Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche

BENVENUTI ALLA LUCA NESLER EDITION, LA QUARTA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 187° ALL TIME!
Questo è il gruppo HILDA della LUCA NESLER EDITION con LUCA NESLER come guest star.
Gli autori del gruppo HILDA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo MELCHIOR.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ALEX.
Questo è un gruppo da DIECI racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LUCA NESLER. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo HILDA:
E giù a gridare vincere, e vinceremo, di M.Maponi, ore 00.24, 2267 caratteri
I creatori, di Luca Moggia, ore 01.13, 2946 caratteri MALUS 5 PUNTI
Omicidio alle otto, di Andrea Crevola, ore 00.12, 2982 caratteri
L’anello, di Barbara Ottani, ore 23.06, 2981 caratteri
L’astronauta: ovvero, come ho imparato a non… , di Simone Regolo, ore 23.30, 2989 caratteri
Megalizer, di Mario Zanella, ore 22.47, 2727 caratteri
La Miniera della masca, di La Ele, ore 00.14, 2883 caratteri
Alla fine del sentiero, di Frafro, ore 23.02, 1592 caratteri
Una coppa per il Doge, di Francesca Frangipane, ore 00.28, 2912 caratteri
Che, la Creatura, di Matteo Calcagni, ore 00.59, 2969 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo MELCHIOR Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo MELCHIOR e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo MELCHIOR.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
BUONA LUCA NESLER EDITION A TUTTI!
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Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:
E giù a gridare vincere e vinceremo di M. Maponi. Tema centrato. Storia cruda, che lascia l’amaro in bocca. Benny Moscardini è un neofascista e partecipa alle manifestazioni per esprimere il suo credo, ma incontra altre manifestazioni: femminista, LGTB, e i suoi amici non lo sostengono. Uno gli chiede addirittura dei soldi. Così, segue una manifestante e si impicca subito dopo, dopo averla riordinata.
I creatori di Luca Moggia. Tema centrato. La storia è ucronica e si legge bene. Il piccolo androide Adam va a riempire il vuoto di una famiglia, ma in seguito incattivisce e partecipa a una guerra contro gli umani. Non ha più il software emotivo per provare compassione. E nel finale, si prepara ad attaccare una bambina vestita di rosso, la figlia dell’uomo che è il suo obbiettivo.
Omicidio alle otto di Andrea Crevola. Tema centrato. Bene con i dialoghi. Il commissario è un tipo determinato. L’indagato è il marito della vittima, e gli ha appena raccontato la giornata. Il suo alibi è fragile, perché non ci sono tracce per confermarlo: il suo amico gli ha pagato la birra, e dopo il lavoro sono andati a giocare a tennis, ma senza l’abitudine di tenere i punti. La tensione è palpabile, il vedovo si vede messo alle strette. Ma il colpo di scena finale è che il commissario sospetta fortemente dell’amico, lasciato dalla vittima con un SMS molto duro.
L’anello di Barbara Ottani. Tema centrato. Le descrizioni sono rutilanti. Bello il diamante, che da un tocco di magia al testo. Lorenzo sembra essere sul punto di chiedere Elena in moglie, durante i giochi d’acqua, gli stessi di un anno prima. Invece no, lui l’accusa di aver spinto il fratello al suicidio e la uccide. Al lettore rimane qualche domanda: cos’ha combinato Elena, per arrivare a tanto?
L’astronauta: ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro di Simone Regolo. Tema centrato. Storia surreale di un muratore che costruisce un muro e incontra spesso un astronauta. Il muratore costruisce il muro, per separare i lavoratori da quelli che non lo sono. Alla fine, però, si intrappola da solo nel muro. Nel complesso, un buon racconto. Peccato che, così, facendo, il muratore si estranei e perda l’amicizia dell’astronauta, che non può più vedere.
Megalizer di Mario Zanella. Tema centrato. Storia molto originale. Un bambino vuole un nuovo giocattolo, il robot Megalizer. Dopo aver chiesto per favore alla madre e aver insistito un po’, lo ottiene. È un robot con tre teste di squalo. Il rovesciamento della trama avviene quando si vede il negozio distrutto e madre e figlio sono in fuga. L’inseguitore è Megalizer, il quale finisce per spiaccicare la madre al suolo dopo aver distrutto la città e di certo ucciso il padre del piccolo protagonista. Molto credibili i dialoghi e commovente il ricordo del padre, che creava figure di animali con le mani e premiava il figlio con una caramella quando le indovinava. Da brividi il finale quando il piede del robot cala sul bambino.
La miniera della Masca di La Ele. Tema centrato. Un giro nella grotta della Masca da parte di un gruppo di appassionati finisce male. La storia è molto efficace nel descrivere progressivamente il loro triste destino. Prima il cappello di uno di loro cambia posto, poi è la grotta a cambiare, da est passa a ovest. La storia finisce con il paragone delle streghe con i gatti. Amano giocarci prima di cibarsene. Benissimo con i dialoghi.
Alla fine del sentiero di Frafro. Tema centrato. Storia surreale dove tutto si capovolge. Anche una città intera. Anzi, il mondo intero e uno dei protagonisti cambia sesso. Succede quando i protagonisti si avventurano alla fine del sentiero. Gli elementi per una maledizione in atto ci sono tutti. La storia è molto buona, ma avrebbe guadagnato di più se avessi menzionato il perché di un rivolgimento simile. Attenzione alle virgolette, avresti dovuto inserire i caporali.
Una coppa per il Doge di Francesca Frangipane. Tema centrato. Molto credibile la descrizione del laboratorio del mastro vetraio, alle prese con una coppa che non riesce a realizzare. La comparsa dell’apprendista con una coppa deforme lo irrita ancora di più. Perde anche l’appetito. E l’arrivo del committente, insoddisfatto del lavoro, è il colpo di grazia per il mastro vetraio. Si tratta di un’ottima storia.
Che, la creatura di Matteo Calcagni. Tema centrato. Storia che rinfresca il tema del mostro di Frankenstein. Igor fa quello che può con il cervello da impiantare nella creatura. Non è il cervello del Che, smarrito all’aeroporto a essere impiantato nella creatura, ma quello di Mussolini. E i due ne fanno le spese durante una sommossa. Storia molto ben scritta, che strappa un sorriso.
La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:
Una coppa per il Doge di Francesca Frangipane 1
Megalizer di Mario Zanella 2
Che, la creatura di Matteo Calcagni 3
La miniera della Masca di La Ele 4
Omicidio alle otto di Andrea Crevola 5
L’astronauta: ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro di Simone Regolo 6
I creatori di Luca Moggia 7
L’anello di Barbara Ottani 8
E giù a gridare vincere e vinceremo di M. Maponi 9
Alla fine del sentiero di Frafro 10
E giù a gridare vincere e vinceremo di M. Maponi. Tema centrato. Storia cruda, che lascia l’amaro in bocca. Benny Moscardini è un neofascista e partecipa alle manifestazioni per esprimere il suo credo, ma incontra altre manifestazioni: femminista, LGTB, e i suoi amici non lo sostengono. Uno gli chiede addirittura dei soldi. Così, segue una manifestante e si impicca subito dopo, dopo averla riordinata.
I creatori di Luca Moggia. Tema centrato. La storia è ucronica e si legge bene. Il piccolo androide Adam va a riempire il vuoto di una famiglia, ma in seguito incattivisce e partecipa a una guerra contro gli umani. Non ha più il software emotivo per provare compassione. E nel finale, si prepara ad attaccare una bambina vestita di rosso, la figlia dell’uomo che è il suo obbiettivo.
Omicidio alle otto di Andrea Crevola. Tema centrato. Bene con i dialoghi. Il commissario è un tipo determinato. L’indagato è il marito della vittima, e gli ha appena raccontato la giornata. Il suo alibi è fragile, perché non ci sono tracce per confermarlo: il suo amico gli ha pagato la birra, e dopo il lavoro sono andati a giocare a tennis, ma senza l’abitudine di tenere i punti. La tensione è palpabile, il vedovo si vede messo alle strette. Ma il colpo di scena finale è che il commissario sospetta fortemente dell’amico, lasciato dalla vittima con un SMS molto duro.
L’anello di Barbara Ottani. Tema centrato. Le descrizioni sono rutilanti. Bello il diamante, che da un tocco di magia al testo. Lorenzo sembra essere sul punto di chiedere Elena in moglie, durante i giochi d’acqua, gli stessi di un anno prima. Invece no, lui l’accusa di aver spinto il fratello al suicidio e la uccide. Al lettore rimane qualche domanda: cos’ha combinato Elena, per arrivare a tanto?
L’astronauta: ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro di Simone Regolo. Tema centrato. Storia surreale di un muratore che costruisce un muro e incontra spesso un astronauta. Il muratore costruisce il muro, per separare i lavoratori da quelli che non lo sono. Alla fine, però, si intrappola da solo nel muro. Nel complesso, un buon racconto. Peccato che, così, facendo, il muratore si estranei e perda l’amicizia dell’astronauta, che non può più vedere.
Megalizer di Mario Zanella. Tema centrato. Storia molto originale. Un bambino vuole un nuovo giocattolo, il robot Megalizer. Dopo aver chiesto per favore alla madre e aver insistito un po’, lo ottiene. È un robot con tre teste di squalo. Il rovesciamento della trama avviene quando si vede il negozio distrutto e madre e figlio sono in fuga. L’inseguitore è Megalizer, il quale finisce per spiaccicare la madre al suolo dopo aver distrutto la città e di certo ucciso il padre del piccolo protagonista. Molto credibili i dialoghi e commovente il ricordo del padre, che creava figure di animali con le mani e premiava il figlio con una caramella quando le indovinava. Da brividi il finale quando il piede del robot cala sul bambino.
La miniera della Masca di La Ele. Tema centrato. Un giro nella grotta della Masca da parte di un gruppo di appassionati finisce male. La storia è molto efficace nel descrivere progressivamente il loro triste destino. Prima il cappello di uno di loro cambia posto, poi è la grotta a cambiare, da est passa a ovest. La storia finisce con il paragone delle streghe con i gatti. Amano giocarci prima di cibarsene. Benissimo con i dialoghi.
Alla fine del sentiero di Frafro. Tema centrato. Storia surreale dove tutto si capovolge. Anche una città intera. Anzi, il mondo intero e uno dei protagonisti cambia sesso. Succede quando i protagonisti si avventurano alla fine del sentiero. Gli elementi per una maledizione in atto ci sono tutti. La storia è molto buona, ma avrebbe guadagnato di più se avessi menzionato il perché di un rivolgimento simile. Attenzione alle virgolette, avresti dovuto inserire i caporali.
Una coppa per il Doge di Francesca Frangipane. Tema centrato. Molto credibile la descrizione del laboratorio del mastro vetraio, alle prese con una coppa che non riesce a realizzare. La comparsa dell’apprendista con una coppa deforme lo irrita ancora di più. Perde anche l’appetito. E l’arrivo del committente, insoddisfatto del lavoro, è il colpo di grazia per il mastro vetraio. Si tratta di un’ottima storia.
Che, la creatura di Matteo Calcagni. Tema centrato. Storia che rinfresca il tema del mostro di Frankenstein. Igor fa quello che può con il cervello da impiantare nella creatura. Non è il cervello del Che, smarrito all’aeroporto a essere impiantato nella creatura, ma quello di Mussolini. E i due ne fanno le spese durante una sommossa. Storia molto ben scritta, che strappa un sorriso.
La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:
Una coppa per il Doge di Francesca Frangipane 1
Megalizer di Mario Zanella 2
Che, la creatura di Matteo Calcagni 3
La miniera della Masca di La Ele 4
Omicidio alle otto di Andrea Crevola 5
L’astronauta: ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro di Simone Regolo 6
I creatori di Luca Moggia 7
L’anello di Barbara Ottani 8
E giù a gridare vincere e vinceremo di M. Maponi 9
Alla fine del sentiero di Frafro 10
- DamianoMeloni
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Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Ciao a tutti.
Vi faccio i complimenti per i racconti, sono tutti molto validi e con idee veramente originali. Ecco la mia classifica:
Di seguito i commenti ai singoli racconti:
1. Una coppa per il Doge - Francesca Frangipane
"Ciao Francesca!
Ti faccio i complimenti per questo testo, mi è piaciuta molto la declinazione originale del tema. Bella anche la resa stilistica. Sei riuscita a trasmettere molto bene il senso di frustrazione del protagonista, nonché hai descritto in maniera molto veritiera il lavoro del vetraio.
Ad essere puntigliosi, ci sono solo un paio di piccolezze che mi hanno sollevato un dubbio.
In questo pezzo:
“Ed eccoli. Lo schiocco, la crepa.
No.
No!
La coppa si trasforma in una bolla molle che si schianta sulla pietra”
Mi sono immaginato una coppa già mezza-fatta, solida, che si crepa, poi però ritorna in forma molle. Probabilmente è colpa di qualche mia mancanza nel conoscere il processo di lavorazione, ma mi è sembrato strano che una cosa molle si potesse crepare o potesse schioccare.
Secondo, c’è quel “E non lo rivedo più.” Usato, probabilmente, per legare la transizione temporale, che mi estrania un po’ dal PoV. Comunque, l’effetto finale è molto carino e considerando il format di MC, è stato un bell'escamotage.
In generale una gran bella prova, complimenti.
A presto!"
2. Che, la Creatura - Matteo Calcagni
"Ciao Matteo!
Devo dire che la tua storia mi ha strappato più di un sorriso. L’idea è molto originale e l’hai trasposta su “carta” in maniera eccellente.
Ci sono solo un paio di cose riguardo la credibilità che mi lascia perplesso. Sospendiamo per un attimo quella sul ritrovamento dei cervelli del Che e Abenitomussolini. La domanda che mi sono posto subito è stata la seguente: perché il doc ha dovuto aspettare di trovarsi in mezzo a una guerriglia urbana per risvegliare il Che? Anche perché, schierarsi in prima fila contro alla polizia e portarsi dietro il Che in un camion porta con sé non poche complicanze per la riuscita dell’esperimento.
Se la tua idea era quella di far intendere che il cervello fosse stato appena portato dalla Bolivia e che quindi questo fosse il primo momento utile per risvegliare la creatura, allora potrebbe essere utile aggiungere un indizio nel testo che suggerisca questa idea. È comunque un dettaglio minore.
Detto questo, ti rinnovo i complimenti per la bella prova.
A presto!"
3. L’anello - Barbara Ottani
"Ciao Barbara!
Un bel racconto che si legge con piacere. Mi piace l’interazione con l’ambiente che sei riuscita a creare.
Nota negativa, la fine mi è arrivata molto veloce, forse troppo. Un accenno fugace al passato e arriva la pugnalata. Forse avrei tolto qualche carattere all’inizio per dare più spessore alle motivazioni di Lorenzo.
Per il resto ci sono poche cose da dire se non che è stata una bella prova.
A presto!"
4. Omicidio alle otto – Andrea Crevola
"Ciao Andrea!
Allora, scena interessante con un bel punto di svolta alla fine. Ritmo serrato e dialoghi che tengono botta. Con più caratteri e qualche descrizione in più riguardo agli atteggiamenti, soprattutto di Marco, potrebbe venir fuori veramente una gran bella cosa.
Ho solo qualche appunto da farti.
Per prima cosa, qui ho fatto difficoltà a capire di chi fosse la battuta. All’inizio pensavo dell’ispettore, poi ho riletto per capire meglio. “Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»”
Secondo, fino al lancio del mozzicone hai fatto scomparire la sigaretta. Forse avresti potuto mettere un richiamo qui, anche per far capire che era quasi finita, dato che si sta guardando le mani, avresti avuto la “scusa” per poterla descrivere brevemente: “China lo sguardo sulle sue mani giunte. «Basta che mi lasciate andare. Sono esausto.»”
L’ultima cosa che mi risulta poco credibile è l’effetto sorpresa finale del poliziotto. È efficace per noi, ma dubito che nella realtà possa capitare.
Comunque, ottima prova!
A presto! "
5. E giù a gridare vincere, e vinceremo - M. Maponi
"Ciao Matteo!
Allora, il racconto è scritto molto bene e mi è piaciuta la declinazione che hai dato al tema. Però, da quello che ho percepito arrivando alla fine, sento che avresti dovuto usare a pieno tutti i caratteri a disposizione. Hai dato molto peso alla “storia” del protagonista, a discapito del suo stato emotivo. Quello che ho percepito è una carenza nel soffermarsi sulle sue emozioni che lo hanno portato a un gesto così estremo. Magari qualche riferimento alla solitudine durante i “cortei”, un ricordo di qualche presa in giro o di esser stato lasciato solo davanti agli avversari politici avrebbe potuto legare di più il tutto.
Per il resto, una bella prova.
A presto!"
6. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro – Simone (srcm)
"Ciao Simone!
Idea interessante quella che hai elaborato. Ti giro un consiglio che mi è stato dato a mia volta: cerca di non spezzettare così tanto le frasi, ma alterna i periodi più lunghi a quelli più corti. Il testo ne guadagnerà in scorrevolezza.
Una domanda mi ronza in testa. Kapa si è costruito la sua prigione nell’ultimo giorno di lavoro? O è rimasto sempre in cantiere e non è mai andato a casa? Inoltre, dato che citi gli altri operai, Come mai non si sono accorti che Kapa si stesse murando vivo e non sono intervenuti per internarlo in un manicomio?
Anche la figura dell’astronauta mi lascia perplesso. Nonostante sia un bell’elemento di mistero, a mio avviso la sua presenza dovrebbe comunque esser legata a qualcosa nel racconto.
Per il resto, ti rinnovo i complimenti per l’idea, ha ottime potenzialità.
A presto! "
7. I creatori - Luca Moggia
"Ciao Luca!
Allora, direi che alla fine si arriva proprio al contrario delle intenzioni di Madeline, quindi tema centrato.
Se dovessi proprio essere pignolo, direi che nella prima parte manca un po’ di mordente, almeno per i miei gusti. Un leggero conflitto avrebbe dato quel tocco in più. Mi sono immaginato il signor Montecchi che irrompe nello studio di Madeline rincorso da Jessica perché voleva consegnare di persona il cesto…
Un’altra nota che mi ha spiazzato nella seconda parte è il cambio di narratore, passando dalla terza alla prima per poi tornare alla terza nelle battute finali. Purtroppo, mi ha disorientato un po’ e ho dovuto rileggere un paio di volte per non perdere il filo.
Per il resto una bella distopia alla Terminator che fa sempre bene al cuore.
A presto!"
8. Megalizer - Mario Zanella
"Ciao Mario!
Allora, complimenti per la resa stilistica, il racconto è scritto molto bene e si legge altrettanto bene. Non è facile scrivere dal punto di vista di un bambino, ma ci sei riuscito pienamente.
Detto questo, a mio avviso ci sono un paio di criticità… forse una: Megalizer. Il fatto che appaia così all’improvviso, senza neanche un indizio della sua esistenza sembra forzato e poco credibile. Il robot esisteva davvero ed era un eroe nazionale che poi è impazzito? Se l’idea era questa, al lettore manca qualche indizio per poterla cogliere appieno.
Secondo, la preoccupazione della madre nella prima parte era uno stratagemma per farci capire che c’era qualcosa che non andava con il robot, avresti dovuto descriverlo meglio. Personalmente ho pensato che erano a corto di soldi e la madre si trovasse in imbarazzo a dire di no al figlio.
Detto questo, bella prova.
A presto! "
9. La Miniera della masca – La Ele
"Ciao Ele!
Allora, complimenti per l’idea, tema centrato appieno.
Ti faccio anche i complimenti per l’azzardo riguardo la scelta stilistica. Purtroppo, almeno io, ho fatto molta fatica a leggere il racconto scritto in questa maniera. In particolare, mi ha destabilizzato un po’ leggere i nomi per capire chi stesse parlando e cercare di capire tutto il contesto dalle battute di dialogo (nonostante tu sia stata bravissima nel renderle più chiare possibili).
Detto questo, complimenti per la realizzazione.
A presto!"
10. Alla fine del sentiero - Frafro
"Ciao Frafo!
Allora, tema mezzo centrato. A mio avviso, parti già da una situazione in cui qualcosa è diverso e non c’è un vero colpo di scena finale.
Detto questo, mi permetto di consigliarti un paio di note stilistiche per migliorare il testo, perché così è veramente di difficile lettura. Per prima cosa vai sempre a capo quando ci sono i dialoghi. Secondo, cerca di usare le caporali “»/«” e non i segni di maggiore e minore per le battute.
In generale una prova discreta con del potenziale.
A presto!"
Vi faccio i complimenti per i racconti, sono tutti molto validi e con idee veramente originali. Ecco la mia classifica:
- Una coppa per il Doge – Francesca Frangipane
- Che, la Creatura - Matteo Calcagni
- L’anello - Barbara Ottani
- Omicidio alle otto – Andrea Crevola
- E giù a gridare vincere, e vinceremo - M. Maponi
- L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro – Simone (srcm)
- I creatori - Luca Moggia
- Megalizer - Mario Zanella
- La Miniera della masca – La Ele
- Alla fine del sentiero - Frafro
Di seguito i commenti ai singoli racconti:
1. Una coppa per il Doge - Francesca Frangipane
"Ciao Francesca!
Ti faccio i complimenti per questo testo, mi è piaciuta molto la declinazione originale del tema. Bella anche la resa stilistica. Sei riuscita a trasmettere molto bene il senso di frustrazione del protagonista, nonché hai descritto in maniera molto veritiera il lavoro del vetraio.
Ad essere puntigliosi, ci sono solo un paio di piccolezze che mi hanno sollevato un dubbio.
In questo pezzo:
“Ed eccoli. Lo schiocco, la crepa.
No.
No!
La coppa si trasforma in una bolla molle che si schianta sulla pietra”
Mi sono immaginato una coppa già mezza-fatta, solida, che si crepa, poi però ritorna in forma molle. Probabilmente è colpa di qualche mia mancanza nel conoscere il processo di lavorazione, ma mi è sembrato strano che una cosa molle si potesse crepare o potesse schioccare.
Secondo, c’è quel “E non lo rivedo più.” Usato, probabilmente, per legare la transizione temporale, che mi estrania un po’ dal PoV. Comunque, l’effetto finale è molto carino e considerando il format di MC, è stato un bell'escamotage.
In generale una gran bella prova, complimenti.
A presto!"
2. Che, la Creatura - Matteo Calcagni
"Ciao Matteo!
Devo dire che la tua storia mi ha strappato più di un sorriso. L’idea è molto originale e l’hai trasposta su “carta” in maniera eccellente.
Ci sono solo un paio di cose riguardo la credibilità che mi lascia perplesso. Sospendiamo per un attimo quella sul ritrovamento dei cervelli del Che e Abenitomussolini. La domanda che mi sono posto subito è stata la seguente: perché il doc ha dovuto aspettare di trovarsi in mezzo a una guerriglia urbana per risvegliare il Che? Anche perché, schierarsi in prima fila contro alla polizia e portarsi dietro il Che in un camion porta con sé non poche complicanze per la riuscita dell’esperimento.
Se la tua idea era quella di far intendere che il cervello fosse stato appena portato dalla Bolivia e che quindi questo fosse il primo momento utile per risvegliare la creatura, allora potrebbe essere utile aggiungere un indizio nel testo che suggerisca questa idea. È comunque un dettaglio minore.
Detto questo, ti rinnovo i complimenti per la bella prova.
A presto!"
3. L’anello - Barbara Ottani
"Ciao Barbara!
Un bel racconto che si legge con piacere. Mi piace l’interazione con l’ambiente che sei riuscita a creare.
Nota negativa, la fine mi è arrivata molto veloce, forse troppo. Un accenno fugace al passato e arriva la pugnalata. Forse avrei tolto qualche carattere all’inizio per dare più spessore alle motivazioni di Lorenzo.
Per il resto ci sono poche cose da dire se non che è stata una bella prova.
A presto!"
4. Omicidio alle otto – Andrea Crevola
"Ciao Andrea!
Allora, scena interessante con un bel punto di svolta alla fine. Ritmo serrato e dialoghi che tengono botta. Con più caratteri e qualche descrizione in più riguardo agli atteggiamenti, soprattutto di Marco, potrebbe venir fuori veramente una gran bella cosa.
Ho solo qualche appunto da farti.
Per prima cosa, qui ho fatto difficoltà a capire di chi fosse la battuta. All’inizio pensavo dell’ispettore, poi ho riletto per capire meglio. “Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»”
Secondo, fino al lancio del mozzicone hai fatto scomparire la sigaretta. Forse avresti potuto mettere un richiamo qui, anche per far capire che era quasi finita, dato che si sta guardando le mani, avresti avuto la “scusa” per poterla descrivere brevemente: “China lo sguardo sulle sue mani giunte. «Basta che mi lasciate andare. Sono esausto.»”
L’ultima cosa che mi risulta poco credibile è l’effetto sorpresa finale del poliziotto. È efficace per noi, ma dubito che nella realtà possa capitare.
Comunque, ottima prova!
A presto! "
5. E giù a gridare vincere, e vinceremo - M. Maponi
"Ciao Matteo!
Allora, il racconto è scritto molto bene e mi è piaciuta la declinazione che hai dato al tema. Però, da quello che ho percepito arrivando alla fine, sento che avresti dovuto usare a pieno tutti i caratteri a disposizione. Hai dato molto peso alla “storia” del protagonista, a discapito del suo stato emotivo. Quello che ho percepito è una carenza nel soffermarsi sulle sue emozioni che lo hanno portato a un gesto così estremo. Magari qualche riferimento alla solitudine durante i “cortei”, un ricordo di qualche presa in giro o di esser stato lasciato solo davanti agli avversari politici avrebbe potuto legare di più il tutto.
Per il resto, una bella prova.
A presto!"
6. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro – Simone (srcm)
"Ciao Simone!
Idea interessante quella che hai elaborato. Ti giro un consiglio che mi è stato dato a mia volta: cerca di non spezzettare così tanto le frasi, ma alterna i periodi più lunghi a quelli più corti. Il testo ne guadagnerà in scorrevolezza.
Una domanda mi ronza in testa. Kapa si è costruito la sua prigione nell’ultimo giorno di lavoro? O è rimasto sempre in cantiere e non è mai andato a casa? Inoltre, dato che citi gli altri operai, Come mai non si sono accorti che Kapa si stesse murando vivo e non sono intervenuti per internarlo in un manicomio?
Anche la figura dell’astronauta mi lascia perplesso. Nonostante sia un bell’elemento di mistero, a mio avviso la sua presenza dovrebbe comunque esser legata a qualcosa nel racconto.
Per il resto, ti rinnovo i complimenti per l’idea, ha ottime potenzialità.
A presto! "
7. I creatori - Luca Moggia
"Ciao Luca!
Allora, direi che alla fine si arriva proprio al contrario delle intenzioni di Madeline, quindi tema centrato.
Se dovessi proprio essere pignolo, direi che nella prima parte manca un po’ di mordente, almeno per i miei gusti. Un leggero conflitto avrebbe dato quel tocco in più. Mi sono immaginato il signor Montecchi che irrompe nello studio di Madeline rincorso da Jessica perché voleva consegnare di persona il cesto…
Un’altra nota che mi ha spiazzato nella seconda parte è il cambio di narratore, passando dalla terza alla prima per poi tornare alla terza nelle battute finali. Purtroppo, mi ha disorientato un po’ e ho dovuto rileggere un paio di volte per non perdere il filo.
Per il resto una bella distopia alla Terminator che fa sempre bene al cuore.
A presto!"
8. Megalizer - Mario Zanella
"Ciao Mario!
Allora, complimenti per la resa stilistica, il racconto è scritto molto bene e si legge altrettanto bene. Non è facile scrivere dal punto di vista di un bambino, ma ci sei riuscito pienamente.
Detto questo, a mio avviso ci sono un paio di criticità… forse una: Megalizer. Il fatto che appaia così all’improvviso, senza neanche un indizio della sua esistenza sembra forzato e poco credibile. Il robot esisteva davvero ed era un eroe nazionale che poi è impazzito? Se l’idea era questa, al lettore manca qualche indizio per poterla cogliere appieno.
Secondo, la preoccupazione della madre nella prima parte era uno stratagemma per farci capire che c’era qualcosa che non andava con il robot, avresti dovuto descriverlo meglio. Personalmente ho pensato che erano a corto di soldi e la madre si trovasse in imbarazzo a dire di no al figlio.
Detto questo, bella prova.
A presto! "
9. La Miniera della masca – La Ele
"Ciao Ele!
Allora, complimenti per l’idea, tema centrato appieno.
Ti faccio anche i complimenti per l’azzardo riguardo la scelta stilistica. Purtroppo, almeno io, ho fatto molta fatica a leggere il racconto scritto in questa maniera. In particolare, mi ha destabilizzato un po’ leggere i nomi per capire chi stesse parlando e cercare di capire tutto il contesto dalle battute di dialogo (nonostante tu sia stata bravissima nel renderle più chiare possibili).
Detto questo, complimenti per la realizzazione.
A presto!"
10. Alla fine del sentiero - Frafro
"Ciao Frafo!
Allora, tema mezzo centrato. A mio avviso, parti già da una situazione in cui qualcosa è diverso e non c’è un vero colpo di scena finale.
Detto questo, mi permetto di consigliarti un paio di note stilistiche per migliorare il testo, perché così è veramente di difficile lettura. Per prima cosa vai sempre a capo quando ci sono i dialoghi. Secondo, cerca di usare le caporali “»/«” e non i segni di maggiore e minore per le battute.
In generale una prova discreta con del potenziale.
A presto!"
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1223
Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
1. **Alla fine del sentiero** (di frafro)
2. **Che, la creatura** (di Matteo Calcagni)
3. **L'astronauta** (di Simone Regolo)
4. **Omicidio alle otto** (di Andrea Crevola)
5. **Una coppa per il Doge** (di Francesca Frangipane)
6. **E giù gridare vincere, e vinceremo** (di Matteo Maponi)
7. **Megalizer** (di Mario Zanella)
8. **La miniera della Masca** (di La Ele)
9. **I creatori** (di Luca Moggia)
10. **L'anello** (di Barbara Ottani)
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2. **Che, la creatura** (di Matteo Calcagni)
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3. **L'astronauta** (di Simone Regolo)
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4. **Omicidio alle otto** (di Andrea Crevola)
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5. **Una coppa per il Doge** (di Francesca Frangipane)
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6. **E giù gridare vincere, e vinceremo** (di Matteo Maponi)
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7. **Megalizer** (di Mario Zanella)
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8. **La miniera della Masca** (di La Ele)
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9. **I creatori** (di Luca Moggia)
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10. **L'anello** (di Barbara Ottani)
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- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Ciao a tuttə, ho letto tantissimi bei racconti, complimenti. Questo gruppo è stato molto difficile da classificare, il livello dei racconti è molto buono. Anche quelli che ho dovuto mettere tra gli ultimi non avrebbero meritato posti bassi. Mi dispiace, dal mio punto di vista gli è mancato un qualcosa per renderli più completi e perciò sono stato costretto a penalizzarli.
Ho premiato la completezza e la struttura dei racconti.
Se non ricordo male, credo sia la prima volta che leggo dieci racconti in un solo gruppo, erano tanti da dover mettere in graduatoria.
Comunque, ecco la mia classifica.
1 Omicidio alle otto, Andrea Crevola
2 L'astronauta, Simone Regolo
3 Megalizer, Mario Zanella
4 Una coppa per il Doge, Francesca Frangipane
5 Che, la creatura, Matteo Calcagni
6 L'anello, Barbara Ottani
7 E giù a gridare vincere e vinceremo, M.Maponi
8 I creatori, Luca Moggia
9 Alla fine del sentiero, Francesco Forciniti
10 La miniera della masca, La Ele
Omicidio alle otto, Andrea Crevola
Ciao Andrea, racconto scorrevolissimo e gradevole. Non amo i gialli polizieschi ma devo dire che questo racconto è reso bene, ha un bel ritmo che me lo ha fatto leggere facilmente. I dialoghi sono ben costruiti. Per me è un buon racconto. Solo sul finale non avevo capito, da subito, la dinamica esatta. La seconda rilettura mi ha schiarito le idee. Forse giusto su questo aspetto si poteva fare qualcosa leggermente meglio. Ottimo punto di svolta per il tema.
Buona edition, alla prossima.
L'astronauta, Simone Regolo
Ciao Simone, il racconto mi è piaciuto molto. Ha degli elementi introspettivi che si colgono nel testo, come la ricerca della solitudine che però crea barriere e, appunto, muri e isolamento. Credo di aver colto questo aspetto centrale del racconto.
La parte un pò meno chiara credo sia nel concetto di questa frase: "Avrebbe diviso la gente per bene dagli altri: quelli sporchi, quelli che entravano dove non dovevano, quelli che non capivano che solo il lavoro permette di vivere."
Comunque il racconto rientra nelle mie corde. Utilizzi uno stile semplice, un pò onirico e surreale, che non deve essere tradotto logicamente, ma letto con il cuore.
Per me, una buona prova.
Alla prossima, buona edition.
Megalizer, Mario Zanella
Ciao Mario, racconto carino, con il punto di vista del bambino. Una storia simile a quella di Luca nel tuo stesso gruppo. Un inizio con la macchina idolatrata, perchè innocua e un finale distruttivo. Mi è piaciuto lo svolgimento e il ribaltamento della vicenda.
A parta qualche segnalazione che ti hanno già fatto prima di me, trovo il racconto strutturato bene, i dialoghi tra mamma e bambino rendono benino, apparte per quella indecisione della mamma sull'acquisto del giocattolo, ma una cosa di poco conto.
Forse, l'unica cosa che mi sento di dire, è che manca un pò il senso del tempo tra la prima scena e la seconda. Una minima semina avrebbe reso il racconto ancora migliore.
Alla prossima, buona edition.
Una coppa per il Doge, Francesca Frangipane
Ciao Francesca, benvenuta nel forum.
Il racconto è scritto bene, la gestione del pdv efficace e la resa delle tecniche di lavorazione mi sono piaciute molto. Non è semplice trovare dettagli di questo genere nella lavorazione artigianale del vetro. Ottimo lavoro.
La trama è carina, forse arriva un pò debole nel finale, mi spiego meglio: per tutto il racconto, la resa emotiva del pdv la gestisci bene, arrivano le sensazioni prima di immaginario di vittoria e prestigio, poi di frustrazione e di rabbia. Alla fine, la delusione arriva un pò scontata. Si riesce a percepire, ma si sento poco. Secondo me ci sarebbe bisogno di evidenziare un pò di più questo aspetto. Che ne pensi?
Una buona prova, alla prossima.
Che, la creatura, Matteo Calcagni
Ciao Matteo, benvenuto nel forum. Il racconto è carino e divertente. Magari si potesse resuscitare il Comandante :D
Racconto scritto bene, i dialoghi ben strutturati. Stilisticamente nulla da da dire. L'unica cosa che mi ha lasciato più di un dubbio sono stati l'utilizzo del trattino a fine di alcuni dialoghi. Avrei utilizzato dei puntini di sospensione e poi comunque la chiusura con le caporali come lo avevi iniziato. Perchè mi è sembrato quello il modo in cui volessi terminare la frase. Ma è giusto un appunto, un dettaglio.
Buona prova. Alla prossima e buona edition.
L'anello, Barbara Ottani
Ciao Barbara, hai uno stile che mi piace. Le scene sono ben descritte, i colori, l'atmosfera. Davvero bello, complimenti.
Forse l'incipit, il primo periodo, sarebbe stato meglio spezzarlo in due, ci sono molte informazioni in due righe di testo e non è semplice leggere e recepire tutto insieme. Almeno, per me.
La voce narrante che hai utilizzato non mi è dispiaciuta, anche se poteva starci un pdv focalizzato in Lorenzo.
Il ritmo finale l'ho trovato corretto, dona velocità e voglia di arrivare in fondo. Crea l'atmosfera adatta a quel che sta per accadere.
La trama regge un pò meno, forse è il punto debole del racconto. Non ci sono, secondo me, tutte le semine necessarie per dare coerenza al finale.
Uno spunto, giusto per dare un suggerimento:
"Lui, in ginocchio, le porge un gioiello adagiato in un portagioie blu. (...) «Ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?» la voce di Lorenzo trema quanto la sua mano."
Il tremore della mano e della voce arrivano a chi legge a fatto compiuto, quando ormai ho letto che sta in ginocchio, che porge l'anello e che il protagonista ha parlato. Mi ero figurato un momento diverso da quello che poi hai mostrato in scena. Mi era parso fiero e stoico, invece era tremante, in un momento di fragilità e vulnerabilità?.
Prova a riformulare invertendo o amalgamando gestualità e parte emotiva.
Spero di essere riuscito a spiegarmi.
Una buona prova.
Alla prossima, buona edition.
E giù a gridare vincere e vinceremo, M.Maponi
Ciao Matteo, beh che dire, questo racconto interpreta alla lettera il vecchio slogan: "l'unico fascista buono è il fascista morto". In realtà il protagonista è più innocuo che belligerante. Can che abbaia non morde insomma.
Allora, a parte le battute, il racconto è ben descritto, scorre liscio e si legge bene. Il finale mi è arrivato molto drastico. Ti dico la verità, mi è sembrato un pò poco quello che ci racconti per il raggiungimento della fine della sua vita. Non saprei, credo che manchi qualcosa che abbia più effetto, di più impattante. O, in alternativa, qualcosa di più che trova nella casa dove segue la tipa, qualcosa che lo smuova nel profondo. Secondo me qualche semina in più ad aggravare il mondo interiore del pdv sarebbe stato più efficace.
Alla prossima, buona edition.
I creatori, Luca Moggia
Ciao Luca, mi accodo al commento di Signor Darcy. Peccato perchè le due parti sono piuttosto scollegate. C'erano delle ottime premesse nella prima parte che però non trovano riscontro nella seconda. Il filo che le le tiene insieme è davvero sottilissimo. Un riferimento a Madeline secondo me doveva starci nella seconda parte, anche perchè da quel che ho capito c'è un salto temporale soltanto di pochi decenni. Una Madeline invecchiata avrebbe senz'altro figurato bene nella seconda scena e nel finale.
Ci sono riferimenti a Dick o a Blade Runner? Piccola curiosità che mi è rimasta.
Alla prossima, buona edition.
Alla fine del sentiero, Francesco Forciniti
Ciao Francesco, un racconto dalle tonalità assurde e surreali, mi piacciono molto queste scelte.
Per quanto riguarda lo stile della punteggiatura ti hanno già dato suggerimenti fondamentali per una resa migliore e corretta. Sicuramente migliorerai questo aspetto, sia partecipando qui, ma soprattutto, leggendo tantissimo. Fondamentale.
Per rispondere a una tua domanda nei commenti, faccio prima a comporre un pezzo di racconto come se lo avessi fatto io. Spero non te ne dispiaccia, ma riesco a spiegarmi in modo più concreto, perdonami.
<<Non capisco cosa stia succedendo, voglio solo tornare a casa.>> C era sull’orlo di una crisi di nervi, e per poco lo ero anch’io. <<Allora andiamocene.>>
<<Ma quel tronco spezzato non era dall’altra parte del sentiero, quando siamo arrivati?>> C guardava da una parte all’altra del bosco girando il collo come un gufo
<<È vero, anch’io ricordo così.>>
<<E allora che cosa facciamo?>>
<<Dobbiamo mantenere la calma.>>
<<La calma, e quale calma? Ti rendi conto di quello che è appena successo o no? Abbiamo cambiato sesso, il bosco ha deciso fare quel che cazzo gli pare e i sentieri sono serpenti in movimento...>>
<<Calmati C, per favore.>>
<<E ora che altro accadrà: il mio gatto sarà diventato un cane, viola anziché grigio magari, o forse tutti gli edifici saranno sottosopra, col tetto sull’asfalto...>>
<<Ho detto basta.>> L’urlo acuto da ragazzina che feci, servì a farlo calmare.
Oltre a questo tipo di organizzazione del testo, potresti usare anche più beat che rendono il dialogo più corposo e meno botta e risposta.
Io avrei organizzato questo pezzo così. Ovviamente cambiando inizio e fine dei dialoghi con le caporali. Io le faccio usando ALT+174 e ALT+175 su Word. Ma credo ci siano anche altre maniere, ormai sono abituato.
Non sono d'accordo con quello che ti è stato detto: andare a capo non è un cambio di scena, assolutamente!
Discreta prova, buona edition, alla prossima.
La miniera della masca, La Ele
Ciao Ele, i dialoghi della storia sono ben costruiti, nonostante l'assenza totale di prosa, sei riuscita comunque a calarci tra le rocce di questa montagna stregata. La scelta stilistica non è tra quelle che preferisco, però mi sembra un tentativo utile a giocare con il parlato in scena.
Per il resto mi accodo al commento di Matteo: meglio due voci in campo e dal timbro distinto l'uno dall'altra.
Il periodo finale è un pò avulso dalla struttura di tutto il racconto. Forse, un'ultima voce, che esprimesse la stessa paura nell'incontro con la strega, o la voce della strega stessa, sarebbe stata una buona scelta stilistica.
Alla prossima, buona edition.
Ho premiato la completezza e la struttura dei racconti.
Se non ricordo male, credo sia la prima volta che leggo dieci racconti in un solo gruppo, erano tanti da dover mettere in graduatoria.
Comunque, ecco la mia classifica.
1 Omicidio alle otto, Andrea Crevola
2 L'astronauta, Simone Regolo
3 Megalizer, Mario Zanella
4 Una coppa per il Doge, Francesca Frangipane
5 Che, la creatura, Matteo Calcagni
6 L'anello, Barbara Ottani
7 E giù a gridare vincere e vinceremo, M.Maponi
8 I creatori, Luca Moggia
9 Alla fine del sentiero, Francesco Forciniti
10 La miniera della masca, La Ele
Omicidio alle otto, Andrea Crevola
Ciao Andrea, racconto scorrevolissimo e gradevole. Non amo i gialli polizieschi ma devo dire che questo racconto è reso bene, ha un bel ritmo che me lo ha fatto leggere facilmente. I dialoghi sono ben costruiti. Per me è un buon racconto. Solo sul finale non avevo capito, da subito, la dinamica esatta. La seconda rilettura mi ha schiarito le idee. Forse giusto su questo aspetto si poteva fare qualcosa leggermente meglio. Ottimo punto di svolta per il tema.
Buona edition, alla prossima.
L'astronauta, Simone Regolo
Ciao Simone, il racconto mi è piaciuto molto. Ha degli elementi introspettivi che si colgono nel testo, come la ricerca della solitudine che però crea barriere e, appunto, muri e isolamento. Credo di aver colto questo aspetto centrale del racconto.
La parte un pò meno chiara credo sia nel concetto di questa frase: "Avrebbe diviso la gente per bene dagli altri: quelli sporchi, quelli che entravano dove non dovevano, quelli che non capivano che solo il lavoro permette di vivere."
Comunque il racconto rientra nelle mie corde. Utilizzi uno stile semplice, un pò onirico e surreale, che non deve essere tradotto logicamente, ma letto con il cuore.
Per me, una buona prova.
Alla prossima, buona edition.
Megalizer, Mario Zanella
Ciao Mario, racconto carino, con il punto di vista del bambino. Una storia simile a quella di Luca nel tuo stesso gruppo. Un inizio con la macchina idolatrata, perchè innocua e un finale distruttivo. Mi è piaciuto lo svolgimento e il ribaltamento della vicenda.
A parta qualche segnalazione che ti hanno già fatto prima di me, trovo il racconto strutturato bene, i dialoghi tra mamma e bambino rendono benino, apparte per quella indecisione della mamma sull'acquisto del giocattolo, ma una cosa di poco conto.
Forse, l'unica cosa che mi sento di dire, è che manca un pò il senso del tempo tra la prima scena e la seconda. Una minima semina avrebbe reso il racconto ancora migliore.
Alla prossima, buona edition.
Una coppa per il Doge, Francesca Frangipane
Ciao Francesca, benvenuta nel forum.
Il racconto è scritto bene, la gestione del pdv efficace e la resa delle tecniche di lavorazione mi sono piaciute molto. Non è semplice trovare dettagli di questo genere nella lavorazione artigianale del vetro. Ottimo lavoro.
La trama è carina, forse arriva un pò debole nel finale, mi spiego meglio: per tutto il racconto, la resa emotiva del pdv la gestisci bene, arrivano le sensazioni prima di immaginario di vittoria e prestigio, poi di frustrazione e di rabbia. Alla fine, la delusione arriva un pò scontata. Si riesce a percepire, ma si sento poco. Secondo me ci sarebbe bisogno di evidenziare un pò di più questo aspetto. Che ne pensi?
Una buona prova, alla prossima.
Che, la creatura, Matteo Calcagni
Ciao Matteo, benvenuto nel forum. Il racconto è carino e divertente. Magari si potesse resuscitare il Comandante :D
Racconto scritto bene, i dialoghi ben strutturati. Stilisticamente nulla da da dire. L'unica cosa che mi ha lasciato più di un dubbio sono stati l'utilizzo del trattino a fine di alcuni dialoghi. Avrei utilizzato dei puntini di sospensione e poi comunque la chiusura con le caporali come lo avevi iniziato. Perchè mi è sembrato quello il modo in cui volessi terminare la frase. Ma è giusto un appunto, un dettaglio.
Buona prova. Alla prossima e buona edition.
L'anello, Barbara Ottani
Ciao Barbara, hai uno stile che mi piace. Le scene sono ben descritte, i colori, l'atmosfera. Davvero bello, complimenti.
Forse l'incipit, il primo periodo, sarebbe stato meglio spezzarlo in due, ci sono molte informazioni in due righe di testo e non è semplice leggere e recepire tutto insieme. Almeno, per me.
La voce narrante che hai utilizzato non mi è dispiaciuta, anche se poteva starci un pdv focalizzato in Lorenzo.
Il ritmo finale l'ho trovato corretto, dona velocità e voglia di arrivare in fondo. Crea l'atmosfera adatta a quel che sta per accadere.
La trama regge un pò meno, forse è il punto debole del racconto. Non ci sono, secondo me, tutte le semine necessarie per dare coerenza al finale.
Uno spunto, giusto per dare un suggerimento:
"Lui, in ginocchio, le porge un gioiello adagiato in un portagioie blu. (...) «Ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?» la voce di Lorenzo trema quanto la sua mano."
Il tremore della mano e della voce arrivano a chi legge a fatto compiuto, quando ormai ho letto che sta in ginocchio, che porge l'anello e che il protagonista ha parlato. Mi ero figurato un momento diverso da quello che poi hai mostrato in scena. Mi era parso fiero e stoico, invece era tremante, in un momento di fragilità e vulnerabilità?.
Prova a riformulare invertendo o amalgamando gestualità e parte emotiva.
Spero di essere riuscito a spiegarmi.
Una buona prova.
Alla prossima, buona edition.
E giù a gridare vincere e vinceremo, M.Maponi
Ciao Matteo, beh che dire, questo racconto interpreta alla lettera il vecchio slogan: "l'unico fascista buono è il fascista morto". In realtà il protagonista è più innocuo che belligerante. Can che abbaia non morde insomma.
Allora, a parte le battute, il racconto è ben descritto, scorre liscio e si legge bene. Il finale mi è arrivato molto drastico. Ti dico la verità, mi è sembrato un pò poco quello che ci racconti per il raggiungimento della fine della sua vita. Non saprei, credo che manchi qualcosa che abbia più effetto, di più impattante. O, in alternativa, qualcosa di più che trova nella casa dove segue la tipa, qualcosa che lo smuova nel profondo. Secondo me qualche semina in più ad aggravare il mondo interiore del pdv sarebbe stato più efficace.
Alla prossima, buona edition.
I creatori, Luca Moggia
Ciao Luca, mi accodo al commento di Signor Darcy. Peccato perchè le due parti sono piuttosto scollegate. C'erano delle ottime premesse nella prima parte che però non trovano riscontro nella seconda. Il filo che le le tiene insieme è davvero sottilissimo. Un riferimento a Madeline secondo me doveva starci nella seconda parte, anche perchè da quel che ho capito c'è un salto temporale soltanto di pochi decenni. Una Madeline invecchiata avrebbe senz'altro figurato bene nella seconda scena e nel finale.
Ci sono riferimenti a Dick o a Blade Runner? Piccola curiosità che mi è rimasta.
Alla prossima, buona edition.
Alla fine del sentiero, Francesco Forciniti
Ciao Francesco, un racconto dalle tonalità assurde e surreali, mi piacciono molto queste scelte.
Per quanto riguarda lo stile della punteggiatura ti hanno già dato suggerimenti fondamentali per una resa migliore e corretta. Sicuramente migliorerai questo aspetto, sia partecipando qui, ma soprattutto, leggendo tantissimo. Fondamentale.
Per rispondere a una tua domanda nei commenti, faccio prima a comporre un pezzo di racconto come se lo avessi fatto io. Spero non te ne dispiaccia, ma riesco a spiegarmi in modo più concreto, perdonami.
<<Non capisco cosa stia succedendo, voglio solo tornare a casa.>> C era sull’orlo di una crisi di nervi, e per poco lo ero anch’io. <<Allora andiamocene.>>
<<Ma quel tronco spezzato non era dall’altra parte del sentiero, quando siamo arrivati?>> C guardava da una parte all’altra del bosco girando il collo come un gufo
<<È vero, anch’io ricordo così.>>
<<E allora che cosa facciamo?>>
<<Dobbiamo mantenere la calma.>>
<<La calma, e quale calma? Ti rendi conto di quello che è appena successo o no? Abbiamo cambiato sesso, il bosco ha deciso fare quel che cazzo gli pare e i sentieri sono serpenti in movimento...>>
<<Calmati C, per favore.>>
<<E ora che altro accadrà: il mio gatto sarà diventato un cane, viola anziché grigio magari, o forse tutti gli edifici saranno sottosopra, col tetto sull’asfalto...>>
<<Ho detto basta.>> L’urlo acuto da ragazzina che feci, servì a farlo calmare.
Oltre a questo tipo di organizzazione del testo, potresti usare anche più beat che rendono il dialogo più corposo e meno botta e risposta.
Io avrei organizzato questo pezzo così. Ovviamente cambiando inizio e fine dei dialoghi con le caporali. Io le faccio usando ALT+174 e ALT+175 su Word. Ma credo ci siano anche altre maniere, ormai sono abituato.
Non sono d'accordo con quello che ti è stato detto: andare a capo non è un cambio di scena, assolutamente!
Discreta prova, buona edition, alla prossima.
La miniera della masca, La Ele
Ciao Ele, i dialoghi della storia sono ben costruiti, nonostante l'assenza totale di prosa, sei riuscita comunque a calarci tra le rocce di questa montagna stregata. La scelta stilistica non è tra quelle che preferisco, però mi sembra un tentativo utile a giocare con il parlato in scena.
Per il resto mi accodo al commento di Matteo: meglio due voci in campo e dal timbro distinto l'uno dall'altra.
Il periodo finale è un pò avulso dalla struttura di tutto il racconto. Forse, un'ultima voce, che esprimesse la stessa paura nell'incontro con la strega, o la voce della strega stessa, sarebbe stata una buona scelta stilistica.
Alla prossima, buona edition.
Manuel Marinari
- Signor_Darcy
- Messaggi: 356
Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Al solito, difficile. Molto.
1. L'anello
2. Omicidio alle otto
3. E giù a gridare vincere, e vinceremo
4. Che, la creatura
5. Alla fine del sentiero
6. Una coppa per il doge
7. La miniera della Masca
8. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro
9. Megalizer
10. I creatori
***
L’anello
di Barbara Ottani
Omicidio alle otto
di Andrea Crevola
E giù a gridare vincere, e vinceremo
di M. Maponi
Che, la creatura
di Matteo Calcagni
Alla fine del sentiero
di frafo
Una coppa per il doge
di Francesca Frangipane
La miniera della Masca
di La Ele
L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro
di Simone Regolo
Megalizer
di Mario Zanella
I creatori
di Luca Moggia
1. L'anello
2. Omicidio alle otto
3. E giù a gridare vincere, e vinceremo
4. Che, la creatura
5. Alla fine del sentiero
6. Una coppa per il doge
7. La miniera della Masca
8. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro
9. Megalizer
10. I creatori
***
L’anello
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Omicidio alle otto
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Alla fine del sentiero
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Megalizer
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I creatori
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Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella de IL GLADIATORE, dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.
- Stefano Scudeler
- Messaggi: 108
Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
1. Una coppa per il doge
2. L'anello
3. Omicidio alle otto
4. Che, la creatura
5. I creatori
6. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro
7. Alla fine del sentiero
8. E giù a gridare vincere, e vinceremo
9. La miniera della Masca
10. Megalizer
1. Una coppa per il doge
Ciao Francesca!
Hai fatto un lavoro fantastico nella descrizione di un mastro vetraio che lavora al suo forno.
I piccoli inciampi stilistici te li hanno già fatti notare quindi evito di parlarne.
Per quanto riguarda il finale (che anche io ho trovato un po' fiacco) ti sarebbe bastato mettere una posta in gioco per il mastro vetraio. Se non avesse completato la coppa, sarebbe stato un disastro per la sua bottega. Magari il doge non gli avrebbe più assegnato lavori di prestigio...
Questo avrebbe caricato molto di più di tensione il racconto che invece sembra essere solo una occasione per aumentare la fama del maestro.
Inoltre non ho ben capito il ruolo dell'aiutante. Gli viene detto che ogni errore costa giorni di lavoro ma sembra invece che in poco tempo il mastro vetraio possa fare più tentativi...
Questa cosa mi è rimasta una nota un po' stonata in una bellissima sinfonia di calore e sabbia fusa.
2. L'anello
Ciao Barbara!
Sono sempre contento di commentare i tuoi racconti perchè crei immagini e colori veramente vividi con le parole. Ti invidio molto questa dote.
Passando al succo, hai detto che hai voluto usare un narratore non focalizzato per non rovinare il twist finale. Secondo me avresti potuto usare la prima persona focalizzata in Elena e non avresti rovinato nulla. Quando compariva l'anello, le avresti fatto pensare "cazzo, ma questo chi è?". Siccome questa scoperta arriva abbastanza vicina alla fine del racconto (che era già breve a causa dei 3000 caratteri), non avresti rovinato nulla. Anzi.
Rimane una buona idea e centra il tema, anche se con tutti quei testimoni forse non mi sarei aspettato anche la coltellata.
3. Omicidio alle otto
Ciao Andrea!
A differenza di altri che ti hanno commentato, io sono un appassionato di gialli e il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Il twist finale è arrivato abbastanza bene e secondo me il poliziotto l'ha tirata un po' lunga ma non troppo. Ci stava che gli facesse delle domande preliminari per capire se il sospettato mentiva.
E poi bisogna ricordarsi che sono racconti, che si parla di fantasia. Quindi ok attinenza al reale ma un po' di elasticità ci vuole, altrimenti non ci si gode nessuna narrazione! Bisogna essere un po' lascivi, nel senso di lasciar correre.
Detto questo avrei una domanda: perchè non hai narrato la vicenda dal punto di vista del sospettato? Avresti evitato di far nascondere al poliziotto il fatto che lui sa benissimo che l'interrogato è innocente. Questa è l'unica cosa che, arrivato alla fine, mi ha fatto un po' storcere il naso.
4. Che, la creatura
Ciao Matteo!
Bel racconto, soprattutto per gli amanti di Frankenstein Junior (come me).
La partenza è un po' "spiegona": la condensazione di Vattelapesca, la spiegazione di come si chiama una molotov e il sottolineare che Igor è un gobbo mi sono sembrate un po' esagerate. Poi il resto mi è piaciuto di più su come hai gestito i dialoghi.
Mi sarei aspettato un "Frau Blucher" per richiamare il fulmine!
E forse non avrei scritto Abenitomussolini per intero alla fine. Sarebbe bastato un Abn... Abnmusso. Sono quasi sicuro che avrebbero colto tutti il riferimento e avresti mantenuto più "intatta" la battuta originale.
Sono minuzie, le scrivo perchè chi ha commentato prima di me ha già scritto molto sul resto.
5. I creatori
Ciao Luca!
Il tema è centrato e il senso del racconto si capisce bene già dalla prima lettura.
Anche io avrei preferito un richiamo alle protagoniste della prima parte del racconto visto che le avevi descritte con buoni particolari. E anche per me sarebbe stato più azzeccato ridurre il tempo trascorso tra il primo blocco e il secondo, avrebbe dato un senso di urgenza nel mondo reale molto più incalzante. Avrei pensato "caspita, abbiamo poco tempo per fermarci!"
Ultima cosa: nella seconda parte avrei usato il corsivo per staccare la parte di pensiero dal resto visto che è in terza persona. A me è capita di continuo di perdere la formattazione quindi forse è successo anche a te.
6. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro
Ciao Simone!
Il senso generale del racconto arriva pian piano in una atmosfera surreale e ben congegnata.
Anche io ho trovato fuorviante la frase in cui dici che il muro serviva a tenere fuori gli sporchi e i cattivi.
Ho pensato che per un attimo una specie di muro Stati Uniti / Messico. Però non mi spiegavo l'astronauta e poi il fatto che il muro fosse circolare e avesse un tetto.
A dire il vero non mi spiego ancora l'astronauta :-)
Non mi soffermo sulle note stilistiche che ti hanno fatto e con cui concordo.
Ti faccio solo un appunto sull'attacco: scrivi che l'ombra alle sue spalle aveva la forma di un astronauta. Ma se è alle sue spalle, come fa a vederla?
È una minuzia, ma messa così all'inizio può far calare il gradimento per molti (parlo per esperienza).
7. Alla fine del sentiero
Ciao Francesco!
Visto che i commentatori che mi hanno preceduto sono stati abbastanza esaustivi per quanto riguarda le caporali e gli a capi, non ci torno su. Forse solo per confermare che andare a capi nei dialoghi non significa cambiare scena ma solo che la "palla" passa a qualcun altro.
Per rendere utile il mio commento ti aggiungo un paio di cose che mi hanno fuorviato e che secondo me potresti rivedere.
1. La similitudine iniziale sulle zanne di lupo grondanti di sangue unita alla metamorfosi dei due protagonisti, mi ha fatto pensare a dei licantropi. E ci ho messo un bel po' per togliermi questa idea dalla testa (non sto dicendo che sia automatico in tutti quelli che leggeranno il racconto, ma essendo una similitudine che non ha una utilità di per sé stessa, io la eviterei).
Questo vale anche per le altre che hai usato (forse troppe). Mi hanno fatto più confusione che altro.
2. Non ho capito assolutamente cosa c'entra il bosco e se è colpa dei protagonisti questo ribaltamento surreale del mondo.
Perché se è colpa loro, non si capisce perché due che entrano in un bosco causano un casino tale. Se invece il bosco non ha nessuna funzione, non ci perderei così tanto spazio.
Spero di averti dato degli spunti utili e non vedo l'ora di rileggere qualcosa di tuo perché Minuti Contati è utilissimo per migliorare!
8. E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo!
Come hanno già scritto altri anche per me il racconto è scritto molto bene ma il finale arriva in modo troppo inaspettato.
Durante tutto il testo non ho scorto nessun motivo per il gesto estremo.
Forse Benny temeva che le cose si sarebbero ribaltate, cioè che i comunisti avrebbero superato in violenza i fascisti e quindi ha pensato che prima o poi avrebbe fatto una brutta fine?
Come sempre i tuoi racconti danno molto da riflettere sulla società attuale (e questo secondo me è un merito non da poco) ma stavolta in un'ora non hai avuto il tempo di passarci tutte le informazioni.
Grande ammirazione per aver fatto così tanto in così poco tempo comunque.
9. La miniera della Masca
Ciao Ele!
Bella la sperimentazione in forma dialogica, sei riuscita a far passare l'atmosfera senza scadere troppo nel "as you know Bob". Un po' si, nel senso che a volte vengono descritte delle cose che vedono tutti e tre i protagonisti (come ti diceva Matteo forse erano meglio due, visto che hai voluto giocare solo coi dialoghi).
Purtroppo il tema del contest mi ha un po' rovinato il finale ma se lo si legge senza tenerne conto, risulta molto godibile.
10. Megalizer
Ciao Mario!
A differenza di quello che hanno detto altri, a me non ha dato tanto fastidio il passaggio tra il primo e il secondo blocco. Me l'aspettavo, forse per il tema del contest o forse perché eri riuscito a farmelo intuire (probabilmente è un mix delle due cose).
Per quanto riguarda il lessico usato dal bambino non sto qui a ripeterti quello che ti hanno già fatto notare ma penso che si tratti solo di cambiare qualche parola e riformulare un po' le frasi.
2. L'anello
3. Omicidio alle otto
4. Che, la creatura
5. I creatori
6. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro
7. Alla fine del sentiero
8. E giù a gridare vincere, e vinceremo
9. La miniera della Masca
10. Megalizer
1. Una coppa per il doge
Ciao Francesca!
Hai fatto un lavoro fantastico nella descrizione di un mastro vetraio che lavora al suo forno.
I piccoli inciampi stilistici te li hanno già fatti notare quindi evito di parlarne.
Per quanto riguarda il finale (che anche io ho trovato un po' fiacco) ti sarebbe bastato mettere una posta in gioco per il mastro vetraio. Se non avesse completato la coppa, sarebbe stato un disastro per la sua bottega. Magari il doge non gli avrebbe più assegnato lavori di prestigio...
Questo avrebbe caricato molto di più di tensione il racconto che invece sembra essere solo una occasione per aumentare la fama del maestro.
Inoltre non ho ben capito il ruolo dell'aiutante. Gli viene detto che ogni errore costa giorni di lavoro ma sembra invece che in poco tempo il mastro vetraio possa fare più tentativi...
Questa cosa mi è rimasta una nota un po' stonata in una bellissima sinfonia di calore e sabbia fusa.
2. L'anello
Ciao Barbara!
Sono sempre contento di commentare i tuoi racconti perchè crei immagini e colori veramente vividi con le parole. Ti invidio molto questa dote.
Passando al succo, hai detto che hai voluto usare un narratore non focalizzato per non rovinare il twist finale. Secondo me avresti potuto usare la prima persona focalizzata in Elena e non avresti rovinato nulla. Quando compariva l'anello, le avresti fatto pensare "cazzo, ma questo chi è?". Siccome questa scoperta arriva abbastanza vicina alla fine del racconto (che era già breve a causa dei 3000 caratteri), non avresti rovinato nulla. Anzi.
Rimane una buona idea e centra il tema, anche se con tutti quei testimoni forse non mi sarei aspettato anche la coltellata.
3. Omicidio alle otto
Ciao Andrea!
A differenza di altri che ti hanno commentato, io sono un appassionato di gialli e il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Il twist finale è arrivato abbastanza bene e secondo me il poliziotto l'ha tirata un po' lunga ma non troppo. Ci stava che gli facesse delle domande preliminari per capire se il sospettato mentiva.
E poi bisogna ricordarsi che sono racconti, che si parla di fantasia. Quindi ok attinenza al reale ma un po' di elasticità ci vuole, altrimenti non ci si gode nessuna narrazione! Bisogna essere un po' lascivi, nel senso di lasciar correre.
Detto questo avrei una domanda: perchè non hai narrato la vicenda dal punto di vista del sospettato? Avresti evitato di far nascondere al poliziotto il fatto che lui sa benissimo che l'interrogato è innocente. Questa è l'unica cosa che, arrivato alla fine, mi ha fatto un po' storcere il naso.
4. Che, la creatura
Ciao Matteo!
Bel racconto, soprattutto per gli amanti di Frankenstein Junior (come me).
La partenza è un po' "spiegona": la condensazione di Vattelapesca, la spiegazione di come si chiama una molotov e il sottolineare che Igor è un gobbo mi sono sembrate un po' esagerate. Poi il resto mi è piaciuto di più su come hai gestito i dialoghi.
Mi sarei aspettato un "Frau Blucher" per richiamare il fulmine!
E forse non avrei scritto Abenitomussolini per intero alla fine. Sarebbe bastato un Abn... Abnmusso. Sono quasi sicuro che avrebbero colto tutti il riferimento e avresti mantenuto più "intatta" la battuta originale.
Sono minuzie, le scrivo perchè chi ha commentato prima di me ha già scritto molto sul resto.
5. I creatori
Ciao Luca!
Il tema è centrato e il senso del racconto si capisce bene già dalla prima lettura.
Anche io avrei preferito un richiamo alle protagoniste della prima parte del racconto visto che le avevi descritte con buoni particolari. E anche per me sarebbe stato più azzeccato ridurre il tempo trascorso tra il primo blocco e il secondo, avrebbe dato un senso di urgenza nel mondo reale molto più incalzante. Avrei pensato "caspita, abbiamo poco tempo per fermarci!"
Ultima cosa: nella seconda parte avrei usato il corsivo per staccare la parte di pensiero dal resto visto che è in terza persona. A me è capita di continuo di perdere la formattazione quindi forse è successo anche a te.
6. L'astronauta - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il muro
Ciao Simone!
Il senso generale del racconto arriva pian piano in una atmosfera surreale e ben congegnata.
Anche io ho trovato fuorviante la frase in cui dici che il muro serviva a tenere fuori gli sporchi e i cattivi.
Ho pensato che per un attimo una specie di muro Stati Uniti / Messico. Però non mi spiegavo l'astronauta e poi il fatto che il muro fosse circolare e avesse un tetto.
A dire il vero non mi spiego ancora l'astronauta :-)
Non mi soffermo sulle note stilistiche che ti hanno fatto e con cui concordo.
Ti faccio solo un appunto sull'attacco: scrivi che l'ombra alle sue spalle aveva la forma di un astronauta. Ma se è alle sue spalle, come fa a vederla?
È una minuzia, ma messa così all'inizio può far calare il gradimento per molti (parlo per esperienza).
7. Alla fine del sentiero
Ciao Francesco!
Visto che i commentatori che mi hanno preceduto sono stati abbastanza esaustivi per quanto riguarda le caporali e gli a capi, non ci torno su. Forse solo per confermare che andare a capi nei dialoghi non significa cambiare scena ma solo che la "palla" passa a qualcun altro.
Per rendere utile il mio commento ti aggiungo un paio di cose che mi hanno fuorviato e che secondo me potresti rivedere.
1. La similitudine iniziale sulle zanne di lupo grondanti di sangue unita alla metamorfosi dei due protagonisti, mi ha fatto pensare a dei licantropi. E ci ho messo un bel po' per togliermi questa idea dalla testa (non sto dicendo che sia automatico in tutti quelli che leggeranno il racconto, ma essendo una similitudine che non ha una utilità di per sé stessa, io la eviterei).
Questo vale anche per le altre che hai usato (forse troppe). Mi hanno fatto più confusione che altro.
2. Non ho capito assolutamente cosa c'entra il bosco e se è colpa dei protagonisti questo ribaltamento surreale del mondo.
Perché se è colpa loro, non si capisce perché due che entrano in un bosco causano un casino tale. Se invece il bosco non ha nessuna funzione, non ci perderei così tanto spazio.
Spero di averti dato degli spunti utili e non vedo l'ora di rileggere qualcosa di tuo perché Minuti Contati è utilissimo per migliorare!
8. E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo!
Come hanno già scritto altri anche per me il racconto è scritto molto bene ma il finale arriva in modo troppo inaspettato.
Durante tutto il testo non ho scorto nessun motivo per il gesto estremo.
Forse Benny temeva che le cose si sarebbero ribaltate, cioè che i comunisti avrebbero superato in violenza i fascisti e quindi ha pensato che prima o poi avrebbe fatto una brutta fine?
Come sempre i tuoi racconti danno molto da riflettere sulla società attuale (e questo secondo me è un merito non da poco) ma stavolta in un'ora non hai avuto il tempo di passarci tutte le informazioni.
Grande ammirazione per aver fatto così tanto in così poco tempo comunque.
9. La miniera della Masca
Ciao Ele!
Bella la sperimentazione in forma dialogica, sei riuscita a far passare l'atmosfera senza scadere troppo nel "as you know Bob". Un po' si, nel senso che a volte vengono descritte delle cose che vedono tutti e tre i protagonisti (come ti diceva Matteo forse erano meglio due, visto che hai voluto giocare solo coi dialoghi).
Purtroppo il tema del contest mi ha un po' rovinato il finale ma se lo si legge senza tenerne conto, risulta molto godibile.
10. Megalizer
Ciao Mario!
A differenza di quello che hanno detto altri, a me non ha dato tanto fastidio il passaggio tra il primo e il secondo blocco. Me l'aspettavo, forse per il tema del contest o forse perché eri riuscito a farmelo intuire (probabilmente è un mix delle due cose).
Per quanto riguarda il lessico usato dal bambino non sto qui a ripeterti quello che ti hanno già fatto notare ma penso che si tratti solo di cambiare qualche parola e riformulare un po' le frasi.
Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Mia prima volta nell’arena; ho commentato tutti i racconti, probabilmente non rispettando il numero di caratteri chiedo scusa e spero di migliorare in tutti i sensi. (li ho poi controllati TUTTI e solo uno era striminzito e l'ho aggiustato)
La mia classifica (dal 4^ posto in poi consideratevi tutti in quella posizione pari merito)
1 omicidio alle otto
2 l’anello
3 Che la creatura
4 La miniera della masca
5 una coppa per il doge
6 l'astronauta
7 Megalizer
8 e giù a gridare vincere e vinceremo
9 alla fine del sentiero
10 i creatori
Omicidio alle otto
Ottimo!!! Un interrogatorio incalzante, sembra fatto apposta per estorcere una confessione al marito della vittima (sempre il primo sospettato in questi casi) con un finale che fa saltare sulla sedia. STREPITOSO. Davvero, da amante di libri gialli, thriller, noir ti dico che sei geniale!
Un giallo in poche battute con un finale risolutivo, logico, possibile e credibile. Per ciò che può valere il mio parere ho tanta voglia di leggerti ancora. Complimenti davvero.
L'anello
Bello, una situazione romantica nella quale sembra di sentire suoni di violini e canti melodiosi di uccellini sui cui suoni piomba poi una nube cupa, pesante, distruttiva.
Ci si aspetta la classica proposta di matrimonio e si finisce in un omicidio.
Ben scritto tenendo conto dell’esiguo numero di battute a disposizione. Credo arrivi senza problemi il messaggio celato. Mi è piaciuto molto
Che la creatura
Mia prima esperienza in arena. Il tuo racconto ha suscitato ben più di un sorriso e mi è piaciuto molto. Ben centrato il tema, scorrevole il testo, ottima l’idea. Indovinato il richiamo a Frankestein Junior e la trovata dell'appartenenza del cervello a Abenito Mussolini invece che del mitico Che. A rileggerci presto. Spero
La miniera della masca
Buona l’idea della compagnia di amici che osa affrontare la caverna conosciuta come “maledetta”, dalla quale nessuno è mai tornato, forse qualche personaggio in meno mi avrebbe coinvolta di più nelle emozioni provate. Bella anche l'idea del dialogo a dar corpo al racconto che riporta all'infanzia, ai racconti degli anziani per spaventare i bambini in modo che non si mettessero nei guai con la loro curiosità.
Una coppa per il doge
Mia prima esperienza nell’arena. Bello il racconto, ma…Filippo “squittisce”?!? Inoltre è un po’ chi troppo vuole nulla stringe, tanto entusiasmo iniziale per poi avere una completa devastante delusione. È comunque un bel racconto ed io spero solo di raggiungere il livello di scrittura di alcuni di voi che sto leggendo
L'astronauta
C’è tanta tanta solitudine in un lavoro ripetitivo e alienante dove l’unica compagnia è un astronauta o, almeno, vestito da tale si presenta ogni giorno a controllare l’operato del muratore che, solerte, continua mattone su mattone la costruzione del muro.
Che alla fine lo avvolgerà, lo chiuderà in uno spazio angusto e senza scampo.
Da adito a diverse e personali interpretazioni, io ho letto l’alienazione di una vita votata al lavoro al termine del quale ci si ritrova soli, prigionieri del proprio operato senza null’altro.
Megalizer
Bella l’idea del bambino che racconta; anche qui un grande desiderio si rivela, alla fine, un ma immane tragedia, il giocattolo scelto, voluto si rivelerà un invincibile e letale nemico. Trasmette emozioni diverse ma tutte ugualmente intense. L’ho letto più volte ed ogni volta ho provato sensazioni diverse, comunque di gradimento del racconto.
Temo di non essermi attenuta,in questo né in altri commenti, alla regola dei trecento caratteri. Ripeto è la mia prima volta, chiedo scusa e spero di imparare anche a commentare
E giù a gridare vincere e vinceremo
Anche secondo me manca qualcosa a giustificare un gesto così estremo. Ma è comunque ben delineata la perdonali, il”credo” che lo conduce a cercare guai nelle dimostrazioni.
È sempre stato semplice, per noi nati dopo la guerra, scegliere da che parte stare e che fascista era sinonimo di cattivo. Eppure esistono ed è forse giusto dare anche a loro voce e possibilità di espressione.
Il racconto in sé non è male
Alla fine del sentiero
Perdonami ma non ho capito il racconto, se sono due bambini finiti in videogioco, se sono due uomini che si trovano in un bosco magico. Non so cosa dire anche perché non ne ho le conoscenze tecniche. Non so dirti se mi è piaciuto o meno ma questo perché a me non piace il genere fantasy e te ne chiedo scusa
I creatori
Come ti hanno già scritto, un po’ scontata la storia della macchina che si rivolta contro il proprio creatore e, come ho visto scritto, non amo i fantasy.
Comunque tema centrato e buona prosa, al di là di preferenze personali. Un buon racconto che non so apprezzare proprio per un mio limite di genere letterario che non mi attrae proprio.
La mia classifica (dal 4^ posto in poi consideratevi tutti in quella posizione pari merito)
1 omicidio alle otto
2 l’anello
3 Che la creatura
4 La miniera della masca
5 una coppa per il doge
6 l'astronauta
7 Megalizer
8 e giù a gridare vincere e vinceremo
9 alla fine del sentiero
10 i creatori
Omicidio alle otto
Ottimo!!! Un interrogatorio incalzante, sembra fatto apposta per estorcere una confessione al marito della vittima (sempre il primo sospettato in questi casi) con un finale che fa saltare sulla sedia. STREPITOSO. Davvero, da amante di libri gialli, thriller, noir ti dico che sei geniale!
Un giallo in poche battute con un finale risolutivo, logico, possibile e credibile. Per ciò che può valere il mio parere ho tanta voglia di leggerti ancora. Complimenti davvero.
L'anello
Bello, una situazione romantica nella quale sembra di sentire suoni di violini e canti melodiosi di uccellini sui cui suoni piomba poi una nube cupa, pesante, distruttiva.
Ci si aspetta la classica proposta di matrimonio e si finisce in un omicidio.
Ben scritto tenendo conto dell’esiguo numero di battute a disposizione. Credo arrivi senza problemi il messaggio celato. Mi è piaciuto molto
Che la creatura
Mia prima esperienza in arena. Il tuo racconto ha suscitato ben più di un sorriso e mi è piaciuto molto. Ben centrato il tema, scorrevole il testo, ottima l’idea. Indovinato il richiamo a Frankestein Junior e la trovata dell'appartenenza del cervello a Abenito Mussolini invece che del mitico Che. A rileggerci presto. Spero
La miniera della masca
Buona l’idea della compagnia di amici che osa affrontare la caverna conosciuta come “maledetta”, dalla quale nessuno è mai tornato, forse qualche personaggio in meno mi avrebbe coinvolta di più nelle emozioni provate. Bella anche l'idea del dialogo a dar corpo al racconto che riporta all'infanzia, ai racconti degli anziani per spaventare i bambini in modo che non si mettessero nei guai con la loro curiosità.
Una coppa per il doge
Mia prima esperienza nell’arena. Bello il racconto, ma…Filippo “squittisce”?!? Inoltre è un po’ chi troppo vuole nulla stringe, tanto entusiasmo iniziale per poi avere una completa devastante delusione. È comunque un bel racconto ed io spero solo di raggiungere il livello di scrittura di alcuni di voi che sto leggendo
L'astronauta
C’è tanta tanta solitudine in un lavoro ripetitivo e alienante dove l’unica compagnia è un astronauta o, almeno, vestito da tale si presenta ogni giorno a controllare l’operato del muratore che, solerte, continua mattone su mattone la costruzione del muro.
Che alla fine lo avvolgerà, lo chiuderà in uno spazio angusto e senza scampo.
Da adito a diverse e personali interpretazioni, io ho letto l’alienazione di una vita votata al lavoro al termine del quale ci si ritrova soli, prigionieri del proprio operato senza null’altro.
Megalizer
Bella l’idea del bambino che racconta; anche qui un grande desiderio si rivela, alla fine, un ma immane tragedia, il giocattolo scelto, voluto si rivelerà un invincibile e letale nemico. Trasmette emozioni diverse ma tutte ugualmente intense. L’ho letto più volte ed ogni volta ho provato sensazioni diverse, comunque di gradimento del racconto.
Temo di non essermi attenuta,in questo né in altri commenti, alla regola dei trecento caratteri. Ripeto è la mia prima volta, chiedo scusa e spero di imparare anche a commentare
E giù a gridare vincere e vinceremo
Anche secondo me manca qualcosa a giustificare un gesto così estremo. Ma è comunque ben delineata la perdonali, il”credo” che lo conduce a cercare guai nelle dimostrazioni.
È sempre stato semplice, per noi nati dopo la guerra, scegliere da che parte stare e che fascista era sinonimo di cattivo. Eppure esistono ed è forse giusto dare anche a loro voce e possibilità di espressione.
Il racconto in sé non è male
Alla fine del sentiero
Perdonami ma non ho capito il racconto, se sono due bambini finiti in videogioco, se sono due uomini che si trovano in un bosco magico. Non so cosa dire anche perché non ne ho le conoscenze tecniche. Non so dirti se mi è piaciuto o meno ma questo perché a me non piace il genere fantasy e te ne chiedo scusa
I creatori
Come ti hanno già scritto, un po’ scontata la storia della macchina che si rivolta contro il proprio creatore e, come ho visto scritto, non amo i fantasy.
Comunque tema centrato e buona prosa, al di là di preferenze personali. Un buon racconto che non so apprezzare proprio per un mio limite di genere letterario che non mi attrae proprio.
Ultima modifica di loredana il giovedì 26 dicembre 2024, 16:12, modificato 2 volte in totale.
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Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Classifica:
1) Una coppa per il Doge
2) Che, la Creatura
3) L’astronauta: ovvero, come ho imparato a non…
4) Megalizer
5) Omicidio alle otto
6) E giù a gridare vincere, e vinceremo
7) I creatori
8) L’anello
9) Alla fine del sentiero
10) La Miniera della masca
Commenti:
1) Una coppa per il Doge, di Francesca Frangipane
Ciao Francesca!
Allora, questo racconto è… bello. Solo bello. Funziona tutto per me. Hai un’ottima gestione del flusso “pensiero-descrizione-sensazione” che fa scorrere le frasi come l’acqua. Aggettivi giusti (bello il sorriso oleoso, te lo rubo), similitudini in pov, concatenazione delle sensazioni perfetta. Non ho avuto neanche un momento di inceppo nella lettura.
Vogliamo trovare una pecca? Questa edizione si prestava al colpo di scena, e qui non c’è. Non direi che sei fuori tema, forse solo che la tua idea non lo sfrutta appieno.
In ogni caso, chi se ne frega. Per me primo posto super meritato.
2) Che, la Creatura, di Matteo Calcagni
Ciao Matteo!
A me sto racconto fa molto ridere. Ed è anche scritto bene. Hai una prima frase bella forte, in due righe caratterizzi luogo, situazione e interiorità del pov.
A livello stilistico non ho molto da dire. Molte pennellate concrete (goccioloni grossi come chicchi d’uva, le nuvole bucherellate dall’acqua...) che funzionano tutte. Forse farei un po’ di attenzione a non ricadere nel narratore esterno, esempio:
In mano ha quel che sembra una Koktejl' Molotova, meglio nota come bottiglia Molotov.
Perché? Se il Doc pensa una Molotov, allora metti “mi tende una molotov”. Basta. Di sicuro non pensa “quel che sembra una Koktejl' Molotova, che secondo l’accademia della Crusca è comunemente soprannominata bottiglia Molotov” :P
A parte questo, mancano un paio di salti logici, ma è un racconto di 500 parole e l’obiettivo credo fosse di strappare una risata, quindi non sto qui a fare il puntiglioso. Per me secondo posto.
3) L’astronauta: ovvero, come ho imparato a non… , di Simone Regolo
Ciao Simone!
Devo dire che a me questo stile surreale non dispiace.
Forse avrei aggiunto qualche dettaglio puntuale. La malta che gli si incrosta sotto le unghie, gli occhi che gli lacrimano per la polvere… invece rimane tutto un po’ asettico. Però immagino sia una scelta.
Non sto qui a pontificare su “ma perché il muro”, “ma chi è l’astronauta”, “ma come ha fatto a uscire dal muro” etc. Si tratta di un racconto di 3k battute, non può fare tutto, e per me fa quello che deve. Peccato però perché forse se espanso con un po’ di risposte e qualche dettaglio puntuale, mi sarebbe rimasto impresso ancora di più.
In generale per me una buona prova, da podio, e sarei curioso di leggerne una versione “estesa” :)
4) Megalizer, di Mario Zanella
Ciao Mario!
Comincio dai complimenti. Per me, a livello stilistico è una buona prova. C’è l’interiorità del bambino, i dialoghi funzionano, i dettagli puntuali anche.
Purtroppo, le due parti sono abbastanza scollate. Non ci sono semine del perché questo Megalizer uccida tutti, e anche la parte iniziale della madre attaccata al telefono, che poteva essere una semina, poi non mi sembra raccolta in alcun modo. Aggiungo che il bambino che non si rende conto che il robottone sta per schiacciare la mamma forse è un pelo irreale, ecco.
Quindi, per me, prova riuscita a metà (comunque quarto posto).
5) Omicidio alle otto, di Andrea Crevola
Ciao Andrea!
Quasi tutto dialoghi, che però per me funziona abbastanza. Molto botta e risposta, ritmo serrato, mi tiene la lettura.
Non capisco il bisogno del riassuntino iniziale, che praticamente viene poi ripetuto nelle battute. A questo punto ti avrei detto: fai davvero quasi solo dialoghi, con qualche dettaglio concreto per farci capire dove sono e cosa sente il commissario, e taglia l’infodump iniziale.
Forse ti suggerirei anche qualche piccolo accorgimento stilistico. Esempio:
“Lancia il mozzicone verso di me, ma ha la fortuna di mancarmi.”
In che senso? Che se mi avesse preso gli avrei spaccato la faccia? Allora forse avrei scritto anche questo, perché caratterizza il personaggio.
In generale, comunque, non male :)
6) E giù a gridare vincere, e vinceremo, di M.Maponi
Ciao Matteo!
La storia è sicuramente interessante, e riesci a dare molti dettagli puntuali (la luce nella camera, la cattiveria negli occhi, il portone di legno sbeccato). Personalmente, però, trovo la terza all’imperfetto abbastanza estraniante. Forse se tutto il racconto fosse stato in prima presente avrebbe avuto più impatto, e avresti avuto occasione di farmi vivere il corteo e il contrasto nelle emozioni di Benny.
Per quanto riguarda il tema, non sono sicuro di afferrare il modo in cui l’hai interpretato. Nel senso: mi sembra chiaro dall’inizio che Benny è uno che dice dice ma non fa, e anche la descrizione di lui che segue la ragazza e poi rinuncia lo conferma. Quindi, arrivato a quel punto, mi sarei quasi aspettato che “il contrario” fosse che si faceva saltare in piazza… mentre impiccarsi mi sembra abbastanza “in linea”, ecco.
Ultimo appunto, dato che con così pochi caratteri il finale conta più che mai: quel “si è impiccato” mi stona come tempo verbale in raccordo al resto del racconto. Forse avrei finito con un “Nella sua cameretta ripulita da cima a fondo, alle 5.45 di un lunedì mattina, Benny Moscardini ciondolava senza vita, il collo stretto al cappio di una corda appesa al soffitto.”
7) I creatori, di Luca Moggia
Ciao Luca!
Concordo con gli altri che il distacco tra prima e seconda parte è abbastanza ampio, tanto da farle sentire quasi due storie slegate. Se avessi trovato un filo conduttore (ad esempio, se Adam avesse visto l’aver salvato l’operaio come un modo per guadagnare la supremazia sugli umani) la storia avrebbe guadagnato in coerenza.
Aggiungo che nella prima parte ci sono molti dettagli puntuali ma poca interiorità, a parte nell’ultimo pensiero, quindi sento un po’ meno questa adorazione per Adam. Al confronto, la seconda parte è molto forte, trasuda odio, quindi l’ho preferita. Forse avvicinando temporalmente o le due metà e aumentando questo contrasto di emozioni avresti potenziato l’impatto.
8) L’anello, di Barbara Ottani
Ciao Barbara!
Allora, il racconto è scritto abbastanza bene. Purtroppo è tutto descritto da un narratore esterno, e manca completamente l’interiorità dei personaggi, il che mi ha lasciato abbastanza confuso.
C’è un anello, ok. E Lorenzo le dice che è bellissima. Ma quindi stanno insieme? Lei pensa che lui le stia chiedendo di sposarlo? Poi lui le chiede “lo sapevi già, quando l’hai incontrato?”. Incontrato chi? Sapevi cosa? Se fossimo interni a lui, vedremmo la rabbia. Se fossimo interni a lei, vedremmo… tristezza? Senso di colpa? Invece purtroppo così non vediamo niente.
In generale, la scrittura e i dettagli puntuali non mi dispiacciono, ma molte cose rimangono poco chiare, quindi per me prova non superata appieno.
9) Alla fine del sentiero, di Frafro
Ciao Francesco!
In generale l’idea non mi dispiace. Purtroppo, il non andare accapo con i dialoghi rende molto complessa la lettura, quindi si fa un po’ di fatica. In generale, l’unica situazione in cui non vai accapo è se il parlante rimane lo stesso ma fa o pensa cose. Esempio
“Non male questa zuppa.” Ciccio si portò il cucchiaio alla bocca e sospirò deliziato. “Spero che ce ne sia un’altra tazza.”
Altra cosa: la prima al passato è un po’ estraniante per me. Se sei agli inizi, consiglierei una standard prima presente o terza passata. Entrambe ti evitano anche gli sfridi di tempi verbali, tipo:
“Tutto quello che mi aveva detto, combaciava perfettamente con l’esperienza che ebbi a casa mia.”
Qui “ebbi” sarebbe un “avevo avuto”. E anche la virgola dopo “detto” è superflua.
In generale, bella l’idea, ma per me un po’ troppo caotico.
10) La Miniera della masca, di La Ele
Ciao Ele!
Faccio una premessa: se vuoi scrivere un dialogo solo con dialoghi, devi essere un mostro dei dialoghi. Se ti interessa, vai a leggerti qualsiasi post della pagina “non è successo niente” su facebook, l’autore (Targhetta) crea dei botta e risposta veramente ben fatti.
Seconda premessa: se proprio lo vuoi fare, i parlanti devono essere due. Oppure devono essere SUPER caratterizzati. Se fossero “Uomo Nero, Coniglietto Pasquale e Babbo Natale” potrebbe anche andare, ma tre lettere a caso non funzionano e rendono impossibile capire chi parla.
Ora, appurato che hai deciso di fare un triplo salto mortale senza rete, arriviamo al commento vero e proprio. I dialoghi stessi devono sì far arrivare informazioni, ma non possono farlo in modo asettico.
Esempio:
M. "Sentite, non amo andare in posti che non conosco e la Miniera della masca è uno di quelli. Nei paesi a valle girano strane voci su quel luogo e io non ho avuto abbastanza tempo per analizzare attentamente la morfologia della zona. In passato sono scomparse delle persone senza lasciare alcuna traccia."
Questo non è un dialogo, sei tu scrittrice che racconti a me lettore delle informazioni da libro di testo. E quindi, purtroppo, annoia. Esempio rapido di come si potrebbe rifare (uso lettere a caso per i nomi):
P. “Sentite, stasera c’è Masterchef, quindi vediamo di darci una mossa.”
M. “Mi sa che ti dovrai guardare la replica, perché questa scarpinata ci prenderà minimo quattro ore. Cinque, se Ciccio non muove il culo.”
C. “Il culo lo muoverà tua sorella. E comunque, perché stiamo andando in una miniera. Con una giornata così, non potevamo rimanere all’aperto?”
P. “E perderci l’ebbrezza di vagare quattro – o cinque – ore per una miniera infestata? Giammai!”
M. “C’è poco da scherzare. In paese mi hanno detto che qua dentro è sparita un bel po’ di gente… siamo sicuri di non voler tornare indietro? Così tu non perdi Masterchef, e Ciccio non si affatica troppo. Non vorrei mai che perdesse qualche etto…”
C. “Adesso mi hai rotto. Io non ho problemi ad andare nella miniera, al contrario di te.” Si rivolge a P. “Ti pare che ci doveva capitare la guida alpina fifona?”
È migliorabile, e continuo a sostenere che il solo dialogo non funzioni con tre personaggi, ma almeno ora c’è un po’ di brio. Un po’ di conflitto. Un po’ di battute che sembrano reali.
In generale, per me prova non ottimale. Spero che i miei commenti ti siano utili!
1) Una coppa per il Doge
2) Che, la Creatura
3) L’astronauta: ovvero, come ho imparato a non…
4) Megalizer
5) Omicidio alle otto
6) E giù a gridare vincere, e vinceremo
7) I creatori
8) L’anello
9) Alla fine del sentiero
10) La Miniera della masca
Commenti:
1) Una coppa per il Doge, di Francesca Frangipane
Ciao Francesca!
Allora, questo racconto è… bello. Solo bello. Funziona tutto per me. Hai un’ottima gestione del flusso “pensiero-descrizione-sensazione” che fa scorrere le frasi come l’acqua. Aggettivi giusti (bello il sorriso oleoso, te lo rubo), similitudini in pov, concatenazione delle sensazioni perfetta. Non ho avuto neanche un momento di inceppo nella lettura.
Vogliamo trovare una pecca? Questa edizione si prestava al colpo di scena, e qui non c’è. Non direi che sei fuori tema, forse solo che la tua idea non lo sfrutta appieno.
In ogni caso, chi se ne frega. Per me primo posto super meritato.
2) Che, la Creatura, di Matteo Calcagni
Ciao Matteo!
A me sto racconto fa molto ridere. Ed è anche scritto bene. Hai una prima frase bella forte, in due righe caratterizzi luogo, situazione e interiorità del pov.
A livello stilistico non ho molto da dire. Molte pennellate concrete (goccioloni grossi come chicchi d’uva, le nuvole bucherellate dall’acqua...) che funzionano tutte. Forse farei un po’ di attenzione a non ricadere nel narratore esterno, esempio:
In mano ha quel che sembra una Koktejl' Molotova, meglio nota come bottiglia Molotov.
Perché? Se il Doc pensa una Molotov, allora metti “mi tende una molotov”. Basta. Di sicuro non pensa “quel che sembra una Koktejl' Molotova, che secondo l’accademia della Crusca è comunemente soprannominata bottiglia Molotov” :P
A parte questo, mancano un paio di salti logici, ma è un racconto di 500 parole e l’obiettivo credo fosse di strappare una risata, quindi non sto qui a fare il puntiglioso. Per me secondo posto.
3) L’astronauta: ovvero, come ho imparato a non… , di Simone Regolo
Ciao Simone!
Devo dire che a me questo stile surreale non dispiace.
Forse avrei aggiunto qualche dettaglio puntuale. La malta che gli si incrosta sotto le unghie, gli occhi che gli lacrimano per la polvere… invece rimane tutto un po’ asettico. Però immagino sia una scelta.
Non sto qui a pontificare su “ma perché il muro”, “ma chi è l’astronauta”, “ma come ha fatto a uscire dal muro” etc. Si tratta di un racconto di 3k battute, non può fare tutto, e per me fa quello che deve. Peccato però perché forse se espanso con un po’ di risposte e qualche dettaglio puntuale, mi sarebbe rimasto impresso ancora di più.
In generale per me una buona prova, da podio, e sarei curioso di leggerne una versione “estesa” :)
4) Megalizer, di Mario Zanella
Ciao Mario!
Comincio dai complimenti. Per me, a livello stilistico è una buona prova. C’è l’interiorità del bambino, i dialoghi funzionano, i dettagli puntuali anche.
Purtroppo, le due parti sono abbastanza scollate. Non ci sono semine del perché questo Megalizer uccida tutti, e anche la parte iniziale della madre attaccata al telefono, che poteva essere una semina, poi non mi sembra raccolta in alcun modo. Aggiungo che il bambino che non si rende conto che il robottone sta per schiacciare la mamma forse è un pelo irreale, ecco.
Quindi, per me, prova riuscita a metà (comunque quarto posto).
5) Omicidio alle otto, di Andrea Crevola
Ciao Andrea!
Quasi tutto dialoghi, che però per me funziona abbastanza. Molto botta e risposta, ritmo serrato, mi tiene la lettura.
Non capisco il bisogno del riassuntino iniziale, che praticamente viene poi ripetuto nelle battute. A questo punto ti avrei detto: fai davvero quasi solo dialoghi, con qualche dettaglio concreto per farci capire dove sono e cosa sente il commissario, e taglia l’infodump iniziale.
Forse ti suggerirei anche qualche piccolo accorgimento stilistico. Esempio:
“Lancia il mozzicone verso di me, ma ha la fortuna di mancarmi.”
In che senso? Che se mi avesse preso gli avrei spaccato la faccia? Allora forse avrei scritto anche questo, perché caratterizza il personaggio.
In generale, comunque, non male :)
6) E giù a gridare vincere, e vinceremo, di M.Maponi
Ciao Matteo!
La storia è sicuramente interessante, e riesci a dare molti dettagli puntuali (la luce nella camera, la cattiveria negli occhi, il portone di legno sbeccato). Personalmente, però, trovo la terza all’imperfetto abbastanza estraniante. Forse se tutto il racconto fosse stato in prima presente avrebbe avuto più impatto, e avresti avuto occasione di farmi vivere il corteo e il contrasto nelle emozioni di Benny.
Per quanto riguarda il tema, non sono sicuro di afferrare il modo in cui l’hai interpretato. Nel senso: mi sembra chiaro dall’inizio che Benny è uno che dice dice ma non fa, e anche la descrizione di lui che segue la ragazza e poi rinuncia lo conferma. Quindi, arrivato a quel punto, mi sarei quasi aspettato che “il contrario” fosse che si faceva saltare in piazza… mentre impiccarsi mi sembra abbastanza “in linea”, ecco.
Ultimo appunto, dato che con così pochi caratteri il finale conta più che mai: quel “si è impiccato” mi stona come tempo verbale in raccordo al resto del racconto. Forse avrei finito con un “Nella sua cameretta ripulita da cima a fondo, alle 5.45 di un lunedì mattina, Benny Moscardini ciondolava senza vita, il collo stretto al cappio di una corda appesa al soffitto.”
7) I creatori, di Luca Moggia
Ciao Luca!
Concordo con gli altri che il distacco tra prima e seconda parte è abbastanza ampio, tanto da farle sentire quasi due storie slegate. Se avessi trovato un filo conduttore (ad esempio, se Adam avesse visto l’aver salvato l’operaio come un modo per guadagnare la supremazia sugli umani) la storia avrebbe guadagnato in coerenza.
Aggiungo che nella prima parte ci sono molti dettagli puntuali ma poca interiorità, a parte nell’ultimo pensiero, quindi sento un po’ meno questa adorazione per Adam. Al confronto, la seconda parte è molto forte, trasuda odio, quindi l’ho preferita. Forse avvicinando temporalmente o le due metà e aumentando questo contrasto di emozioni avresti potenziato l’impatto.
8) L’anello, di Barbara Ottani
Ciao Barbara!
Allora, il racconto è scritto abbastanza bene. Purtroppo è tutto descritto da un narratore esterno, e manca completamente l’interiorità dei personaggi, il che mi ha lasciato abbastanza confuso.
C’è un anello, ok. E Lorenzo le dice che è bellissima. Ma quindi stanno insieme? Lei pensa che lui le stia chiedendo di sposarlo? Poi lui le chiede “lo sapevi già, quando l’hai incontrato?”. Incontrato chi? Sapevi cosa? Se fossimo interni a lui, vedremmo la rabbia. Se fossimo interni a lei, vedremmo… tristezza? Senso di colpa? Invece purtroppo così non vediamo niente.
In generale, la scrittura e i dettagli puntuali non mi dispiacciono, ma molte cose rimangono poco chiare, quindi per me prova non superata appieno.
9) Alla fine del sentiero, di Frafro
Ciao Francesco!
In generale l’idea non mi dispiace. Purtroppo, il non andare accapo con i dialoghi rende molto complessa la lettura, quindi si fa un po’ di fatica. In generale, l’unica situazione in cui non vai accapo è se il parlante rimane lo stesso ma fa o pensa cose. Esempio
“Non male questa zuppa.” Ciccio si portò il cucchiaio alla bocca e sospirò deliziato. “Spero che ce ne sia un’altra tazza.”
Altra cosa: la prima al passato è un po’ estraniante per me. Se sei agli inizi, consiglierei una standard prima presente o terza passata. Entrambe ti evitano anche gli sfridi di tempi verbali, tipo:
“Tutto quello che mi aveva detto, combaciava perfettamente con l’esperienza che ebbi a casa mia.”
Qui “ebbi” sarebbe un “avevo avuto”. E anche la virgola dopo “detto” è superflua.
In generale, bella l’idea, ma per me un po’ troppo caotico.
10) La Miniera della masca, di La Ele
Ciao Ele!
Faccio una premessa: se vuoi scrivere un dialogo solo con dialoghi, devi essere un mostro dei dialoghi. Se ti interessa, vai a leggerti qualsiasi post della pagina “non è successo niente” su facebook, l’autore (Targhetta) crea dei botta e risposta veramente ben fatti.
Seconda premessa: se proprio lo vuoi fare, i parlanti devono essere due. Oppure devono essere SUPER caratterizzati. Se fossero “Uomo Nero, Coniglietto Pasquale e Babbo Natale” potrebbe anche andare, ma tre lettere a caso non funzionano e rendono impossibile capire chi parla.
Ora, appurato che hai deciso di fare un triplo salto mortale senza rete, arriviamo al commento vero e proprio. I dialoghi stessi devono sì far arrivare informazioni, ma non possono farlo in modo asettico.
Esempio:
M. "Sentite, non amo andare in posti che non conosco e la Miniera della masca è uno di quelli. Nei paesi a valle girano strane voci su quel luogo e io non ho avuto abbastanza tempo per analizzare attentamente la morfologia della zona. In passato sono scomparse delle persone senza lasciare alcuna traccia."
Questo non è un dialogo, sei tu scrittrice che racconti a me lettore delle informazioni da libro di testo. E quindi, purtroppo, annoia. Esempio rapido di come si potrebbe rifare (uso lettere a caso per i nomi):
P. “Sentite, stasera c’è Masterchef, quindi vediamo di darci una mossa.”
M. “Mi sa che ti dovrai guardare la replica, perché questa scarpinata ci prenderà minimo quattro ore. Cinque, se Ciccio non muove il culo.”
C. “Il culo lo muoverà tua sorella. E comunque, perché stiamo andando in una miniera. Con una giornata così, non potevamo rimanere all’aperto?”
P. “E perderci l’ebbrezza di vagare quattro – o cinque – ore per una miniera infestata? Giammai!”
M. “C’è poco da scherzare. In paese mi hanno detto che qua dentro è sparita un bel po’ di gente… siamo sicuri di non voler tornare indietro? Così tu non perdi Masterchef, e Ciccio non si affatica troppo. Non vorrei mai che perdesse qualche etto…”
C. “Adesso mi hai rotto. Io non ho problemi ad andare nella miniera, al contrario di te.” Si rivolge a P. “Ti pare che ci doveva capitare la guida alpina fifona?”
È migliorabile, e continuo a sostenere che il solo dialogo non funzioni con tre personaggi, ma almeno ora c’è un po’ di brio. Un po’ di conflitto. Un po’ di battute che sembrano reali.
In generale, per me prova non ottimale. Spero che i miei commenti ti siano utili!
Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Dovete ancora ricevere due classifiche oltre a quella de IL GLADIATORE. Tra queste due considero anche quella di Loredana in quanto se non provvederà a ripostarla con tutti i commenti allegati, come richiesto da regolamento, sarò costretto a squalificarla per questa e la prossima edizione (e spero tanto che ce la faccia, ho già provveduto a contattarla privatamente).
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 374
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Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Buongiorno a tutti.
Ecco la mia classifica:
1)Omicidio alle otto.
Ciao Andrea! Piacere di rileggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Seppur retto dai dialoghi, hai saputo condirli con elementi descrittivi che hanno fatto calare molto bene nella scena.
L'aderenza al tema c'è, con il colpo di scena finale sulle intenzioni dell'investigatore.
Forse mancava qualche elemento in più di semina ma comunque l'effetto non è stato come quello di un fulmine a ciel sereno perché si sposava coerentemente con quanto letto fino a quel momento.
Ti metto al primo posto e ti faccio i miei complimenti.
A presto!
2)Megalizer.
Ciao Mario. Piacere di leggerti.
Il tuo racconto è scritto molto bene e risulta scorrevole.
A una seconda e terza rilettura ho visto anche quanto tu abbia seminato in maniera corretta le informazioni, lasciando intendere la reticenza della madre.
Ci sono solo un paio di cose che mi hanno lasciato perplesso.
Perché, se il robot è cattivo e sta facendo danni in giro per la città (la preoccupazione della madre che legge le notizie sul telefono me lo danno a pensare) i negozi di giocattoli ne vendono il pupazzo? Questa cosa stona un pochino. E come lo conosce il bambino? Prima era un robot buono? Mancano forse gli elementi per indicarlo.
La seconda cosa riguarda il punto di vista. Se scegli quello del bambino devi poi adeguare anche la voce narrante. Per esempio "mi montò il terrore come una pentola a pressione" sembra una similitudine poco adatta a un bambino. Ho fatto solo un esempio.
L'ultima cosa, ma è mio gusto personale, non riesco a concepire una madre che abbandona il figlio di fronte al pericolo, ma si sa che nel mondo a volte succedono anche queste cose.
Comunque l'ho apprezzato e ho deciso di metterti al secondo posto.
A rileggerci!
3)L’astronauta.
Ciao Simone! Ben trovato!
Il tuo racconto è molto onirico ma trovo che tu abbia inserito degli elementi che riescono a far capire al lettore sin da subito la natura del testo. Soprattutto con l'introduzione dell'astronauta.
Africa, muratore e astronauta sono elementi che non si amalgamano e leggendo mi hanno posto a un bivio. O mi sarei aspettato che l'uomo era un pazzo e stava costruendo il muro di un manicomio o ci sarebbe stata una trama alla "Piccolo Principe".
Di conseguenza non mi ha disturbato la mancanza di logica all'interno della storia. Sicuramente ci sono dei simbolismi interessanti ma penalizzati un po' dai pochi caratteri a disposizione.
Di certo mi sarebbe piaciuto approfondire maggiormente e avere più chiara la spiegazione attraverso qualche elemento aggiuntivo.
Ti metto sul podio ma al terzo posto, a causa di questa mancata chiarezza.
Buona edition!
4)Che, la Creatura.
Ciao Matteo! Piacere di leggerti!
Il racconto ci cala in un contesto parodistico, non lo si capisce subito, ma chi ha visto e apprezzato Frankenstein Junior lo intuisce alla comparsa di Igor con la gobba.
Seguendo questo tipo di registro direi che la storia fa il suo dovere e diverte.
Certo, mi pongo il dubbio sul fatto che lo possano apprezzare anche coloro che non hanno visto il film, ma tutto sommato penso di sì, perché la sostituzione Guevara-Mussolini strappa comunque un sorriso.
L'unica perplessità che ho avuto riguarda il fatto che non si capisce se siano da soli in questa lotta armata o se facciano parte di un gruppo di persone. Il contesto, per quanto surreale, non è abbastanza definito.
Lo trovo comunque un racconto da parte alta della classifica.
A rileggerci!
5)Una coppa per il doge.
Ciao Francesca! Piacere di leggerti!
Il racconto fila liscio e lo stile è sicuramente invidiabile. Dimostri molta dimestichezza, anche per quanto riguarda la materia trattata. Complimenti.
Riesci a far avvertire un forte di senso di frustrazione e gestisci bene i tempi.
Forse l'unico difetto di questo racconto è manca di tensione narrativa. L'ho trovato fin troppo lineare, portando da un punto A a un punto B. Manca quella sorta di elemento che agita un pochino le acque, secondo me cosa importante in un racconto breve di così poche battute perché è la chiave che accende l'interesse e riesce a imprimerlo nella mente di chi legge.
Comunque, ripeto, anche se non mi ha entusiasmato da quel punto di vista, premio lo stile che è eccellente, mettendolo nella parte alta della classifica.
A rileggerci!
6)I creatori.
Ciao Luca, piacere di leggerti!
Il racconto è ben scritto nella prima parte, mentre nella seconda, oltre a problemi relativi alla trama e alla tensione narrativa, ho trovato un cambiamento di stile molto meno efficace.
Entrando nel dettaglio, ho trovato che nella prima metà ci fosse molto potenziale. Vengono introdotti diversi elementi che potevano, secondo me, essere sviluppato nella restante parte del racconto, senza allontanarsi troppo. Si poteva giocare su come il robot avrebbe salvato la persona, magari svelando un secondo fine di programmazione. O il secondo fine poteva essere in relazione al dono che l'azienda riceve. Insomma, di spunti ce n'erano e non voglio di certo suggerirli (non mi piace spingere troppo su quello che avrei fatto io. Ognuno di noi ha una propria creatività).
Però la scelta che hai attuato è stata fin troppo lineare, piazzando una situazione che sa di già visto e che per comprimere gli eventi e mostrarli al lettore finisce per essere fin troppo raccontato.
Premio lo stile (della prima parte) e l'aderenza alla traccia, piazzandolo davanti ad altri racconti, ma non riesco a farlo salire nella metà alta della classifica.
A rileggerci!
7)E giù a gridare vincere, vinceremo.
Ciao Matteo! Piacere di leggerti.
Il racconto è ben scritto e devo dire che hai interpretato bene il punto di vista del protagonista. Si avverte la frustrazione del non riuscire ad agire, limitandosi a solitudine e parole.
Andrebbe tutto a gonfie vele, dunque (a parte un paio di refusi), se non fosse per la scelta della chiusura.
Questo perché non trovo ci sia stata una semina abbastanza potente da poter far comprendere al lettore il gesto.
Come tu stesso scrivi nella parte finale, non sono stati gli avvenimenti raccontati ad essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono stati altri elementi della sua vita che l'hanno portato a maturare la scelta. Ma questi elementi non ci sono noti e il racconto perde quindi la sua impalcatura, stordendo il lettore con una fotografia finale che raggiunge solo l'obiettivo di colpire il bersaglio della traccia.
Secondo me, facendo virare il finale in una direzione più comprensibile e su cui poter più empatizzare, avresti guadagnato punti sfruttando il potenziale della prima parte che era senza dubbio ben costruita.
A rileggerci!
8)L’anello.
Ciao Barbara, piacere di trovarti!
Il problema di questo racconto credo che consista essenzialmente nel non detto.
Questo perché i sottintesi riguardano elementi fin troppo importanti al fine della comprensione della storia.
Ho dovuto rileggerlo tre volte per capire il rapporto tra la donna e Lorenzo. All'inizio ero in dubbio se i due si fossero frequentati oppure no, se invece lui si fosse presentato mostrandole l'anello e basta.
Ma nel racconto si parla di un anno in cui i due si conoscono e la domanda sorge spontanea: perché Lorenzo avrebbe aspettato un anno per attuare questo piano? A che scopo? Mi sembra un po' esagerato.
Lei, inoltre, mostra di averlo riconosciuto già da un po'. Perché non insospettirsi, quindi, che il suo fidanzato le abbia tenuto nascosto di essere il fratello del suo ex morto suicida?
Infine butti alcuni dettagli sul rapporto tra la donna e l'ex, sul suo non essere una buona persona. Era necessario, dato che non viene spiegato?
Mi sono preso la briga di leggere le tue risposte agli altri commenti e ho notato che su alcune cose non avevi le idee chiare in fase di progettazione, lasciando fin troppo all'immaginazione del lettore.
Secondo me, per una buona riuscita di questi escamotage, è necessario che l'autore abbia ben chiare le dinamiche, anche se non intende mostrarle tutte a chi legge.
Complimenti comunque per l'idea.
Buona edition!
9)La miniera della masca.
Ciao Ele. Piacere di trovarti.
L'idea è stata sicuramente interessante e mi ha fatto conoscere qualcosa di nuovo di cui non sapevo nulla.
Il problema del racconto, però, credo stia proprio nella sua struttura.
Hai deciso di affidarti soltanto ai dialoghi ma questo ha comportato una difficoltà enorme, che è quella di dover dare molte informazioni al lettore.
Il risultato, secondo me, è stato che il parlato dei personaggi ne è uscito molto artificioso, con parecchio infodump.
Questo ne ha penalizzato la riuscita.
Credo che riscrivendolo con un narratore esterno, lasciando un po' di respiro alla descrizione dell'ambiente, delle azioni e delle situazioni, ti permetterebbe di mostrare un po' di più, anziché raccontare.
Altrimenti rischi di cadere nell'effetto As You Know, Bob.
Alla prossima!
10)Alla fine del sentiero.
Ciao Francesco. Piacere di trovarti.
Il racconto scorre bene e non ho riscontrato problemi in tal senso se non il mancato uso delle caporali (ma ho visto che te lo hanno già fatto notare).
Riguardo alla storia, ho faticato a entrare nel mood onirico e surreale che hai gettato addosso al lettore dalla prima riga. Non che mi desse fastidio il no-sense (c'è un altro racconto nel tuo girone che ha scelto questo tipo di ambientazione che ho perfino premiato) ma forse, in questo caso, ci voleva qualche punto di riferimento in più per orientarsi nella trama.
Ci troviamo due protagonisti, all'inizio, di cui sappiamo davvero poco, se non nulla (perché uno dei due ti limiti a chiamarlo C, invece che per nome?) e questo crea delle difficoltà nell'empatizzare. Non sappiamo cosa erano prima e l'unica cosa che il lettore vede è quella di un mondo alla rovescia, che però mi dà la sensazione di aver semplicemente aderito alla trama in maniera letterale senza aggiungerci qualcosa di tuo.
Anche il finale non sono riuscito ad afferrarlo. Per quale ragione arrivare alla fine del sentiero avrebbe portato a tutto questo? Perché la frase viene impostata come se fosse la rivelazione che risolve tutto l'enigma, quando invece, almeno su di me, non ha sortito questo effetto.
Magari per i prossimi lavori ti consiglio di provare a dare più solidità alla storia cercando di portarla a un punto di arrivo, cosa non facile con i pochi caratteri a disposizione. Ma fa parte della difficoltà di Minuti Contati.
A rileggerci!
Ecco la mia classifica:
1)Omicidio alle otto.
Ciao Andrea! Piacere di rileggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Seppur retto dai dialoghi, hai saputo condirli con elementi descrittivi che hanno fatto calare molto bene nella scena.
L'aderenza al tema c'è, con il colpo di scena finale sulle intenzioni dell'investigatore.
Forse mancava qualche elemento in più di semina ma comunque l'effetto non è stato come quello di un fulmine a ciel sereno perché si sposava coerentemente con quanto letto fino a quel momento.
Ti metto al primo posto e ti faccio i miei complimenti.
A presto!
2)Megalizer.
Ciao Mario. Piacere di leggerti.
Il tuo racconto è scritto molto bene e risulta scorrevole.
A una seconda e terza rilettura ho visto anche quanto tu abbia seminato in maniera corretta le informazioni, lasciando intendere la reticenza della madre.
Ci sono solo un paio di cose che mi hanno lasciato perplesso.
Perché, se il robot è cattivo e sta facendo danni in giro per la città (la preoccupazione della madre che legge le notizie sul telefono me lo danno a pensare) i negozi di giocattoli ne vendono il pupazzo? Questa cosa stona un pochino. E come lo conosce il bambino? Prima era un robot buono? Mancano forse gli elementi per indicarlo.
La seconda cosa riguarda il punto di vista. Se scegli quello del bambino devi poi adeguare anche la voce narrante. Per esempio "mi montò il terrore come una pentola a pressione" sembra una similitudine poco adatta a un bambino. Ho fatto solo un esempio.
L'ultima cosa, ma è mio gusto personale, non riesco a concepire una madre che abbandona il figlio di fronte al pericolo, ma si sa che nel mondo a volte succedono anche queste cose.
Comunque l'ho apprezzato e ho deciso di metterti al secondo posto.
A rileggerci!
3)L’astronauta.
Ciao Simone! Ben trovato!
Il tuo racconto è molto onirico ma trovo che tu abbia inserito degli elementi che riescono a far capire al lettore sin da subito la natura del testo. Soprattutto con l'introduzione dell'astronauta.
Africa, muratore e astronauta sono elementi che non si amalgamano e leggendo mi hanno posto a un bivio. O mi sarei aspettato che l'uomo era un pazzo e stava costruendo il muro di un manicomio o ci sarebbe stata una trama alla "Piccolo Principe".
Di conseguenza non mi ha disturbato la mancanza di logica all'interno della storia. Sicuramente ci sono dei simbolismi interessanti ma penalizzati un po' dai pochi caratteri a disposizione.
Di certo mi sarebbe piaciuto approfondire maggiormente e avere più chiara la spiegazione attraverso qualche elemento aggiuntivo.
Ti metto sul podio ma al terzo posto, a causa di questa mancata chiarezza.
Buona edition!
4)Che, la Creatura.
Ciao Matteo! Piacere di leggerti!
Il racconto ci cala in un contesto parodistico, non lo si capisce subito, ma chi ha visto e apprezzato Frankenstein Junior lo intuisce alla comparsa di Igor con la gobba.
Seguendo questo tipo di registro direi che la storia fa il suo dovere e diverte.
Certo, mi pongo il dubbio sul fatto che lo possano apprezzare anche coloro che non hanno visto il film, ma tutto sommato penso di sì, perché la sostituzione Guevara-Mussolini strappa comunque un sorriso.
L'unica perplessità che ho avuto riguarda il fatto che non si capisce se siano da soli in questa lotta armata o se facciano parte di un gruppo di persone. Il contesto, per quanto surreale, non è abbastanza definito.
Lo trovo comunque un racconto da parte alta della classifica.
A rileggerci!
5)Una coppa per il doge.
Ciao Francesca! Piacere di leggerti!
Il racconto fila liscio e lo stile è sicuramente invidiabile. Dimostri molta dimestichezza, anche per quanto riguarda la materia trattata. Complimenti.
Riesci a far avvertire un forte di senso di frustrazione e gestisci bene i tempi.
Forse l'unico difetto di questo racconto è manca di tensione narrativa. L'ho trovato fin troppo lineare, portando da un punto A a un punto B. Manca quella sorta di elemento che agita un pochino le acque, secondo me cosa importante in un racconto breve di così poche battute perché è la chiave che accende l'interesse e riesce a imprimerlo nella mente di chi legge.
Comunque, ripeto, anche se non mi ha entusiasmato da quel punto di vista, premio lo stile che è eccellente, mettendolo nella parte alta della classifica.
A rileggerci!
6)I creatori.
Ciao Luca, piacere di leggerti!
Il racconto è ben scritto nella prima parte, mentre nella seconda, oltre a problemi relativi alla trama e alla tensione narrativa, ho trovato un cambiamento di stile molto meno efficace.
Entrando nel dettaglio, ho trovato che nella prima metà ci fosse molto potenziale. Vengono introdotti diversi elementi che potevano, secondo me, essere sviluppato nella restante parte del racconto, senza allontanarsi troppo. Si poteva giocare su come il robot avrebbe salvato la persona, magari svelando un secondo fine di programmazione. O il secondo fine poteva essere in relazione al dono che l'azienda riceve. Insomma, di spunti ce n'erano e non voglio di certo suggerirli (non mi piace spingere troppo su quello che avrei fatto io. Ognuno di noi ha una propria creatività).
Però la scelta che hai attuato è stata fin troppo lineare, piazzando una situazione che sa di già visto e che per comprimere gli eventi e mostrarli al lettore finisce per essere fin troppo raccontato.
Premio lo stile (della prima parte) e l'aderenza alla traccia, piazzandolo davanti ad altri racconti, ma non riesco a farlo salire nella metà alta della classifica.
A rileggerci!
7)E giù a gridare vincere, vinceremo.
Ciao Matteo! Piacere di leggerti.
Il racconto è ben scritto e devo dire che hai interpretato bene il punto di vista del protagonista. Si avverte la frustrazione del non riuscire ad agire, limitandosi a solitudine e parole.
Andrebbe tutto a gonfie vele, dunque (a parte un paio di refusi), se non fosse per la scelta della chiusura.
Questo perché non trovo ci sia stata una semina abbastanza potente da poter far comprendere al lettore il gesto.
Come tu stesso scrivi nella parte finale, non sono stati gli avvenimenti raccontati ad essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono stati altri elementi della sua vita che l'hanno portato a maturare la scelta. Ma questi elementi non ci sono noti e il racconto perde quindi la sua impalcatura, stordendo il lettore con una fotografia finale che raggiunge solo l'obiettivo di colpire il bersaglio della traccia.
Secondo me, facendo virare il finale in una direzione più comprensibile e su cui poter più empatizzare, avresti guadagnato punti sfruttando il potenziale della prima parte che era senza dubbio ben costruita.
A rileggerci!
8)L’anello.
Ciao Barbara, piacere di trovarti!
Il problema di questo racconto credo che consista essenzialmente nel non detto.
Questo perché i sottintesi riguardano elementi fin troppo importanti al fine della comprensione della storia.
Ho dovuto rileggerlo tre volte per capire il rapporto tra la donna e Lorenzo. All'inizio ero in dubbio se i due si fossero frequentati oppure no, se invece lui si fosse presentato mostrandole l'anello e basta.
Ma nel racconto si parla di un anno in cui i due si conoscono e la domanda sorge spontanea: perché Lorenzo avrebbe aspettato un anno per attuare questo piano? A che scopo? Mi sembra un po' esagerato.
Lei, inoltre, mostra di averlo riconosciuto già da un po'. Perché non insospettirsi, quindi, che il suo fidanzato le abbia tenuto nascosto di essere il fratello del suo ex morto suicida?
Infine butti alcuni dettagli sul rapporto tra la donna e l'ex, sul suo non essere una buona persona. Era necessario, dato che non viene spiegato?
Mi sono preso la briga di leggere le tue risposte agli altri commenti e ho notato che su alcune cose non avevi le idee chiare in fase di progettazione, lasciando fin troppo all'immaginazione del lettore.
Secondo me, per una buona riuscita di questi escamotage, è necessario che l'autore abbia ben chiare le dinamiche, anche se non intende mostrarle tutte a chi legge.
Complimenti comunque per l'idea.
Buona edition!
9)La miniera della masca.
Ciao Ele. Piacere di trovarti.
L'idea è stata sicuramente interessante e mi ha fatto conoscere qualcosa di nuovo di cui non sapevo nulla.
Il problema del racconto, però, credo stia proprio nella sua struttura.
Hai deciso di affidarti soltanto ai dialoghi ma questo ha comportato una difficoltà enorme, che è quella di dover dare molte informazioni al lettore.
Il risultato, secondo me, è stato che il parlato dei personaggi ne è uscito molto artificioso, con parecchio infodump.
Questo ne ha penalizzato la riuscita.
Credo che riscrivendolo con un narratore esterno, lasciando un po' di respiro alla descrizione dell'ambiente, delle azioni e delle situazioni, ti permetterebbe di mostrare un po' di più, anziché raccontare.
Altrimenti rischi di cadere nell'effetto As You Know, Bob.
Alla prossima!
10)Alla fine del sentiero.
Ciao Francesco. Piacere di trovarti.
Il racconto scorre bene e non ho riscontrato problemi in tal senso se non il mancato uso delle caporali (ma ho visto che te lo hanno già fatto notare).
Riguardo alla storia, ho faticato a entrare nel mood onirico e surreale che hai gettato addosso al lettore dalla prima riga. Non che mi desse fastidio il no-sense (c'è un altro racconto nel tuo girone che ha scelto questo tipo di ambientazione che ho perfino premiato) ma forse, in questo caso, ci voleva qualche punto di riferimento in più per orientarsi nella trama.
Ci troviamo due protagonisti, all'inizio, di cui sappiamo davvero poco, se non nulla (perché uno dei due ti limiti a chiamarlo C, invece che per nome?) e questo crea delle difficoltà nell'empatizzare. Non sappiamo cosa erano prima e l'unica cosa che il lettore vede è quella di un mondo alla rovescia, che però mi dà la sensazione di aver semplicemente aderito alla trama in maniera letterale senza aggiungerci qualcosa di tuo.
Anche il finale non sono riuscito ad afferrarlo. Per quale ragione arrivare alla fine del sentiero avrebbe portato a tutto questo? Perché la frase viene impostata come se fosse la rivelazione che risolve tutto l'enigma, quando invece, almeno su di me, non ha sortito questo effetto.
Magari per i prossimi lavori ti consiglio di provare a dare più solidità alla storia cercando di portarla a un punto di arrivo, cosa non facile con i pochi caratteri a disposizione. Ma fa parte della difficoltà di Minuti Contati.
A rileggerci!
Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
Avete ricevuto tutte le classifiche, resta quella de IL GLADIATORE.
- IL GLADIATORE
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Re: Gruppo HILDA: Lista racconti e classifiche
1 - Omicidio alle otto, di Andrea Crevola
2 - Una coppa per il Doge, di Francesca Frangipane
3 - Che, la Creatura, di Matteo Calcagni
4 - Alla fine del sentiero, di Frafro
5 - E giù a gridare vincere, e vinceremo, di M.Maponi
6 - L’astronauta: ovvero, come ho imparato a non… , di Simone Regolo
7 - L’anello, di Barbara Ottani
8 - Megalizer, di Mario Zanella
9 - La Miniera della masca, di La Ele
10 - I creatori, di Luca Moggia
OMICIDIO ALLE OTTO - Ciao Andrea! Un racconto scritto molto bene, sei riuscito a sorreggere bene i dialoghi con elementi che hanno evitato che sembrasse un copione teatrale. Ottimo lo stile e direi che è una storia che va dove deve e lo fa in modo davvero fluido. Unica pecca probabilmente quello di cui ti parlava Matteo: effettivamente visto il finale, tutto il percorso ha senso fino a un certo punto. Direi però che non disturba affatto la resa del racconto. Un pollice quasi su per me.
UNA COPPA PER IL DOGE - Ciao Francesca, notevole la descrizione dell'ambiente e delle azioni, apprezzabili i termini tecnici che ci catapultano accanto al vetraio. Mi piace molto l'empatia che hai creato: si sente quello che prova e questo per me, quando succede, è davvero tanta roba. Purtroppo questo viene mantenuto solo per tre quarti del racconto perchè nel finale si perde il pathos, non si riesce più a distinguere l'amarezza del fallimento, il successo mancato. Il protagonista sembra abbandonarsi più alla rassegnazione quando ci si aspettava, visto l'inizio, un senso di ansia, fallimento e frustrazione ai massimi livelli. Un racconto comunque di ottimo livello, un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.
CHE, LA CREATURA - Ciao Matteo, bel racconto scritto con un ottimo stile. Naturalemente chi ha pluri-guardato il mito Frankestein Jr apprezza il racconto all'ennesima potenza ma, per come lo hai gestito, ci riesce anche quella rara creatura che non ha avuto questo privilegio. Ho apprezzato anche la finezza di tirare in ballo la condensazione di stocaz...ehm...del Signor K perché, anche se eri consapevole che nessuno sapesse di cosa si trattavi, in quel momento stavi caratterizzando Doc e lui sì che sapeva chi cacchio fosse coso lì...il K e qualcosa.. Bravo! Un racconto da pollice tendente al positivo in modo solido e brillante che si colloca di poco dietro il pari valutato racconto di Francesca per una minor chiarezza e solidità in fatto di ambientazione.
ALLA FINE DEL SENTIERO - Ciao Francesco! Allora, la cosa più grave di questo racconto sono quei maledetti << e >> al posto dei caporali unici...no, proprio non si possono vedere. Ma, appunto, è la cosa più grave di un racconto delirante e surreale che mi ha catturato, pur nelle sue imperfezioni stilistiche e una mnacanza di chiarezza di trama. per il resto ho apprezzato l'empatia che sei riuscito a dare alla storia anche se a tratti prevale il raccontato. Per me quindi, considerato tutto, un pollice tendente al positivo in modo non del tutto solido ma brillante.
E GIù A GRIDARE VINCERE E VINCEREMO - Ciao Matteo, come tuo solito, il racconto ha uno stile davvero pregevole e il tema che presenti non è banale ed è spunto di riflessione. Stavolta però effettivamente si avverte la mancanza di approfondimento e di una semina adeguata che giustifichi un finale arrivato un po' troppo come un cazzotto in un occhio. Peccato perché visto il tema che affronti e lo stile che mai si discosta dai tuoi alti livelli, avresti potuto scrivere uno dei tuoi soliti raccontoni. Invece ci fermiamo a un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
L'ASTRONAUTA - OVVERO: COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE IL MURO - Ciao Simone, di solito apprezzo molto i racconti immersi in un'atmosfera onirica e anche stavolta non mi è dispiaciuto. Direi che è giusto che l'astronauta interompa il flusso di logica folle del racconto, altrimenti la linea onirica non sarebbe definita tale. Trovo però che per un racconto così breve sia stato un rischio avventurarsi nei deliri onirici, perché si rimane con troppe domande, anche se il senso e il messaggio del racconto è molto chiaro. Buono lo stile anche se effettivamete le frasi sono un po' troppo spezzettate.Un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido che va dietro a quello di Maponi per una minor fluidità stilistica.
L'ANELLO - Ciao Barbara, senza dubbio un racconto scritto con una buona consapevolezza stilistica, si vede che sai come usare tecniche e strumenti di stile. Quello che penalizza il tutto è la trama che presenta una struttura un po' debole. Il problema principale è il sottotesto in eccesso, nel senso che ci sono elementi rimasti non detti che avrebbero permesso più comprensioe, soprattutto per quanto riguarda il finale che arriva troppo all'improvviso. Una semina un po' più marcata, anche penalizzando le descrizioni della parte, non avrebbe tolto niente al racconto ma lo avrebbe arricchito. Direi un pollice tendente al positivo in modo brillante e poco solido.
MEGALIZER - Ciao Mario, mi piace l'idea e lo stile è scorrevole ma non sono colpletamente convinto della resa. Anche io trovo il lessico del bambino non coerente e quindi risulta difficile restare nel personaggio bambino se lo fai parlare a tratti come un adulto. Mi piace però molto lo spunto e trovo anche io la semina coerente con il resto. Peccato perché sono convinto che avrestii potuto giocartela meglio. Comunque un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
LA MINIERA DELLA MASCA - Ciao Ele, il racconto nasce da un'idea buona e da una resa che è stata molto condizionata dalla scelta stilistica (coraggiosa, chapeau) di usare solo dialoghi, senza tag o altre espedienti stilistici che evitino un rischio grosso come quello di snocciolare prima o poi informazioni che spezzano la fluidità della storia e annoiano il lettore. Certa è comunque la consapevolezza e la buona capacità nel gestire i dialoghi. Purtroppo per scrivere un racconto di soli dialoghi ci vuole la perfezione e non basta a volte la tua pur evidente capacità. Ma proprio per questa tua capacità mi piacerebbe rileggere il racconto con più prosa e per questo mi permetto di consigliarti di fare un salto in laboratorio. Un pollice tendente al positivo non molto brillante.
I CREATORI - Ciao Luca, un racconto molto ben scritto per quanto riguarda la prima parte ma che si perde, anche a livello stilistico, nella seconda. Una buona premessa che crea delle aspettative non del tutto soddisfatte dopo. Anche io mi aspettavo una brutta fine della tipa che non si fa molto ben volere. TI dico la verità, credevo che fosse una tua semina per un finale diverso. Troppo scollegate le due parti. Ho paura che tutta la premessa della prima parte fosse un po' troppo per i tremila caratteri. Una valutazione che non va oltre un pollice tendente al positivo.
2 - Una coppa per il Doge, di Francesca Frangipane
3 - Che, la Creatura, di Matteo Calcagni
4 - Alla fine del sentiero, di Frafro
5 - E giù a gridare vincere, e vinceremo, di M.Maponi
6 - L’astronauta: ovvero, come ho imparato a non… , di Simone Regolo
7 - L’anello, di Barbara Ottani
8 - Megalizer, di Mario Zanella
9 - La Miniera della masca, di La Ele
10 - I creatori, di Luca Moggia
OMICIDIO ALLE OTTO - Ciao Andrea! Un racconto scritto molto bene, sei riuscito a sorreggere bene i dialoghi con elementi che hanno evitato che sembrasse un copione teatrale. Ottimo lo stile e direi che è una storia che va dove deve e lo fa in modo davvero fluido. Unica pecca probabilmente quello di cui ti parlava Matteo: effettivamente visto il finale, tutto il percorso ha senso fino a un certo punto. Direi però che non disturba affatto la resa del racconto. Un pollice quasi su per me.
UNA COPPA PER IL DOGE - Ciao Francesca, notevole la descrizione dell'ambiente e delle azioni, apprezzabili i termini tecnici che ci catapultano accanto al vetraio. Mi piace molto l'empatia che hai creato: si sente quello che prova e questo per me, quando succede, è davvero tanta roba. Purtroppo questo viene mantenuto solo per tre quarti del racconto perchè nel finale si perde il pathos, non si riesce più a distinguere l'amarezza del fallimento, il successo mancato. Il protagonista sembra abbandonarsi più alla rassegnazione quando ci si aspettava, visto l'inizio, un senso di ansia, fallimento e frustrazione ai massimi livelli. Un racconto comunque di ottimo livello, un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.
CHE, LA CREATURA - Ciao Matteo, bel racconto scritto con un ottimo stile. Naturalemente chi ha pluri-guardato il mito Frankestein Jr apprezza il racconto all'ennesima potenza ma, per come lo hai gestito, ci riesce anche quella rara creatura che non ha avuto questo privilegio. Ho apprezzato anche la finezza di tirare in ballo la condensazione di stocaz...ehm...del Signor K perché, anche se eri consapevole che nessuno sapesse di cosa si trattavi, in quel momento stavi caratterizzando Doc e lui sì che sapeva chi cacchio fosse coso lì...il K e qualcosa.. Bravo! Un racconto da pollice tendente al positivo in modo solido e brillante che si colloca di poco dietro il pari valutato racconto di Francesca per una minor chiarezza e solidità in fatto di ambientazione.
ALLA FINE DEL SENTIERO - Ciao Francesco! Allora, la cosa più grave di questo racconto sono quei maledetti << e >> al posto dei caporali unici...no, proprio non si possono vedere. Ma, appunto, è la cosa più grave di un racconto delirante e surreale che mi ha catturato, pur nelle sue imperfezioni stilistiche e una mnacanza di chiarezza di trama. per il resto ho apprezzato l'empatia che sei riuscito a dare alla storia anche se a tratti prevale il raccontato. Per me quindi, considerato tutto, un pollice tendente al positivo in modo non del tutto solido ma brillante.
E GIù A GRIDARE VINCERE E VINCEREMO - Ciao Matteo, come tuo solito, il racconto ha uno stile davvero pregevole e il tema che presenti non è banale ed è spunto di riflessione. Stavolta però effettivamente si avverte la mancanza di approfondimento e di una semina adeguata che giustifichi un finale arrivato un po' troppo come un cazzotto in un occhio. Peccato perché visto il tema che affronti e lo stile che mai si discosta dai tuoi alti livelli, avresti potuto scrivere uno dei tuoi soliti raccontoni. Invece ci fermiamo a un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
L'ASTRONAUTA - OVVERO: COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE IL MURO - Ciao Simone, di solito apprezzo molto i racconti immersi in un'atmosfera onirica e anche stavolta non mi è dispiaciuto. Direi che è giusto che l'astronauta interompa il flusso di logica folle del racconto, altrimenti la linea onirica non sarebbe definita tale. Trovo però che per un racconto così breve sia stato un rischio avventurarsi nei deliri onirici, perché si rimane con troppe domande, anche se il senso e il messaggio del racconto è molto chiaro. Buono lo stile anche se effettivamete le frasi sono un po' troppo spezzettate.Un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido che va dietro a quello di Maponi per una minor fluidità stilistica.
L'ANELLO - Ciao Barbara, senza dubbio un racconto scritto con una buona consapevolezza stilistica, si vede che sai come usare tecniche e strumenti di stile. Quello che penalizza il tutto è la trama che presenta una struttura un po' debole. Il problema principale è il sottotesto in eccesso, nel senso che ci sono elementi rimasti non detti che avrebbero permesso più comprensioe, soprattutto per quanto riguarda il finale che arriva troppo all'improvviso. Una semina un po' più marcata, anche penalizzando le descrizioni della parte, non avrebbe tolto niente al racconto ma lo avrebbe arricchito. Direi un pollice tendente al positivo in modo brillante e poco solido.
MEGALIZER - Ciao Mario, mi piace l'idea e lo stile è scorrevole ma non sono colpletamente convinto della resa. Anche io trovo il lessico del bambino non coerente e quindi risulta difficile restare nel personaggio bambino se lo fai parlare a tratti come un adulto. Mi piace però molto lo spunto e trovo anche io la semina coerente con il resto. Peccato perché sono convinto che avrestii potuto giocartela meglio. Comunque un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
LA MINIERA DELLA MASCA - Ciao Ele, il racconto nasce da un'idea buona e da una resa che è stata molto condizionata dalla scelta stilistica (coraggiosa, chapeau) di usare solo dialoghi, senza tag o altre espedienti stilistici che evitino un rischio grosso come quello di snocciolare prima o poi informazioni che spezzano la fluidità della storia e annoiano il lettore. Certa è comunque la consapevolezza e la buona capacità nel gestire i dialoghi. Purtroppo per scrivere un racconto di soli dialoghi ci vuole la perfezione e non basta a volte la tua pur evidente capacità. Ma proprio per questa tua capacità mi piacerebbe rileggere il racconto con più prosa e per questo mi permetto di consigliarti di fare un salto in laboratorio. Un pollice tendente al positivo non molto brillante.
I CREATORI - Ciao Luca, un racconto molto ben scritto per quanto riguarda la prima parte ma che si perde, anche a livello stilistico, nella seconda. Una buona premessa che crea delle aspettative non del tutto soddisfatte dopo. Anche io mi aspettavo una brutta fine della tipa che non si fa molto ben volere. TI dico la verità, credevo che fosse una tua semina per un finale diverso. Troppo scollegate le due parti. Ho paura che tutta la premessa della prima parte fosse un po' troppo per i tremila caratteri. Una valutazione che non va oltre un pollice tendente al positivo.
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