Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 18 novembre con un tema di Luca Fagiolo e 5000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore.
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antico
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Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 19 novembre 2024, 2:10

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BENVENUTI ALLA LUCA FAGIOLO EDITION, LA TERZA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 186° ALL TIME!

Questo è il gruppo BARTOLOMEO della LUCA FAGIOLO EDITION con LUCA FAGIOLO come guest star.

Gli autori del gruppo BARTOLOMEO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo CORNELIA.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo PARIDE.


Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LUCA FAGIOLO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo :

Profumo di gelosomino, di Matteo Mantoani, ore 22.53, 4999 caratteri
La crepa, di Luca Moggia, ore 01.29, 4797 caratteri MALUS MINIMO TEMPO 3 PUNTI
Il destino dei Cash, di Daniela Battistini, ore 00.33, 4988 caratteri
Pronto?, di Stefano Moretto, ore 00.59l 4776 caratteri
Una festa speciale, di Giovanni D’Addabbo, ore 00.22, 4980 caratteri
Il sangue degli angeli, di Mauro Bennici, ore 00.56, 4951 caratteri
Chi si ferma è perduto, di Mario Zanella, ore 23.00, 4859 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 28 NOVEMBRE per commentare i racconti del gruppo CORNELIA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 29 NOVEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo CORNELIA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo CORNELIA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA LUCA FAGIOLO EDITION A TUTTI!



alexandra.fischer
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 19 novembre 2024, 17:11

Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:

Profumo di gelsomino di Matteo Mantoani. Tema centrato. La storia di Selene e del padre è toccante.
Lei, a tredici anni, dimostra di avere ereditato la cocciutaggine dal padre. Si fermano nella notte accanto a dei gelsomini. Il padre rievoca il proprio passato, dalla prima cotta al grande amore universitario, poi sfociato nel matrimonio e nella nascita di Selene. Molto bella l’evoluzione del personaggio del padre, da ragazzino a giovane uomo sempre con i gelsomini a fare da contorno ai momenti che vive. Da brividi il finale. Stavolta i gelsomini serviranno per la madre, malata in ospedale.

La crepa di Luca Moggia. Tema centrato. Stella e Aldo hanno un figlio di nome Ronny che soffre di un disturbo della personalità. Odia il poster di Paperino nella sua camera. E il padre, docente di fisica alla Normale, ne soffre altrettanto. La visita medica si rivela inutile. Il padre accoltella il figlio. Molto bene con l’ambientazione casalinga, con il telecomando che non si trova per abbassare il volume della televisione. Molto credibile il colloquio fra Stella e il dottor Ranieri. Indovinata l’immagine dell’occhio rosso e delle crepe per descrivere la malattia mentale del padre.

Attenzione:
‟Oh sì… scusa, amore”


Il destino dei Cash di Daniela Battistini. Tema centrato. Gianni, unico superstite di una famiglia sfortunata: chi è morto cadendo in un tritacarne, chi è stato fulminato mentre era in spiaggia, ha un incidente. Si risveglia al suono del suo unico disco inciso nella casa di ammiratrici sfegatate e anche folli. Molto bella l’ambientazione, un soggiorno riconvertito in sala da ballo. Lui ha una serata alla quale non vuole rinunciare, malgrado la tentazione dei tortelli dolci. Il finale è da brividi, con il parroco che gusta dei nuovi tortelli ripieni con la carne di Gianni.

Pronto? di Stefano Moretto. Tema centrato. Attraverso una lunga telefonata, il lettore scopre un mondo. Quello di Luca, che sta per diventare padre a venticinque anni e vorrebbe fuggire in Messico e disconoscere il figlio in arrivo, ma Federico lo rincuora, dicendogli di essere diventato padre a sua volta, non è poi così terribile. E poi si complimenta con lui per essere uscito da una brutta compagnia. Racconto molto ben scritto, che si legge in un fiato.

Una festa speciale di Giovanni D’addabbo. Tema centrato. Bello l’incipit, dove l’autore rivela che la storia che sta per raccontare è vera. Il settantenne Gianni è tornato dall’ospedale e ci sono tutti i parenti a festeggiarlo, ma lui ha un nuovo malore, ed è costretto a un ricovero d’urgenza, dove viene salvato da diverse trasfusioni. La tensione narrativa è ben resa, dalla ricerca del medico in un giorno festivo, alla serie di curve della strada durante il viaggio in ospedale, fino all’ospedale stesso, enorme. Quando Gianni si riprende, ecco l’ennesima festa a casa.

Il sangue degli angeli di Mauro Bennici. Tema centrato. Un ventiduenne ammalato di tumore scopre di essere stato adottato e con l’aiuto di suor Angelica, si fa riprendere con lo smartphone di lei mentre chiede scusa ai suoi per averli scacciati dalla stanza d’ospedale dove è ricoverato, ma il sapere di essere stato adottato, sulle prime lo ha sconvolto. Lui, comunque, dichiara loro tutto il suo affetto, malgrado non siano i suoi veri genitori. Bello il finale con la madre che gli stringe la mano. E anche il motto della nonna. Molto credibile l’ambientazione ospedaliera.

Chi si ferma è perduto di Mario Zanella. Tema centrato. Scene di guerra tecnologica si alternano ai ricordi del protagonista, il cui padre è morto impiccato al lampadario dopo la caduta di Parigi. Lo scenario è futuristico. Degli umani combattono usando degli ologrammi e guidando delle Gran Torino munite di missili. Hanno anche una radio dove comunicano fra loro. Storia originale e ben scritta.
Attenzione:
Merda, la telecamera è andata

La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:

Pronto? di Stefano Moretto 1

Una festa speciale di Giovanni D’addabbo 2

Profumo di gelsomino di Matteo Mantoani 3

Il destino dei Cash di Daniela Battistini 4

Il sangue degli angeli di Mauro Bennici 5

Chi si ferma è perduto di Mario Zanella 6

La crepa di Luca Moggia 7

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srcm
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » lunedì 25 novembre 2024, 9:47

Ecco qui la mia classifica, modificata almeno cinque volte prima di pubblicarla. Ho fatto davvero fatica a valutare alcuni racconti: le prime 5 posizioni, per intenderci, le ho scambiate più di una volta, perché i testi sono comunque tutti di ottimo livello. Ho scelto di privilegiare prima di tutto l'originalità, poi quanto i singoli racconti riuscissero a chiudersi con un senso di completezza e infine quanto riuscissero a bilanciare con equilibrio le varie parti della storia. Lo stile chiaramente in molte storie è stato un plus (in particolare ho apprezzato molto quello delle posizioni 4, 5 e 6).
Ora passo a leggere i racconti degli altri gironi. In bocca al lupo a tutto il gruppo e buona Fagiolo Edition!

1. Chi si ferma è perduto, di Mario Zanella
2. Profumo di gelsomino, di Matteo Mantoani
3. La crepa, di Luca Moggia
4. Il destino dei Cash, di Daniela Battistini
5. Il sangue degli angeli, di Mauro Bennici
6. Una festa speciale, di Giovanni D’Addabbo
7 Pronto?, di Stefano Moretto

1) Chi si ferma e è perduto

Ciao Ma(e)rio, piacere di commentarti, avevo una mezza idea di partire da questo racconto, ma ho preferito tenermi questo feedback come ultimo. Dulcis in fundo, quindi, devo dire che - un po' rispondendo a un altro commento qui sopra - ho apprezzato particolarmente l'ambientazione e l'idea mecha in salsa italiana, motivo per cui tendenzialmente vorrei mettere questa storia nei piani alti della mia classifica.

Detto questo, concordo con una critica, ovvero che ho avuto un po' di difficoltà a mettere bene a fuoco chi stesse parlando. Il nome Gran Torino non mi crea problemi, anzi, mi aiuta pure a visualizzare questo Mecha come qualcosa di un po' vintage, riprendendo l'auto del film di Eastwood (e forse anche di Starsky e Hutch?). Il riferimento a Vogler è interessante e ho apprezzato, ma forse rischia di essere percepito un po' troppo come un rimando per addetti ai lavori. Tuttavia la vera criticità sono i numeri: ok che in battaglia è abbastanza ok che sia così, e in un anime non stonerebbe affatto, però un anime ha qualcosa che qui manca per distinguere i personaggi, ovvero i colori. Per cui un'idea alternativa potrebbe essere abbinare ogni EVA (*cough cough*) a un colore, in stile X-Wing di Star Wars: una cosa del tipo Vogler Oro, Vogler Rosso.

Torno sulla storia dicendo che ho apprezzato molto il rimando al padre e alle sue azioni ma forse avrei anticipato di qualche riga quello di cui si è reso "colpevole", così da far capire che il protagonista si stava muovendo da subito con attenzione per evitare di fare gli stessi errori, ma poi si è ritrovato suo malgrado a commetterli.

Per quanto riguarda un feedback sul wordbuilding invece, che è la cosa che mi ha più intrigato in assoluto, e di come il flusso di informazioni arrivi al lettore, ti dico che da questa lettura ho avuto un attimo di incertezza se la ambientazione fosse futura o grossomodo presente. Il fatto che parlassimo di Gran Torino mi ha fatto ragionare che potremmo essere in degli anni '60-70 con tecnologie avanzate, tuttavia il riferimento alla Spagna, o meglio a Barcellona, mi ha per un momento fatto pensare alla Guerra Civile Spagnola: questo anche per il nome del personaggio, Faustini, che ha un po' delle vibes da ventennio. La presenza del Camp Nou immagino sgombri ogni dubbio [EDIT: ho controllato, fondato nel '57, quindi in realtà tornerebbe pure un ambientazione nel passato], però ecco preciso queste cose perché possono dare informazioni utili su quante cose un lettore si ritrovi a domandarsi mentre sta leggendo. Altro dubbio ad esempio: Gran Torino è Ford, quindi in Italia (ma anche in Spagna?) usiamo Mecha prodotti in USA? Che ne pensa il signor Agnelli di tutto ciò? Esiste Stellantis anche in questo mondo?

Queste son tutte domande (un po' a raffica me ne rendo conto) che vengono però anche e soprattutto perché questo mondo intriga e l'idea di queste guerre europee che ripercorrono un po' la storia del Novecento in chiave futuristica potrebbe essere molto interessante, solo sarei curioso di saperne di più.

In ultimo, una mia fissazione di stile: tutto molto bello, ma ogni volta che leggo la parola "esso" esco dalla storia in due secondi netti. Mi strania troppo e la sento come un pronome puramente grammaticale che nessuno userebbe normalmente. A parte forse Gualtiero Cannarsi :'D

2) Profumo di gel(o)somino

Storia molto delicata e di atmosfera, si vede il lavoro fatto per gestire i rimandi fra le varie parti della vita del padre. Forse un po' idilliaca la conclusione con la figlia, prima descritta come testarda, che non si oppone in maniera visibile ai modi pur gentili del padre. Penso avrei percepito come più realistico il suo personaggio se avesse mostrato più rabbia e meno tristezza (per il ragionamento per cui spesso le persone, soprattutto se adolescenti, non mostrano apertamente le loro vere emozioni) ma mi rendo pure conto che lo spazio è limitato. A livello formale ho apprezzato molto lo stile e i paragoni utilizzati, concordo poi anch'io col discorso del pensiero lanciato alla madre all'inizio che effettivamente sembra un po' cozzare con quello che si scopre poi. Aggiungo un'altra finezza, cioè che la parola smorfiosetta l'ho avvertita un po' vecchiotta ma soprattutto ironica. Rende sì l'idea di un padre con un lessico da padre che parla di una ragazzina, però l'ho comunque percepita come straniante, tanto che mi ha per qualche secondo fatto pensare "ma chi è che parla così". Per un mio imprinting personale poi, per qualche motivo collegavo l'elemento del profumo a un elemento soprannaturale (come i fiori di zagara in Profumo di Capuana). Questo mi ha creato un'aspettativa narrativa disattesa (un ragazzino va in bici nell'oscurità, trova una luce e sente uno strano profumo: lui prova calma, ma io mi aspetto inevitabilmente che compaia un mostro ad attaccarlo) ma penso che dipenda più da me che dalla tua scrittura. A livello di stile tutto davvero molto curato, se non metterò questa storia al primo posto (ma comunque poco più in là) penso sarà solo per una questione di gusto personale e per le aspettative di cui parlavo.

3) La crepa

Racconto che mi è piaciuto. Per me non è un particolare problema il cambio di punto di vista, anche perché il padre mi sembra ben descritto anche dalle poche righe del finale. Unica cosa, forse in un secondo momento potrebbe aver senso amalgamare in relazione al tema e forse anche all'atmosfera la scena riprodotta dalla televisione all'inizio della storia, fungendo da anticipazione (un po' come già fa il libro che sta leggendo la moglie). Il film potrebbe anche essere un horror, oppure un cartone animato (mi immagino la moglie infastidita dal fatto che un prof di fisica si intrattenga con un film "per bambini" o dalle urla di un horror). Segnalo poi in positivo di esser stato stupito dal fatto che il marito fosse un prof di fisica della Normale (immagino in quanto genio facilitato da una propensione a vedere l'invisibile) e mi chiedo se fosse davvero un caso che questo non trovasse il telecomando (o stesse piuttosto tergiversando per facilitare le Crepe). Per quanto riguarda la scena finale, crea effettivamente una certa tensione anche il fatto di non vedere effettivamente cosa succede, ma mi è rimasto un dubbio sul susseguirsi degli eventi: capisco che il padre entra in camera, chiude a chiave e poi si appresta a uccidere il ragazzo, ma il riferimento al bambino che urlava è nel presente oppure si riferisce alla sera prima?
Forse la scena finale potrebbe essere più angosciante se vissuta dal punto di vista del ragazzino che vede il padre tornare in camera per scoprire il quadro e non capisce cosa stia succedendo. C'è da dire che forse è un po' strano che il ragazzo riesca comunque a dormire in quella stanza, forse sarebbe da aggiustare qualcosa per renderlo comunque un personaggio meno passivo. Questi sono comunque ragionamenti su una fase successiva di rielaborazione eventuale del testo, perché comunque anche in questa forma la storia mi è piaciuta e penso di tenerla abbastanza in alto nella classifica.

4) Il destino dei Cash

"Gianni Cash non deve morire?" E invece muore :'D Ho apprezzato l'ambientazione horror emiliana, il dialetto foneticamente accurato (almeno credo) e il tono quasi scanzonato del narratore, che mi ha quasi dato la sensazione di un Gianni stesso che si guardi dall'esterno e si racconti le cose che gli accadono in maniera rassegnata, a volte anticipandosele, perché è ormai abituato alla sua sfiga cronica. In sé credo che il fatto che le tre scene possano sembrare un po' sconnesse non sia un problema, solo mi è mancato un po' un vero pretesto che facesse sì che Bruna passasse dall'amore per il suo idolo al desiderio di ucciderlo e farlo mangiare al parroco. Una dinamica alla Annie Wilkes in cui finché l'idolo corrisponde ai nostri desideri allora lo adoriamo ma appena fa un passo falso non siamo più disposti ad accettarlo: che poi è una cosa che traspare un po' tra le righe (oltre al fatto che, ok, è tocca) ma forse ci starebbe darle uno sviluppo più esplicito. Penso che gli elementi per qualcosa di interessante su cui lavorare in un secondo momento ci siano tutti però: il fatto che le tre signore non siano del tutto sconnesse dalla società ma abbiano questo aggancio col mondo reale (la visita del parroco) mi ha fatto immaginare un microcosmo che potrebbe pure essere interessante approfondire.
Queste sono comunque suggestioni che mi son venute intorno alla storia, che mi sembra dare spunti interessanti. Non ho ancora scelto la posizione da assegnarle ma mi sembra davvero ben scritta.
Ah, immagino che "nella sua testa" sia dialettale, però mi ha un po' stranito e quella frase l'ho riletta un paio di volte perché avevo il dubbio di starmi perdendo qualcosa, o che ci fosse un refuso.

5) Il sangue degli angeli

Ciao Mauro,
Piacere di averti letto. Ho apprezzato questa storia per come tratteggia il doppio trauma di questo ragazzo già in punto di morte che scopre pure di essere adottato. Effettivamente, come diceva qualche commento qui sopra, è un po' un doppio torto quello subito dal protagonista, e non è troppo chiaro per quale motivo i genitori adottivi abbiano rivelato il tutto. Azzardo, visto che in verità era stata la mia prima interpretazione della storia, che i genitori adottivi potrebbero averlo fatto... proprio perché la vera madre è proprio Suor Angelica, e alla fine della storia le mani che lo stringono, quelle della madre, sono in realtà proprio le sue. Mi rendo conto che però probabilmente non era questa l'idea originale.
Per il resto, storia che mi è sembrata scritta molto bene. Per parte mia non ho avuto difficoltà a immergermi nella scena all'inizio mentre ho forse avvertita come un po' brusca la risoluzione finale, arrivata forse senza un effettivo conflitto, lasciato off-screen.
Se non metterò questa storia fra le prime posizioni è solo perché non sono un grande amante dei setting ospedalieri o di trame realistiche ma preferisco trame più legate al fantastico. Ho recentemente letto però il manga Goodbye Eri, di ambientazione sempre ospedaliera, che riusciva a riunire questi due elementi, realistico e fantastico, in maniera abbastanza suggestiva. Una parte di me ha immaginato inevitabilmente quindi una conclusione che prevedesse la comparsa di veri Angeli.
Ottima prova ad ogni modo, congratulazioni e in bocca al lupo per la Fagiolo Edition!

6) Una festa speciale

Ciao Giovanni, sono contento di rileggerti. Ritrovo qui parte dello stile un po' fiabesco che avevo già trovato nel tuo racconto sull'Elefantino Magico, stile che mi sembra sposarsi bene con questo tipo di storia che si presenta fin dall'inizio come molto cruda e realistica: effettivamente le scene del risveglio in bagno penso che mi rimarranno impresse (e sicuro nemmeno la metà di quanto rimarranno impresse al settantenne in questione). Confesso che anche qui, come all'epoca, ho come la sensazione che questa storia voglia essere un po' l'allegoria di qualcosa ma non sono sicuro di averne colto benissimo i termini. Forse il parallelo con la domenica delle palme, i tre giorni e il riferimento alla poesia di Ungaretti, Natale, potrebbero far pensare a una figura un po' cristologica, con questo uomo che muore e risorge ciclicamente ogni tre giorni, però non sono sicuro che questa fosse un'intenzione effettiva. Sicuramente sono ben tratteggiati gli aspetti grotteschi e per certi versi "animaleschi" della famiglia e degli infermieri: i gruppi umani mi sembrano sempre muoversi un po' come delle masse indistinte, senza una vera e propria personalità, e credo questo sia intenzionale.
Storia che non ho forse apprezzato quanto avrei potuto però, proprio in ragione del fatto di non essere riuscito a capire fino in fondo dove volesse portarmi. Un grosso grosso apprezzamento però per lo stile, che trovo sempre molto suggestivo e curato.
In bocca al lupo per questa edition e alla prossima!

7) Pronto?

Ciao Stefano,
Sicuro hai scelto una strada non facile con il discorso diretto senza dialogue tag o descrizioni esterne, però effettivamente sia la soluzione del corsivo sia il fatto che i due personaggi fossero ben caratterizzati mi ha fatto sembrare il tutto abbastanza credibile. Ci sono solo pochi punti dove i dialoghi mi sono sembrati meno realistici degli altri, tendenzialmente quelli un po' troppo lunghi o con incisi (Soprattutto quello "e sottolineo che sei stato tu...") però mi è sempre sembrato tutto molto ben scritto e i momenti di humour sono sempre arrivati nel momento giusto come in una vera conversazione tra amici che non si sentono da un po' ma vedono riaffiorare i loro vecchi automatismi. Ho apprezzato la concordanza finale col fatto che la fretta del ricevente sia dettata dal fatto di dover andare a prendere il figlio a scuola.
La scena nel complesso mi è sembrata funzionare, anche se forse un po' stranito che tra tutte le persone che il chiamante poteva chiamare scelga di chiamare proprio un amico di dieci anni prima, casualmente un amico che ha un figlio (cosa che però lui sembra non sapere), come pure casualmente un amico che sa cose sul padre del chiamante che lui stesso non sapeva. Mi rendo conto che così facendo tutto riesce a tornare alla perfezione a livello narrativo e che il cerchio si chiuda ma forse proprio questa perfezione del cerchio me lo fa risultare un po' strano.
Detto questo, è stata comunque una buona prova! Se non la metterò nella parte alta della mia lista è solo perché ho preferito maggiormente altri racconti e perché con questa struttura di pure dialogo mi sembra giocare un po' in un campionato a parte rispetto agli altri racconti. In bocca al lupo per la Fagiolo Edition!
Alla prossima!

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antico
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 25 novembre 2024, 10:49

Oltre a quella dell'ANTICO, dovete ancora ricevere altre sei classifiche.

Gaia Peruzzo
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 25 novembre 2024, 17:05

Ero molto indecisa praticamente su tutte le posizioni, tranne l'ultima in cui ho fatto fatica a immaginare fin da subito la vicenda, anche se la scrittura è buona (scusa ancora Mario!). Quindi alla fine ho fatto una media tra originalità del testo e cose che, secondo me, erano da sistemare. Però davvero complimenti a tutti! Fare queste classifiche diventa sempre più impegnativo.

1) Profumo di gelsomino di Matteo Mantoani
2) Il destino dei Cash di Daniela Battistini
3) Pronto? di Stefano Moretto
4) La crepa di Luca Moggia
5) Una festa speciale di Giovanni D'Addabbo
6) Il sangue degli angeli di Mauro Bennici
7) Chi si ferma è perduto di Mario Zanella

E commenti:

Profumo di Gelsomino di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, il colpo di scena con l'acqua e menta non me lo aspettavo proprio. Scherzi a parte…
Mi è piaciuto molto il perno di far girare tutto attorno al profumo che evoca i ricordi. Tra l’altro hai scelto una fragranza che è molto distinguibile e quando hai iniziato a descrivere la pianta mi sono sentita sempre più coinvolta dalla storia. Non ho ben capito, a una prima lettura, cosa c'entrasse il primo ricordo, quello con la staccionata. Nel senso di dove volesse andare a parare, ma arrivando al finale ho collegato che forse serviva anche come attacco per la metafora del lampione e della luce.
Hai scritto un racconto molto toccante e ho apprezzato molto i paragoni per nulla scontati, come quello dello zaino da campeggio.
L’unica nota che, secondo me, è stonata è il fatto che lui si chieda all'inizio “Dov’è sua madre quando serve?”. Dato che sul finale scopriamo che la madre non è in una situazione chissà quanto positiva e il punto di vista sa benissimo dov'è. Posso capire che lui sia in crisi per il momento di rabbia e confusione nel dover trattare il dolore della figlia. Però avrei evitato questa frase, trasformandola più in un qualcosa come “vorrei che Elisa fosse qui.”
Per il resto il finale mi ha molto emozionato. Bravo! E in bocca al lupo per la gara!

La crepa di Luca Moggia
Ciao Luca! C'è qualche piccolo refuso o sbavatura ma non ne terrò molto conto, perché alla fine sappiamo bene che scrivere per Minuti Contati è complicato. Ma vorrei sottoporre comunque alla tua attenzione il fatto che Stella si alza già dalla poltrona e le cade pure il libro, e poi, dopo qualche riga, scatta di nuovo in piedi all’urlo di Ronny. Così per la prossima partecipazione farai più attenzione a questi dettagli.
Parti benissimo con la caratterizzazione dell’ambiente della casa. A Stella piace leggere e suo marito ama i film western. Ma forse avrei diminuito la parte con lo psichiatra, in favore di mantenere centrata la vicenda anche su Aldo. Tipo forse con un litigio tra lui e la moglie sul fatto che non vuole andare anche lui all’appuntamento perché sa cosa è meglio per suo figlio. Forse era voluto, nel senso, per sviare dal fatto che la vera minaccia/preoccupazione è in realtà Aldo e non Ronny. Le ultime righe da “Certo che Ronny urlava quella notte [...]” sono state in un certo senso inaspettate, ma avrei voluto vedere meglio la scena a livello di testo e parole, perché non è così ben bilanciata con le altre due.
L’idea comunque di questa specie di maledizione padre-figlio mi è piaciuta molto, anche se povero quadro di paperino! Avevo proprio voglia di continuare a leggere per scoprire cosa fosse questa crepa del titolo.
In bocca al lupo per la gara!

Il destino dei Cash di Daniela Battistini
Ciao Daniela! Forse è la prima volta che ti leggo e intanto ti dico subito che mi piace moltissimo come scrivi.
La sfortuna che perseguita la famiglia Cash centra il tema e lo fa in modo, secondo me, originale. Forse avrei creato una sorta di collegamento tra il suo incidente nella stradina di montagna e l'incontro che avviene subito dopo. Mi sono chiesta se facesse parte della sfiga, oppure le due donne avessero deciso poi di rapirlo dato che una di loro si rivela poi essere anche una sua fan, anche se lo trovano casualmente. Giusto?
È stato molto strano, ma è quello strano che in un certo senso diventa comico. Del tipo “la sai quella storia assurda?”
Anche con il finale, dove c'è un balzo verso un'altra mini scena, avrei creato un collegamento migliore. So che è difficile restare nei caratteri di Minuti Contati e forse hai tagliato qualcosa. Ma comprendo anche benissimo la tua difficoltà, perché del testo, così su due piedi, non saprei dirti cosa tagliare per far spazio. Più che altro perché le descrizioni sono ottime e funzionali, e le ho adorate!
È stata comunque una lettura molto particolare e ti faccio i complimenti sia per i personaggi singolari, sia per l’idea.
In bocca al lupo per la gara!

Pronto? Di Stefano Moretto (se te nei sei accorto ti chiedo scusa, ma mi sono confusa con i cognomi dei tanti Stefano partecipanti e ti ho messo quello sbagliato, così ho chiesto di poter correggere!)
Ciao Stefano! Il racconto in sé mi è piaciuto. Forse c'è un po’ di ridondanza nel ricordare che non si sentono da dieci anni che avrei evitato. Di solito a scrivere racconti così c'è il rischio che i personaggi sembrino voci nel vuoto, ma i tuoi hanno una loro personalità e riesco a percepire bene le loro emozioni.
L’unica cosa che mi ha confuso è proprio quel “Bro” che mi ha fatto pensare a un ragazzino adolescente, all'inizio. Però capisco che lo hai usato per diversificare la voce del vecchio amico e cercare di dargli un timbro marcato.
Forse avrei usato qualcosa per renderlo un filo più originale. Magari attraverso qualche racconto con le bravate fatte del padre di Luca, invece che della brutta compagnia di amici su cui è meglio non contare, descrivendone due o tre. Così da dare ancora più forza all'insegnamento che emerge dal testo.
In ogni caso rimane un buon racconto che non mi aspettavo di leggere.
In bocca al lupo per la gara!

Una festa speciale di Giovanni D'Addabbo
Ciao Giovanni! Ecco, ora sono io che devo commentare te. La parte del bagno mi ha fatto proprio rabbrividire.
Forse la moglie l’ho trovata un po’ fredda come personaggio nelle sue reazioni. Alla parte in cui apre la porta e va in strada e per caso incontra la figlia della dottoressa, l'avrei fatta proprio andare in strada con foga, a urlare aiuto, spaventata e in balia delle emozioni.
Anche verso la fine, quando parlano i personaggi dei dottori e degli infermieri avrei aggiunto qualcosa, perché le frasi diventano più schematiche rispetto al resto del racconto.
Per esempio cosa intendevi dire con “piano il sangue che entra”?
La cosa più bella è che, anche se succedono molte cose una dietro l'altra, sembra una storia vera e il filo del racconto non si perde, in questo ti trovo davvero migliorato. Mi è piaciuto molto il dettaglio della festa della domenica delle palme e del fatto che proprio al terzo giorno lui si sente bene.
Ho dovuto pensarci un po’ su come avevi inteso il tema, ma penso che sia un tentativo di rielaborarlo senza rimanere nel binario del significato del modo di dire.
Per cui per questo ti faccio i miei complimenti e in bocca al lupo per la gara!

Il sangue degli angeli di Mauro Bennici
Ciao Mauro! L’idea del racconto è ottima, e le descrizioni sono ben fatte, ma credo che la sua esposizione possa avere dei margini di miglioramento.
Quando la suora entra per registrare ho avuto un attimo di confusione. Al posto di farle dire soltanto “adesso” le avrei fatto specificare un “te la senti di fare il video?”, oppure se vuoi rimanere più sul misterioso un “sei pronto?”, giusto per aiutare il lettore a far capire che sta per succedere qualcosa che implica anche lui stesso.
Non ho ben compreso perché lui si metta a pensare “potessi scrivere come veloce come una volta avrei mandato un messaggio, o anche solo un emoji”. Quindi non voleva davvero fare il video? E se è così perché non ha chiesto alla suora di mandare un semplice messaggio?
Mi sono anche chiesta come mai i genitori del protagonista gli avessero fatto questa confessione, proprio mentre è in uno stato così fragile. Ho pensato che volessero che lo sapesse prima di morire. Però da un punto di vista personale li ho trovati davvero indelicati. Mi sono anche chiesta perché non dirglielo di persona, quello che dice nel video, e farli chiamare nella stanza? Solo perché non si sente abbastanza coraggioso? E poi cosa ancora più strana, perché i genitori non hanno tentato di farsi perdonare? Non è solo il protagonista a dover chiedere scusa. Questo li ha resi, ai miei occhi, anche insensibili. Quindi non ho abbastanza informazioni per permettermi di perdonali anche io quando arriva la scena finale.
Il finale però è molto bello e lo avrei ampliato, perché lo immagino successo dopo che appunto la suora ha mandato loro il video. Ma ecco avrei voluto che il motore narrativo del racconto fosse più forte. E lo sarebbe stato, secondo me, se i genitori avessero provato a parlare con lui altre volte, e lui che li respingeva. Magari la suora lo portava a ripensarci, o ci ragionava da solo, magari ricordando cosa la sua famiglia adottiva aveva fatto per lui nel tempo.
In bocca al lupo per la gara!

Chi si ferma è perduto di Mario Zanella
Ciao Mario e benvenuto nell'arena di Minuti Contati! So che non sarà bello sentirselo dire… e mi dispiace tanto, credimi, ma purtroppo con il tuo racconto ho avuto un grande problema.
Un Gran Torino? Cos’è? È una macchina? O un robot? E Vogler? E Camp Nou? L’ho letto più come un testo perché non riuscivo a immaginare davvero nulla. Verso metà racconto mi sembrava una specie di videogioco, ma purtroppo sono totalmente ignorante nelle cose che hai scelto di scrivere. Per cui qualche descrizione e dettaglio in più mi avrebbe aiutato davvero tanto, sia nell’immaginare, sia nella comprensione. Si sente che tu sei ferrato sull'argomento, ma in ogni caso, bisogna rendere il testo il più fruibile per tutti. Sforzandomi li ho immaginati tutti transformers.
Oltre a questo mi sento di dirti come piccolo consiglio che nella frase: “ed esso esplode” esso è superfluo e il soggetto si capisce già. Guarda mi dispiace davvero un sacco di aver avuto questo limite, perché sento che hai un sacco di capacità! Infatti ho capito comunque il messaggio che volevi trasmettere e su cui hai elaborato il tema, anche se lo avrei apprezzato meglio riuscendo a capire cosa sia un Camp Nou. E so che di sicuro hai cercato di dare il massimo usando qualcosa di originale, quindi spero tanto di trovarti a gareggiare ancora. Anche perché credo che come idea sia davvero originale. Probabilmente la più originale di tutto il gruppo, ma questo purtroppo non mi basta per valutarti bene.
Se ti va di perdere tempo a spiegarmi cosa sono le varie diciture che hai usato, tornerò a leggere la tua risposta, intanto in bocca al lupo per la gara!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » martedì 26 novembre 2024, 18:11

Eccomi con la mia personale classifica, modificata più volte in corso d'opera perché i racconti si equivalgono abbastanza, anche se i primi due li ritengo migliori degli altri e se la sono vista tra di loro.
1) Pronto?
2) Profumo di gelsomino
3) Il sangue degli angeli
4) Una festa speciale
5) La crepa
6) Il destino dei Cash
7) Chi si ferma è perduto

1 - Hanno già detto tutto gli altri che non so cosa dirti di diverso. L'uso del Bro non mi ha dato particolari fastidi, devo dire. Invece mi ha fatto davvero molto strano la telefonata per una cosa così importante tra due persone che non si sentono da dieci anni. Allora mi sono detto che un tempo dovevano essere dei grandi amici e, ora che uno dei due si sente nei guai e non sa che pesci prendere, si rivolge all'altro per esasperazione chiedendogli aiuto. Il racconto tutto dialogo, se scritto bene come il tuo, fila via liscio. In qualche modo si riesce, pur se si passa da uno all'altro in maniera serrata, e stare nel loro punto di vista senza problemi. Il ritmo è ottimo, aggiungerei. Il piccolo colpo di scena finale, quello dell'amico che gli svela di essere padre, pure ci sta bene. Non mi è sembrato tanto strano che Federico, attraverso i racconti del padre, sappia del padre dell'altro così tante cose da essere persino più informato: il padre di Luca potrebbe pure non aver voluto rivelare al figlio tante faccende per imbarazzo. Una buona storia, ma non so bene dove piazzarla.
2 - La maestria non si può nascondere e tu la mostri dosando i passaggi, descrivendo le scene, persino trasmettendo i sentimenti, per cui questa storia regge bene, emoziona, si vive sulla pelle come se fossimo noi i protagonisti, com'è giusto che sia. Un ottimo lavoro a mio modesto parere, nonostante non ci siano colpi di scena particolari e nonostante il ritmo sia dolce (penso perfetto per una storia del genere). Questo è il primo racconto che leggo in questo gruppo e se il livello rimarrà tale, mi sarà molto difficile fare una classifica.
Dimenticavo, sulla frase segnalata da tutti, in effetti è sembrata strana anche a me, una volta letto della madre in ospedale, ma ci sta una nota stonata in tenta armonia: la perfezione non esiste ma ci si può avvicinare, così andrà meglio la prossima volta.
3 - Una buona storia anche se ci sono delle piccole pecche, qualche ripetizione evitabile, qualche frase che avrebbe potuto chiarire meglio, anche se poi si capisce leggendo. La parte centrale mi è piaciuta di più della prima, che trovo troppo "staccata" dal resto, anche perché sembra che lui sappia di essere adottato da sempre e non nutre particolare affetto per i genitori adottivi e, invece, tutto è diverso con il prosieguo; e, mi è piaciuto il finale. Il video l'ho visto come un divenire, anche perché non si spiegherebbe in altro modo cosa centra il non poter scrivere veloce come una volta, se non per il fatto che lui non sappia ancora bene cose vuole dire e lo comprende solo mentre sta registrando.
4 - Aprire un racconto con la premessa che hai fatto tu non è proprio la cosa che più mi piace leggere. Invece, mi è piaciuta molto la prima parte, ci si sente proprio lì a vederle da vicino tutte le cose che accadono, anche perché ho trovato molto giusti i tempi, la cadenza che dai alle scene. Un po' strano che la moglie non pensi a chiamare lei l'ospedale ma potrebbe starci nella confusione mentale che si genere con la paura e le preoccupazioni per il marito. La seconda parte mi è parsa più didascalica, meno armonica nel ritmo. Ironica nella scena finale, quasi spaventosa per quello che è già stato.
5 - Ciao. Il racconto mi è piaciuto abbastanza. Bene la prima parte in ogni suo passaggio, se si esclude il doppio alzarsi in piedi della donna. Bene anche la seconda parte e il dialogo con il dottore, che fila liscio e mette in campo diversi dettagli che aiutano la storia. Mi è piaciuta anche la terza parte tranne le ultime tre frasi, che per mia colpa proprio non sono riuscito a visualizzare, soprattutto ho visto questa parte della scena come un no sense con quanto la precede. L'ho riletta più volte e il risultato non è cambiato. Peccato.
6 - Il racconto non è affatto male, simpatico nel dialetto e in diverse scene, si legge bene per buona parte della storia. Mi piace l'ironia che hai sparso nel racconto e anche il richiamo/omaggio a "Misery non deve morire". Le cose che non mi sono piaciute sono fondamentalmente due e tutte nel finale. La scena del prete, che pure porta a capire che fine ha fatto il protagonista, sembra così distante dal resto della storia, non ci vedo nessun collegamento. Per me è uno stacco, quasi che fossero due storie diverse. Anche la frase che precede, quella "Gianni non vedrà mai l’alba del nuovo millennio. Dannata sfortuna dei Cash!" mi ha disturbato: un attimo prima mi trovavo in Gianni e subito dopo ne ero totalmente fuori, strappato via e per una "spiegazione" quasi inutile.
7 - Mario, alla fine arrivo anch'io a dirti la mia. Non mi ha disturbato per nulla il fatto di numerare i Tech della squadra, lo preferisco all'uso dei colori. Sul Gran Torino, vero che sia Ford, ma l'ho voluto intraprendere come una tecnologia puramente italiana e sotto questo aspetto la cosa mi è piaciuta molto. Quello che non mi è piaciuto si riassume in tre cose principali; prima: non sono riuscito, pur leggendolo due volte, a entrare nella storia, non mi sono sentito accanto ai protagonisti e meno che meno esserlo, ma questo è sicuramente un mio deficit empatico; seconda: anche immaginare la scena, le ambientazioni non è stato molto facile e ci si arriva con il tempo, invece, per me, bisognava visionarle bene da subito e questa cosa mi è riuscita solo in parte, così come i dialoghi tra i protagonisti non mi ha permesso di "vederli" bene e subito, non mi è chiaro anche il perché si parla di Vogler-1/2/3 eccetera e poi hai sentito la necessità di usare dei nomi, non sono sicuro che possa funzionare una cosa del genere; terza: l'ultimo capoverso, con la scena nello studio del padre, il richiamo al titolo del racconto, con il cadavere che sorride, mi sembra così strano, mi ha dato impressioni controverse del tipo: il padre è ancora appeso al lampadario dopo che si era ucciso tempo addietro e lui lo ritrova lì? Oppure ci è entrato metaforicamente, e lo rivede nei ricordi? Allora, quel sorriso? Forse intendevi che a sorridere fosse il protagonista nell'accettare il suo destino, quello del "buon sangue non mente"? Se così fosse, non è subito chiaro. Ok, forse non sono la persona più adatta ad apprezzare questo stile e tipo di storie.

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Manuel Marinari
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 26 novembre 2024, 21:18

Ciao a tuttə, ecco la mia classifica
Ho premiato i racconti che secondo me erano scritti meglio, con idee originali e dai toni che più mi piacciono, nonostante alcune imprecisioni che ho inserito nei commenti e che spero possano risultare utili. Il contest a tempo è spietato, lo sappiamo, ma nonostante le difficoltà di inventare, creare e mettere in scena in quattro ore, questi racconti sono stati i miei preferiti del gruppo.
Gli altri quattro racconti arrivano subito dopo. Ho scelto quelli che mi hanno emozionato di più e l'ho apprezzati molto. Alcuni necessiterebbero di alcuni aggiustamenti, ma avete scritto tutti delle belle storie, alcune più emozionanti e altre un pò meno, alcune più avvincenti. Altre storie le ho trovate più riflessive.
Complimenti!

1 Profumo di Gelsomino, Matteo Mantoani
2 La crepa, Luca Moggia
3 Il destino dei Cash, Daniela Battistini

4 Una festa speciale, Giovanni D'addabbo
5 Il sangue degli angeli, Mauro Bennici
6 Chi si ferma è perduto, Mario Zanella
7 Pronto?, Stefano Moretto

Commenti in ordine di classifica

Profumo di Gelsomino, Matteo Mantoani
Ciao Matteo, racconto molto bello, che tocca delle corde emotive forti. Il legame tra padre e figlia che nel momento di difficoltà di entrambi, ognuno nel proprio dolore e nella propria gestione della sofferenza, fa riaffiorare momenti dell'adolescenza del protagonista e l'incontro con Elisa, la mamma di Selene. Mi sono piaciuti molto gli elementi percettivi, dal profumo evocativo dei fiori a quello asettico dell'ospedale. Li hai seminati bene e gestiti perfettamente.
Mi è piaciuta la parte in cui il protagonista ragazzo, riesce a calmarsi e godere del momento di solitudine dopo il disorientamento sulla strada e esistenziale. Se ho colto la metafora, complimenti.
Ti evidenzio una frase che secondo avresti potuto gestire meglio: "Dov’è sua madre quando serve?" Scopriamo alla fine che la madre di Selene è ricoverata in ospedale. Dalla frase che hai scritto, il pdv la incolpa di non essere presente, mentre lei soffre ed è impossibilitata a esserci. Se provo a mettermi nei suoi panni, non riuscirei a pensare quella frase se mia moglie stesse male. Credo che un uomo, tra l'altro empatico e sensibile come il protagonista, possa e debba mostrare empatia in quella situazione. Sarebbe stato meglio scrivere una roba tipo "vorrei che fosse qui" oppure "mi crolla il mondo addosso da quando non sei con noi" oppure "mi manca la sensazione della sua mano sulla mia mentre viaggiamo in auto". Te le butto lì, spero che ti possano aiutare questi suggerimenti nella gestione coerente delle emozioni del pdv.
Complimenti, buona edition.

La crepa, Luca Moggia
Ciao Luca, bel racconto dalle tonalità dark e inquietanti. Mi piace l'idea di sviluppare il racconto sulla struttura di tre tempi, anche io l'ho utilizzata in diverse occasioni, anche in questa ultima edition.
Mi è piaciuta l'idea su cui si sviluppa il racconto: le visioni del figlio, il disturbo psichiatrico che poi si svela essere anche l'ossessione del padre, che ritorna dopo l'episodio avvenuto a Ronny. Il pdv mi piace, nella seconda sequenza emerge il suo stato emotivo, forse lo avrei approfondito un pò di più, perchè è presente nelle prime due sequenze e solo nell'ultimo cambia il pdv in Aldo.
Ti evidenzio alcune parti che potevano essere organizzate meglio, a livello figurativo di ciò che mostri in scena. Sono dei dettagli di poco conto che sono sicuro che con più tempo a disposizione prima della consegna sicuramente avresti notato. Lo so che il tempo che scorre non ci permette riletture adeguate.
"Stella mise un dito a metà pagina del libro e fissò lo schermo." Mentre leggo, vedo il dito sulla pagina del libro. Lo schermo appare un pò dal nulla. "Stella mise un dito a metà pagina e appoggiò il libro sulle gambe. Fissò lo schermo della tv di fronte a lei." In questo modo riesco a vedere tutti i movimenti e mi muovo meglio nello spazio. Soprattutto perchè sono le primissime righe e ancora non ho idea di come sia fatto il mondo che circonda Stella.
È una piccolezza, poi dopo leggendo il seguito tutto si definisce alla perfezione comunque.
Sempre nella prima sequenza, sulla fine, Stella si alza due volte dal divano. Gaia te lo ha già segnalato. Un lettore attento se ne accorge, ma penso non sia un dettaglio da farci grossi problemi qui tra di noi.
La parte centrale, il colloquio tra Stella e il dottore, mi è piaciuta molto. Descritta bene e dialoghi credibili e efficaci. Il finale di questa sequenza, tra l'altro, è fondamentale per l'economia della storia e del tema. Ottima questa parte, suscita emozioni anche perchè non è esplicita ma ci fai arrivare subito a dedurre la questione.
La terza parte, credo sia quella che ha risentito un pò di più. La parte allucinatoria è fatta bene, mi piace molto. Hai un ottimo senso dello spazio in movimento e contorto. Peccato, avrebbe avuto bisogno di qualche carattere in più. Si vede che le frasi sono molto corte e vai a capo. Capisco i pochi caratteri a disposizione che avevi e il tempo scaduto.
Comunque un buon racconto, bravo Luca e buona edition!

Il destino dei Cash, Daniela Battistini
Ciao Daniela, piacere di leggerti per la prima volta e di fare la tua conoscenza.
Una dinastia sfigatissima quella che hai immaginato. Gianni è quello che finisce peggio di tutti. Oddio, anche quello finito nel tritacarne :D Anche Gianni viene triturato. Il tuo stile mi ha ricordato molto i racconti spassosi di Fredric Brown.
Allora, provo a mettere insieme le mie riflessioni sul tuo racconto, perchè sono sincero, l'ho letto due volte per poterlo apprezzare meglio. Nella prima lettura, secondo me non ha funzionato troppo bene il passaggio tra dove finisce con la macchina (un campo incolto, generico) e dove si risveglia. Oltre a questo, che poi si capisce che deve essere stato portato in quella casa da chi lo ha soccorso, c'è un elemento che forse avresti potuto inserire nella prima scena: dove si sta recando Gianni? Credo avrebbe dato un pò più di chiarezza al contesto. Si capisce poi man mano nella seconda scena che doveva andare a uno spettacolo. Quindi ecco, mentre girava il volante della Punto per non finire nel fosso, avresti potuto inserire un pensato del pdv o che magari si era distratto alla guida perchè stava provando un pezzo dello spettacolo. Sarebbe stata una buona semina? Che ne pensi?
Comunque rimane il fatto che quello che ti ho suggerito è come lo avrei strutturato io eh, prendila come una versione differente che avrebbe aiutato, magari, solo la mia comprensione.
Mi torna sempre male suggerire agli altri come sarebbe stato se... il bello di questo contest è l'originalità di ognuno di noi che esprime e mette dentro le storie.
La scena centrale ovviamente è quella dove si svolge quasi tutto il racconto ed è costruita bene. In realtà, infatti, poi si chiariscono tutti i dubbi che mi facevo mentre leggevo.
Il risvolto finale dona quel tocco di horror che ci sta alla grande. Il dialogo col parroco arriva un pò dal niente. Magari un riferimento nella scena centrale avrebbe anche qui armonizzato un pò lo stacco netto. Ad esempio: in casa sente un'odore di carne andata a male? Era un altro cibo cucinato con carne umana? Ho pensato fosse così, insomma magari potevi citare che la donna stesse preparando qualcosa per il parroco già nella seconda scena. La semina avrebbe armonizzato l'introduzione dell'ultima finale.
Spero di averti lasciato spunti di riflessione. Dimmi che ne pensi.
Buona Edition!

Una festa speciale, Giovanni D'addabbo
Ciao Giovanni, il racconto mi è piaciuto. Ho trovato soprattutto la prima metà, rispetto al seguito, ben scritta. Si sente la fatica e la sofferenza di un uomo malato che vorrebbe soltanto starsene un pò in solitudine, a trascorrere il tempo a riposo, esausto. La seconda parte l'ho trovata scritta un pò meno bene della prima. Le frasi sono molto brevi, didascaliche. Forse una fluidità avrebbe reso il racconto ancora più apprezzabile.
Ho letto nei commenti che il tema lo hai inteso come madre e figlia dottoresse che il protagonista ha incontrato nella sua vita e si era fatto curare da entrambe. Credo che ci fosse bisogno di un accenno un pò più forte, perchè è abbastanza vago. Mi sarei addentrato un pò di più nel legame tra lui e la dottoressa più grande. Magari inserire un colpo di scena: scopre che la figlia della dottoressa lavora in ospedale e la riconosce in qualche modo (aspetto fisico, una frase che gliela ricordava, gestualità).
Anche nel rapporto tra lui e la moglie manca qualcosina: un accenno di paura negli occhi della moglie, una sicurezza trasmessa a lui per superare il momento difficile.
Ecco, un buon racconto a cui manca qualcosina per essere davvero un ottimo racconto. Ho trovato la tua scrittura migliorata rispetto alla scorsa Era, questo te lo dico con fermezza e senza alcun dubbio. Continua così Giovanni!
Buona edition!

Il sangue degli angeli, Mauro Bennici
Ciao Mauro, racconto che tocca forti corde emotive. C'è qualcosa da rivedere in termini di struttura, ma lo stile è buono, soltanto da affinare qualcosa. Le parti di immersione sono calibrate bene, così come gli elementi visivi. Qualche ripetizione sul fatto che il pdv abbia ventidue anni. Ho pensato che tu non te ne sia accorto in fase di rilettura.
A me non ha dato fastidio il nodo centrale della trama, ovvero la rivelazione dell'adozione. Anzi, ti dirò di più, avrei inserito nella prima parte, una scena in cui questo avviene: i dialoghi, le espressioni della madre e del padre, lo stato emotivo del pdv. Penso che avrebbe dato un livello più alto all'intero racconto. Avrei eliminato la parte descrittiva sui compagni di camera e sul dottore, così da recuperare caratteri.
Te la metto qui come riflessione, spero che ti sia utile.
Buona edition.
Ps, penso che il trattino giusto a inizio dialoghi sia _ non - ma potrei sbagliarmi perchè io uso le «»

Chi si ferma è perduto, Mario Zanella
Ciao Mario, benvenuto su Minuti Contati.
La storia si svolge in una Barcellona futuristica o alternativa, giusto? Non ho capito molto bene il contento di guerra in cui si inserisce.
Ci sono delle parti migliorabili, come quelle che ti hanno già evidenziato altrə prima di me. Perció non mi dilungo troppo. Gaia e Nihal ti hanno già commentato delle migliorie tecniche che avevo notato anche io, mi accodo.
Ho faticato un po’ a seguire i dialoghi che si svolgono in comunicazione radio, passami il termine. So che non si addice troppo al livello di comunicazione dei personaggi del testo :D ci siamo capiti.
I soggetti sul campo di battaglia sono diversi, e a volte non riuscivo proprio a figurarmi la scena.
La storia tra padre e figlio che si ripete lega la trama, bravo.
Forse avrei fatto un accenno in più sulla guerra. Il contesto non mi è sembrato troppo chiaro. Si, c’è una guerra, ma perché? Ecco, sapere qualcosa in più non sarebbe stato male. Ti dico questo perché provare empatia per un combattente, qualunque sia il motivo che lo spinge, non è mai semplice. Cosa lo muove? Perché dovrei provare empatia per uno che spara e ammazza?
Mi è mancata questa parte.
Riconosco le capacità di scrittura che hai, continua così e spero di leggere ancora tuoi racconti.
Buona edition, alla prossima!

Pronto?, Stefano Moretto
Ciao Stefano, devo dirti che leggere un racconto interamente costruito con i dialoghi mi ha fatto un certo effetto. Da una parte la storia scorre rapidissima e ho potuto leggerlo con semplicità. Il ritmo veloce lo rende godibile da inizio a fine.
Dall'altra parte, il racconto è sicuramente originale, sei stato capace di inserire la preoccupazione e il terrore del personaggio che telefona.
Un racconto che non ha grandi colpi di scena (ma non devono necessariamente esserci). Il tema lo hai gestito bene, andando a infilarci la parte sul padre e l'amico che glielo rammenta.
L'unica considerazione che faccio, come valutazione del racconto dalla parte proprio di lettore è che, in un racconto del genere, si fatica a empatizzare con i personaggi perchè non c'è un reale pdv focalizzato. Si fa un pò il tifo per uno dei due, magari. Si assiste alla telefonata e si aspetta che concluda. Non so se mi sono riuscito a spiegare. Fa meno breccia di racconti strutturati come mi è già capitato di leggere e commentare di tuo, ecco.
Buona edition, alla prossima!
Manuel Marinari

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Debora
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 26 novembre 2024, 22:44

Eccomi con la classifica, molto sofferta. Tanti bei racconti con declinazioni anche molto originali.

1. Profumo di gelosomino, di Matteo Mantoani
2. La crepa, di Luca Moggia
3. Il sangue degli angeli, di Mauro Bennici
4. Il destino dei Cash, di Daniela Battistini
5. Chi si ferma è perduto, di Mario Zanella
6. Una festa speciale, di Giovanni D’Addabbo
7. Pronto?, di Stefano Moretto

Profumo di gelosomino, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, ti dico subito che questo racconto mi ha fortemente emozionato. Hai curato così bene l’atmosfera, e i collegamenti tenuti insieme dal profumo del gelsomino!
C’è qualche piccola incongruenza che ti hanno già fatto notare che sicuramente avresti limato se avessi avuto più tempo a disposizione, ma non inficiano per niente il risultato finale che secondo la mia opinione è ottimo!
Il tema è centrato, la scrittura è curata, la trama ben strutturata, cosa posso dire più? Buona edition!

La crepa, di Luca Moggia
Ciao Luca, piacere di leggerti. Il tuo è uno di quei racconti che è proprio nelle mie corde. Mi piace l’idea (io ne ho avuta una di simile) e mi piace questo alone di mistero che non si risolve del tutto neanche nel finale. Tuttavia ti sei un po’ perso nel mezzo, dando tanto spazio alla Tv, il libro etc, forse magari togliendo qua e là e aggiungendo sulla crepa vera e propria avrebbe avuto un impatto diverso. Ma nessuno più di me può capirti nella difficoltà di rendere un sense of wonder di un certo tipo in poche battute e soprattutto in poco tempo. È comunque un buonissimo racconto che merita il podio per quel che mi riguarda. Buona edition!

Il destino dei Cash, di Daniela Battistini
Ciao Daniela, piacere di leggerti. Forse te l’avevo già detto ma lo ripeto comunque volentieri: mi piace molto il tuo modo di scrivere. Questo è un racconto sicuramente centrato ma si capisce che hai fatto un po’ di fatica a far entrare tutto quello che avevi in testa, sbaglio? Alcune parti ho dovuto rileggerle perché, a mio avviso, erano un po’ ingarbugliate. Ma tutto sommato mi ha divertito e trascinato, perciò, ottimo! Buona edition.

Pronto?, di Stefano Moretto
Ciao Stefano, piacere di leggerti. Ti hanno già scritto sopra che il tutto è un po’ inverosimile ma capisco che tu abbia voluto fare un certo discorso e dire certe cose che sono arrivate ma lo hanno fatto molto forzatamente. Bravo comunque a destreggiarti così bene con questo tipo di dialogo che non è assolutamente facile da gestire: a parte alcuni punti mi è parso credibile e soprattutto non ho mai perso il filo di chi diceva cosa. Buona edition!

Una festa speciale, di Giovanni D’Addabbo
Ciao Giovanni, tu lo sai che io non sono una di quelle che disdegna il raccontato, vero? Però qui è veramente un po’ troppo per i miei gusti… una lunga sequenza di eventi. A tuo favore due cose, e molto importanti: la declinazione originale del tema, per la quale ti ammiro tantissimo, e quell’introduzione che toglie un po’ di pesantezza all’intero racconto. Ah, e un’altra cosa: questo vecchietto ti è uscito proprio simpatico! Buona edition.

Il sangue degli angeli, di Mauro Bennici
Ciao Mauro, un racconto bello potente, il tuo! E anche difficile da rendere in così poco spazio. Mi piace l’idea che il sangue che non mente possa essere anche quello non “biologico” e mi piace, tantissimo quel finale. Ci sono un po’ di contraddizioni, non ho capito bene perché lui faccia il video, immagino ti sia servito da espediente per raccontare meglio ma in fondo non importa: in racconti come questi è il messaggio e le emozioni che contano e quelle arrivano. Buona edition!

Chi si ferma è perduto, di Mario Zanella
Ciao Mario, benvenuto nell’Arena. Oh, che coraggio a portare i mecha! Già per questo ti meriti un punto a favore. Per il resto ti faccio dei piccoli appunti: dai per scontato che tutti capiscano lo scenario, purtroppo non è così (hai visto gli altri commenti, no?) e, di nuovo purtroppo, le battute e il tempo non aiutano ma dovresti cercare di spiegare di più senza spiegare. Non è facile, non lo è per niente. Un suggerimento potrebbe essere quello di usare dei nomi che possano essere un minimo riconducibili a quello che hai in mente. Ad esempio tu chiami i robottoni Gran Torino ma ti giuro che se non fosse perché ho un marito appassionato di macchine e per il film con Clint Eastwood, non avrei mai pensato a un simil-transformer.
Detto questo, io mi sono divertita e, a parte qualche ripetizione di troppo, direi che è un buon esordio! Buona edition!

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Nihal
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 27 novembre 2024, 15:13

Buongiorno a tutti! Prima volta che faccio la classifica e, devo dire, non pensavo fosse così difficile ahahah. Ho trovato grossissime difficoltà nel decidere tra i primi tre, che sono davvero vicinissimi. Allo stesso modo dalla quattro alla sette ho dovuto davvero fare scelte dure e mi spiace che qualcuno finisca “ultimo”. Fatto questo clamoroso maniavantismo, ecco la mia classifica:

1) Profumo di gelsomino di Matteo Mantoani
2) Chi si ferma è perduto di Mario Zanella
3) Il sangue degli angeli di Mauro Bennici
4) La crepa di Luca Moggia
5) Il destino dei Cash di Daniela Battistini
6) Una festa speciale di Giovanni D'Addabbo
7) Pronto? di Stefano Moretto


Commenti:

1) Profumo di gelsomino di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, il tuo è il primo racconto che leggo del gruppo e, come ti hanno già fatto notare, se il livello è questo farò grandissima fatica. Il finale mi ha commosso, sinceramente.
Devo dire che, da quella frase incriminata, pensavo che madre e padre avessero un rapporto in crisi, una separazione imminente e che il racconto portasse lì. Invece mi ha portato in un punto dove il mio “disagio” è addirittura aumentato.
Io cambierei solo alcune ripetizioni, ma tieni conto che il commento viene da un signor nessuno :)
Per esempio, all’inizio ripeti due volte in poche righe che ha 13 anni, magari uno dei due potrebbe essere sostituito dal concetto di adolescenza.
Nel primo ricordo scrivi due volte “tornavo indietro / stavo tornando” e “chiudo gli occhi / riapro gli occhi”. Infine, l’immagine di aprire e chiudere gli occhi si ripete uguale identica nei due ricordi, non so se sia una cosa voluta o meno, però si nota.
Ripeto, sono minuscoli granelli di sabbia in un ingranaggio spettacolare, davvero complimenti ancora.

2) Chi si ferma è perduto di Mario Zanella
Ciao Mario, il racconto mi è piaciuto tantissimo! Lo trovo scritto molto bene, la storia mi appassiona, il ritmo della scrittura si associa abbastanza bene a quello della battaglia. Complimenti davvero!
Per questo mi permetto di segnalarti qualche minuscola cosa che io cambierei, perdonami se mi permetto, da signor nessuno :)
Allora, all’inizio ci sono troppo “e”. Mi hanno spezzato un po’ quel ritmo da guerra che, secondo me, funziona molto bene nel resto del testo. Ti faccio qualche esempio:
“Un Gran Torino azzurro chiaro e con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio e sollevo il fucile di riflesso.”
Io lo avrei scritto così: “Un Gran Torino azzurro chiaro, con le insegne spagnole sbuca da dietro l’edificio. Sollevo il fucile di riflesso.”
Ne hai un altro paio all’inizio che potrebbero essere tolti per snellire.
Sul discorso dei nomi invece, secondo me sei stato molto molto bravo a far “capire” che c’erano dei nomi di battaglia associati a delle persone. Avrei fatto una cosa molto simile per il passaggio Gran Turismo - GT, che a qualcuno potrebbe non essere risultata automatica. Così per il Macha, magari scrivendo subito dopo di cosa si trattava.
Ripeto, si tratta proprio di voler fare la punta al razzo, perché il tuo è tra i racconti più belli che abbia letto in questo contest.

3) Il sangue degli angeli di Mauro Bennici
Ciao Mauro, che bello leggerti! Il racconto mi è piaciuto davvero davvero tanto! Le descrizioni mi hanno fatto vivere molto bene la scena anche se, se posso permettermi, avrei cambiato leggermente quelle relative al medico e all’infermiere (soprattutto).
I dialoghi mi piacciono perché sono molto reali, davvero belli.
Mi unirei anche io alla coda di persone che parlano del finale un po’ frettoloso ma, tra i racconti che deve recensire e il mio, l’ho letto davvero troppo e volte ahahahah. Si vede che si tratta di un superpotere che si acquisisce con il tempo :)
Super promosso, per quanto mi riguarda

4) La crepa di Luca Moggia
Ciao Luca, il racconto mi piace, è scritto molto bene! Mi piacciono le parti della madre ma la parte del padre, mi mette molta ansia, è davvero molto centrata. Mi piace anche che il legame di sangue sia duplice, nel bene (l’intelligenza) e nel male (la patologia). Non ho però capito bene il finale, forse perché ho letto un altro commento che ha dato una interpretazione diversa da quella che davo io: il padre, quando entra in camera, lo fa per uccidere il figlio? O entra in camera quando il figlio non c’è e, nel vedere il quadro strappato, si immedesima negli incubi del figlio?

5) Il destino dei Cash di Daniela Battistini
Ciao Daniela, devo innanzitutto farti i complimenti per la declinazione che hai dato al concetto di “Buon sangue non mente”, davvero una idea originale. Mi piace moltissimo il ritmo che dai al racconto, che lo fa assomigliare proprio ad un ballo come me lo immagino negli anni 80 in Riviera.
Ti dico solo una cosa sul finale perché anche a me hanno fatto notare un po’ il finale brusco. Cioè, questo “Padre” e le ragazze, arrivano un po’ improvvisamente. Infine, mi sarei aspettato che anche la seconda imprecazione fosse tradotta ahahah.

6) Una festa speciale di Giovanni D'Addabbo
Ciao Giovanni ti ho letto molto volentieri. L’incipit mi è piaciuto tantissimo perché mi ricorda “Novecento” di Baricco, uno stile che a me piace molto.
Il ritmo così spezzato mi piace altrettanto anche se io l’ho trovato un po’ troppo uguale in ogni parte del testo, anche in scene diverse tra loro.
Una cosa sui dialoghi, soprattutto quelli iniziali: li ho trovati un po’ forzati, poco naturali.
È stata una lettura interessante però per lo svolgimento del tema.

7) Pronto? di Stefano Moretto
Ciao Stefano, premetto una cosa: per me sarà difficile giudicare questo racconto perché è stato strano leggere uno scritto fatto totalmente di dialoghi. La cosa che mi è piaciuta molto è stata quella di aver reso i due personaggi comunque totalmente riconoscibili, anche senza l’utilizzo del corsivo (comunque necessaria per capire “dove siamo” spazialmente), è facilissimo capire chi sta dicendo cosa.
Come ti hanno già detto, trovo un po’ inverosimile che una persona contatti un’altra dopo dieci anni, senza un motivo apparente (forse sono io che non lo trovo). Magari avrei sfoltito alcuni dialoghi per trovare uno spazio dove inserire un “Motivo” plausibile per questo ritorno.
Bella scelta, che comunque ho letto molto volentieri e mi sono divertito ad analizzare.

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antico
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 27 novembre 2024, 17:39

Oltre alla mia, dovete ancora ricevere una sola classifica.

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BruceLagogrigio
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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 28 novembre 2024, 11:56

Ecco la classifica sempre molto difficile da stilare. Tutti ottimi autori:

1 Profumo di gelosomino, di Matteo Mantoani,
2 La crepa, di Luca Moggia,
3 Chi si ferma è perduto, di Mario Zanella
4 Il sangue degli angeli, di Mauro Bennici
5 Pronto? di Stefano Moretto,
6 Il destino dei Cash, di Daniela Battistini,
7 Una festa speciale, di Giovanni D’Addabbo


Profumo di gelosomino, di Matteo Mantoani
In prima persona. Tempo verbale: Prevalentemente passato remoto/imperfetto, con qualche incursione nel presente. Ambientazione: Strada. Attuale Genere: Realistico.

Ciao Matteo piacere di rileggerti. Per prima cosa devo ammettere che dimostri sempre di essere un ottimo scrittore, con uno stile invidiabile. Devo dire che ho preferito molto questo racconto rispetto al piccolo Gneur e potrebbe avere risultati migliori nella finale. La frase che ti hanno già segnalato dire un po’ aiuta il colpo di scena nel finale (che poteva anche starci anche nel momento di rabbia, certo rimane il problema politicy correct).
D'altro canto forse ho preferito il tuo primo racconto (che era stilisticamente più debole) ma per il solo fatto che avevi osato di più.Questo risulta essere un classico racconto di MC (con dinamiche familiari / malattia) ma credo che sai meglio di me cosa intenda. Detto ciò non toglie il valore intrinseco del racconto con ottimi riferimenti e di spiccata sensibilità.


Alla prossima!


La crepa, di Luca Moggia,

In terza persona. Tempo verbale: passato remoto/imperfetto. Ambientazione: Casa familiare / clinica. Genere: Horror/fantastico. Tema centrato.

Ciao Luca, piacere di leggerti.
Mi piace sempre il tuo stile asciutto. Hai creato saggiamente il contrasto tra la banalità della scena domestica iniziale e l’inquietudine che si insinua poco a poco. Questo effetto si rafforza ulteriormente con l’introduzione degli elementi soprannaturali: il quadro e il suo simbolismo oscuro. Un’altra chiave del racconto è proprio questa ambiguità tra realtà e incubo che credo si rispecchi nel finale così effettivamente ho fatto fatica anche io a capire ed è un peccato che non ho trovato riscontro nei commenti. Quello che ho immaginato è che il figlio, sotto l’influsso della crepa, abbia avuto un sogno del padre che gli tagliava la gola e per questo avesse urlato attirando la madre nella camera. E credo che fosse quello che la crepa avesse ordinato di fare al padre
La crepa nel muro mi ha ricordato un po’ Stranger Things come riferimento.

Piccola nota: “Stella vide il marito” il verbo percettivo vedere fa perdere un po’ di immersione.

Alla prossima.

Bruce.


Il destino dei Cash, di Daniela Battistini

In prima persona. Tempo verbale passato remoto/imperfetto. Ambientazione: un’area montana e casa “sinistra”, genere fantastico/thriller. Tema centrato.

Ciao Daniela, piacere di leggerti. Anche a me il tuo stile piace molto. Anche l’uso del dialetto.
La scrittura è coinvolgente, con una prosa che alterna ironia e macabro, ricordando per certi versi autori come Stephen King o le storie di Buzzati, in cui il quotidiano si tinge improvvisamente di fantastico.
Il “gancio” iniziale è molto efficace: le disavventure di Gianni, unico superstite di una famiglia maledetta, intrigano subito e mettono in moto una narrazione dal ritmo incalzante.

Come difetti a mio avviso ti direi:
Il cognome Cash per quanto evocativo non mi fa impazzire legata all’ambientazione. Sembra più un nome d’arte ma non sarebbe più legato alla famiglia.
Il finale non ha abbastanza semina, sembra un po’ lanciato lì.
La parte centrale quando si parla di Bruna fa perdere un po’ il ritmo.
“Gianni non vedrà mai l’alba del nuovo millennio. Dannata sfortuna dei Cash!” questa frase è detta da un narratore esterno che “sfocalizza” il punto di vista.

A parte questi dettagli rimane un buon racconto. Tema centrato.
Alla prossima


Pronto?, di Stefano Moretto

In prima persona (telefonata). Tempo verbale: presente. Ambientazione: realistica non specificata (Milano, Firenze. Genere: narrativa contemporanea / umoristica. Tema centrato.

Ciao Stefano. Piacere di rileggerti. Sarebbe sempre piaciuto fare anche a me un racconto solo di dialoghi magari al telefono, ma l’ho sempre percepito come rischioso. Lo stile è fresco, diretto, vivace e colloquiale, con un uso efficace dell’ironia. Le battute creano ritmo e tengono alta l’attenzione. I personaggi sono ben delineati attraverso il dialogo, anche senza descrizioni fisiche o ambientali. Anche a me il “bro” non mi ha fatto impazzire. Sarà molto difficile da posizionare in classifica. Comunque bella prova.

Bruce.


Una festa speciale, di Giovanni D’Addabbo

In terza persona con un narratore onnisciente. Tempo verbale presente con inserti al passato remoto/imperfetto. Ambientazione: Casa familiare / ospedale. Genere: Realismo contemporaneo / drammatico. Tema centrato al 50%,

Ciao Giovanni piacere di leggerti. Che dirti è un po’ il tuo stile onirico e particolare. Molto didascalico in certi punti, in cui elenchi uno in fila di avvenimenti.
Il gancio iniziale è efficace: la promessa di una storia vera raccontata attraverso un filtro personale mi aveva parecchio incuriosito peccato che poi non porti veramente a qualcosa. Secondariamente non vedo molto conflitto nella storia. Toccante per molti aspetti, ma non capisco la tematica di fondo.
Sembra a tratti il legame familiare e un po’ la malasanità.
Come dicevo mi sembra proprio un elenco di avvenimenti un po’ freddo a momenti, a volte umoristico a volte più pessimistico. Il racconto comunque riesce a far empatizzare il lettore con il protagonista, che appare vulnerabile, ma anche tenace e dignitoso.

L’attinenza al tema c’è ma non mi è sembrata originalissima.

Il finale offre una chiusura positiva e rassicurante. Tuttavia, sento che manca un momento di grande tensione risolutiva sopratutto se si pensa all’incipit interessante.

Nel complesso avevo meglio apprezzato il tuo racconto di Baudolino.

Bruce.


Il sangue degli angeli, di Mauro Bennici

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Reparto ospedaliero contemporaneo. Genere drammatico. Tema centrato:

Ciao Mauro, piacere di leggerti. un bel racconto che punta dritto e letteralmente allo stomaco del lettore. L'immersione, il tempo presente e la prima persona giocano a tuo favore, come tutti i dettagli sensoriali ben utilizzati. L’uso del linguaggio colloquiale e del turpiloquio rafforza l’autenticità del personaggio.
Ho fatto un po’ fatica a seguire il discorso nella prima parte, forse per una tua scelta di tenere un po’ nascosti i dettagli, ma secondo me non c’era bisogno. Molto meglio mettere sul tavolo più elementi possibili fin dalle prime battute. Visto che il finale non si caratterizzava su un plot twist particolare.
La descrizione del reparto ospedaliero in contrapposizione con gli occhi di suor Angelica crea un buon contrasto.
Il finale è ben costruito, chiudendo con una nota positiva che riequilibra la durezza del testot, offrendo un messaggio di accettazione e amore.
Bruce.


Chi si ferma è perduto, di Mario Zanella

In prima persona. Tempo verbale presente. Ambientazione: Futuristica / Barcellona. Genere fantascienza /mech da combattimento. Tema centrato.

Ciao Mario benvenuto su MC e piacere di leggerti. Allora per prima cosa punti bonus perché ho sempre voluto anche io fare qualcosa con i mech, ma non ho mai trovato l'occasione giusta. Inoltre, bazzico su MC da oltre un anno e non ne avevo ancora visti. Non so se poi a livello di classifica pagherà come scelta ma a me è piaciuta.
I punti di forza del tuo racconto sono il worldbuilding, che appare ben costruito e non scontato, e l’azione, che mantiene un ritmo serrato e coinvolgente. Molto efficace anche il twist finale, con l’errore del protagonista che richiama il passato del padre, creando un parallelo drammatico e potente. Ottimo anche il gancio iniziale, con l’immagine della città in fiamme e i mech Gran Torino che catturano subito l’attenzione del lettore.
Alcuni aspetti potrebbero essere migliorati:
L’uso di termini tecnici (GT, IFF, flare) potrebbe risultare poco accessibile per chi non è familiare con il genere. Una breve spiegazione o un uso più contestualizzato aiuterebbe a rendere la storia più fruibile.
I nomi in codice (Vogler e numeri) rischiano di confondere il lettore e appesantire la lettura. Credo fosse meglio differenziare con soprannomi o dettagli unici.
I dialoghi, seppur funzionali, appaiono a tratti un po’ meccanici. Un maggiore focus sulla naturalezza delle interazioni li renderebbe più incisivi.
Nel complesso una buona prova.
Tema sicuramente centrato. Sono curioso di capire se qualcuno avrà dato una declinazione positiva al tema fra quelli che leggerò.
Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 28 novembre 2024, 21:42

Dovete solo più ricevere la mia classifica.

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Re: Gruppo BARTOLOMEO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » domenica 1 dicembre 2024, 19:39

Ecco a voi i miei commenti e classifica sui vostri racconti.

1) Profumo di gelsomino, di Matteo Mantoani
Livello molto alto con un piccolo, ma fondamentale, problema: la risoluzione con la figlia è, mio parere, troppo veloce. Il fatto è che non le dedichi lo spazio sufficiente, ma che la tua decisione è pienamente giustificata dal dover incentrare il focus sul padre. A quel punto avrei rinunciato alla risoluzione puntando il tutto sul ritrovamento del coraggio da parte di lui con conseguente ritorno in macchina, dove nel frattempo aveva notato che la figlia stava piangendo, e susseguente abbraccio con frase per svelare dove si trova la madre e partenza verso casa. Non serve che lui le racconti del passato con Elisa (o, meglio, servirebbe, ma se si avesse più spazio a disposizione per non limitarsi a un cenno dopo che hai dipinto così bene fino a quel punto), basta che lui si faccia forza ed è sufficiente un abbraccio ben piazzato al momento giusto. Il tema c'è, anche se magari non così principale. Per me un pollice quasi su.
2) Il destino dei Cash, di Daniela Battistini
Un bel racconto che, mio parere, necessita ancora di parecchia revisione. Cerco di spiegarmi: il focus sulla sfortuna dei Cash si perde poco dopo l'averla svelata e da lì in poi il testo non mantiene lo stesso tono dovendosi concentrare sulla follia delle sorelle che, però, non mi sembrano presentate in modo ottimale, ho faticato a capirne il numero. Lo stesso finale non vede Cash come protagonista, ma le sorelle stesse e questo porta ulteriormente a perdere sul focus della sfiga della famiglia Cash. Come l'avrei visto più giusto? Cash che moriva solo nella chiusa, magari sentendo, come ultimo suono, le sorelle che commentavano su come cucinarlo e lui che, in un ultimo barlume di lucidità, si rendeva conto di essere il Campione dell'intera sua famiglia. Ecco, con tutto incentrato su di lui mi sarei sentito di arrivare al pollice su e, inoltre, lo stesso tema sarebbe stato rispettato con forza maggiore di come è in questa forma. Ti sei lasciata affascinare troppo dalle sorelle e questo ti ha portato a fare sfumare il protagonista principale. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante, ma con ampi margini di miglioramento.
3) La crepa, di Luca Moggia
Dunque, sicuramente un buon racconto che però presenta delle problematiche legate alla necessità di una revisione. Probabilmente la parte centrale è troppo lunga per l'economia del testo e, di conseguenza, poco sviluppata la terza. Molto buono il finale anche se non si capisce perché l'occhio abbia dovuto mostrare al bimbo quello che doveva fare il padre e non quello che avrebbe dovuto fare lui: una doppia missione bimbo ammazza padre e padre ammazza figlio sarebbe stato ottima. Problemucci anche nella definizione dei personaggi perché per come presenti Aldo sembra tutto fuorché un uomo brillante, anzi sembra il tipico buzzurro con canottiera, sigaretta pronta e vino che si addormenta davanti alla tv con la moglie che cerca di alienarsi facendo altro. Insomma, ci sono vari problemi di ottimizzazione che sono un peccato in un racconto dalle potenzialità così evidenti. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
4) Il sangue degli angeli, di Mauro Bennici
Sono molto combattuto nel valutare questo racconto. L'idea è molto forte, l'esposizione mi ha messo in difficoltà più volte. Ci sono tanti punti sparsi in cui la lettura si fa faticosa, in cui non sono chiari alcuni punti fondamentali, in cui si percepisce che si dovrebbe empatizzare di più, ma che non ci si riesce. La suora rimane troppo esterna, le sue motivazioni non esplorate, come mai dovrebbe aiutare un terminale a fare un video invece di mediare con i genitori? Perché quest'urgenza? Gli stessi genitori non sono sufficientemente rappresentati, le loro motivazioni non esplorate. Più grave ancora, con il protagonista non si riesce a empatizzare fino in fondo, la mancanza delle informazioni su più fronti vanno a danneggiare l'impalcatura generale. E poi c'è il finale, davvero toccante, ben riuscito e vera motivazione per cui si va in difficoltà nella valutazione. Ma qui è necessario riuscire a distanziarsi dalle emozioni che quelle due righe evocano per poter guardare l'insieme che necessita di revisione sostanziale per fare deflagrare con tutta la sua latente potenza il racconto. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido anche se non brillante.
5) Chi si ferma è perduto, di Mario Zanella
Sì, leggendo ho percepito che stessi andando un po' a briglia sciolta. Bella l'idea di usare i mecha, ma già ti è stato detto. Ci sono problemi sia logistici che di forma (ESSO è da eliminare, fa tanto ragazzino ai primi racconti e ho visto che ci sei ricascato in un commento... Tagliare tagliare tagliare tutto il surplus, asciugare). Troppi nomi dei mecha, ne sarebbero bastati anche solo due, cosa che ti avrebbe dato la possibilità di lavorare meglio sulle relazioni e sul back del protagonista e non solo, magari anche di seminare maggiore contesto generale perché hai ragione: di WB (che non è Warner Bros) qui ce n'è davvero pochino e la cosa si fa sentire come problema. Ultimo: non tutti sanno che il Camp Nou è uno stadio, occhio a dare per scontate le conoscenze dei lettori perché ciò che scrivi deve configurarsi come autonomo. Tema ben inserito, ma, anche qui, ci avresti potuto lavorare meglio. In buona sostanza: un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido, MA sulla via della brillantezza per l'estro che hai dimostrato.
6) Pronto?, di Stefano Moretto
I racconti tutti dialogati sono sempre interessanti e li leggo con piacere. Qui c'è un problema grosso grosso: non semini abbastanza nel corso delle linee di dialogo. Sostanzialmente, ci dici davvero poco dei due protagonisti e del loro back, non ci racconti storie nella storia e il tutto rimane decisamente statico. Si muove nel finale quando sveli il motivo per cui ha chiamato l'amico e questo va a chiudere con quel bel finale, ma ci lasci senza una prospettiva perché, sostanzialmente, alla fine del protagonista sappiamo solo che non vuole avere un figlio, non vuole impegnarsi, era andato via anni prima con alcuni sbandati che poi aveva lasciato e che non ama sentirsi chiamare "bro" (che, poi, già nel 2010 ci si chiamava BRO? Non ricordo). Tema infilato molto a forza. Per me siamo su un pollice tendente al positivo, ma non in modo solido e neppure brillante.
7) Una festa speciale, di Giovanni D’Addabbo
Un racconto discreto che eccede un po' nel configurarsi come mero elenco di avvenimenti perdendo la capacità di tirare dentro il lettore e farlo empatizzare con una situazione davvero difficile. Il passaggio casuale della figlia della dottoressa proprio in quel momento è davvero tanto forzato anche se la vita può essere proprio una concatenazione di eventi fortuiti. Forse manca un po' di anima, qualche dialogo con la ragazza. In effetti, il testo avrebbe giovato di una maggiore concentrazione sul rapporto tra i due e, di conseguenza, ne avrebbe giovato anche la declinazione del tema che in questa versione appare come infilata un po' a forza. Però la tua è stata una scelta chiara e l'hai mantenuta fino in fondo e hai fatto bene per la coerenza: come commentatore posso solo riportarti le mie impressioni e mi mi sembra e sono anche piuttosto convinto e un tale livello di distanza e raccontato sia eccessivo e controproducente per la buona riuscita dell'opera. Direi un pollice tendente al positivo anche se non solito e neppure brillante.

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