Omicidio alle otto
- AndreaCrevola
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Omicidio alle otto
Riavvolgo i fogli del bloc notes. «E così nel pomeriggio era in ufficio, fino alle diciotto, quando si è recato al centro sportivo Sirio. Ha giocato un’ora a tennis con il suo amico Marco Ocra. Dopo una birretta al bar di fronte al campo, se ne è tornato verso casa. Si è attardato al Carrefour di via Montebello prima di ritrovare il corpo di sua moglie, Anna Illy, sul pavimento della sala. Ora di morte: da confermare. Causa: probabile strangolamento. Tutto corretto, signor Salas?»
Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»
Tasto i jeans alla ricerca del pacchetto. Lo butto sul tavolo, in sua direzione. Con le mani tremanti estrae una diana ritorta e ammaccata. Gli porgo anche il mio bic rosso. La accende al secondo tentativo. Non aspira le prime tirate, come se fumasse più per dovere che per necessità.
«A che ora ha trovato il corpo di sua moglie?»
«Di nuovo? Per chi ho parlato, finora? Crede sia semplice?»
«Non lo pretendo.»
«Erano circa le otto di sera.»
«Sia più preciso.»
«Controllate il mio telefono: appena ho visto Anna a terra ho chiamato subito il 118.»
«Provvederemo» fingo di appuntare il suggerimento. «E prima di rincasare?»
«Al supermercato.»
«Per?»
«Compro del pane, prima di cena.»
«Spesso ci provo anch’io, ma dalle mie parti finisce sempre. Mi toccano sempre i grissini.»
Mi squadra come se avessi bestemmiato in chiesa. «Mia moglie è morta.»
«Scusi, col tempo ci si abitua anche a questo.»
China lo sguardo sulle sue mani giunte. «Basta che mi lasciate andare. Sono esausto.»
«Le porto dell’acqua, se vuole. A proposito, che avete preso al bar, lei e il suo amico?»
«Un paio di birre piccole.»
«Chi ha pagato?»
«Lui.»
«Peccato. Se avesse usato la sua carta, avremmo la certezza che era lì a quell’ora.»
«E dove sarei dovuto essere?»
«Si calmi.»
«Mi calmo un cazzo!» Lancia il mozzicone verso di me, ma ha la fortuna di mancarmi.
«Non c’è bisogno di agitarsi. Avanti, come è andata la partita?»
«Ma quale?»
Volto il bloc notes a suo favore. «Quella col suo amico.»
«Non ricordo, ma che le importa?»
«Non mi dica che non tenete i punti. Come è finita?»
«Non so.»
«Non ricorda o non sa?»
«Che differenza può fare?»
«La differenza tra chi giocato a tennis e chi fabbrica un alibi.»
«Tutto questo è assurdo.»
«La partita era in programma da tempo?»
«No, Marco me l’ha proposta alle cinque.»
«È tornato a casa a prendere la borsa, allora?»
«Ho tutto in macchina, per casi come questo. Ho scritto una e-mail e poi ho raggiunto il campo.»
«Marco era già sul posto?»
«È arrivato appena in tempo per iniziare. Molta gente potrà confermare che ero lì.» Sbatte un pugno contro il tavolo e si alza di scatto. «Come ve lo devo dire che non ho ucciso Anna?»
Prendo una diana dal pacchetto, meno contorta della sua. «Vede, lo sappiamo. In realtà, ci interessa se può confermare la versione del suo amico Marco, perché» sollevo il taccuino «il testo che gli è stato inviato dal telefono di sua moglie, verso le sedici, è “Stronzo, non voglio vederti mai più.”»
Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»
Tasto i jeans alla ricerca del pacchetto. Lo butto sul tavolo, in sua direzione. Con le mani tremanti estrae una diana ritorta e ammaccata. Gli porgo anche il mio bic rosso. La accende al secondo tentativo. Non aspira le prime tirate, come se fumasse più per dovere che per necessità.
«A che ora ha trovato il corpo di sua moglie?»
«Di nuovo? Per chi ho parlato, finora? Crede sia semplice?»
«Non lo pretendo.»
«Erano circa le otto di sera.»
«Sia più preciso.»
«Controllate il mio telefono: appena ho visto Anna a terra ho chiamato subito il 118.»
«Provvederemo» fingo di appuntare il suggerimento. «E prima di rincasare?»
«Al supermercato.»
«Per?»
«Compro del pane, prima di cena.»
«Spesso ci provo anch’io, ma dalle mie parti finisce sempre. Mi toccano sempre i grissini.»
Mi squadra come se avessi bestemmiato in chiesa. «Mia moglie è morta.»
«Scusi, col tempo ci si abitua anche a questo.»
China lo sguardo sulle sue mani giunte. «Basta che mi lasciate andare. Sono esausto.»
«Le porto dell’acqua, se vuole. A proposito, che avete preso al bar, lei e il suo amico?»
«Un paio di birre piccole.»
«Chi ha pagato?»
«Lui.»
«Peccato. Se avesse usato la sua carta, avremmo la certezza che era lì a quell’ora.»
«E dove sarei dovuto essere?»
«Si calmi.»
«Mi calmo un cazzo!» Lancia il mozzicone verso di me, ma ha la fortuna di mancarmi.
«Non c’è bisogno di agitarsi. Avanti, come è andata la partita?»
«Ma quale?»
Volto il bloc notes a suo favore. «Quella col suo amico.»
«Non ricordo, ma che le importa?»
«Non mi dica che non tenete i punti. Come è finita?»
«Non so.»
«Non ricorda o non sa?»
«Che differenza può fare?»
«La differenza tra chi giocato a tennis e chi fabbrica un alibi.»
«Tutto questo è assurdo.»
«La partita era in programma da tempo?»
«No, Marco me l’ha proposta alle cinque.»
«È tornato a casa a prendere la borsa, allora?»
«Ho tutto in macchina, per casi come questo. Ho scritto una e-mail e poi ho raggiunto il campo.»
«Marco era già sul posto?»
«È arrivato appena in tempo per iniziare. Molta gente potrà confermare che ero lì.» Sbatte un pugno contro il tavolo e si alza di scatto. «Come ve lo devo dire che non ho ucciso Anna?»
Prendo una diana dal pacchetto, meno contorta della sua. «Vede, lo sappiamo. In realtà, ci interessa se può confermare la versione del suo amico Marco, perché» sollevo il taccuino «il testo che gli è stato inviato dal telefono di sua moglie, verso le sedici, è “Stronzo, non voglio vederti mai più.”»
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea! Caratteri e tempo ok anche per te, buona LUCA NESLER EDITION!
- Signor_Darcy
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Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea.
Un giallo in miniatura, ben strutturato e scritto in maniera convincente nonostante l’assenza per lunghi tratti di componenti non vocali. I dialoghi reggono quasi tutti, soprattutto quando l’ispettore incalza l’interlocutore con le sue domande.
Qua e là qualche incertezza, come ad esempio in “Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»”, dove sembra che a pronunciare quelle parole sia l’ispettore, visto che l’attenzione in quel momento è su di lui.
Finale un po’ contorto dal punto di vista della forma che mi lascia un po’ l’amaro in bocca: in parte perché non è immediato afferrare la situazione, in parte per il discorso diretto piuttosto lungo forse interrotto nel punto sbagliato dal particolare del taccuino.
Una buona prova, comunque.
Un giallo in miniatura, ben strutturato e scritto in maniera convincente nonostante l’assenza per lunghi tratti di componenti non vocali. I dialoghi reggono quasi tutti, soprattutto quando l’ispettore incalza l’interlocutore con le sue domande.
Qua e là qualche incertezza, come ad esempio in “Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»”, dove sembra che a pronunciare quelle parole sia l’ispettore, visto che l’attenzione in quel momento è su di lui.
Finale un po’ contorto dal punto di vista della forma che mi lascia un po’ l’amaro in bocca: in parte perché non è immediato afferrare la situazione, in parte per il discorso diretto piuttosto lungo forse interrotto nel punto sbagliato dal particolare del taccuino.
Una buona prova, comunque.
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Re: Omicidio alle otto
Omicidio alle otto di Andrea Crevola. Tema centrato. Bene con i dialoghi. Il commissario è un tipo determinato. L’indagato è il marito della vittima, e gli ha appena raccontato la giornata. Il suo alibi è fragile, perché non ci sono tracce per confermarlo: il suo amico gli ha pagato la birra, e dopo il lavoro sono andati a giocare a tennis, ma senza l’abitudine di tenere i punti. La tensione è palpabile, il vedovo si vede messo alle strette. Ma il colpo di scena finale è che il commissario sospetta fortemente dell’amico, lasciato dalla vittima con un SMS molto duro.
- DamianoMeloni
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- Contatta:
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea!
Allora, scena interessante con un bel punto di svolta alla fine. Ritmo serrato e dialoghi che tengono botta. Con più caratteri e qualche descrizione in più riguardo agli atteggiamenti, soprattutto di Marco, potrebbe venir fuori veramente una gran bella cosa.
Ho solo qualche appunto da farti.
Per prima cosa, qui ho fatto difficoltà a capire di chi fosse la battuta. All’inizio pensavo dell’ispettore, poi ho riletto per capire meglio. “Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»”
Secondo, fino al lancio del mozzicone hai fatto scomparire la sigaretta. Forse avresti potuto mettere un richiamo qui, anche per far capire che era quasi finita, dato che si sta guardando le mani, avresti avuto la “scusa” per poterla descrivere brevemente: “China lo sguardo sulle sue mani giunte. «Basta che mi lasciate andare. Sono esausto.»”
L’ultima cosa che mi risulta poco credibile è l’effetto sorpresa finale del poliziotto. È efficace per noi, ma dubito che nella realtà possa capitare.
Comunque, ottima prova!
A presto!
Allora, scena interessante con un bel punto di svolta alla fine. Ritmo serrato e dialoghi che tengono botta. Con più caratteri e qualche descrizione in più riguardo agli atteggiamenti, soprattutto di Marco, potrebbe venir fuori veramente una gran bella cosa.
Ho solo qualche appunto da farti.
Per prima cosa, qui ho fatto difficoltà a capire di chi fosse la battuta. All’inizio pensavo dell’ispettore, poi ho riletto per capire meglio. “Prendo il tremolio della sua testa come un segno di assenso. «Posso avere una sigaretta?»”
Secondo, fino al lancio del mozzicone hai fatto scomparire la sigaretta. Forse avresti potuto mettere un richiamo qui, anche per far capire che era quasi finita, dato che si sta guardando le mani, avresti avuto la “scusa” per poterla descrivere brevemente: “China lo sguardo sulle sue mani giunte. «Basta che mi lasciate andare. Sono esausto.»”
L’ultima cosa che mi risulta poco credibile è l’effetto sorpresa finale del poliziotto. È efficace per noi, ma dubito che nella realtà possa capitare.
Comunque, ottima prova!
A presto!
- Manuel Marinari
- Messaggi: 341
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea, racconto scorrevolissimo e gradevole. Non amo i gialli polizieschi ma devo dire che questo racconto è reso bene, ha un bel ritmo che me lo ha fatto leggere facilmente. I dialoghi sono ben costruiti. Per me è un buon racconto. Solo sul finale non avevo capito, da subito, la dinamica esatta. La seconda rilettura mi ha schiarito le idee. Forse giusto su questo aspetto si poteva fare qualcosa leggermente meglio. Ottimo punto di svolta per il tema.
Buona edition, alla prossima.
Buona edition, alla prossima.
Manuel Marinari
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea,
Racconto scritto bene che arriva fino in fondo senza intoppi, l'ho letto volentieri anche se non amo molto i gialli. La rivelazione finale coglie correttamente di sorpresa, sono tornato indietro a rileggerlo per trovare qualche elemento di semina ma non l'ho trovato.. Anzi, ragionandoci non ha molto senso che il poliziotto tergiversi in questo modo, nella realtà gli avrebbe detto tutto fin da subito, per farlo collaborare senza farlo incazzare troppo. Vabbè, dettagli, chiaro che l'escamotage serve per il racconto che, ripeto, ho letto volentieri.
Racconto scritto bene che arriva fino in fondo senza intoppi, l'ho letto volentieri anche se non amo molto i gialli. La rivelazione finale coglie correttamente di sorpresa, sono tornato indietro a rileggerlo per trovare qualche elemento di semina ma non l'ho trovato.. Anzi, ragionandoci non ha molto senso che il poliziotto tergiversi in questo modo, nella realtà gli avrebbe detto tutto fin da subito, per farlo collaborare senza farlo incazzare troppo. Vabbè, dettagli, chiaro che l'escamotage serve per il racconto che, ripeto, ho letto volentieri.
- Stefano Scudeler
- Messaggi: 105
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea!
A differenza di altri che ti hanno commentato, io sono un appassionato di gialli e il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Il twist finale è arrivato abbastanza bene e secondo me il poliziotto l'ha tirata un po' lunga ma non troppo. Ci stava che gli facesse delle domande preliminari per capire se il sospettato mentiva.
E poi bisogna ricordarsi che sono racconti, che si parla di fantasia. Quindi ok attinenza al reale ma un po' di elasticità ci vuole, altrimenti non ci si gode nessuna narrazione! Bisogna essere un po' lascivi, nel senso di lasciar correre.
Detto questo avrei una domanda: perchè non hai narrato la vicenda dal punto di vista del sospettato? Avresti evitato di far nascondere al poliziotto il fatto che lui sa benissimo che l'interrogato è innocente. Questa è l'unica cosa che, arrivato alla fine, mi ha fatto un po' storcere il naso.
Buona edition e buone feste!
A differenza di altri che ti hanno commentato, io sono un appassionato di gialli e il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Il twist finale è arrivato abbastanza bene e secondo me il poliziotto l'ha tirata un po' lunga ma non troppo. Ci stava che gli facesse delle domande preliminari per capire se il sospettato mentiva.
E poi bisogna ricordarsi che sono racconti, che si parla di fantasia. Quindi ok attinenza al reale ma un po' di elasticità ci vuole, altrimenti non ci si gode nessuna narrazione! Bisogna essere un po' lascivi, nel senso di lasciar correre.
Detto questo avrei una domanda: perchè non hai narrato la vicenda dal punto di vista del sospettato? Avresti evitato di far nascondere al poliziotto il fatto che lui sa benissimo che l'interrogato è innocente. Questa è l'unica cosa che, arrivato alla fine, mi ha fatto un po' storcere il naso.
Buona edition e buone feste!
- AndreaCrevola
- Messaggi: 215
Re: Omicidio alle otto
Stefano Scudeler ha scritto:Ciao Andrea!
A differenza di altri che ti hanno commentato, io sono un appassionato di gialli e il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Il twist finale è arrivato abbastanza bene e secondo me il poliziotto l'ha tirata un po' lunga ma non troppo. Ci stava che gli facesse delle domande preliminari per capire se il sospettato mentiva.
E poi bisogna ricordarsi che sono racconti, che si parla di fantasia. Quindi ok attinenza al reale ma un po' di elasticità ci vuole, altrimenti non ci si gode nessuna narrazione! Bisogna essere un po' lascivi, nel senso di lasciar correre.
Detto questo avrei una domanda: perchè non hai narrato la vicenda dal punto di vista del sospettato? Avresti evitato di far nascondere al poliziotto il fatto che lui sa benissimo che l'interrogato è innocente. Questa è l'unica cosa che, arrivato alla fine, mi ha fatto un po' storcere il naso.
Buona edition e buone feste!
Ciao Stefano, grazie e auguri.
Primissimo tentativo di giallo. Oltre al genere volevo sfruttare per il racconto l'idea dell'interrogatorio cronologicamente al contrario, che ho letto essere un metodo per indurre l'interrogatorio a contraddirsi. Grazie per il suggerimento per il punto di vista.
Re: Omicidio alle otto
Ottimo!!! Un interrogatorio incalzante, sembra fatto apposta per estorcere una confessione al marito della vittima (sempre il primo sospettato in questi casi) con un finale che fa saltare sulla sedia. STREPITOSO. Davvero, da amante di libri gialli, thriller, noir ti dico che sei geniale!
Un giallo in poche battute con un finale risolutivo, logico, possibile e credibile. Per ciò che può valere il mio parere ho tanta voglia di leggerti ancora. Complimenti davvero.
Un giallo in poche battute con un finale risolutivo, logico, possibile e credibile. Per ciò che può valere il mio parere ho tanta voglia di leggerti ancora. Complimenti davvero.
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- Messaggi: 69
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea!
Quasi tutto dialoghi, che però per me funziona abbastanza. Molto botta e risposta, ritmo serrato, mi tiene la lettura.
Non capisco il bisogno del riassuntino iniziale, che praticamente viene poi ripetuto nelle battute. A questo punto ti avrei detto: fai davvero quasi solo dialoghi, con qualche dettaglio concreto per farci capire dove sono e cosa sente il commissario, e taglia l’infodump iniziale.
Forse ti suggerirei anche qualche piccolo accorgimento stilistico. Esempio:
“Lancia il mozzicone verso di me, ma ha la fortuna di mancarmi.”
In che senso? Che se mi avesse preso gli avrei spaccato la faccia? Allora forse avrei scritto anche questo, perché caratterizza il personaggio.
In generale, comunque, non male :)
Quasi tutto dialoghi, che però per me funziona abbastanza. Molto botta e risposta, ritmo serrato, mi tiene la lettura.
Non capisco il bisogno del riassuntino iniziale, che praticamente viene poi ripetuto nelle battute. A questo punto ti avrei detto: fai davvero quasi solo dialoghi, con qualche dettaglio concreto per farci capire dove sono e cosa sente il commissario, e taglia l’infodump iniziale.
Forse ti suggerirei anche qualche piccolo accorgimento stilistico. Esempio:
“Lancia il mozzicone verso di me, ma ha la fortuna di mancarmi.”
In che senso? Che se mi avesse preso gli avrei spaccato la faccia? Allora forse avrei scritto anche questo, perché caratterizza il personaggio.
In generale, comunque, non male :)
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 374
- Contatta:
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea! Piacere di rileggerti!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Seppur retto dai dialoghi, hai saputo condirli con elementi descrittivi che hanno fatto calare molto bene nella scena.
L'aderenza al tema c'è, con il colpo di scena finale sulle intenzioni dell'investigatore.
Forse mancava qualche elemento in più di semina ma comunque l'effetto non è stato come quello di un fulmine a ciel sereno perché si sposava coerentemente con quanto letto fino a quel momento.
Ti metto al primo posto e ti faccio i miei complimenti.
A presto!
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Seppur retto dai dialoghi, hai saputo condirli con elementi descrittivi che hanno fatto calare molto bene nella scena.
L'aderenza al tema c'è, con il colpo di scena finale sulle intenzioni dell'investigatore.
Forse mancava qualche elemento in più di semina ma comunque l'effetto non è stato come quello di un fulmine a ciel sereno perché si sposava coerentemente con quanto letto fino a quel momento.
Ti metto al primo posto e ti faccio i miei complimenti.
A presto!
- IL GLADIATORE
- Messaggi: 147
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea! Un racconto scritto molto bene, sei riuscito a sorreggere bene i dialoghi con elementi che hanno evitato che sembrasse un copione teatrale. Ottimo lo stile e direi che è una storia che va dove deve e lo fa in modo davvero fluido. Unica pecca probabilmente quello di cui ti parlava Matteo: effettivamente visto il finale, tutto il percorso ha senso fino a un certo punto. Direi però che non disturba affatto la resa del racconto. Un pollice quasi su per me.
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 441
Re: Omicidio alle otto
Ciao Andrea,
caspita come primo giallo niente male, hai centrato in pieno il mood, i dialoghi e la struttura che rispecchiano fedelmente il genere.
Bello l'escamotage iniziale di usare "l'as you know bob" come funzionale al giallo in modo realistico vista la situazione.
Molto buono anche come hai centrato il tema alla fine, per nulla scontato.
Secondo me ci sta che l'ispettore insista a non dire niente del principale sospettato perché in fondo non posso sapere anche lui fosse complice o chissà, poteva essere stato proprio lui a mandare il messaggio dal telefono della moglie per incastrarlo mmm.
Anche perché è molto strano che Marco riceva il messaggio e si precipiti a casa di Anna approfittando della breve sosta del Salas al Carrafour. Mi immagino uno scontro verbale prima e una colluttazione, altrimenti sembra proprio un'esecuzione diretta contando i pochi minuti che usa il Salas avrà speso per prendere il pane per la cena.
Alla prossima.
Bruce.
caspita come primo giallo niente male, hai centrato in pieno il mood, i dialoghi e la struttura che rispecchiano fedelmente il genere.
Bello l'escamotage iniziale di usare "l'as you know bob" come funzionale al giallo in modo realistico vista la situazione.
Molto buono anche come hai centrato il tema alla fine, per nulla scontato.
Secondo me ci sta che l'ispettore insista a non dire niente del principale sospettato perché in fondo non posso sapere anche lui fosse complice o chissà, poteva essere stato proprio lui a mandare il messaggio dal telefono della moglie per incastrarlo mmm.
Anche perché è molto strano che Marco riceva il messaggio e si precipiti a casa di Anna approfittando della breve sosta del Salas al Carrafour. Mi immagino uno scontro verbale prima e una colluttazione, altrimenti sembra proprio un'esecuzione diretta contando i pochi minuti che usa il Salas avrà speso per prendere il pane per la cena.
Alla prossima.
Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
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