Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Appuntamento alle 21.00 di lunedì 18 novembre con un tema di Luca Fagiolo e 5000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore.
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CristianoSaccoccia
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Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#1 » lunedì 18 novembre 2024, 21:51

Le mura di questa cantina hanno il tuo profumo, mamma.
Muffa, umidità, intonaco crepato e insetti che scavano nelle fessure del mio universo. Un cosmo dalle quattro pareti.
Ma c'è un odore che sovrasta gli altri, quello del silenzio, delle non coccole, delle carezze scomparse sotto le coperte logore. L'aroma della decomposizione. Mamma, mi vuoi così bene che non mi lasci mai solo, vero? Invece di abbandonarmi al buio rimani qui, con gli occhi liquefatti, culle di lombrichi senza nome.

Da quando non ti muovi c'è così poco da mangiare. Catturo dei topi e li porto alla bocca mentre ancora scalciano tra i miei denti. Perché si lamentano, mamma? Non lo sanno che devo fare la pappa? Quando ho sete mi sposto verso il muro della gioia. Appoggio le labbra sui buchi che hai fatto e succhio con tutta la forza. Come mi hai insegnato tu, mamma. Bevo gocce preziose che sanno di calcestruzzo e calce bianca, buonissime. Appena colano nel pancino mi sento vibrare tutto. Lacrime calde rigano il volto mio. Prendo una goccia, te la dono, te la spingo in quella serratura bocca che tante volte ha urlato "Non te ne vai, vero?"

Mamma ma certo che non me ne vado, rimango qui con te e risucchi tutto il mio interno. Una lacrima dopo l'altra, buone? Sì. Sì.

Mi hai insegnato tante parole, ma non conosco la sensazione del tuo non esserci. Perché non ti muovi anche se sei grigia come questo pavimento che calpestiamo da tutta la vita? Forse quando andavi via eri più felice? Fuori da quella porta-cattiva, la porta che mi ha tolto la mamma per così tante volte. La porta-bua, la risucchia felicità, la togli-mamma, la non-gioia. Non andrò mai verso quella luce. Rimango qui, promesso, a prendermi cura delle tue dita che diventano nere come i nostri occhi.

"Se arriva qualcuno, tu nasconditi negli angoli. I ragni ti vestiranno con una ragnatela e sarai invisibile." Io ridevo a quelle parole, chi mai sarebbe dovuto venire? Il mio mondo-cantina è fatto per due, io più te. Mi hai insegnato le addizioni. Il risultato non cambia, dicevi. La nostra matematica era soltanto un noi. Te più me. I ragni non ci sono più. Li ho mangiati tutti da quando non ti muovi.

Una parola mi hai ripetuto tante volte, almeno quanto i buchi del soffitto. "Amore". Il nostro-nostro-amore, mille volte nostro. Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi. Io non so leggere il mio, ma tu eri, sei e sarai mamma. Le mura della cantina hanno il tuo profumo mamma. Sanno di oscurità dolce-dolce e pazienza. Io ti guardo mentre ti sgretoli come cemento secco. Sei bella come le nostre ragnatele.

La porta trema. Sento un forte boom. Un boom grande come il nostro amore, mamma.

"Ma che..." la cosa che non sei tu emerge da luce senza tenebre.

Mi nascondo nell'angolo. Ragni, aiutatemi vi prego. Nessun-nessuno vacilla sopra di me in piccole acrobazie nel vuoto. La mia casa di fili sottili non corre mica da me. La cosa che non sei tu sfiora il corpo bello che riposa sul pavimento. Salto dal mio rifugio e indico i nomi nella polvere. Sento che ha senso. Un senso per noi.

"Ofelia più Amore", quella cosa che non sei tu ha appena letto i nostri nomi. Io sono Amore, mamma. La mamma è Ofelia. Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi. E da quando sei ferma-ferma io ho sistemato i segni col mio dito. Tutto il tempo. Un poco sanguino. Dita ammaccate come i muri.

Mi abbraccia e mi trascina via con tutta la sua forza infinita e mi porta nella luce. Fa male, piango come non ho mai pianto. Mi mette nella scatola rumorosa e mi porta in una casa bianca come calce pura.

"Tu, tu sei scomparso da vent'anni. Goffredo."

"Io, Amore."

Le cose che non sono te urlano, mi guardano come io guardavo i topini. Mi mettono le mani sul corpicino stanco. Accendono la luce e mi fanno male con la non-oscurità.

Ricordo quando mi dissi che eravamo un per sempre. Io ci credo ancora, Mamma.

"Ti ha nascosto dal mondo per tantissimo tempo, te ne rendi conto?"
"Il mondo-cantina?"
"No, il mondo-mondo. Quello fuori dalla porta."
"Ridatemi la polvere, i nomi, le promesse..."
"Dopo avrai tutta la polvere che ti serve, ma devi sapere che tuo padre ti ha cercato per tutta la vita. Visto che tua madre è morta ha accumulato così tanti pagamenti arretrati che le forze dell'ordine hanno dovuto fare irruzione nella casa che aveva acquisito sotto falso nome. Ora sei libero, puoi iniziare a vivere."
"Ma io vivo-vivo già."

Mi lasciano solo, chiudono la porta, spengono la luce e mi consegnano finalmente al vero-buio. Ma noi eravamo un per sempre. Mamma.

Urlo con la voce di Amore e non di Goffredo. Urlo una frase che mai avrei pensato di dire. Ma per te, questo e altro. Ho imparato tutto quello che mi hai insegnato. La polvere è nel mio cuore. I nostri ricordi sono per sempre.

"Lasciate la porta aperta. Magari torna-torna."



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antico
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#2 » lunedì 18 novembre 2024, 21:58

Ciao Cristiano! Seconda partecipazione consecutiva per te dopo l'edizione di cui sei stato guest star! Caratteri e tempo ok, buona LUCA FAGIOLO EDITION!

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Mauro Bennici
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#3 » martedì 19 novembre 2024, 18:18

Ciao Cristiano,

Mi spiace, ma non sono riuscito ad entrare in sintonia con il racconto. Forse per via della sua lunghissima introspezione di cui non riesco a scardinare la profondità del legame.
Ciò non toglie che l'atmosferda tra sindrome di Stoccolma e Psyco, con un pizzico di Amleto a giocare con la gabbia mentale del figlio, è potente.


Buona edition!

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MatteoMantoani
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#4 » mercoledì 20 novembre 2024, 20:53

Ciao Cristiano, piacere di leggerti e più che contento che abbia trovato la gioia di unirti da questa parte di barricata!
Allora, il racconto è molto interessante, la narrazione procede con toni cupi e dettagli a tinte horror che a me personalmente piacciono e incuriosiscono. Certo, la trama in sé non è quella gran novità, mi viene in mente il noto Psycho oppure il più recente film Room, però si entra molto bene nella testa di questo personaggio disturbato e si prova la curiosità morbosa di sapere di cosa si sta parlando: come dice Joe Lansdale "La repulsione genera attrazione". Mi ha anche colpito come luce e ombra hanno ruoli rovesciati, la luce è in quanto tale perché non c'è oscurità, non il contrario.
Insomma, per me un racconto gestito magistralmente che mantiene alta l'attenzione e colpisce, ma proprio perché so con chi sto parlando mi permetto di alzare l'asticella e chiedere l'ulteriore sforzo di immaginare una situazione più innovativa, anche se il racconto è certamente ottimo anche così.

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HandyManny_D
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#5 » giovedì 21 novembre 2024, 14:30

Allora, Cristiano. Proverò a toccarla molto piano, senza preamboli inutili.

Il tuo racconto è stato il primo della FAGIOLO EDITION che ho letto perché sono stata attratta dal titolo, che ripeti con un’intelligenza sopraffina durante tutta la storia, in modo ossessivo, disturbante.

La mia prima reazione è stata di bruciare il mio racconto del contest, nascondere le ceneri sotto a un tappeto e andarmi a vergognare in un angolino.

Partiamo dal presupposto che io di te non ho letto nulla. Mea culpa, sono nuova in questo ambiente, sto iniziando a conoscere tutti pian piano.

Sebbene nel tuo racconto ci sia qualche imperfezione, tutto, TUTTO, mi ha sconvolto. Sono rimasta disorientata, anche dopo la fine, ed è QUESTO che cerco in una narrazione.

Il protagonista (che io credevo fosse un bambino) ci racconta la sua vita (o la sua pre-vita) che è questa sua esperienza simbiotica con la madre in una cantina che è utero, culla e tomba. Nella quale il disgusto è il più dolce dei nettari e la segregazione il più grande degli amori.

O magari sono solo io che mi sto facendo dei viaggi che neanche tu ti sei fatto scrivendo questa storia ^^

Hai declinato il tema in un modo divino. Non ho altro da aggiungere.

Poter leggerti è stato un privilegio.

Buona Fagiolo Edition.
Ci si legge in giro!

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Luca Moggia
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#6 » sabato 23 novembre 2024, 18:29

Ciao Cristiano,

bel racconto che aggancia il tema dell'edizione in modo particolare, mostrando la psiche di Goffredo devastata dalla prigionia e dal rapporto contorto con la madre carceriera.
Per tutta la prima parte sono stato convinto che il protagonista fosse un bambino, sia per il registro utilizzato sia per il rapporto simbiotico con la madre. Mi è piaciuto scoprire che invece è un adulto le cui facoltà mentali sono del tutto involute. Scelta azzeccata e credibile.

Ho apprezzato molto le atmosfere disturbanti che sei riuscito a creare. Veramente potenti i passaggi in cui Goffredo interagisce con il cadavere della mamma e i modi in cui descrive le sensazioni fisiche che prova.

Lo stile che utilizzi è adatto allo scopo anche se, a parere mio, in certi punti ti sfugge un po’ di mano andando a creare effetti quasi poetici che hanno reso la lettura più faticosa. E’ stato infatti alla seconda lettura che ho apprezzato in pieno le atmosfere di cui ti parlavo sopra. Nella prima mi sono “inceppato” di fronte a espressioni a cui non riesco a dare un senso “Rimango qui con te e risucchi tutto il mio interno" oppure "Perché non ti muovi anche se sei grigia come questo pavimento che calpestiamo da tutta la vita?" o ancora "La mia casa di fili sottili non corre mica da me..
L’equilibrio migliore fra l’elemento stilistico e quello di atmosfera, secondo me, lo raggiungi nel primo paragrafo.

La parte finale del racconto, in cui entra in scena l’altro personaggio (immagino un poliziotto), mi ha coinvolto meno. Il dialogo mi è sembrato più che altro uno scambio di battute un po’ frettoloso e scisso dal contesto, forse teso solo a spiegare al lettore come mai Goffredo vivesse in quelle condizioni. “"Dopo avrai tutta la polvere che ti serve, ma devi sapere che […]” Non so, forse continuare a utilizzare la psiche disturbata del personaggio per passare questa informazione poteva dare più compattezza alla storia evitando di inserire altri personaggi non così rilevanti.

Spero che queste mie impressioni ti siano utili come spunto!


In bocca al lupo per l'Edizione e alla prossima!

Luca
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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gcdaddabbo
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#7 » domenica 24 novembre 2024, 13:29

Salve Cristiano! Pazzesco! Sono incantato. Hai scritto questa cosa in meno di un’ora e mi ha catturato alla prima lettura. Non so se è un racconto, ma io amo le parole che ti prendono anche quando non riesci a dire se c’è una trama, a scrivere il riassunto della storia.
Il mio solito schema di giudizio non funziona. Il tema è centrato? Probabilmente sì. I personaggi sono riconoscibili? Non lo so. C’è una mamma morta ed un figlio-amore che mangia topi e ragni. Ma se li ha mangiati tutti, i ragni, come faranno ad aiutarlo? Amore sanguina, quindi è vivo. Sepolto in una cantina dalla quale non cerca di uscire, anzi non vorrebbe uscire. Un terremoto, un bombardamento; le cause? Sarebbero stati più affascinanti di una scoperta delle forze dell’ordine per esigere pagamenti arretrati.
Sarà meglio smettere di investigare: la logica potrebbe far dissipare tutta la polvere dei ricordi.
Buona LUCA FAGIOLO EDITION! Campione, complimenti! Sei stato certamente il più veloce.

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Stefano.Moretto
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#8 » lunedì 25 novembre 2024, 11:27

Ciao Cristiano,
ammetto che sono un po' in difficoltà a valutare questo racconto, perché sento di non essere riuscito a entrare in empatia con il protagonista–narratore. All'inizio avevo il dubbio che non fosse in realtà un'umanizzazione di un qualche animale data la natura "selvaggia" che dimostrava, salvo poi capire che si trattava proprio di un essere umano.
Per quanto riguarda lo stile, l'impostazione e come viene presentato il testo, niente da eccepire. Hai dato sfoggio di un uso incredibile delle parole con un punto di vista estremamente focalizzato sul personaggio, cosa assolutamente non facile data la peculiarità del punto di vista.
L'unica cosa che non ho apprezzato particolarmente è stato il finale: la prima parte è molto lenta e riflessiva, il finale invece riassume moltissimo in pochissime righe. Da come ho capito lo hanno portato in un ospedale, dove cercheranno di metterlo a posto fisicamente e psicologicamente, ma avviene tutto in così poche righe che ho dovuto rileggere per assimilare tutto, e il dialogo finale secondo me è un po' forzato. Dà tantissime informazioni che spiegano il resto del racconto, anche troppe informazioni che al protagonista (e al lettore) interessano poco: che la madre avesse dei debiti, o avesse comprato la casa con un nome falso, non è importante ai fini della storia. Il fatto che il padre lo stesse cercando è già più interessante, ma viene messa lì, non sappiamo neanche se è ancora vivo, o se sarà lui a prenderne la custodia.
Insomma, sei stato incredibile nel farci entrare in una mentalità così distorta e peculiare come quella del protagonista, il finale però mi ha lasciato con un po' di amaro in bocca.

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MerioRounds
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#9 » lunedì 25 novembre 2024, 14:21

Ciao Cristiano, è un piacere leggere il tuo racconto. Ti dico già che sono in difficoltà ad arrivare a 300 caratteri, perché ho adorato la tua storia e fatico a trovarle un difetto. Una narrazione molto “deviata” dalla psiche del protagonista che fa un lavoro sopraffino nel trasmettere sia l’alienazione che l’attaccamento alla madre, con il culmine della “scoperta”. Ho adorato anche l’interazione che il pdv ha con il microcosmo della cantina, di come l’innocenza di un bambino che non è mai cresciuto si scontri con il lettore in qualcosa di macabro ma tuttavia affascinante.
L’unica domanda che mi perplime è come Goffredo abbia fatto a sopravvivere 20 anni in quelle condizioni. Se si sia mai spinto al cannibalismo. Se fosse stata la madre a rapirlo o se fossero stati entrambi rapiti (mi vengono in mente le storie di mafia per fare un esempio).
Nonostante ciò, un eccellente racconto. Buona continuazione su MC!

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antico
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Re: Abbiamo scritto i nostri nomi nella polvere dei ricordi

Messaggio#10 » mercoledì 4 dicembre 2024, 15:38

Racconto decisamente riuscito. Sono incerto sul pollice su completo perché ho la sensazione che manchi qualcosa, anche se non riesco a definirlo. Geniale l'utilizzo delle ripetizioni o dei nomi seguiti dagli aggettivi, saltuariamente ho avuto l'impressione che non tenesse il tono giusto (Ridatemi la polvere, i nomi, le promesse). Il salvataggio non mi sembra ottimizzato nel suo essere contestualizzato: come facevano a sapere che la madre fosse morta? Cosa dona, effettivamente, questa soluzione al racconto nel suo complesso? Per me un pollice quasi su: genialmente imperfetto.

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