Draghi
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Draghi
"Quando entrammo nella grotta, fummo subito certi di essere nel posto giusto. I segni di artigli sulla pietra e l'odore di zolfo non lasciavano dubbi. Ci demmo delle grandi pacche sulle spalle e esultammo senza far rumore. Ratam voleva tornare al villaggio più vicino, ma Pituk e io lo convincemmo a entrare. Così, dicemmo, avremmo preso per noi i tesori più preziosi prima di chiamare i rinforzi.
I due elfi erano eccellenti cacciatori e grazie alla loro abilità eravamo riusciti ad avvicinarci, negli anni, al nostro obiettivo. Nonostante gli pagassi uno stipendio, nel tempo che avevamo passato insieme eravamo divenuti amici. A Ratam avevo fatto da testimone di nozze. Pituk mi aveva chiesto di aiutare i suoi figli se gli fosse successo qualcosa. Ma in quel momento sentimmo avvicinarsi la fine delle nostre ricerche. Scambiandoci sguardi eccitati, ci addentrammo nella cavità. Avanzammo con circospezione nei tunnel, che divenivano sempre più bui, scambiandoci segni e indicando indizi. Tutti e tre vedevamo bene al buio. Il silenzio era rotto dal gocciolio dell’acqua che s’infiltrava tra le rocce e che aveva creato stalattiti e stalagmiti dalle forme più fantasiose. Sentivo il respiro agitato dei miei due compagni, l’odore del loro sudore. La tensione nelle loro spalle era evidente..."
Liandros mi interrompe: "Papà papà, fu allora che li uccidesti?"
Sua sorella maggiore, Sialia, gli dà un colpetto dietro la testa e lo redarguisce: "Ma no scemo, è dopo che trovano il nonno. Hai sentito questa storia mille volte!"
Liandros mette il broncio e si massaggia la testa, ma mi lascia continuare.
"I tunnel formavano un vero labirinto. Ossa rotte e vestiti a brandelli coprivano il suolo roccioso. Quando cominciammo a trovare anche monete d'oro e gioielli, capimmo di essere ormai vicini alla fetida tana della nostra preda."
"Non è fetida..." borbotta Liandros, ma chiude subito la bocca a uno sguardo severo di sua sorella.
"Dopo una lunga ricerca, arrivammo nella grande caverna. Un foro nel soffitto lasciava passare dei raggi di sole. Una montagna di monete d’oro, oggetti d’argento e gioielli di mille colori brillavano nella luce tenue. E su tutto era addormentato lui, l’enorme drago nero. La testa era grande come un carro, le ali possenti erano raccolte sulla schiena smisurata e gli artigli lunghi e affilati affondavano nel suo tesoro. Le storie delle atrocità commesse da quel drago erano conosciute in tutto il regno. Villaggi bruciati, bambini rapiti e, quando si trasformava in uomo, donne violentate. Sentivo il puzzo della paura sprigionarsi da Ratam. Pituk si era nascosto dietro una grande stalagmite, tremava di terrore. Feci segno a Ratam di tenere gli occhi sul drago e mi diressi verso Pituk. Gli misi una mano sulla bocca, con l'altra presi il coltello e gli tagliai la gola. Tornai in silenzio verso Ratam, lo abbracciai e gli infilai il coltello nello stomaco. Lui lanciò un grido e morì con la confusione nello sguardo. Il drago aprì un occhio e mi fissò. <CE NE HAI MESSO DI TEMPO PER TROVARMI, FIGLIO MIO> disse.
<Ti eri nascosto bene, padre. Ma è finita, è arrivato il mio turno> gli risposi. E lo uccisi."
Liandros arriccia il naso e lascia ricadere sulla montagna di monete d'oro due grossi rubini con cui stava giocando. Ha ripreso la sua forma draconica, ma la delusione è chiara nelle linee del suo muso: "Ma papà, dici sempre che uccidesti il nonno, ma non ci dici mai com'é andato il combattimento. Si trasformò in uomo? O tu in drago?" poi si scansa in previsione di un'altra sberla di Sialia, che però non arriva.
Stesa sulla schiena, Sialia sta guardando il cielo che si intravede attraverso il foro nel soffitto della caverna, pensierosa: “Papà, anche noi dovremo ucciderti quando saremo grandi?”
Sì," le rispondo "quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà. Poi andrà a trovarsi un uomo o una donna per riprodursi, e il ciclo partirà di nuovo".
"Ma perché papàaa?" grida Liandros, petulante.
"Ci può essere un solo drago, Liandros. È nella nostra natura. Ma non siamo immortali. Per non estinguerci, dobbiamo riprodurci."
"È per questo che non ci uccidi adesso che siamo piccoli?" mi chiede Sialia. I suoi occhi seri hanno la pupilla verticale anche nella sua forma umana.
"Non vi uccido perché vi amo, e perché nessun padre può uccidere i propri figli".
Il piccolo Liandros non ci ascolta più, svolazza nella caverna e si va a posare sull'enorme teschio di suo nonno. Ha le scaglie dello stesso colore nero del suo avo. Sialia invece è dorata, come me.
"Non vi racconto il combattimento tra me e il nonno perché... non ce n'è stato alcuno" sussurro guardando la mia Sialia.
Lei viene e mi abbraccia. Mi stringe forte, e io lei. È una delle poche cose che possiamo fare meglio nella nostra forma umana: abbracciarci.
"Ho capito papà" mi dice lei, sempre così seria, ma c'è dolcezza nella sua voce "ti amo, ma quando verrà il momento ti troverò, e ti ucciderò".
La mia bambina.
I due elfi erano eccellenti cacciatori e grazie alla loro abilità eravamo riusciti ad avvicinarci, negli anni, al nostro obiettivo. Nonostante gli pagassi uno stipendio, nel tempo che avevamo passato insieme eravamo divenuti amici. A Ratam avevo fatto da testimone di nozze. Pituk mi aveva chiesto di aiutare i suoi figli se gli fosse successo qualcosa. Ma in quel momento sentimmo avvicinarsi la fine delle nostre ricerche. Scambiandoci sguardi eccitati, ci addentrammo nella cavità. Avanzammo con circospezione nei tunnel, che divenivano sempre più bui, scambiandoci segni e indicando indizi. Tutti e tre vedevamo bene al buio. Il silenzio era rotto dal gocciolio dell’acqua che s’infiltrava tra le rocce e che aveva creato stalattiti e stalagmiti dalle forme più fantasiose. Sentivo il respiro agitato dei miei due compagni, l’odore del loro sudore. La tensione nelle loro spalle era evidente..."
Liandros mi interrompe: "Papà papà, fu allora che li uccidesti?"
Sua sorella maggiore, Sialia, gli dà un colpetto dietro la testa e lo redarguisce: "Ma no scemo, è dopo che trovano il nonno. Hai sentito questa storia mille volte!"
Liandros mette il broncio e si massaggia la testa, ma mi lascia continuare.
"I tunnel formavano un vero labirinto. Ossa rotte e vestiti a brandelli coprivano il suolo roccioso. Quando cominciammo a trovare anche monete d'oro e gioielli, capimmo di essere ormai vicini alla fetida tana della nostra preda."
"Non è fetida..." borbotta Liandros, ma chiude subito la bocca a uno sguardo severo di sua sorella.
"Dopo una lunga ricerca, arrivammo nella grande caverna. Un foro nel soffitto lasciava passare dei raggi di sole. Una montagna di monete d’oro, oggetti d’argento e gioielli di mille colori brillavano nella luce tenue. E su tutto era addormentato lui, l’enorme drago nero. La testa era grande come un carro, le ali possenti erano raccolte sulla schiena smisurata e gli artigli lunghi e affilati affondavano nel suo tesoro. Le storie delle atrocità commesse da quel drago erano conosciute in tutto il regno. Villaggi bruciati, bambini rapiti e, quando si trasformava in uomo, donne violentate. Sentivo il puzzo della paura sprigionarsi da Ratam. Pituk si era nascosto dietro una grande stalagmite, tremava di terrore. Feci segno a Ratam di tenere gli occhi sul drago e mi diressi verso Pituk. Gli misi una mano sulla bocca, con l'altra presi il coltello e gli tagliai la gola. Tornai in silenzio verso Ratam, lo abbracciai e gli infilai il coltello nello stomaco. Lui lanciò un grido e morì con la confusione nello sguardo. Il drago aprì un occhio e mi fissò. <CE NE HAI MESSO DI TEMPO PER TROVARMI, FIGLIO MIO> disse.
<Ti eri nascosto bene, padre. Ma è finita, è arrivato il mio turno> gli risposi. E lo uccisi."
Liandros arriccia il naso e lascia ricadere sulla montagna di monete d'oro due grossi rubini con cui stava giocando. Ha ripreso la sua forma draconica, ma la delusione è chiara nelle linee del suo muso: "Ma papà, dici sempre che uccidesti il nonno, ma non ci dici mai com'é andato il combattimento. Si trasformò in uomo? O tu in drago?" poi si scansa in previsione di un'altra sberla di Sialia, che però non arriva.
Stesa sulla schiena, Sialia sta guardando il cielo che si intravede attraverso il foro nel soffitto della caverna, pensierosa: “Papà, anche noi dovremo ucciderti quando saremo grandi?”
Sì," le rispondo "quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà. Poi andrà a trovarsi un uomo o una donna per riprodursi, e il ciclo partirà di nuovo".
"Ma perché papàaa?" grida Liandros, petulante.
"Ci può essere un solo drago, Liandros. È nella nostra natura. Ma non siamo immortali. Per non estinguerci, dobbiamo riprodurci."
"È per questo che non ci uccidi adesso che siamo piccoli?" mi chiede Sialia. I suoi occhi seri hanno la pupilla verticale anche nella sua forma umana.
"Non vi uccido perché vi amo, e perché nessun padre può uccidere i propri figli".
Il piccolo Liandros non ci ascolta più, svolazza nella caverna e si va a posare sull'enorme teschio di suo nonno. Ha le scaglie dello stesso colore nero del suo avo. Sialia invece è dorata, come me.
"Non vi racconto il combattimento tra me e il nonno perché... non ce n'è stato alcuno" sussurro guardando la mia Sialia.
Lei viene e mi abbraccia. Mi stringe forte, e io lei. È una delle poche cose che possiamo fare meglio nella nostra forma umana: abbracciarci.
"Ho capito papà" mi dice lei, sempre così seria, ma c'è dolcezza nella sua voce "ti amo, ma quando verrà il momento ti troverò, e ti ucciderò".
La mia bambina.
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Draghi
Ciao Dash, piacere di rileggerti.
Storia fantasy interessante, carino il ribaltamento nel finale e il worldbuilding che fa a base a tutto il racconto. Certo, qualche buchetto di trama qua e là si trova: perché uccide gli elfi? Che bisogno ha di ricorrere a una scorta, se può trasformarsi in un drago e fare quello che vuole? Se c'è solo un drago alla volta come si riproduce? Però, chiaro, sono piccoli dettagli frutto dell'effetto Minuti Contati. L'idea però mi piace, non credo di aver mai letto una cosa del genere in un fantasy, quindi si tratta di qualcosa di innovativo.
Limerei la scrittura qua e là per renderla più fruibile, ma non male neanche quel punto.
Storia fantasy interessante, carino il ribaltamento nel finale e il worldbuilding che fa a base a tutto il racconto. Certo, qualche buchetto di trama qua e là si trova: perché uccide gli elfi? Che bisogno ha di ricorrere a una scorta, se può trasformarsi in un drago e fare quello che vuole? Se c'è solo un drago alla volta come si riproduce? Però, chiaro, sono piccoli dettagli frutto dell'effetto Minuti Contati. L'idea però mi piace, non credo di aver mai letto una cosa del genere in un fantasy, quindi si tratta di qualcosa di innovativo.
Limerei la scrittura qua e là per renderla più fruibile, ma non male neanche quel punto.
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Re: Draghi
MatteoMantoani ha scritto:Ciao Dash, piacere di rileggerti.
Storia fantasy interessante, carino il ribaltamento nel finale e il worldbuilding che fa a base a tutto il racconto. Certo, qualche buchetto di trama qua e là si trova: perché uccide gli elfi? Che bisogno ha di ricorrere a una scorta, se può trasformarsi in un drago e fare quello che vuole? Se c'è solo un drago alla volta come si riproduce? Però, chiaro, sono piccoli dettagli frutto dell'effetto Minuti Contati. L'idea però mi piace, non credo di aver mai letto una cosa del genere in un fantasy, quindi si tratta di qualcosa di innovativo.
Limerei la scrittura qua e là per renderla più fruibile, ma non male neanche quel punto.
Ciao Matteo, grazie per il commento.
Il nostro protagonista è un drago ma non un esperto cacciatore, come i due elfi: il loro aiuto serve a scovare il drago nero (vedi la frase “ I due elfi erano eccellenti cacciatori e grazie alla loro abilità eravamo riusciti ad avvicinarci, negli anni, al nostro obiettivo”. Ma poi una volta trovato, loro non servivano più e vengono uccisi a sangue freddo (il nostro protagonista dopotutto è crudele come suo padre, del resto, buon sangue…)
Per quanto riguarda la riproduzione, è con un/a partner umano: vedi in questo caso la frase: "quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà. Poi andrà a trovarsi un uomo o una donna per riprodursi, e il ciclo partirà di nuovo".
Spero questo aiuti a chiarire.
Buona edizione
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Draghi
Dash J. Benton ha scritto:MatteoMantoani ha scritto:Ciao Dash, piacere di rileggerti.
Storia fantasy interessante, carino il ribaltamento nel finale e il worldbuilding che fa a base a tutto il racconto. Certo, qualche buchetto di trama qua e là si trova: perché uccide gli elfi? Che bisogno ha di ricorrere a una scorta, se può trasformarsi in un drago e fare quello che vuole? Se c'è solo un drago alla volta come si riproduce? Però, chiaro, sono piccoli dettagli frutto dell'effetto Minuti Contati. L'idea però mi piace, non credo di aver mai letto una cosa del genere in un fantasy, quindi si tratta di qualcosa di innovativo.
Limerei la scrittura qua e là per renderla più fruibile, ma non male neanche quel punto.
Ciao Matteo, grazie per il commento.
Il nostro protagonista è un drago ma non un esperto cacciatore, come i due elfi: il loro aiuto serve a scovare il drago nero (vedi la frase “ I due elfi erano eccellenti cacciatori e grazie alla loro abilità eravamo riusciti ad avvicinarci, negli anni, al nostro obiettivo”. Ma poi una volta trovato, loro non servivano più e vengono uccisi a sangue freddo (il nostro protagonista dopotutto è crudele come suo padre, del resto, buon sangue…)
Per quanto riguarda la riproduzione, è con un/a partner umano: vedi in questo caso la frase: "quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà. Poi andrà a trovarsi un uomo o una donna per riprodursi, e il ciclo partirà di nuovo".
Spero questo aiuti a chiarire.
Buona edizione
Ok :) sì in effetti erano dettagli a cui non avevo dato il giusto peso durante la lettura, aspetta anche di vedere i prossimi commenti per capire se anche altri hanno avuto il mio problema, poi valuta tu se è il caso di rivedere il modo in cui fornisci gli elementi per comprendere appieno il world building
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Draghi
Ciao Dash,
è un piacere poterti rileggere.
Parto col dire che il tuo racconto, di base, mi è piaciuto molto. L’idea del drago che racconta una storia ai figli l’ho trovata molto intima, ma ho riscontrato alcune cose che mi hanno lasciato un po’ perplessa.
1. Il racconto della storia in passato remoto. Se, da un punto grammaticale, questa scelta è ineccepibile, è il pubblico che è sbagliato. Se tu racconti una storia in passato remoto ai bambini, per quanto possa essere interessante e avvincente, quelli scappano dopo la prima frase.
2. Location. Ma davvero il drago si porta nella tana i suoi cuccioli? Quelli che poi dovranno ucciderlo per ereditare i suoi tesori? Per quanto questa scelta ti sia stata utile per la rivelazione finale, ai fini della storia per come la intendi, per me non funziona. Dopotutto il protagonista ha dovuto assoldare dei cacciatori esperti per trovare il suo di padre.
3. Non hai pensato di far unire il drago alle principesse invece di scrivere che ha violentato donne e saccheggiato città? Che mi va benissimo il fatto che cerchino comunque di avere una discendenza, ma fare figli indiscriminatamente non mi sembra funzionale nemmeno per il drago. L’escamotage delle principesse avrebbe dato ai suoi figli uno starter pack di tesori e potere che li avrebbe scoraggiati dal cercarlo una volta diventati adulti. Oppure, se volevi sottolineare il lato lascivo della creatura, avresti potuto pensare a una sorta di ius primae noctis, con l’affascinante drago che si concupisce tutte le donzelle del villaggio prima del matrimonio. Sai quanto si sarebbero incavolati gli abitanti del villaggio?
Ti chiedo scusa per tutte queste puntualizzazioni che magari sono solo soggettive, ma il tuo racconto ha un potenziale esplosivo enorme. Solo che questa volta mi sa che il tempo ti ha un po’ fregato. So di cosa sei capace e sappi che apprezzo molto la tua scrittura.
Buona Fagiolo Edition!
Ci si legge in giro.
è un piacere poterti rileggere.
Parto col dire che il tuo racconto, di base, mi è piaciuto molto. L’idea del drago che racconta una storia ai figli l’ho trovata molto intima, ma ho riscontrato alcune cose che mi hanno lasciato un po’ perplessa.
1. Il racconto della storia in passato remoto. Se, da un punto grammaticale, questa scelta è ineccepibile, è il pubblico che è sbagliato. Se tu racconti una storia in passato remoto ai bambini, per quanto possa essere interessante e avvincente, quelli scappano dopo la prima frase.
2. Location. Ma davvero il drago si porta nella tana i suoi cuccioli? Quelli che poi dovranno ucciderlo per ereditare i suoi tesori? Per quanto questa scelta ti sia stata utile per la rivelazione finale, ai fini della storia per come la intendi, per me non funziona. Dopotutto il protagonista ha dovuto assoldare dei cacciatori esperti per trovare il suo di padre.
3. Non hai pensato di far unire il drago alle principesse invece di scrivere che ha violentato donne e saccheggiato città? Che mi va benissimo il fatto che cerchino comunque di avere una discendenza, ma fare figli indiscriminatamente non mi sembra funzionale nemmeno per il drago. L’escamotage delle principesse avrebbe dato ai suoi figli uno starter pack di tesori e potere che li avrebbe scoraggiati dal cercarlo una volta diventati adulti. Oppure, se volevi sottolineare il lato lascivo della creatura, avresti potuto pensare a una sorta di ius primae noctis, con l’affascinante drago che si concupisce tutte le donzelle del villaggio prima del matrimonio. Sai quanto si sarebbero incavolati gli abitanti del villaggio?
Ti chiedo scusa per tutte queste puntualizzazioni che magari sono solo soggettive, ma il tuo racconto ha un potenziale esplosivo enorme. Solo che questa volta mi sa che il tempo ti ha un po’ fregato. So di cosa sei capace e sappi che apprezzo molto la tua scrittura.
Buona Fagiolo Edition!
Ci si legge in giro.
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- Messaggi: 187
Re: Draghi
HandyManny_D ha scritto:Ciao Dash,
è un piacere poterti rileggere.
Parto col dire che il tuo racconto, di base, mi è piaciuto molto. L’idea del drago che racconta una storia ai figli l’ho trovata molto intima, ma ho riscontrato alcune cose che mi hanno lasciato un po’ perplessa.
1. Il racconto della storia in passato remoto. Se, da un punto grammaticale, questa scelta è ineccepibile, è il pubblico che è sbagliato. Se tu racconti una storia in passato remoto ai bambini, per quanto possa essere interessante e avvincente, quelli scappano dopo la prima frase.
2. Location. Ma davvero il drago si porta nella tana i suoi cuccioli? Quelli che poi dovranno ucciderlo per ereditare i suoi tesori? Per quanto questa scelta ti sia stata utile per la rivelazione finale, ai fini della storia per come la intendi, per me non funziona. Dopotutto il protagonista ha dovuto assoldare dei cacciatori esperti per trovare il suo di padre.
3. Non hai pensato di far unire il drago alle principesse invece di scrivere che ha violentato donne e saccheggiato città? Che mi va benissimo il fatto che cerchino comunque di avere una discendenza, ma fare figli indiscriminatamente non mi sembra funzionale nemmeno per il drago. L’escamotage delle principesse avrebbe dato ai suoi figli uno starter pack di tesori e potere che li avrebbe scoraggiati dal cercarlo una volta diventati adulti. Oppure, se volevi sottolineare il lato lascivo della creatura, avresti potuto pensare a una sorta di ius primae noctis, con l’affascinante drago che si concupisce tutte le donzelle del villaggio prima del matrimonio. Sai quanto si sarebbero incavolati gli abitanti del villaggio?
Ti chiedo scusa per tutte queste puntualizzazioni che magari sono solo soggettive, ma il tuo racconto ha un potenziale esplosivo enorme. Solo che questa volta mi sa che il tempo ti ha un po’ fregato. So di cosa sei capace e sappi che apprezzo molto la tua scrittura.
Buona Fagiolo Edition!
Ci si legge in giro.
Ciao Handy e grazie per i tuoi commenti dettagliati!
Ti rispondo con piacere per quello che vale:
1. Al sud utilizziamo regolarmente il passato remoto (anche quando sarebbe più corretto usare il passato prossimo), mentre al nord usano (usate?) molto il passato prossimo (anche quando sarebbe più corretto il remoto). Tutto questo per dire che dei draghi/bambini meridionali non sarebbero scappati via :)
2. Il papà andrà a nascondersi da un’altra parte, vedi la frase: “quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà”. Si porterà dietro il suo tesoro? Come? Queste sono domande che rimangono aperte.
3. Idea interessante per un’altra storia. Per me era importante sottolineare che i draghi sono crudeli (è nel loro sangue). Forse avresti preferito un papà eroe, ma il nostro protagonista è un antieroe :)
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Draghi
Dash J. Benton ha scritto:
Ciao Handy e grazie per i tuoi commenti dettagliati!
Ti rispondo con piacere per quello che vale:
1. Al sud utilizziamo regolarmente il passato remoto (anche quando sarebbe più corretto usare il passato prossimo), mentre al nord usano (usate?) molto il passato prossimo (anche quando sarebbe più corretto il remoto). Tutto questo per dire che dei draghi/bambini meridionali non sarebbero scappati via :)
2. Il papà andrà a nascondersi da un’altra parte, vedi la frase: “quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà”. Si porterà dietro il suo tesoro? Come? Queste sono domande che rimangono aperte.
3. Idea interessante per un’altra storia. Per me era importante sottolineare che i draghi sono crudeli (è nel loro sangue). Forse avresti preferito un papà eroe, ma il nostro protagonista è un antieroe :)
Grazie Dash per la tua risposta che ho trovato ottima ai fini della mia futura valutazione. Comunque hai fatto un buon lavoro. Concordo con il primo commento, ammetto che sono più abituata a non usare il passato remoto, lo trovo polveroso, ma questo è un gusto personale.
Per il secondo punto, sì, mi sono persa la parte del si nasconderà, lo ammetto. Però continuo a trovarlo non funzionale e scomodo per il drago, molto geloso di quello che possiede.
Per il terzo, no, non è detto che io desideri per forza la figura del padre eroe, noi umani siamo contro natura. Lui deve solo preservare la sua prole e ho adorato il fatto molto intimo del tramandare di come ha ucciso suo padre senza dare dettagli ai figli.
Io riconosco una sorta di intelligenza ai draghi, che non li rendono per forza più affabili o eroici, ma dei veri e propri bastardi. E tutto ciò non deve per forza implicare stupri e villaggi rasi al suolo. L'inganno e la manipolazioni sono molto più pericolosi e non rendono migliore un drago. Rendono solo più interessante la sua storia.
Resta il fatto che la tua idea mi è piaciuta molto e plaudo il fatto che tu la difenda con denti e unghie.
Complimenti per l'ottimo lavoro.
-
- Messaggi: 187
Re: Draghi
HandyManny_D ha scritto:Dash J. Benton ha scritto:
Ciao Handy e grazie per i tuoi commenti dettagliati!
Ti rispondo con piacere per quello che vale:
1. Al sud utilizziamo regolarmente il passato remoto (anche quando sarebbe più corretto usare il passato prossimo), mentre al nord usano (usate?) molto il passato prossimo (anche quando sarebbe più corretto il remoto). Tutto questo per dire che dei draghi/bambini meridionali non sarebbero scappati via :)
2. Il papà andrà a nascondersi da un’altra parte, vedi la frase: “quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà”. Si porterà dietro il suo tesoro? Come? Queste sono domande che rimangono aperte.
3. Idea interessante per un’altra storia. Per me era importante sottolineare che i draghi sono crudeli (è nel loro sangue). Forse avresti preferito un papà eroe, ma il nostro protagonista è un antieroe :)
Grazie Dash per la tua risposta che ho trovato ottima ai fini della mia futura valutazione. Comunque hai fatto un buon lavoro. Concordo con il primo commento, ammetto che sono più abituata a non usare il passato remoto, lo trovo polveroso, ma questo è un gusto personale.
Per il secondo punto, sì, mi sono persa la parte del si nasconderà, lo ammetto. Però continuo a trovarlo non funzionale e scomodo per il drago, molto geloso di quello che possiede.
Per il terzo, no, non è detto che io desideri per forza la figura del padre eroe, noi umani siamo contro natura. Lui deve solo preservare la sua prole e ho adorato il fatto molto intimo del tramandare di come ha ucciso suo padre senza dare dettagli ai figli.
Io riconosco una sorta di intelligenza ai draghi, che non li rendono per forza più affabili o eroici, ma dei veri e propri bastardi. E tutto ciò non deve per forza implicare stupri e villaggi rasi al suolo. L'inganno e la manipolazioni sono molto più pericolosi e non rendono migliore un drago. Rendono solo più interessante la sua storia.
Resta il fatto che la tua idea mi è piaciuta molto e plaudo il fatto che tu la difenda con denti e unghie.
Complimenti per l'ottimo lavoro.
:-D
- Mauro Bennici
- Messaggi: 173
Re: Draghi
Dash J. Benton ha scritto:"Quando entrammo nella grotta, fummo subito certi di essere nel posto giusto. I segni di artigli sulla pietra e l'odore di zolfo non lasciavano dubbi. Ci demmo delle grandi pacche sulle spalle e esultammo senza far rumore. Ratam voleva tornare al villaggio più vicino, ma Pituk e io lo convincemmo a entrare. Così, dicemmo, avremmo preso per noi i tesori più preziosi prima di chiamare i rinforzi.
I due elfi erano eccellenti cacciatori e grazie alla loro abilità eravamo riusciti ad avvicinarci, negli anni, al nostro obiettivo. Nonostante gli pagassi uno stipendio, nel tempo che avevamo passato insieme eravamo divenuti amici. A Ratam avevo fatto da testimone di nozze. Pituk mi aveva chiesto di aiutare i suoi figli se gli fosse successo qualcosa. Ma in quel momento sentimmo avvicinarsi la fine delle nostre ricerche. Scambiandoci sguardi eccitati, ci addentrammo nella cavità. Avanzammo con circospezione nei tunnel, che divenivano sempre più bui, scambiandoci segni e indicando indizi. Tutti e tre vedevamo bene al buio. Il silenzio era rotto dal gocciolio dell’acqua che s’infiltrava tra le rocce e che aveva creato stalattiti e stalagmiti dalle forme più fantasiose. Sentivo il respiro agitato dei miei due compagni, l’odore del loro sudore. La tensione nelle loro spalle era evidente..."
Liandros mi interrompe: "Papà papà, fu allora che li uccidesti?"
Sua sorella maggiore, Sialia, gli dà un colpetto dietro la testa e lo redarguisce: "Ma no scemo, è dopo che trovano il nonno. Hai sentito questa storia mille volte!"
Liandros mette il broncio e si massaggia la testa, ma mi lascia continuare.
"I tunnel formavano un vero labirinto. Ossa rotte e vestiti a brandelli coprivano il suolo roccioso. Quando cominciammo a trovare anche monete d'oro e gioielli, capimmo di essere ormai vicini alla fetida tana della nostra preda."
"Non è fetida..." borbotta Liandros, ma chiude subito la bocca a uno sguardo severo di sua sorella.
"Dopo una lunga ricerca, arrivammo nella grande caverna. Un foro nel soffitto lasciava passare dei raggi di sole. Una montagna di monete d’oro, oggetti d’argento e gioielli di mille colori brillavano nella luce tenue. E su tutto era addormentato lui, l’enorme drago nero. La testa era grande come un carro, le ali possenti erano raccolte sulla schiena smisurata e gli artigli lunghi e affilati affondavano nel suo tesoro. Le storie delle atrocità commesse da quel drago erano conosciute in tutto il regno. Villaggi bruciati, bambini rapiti e, quando si trasformava in uomo, donne violentate. Sentivo il puzzo della paura sprigionarsi da Ratam. Pituk si era nascosto dietro una grande stalagmite, tremava di terrore. Feci segno a Ratam di tenere gli occhi sul drago e mi diressi verso Pituk. Gli misi una mano sulla bocca, con l'altra presi il coltello e gli tagliai la gola. Tornai in silenzio verso Ratam, lo abbracciai e gli infilai il coltello nello stomaco. Lui lanciò un grido e morì con la confusione nello sguardo. Il drago aprì un occhio e mi fissò. <CE NE HAI MESSO DI TEMPO PER TROVARMI, FIGLIO MIO> disse.
<Ti eri nascosto bene, padre. Ma è finita, è arrivato il mio turno> gli risposi. E lo uccisi."
Liandros arriccia il naso e lascia ricadere sulla montagna di monete d'oro due grossi rubini con cui stava giocando. Ha ripreso la sua forma draconica, ma la delusione è chiara nelle linee del suo muso: "Ma papà, dici sempre che uccidesti il nonno, ma non ci dici mai com'é andato il combattimento. Si trasformò in uomo? O tu in drago?" poi si scansa in previsione di un'altra sberla di Sialia, che però non arriva.
Stesa sulla schiena, Sialia sta guardando il cielo che si intravede attraverso il foro nel soffitto della caverna, pensierosa: “Papà, anche noi dovremo ucciderti quando saremo grandi?”
Sì," le rispondo "quando sarà arrivato il momento, mi nasconderò. Uno di voi mi troverà e mi ucciderà. Poi andrà a trovarsi un uomo o una donna per riprodursi, e il ciclo partirà di nuovo".
"Ma perché papàaa?" grida Liandros, petulante.
"Ci può essere un solo drago, Liandros. È nella nostra natura. Ma non siamo immortali. Per non estinguerci, dobbiamo riprodurci."
"È per questo che non ci uccidi adesso che siamo piccoli?" mi chiede Sialia. I suoi occhi seri hanno la pupilla verticale anche nella sua forma umana.
"Non vi uccido perché vi amo, e perché nessun padre può uccidere i propri figli".
Il piccolo Liandros non ci ascolta più, svolazza nella caverna e si va a posare sull'enorme teschio di suo nonno. Ha le scaglie dello stesso colore nero del suo avo. Sialia invece è dorata, come me.
"Non vi racconto il combattimento tra me e il nonno perché... non ce n'è stato alcuno" sussurro guardando la mia Sialia.
Lei viene e mi abbraccia. Mi stringe forte, e io lei. È una delle poche cose che possiamo fare meglio nella nostra forma umana: abbracciarci.
"Ho capito papà" mi dice lei, sempre così seria, ma c'è dolcezza nella sua voce "ti amo, ma quando verrà il momento ti troverò, e ti ucciderò".
La mia bambina.
Ciao, Dash,
Il racconto mi è piaciuto molto. Un punto di vista diverso che rende comunque forti le emozioni in gioco.
Giusto per trovare due difettucci:
– L'inizio mi ha fatto faticare non poco. È stato un continuo farsi un'idea del protagonista e poi buttarlo via.
– Il finale è carino, ma lascia un buco di trama, temo. La sorella non avrebbe dovuto accorgersi che nel "giro" avrebbe dovuto uccidere anche il fratello?
Buona edition
- Luca Moggia
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Re: Draghi
Ciao Dash, piacere di leggerti!
Leggere questo racconto è stata una sorpresa continua non solo in termini di trama ma anche come coinvolgimento.
C'è stata un'ottima sincronia fra le domande che il racconto mi faceva nascere e le risposte che trovavo nella storia.
E' un effetto difficile da ottenere e, a mio parere, molto coinvolgente.
Il colpo di scena è seminato bene e, quel "nonno", pronunciato da Sialia, è un buon indizio. Suscita curiosità ma con discrezione, senza svelare troppo e senza essere ingombrante.
Nella foga dell'Arena è facile buttare dentro dettagli e meccaniche che siano alla fine incoerenti tra di loro.
Invece qui trovo che tutto funzioni.
Forse l'unica perplessità riguarda i due elfi. Mi sono immaginato che un drago abbia tranquillamente la capacità di
eseguire una ricerca senza bisogno di aiutanti perché... beh, è un drago! Ma forse ho giocato troppo a D&D in passato :-)
Nulla di tragico comunque, hanno pur sempre la funzione narrativa di mostrare l'indole violenta e spietata del personaggio.
Altra cosa che mi sono chiesto è: se di drago ne deve rimanere solo uno, allora anche i due fratelli dovranno lottare per la vita? Non è assolutamente un'incoerenza ma un aspetto dell'ambientazione che sarebbe interessante veder sviluppato. Qui i caratteri sono pochi però un assaggio di questo conflitto ce lo avrei visto bene, così, giusto per ingolosire il lettore.
Ultima cosa, il pezzo iniziale di narrazione è forse un po' lungo. E' un racconto quindi è corretto che sia in stile raccontato (ma va? :-). Tirarlo per le lunghe può comunque stancare. Inserendo due righe di contesto iniziali così che si capisca subito che qualcuno sta raccontando una storia (o spezzandolo prima) magari funziona meglio.
Ci sono le virgolette a inizio paragrafo, è vero, ma alla prima lettura mi erano sfuggite. Queste comunque sono piccolezze.
Che dire, un buon racconto, originale e ben strutturato. Complimenti!
Alla prossima e in bocca al lupo per l'Edizione!
Luca
Leggere questo racconto è stata una sorpresa continua non solo in termini di trama ma anche come coinvolgimento.
C'è stata un'ottima sincronia fra le domande che il racconto mi faceva nascere e le risposte che trovavo nella storia.
E' un effetto difficile da ottenere e, a mio parere, molto coinvolgente.
Il colpo di scena è seminato bene e, quel "nonno", pronunciato da Sialia, è un buon indizio. Suscita curiosità ma con discrezione, senza svelare troppo e senza essere ingombrante.
Nella foga dell'Arena è facile buttare dentro dettagli e meccaniche che siano alla fine incoerenti tra di loro.
Invece qui trovo che tutto funzioni.
Forse l'unica perplessità riguarda i due elfi. Mi sono immaginato che un drago abbia tranquillamente la capacità di
eseguire una ricerca senza bisogno di aiutanti perché... beh, è un drago! Ma forse ho giocato troppo a D&D in passato :-)
Nulla di tragico comunque, hanno pur sempre la funzione narrativa di mostrare l'indole violenta e spietata del personaggio.
Altra cosa che mi sono chiesto è: se di drago ne deve rimanere solo uno, allora anche i due fratelli dovranno lottare per la vita? Non è assolutamente un'incoerenza ma un aspetto dell'ambientazione che sarebbe interessante veder sviluppato. Qui i caratteri sono pochi però un assaggio di questo conflitto ce lo avrei visto bene, così, giusto per ingolosire il lettore.
Ultima cosa, il pezzo iniziale di narrazione è forse un po' lungo. E' un racconto quindi è corretto che sia in stile raccontato (ma va? :-). Tirarlo per le lunghe può comunque stancare. Inserendo due righe di contesto iniziali così che si capisca subito che qualcuno sta raccontando una storia (o spezzandolo prima) magari funziona meglio.
Ci sono le virgolette a inizio paragrafo, è vero, ma alla prima lettura mi erano sfuggite. Queste comunque sono piccolezze.
Che dire, un buon racconto, originale e ben strutturato. Complimenti!
Alla prossima e in bocca al lupo per l'Edizione!
Luca
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick
- gcdaddabbo
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Re: Draghi
Ciao, Dash! Da mosca a drago il passo è breve. Questa volta hai costruito una storia matrioska con ambienti che si chiudono e si riaprono. Sono abituato a separare il bene dal male ed a considerare i bambini delle creature innocenti e rispettose dei vincoli parentali.
Il “buon sangue non mente” qui potrebbe essere sostituito tranquillamente da “La malvagità si trasmette da una generazione all’altra” perché il quadretto convive con assassinii di amici, villaggi bruciati, bambini rapiti e donne violentate.
Questa scelta è frutto di una modernità di fondo o semplicemente del desiderio di non essere banali?
Il tema è centrato. I personaggi ben delineati. La scena colorata e descritta con ricchezza di particolari. Stile, linguaggio e colloqui funzionano. Un buon racconto che mi ha lasciato in bocca tanto amaro.
Buona LUCA FAGIOLO EDITION!
Il “buon sangue non mente” qui potrebbe essere sostituito tranquillamente da “La malvagità si trasmette da una generazione all’altra” perché il quadretto convive con assassinii di amici, villaggi bruciati, bambini rapiti e donne violentate.
Questa scelta è frutto di una modernità di fondo o semplicemente del desiderio di non essere banali?
Il tema è centrato. I personaggi ben delineati. La scena colorata e descritta con ricchezza di particolari. Stile, linguaggio e colloqui funzionano. Un buon racconto che mi ha lasciato in bocca tanto amaro.
Buona LUCA FAGIOLO EDITION!
- MerioRounds
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Re: Draghi
Ciao Dash! È stato un piacere leggere il tuo racconto. Un po’ di xenofiction non guasta mai, mi è piaciuto molto vedere il ciclo di “figlio che uccide il genitore” ma riproposto tramite un tema sull’equilibrio, rispetto alle classiche storie dove avviene per ambizione o per giustizia contro il padre tiranno. Una cosa che non ho apprezzato però è l’utilizzo del dialogue tag + ‘:“’, mi fa molto da vecchi testi sacri. Tralasciando questa nota e qualche svista, rimane una lettura molto godibile e nel complesso una buona prova.
P.S. Forse, a pensarci un attimo, avrei giocato un po' di più con la formattazione per separare meglio il racconto del padre dalla narrazione effettiva.
Buona fortuna per questa edizione di MC!
P.S. Forse, a pensarci un attimo, avrei giocato un po' di più con la formattazione per separare meglio il racconto del padre dalla narrazione effettiva.
Buona fortuna per questa edizione di MC!
- Stefano.Moretto
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Re: Draghi
Ciao Dash
questo racconto è... incredibilmente carino. Ammetto che la partenza mi aveva lasciato un po' indifferente, sembrava un classico fantasy senza pretese, invece dopo la prima parte del racconto inizia a delineare qualcosa di nuovo. L'idea del drago che deve essere l'unico sembra un po' la regola del Sith e non se ne comprende bene il motivo, però fa il suo lavoro all'interno della narrazione. Solo due appunti.
Il primo è che ai fini del racconto è veramente importante il fatto che lui stia raccontando ai figli la storia, quindi non capisco la scelta di iniziare con un blocco molto molto corposo di racconto senza questa informazione. Okay ci sono le virgolette di partenza, ma non è che da sole ti dicono esattamente a chi sta venendo raccontata la cosa, e comunque in un testo così lungo ti dimentichi anche che c'erano. C'era spazio, volendo, per un pezzo introduttivo in cui facevi vedere che i figli si mettevano comodi ad ascoltarlo o qualcosa del genere per dare contesto – oppure avresti potuto farlo interrompere prima, in modo da lasciare l'impatto ma dando meno tempo al lettore per farsi l'idea sbagliata.
Il secondo è: le tue parti descrittive mi piacciono, tanto. Mi piace come hai delineato i tratti fisici dei figli, visti attraverso gli occhi del padre, e hai trovato degli ottimi modi per farli venire fuori senza interrompere la narrazione. Secondo me dovresti sfruttare di più questa capacità per arricchire il testo.
questo racconto è... incredibilmente carino. Ammetto che la partenza mi aveva lasciato un po' indifferente, sembrava un classico fantasy senza pretese, invece dopo la prima parte del racconto inizia a delineare qualcosa di nuovo. L'idea del drago che deve essere l'unico sembra un po' la regola del Sith e non se ne comprende bene il motivo, però fa il suo lavoro all'interno della narrazione. Solo due appunti.
Il primo è che ai fini del racconto è veramente importante il fatto che lui stia raccontando ai figli la storia, quindi non capisco la scelta di iniziare con un blocco molto molto corposo di racconto senza questa informazione. Okay ci sono le virgolette di partenza, ma non è che da sole ti dicono esattamente a chi sta venendo raccontata la cosa, e comunque in un testo così lungo ti dimentichi anche che c'erano. C'era spazio, volendo, per un pezzo introduttivo in cui facevi vedere che i figli si mettevano comodi ad ascoltarlo o qualcosa del genere per dare contesto – oppure avresti potuto farlo interrompere prima, in modo da lasciare l'impatto ma dando meno tempo al lettore per farsi l'idea sbagliata.
Il secondo è: le tue parti descrittive mi piacciono, tanto. Mi piace come hai delineato i tratti fisici dei figli, visti attraverso gli occhi del padre, e hai trovato degli ottimi modi per farli venire fuori senza interrompere la narrazione. Secondo me dovresti sfruttare di più questa capacità per arricchire il testo.
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Re: Draghi
Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Dash
questo racconto è... incredibilmente carino. Ammetto che la partenza mi aveva lasciato un po' indifferente, sembrava un classico fantasy senza pretese, invece dopo la prima parte del racconto inizia a delineare qualcosa di nuovo. L'idea del drago che deve essere l'unico sembra un po' la regola del Sith e non se ne comprende bene il motivo, però fa il suo lavoro all'interno della narrazione. Solo due appunti.
Il primo è che ai fini del racconto è veramente importante il fatto che lui stia raccontando ai figli la storia, quindi non capisco la scelta di iniziare con un blocco molto molto corposo di racconto senza questa informazione. Okay ci sono le virgolette di partenza, ma non è che da sole ti dicono esattamente a chi sta venendo raccontata la cosa, e comunque in un testo così lungo ti dimentichi anche che c'erano. C'era spazio, volendo, per un pezzo introduttivo in cui facevi vedere che i figli si mettevano comodi ad ascoltarlo o qualcosa del genere per dare contesto – oppure avresti potuto farlo interrompere prima, in modo da lasciare l'impatto ma dando meno tempo al lettore per farsi l'idea sbagliata.
Il secondo è: le tue parti descrittive mi piacciono, tanto. Mi piace come hai delineato i tratti fisici dei figli, visti attraverso gli occhi del padre, e hai trovato degli ottimi modi per farli venire fuori senza interrompere la narrazione. Secondo me dovresti sfruttare di più questa capacità per arricchire il testo.
Grazie Stefano per il bel commento! Terrò in conto i tuoi suggerimenti per il futuro! Buona edizione!
Re: Draghi
Un buon racconto. Forse da revisionare un poco per rendere più fluidi alcuni passaggi e forse, paradossalmente, fin troppo lungo. C'è però un bel mix di elementi (la parte con i nani è una di quella che necessiterebbe di una revisione per renderla più efficace) che arriva anche a toccare i sentimenti. Buona declinazione del tema. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e anche brillante.
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