Il dono di Hagmere
Il dono di Hagmere
A gennaio tornai ad Hagmere per i funerali di mia nonna. Non vi mettevo piede da quando avevo dodici anni, l’anno in cui si trasferì. Ma Granny volle essere sepolta nel minuscolo paesino di campagna che le diede i natali.
Dopo la funzione presi a passeggiare verso i boschi, e m’imbattei in una vecchia chiesa diroccata. Sulle colonne sbrecciate notai strani rilievi romboidali: al centro, una testa di cervo incisa con precisione inquietante. Un brivido di terrore mi corse lungo la schiena, la gola si strinse e improvvisamente mi ritrovai a correre in direzione del paese.
Mentre raggiungevo le prime case ritrovai la calma. Che fesso, pensai, nemmeno avessi ancora dodici anni!
Subito all’ingresso del paese c’era il negozio di un rigattiere. Rovistando tra le cianfrusaglie mi capitò in mano un oggetto particolare: un quadretto intarsiato di legno e ottone. Un rombo con una testa di cervo all’interno. Sembrava molto antico, la sua bellezza, misteriosa e rassicurante insieme, mi attraeva.
Il rigattiere mi fece un prezzo ridicolo, pareva sorridesse mentre lo vendeva.
La prima volta accadde sul bus verso il centro: mi risvegliai con la fronte appoggiata al finestrino. In mano un bigliettino piegato: “Non andare al mercato dei mobili”. Mi indirizzai verso il mercato ma mi fermai all’imbocco della via: due minuti dopo un camion sbandò investendo tutti quelli che si trovavano all’ingresso.
La seconda volta stavo cambiando la lampadina in cucina, mi risvegliai sul pavimento tra i frammenti di vetro. Il biglietto diceva “Attento allo scolo del lavandino”. Vi trovai una tana di ragni velenosi.
La terza volta che andai in trance stavo facendo il bagno. Il sapore dell’acqua insaponata mi svegliò, e vidi la scritta sullo specchio appannato. Per un soffio evitai che la ventola elettrica cadesse nella vasca.
A quel punto cominciai a rendermi conto che le coincidenze erano troppe, e troppo strane. Con quanta frequenza possono capitare incidenti rischiosi, potenzialmente letali?
Il quadretto doveva essere stregato. Stupido io ad aver pensato il contrario; non mi stava salvando, mi attirava verso il pericolo!
Lo gettai nella spazzatura, ma il mattino dopo era nuovamente sul comò. Scagliai il martello con tutta la mia forza, ma non riuscii nemmeno a scalfirlo. Ormai ero sotto il suo incantesimo.
Chiamai il comune di Hagmere per recuperare il numero del robivecchi, mi doveva delle spiegazioni. ‘Il rigattiere alla fine della strada del bosco?’ risposero con tono stranito. ‘Non c’è mai stato un rigattiere a Hagmere.’
Ho fatto delle ricerche, ho capito come liberarmene. Tutto è pronto: tra poco suonerà mezzanotte e l’amalgama fusa scioglierà il quadretto sotto i raggi della luna.
Mi rialzo a fatica, ero di nuovo in trance. Per l’ultima volta. Il pendolo comincia a battere l’ora. Sento qualcosa in tasca. Un bigliettino: “Il demone ti bracca, solo il quadretto ti protegge”.
Alzo lo sguardo. L’ultimo rintocco risuona nell’aria, mentre la colata incandescente lo inghiotte.
Dopo la funzione presi a passeggiare verso i boschi, e m’imbattei in una vecchia chiesa diroccata. Sulle colonne sbrecciate notai strani rilievi romboidali: al centro, una testa di cervo incisa con precisione inquietante. Un brivido di terrore mi corse lungo la schiena, la gola si strinse e improvvisamente mi ritrovai a correre in direzione del paese.
Mentre raggiungevo le prime case ritrovai la calma. Che fesso, pensai, nemmeno avessi ancora dodici anni!
Subito all’ingresso del paese c’era il negozio di un rigattiere. Rovistando tra le cianfrusaglie mi capitò in mano un oggetto particolare: un quadretto intarsiato di legno e ottone. Un rombo con una testa di cervo all’interno. Sembrava molto antico, la sua bellezza, misteriosa e rassicurante insieme, mi attraeva.
Il rigattiere mi fece un prezzo ridicolo, pareva sorridesse mentre lo vendeva.
La prima volta accadde sul bus verso il centro: mi risvegliai con la fronte appoggiata al finestrino. In mano un bigliettino piegato: “Non andare al mercato dei mobili”. Mi indirizzai verso il mercato ma mi fermai all’imbocco della via: due minuti dopo un camion sbandò investendo tutti quelli che si trovavano all’ingresso.
La seconda volta stavo cambiando la lampadina in cucina, mi risvegliai sul pavimento tra i frammenti di vetro. Il biglietto diceva “Attento allo scolo del lavandino”. Vi trovai una tana di ragni velenosi.
La terza volta che andai in trance stavo facendo il bagno. Il sapore dell’acqua insaponata mi svegliò, e vidi la scritta sullo specchio appannato. Per un soffio evitai che la ventola elettrica cadesse nella vasca.
A quel punto cominciai a rendermi conto che le coincidenze erano troppe, e troppo strane. Con quanta frequenza possono capitare incidenti rischiosi, potenzialmente letali?
Il quadretto doveva essere stregato. Stupido io ad aver pensato il contrario; non mi stava salvando, mi attirava verso il pericolo!
Lo gettai nella spazzatura, ma il mattino dopo era nuovamente sul comò. Scagliai il martello con tutta la mia forza, ma non riuscii nemmeno a scalfirlo. Ormai ero sotto il suo incantesimo.
Chiamai il comune di Hagmere per recuperare il numero del robivecchi, mi doveva delle spiegazioni. ‘Il rigattiere alla fine della strada del bosco?’ risposero con tono stranito. ‘Non c’è mai stato un rigattiere a Hagmere.’
Ho fatto delle ricerche, ho capito come liberarmene. Tutto è pronto: tra poco suonerà mezzanotte e l’amalgama fusa scioglierà il quadretto sotto i raggi della luna.
Mi rialzo a fatica, ero di nuovo in trance. Per l’ultima volta. Il pendolo comincia a battere l’ora. Sento qualcosa in tasca. Un bigliettino: “Il demone ti bracca, solo il quadretto ti protegge”.
Alzo lo sguardo. L’ultimo rintocco risuona nell’aria, mentre la colata incandescente lo inghiotte.
Ultima modifica di gioco il martedì 17 dicembre 2024, 0:55, modificato 2 volte in totale.
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado! Tutto ok con i parametri, buona LUCA NESLER EDITION!
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao,
Il racconto mi è piaciuto, qualche termine e giro di parole un po' ricercato rallenta la lettura, con un po' di pulizia dovrebbe scorrere meglio.
Il senso di panico che lo coglie davanti alla chiesetta introduce bene l'atmosfera forse puoi rafforzarlo un poco, introducendo così il lato magico.
Bizzarro che acquisti un oggetto che ricorda così tanto la chiesa che lo ha sconvolto, ma non è un problema.
Davanti ai messaggi scritti ho pensato a una persona , perché i bigliettini hanno troppa concretezza, forse come dicevo avrei seminato un po' di più l'aspetto magico.
Il finale ci sta tutto e c'entra il tema in pieno.
Nel complesso mi è piaciuto, con qualche ritocco è un bel racconto.
Il racconto mi è piaciuto, qualche termine e giro di parole un po' ricercato rallenta la lettura, con un po' di pulizia dovrebbe scorrere meglio.
Il senso di panico che lo coglie davanti alla chiesetta introduce bene l'atmosfera forse puoi rafforzarlo un poco, introducendo così il lato magico.
Bizzarro che acquisti un oggetto che ricorda così tanto la chiesa che lo ha sconvolto, ma non è un problema.
Davanti ai messaggi scritti ho pensato a una persona , perché i bigliettini hanno troppa concretezza, forse come dicevo avrei seminato un po' di più l'aspetto magico.
Il finale ci sta tutto e c'entra il tema in pieno.
Nel complesso mi è piaciuto, con qualche ritocco è un bel racconto.
Re: Il dono di Hagmere
Laura Ciutto ha scritto:Bizzarro che acquisti un oggetto che ricorda così tanto la chiesa che lo ha sconvolto, ma non è un problema.
Ciao Laura, e grazie per la lettura "non dovuta"! :-)
L'oggetto gli trasmette proprio una sensazione di sicurezza, e lo attrae, grazie ad un incantamento.
L'ho lasciato intendere solo con un accenno ma i tremila caratteri sono tiranni.
Il potere del quadretto si manifesta prendendo il controllo del protagonista, il quale va in trance e scrive i messaggi con quello che ha a disposizione, guidato dall'oggetto magico. Trance di cui al risveglio non ha nessun ricordo.
Grazie ancora e buona gara!
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Re: Il dono di Hagmere
Tema centrato. Bellissimo racconto. Il tema che lo lega è il motivo del rombo con la testa di cervo. Il protagonista lo vede prima sulle colonne sbreccate di una chiesa abbandonata e poi in un quadretto che compera da un rigattiere. Bella la sequenza dei biglietti con gli avvertimenti che salvano la vita al protagonista. Il finale è un pugno nello stomaco. Il quadretto lo proteggeva dal demone che lo perseguitava, invece lui lo distrugge. E che dire della bottega del rigattiere mai esistita?
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado.
La buona vecchia “reliquia” spettrale funziona sempre. Magari da un lato non è così originale, però il testo è scorrevole e si assaporano molto bene l'atmosfera cupa e il mistero che cresce man mano che i nodi vengono al pettine. Anche l’escamotage dei biglietti mentre lui è in trance porta curiosità nel lettore. Il mio momento preferito è quando si trova in mano il primo biglietto perché è in quel punto che mi hai proprio agganciata.
Lo stile raccontato funziona bene per questo tipo di storia, e penso che tu abbia fatto anche bene a cambiare il tempo verbale nell'ultimo pezzo. Anche se al posto di “ero di nuovo in trance” avrei scritto “sono di nuovo in trance”. O lo avrei proprio eliminato, perché anche perché forse come mini-passaggio avrebbe avuto bisogno di qualche descrizione in più per renderlo più visivo. Non so bene cosa succeda quando una persona vada in trance, ma immagino che nel corpo avvengano delle reazioni. Almeno credo.
E poi forse l'inizio mi è sembrato un po’ piatto. Nel senso che lui torna in quel paese per la morte della nonna, ma non sembra avere impatto su di lui questo evento, e di conseguenza anche sul lettore. Quindi io avrei aggiunto in quel punto qualcosa di più emotivo, in ricordo della nonna.
Per il resto, anche se ti ho dato tanti suggerimenti, comunque è un racconto che mi è piaciuto moltissimo e che mi ha entusiasmato leggere. In bocca al lupo per la gara e buone feste!
La buona vecchia “reliquia” spettrale funziona sempre. Magari da un lato non è così originale, però il testo è scorrevole e si assaporano molto bene l'atmosfera cupa e il mistero che cresce man mano che i nodi vengono al pettine. Anche l’escamotage dei biglietti mentre lui è in trance porta curiosità nel lettore. Il mio momento preferito è quando si trova in mano il primo biglietto perché è in quel punto che mi hai proprio agganciata.
Lo stile raccontato funziona bene per questo tipo di storia, e penso che tu abbia fatto anche bene a cambiare il tempo verbale nell'ultimo pezzo. Anche se al posto di “ero di nuovo in trance” avrei scritto “sono di nuovo in trance”. O lo avrei proprio eliminato, perché anche perché forse come mini-passaggio avrebbe avuto bisogno di qualche descrizione in più per renderlo più visivo. Non so bene cosa succeda quando una persona vada in trance, ma immagino che nel corpo avvengano delle reazioni. Almeno credo.
E poi forse l'inizio mi è sembrato un po’ piatto. Nel senso che lui torna in quel paese per la morte della nonna, ma non sembra avere impatto su di lui questo evento, e di conseguenza anche sul lettore. Quindi io avrei aggiunto in quel punto qualcosa di più emotivo, in ricordo della nonna.
Per il resto, anche se ti ho dato tanti suggerimenti, comunque è un racconto che mi è piaciuto moltissimo e che mi ha entusiasmato leggere. In bocca al lupo per la gara e buone feste!
Re: Il dono di Hagmere
alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Bellissimo racconto. Il tema che lo lega è il motivo del rombo con la testa di cervo. Il protagonista lo vede prima sulle colonne sbreccate di una chiesa abbandonata e poi in un quadretto che compera da un rigattiere. Bella la sequenza dei biglietti con gli avvertimenti che salvano la vita al protagonista. Il finale è un pugno nello stomaco. Il quadretto lo proteggeva dal demone che lo perseguitava, invece lui lo distrugge. E che dire della bottega del rigattiere mai esistita?
Ciao Alexandra, grazie anche a te per la lettura "extra"!
Mi fa molto piacere che il racconto ti sia piaciuto.
A presto!
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Re: Il dono di Hagmere
Gaia Peruzzo ha scritto:al posto di “ero di nuovo in trance” avrei scritto “sono di nuovo in trance”.
Ciao Gaia, grazie per i commenti e per l'apprezzamento.
"Ero di nuovo in trance" è imperfetto perché mentre lo pensa non lo è più (in trance): si è appena risvegliato, intontito, e si dice "mi è successo di nuovo".
Riguardo al suggerimento di aggiungere qualcosa sulla nonna, e sul rapporto del protagonista con lei, è validissimo; ma lì il problema è che ho sfiorato i tremila e oltre non si poteva andare :-D
Grazie ancora, buone feste anche a te! E buona gara!
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Re: Il dono di Hagmere
gioco ha scritto:Gaia Peruzzo ha scritto:al posto di “ero di nuovo in trance” avrei scritto “sono di nuovo in trance”.
Ciao Gaia, grazie per i commenti e per l'apprezzamento.
"Ero di nuovo in trance" è imperfetto perché mentre lo pensa non lo è più (in trance): si è appena risvegliato, intontito, e si dice "mi è successo di nuovo".
Riguardo al suggerimento di aggiungere qualcosa sulla nonna, e sul rapporto del protagonista con lei, è validissimo; ma lì il problema è che ho sfiorato i tremila e oltre non si poteva andare :-D
Grazie ancora, buone feste anche a te! E buona gara!
Mi ero completamente persa quel passaggio per la velocità della scena. Grazie per avermelo fatto notare! Sì queste sono le prove più difficoltose per via dei caratteri.
E grazie anche per il resto.
Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado,
C'è tanta ricchezza di trama in questo racconto di appena tremila battute. Ci sono tanti particolari affascinanti che meriterebbero a mio parere un po' più di respiro, anche per farli apprezzare e vivere meglio al lettore. Particolari che secondo me potrebbero diventare la cifra creativa dell'intera narrazione. Ma lo spazio è tiranno, ahimé.
Forse avrei usato passato prossimo in luogo del passato remoto per avvicinare temporalmente gli eventi della prima e della seconda parte.
Il tema è centrato in pieno e proprio nel finale c'è un timelock meraviglioso che andrei ad ampliare: il protagonista ha finalmente trovato la chiave per distruggere quella che crede essere la fonte dei suoi guai, ma un'altra perdita di conoscenza gli rivela la verità. Purtroppo si risveglia quando è troppo tardi. Troppo tardi per salvare il talismano e... chissà... durante una folle corsa finale, troppo tardi anche per salvarsi da un tir che procede sparato nella sua direzione... (o qualcosa del genere).
Scusami se ho volato un po' con la fantasia ma il tuo racconto mi ha ispirata ;)
C'è tanta ricchezza di trama in questo racconto di appena tremila battute. Ci sono tanti particolari affascinanti che meriterebbero a mio parere un po' più di respiro, anche per farli apprezzare e vivere meglio al lettore. Particolari che secondo me potrebbero diventare la cifra creativa dell'intera narrazione. Ma lo spazio è tiranno, ahimé.
Forse avrei usato passato prossimo in luogo del passato remoto per avvicinare temporalmente gli eventi della prima e della seconda parte.
Il tema è centrato in pieno e proprio nel finale c'è un timelock meraviglioso che andrei ad ampliare: il protagonista ha finalmente trovato la chiave per distruggere quella che crede essere la fonte dei suoi guai, ma un'altra perdita di conoscenza gli rivela la verità. Purtroppo si risveglia quando è troppo tardi. Troppo tardi per salvare il talismano e... chissà... durante una folle corsa finale, troppo tardi anche per salvarsi da un tir che procede sparato nella sua direzione... (o qualcosa del genere).
Scusami se ho volato un po' con la fantasia ma il tuo racconto mi ha ispirata ;)
Re: Il dono di Hagmere
Layla ha scritto:Il tema è centrato in pieno e proprio nel finale c'è un timelock meraviglioso che andrei ad ampliare: il protagonista ha finalmente trovato la chiave per distruggere quella che crede essere la fonte dei suoi guai, ma un'altra perdita di conoscenza gli rivela la verità. Purtroppo si risveglia quando è troppo tardi. Troppo tardi per salvare il talismano e... chissà... durante una folle corsa finale, troppo tardi anche per salvarsi da un tir che procede sparato nella sua direzione... (o qualcosa del genere).
Ciao Layla, molte grazie per i commenti e per l'apprezzamento!
Certo lo spazio era "strettino", diversi aspetti avrebbero potuto senz'altro essere espansi avendo più caratteri a disposizione, però credo che per quanto riguarda il finale avrei mantenuto la chiusa sul momento di presa di coscienza. La tua idea è indubbiamente interessante ma mi piace di più lasciare che sia la fantasia del lettore a immaginare i seguiti possibili (come del resto hai fatto tu :-D).
Grazie ancora e buona Luca Nesler edition!
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado piacere!
Ho trovato il tuo testo molto divertente, soprattutto nel giocare con l'ambiguità tra portafortuna o portasfortuna. Bel finale che mostra come sia possibile rovinarsi da soli nel cercare di risolvere un problema.
Trovo che sia un racconto che abbia potenziale anche in formato più lungo: le scenette letali potrebbero essere mostrate per intero invece che riassunte e il backstory di questo intaglio approfondita. Potrebbero anche essere aggiunti dei personaggi comprimari che subiscono gli effetti delle catastrofi annunciate.
Non ho amato tanto il primo pezzettino, trovo che la chiesa del bosco non abbia una particolare funzione nella storia e potesse essere tagliata.
Se scrivi una versione espansa del racconto fammi un fischio!
Ho trovato il tuo testo molto divertente, soprattutto nel giocare con l'ambiguità tra portafortuna o portasfortuna. Bel finale che mostra come sia possibile rovinarsi da soli nel cercare di risolvere un problema.
Trovo che sia un racconto che abbia potenziale anche in formato più lungo: le scenette letali potrebbero essere mostrate per intero invece che riassunte e il backstory di questo intaglio approfondita. Potrebbero anche essere aggiunti dei personaggi comprimari che subiscono gli effetti delle catastrofi annunciate.
Non ho amato tanto il primo pezzettino, trovo che la chiesa del bosco non abbia una particolare funzione nella storia e potesse essere tagliata.
Se scrivi una versione espansa del racconto fammi un fischio!
Re: Il dono di Hagmere
AlbertoM ha scritto:Se scrivi una versione espansa del racconto fammi un fischio!
Ciao Alberto, grazie per le osservazioni!
Sicuramente ci sarebbe spazio per scriverne una versione più estesa e comprensiva, i vari elementi qui han dovuto venir ridotti all'osso, dando anche più senso alla parte iniziale.
Non faccio promesse che me lo dico sempre e poi non ci lavoro quasi mai, ma se ne farò una revisione espansa prometto di fischiare!
Buona Luca Nesler edition!
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado, secondo me aderenza al tema bassa e coerenza interna al racconto problematica, ma uno stile solido e un contenuto originale.
Originalità: racconto interessante con dentro un demone misterioso, un quadretto che manda biglietti e trance nei momenti più inopportuni. 4/5
Aderenza al tema: l’aderenza al tema c’é (il quadro mi vuole ammazzare, anzi no é il contrario, mi protegge) ma é messa dentro a forza, con il demone che appare come deus ex machina (vedi commento sulla coerenza interna). 2/5
Stile: stile pulito, senza virtuosismi ma anche senza problemi particolari. 3/5
Coerenza interna: qui ho un po’ di problemi. Innanzitutto, alla fine della fiera, il fatto che il protagonista sia nel paesino della nonna o al suo funerale non ha nessun impatto sulla storia. Quindi sono caratteri un po’ buttati via. Non c’è traccia del demone fino alla fine: se il demone è rappresentato dalla testa di cervo della chiesa, allora perché c’è il cervo anche sul quadretto? E se non è rappresentato dal cervo, allora da dove arriva? Altro dettaglio: ci dici che il protagonista trova il quadretto rassicurante, ma mai che pensi che lo protegga. Questo viene fuori solo nella parte finale quando lui “decide” che invece no, é stregato. Infine, il quadretto che dovrebbe proteggere il nostro protagonista lo manda in trance nei momenti meno opportuni: mentre cambia una lampadina, mentre é in vasca: per salvarlo, quasi lo ammazza Qualcuno ti ha fatto notare che i bigliettini non sono proprio la trovata più magica che ci sia, ma per me é un dettaglio meno importante dei precedenti. 1/5
Forma: Granny è per me un inglesismo che sebbene ti permetta di non ripetere “nonna”, resta un po’ isolato e innecessario. Per il resto tutto bene. 4/5
Originalità: racconto interessante con dentro un demone misterioso, un quadretto che manda biglietti e trance nei momenti più inopportuni. 4/5
Aderenza al tema: l’aderenza al tema c’é (il quadro mi vuole ammazzare, anzi no é il contrario, mi protegge) ma é messa dentro a forza, con il demone che appare come deus ex machina (vedi commento sulla coerenza interna). 2/5
Stile: stile pulito, senza virtuosismi ma anche senza problemi particolari. 3/5
Coerenza interna: qui ho un po’ di problemi. Innanzitutto, alla fine della fiera, il fatto che il protagonista sia nel paesino della nonna o al suo funerale non ha nessun impatto sulla storia. Quindi sono caratteri un po’ buttati via. Non c’è traccia del demone fino alla fine: se il demone è rappresentato dalla testa di cervo della chiesa, allora perché c’è il cervo anche sul quadretto? E se non è rappresentato dal cervo, allora da dove arriva? Altro dettaglio: ci dici che il protagonista trova il quadretto rassicurante, ma mai che pensi che lo protegga. Questo viene fuori solo nella parte finale quando lui “decide” che invece no, é stregato. Infine, il quadretto che dovrebbe proteggere il nostro protagonista lo manda in trance nei momenti meno opportuni: mentre cambia una lampadina, mentre é in vasca: per salvarlo, quasi lo ammazza Qualcuno ti ha fatto notare che i bigliettini non sono proprio la trovata più magica che ci sia, ma per me é un dettaglio meno importante dei precedenti. 1/5
Forma: Granny è per me un inglesismo che sebbene ti permetta di non ripetere “nonna”, resta un po’ isolato e innecessario. Per il resto tutto bene. 4/5
Re: Il dono di Hagmere
gioco ha scritto:Layla ha scritto:Il tema è centrato in pieno e proprio nel finale c'è un timelock meraviglioso che andrei ad ampliare: il protagonista ha finalmente trovato la chiave per distruggere quella che crede essere la fonte dei suoi guai, ma un'altra perdita di conoscenza gli rivela la verità. Purtroppo si risveglia quando è troppo tardi. Troppo tardi per salvare il talismano e... chissà... durante una folle corsa finale, troppo tardi anche per salvarsi da un tir che procede sparato nella sua direzione... (o qualcosa del genere).
Ciao Layla, molte grazie per i commenti e per l'apprezzamento!
Certo lo spazio era "strettino", diversi aspetti avrebbero potuto senz'altro essere espansi avendo più caratteri a disposizione, però credo che per quanto riguarda il finale avrei mantenuto la chiusa sul momento di presa di coscienza. La tua idea è indubbiamente interessante ma mi piace di più lasciare che sia la fantasia del lettore a immaginare i seguiti possibili (come del resto hai fatto tu :-D).
Grazie ancora e buona Luca Nesler edition!
Hai perfettamente ragione, certe scelte dipendono solo dal gusto dell'autore. Buona gara anche a te :)
- Mauro Bennici
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado,
Ho qualche difficoltà a valutare il racconto. Se da una parte il gioco tra maledizione e benedizione funziona, non si capisce perché il demone debba fargli del male e se il talismano sia un tutto in uno o meno.
Penso che tu abbia un'ottima sinossi da espandere tanto, passando più al mostrato per capire il tutto dal punto di vista più vicino al protagonista.
Buona edition!
Ho qualche difficoltà a valutare il racconto. Se da una parte il gioco tra maledizione e benedizione funziona, non si capisce perché il demone debba fargli del male e se il talismano sia un tutto in uno o meno.
Penso che tu abbia un'ottima sinossi da espandere tanto, passando più al mostrato per capire il tutto dal punto di vista più vicino al protagonista.
Buona edition!
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado,
molto particolare, il tuo racconto! Mi è piaciuto come tu sia riuscito a inserire tutta una miriade di dettagli nonostante il limite di caratteri, a dimostrazione di quanto si possa fare anche con poco a disposizione! Mi sono trovata immersa nella storia per cercare di anticipare il colpo di scena, senza riuscirci. L'atmosfera è un altro elemento curato e il finale centra ufficialmente il tema della Edition. Sarà stata di certo per una mancanza di caratteri, ma avrei calcato di più la mano proprio sulla parte conclusiva. Sono felice di aver letto la tua storia!
molto particolare, il tuo racconto! Mi è piaciuto come tu sia riuscito a inserire tutta una miriade di dettagli nonostante il limite di caratteri, a dimostrazione di quanto si possa fare anche con poco a disposizione! Mi sono trovata immersa nella storia per cercare di anticipare il colpo di scena, senza riuscirci. L'atmosfera è un altro elemento curato e il finale centra ufficialmente il tema della Edition. Sarà stata di certo per una mancanza di caratteri, ma avrei calcato di più la mano proprio sulla parte conclusiva. Sono felice di aver letto la tua storia!
Re: Il dono di Hagmere
Confusionario. Molto.
Sorvolo sul funerale della nonnina come incidente scatenante piuttosto gratuito.
Non mi convince il fatto della reazione diametralmente opposta all'incisione del cervo (che lo spaventa a morte) a quella del quadretto intarsiato (che invece lo attrae). Troppo strano.
Ma poi perché prendere in antipatia il quadretto che, sebbene in maniera fuori dalla realtà, ti suggerisce chiaro e tondo COSA non fare e che ti salva la vita tre volte?
Il gioco del tema era sul fatto che da minaccia il cervo intagliato si mostrasse come un salvavita ma si capisce subito cosa sia in realtà. Dovevi creare molta più ambiguità durante gli incidenti. Le scritte dovevano riportare cose tipo "scolo lavandino", "mercato dei mobili", "scossa" cosi da far male interpretare al POV e al lettore che anziché spingerlo in situazioni mortali cercava di salvarlo.
E così il finale avrebbe avuto il suo effettone sorpresa.
Ti sei ingarbugliato un po' ma in così pochi caratteri può capitare.
Sorvolo sul funerale della nonnina come incidente scatenante piuttosto gratuito.
Non mi convince il fatto della reazione diametralmente opposta all'incisione del cervo (che lo spaventa a morte) a quella del quadretto intarsiato (che invece lo attrae). Troppo strano.
Ma poi perché prendere in antipatia il quadretto che, sebbene in maniera fuori dalla realtà, ti suggerisce chiaro e tondo COSA non fare e che ti salva la vita tre volte?
Il gioco del tema era sul fatto che da minaccia il cervo intagliato si mostrasse come un salvavita ma si capisce subito cosa sia in realtà. Dovevi creare molta più ambiguità durante gli incidenti. Le scritte dovevano riportare cose tipo "scolo lavandino", "mercato dei mobili", "scossa" cosi da far male interpretare al POV e al lettore che anziché spingerlo in situazioni mortali cercava di salvarlo.
E così il finale avrebbe avuto il suo effettone sorpresa.
Ti sei ingarbugliato un po' ma in così pochi caratteri può capitare.
Re: Il dono di Hagmere
Dash J. Benton ha scritto:Ciao Corrado, secondo me aderenza al tema bassa e coerenza interna al racconto problematica, ma uno stile solido e un contenuto originale.
Ciao Dash, dissento dalla maggior parte delle tue considerazioni ma ti ringrazio per i commenti strutturati. :-)
Al netto dei caratteri a disposizione, per cui diversi dettagli vanno lasciati fuori dal testo (o soltanto evocati accettando che qualcuno interpreti gli accenni come immaginato dall'autore mentre qualcun altro non li colga o li intenda diversamente), credo che il tema sia centrato nella maniera più diretta possibile, non vedo forzature.
Concordo su un punto, l'introduzione col funerale della nonna, che nel testo finale di tremila caratteri può risultare superfluo. Di per se arricchire l'ambientazione con aspetti secondari che inquadrano personaggio o contesto non mi dispiace, ma visto il poco spazio si potevano fare scelte diverse.
Mi interessava tratteggiare rapidamente il luogo in cui entrava in essere la maledizione del demone (la chiesa in rovina). Maledizione alla quale aveva immediatamente reagito un'altra forza fatata, questa volta buona in contrasto col demone maligno, facendogli incontrare sulla strada il rigattiere magico e inducendolo a prendere con se l'amuleto che avrebbe potuto proteggerlo dalla maledizione.
Quando va in trance il quadretto gli mostra la minaccia futura appena ordita dal demone, evidentemente rendendolo consapevole del fatto che al risveglio non ricorderà nulla, e lui quindi si arrabatta coi bigliettini o altro per fornire un avvertimento al se stesso post risveglio. Se i messaggi son sempre lapidari è perché la durata della trance magica è molto breve.
Granny non è stato usato per evitare ripetizioni, ma per evocare il lessico famigliare del protagonista italiano con una nonna inglese (non è difficile immaginare che alla nonna una volta trasferita fossero rimaste alcune espressioni nella sua lingua madre, ad esempio riferirsi a se stessa in quel modo all'interno della famiglia).
Grazie ancora e buona edition!
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Re: Il dono di Hagmere
maurob ha scritto:non si capisce perché il demone debba fargli del male e se il talismano sia un tutto in uno o meno.
Ciao Mauro, grazie del commento.
Cosa intendi con "se il talismano sia un tutto in uno o meno"? Non riesco a capire, aiuto! :-)
Per il resto credo ci sia molto più show che tell, attenzione a non farsi fuorviare dal fatto che è scritto in prima persona.
Grazie ancora e buona gara!
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Re: Il dono di Hagmere
TizianaOtter ha scritto:Sono felice di aver letto la tua storia!
Ciao Tiziana,
grazie mille per i commenti, sono contento che il racconto ti sia piaciuto.
In bocca al lupo per la gara!
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Re: Il dono di Hagmere
Dario17 ha scritto:Ti sei ingarbugliato un po' ma in così pochi caratteri può capitare.
Ciao Dario, molte grazie per i commenti.
Anche nel tuo caso mi sento di dissentire :-D
Ti rimando alla risposta a Dash poco sopra per alcuni dettagli, forse hai frainteso alcuni elementi della storia.
In generale penso si possano usare diversi stili e approcci, più descrittivi e narrativi oppure più evocativi, se possiamo dire così. A me piace fornire degli spunti che stimolino chi legge a immaginare alcuni elementi della storia, senza esplicitarli, come se ponessi i pilastri e lasciassi alla mente del lettore costruire l'arcata del ponte che li collega. E ovviamente in un racconto breve con caratteri limitati è uno stile che ha senso. Poi ci sta che ognuno abbia i suoi gusti, e hai tutto il diritto di non apprezzare minimamente l'approccio, non credo però che si possa definire il racconto confusionario.
In ogni casto ti ringrazio per la lettura attenta e ti auguro buona fortuna per la gara!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini
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- giulio.palmieri
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado,
piacere di leggerti. Allora, si sente una certa influenza dei racconti fantastici sugli oggetti magici (vedi Stevenson o Buzzati). Parto dal tema che mi sembra un po' forzato, a fronte del fatto che il finale sembra aperto: non conosciamo l'effetto del quadretto bruciato, non abbiamo "esperienza" di cosa succede dopo. Personalmente sono rimasto con l'interrogativo. Il quadretto lo difendeva o attirava le maledizioni? Resta un nucleo narrativo di sicuro da espandere perché su tremila caratteri la vicenda risulta stretta. A rileggerci, auguri e buona edition.
piacere di leggerti. Allora, si sente una certa influenza dei racconti fantastici sugli oggetti magici (vedi Stevenson o Buzzati). Parto dal tema che mi sembra un po' forzato, a fronte del fatto che il finale sembra aperto: non conosciamo l'effetto del quadretto bruciato, non abbiamo "esperienza" di cosa succede dopo. Personalmente sono rimasto con l'interrogativo. Il quadretto lo difendeva o attirava le maledizioni? Resta un nucleo narrativo di sicuro da espandere perché su tremila caratteri la vicenda risulta stretta. A rileggerci, auguri e buona edition.
Ultima modifica di giulio.palmieri il mercoledì 25 dicembre 2024, 20:48, modificato 1 volta in totale.
Re: Il dono di Hagmere
giulio.palmieri ha scritto: Personalmente sono rimasto con l'interrogativo. Il quadretto lo difendeva o attirava le maledizioni?
Ciao Giulio, grazie della lettura e del commento.
Il finale non voleva essere troppo aperto, il protagonista si rende contro troppo tardi di aver distrutto l'amuleto che lo proteggeva. Credevo che questo punto fosse chiaro, poi cosa succederà in seguito lo lasciamo all'immaginazione del lettore.
Grazie ancora e buona gara!
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado, mi sono un po’ persa, lo devo ammettere. Mi è piaciuto l’idea di fondo e come hai declinato il tema, però secondo me potevi calcare la mano sugli avvenimenti e lasciar da parte il discorso della nonna (così da recuperare dei caratteri). Però è intrigante, mi sarebbe piaciuto leggerlo senza problemi di limiti di caratteri. Comunque un buon lavoro.
Buone feste!
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Re: Il dono di Hagmere
Francy2912 ha scritto:potevi calcare la mano sugli avvenimenti e lasciar da parte il discorso della nonna (così da recuperare dei caratteri). Però è intrigante
Ciao Francesca, grazie dei commenti e buone feste anche a te!
Sì la nonna non è piaciuta. :-D Scherzi a parte è vero che avrei probabilmente dovuto tagliare quella parte. Nella mia testa c'era una backstory con la nonna che gli raccontava delle leggende sugli spiriti del bosco, sullo spirito cervo, gli spiriti buoni e quelli malvagi... ma son tutte cose che ho deciso di non includere nel racconto, a causa del limite dei tremila, e a quel punto probabilmente avrei potuto eliminare tout court la cara vecchina.
A presto e buona gara!
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado, piacere di leggerti. Allora il tuo racconto mi è piaciuto molto, io l’ho interpretato come se quel quadretto fosse una specie di protezione data dalla nonna appena morta (una specie di angelo custode) ma credo che la declinazione del tema stia proprio qui: è protezione o maledizione? Giusto? L’unica cosa che non mi torna è il cervo inciso nella chiesa del bosco, mi è sembrato un particolare forzato per giustificare la potenza del quadretto. Un buonissimo racconto comunque, credo che vada tra i primi posti della mia classifica.
Re: Il dono di Hagmere
Debora ha scritto: io l’ho interpretato come se quel quadretto fosse una specie di protezione data dalla nonna appena morta (una specie di angelo custode) ma credo che la declinazione del tema stia proprio qui: è protezione o maledizione?
Ciao Debora, grazie mille per i commenti!
Nella mia idea il ruolo della nonna era meno diretto, ma la tua sarebbe sicuramente stata una buona alternativa.
Certo il rimbalzo tra protezione e maledizione è il rimando al tema.
Grazie ancora a in bocca al lupo!
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Re: Il dono di Hagmere
Ciao Corrado hai approfondito saggiamente un'idea che poteva risultare classica. Condivido un po' i commenti che il funerale sembra un po' un pretesto secondario con più tempo avresti potuto modificarlo diversamente. Alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
Re: Il dono di Hagmere
La nonna non ha funzione in questo racconto se non quella di portarlo sul luogo da cui parte la vicenda: debole. Avrei preferito di grand lunga una necessità della nonna a tornare in quei luoghi legata a quello che poi succede al protagonista. Il demone credo se lo sia beccato in chiesa e il venditore sembra essere apparso proprio in risposta alla maledizione ricevuta e va bene, solo che non è stato esposto al meglio. A seguire, meglio fino al finale che però non mi convince riguardo alla sua scelta di bruciare un oggetto che lo sta salvando, avresti dovuto lavorare meglio su questo punto. La stessa cittadina, che hai citato anche nel titolo, non sembra avere funzione in tutto ciò, almeno non l'ho desunto dalla lettura. In definitiva, un racconto poco a fuoco, molto raccontato e con punti di svolta forzati. Succede. Pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e neppure brillante.
Re: Il dono di Hagmere
antico ha scritto:La nonna non ha funzione in questo racconto se non quella di portarlo sul luogo da cui parte la vicenda: debole. Avrei preferito di grand lunga una necessità della nonna a tornare in quei luoghi legata a quello che poi succede al protagonista. Il demone credo se lo sia beccato in chiesa e il venditore sembra essere apparso proprio in risposta alla maledizione ricevuta e va bene, solo che non è stato esposto al meglio. A seguire, meglio fino al finale che però non mi convince riguardo alla sua scelta di bruciare un oggetto che lo sta salvando, avresti dovuto lavorare meglio su questo punto. La stessa cittadina, che hai citato anche nel titolo, non sembra avere funzione in tutto ciò, almeno non l'ho desunto dalla lettura. In definitiva, un racconto poco a fuoco, molto raccontato e con punti di svolta forzati. Succede. Pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e neppure brillante.
Ciao antico, grazie dei commenti.
La nonna in effetti risulta solo una scusa per tornare, avrei potuto eliminarla e guadagnare qualche carattere. (Nella mia backstory ha un ruolo ma la versione finale entro i tremila è quello che conta). Il passaggio che lo porta a dubitare che l'amuleto sia invece la causa delle sventure l'ho dovuto sintetizzare per questioni di spazio.
Hagmere è un toponimo che potrebbe voler significare qualcosa tipo "la palude della strega", ma questo è uno di quei piccoli giochi che mi diverto a inserire e non mi aspetto nessuno colga.
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