottone umanoide pilotabile (Esatto! Simil Transformers), un po’ per il limite di caratteri.
Vogler, come detto nel commento sopra, è semplicemente l’identificativo del team. Ogni membro ha un numero (Vogler-1, ecc.).
Camp Nou mi trovo un po’ in imbarazzo a spiegarlo, forse colpa del mio essere GenZ. Esso è lo stadio del Barcellona FC, squadra dell’omonima città.

Ti ringrazio per la correzione su “ed esso esplode”, effettivamente è un po’ artefatto mettere il soggetto, ma lunedì sera non ci ho fatto molto caso.

Ne approfitto per augurare sia a te che quelli che hanno commentato precedentemente una buona gara!


Non ci avevo pensato su Vogler! È un bel dettaglio. Ti chiedo scusa se ti ho messo in imbarazzo su Camp Nou, avrei potuto anche cercarlo su Google ma pensavo fosse qualcosa inventato da te ahah. Anche perché pure in materia di calcio sono ignorante e non ne avevo assolutamente idea.
Grazie per l'augurio!

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srcm
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#10 » domenica 24 novembre 2024, 10:44

MerioRounds ha scritto:"Chi si ferma è perduto"
di Mario Zanella

La città è in fiamme. Un Gran Torino azzurro chiaro e con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio e sollevo il fucile di riflesso. I proiettili perforano la carena del mecha nemico ed esso esplode portandosi via lo spigolo del palazzo.
«Bel colpo Granbelmi!» la voce di Vogler-3 è statica. Un ologramma con l'ID di Vogler-0 viene proiettato nell’angolo alto della visiera.
«Non dovresti riferirti a Vogler-4 con il suo nome, Vogler-3.»
Un Gran Torino alleato sbuca alle mie spalle. È blu savoia e con le insegne italiane. Il numero 1 spicca sul petto a forma di muso di jet.
«Vogler-3 ha ragione però, sicuramente lo stesso intuito del padre.»
Mi viene il vomito. Il ricordo della figura impiccata è ancora vivido nella mia mente. Non sarò mai un assassino spietato e a sangue freddo come lui.
«Basta.»
La voce viene dall’ologramma di Vogler-2.
«Vi siete scordati che siamo in mezzo a un campo di battaglia?»
Chi si ferma è perduto. Erano queste le parole che mio padre diceva ogni volta che parlava di una battaglia. L’ologramma di Vogler-0 si illumina.
«Vogler-4! IFF nemico a ore 6!»
Dietro? Tiro le manopole e premo fino in fondo il pedale giusto in tempo per vedere un proiettile di artiglieria sfondare il cranio del mecha di Vogler-1.
«Merda la telecamera è andata!»
Due mirini si incrociano sul GT spagnolo. Premo due volte il pulsante sotto il pollice e il lanciamissili issato sulla spalla sgancia le tre testate sul nemico. La prima lo gambizza, ma la seconda lo oltrepassa. Il robot spagnolo allunga la mano quasi per afferrarlo. La terza lo colpisce in pieno petto, facendolo esplodere.
Che stupido. Poteva schivarlo, o rilasciare i flare per evitare i proiettili.
Apro il canale di comunicazione.
«Vogler-0, nemico abbattuto. Richiesta estrazione per Vogler-1.»
Nessuna risposta. C’è qualcosa di strano.
«Vogler-0, mi ricevi? Passo.»
L’ologramma vibra per un attimo. Un sospiro proviene dalle casse.
«Qui è il Comandante Faustini che parla, designazione GI73882.»
Una scarica mi attraversa da cima a fondo. Addirittura il comandante?
«Qui Tenente Fabio Granbelmi, la ricevo, signore.»
Attimi di silenzio. Proprio come quelli che precedevano le balle di mia madre ogni volta che le chiedevo perché mio padre si fosse ucciso.
«Il resto del suo team è sulla vostra strada per formare un perimetro, poi procederemo all’estrazione. Non ingaggiate nessuna unità nemica, la battaglia è finita. Barcellona si è arresa.»
Di già? Se abbiamo vinto, perché c’è questa tensione nell’aria? Apro un canale privato con Vogler-1.
«Vogler-1, cosa sta succedendo?»
L’ologramma sfarfalla e si ingrandisce, andando a proiettare il volto del cinquantenne. Le ciglia sono corrugate e il software ad alta definizione permette di evidenziare bene anche la linea tesa della mandibola. Ok, è ufficialmente incazzato nero.
«Ma io che cazzo ne so scusa, ti sei perso che la mia telecamera è andata a farsi fottere?»
Rido. La tensione si allenta un attimo.
«Scusa scusa, non lo farò più.»
Sul suo volto compare la traccia di un sorriso, che svanisce in fretta sotto i baffi.
«Probabilmente è qualcosa successo durante l’abbattimento, non ci darei troppo peso fossi in te.»
La minimappa sul cruscotto lampeggia e gli IFF del resto del team compaiono al limitare. Ancora pochi minuti e saranno qui. Dove sono finiti i nemici?
«Vogler-4… no, Fabio, posso chiederti una cosa?»
«Spara.»
I suoi occhi smeraldo mi perforano, quasi a scavarmi nell’anima.
«Biasimi tuo padre? Per quello che fece a Parigi. Per tutti i civili che uccise.»
Chiudo gli occhi. Ogni volta, il discorso con qualsiasi suo compagno tornava sempre lì. L’incidente incoronò mio padre come un eroe di guerra per alcuni, ma un mostro per altri.
«Non biasimo mio padre per il crollo di Parigi. Nessuno avrebbe potuto prevedere che la catena di scontri avrebbe portato la città a sprofondare sui cittadini nascosti nelle catacombe. Lo biasimo per esser fuggito, per aver scelto la morte invece che l’espiazione.»
Per avermi abbandonato. Per questo non diventerò mai un soldato come lui.
I restanti Gran Torino dello squadrone si fermano accanto a noi. Vogler-3 porta in mano l’abitacolo di Vogler-6. Di Vogler-5 nessuna traccia. Una perdita, quindi.
L’ologramma di Vogler-3 si illumina ed espande rivelando un volto sbarbato che ride.
«Complimenti, Granbelmi!»
Complimenti per cosa, esattamente?
«Il tuo vecchio ti ha insegnato bene. Anche se devo dirlo, non credevo avessi le palle per far fuoco sul Camp Nou.»
No. No no no no no no no. Il computer della macchina zooma in risposta al mio pensiero. Il secondo missile aveva oltrepassato il GT nemico fino a schiantarsi sullo stadio in fondo alla strada. Una voragine lo percorre da cima a fondo. I pochi vivi si spintonano l’un l’altro per fuggire da quell'inferno.
Sono di nuovo nello studio di mio padre. Il suo cadavere è appeso al lampadario. Un sorriso gli appare sul volto.
«Chi si ferma è perduto.»


Ciao Ma(e)rio, piacere di commentarti, avevo una mezza idea di partire da questo racconto, ma ho preferito tenermi questo feedback come ultimo. Dulcis in fundo, quindi, devo dire che - un po' rispondendo a un altro commento qui sopra - ho apprezzato particolarmente l'ambientazione e l'idea mecha in salsa italiana, motivo per cui tendenzialmente vorrei mettere questa storia nei piani alti della mia classifica.

Detto questo, concordo con una critica, ovvero che ho avuto un po' di difficoltà a mettere bene a fuoco chi stesse parlando. Il nome Gran Torino non mi crea problemi, anzi, mi aiuta pure a visualizzare questo Mecha come qualcosa di un po' vintage, riprendendo l'auto del film di Eastwood (e forse anche di Starsky e Hutch?). Il riferimento a Vogler è interessante e ho apprezzato, ma forse rischia di essere percepito un po' troppo come un rimando per addetti ai lavori. Tuttavia la vera criticità sono i numeri: ok che in battaglia è abbastanza ok che sia così, e in un anime non stonerebbe affatto, però un anime ha qualcosa che qui manca per distinguere i personaggi, ovvero i colori. Per cui un'idea alternativa potrebbe essere abbinare ogni EVA (*cough cough*) a un colore, in stile X-Wing di Star Wars: una cosa del tipo Vogler Oro, Vogler Rosso.

Torno sulla storia dicendo che ho apprezzato molto il rimando al padre e alle sue azioni ma forse avrei anticipato di qualche riga quello di cui si è reso "colpevole", così da far capire che il protagonista si stava muovendo da subito con attenzione per evitare di fare gli stessi errori, ma poi si è ritrovato suo malgrado a commetterli.

Per quanto riguarda un feedback sul wordbuilding invece, che è la cosa che mi ha più intrigato in assoluto, e di come il flusso di informazioni arrivi al lettore, ti dico che da questa lettura ho avuto un attimo di incertezza se la ambientazione fosse futura o grossomodo presente. Il fatto che parlassimo di Gran Torino mi ha fatto ragionare che potremmo essere in degli anni '60-70 con tecnologie avanzate, tuttavia il riferimento alla Spagna, o meglio a Barcellona, mi ha per un momento fatto pensare alla Guerra Civile Spagnola: questo anche per il nome del personaggio, Faustini, che ha un po' delle vibes da ventennio. La presenza del Camp Nou immagino sgombri ogni dubbio [EDIT: ho controllato, fondato nel '57, quindi in realtà tornerebbe pure un ambientazione nel passato], però ecco preciso queste cose perché possono dare informazioni utili su quante cose un lettore si ritrovi a domandarsi mentre sta leggendo. Altro dubbio ad esempio: Gran Torino è Ford, quindi in Italia (ma anche in Spagna?) usiamo Mecha prodotti in USA? Che ne pensa il signor Agnelli di tutto ciò? Esiste Stellantis anche in questo mondo?

Queste son tutte domande (un po' a raffica me ne rendo conto) che vengono però anche e soprattutto perché questo mondo intriga e l'idea di queste guerre europee che ripercorrono un po' la storia del Novecento in chiave futuristica potrebbe essere molto interessante, solo sarei curioso di saperne di più.

In ultimo, una mia fissazione di stile: tutto molto bello, ma ogni volta che leggo la parola "esso" esco dalla storia in due secondi netti. Mi strania troppo e la sento come un pronome puramente grammaticale che nessuno userebbe normalmente. A parte forse Gualtiero Cannarsi :'D

A parte questo, congratulazioni e buona prosecuzione per il tuo lavoro! In bocca al lupo per la Fagiolo Edition!

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MerioRounds
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#11 » lunedì 25 novembre 2024, 13:06

srcm ha scritto:
MerioRounds ha scritto:"Chi si ferma è perduto"
di Mario Zanella

La città è in fiamme. Un Gran Torino azzurro chiaro e con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio e sollevo il fucile di riflesso. I proiettili perforano la carena del mecha nemico ed esso esplode portandosi via lo spigolo del palazzo.
«Bel colpo Granbelmi!» la voce di Vogler-3 è statica. Un ologramma con l'ID di Vogler-0 viene proiettato nell’angolo alto della visiera.
«Non dovresti riferirti a Vogler-4 con il suo nome, Vogler-3.»
Un Gran Torino alleato sbuca alle mie spalle. È blu savoia e con le insegne italiane. Il numero 1 spicca sul petto a forma di muso di jet.
«Vogler-3 ha ragione però, sicuramente lo stesso intuito del padre.»
Mi viene il vomito. Il ricordo della figura impiccata è ancora vivido nella mia mente. Non sarò mai un assassino spietato e a sangue freddo come lui.
«Basta.»
La voce viene dall’ologramma di Vogler-2.
«Vi siete scordati che siamo in mezzo a un campo di battaglia?»
Chi si ferma è perduto. Erano queste le parole che mio padre diceva ogni volta che parlava di una battaglia. L’ologramma di Vogler-0 si illumina.
«Vogler-4! IFF nemico a ore 6!»
Dietro? Tiro le manopole e premo fino in fondo il pedale giusto in tempo per vedere un proiettile di artiglieria sfondare il cranio del mecha di Vogler-1.
«Merda la telecamera è andata!»
Due mirini si incrociano sul GT spagnolo. Premo due volte il pulsante sotto il pollice e il lanciamissili issato sulla spalla sgancia le tre testate sul nemico. La prima lo gambizza, ma la seconda lo oltrepassa. Il robot spagnolo allunga la mano quasi per afferrarlo. La terza lo colpisce in pieno petto, facendolo esplodere.
Che stupido. Poteva schivarlo, o rilasciare i flare per evitare i proiettili.
Apro il canale di comunicazione.
«Vogler-0, nemico abbattuto. Richiesta estrazione per Vogler-1.»
Nessuna risposta. C’è qualcosa di strano.
«Vogler-0, mi ricevi? Passo.»
L’ologramma vibra per un attimo. Un sospiro proviene dalle casse.
«Qui è il Comandante Faustini che parla, designazione GI73882.»
Una scarica mi attraversa da cima a fondo. Addirittura il comandante?
«Qui Tenente Fabio Granbelmi, la ricevo, signore.»
Attimi di silenzio. Proprio come quelli che precedevano le balle di mia madre ogni volta che le chiedevo perché mio padre si fosse ucciso.
«Il resto del suo team è sulla vostra strada per formare un perimetro, poi procederemo all’estrazione. Non ingaggiate nessuna unità nemica, la battaglia è finita. Barcellona si è arresa.»
Di già? Se abbiamo vinto, perché c’è questa tensione nell’aria? Apro un canale privato con Vogler-1.
«Vogler-1, cosa sta succedendo?»
L’ologramma sfarfalla e si ingrandisce, andando a proiettare il volto del cinquantenne. Le ciglia sono corrugate e il software ad alta definizione permette di evidenziare bene anche la linea tesa della mandibola. Ok, è ufficialmente incazzato nero.
«Ma io che cazzo ne so scusa, ti sei perso che la mia telecamera è andata a farsi fottere?»
Rido. La tensione si allenta un attimo.
«Scusa scusa, non lo farò più.»
Sul suo volto compare la traccia di un sorriso, che svanisce in fretta sotto i baffi.
«Probabilmente è qualcosa successo durante l’abbattimento, non ci darei troppo peso fossi in te.»
La minimappa sul cruscotto lampeggia e gli IFF del resto del team compaiono al limitare. Ancora pochi minuti e saranno qui. Dove sono finiti i nemici?
«Vogler-4… no, Fabio, posso chiederti una cosa?»
«Spara.»
I suoi occhi smeraldo mi perforano, quasi a scavarmi nell’anima.
«Biasimi tuo padre? Per quello che fece a Parigi. Per tutti i civili che uccise.»
Chiudo gli occhi. Ogni volta, il discorso con qualsiasi suo compagno tornava sempre lì. L’incidente incoronò mio padre come un eroe di guerra per alcuni, ma un mostro per altri.
«Non biasimo mio padre per il crollo di Parigi. Nessuno avrebbe potuto prevedere che la catena di scontri avrebbe portato la città a sprofondare sui cittadini nascosti nelle catacombe. Lo biasimo per esser fuggito, per aver scelto la morte invece che l’espiazione.»
Per avermi abbandonato. Per questo non diventerò mai un soldato come lui.
I restanti Gran Torino dello squadrone si fermano accanto a noi. Vogler-3 porta in mano l’abitacolo di Vogler-6. Di Vogler-5 nessuna traccia. Una perdita, quindi.
L’ologramma di Vogler-3 si illumina ed espande rivelando un volto sbarbato che ride.
«Complimenti, Granbelmi!»
Complimenti per cosa, esattamente?
«Il tuo vecchio ti ha insegnato bene. Anche se devo dirlo, non credevo avessi le palle per far fuoco sul Camp Nou.»
No. No no no no no no no. Il computer della macchina zooma in risposta al mio pensiero. Il secondo missile aveva oltrepassato il GT nemico fino a schiantarsi sullo stadio in fondo alla strada. Una voragine lo percorre da cima a fondo. I pochi vivi si spintonano l’un l’altro per fuggire da quell'inferno.
Sono di nuovo nello studio di mio padre. Il suo cadavere è appeso al lampadario. Un sorriso gli appare sul volto.
«Chi si ferma è perduto.»


Ciao Ma(e)rio, piacere di commentarti, avevo una mezza idea di partire da questo racconto, ma ho preferito tenermi questo feedback come ultimo. Dulcis in fundo, quindi, devo dire che - un po' rispondendo a un altro commento qui sopra - ho apprezzato particolarmente l'ambientazione e l'idea mecha in salsa italiana, motivo per cui tendenzialmente vorrei mettere questa storia nei piani alti della mia classifica.

Detto questo, concordo con una critica, ovvero che ho avuto un po' di difficoltà a mettere bene a fuoco chi stesse parlando. Il nome Gran Torino non mi crea problemi, anzi, mi aiuta pure a visualizzare questo Mecha come qualcosa di un po' vintage, riprendendo l'auto del film di Eastwood (e forse anche di Starsky e Hutch?). Il riferimento a Vogler è interessante e ho apprezzato, ma forse rischia di essere percepito un po' troppo come un rimando per addetti ai lavori. Tuttavia la vera criticità sono i numeri: ok che in battaglia è abbastanza ok che sia così, e in un anime non stonerebbe affatto, però un anime ha qualcosa che qui manca per distinguere i personaggi, ovvero i colori. Per cui un'idea alternativa potrebbe essere abbinare ogni EVA (*cough cough*) a un colore, in stile X-Wing di Star Wars: una cosa del tipo Vogler Oro, Vogler Rosso.

Torno sulla storia dicendo che ho apprezzato molto il rimando al padre e alle sue azioni ma forse avrei anticipato di qualche riga quello di cui si è reso "colpevole", così da far capire che il protagonista si stava muovendo da subito con attenzione per evitare di fare gli stessi errori, ma poi si è ritrovato suo malgrado a commetterli.

Per quanto riguarda un feedback sul wordbuilding invece, che è la cosa che mi ha più intrigato in assoluto, e di come il flusso di informazioni arrivi al lettore, ti dico che da questa lettura ho avuto un attimo di incertezza se la ambientazione fosse futura o grossomodo presente. Il fatto che parlassimo di Gran Torino mi ha fatto ragionare che potremmo essere in degli anni '60-70 con tecnologie avanzate, tuttavia il riferimento alla Spagna, o meglio a Barcellona, mi ha per un momento fatto pensare alla Guerra Civile Spagnola: questo anche per il nome del personaggio, Faustini, che ha un po' delle vibes da ventennio. La presenza del Camp Nou immagino sgombri ogni dubbio [EDIT: ho controllato, fondato nel '57, quindi in realtà tornerebbe pure un ambientazione nel passato], però ecco preciso queste cose perché possono dare informazioni utili su quante cose un lettore si ritrovi a domandarsi mentre sta leggendo. Altro dubbio ad esempio: Gran Torino è Ford, quindi in Italia (ma anche in Spagna?) usiamo Mecha prodotti in USA? Che ne pensa il signor Agnelli di tutto ciò? Esiste Stellantis anche in questo mondo?

Queste son tutte domande (un po' a raffica me ne rendo conto) che vengono però anche e soprattutto perché questo mondo intriga e l'idea di queste guerre europee che ripercorrono un po' la storia del Novecento in chiave futuristica potrebbe essere molto interessante, solo sarei curioso di saperne di più.

In ultimo, una mia fissazione di stile: tutto molto bello, ma ogni volta che leggo la parola "esso" esco dalla storia in due secondi netti. Mi strania troppo e la sento come un pronome puramente grammaticale che nessuno userebbe normalmente. A parte forse Gualtiero Cannarsi :'D

A parte questo, congratulazioni e buona prosecuzione per il tuo lavoro! In bocca al lupo per la Fagiolo Edition!


Ciao SRCM! Un piacere immenso leggere il tuo commento. Ho risposto a tutti, quindi sarebbe da cafoni non rispondere anche a te.
Risponderò a tutto con ordine. In primis mi spiace che non si capisca chi stia parlando, vedrò di migliorare già dalla prossima occasione. La scelta di Vogler è un po' tecnica effettivamente, e sono d'accordo che potrebbe risultare un po' troppo "bolla". Per il fatto dei numeri è stata invece una scelta volontaria nonostante sapessi le criticità a cui andavo incontro. I colori avrebbero funzionato bene, ma li ho scartati fin da subito perché in un ottica di "realismo" i modelli dovrebbero esser prodotti in serie.
Ti ringrazio anche per la dritta riguardo al flusso informativo per la colpa del padre. La mia intenzione era di creare un pochino di suspense riguardo la sua colpa, ma ho finito per tergiversare forse un po' troppo.
Ora parliamo del WB. La cosa che mi lascia effettivamente basito è che tutti hanno letto questo racconto come se ci fosse chissà quale costruzione alle spalle, ma in realtà mi son inventato un po' tutto al momento scavando dal pozzo dei robottoni.
L'ambientazione vuole esser futura, in un anno non specificato, la seconda metà di questo secolo a grandi linee. Il nome Faustini l'ho scelto banalmente perché conoscevo un ragazzo con quel cognome alle superiori, e casualmente quello mi è venuto in mente mentre pensavo a un nome. Il Camp Nou l'ho aggiunto nel microediting, quando ho riletto il tutto, e mi sono accorto che mancava un effettivo riferimento geografico nella scena. I miei genitori erano lì settimana scorsa, quindi la scelta è stata più o meno spontanea e pigra.
Il fatto che sia che l'Italia e la Spagna utilizzino mecha americani è dovuto a due flussi di pensiero. Il primo è la sempre più presente intromissione dei privati in guerra, basti vedere Musk che ha detto a Zelensky che Starlink continuerà a fungere in Ucraina. Il secondo flusso è il fatto che nell'arsenale odierno dei caccia italiani figurano, oltre che gli Eurofighter Typhoon, anche gli F35 americani.

Non torno sull'utilizzo di "esso" per il mio bene, ho tirato fin troppe craniate al muro nell'ultima settimana XD.

Grazie mille e auguri anche a te per la Fagiolo Edition!

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Nihal
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#12 » lunedì 25 novembre 2024, 18:36

Ciao Mario, il racconto mi è piaciuto tantissimo! Lo trovo scritto molto bene, la storia mi appassiona, il ritmo della scrittura si associa abbastanza bene a quello della battaglia. Complimenti davvero!
Per questo mi permetto di segnalarti qualche minuscola cosa che io cambierei, perdonami se mi permetto, da signor nessuno :)
Allora, all’inizio ci sono troppo “e”. Mi hanno spezzato un po’ quel ritmo da guerra che, secondo me, funziona molto bene nel resto del testo. Ti faccio qualche esempio:
“Un Gran Torino azzurro chiaro e con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio e sollevo il fucile di riflesso.”
Io lo avrei scritto così: “Un Gran Torino azzurro chiaro, con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio. Sollevo il fucile di riflesso.”
Ne hai un altro paio all’inizio che potrebbero essere tolti per snellire.

Sul discorso dei nomi invece, secondo me sei stato molto molto bravo a far “capire” che c’erano dei nomi di battaglia associati a delle persone. Avrei fatto una cosa molto simile per il passaggio Gran Turismo - GT, che a qualcuno potrebbe non essere risultata automatica. Così per il Macha, magari scrivendo subito dopo di cosa si trattava.

Ripeto, si tratta proprio di voler fare la punta al razzo, perché il tuo è tra i racconti più belli che abbia letto in questo contest.

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Manuel Marinari
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#13 » martedì 26 novembre 2024, 9:23

Ciao Mario, benvenuto su Minuti Contati.
La storia si svolge in una Barcellona futuristica o alternativa, giusto? Non ho capito molto bene il contento di guerra in cui si inserisce.
Ci sono delle parti migliorabili, come quelle che ti hanno già evidenziato altrə prima di me. Perció non mi dilungo troppo. Gaia e Nihal ti hanno già commentato delle migliorie tecniche che avevo notato anche io, mi accodo.
Ho faticato un po’ a seguire i dialoghi che si svolgono in comunicazione radio, passami il termine. So che non si addice troppo al livello di comunicazione dei personaggi del testo :D ci siamo capiti.
I soggetti sul campo di battaglia sono diversi, e a volte non riuscivo proprio a figurarmi la scena.
La storia tra padre e figlio che si ripete lega la trama, bravo.
Forse avrei fatto un accenno in più sulla guerra. Il contesto non mi è sembrato troppo chiaro. Si, c’è una guerra, ma perché? Ecco, sapere qualcosa in più non sarebbe stato male. Ti dico questo perché provare empatia per un combattente, qualunque sia il motivo che lo spinge, non è mai semplice. Cosa lo muove? Perché dovrei provare empatia per uno che spara e ammazza?
Mi è mancata questa parte.
Riconosco le capacità di scrittura che hai, continua così e spero di leggere ancora tuoi racconti.
Buona edition, alla prossima!
Manuel Marinari

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MerioRounds
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#14 » martedì 26 novembre 2024, 16:38

Nihal ha scritto:Ciao Mario, il racconto mi è piaciuto tantissimo! Lo trovo scritto molto bene, la storia mi appassiona, il ritmo della scrittura si associa abbastanza bene a quello della battaglia. Complimenti davvero!
Per questo mi permetto di segnalarti qualche minuscola cosa che io cambierei, perdonami se mi permetto, da signor nessuno :)
Allora, all’inizio ci sono troppo “e”. Mi hanno spezzato un po’ quel ritmo da guerra che, secondo me, funziona molto bene nel resto del testo. Ti faccio qualche esempio:
“Un Gran Torino azzurro chiaro e con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio e sollevo il fucile di riflesso.”
Io lo avrei scritto così: “Un Gran Torino azzurro chiaro, con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio. Sollevo il fucile di riflesso.”
Ne hai un altro paio all’inizio che potrebbero essere tolti per snellire.

Sul discorso dei nomi invece, secondo me sei stato molto molto bravo a far “capire” che c’erano dei nomi di battaglia associati a delle persone. Avrei fatto una cosa molto simile per il passaggio Gran Turismo - GT, che a qualcuno potrebbe non essere risultata automatica. Così per il Macha, magari scrivendo subito dopo di cosa si trattava.

Ripeto, si tratta proprio di voler fare la punta al razzo, perché il tuo è tra i racconti più belli che abbia letto in questo contest.


Ciao Nihal! Grazie delle splendide parole. Tutti gli accorgimenti son ben accolti e annotati, soprattutto dato che son tanto un nessuno quanto te, soprattutto considerando che è la mia prima edizione da concorrente XD.
Grazie mille ancora e buona fortuna per questa Fagiolo ediscion!

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MerioRounds
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#15 » martedì 26 novembre 2024, 16:49

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Mario, benvenuto su Minuti Contati.
La storia si svolge in una Barcellona futuristica o alternativa, giusto? Non ho capito molto bene il contento di guerra in cui si inserisce.
Ci sono delle parti migliorabili, come quelle che ti hanno già evidenziato altrə prima di me. Perció non mi dilungo troppo. Gaia e Nihal ti hanno già commentato delle migliorie tecniche che avevo notato anche io, mi accodo.
Ho faticato un po’ a seguire i dialoghi che si svolgono in comunicazione radio, passami il termine. So che non si addice troppo al livello di comunicazione dei personaggi del testo :D ci siamo capiti.
I soggetti sul campo di battaglia sono diversi, e a volte non riuscivo proprio a figurarmi la scena.
La storia tra padre e figlio che si ripete lega la trama, bravo.
Forse avrei fatto un accenno in più sulla guerra. Il contesto non mi è sembrato troppo chiaro. Si, c’è una guerra, ma perché? Ecco, sapere qualcosa in più non sarebbe stato male. Ti dico questo perché provare empatia per un combattente, qualunque sia il motivo che lo spinge, non è mai semplice. Cosa lo muove? Perché dovrei provare empatia per uno che spara e ammazza?
Mi è mancata questa parte.
Riconosco le capacità di scrittura che hai, continua così e spero di leggere ancora tuoi racconti.
Buona edition, alla prossima!


Ciao Manuel, grazie per averlo letto! In realtà l'ambientazione è molto interpretabile, nel momento in cui l'ho scritto il luogo fisico e dimensionale era molto fumoso. Potrebbe essere un futuro prossimo, o una timeline alternative, è a tua libera discrezione.
Per la questione guerra non mi sono sinceramente sprecato a pensare quale potesse essere il motivo alle spalle. Magari mero espansionismo, forse in virtù di un'ideologia. Nella mia ottica nessuna guerra è più giusta di altre, è una cosa terribile ma che è legata indissolubilmente all'esistenza stessa dell'umanità. Allo stesso tempo delineare motivazioni e conflitti ben più complessi e differenti dal "voler sopravvivere" e "fare il proprio dovere come soldato" è tosto visto i limiti imposti, ma ci ho provato comunque usando il tema di questa edizione. Il protagonista è un soldato che cerca di non ripercorrere gli errori del padre, ma finisce per farli comunque.
Buona fortuna con questa edizione di MC anche a te!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#16 » martedì 26 novembre 2024, 17:28

Mario, alla fine arrivo anch'io a dirti la mia. Non mi ha disturbato per nulla il fatto di numerare i Tech della squadra, lo preferisco all'uso dei colori. Sul Gran Torino, vero che sia Ford, ma l'ho voluto intraprendere come una tecnologia puramente italiana e sotto questo aspetto la cosa mi è piaciuta molto. Quello che non mi è piaciuto si riassume in tre cose principali; prima: non sono riuscito, pur leggendolo due volte, a entrare nella storia, non mi sono sentito accanto ai protagonisti e meno che meno esserlo, ma questo è sicuramente un mio deficit empatico; seconda: anche immaginare la scena, le ambientazioni non è stato molto facile e ci si arriva con il tempo, invece, per me, bisognava visionarle bene da subito e questa cosa mi è riuscita solo in parte, così come i dialoghi tra i protagonisti non mi ha permesso di "vederli" bene e subito, non mi è chiaro anche il perché si parla di Vogler-1/2/3 eccetera e poi hai sentito la necessità di usare dei nomi, non sono sicuro che possa funzionare una cosa del genere; terza: l'ultimo capoverso, con la scena nello studio del padre, il richiamo al titolo del racconto, con il cadavere che sorride, mi sembra così strano, mi ha dato impressioni controverse del tipo: il padre è ancora appeso al lampadario dopo che si era ucciso tempo addietro e lui lo ritrova lì? Oppure ci è entrato metaforicamente, e lo rivede nei ricordi? Allora, quel sorriso? Forse intendevi che a sorridere fosse il protagonista nell'accettare il suo destino, quello del "buon sangue non mente"? Se così fosse, non è subito chiaro. Ok, forse non sono la persona più adatta ad apprezzare questo stile e tipo di storie.

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Nihal
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#17 » martedì 26 novembre 2024, 20:58

MerioRounds ha scritto:
Nihal ha scritto:Ciao Mario, il racconto mi è piaciuto tantissimo! Lo trovo scritto molto bene, la storia mi appassiona, il ritmo della scrittura si associa abbastanza bene a quello della battaglia. Complimenti davvero!
Per questo mi permetto di segnalarti qualche minuscola cosa che io cambierei, perdonami se mi permetto, da signor nessuno :)
Allora, all’inizio ci sono troppo “e”. Mi hanno spezzato un po’ quel ritmo da guerra che, secondo me, funziona molto bene nel resto del testo. Ti faccio qualche esempio:
“Un Gran Torino azzurro chiaro e con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio e sollevo il fucile di riflesso.”
Io lo avrei scritto così: “Un Gran Torino azzurro chiaro, con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio. Sollevo il fucile di riflesso.”
Ne hai un altro paio all’inizio che potrebbero essere tolti per snellire.

Sul discorso dei nomi invece, secondo me sei stato molto molto bravo a far “capire” che c’erano dei nomi di battaglia associati a delle persone. Avrei fatto una cosa molto simile per il passaggio Gran Turismo - GT, che a qualcuno potrebbe non essere risultata automatica. Così per il Macha, magari scrivendo subito dopo di cosa si trattava.

Ripeto, si tratta proprio di voler fare la punta al razzo, perché il tuo è tra i racconti più belli che abbia letto in questo contest.


Ciao Nihal! Grazie delle splendide parole. Tutti gli accorgimenti son ben accolti e annotati, soprattutto dato che son tanto un nessuno quanto te, soprattutto considerando che è la mia prima edizione da concorrente XD.
Grazie mille ancora e buona fortuna per questa Fagiolo ediscion!


Esordio pure per me :) buona fortuna anche te :)

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Debora
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#18 » martedì 26 novembre 2024, 22:42

Ciao Mario, benvenuto nell’Arena. Oh, che coraggio a portare i mecha! Già per questo ti meriti un punto a favore. Per il resto ti faccio dei piccoli appunti: dai per scontato che tutti capiscano lo scenario, purtroppo non è così (hai visto gli altri commenti, no?) e, di nuovo purtroppo, le battute e il tempo non aiutano ma dovresti cercare di spiegare di più senza spiegare. Non è facile, non lo è per niente. Un suggerimento potrebbe essere quello di usare dei nomi che possano essere un minimo riconducibili a quello che hai in mente. Ad esempio tu chiami i robottoni Gran Torino ma ti giuro che se non fosse perché ho un marito appassionato di macchine e per il film con Clint Eastwood, non avrei mai pensato a un simil-transformer.
Detto questo, io mi sono divertita e, a parte qualche ripetizione di troppo, direi che è un buon esordio! Buona edition!

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antico
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#19 » domenica 1 dicembre 2024, 19:37

Sì, leggendo ho percepito che stessi andando un po' a briglia sciolta. Bella l'idea di usare i mecha, ma già ti è stato detto. Ci sono problemi sia logistici che di forma (ESSO è da eliminare, fa tanto ragazzino ai primi racconti e ho visto che ci sei ricascato in un commento... Tagliare tagliare tagliare tutto il surplus, asciugare). Troppi nomi dei mecha, ne sarebbero bastati anche solo due, cosa che ti avrebbe dato la possibilità di lavorare meglio sulle relazioni e sul back del protagonista e non solo, magari anche di seminare maggiore contesto generale perché hai ragione: di WB (che non è Warner Bros) qui ce n'è davvero pochino e la cosa si fa sentire come problema. Ultimo: non tutti sanno che il Camp Nou è uno stadio, occhio a dare per scontate le conoscenze dei lettori perché ciò che scrivi deve configurarsi come autonomo. Tema ben inserito, ma, anche qui, ci avresti potuto lavorare meglio. In buona sostanza: un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido, MA sulla via della brillantezza per l'estro che hai dimostrato.

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MerioRounds
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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#20 » mercoledì 4 dicembre 2024, 11:53

SalvatoreStefanelli ha scritto:Mario, alla fine arrivo anch'io a dirti la mia. Non mi ha disturbato per nulla il fatto di numerare i Tech della squadra, lo preferisco all'uso dei colori. Sul Gran Torino, vero che sia Ford, ma l'ho voluto intraprendere come una tecnologia puramente italiana e sotto questo aspetto la cosa mi è piaciuta molto. Quello che non mi è piaciuto si riassume in tre cose principali; prima: non sono riuscito, pur leggendolo due volte, a entrare nella storia, non mi sono sentito accanto ai protagonisti e meno che meno esserlo, ma questo è sicuramente un mio deficit empatico; seconda: anche immaginare la scena, le ambientazioni non è stato molto facile e ci si arriva con il tempo, invece, per me, bisognava visionarle bene da subito e questa cosa mi è riuscita solo in parte, così come i dialoghi tra i protagonisti non mi ha permesso di "vederli" bene e subito, non mi è chiaro anche il perché si parla di Vogler-1/2/3 eccetera e poi hai sentito la necessità di usare dei nomi, non sono sicuro che possa funzionare una cosa del genere; terza: l'ultimo capoverso, con la scena nello studio del padre, il richiamo al titolo del racconto, con il cadavere che sorride, mi sembra così strano, mi ha dato impressioni controverse del tipo: il padre è ancora appeso al lampadario dopo che si era ucciso tempo addietro e lui lo ritrova lì? Oppure ci è entrato metaforicamente, e lo rivede nei ricordi? Allora, quel sorriso? Forse intendevi che a sorridere fosse il protagonista nell'accettare il suo destino, quello del "buon sangue non mente"? Se così fosse, non è subito chiaro. Ok, forse non sono la persona più adatta ad apprezzare questo stile e tipo di storie.


Ciao! Scusate ma arrivo solo ora a rispondere in quanto non son stato troppo bene.
L’ambientazione è purtroppo stata un mio grande errore. La mia idea vedeva la storia ambientata in una città senza nome proprio perché non volevo che la guerra fosse il focus principale. Ho aggiunto i dettagli alla fine per dare un pizzico di verosimiglianza ma purtroppo mi si è ritorto tutto contro. Vedrò di fare meglio la prossima volta!
Il passare dai nomi in codice ai nomi personali l’ho voluto usare come “segnale” per il passaggio d’intimità nella conversazione. All’inizio, quando le comunicazioni son ufficiali visto l’assegnazione e il ricevimento di ordini, ho preferito usare i nomi in codice. A seguire, quando si passa a una conversazione privata, ho preferito optare per un utilizzo dei nomi e cognomi per far percepire meglio il cambio di contesto. Mi spiace di aver fallito nel far percepire ciò.
La scena finale è un po’ un voler gettare metaforicamente il protagonista davanti al padre, dopo che ha commesso lo stesso “errore”. È un’allucinazione del protagonista più che altro.

Grazie mille per aver letto! Spero di far(vi) notare dei miglioramenti la prossima volta e buona edizione di MC!

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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#21 » mercoledì 4 dicembre 2024, 11:56

Debora ha scritto:Ciao Mario, benvenuto nell’Arena. Oh, che coraggio a portare i mecha! Già per questo ti meriti un punto a favore. Per il resto ti faccio dei piccoli appunti: dai per scontato che tutti capiscano lo scenario, purtroppo non è così (hai visto gli altri commenti, no?) e, di nuovo purtroppo, le battute e il tempo non aiutano ma dovresti cercare di spiegare di più senza spiegare. Non è facile, non lo è per niente. Un suggerimento potrebbe essere quello di usare dei nomi che possano essere un minimo riconducibili a quello che hai in mente. Ad esempio tu chiami i robottoni Gran Torino ma ti giuro che se non fosse perché ho un marito appassionato di macchine e per il film con Clint Eastwood, non avrei mai pensato a un simil-transformer.
Detto questo, io mi sono divertita e, a parte qualche ripetizione di troppo, direi che è un buon esordio! Buona edition!


Ciao Debora! Prendo nota delle mie mancanze, soprattutto per quanto riguarda lo scenario. Mi segno anche l’appunto per i mecha, argomento che mi sta molto a cuore. Grazie mille per avermi letto e buona edizione di MC!

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Re: Chi si ferma è perduto

Messaggio#22 » mercoledì 4 dicembre 2024, 12:00

antico ha scritto:Sì, leggendo ho percepito che stessi andando un po' a briglia sciolta. Bella l'idea di usare i mecha, ma già ti è stato detto. Ci sono problemi sia logistici che di forma (ESSO è da eliminare, fa tanto ragazzino ai primi racconti e ho visto che ci sei ricascato in un commento... Tagliare tagliare tagliare tutto il surplus, asciugare). Troppi nomi dei mecha, ne sarebbero bastati anche solo due, cosa che ti avrebbe dato la possibilità di lavorare meglio sulle relazioni e sul back del protagonista e non solo, magari anche di seminare maggiore contesto generale perché hai ragione: di WB (che non è Warner Bros) qui ce n'è davvero pochino e la cosa si fa sentire come problema. Ultimo: non tutti sanno che il Camp Nou è uno stadio, occhio a dare per scontate le conoscenze dei lettori perché ciò che scrivi deve configurarsi come autonomo. Tema ben inserito, ma, anche qui, ci avresti potuto lavorare meglio. In buona sostanza: un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido, MA sulla via della brillantezza per l'estro che hai dimostrato.


E per ultimo ma sicuramente non per importanza, ciao antico! Grazie per i tuoi commenti nella mia prima edizione di MC.
Prendo nota di tutti i suggerimenti, soprattutto quello delle conoscenze dei lettori.
Buona edizione di MC!

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