Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 dicembre con un tema di Luca Nesler (scrittore, formatore, minuticontatista) e 3000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
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antico
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Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 dicembre 2024, 2:01

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BENVENUTI ALLA LUCA NESLER EDITION, LA QUARTA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 187° ALL TIME!

Questo è il gruppo ALEX della LUCA NESLER EDITION con LUCA NESLER come guest star.

Gli autori del gruppo ALEX dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo HILDA.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ELSA.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LUCA NESLER. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ALEX:

Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani, ore 23.11, 2990 caratteri
Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli, ore 23.31, 2954 caratteri
Monotonia, di Stefano Floccari, ore 00.11, 2995 caratteri
Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari, ore 00.22, 2991 caratteri
Non stai pensando anagrammaticamente!, di Stefano Scudeler, ore 00.31, 2997 caratteri
La mattinata, di Alexandra Fischer, ore 22.26, 2930 caratteri
L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni, ore 00.55, 2997 caratteri
Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi, ore 22.57, 2706 caratteri
La gioia del cliente, di Jacopo Saba, ore 23.45, 2970 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo HILDA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo HILDA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo HILDA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA LUCA NESLER EDITION A TUTTI!



Laura Ciutto
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 17 dicembre 2024, 12:37

Grazie a tutti, è la mia prima volta spero di aver fatto le cose per bene.

Classifica

1. La gioia del cliente, di Jacopo Saba,
2. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani,
3. Non stai pensando anagrammaticamente!, di Stefano Scudeler,
4. Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli,
5. Monotonia, di Stefano Floccari,
6. Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari,
7. L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni,
8. Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi,
9. La mattinata, di Alexandra Fischer,


1. La gioia del cliente, di Jacopo Saba,
La scrittura scorre liscia. I personaggi sono ben caratterizzati, le descrizioni arricchite da indicazioni sensoriali e il tema centrato.
Il finale è a sorpresa, Anna se lo merita, forse avrei seminato un po' di fastidio in più prima nello Chef, non so se le mezze frasi interrotte bastino. Ho trovato un po' forzato che fatichi a uccidere il maialino, essendo un chef, ma che alla fine decapiti Anna, per quanto odiosa e antipatica.

2. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani,
Il racconto mi è piaciuto, scorre bene e inquadra bene il momento. Ho apprezzato le descrizioni sensoriali, la ruvidezza del bastone e la sabbia sul viso, hanno dato concretezza all'ambientazione. Il senso di attesa è ben trasmesso. L'equivoco su chi sia Aren non so se sia voluto, avevo pensato a un'innamorata e invece solo alla fine si scopre che è la figlia, forse, spazio premettendo, avrei parlato più che di cuore spezzato di momenti perduti, ha più di settant'anni si sarà sposata, si sarà laureata avrà fatto tappe nella sua vita in cui avrebbe voluto il padre accanto. Un po' perplessa sul fatto che sia partito per verificare le leggi di Einstein salendo su un'astronave.
La frase "ero uno stupido ragazzo", per lui sono passati solo cinque anni e spicci, mi stona un po' visto che poi si rivela il padre di una bambina che almeno deve aver avuto sei anni per gestire il cronometro.
Il finale mi piace quel sospiro di rassegnazione che può esistere proprio solo perché è sua figlia e non può non esserlo, se fosse stata l'amata gli avrebbe fatto ingoiare il cronometro; se si era pentito cosa lo ha trattenuto dal tornare (ok qui si potrebbe fare una lista infinita, impossibile per lo spazio concesso).

3. Non stai pensando anagrammaticamente!, di Stefano Scudeler,
Il racconto arriva bene dove deve arrivare, la scrittura scorre bene. Ho avuto difficolta con la quantità di personaggi stretti nei tremila caratteri, anche se va detto ho trovato che ognuno svolga bene la propria funzione tranne forse la figlia di Aldo che poteva ben essere sostituita da Aldo stesso al bancone e Michael che a sua volta è uno sdoppiamento del fratello.
La scena della cabina mi piace, l'odore indimenticabile per chi ci ha messo piede, solo forse qualche dettaglio in più sul dove siamo, forse in America hanno ancora tante cabine, ammetto non lo so, ma nella mia mente che c'era la scritta Telecom.
Avrei usato asfissia invece di asfissiamento
La sua sicurezza inziale, il suo essere esperto, o credersi tale prepara bene il finale.
La seconda scena mi ha messo un po' in difficoltà alla prima lettura, inizialmente ho creduto che il collega venisse portato come un prigioniero, il suo tremare mi sembra esagerato anche per un novellino che comunque dovrebbe avere un po' di addestramento, poi mi chiedo se è degli affari interni perché si sarebbe recato a fare un sopralluogo.
Alla fine l'oscar per la recitazione va a Nullaserce, da scolaretta tremante a finto cadavere.
Il finale è buono, ma soffre dei troppi personaggi forse sarebbe bastato Aldo, Michael è in più, dopo che viene tolto il cappuccio a Nullaserce, ho dovuto leggere due volte per capire chi parla, chi abbraccia.
Ps. Non sto pensando anagrammaticamente, puoi spiegarmi il titolo. 

4. Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli,
Mi piace l'apertura, la vegetazione che si richiude come artigli da subito la giusta atmosfera. Nonostante a posteriori ho pensato che ci potevo arrivare, il colpo di scena mi ha colpito, l'opera di distrazione con me è riuscita in pieno. Il finale mi ha convinto, quelle tre righe sono perfette per me mostrano come sia caduto in trappola e come la trappola verrà tesa di nuovo dalla vergogna e dal senso di colpa. Figo.
Due appunti:
"Zach tastò il terreno fino a trovare la sua sputafuoco". Immagino stia fissando il mostro e con la mano va in cerca dell'arma, mi ha messo un po' in difficoltà non conoscendo la sua posizione, "sputafuoco" stona un po' visto che hai già parlato di fucili prima, forse ci sarebbe potuto stare il nome/marca del fucile.
"La puntò carica contro l’essere. Sparò un colpo…" non avrei specificato che fosse carica, comunque lo scopriamo poco dopo quando spara.
"Le bestie erano quasi tutte morte, tranne una." Quasi non mi piace, sono quasi morte o morte quasi tutte?

5. Monotonia, di Stefano Floccari,
Ho apprezzato la voce narrante che è ben calata nel personaggio, lo spazio è poco quindi mi è piaciuto come con pochi tocchi siano state individuate le regole del gioco.
Ho dovuto leggere la prima riga due volte: la prima era un nome gridato, ma la "voce suadente" qualche parola dopo mi ha fatto rileggere la frase per aggiustare il tiro.
"Silenzio spazientito", l'ho sentito un po' fuori contesto mi sembra siano più rassegnati e annoiati che sul piede di guerra, poco dopo sono descritti come "facce stanche, sofferenti, disperate" e lui comunque non fa che dormire.
“Lo dice a me che ci sto da secoli?” immagino che lei essendo un demone, se ho intuito giusto, sia lì da più tempo. A questo punto credo di aver capito che la "Topolona" sia un elemento di novità, visto che il suo servizio è temporaneo, questo avrebbe dovuto svegliarlo un po' dal suo torpore.
Nel complesso l'idea mi è piaciuta.

6. Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari,
La spirale di angoscia crescente è resa bene. Le crisi del padre lo portano al manicomio, la figlia assiste al suo declino progressivo.
Ho apprezzato il richiamo nel finale alla scena accennata del diploma, ma resto perplessa sul fatto che se vede il fantasma del figlio giocare in giardino, perché ha queste crisi? Penso che dopo averne riconosciuto il corpo martoriato la sua visione di fantasma, un po' sbiadito ma integro, avrebbe potuto dargli sollievo.
Ho apprezzato il cambiamento lungo il racconto degli occhi, dal color castagna a sempre più assenti, fino a velarsi per poi essere strappati, accompagnano il logorarsi della sua mente.

7. L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni,
L'inizio mi ha intrigato e ha creato interesse, può trattarsi tanto della fine che dell'inizio di un'avventura e questo mi piace.
Drammatica anche se un poco cliché la scena dello scontro con l'amica.
"Per un istante, quelle parole sembrarono vere." Questa mi è piaciuta molto per un attimo speriamo che torni in se. Ci ha dato una speranza.
Molto teatrale, a me è piaciuto, mi ha lasciato domande su come siano arrivati fino a lì e su cosa succederà ora, quindi ha fatto il suo dovere.

8. Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi,
Il racconto è molto evocativo, emotivo e ha un finale triste ma giusto.
La lettura di tanto in tanto inciampa.
"chissà se poi è vero per davvero" nella prima riga frena un po'.
C'è molto racconto, la scena davanti ai poster sarebbe venuta bene mostrando le azioni dei ragazzini, rendendo vivo almeno quel primo incontro per poi continuare a sussurrare quella storia da primo amore.
Il tono sussurrato dei ricordi mi è piaciuto.
Si saltella però dalla prima alla terza persona creando un po' di disorientamento
Nella prima riga c'è un io narrante, poi si passa alla descrizione ambientale, poi il racconto delle due amiche che sfogliano poster, poi di nuovo compare la prima persona, con il "lunedì esco..."
C'è qualche periodo un po' lungo nella parte centrale che potrebbe essere spezzato.
L'idea mi è piaciuta molto, sistemando il narratore e spezzando qualche frase può essere molto bello.

9. La mattinata, di Alexandra Fischer,

La prima parte della storia credo avesse l'intendo di creare un'atmosfera sospesa, vengono presentate una serie di incombenze noiose per la protagonista, compresa una telefonata commerciale e che aggiungono poco al resto della vicenda.
Avrei caricato di più emotivamente la protagonista che è a un gran punto di svolta della sua vita, ma sembra parlare della vita di qualcun altro. Anche la litigata è lontana una settimana, se fosse stata più vicina e mostrata nel racconto avrebbe acceso un po' di più il conflitto.
Ora, la ragazza sarà anche confusa ma da Ornella si trasforma in Ortensia, io mi sarei trasformata in una pianta carnivora se il mio ex, dopo solo una settimana mi fa un cenno mentre è in compagnia di un'altra e me la presenta, la domanda è perché?? Visto che la tizia se ne va dopo due nanosecondi?
Avrei giocato un po' di più tenendo in dubbio l'esito della conversazione, avrebbero potuto riprendere la discussione, lei avrebbe potuto piantarlo lì ed essere lui a seguirla, a convincerla, invece, come nulla fosse accaduto, pianificano il futuro e vanno a passeggio.
Sulla scrittura ho notato tanti verbi dichiarativi che appesantiscono la parte centrale assieme alla ripetizione dei nomi propri e dei pronomi lui/lei.
Un altro consiglio: nella sezione centrale molte frasi hanno una struttura identica:
soggetto (molto spesso il nome), verbo e complemento
l'effetto è quello di una lista, prova a mescolare un po' le cose per movimentarlo un poco.

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BloodyWolf95
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » martedì 17 dicembre 2024, 16:25

Ecco la mia classifica con relativi commenti:

1. La gioia del cliente
Ciao =)
Il tuo racconto è molto bello, scorre che è una meraviglia con una buona focalizzazione e un ottimo uso di sensazioni olfattive e del gusto. Sono piccolezze che però vanno a creare una composizione che si sposa alla perfezione con ciò che hai progettato per questo racconto.
I dialoghi sono equilibrati e sono somiglianti a un discorso del genere, ottima anche l’introspezione di Anna con quei pensieri e tutto il resto. Ottimo lavoro!
Il tema, grazie alla parte finale si adatta perfettamente ed è stato completamente azzeccato con un pizzico di macabro che funziona e mi ha fatto scappare un sorriso ♥
Buona sfida!

2. Non stai pensando anagrammaticamente!
Ciao =)
Hai giocato un sacco con rumori e sensazioni, ottima cosa e denota anche un buono studio della scena che si è apprestati a scrivere, complimenti.
Il tema lo hai centrato, a mio avviso, e ho gradito come lo hai fatto; da amante di thriller e gialli questo scenario è stato gradevole da leggere perché scorre molto bene, ma anche chiaro sia come impostazione che come scena.
I dialoghi sono strutturati bene, sono convincenti, e non ho trovato errori degni di nota.
Se proprio devo fare un appunto, ti consiglierei di sistemare quando lui ragiona sul fattore che il poliziotto è morto, forse avrei impostato un pelino di più sull’effetto visivo, sul ricercare qualcosa che desse da pensare alla morte, però sono anche consapevole del numero ristretto dei caratteri, quindi…
Nel complesso devo dire che è uno dei migliori che ho letto fino a ora.
Buona sfida!

3. Di tamburi e mostri
Ciao =)
Ho letto con piacere il tuo racconto, l’ho trovato gradevole e ricco di azione.
Scorre bene con una prosa piacevole e senza perdersi in descrizioni inutili. Avrei usato un pelino più di introspezione in alcune parti, ma nel complesso è un ottimo breve scritto.
A livello di dialoghi devo dire che è ben fatto, soprattutto all’inizio dove hai usato i dialoghi per dare il contesto al lettore e l’informazione principale dei tamburi e dei mostri.
Ho riscontrato alcune sbavature a livello di scritto, ma sono piccolezze.
Il tema trovo che sia stato centrato appieno e complimenti per l’aver usato un “escamotage” come la puntura d’insetto per fare da semina per il finale, bravo!

4. L'ultimo incantesimo
Ciao =)
Ho letto con piacere il tuo racconto e devo dire che mi è piaciuto molto!
Il tema è stato rispettato perché sei partito con lui che cercava la pergamena per il suo dio per poi finire con lui che ha accolto la libertà.
Ho gradito come hai creato un antagonista che andasse a cercare di fermare il protagonista, anche come lo hai ucciso è molto in linea con il tutto.
L’unica cosa è il pensiero diretto che tu hai inserito senza metterlo in corsivo che a primo impatto sembra un errore, che l’ho riletto perché non sapevo se avevo sbagliato io a leggere o tu a scrivere il tempo verbale =)
I dialoghi funzionano e sono funzionali alla loro esistenza, cosa non troppo scontata e che fa sempre piacere trovare.
Nel complesso è un testo che scorre, sei stato bravo a non perderti dietro a dettagli inutili quindi complimenti!
Buona sfida!

5. Monotonia
Ciao =)
Leggendo il tuo racconto, mi sono scontrata con alcuni errori sparsi qui e là, nulla di eclatante sia ben chiaro, che mi hanno distolto un attimo dalla lettura.
Ho dovuto leggerlo due volte per capire appieno la situazione e devo dire che è molto carino, scritto in modo abbastanza scorrevole. Devo ammettere che i discorsi diretti, seppur pochi, sono un pelino ostici… Bravo invece nella parte introspettiva del personaggio, il suo “io” interiore e come l’hai espresso l’ho gradito in maniera particolare.
Io non ho ben capito se il tuo protagonista sia all’inferno o nel purgatorio, perché l’attesa infinita, la pulizia per un giocatore di scacchi mi ha fatto venire più da pensare a un limbo dove lui deve espiare le sue colpe prima di essere mandato da qualche altra parte, magari sono io che non ho compreso bene, ma non sono riuscita a capirlo del tutto.
Il tema mi è sembrato abbastanza azzeccato, quindi direi che nel complesso hai fatto un ottimo lavoro. =)
Buona sfida!

6. Marinaio spaziale
Ciao =)
Il racconto da te scritto è molto carino e ci mostri la storia di una figlia che ha aspettato il padre per ben settant’anni.
I dialoghi li ho trovati un po’ legnosi da leggere, non scorrono benissimo e appesantiscono un poco la lettura.
Ho gradito lo scambio dei cronometri tra i due personaggi per dare un peso al tempo che è passato, ma penso che il tema non sia stato centrato appieno, a mio avviso: lei aspetta lui fin dall’inizio, lo ha aspettato per sette decenni, lui aspetta di tornare da lei da pochi anni…
La sfumatura che hai dato al tema della sfida è davvero sottile e al margine, ci sta e apprezzo tantissimo lo sforzo, soprattutto perché è inserito in pochissimi caratteri e quindi capisco la difficoltà =)
La prosa scorre bene, ho riscontrato alcune piccole sbavature, ma nulla di troppo evidente.
Buona sfida!

7. Gli occhi non mentono
Ciao =)
Ho letto piacevolmente il tuo racconto. È scorrevole, ricco di emozioni e che tratta il disturbo mentale con tatto.
Ho gradito in maniera particolare l’inizio di questo racconto e trovo il tema abbastanza centrato.
L’unico appunto che ho da farti è sul punto di vista: sei passato dal raccontarci la vicenda dal punto di vista di Serena e quella del padre per poi saltare nuovamente a lei.
Questo raccontino con alcuni piccoli accorgimenti, poteva essere molto più ricco di introspezione e raccontarci anche di come Serena aveva vissuto questa brutta esperienza.
Per il resto è scritto bene e non ho riscontrato sviste degne di nota.
Buona sfida!

8. La mattinata
Ciao =)
Ho trovato la trama di questo racconto un po’ scontata, forse questa mia sensazione è anche data dalla poca introspezione che hai inserito tra le righe. Il racconto scorre, ma senza emozione, senza darci uno scorcio di ciò che la protagonista sente dentro di sé ed è un peccato perché una donna che si è lasciata dovrebbe avere dentro di sé un tumulto, un pozzo immenso di emozioni di ogni genere, invece tu ci hai mostrato dall’esterno come la sta vivendo con freddezza.
La traccia della sfida l’hai sfruttata bene, ci sta nel contesto ed è carina.
Soprattutto la prima parte è un elenco di azioni che la protagonista fa e, come scritto sopra, è un peccato perché scivola tutto in modo distaccato senza nulla che faccia appiglio al lettore.
Non ho trovato errori ed è stata una buona lettura nonostante tutto, complimenti!
Buona sfida!

9. Un lungo, inutile rancore
Ciao =)
Ho letto il tuo racconto e devo dire che nel suo complesso ci sta, ma ho riscontrato alcune sfaccettature che mi hanno rallentato la lettura…
Per esempio non c’è un punto di vista specifico, ma sei saltata da una testa all’altra per poi perderti in un onnisciente che nel complesso mi ha lasciato un pelino confusa.
L’idea di per sé è molto carina, ma a mio avviso non hai centrato il tema, perché tu sei partita con questa ragazza che si è innamorata di questo ragazzo, ha vissuto il suo amore e la separazione successivamente, hai concluso il tutto con l’odio e il rancore verso il padre, ma tu all’inizio non hai mostrato il rovescio della medaglia… non so se mi sono spiegata, ma passa in sordina il fatto che lei abbia odiato e poi perdonato suo padre, soprattutto perché all’inizio tu non lo nomini.
Per il resto è un testo che scorre con alcuni errori di battitura e di punti di vista, stride in alcune parti.
Buona sfida!

=)

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antico
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » domenica 22 dicembre 2024, 17:06

Oltre a quella de L'AUGURE, dovete ancora ricevere altre sette classifiche.

loredana
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 22 dicembre 2024, 18:47

Il narratore è sempre la protagonista e il rancore per quarant’anni è stato verso il ragazzo; mi sono sentita buttata via invece era stata mia madre a decidere, non la sua famiglia. Mi spiace che questo non passi ma termina battute erano veramente poche ed io sono alle prime prove. Grazie del commento

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gioco
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 22 dicembre 2024, 22:34

Ciao a tutti e complimenti per il lavoro. I primi quattro racconti si sono contesi il podio fino all'ultimo.
Questa volta ammetto che nessun racconto mi ha veramente entusiasmato, ma ci sono senz'altro dei pezzi molto buoni che han solo bisogno di un minimo di revisione.
Buona gara a tutti, è sempre molto divertente e arricchente partecipare all'arena.


Classifica

  1. Non stai pensando anagrammaticamente!, di Stefano Scudeler
  2. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani,
  3. La gioia del cliente, di Jacopo Saba
  4. Monotonia, di Stefano Floccari
  5. Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli
  6. Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari
  7. L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni
  8. La mattinata, di Alexandra Fischer
  9. Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi


Commenti

Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, sempre un piacere leggerti!
Il racconto è molto ben scritto e bilanciato. Visto il livello elevato mi concentro sulle piccole cose che forse si potrebbero migliorare.
Trovo ci siano alcune costruzioni di frase che frenano un poco la fluidità della lettura, per quanto siano assolutamente corrette. La prima una reggenza inusuale del verbo (non riuscì [a] dirgli niente), in due casi le virgole che introducono la subordinata (tornare da lei, ma poi, una coltre di freddo le aveva avvolto il cuore) (e, che potrai perdonarmi). Alla fin fine è probabilmente solo una questione di gusti, però nel mio caso sono piccoli inciampi che mi spezzano l’immersione.
Venendo alla storia, che probabilmente si tratti della figlia e non di una compagna lo si intuisce a metà racconto, quando menzioni gli anni vissuti dai due. Non che sia di per sé una cosa negativa, però trovo che il tema sia centrato solo a metà… Il finale non mostra “il contrario” di qualcosa. Esser figlia non è contrario di esser compagna/moglie/amante, e -se anche fosse- il twist arriva abbastanza prima della fine.
EDIT: Mi hai chiarito che il ribaltamento è quello dei sentimenti di lui verso la figlia. Ci sta, però trovo che in questo caso il finale tenda a empatizzare troppo con lei, emozionata e scossa da un sentimento represso che torna prepotente, e poco col padre, di cui non riesco a vivere le emozioni che finalmente prova.
Piccole pulci a parte, un ottimo lavoro. Complimenti e buona gara!


Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli
Ciao Gabriele, credo sia la prima volta che commento un tuo racconto.
Trovo l’idea molto gustosa e perfettamente in tema.
Mi sembra ci siano un po’ di imprecisioni lessicali che compromettono la scorrevolezza della lettura. Faccio qualche esempio. Soggezione nella prima riga, forse volevi dire suggestione? La parola sputafuoco fa tanto “vecchio west”, stona un po’ pensando ai moschetti del 1670. Nella frase “La puntò carica contro l’essere”, carica è decisamente superfluo. Ecc.
In generale complementi e aggettivi risultano un po’ eccessivi.
Al netto di queste piccolezze di stile comunque ribadisco che la costruzione della scena e la narrazione sono ben pensate.
Spero i commenti possano essere utili, a rileggerci e buona Luca Nesler edition!

Monotonia, di Stefano Floccari
Ciao Stefano, credo sia la prima volta che mi trovo a commentarti.
Innanzi tutto complimenti, il racconto è scritto davvero molto bene.
Ci vuole un po’ a capire il senso della scena, ma in fondo con un tema così ci sta. Alla prima lettura gli occhi rossi mi avevano in effetti colpito negativamente, ma senza accendermi l’intuizione.
Certo sarebbe bello sapere qualcosina di più su come e da chi viene gestito lo smistamento delle anime, e che senso abbia mandare i diavoli a fare “lavori socialmente utili” in purgatorio -sempre che io abbia intuito correttamente il luogo della narrazione! -, se ci siano anche veri angeli (sembrerebbe di si dal riferimento del protagonista, ma non ne vediamo nessuno), eccetera.
EDIT: Ho letto un paio di commenti... avevo frainteso l'ambientazione. Se siamo in paradiso però non capisco la lunga attesa nella sala sconfinata... per cosa? Mi funzionava meglio se venivano chiamati per essere poi "pesati" e mandati in su o in giù.
La topolona non è un diavolo... allora come mai ha il rosso negli occhi?
Diciamo che, alla luce di questa rivelazione, credo che l'ambientazione andasse inquadrata e fatta comprendere meglio (vedo che non sono il solo ad aver avuto dubbi o fraintendimenti).

Tutte queste osservazioni comunque non sminuiscono la qualità della prova. Bravo e in bocca al lupo per l’edition!

Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari
Ciao Manuel, piacere di leggerti!
Il racconto è ben scritto e alcune immagini molto evocative.
Non mi è chiaro come mai cavandosi gli occhi compaia la foto che immortala il fantasma. Sempre ammesso che i due fatti siano legati, ma se non lo sono come mai il padre mostra la fotografia solo adesso? E Come mai si è cavato gli occhi? E perché non hanno molto tempo?
Questi dubbi mi lasciano incerto sulla valutazione, ma in ogni caso direi che è una buona prova! In bocca al lupo per l’edition.

Non stai pensando anagrammaticamente!, di Stefano Scudeler
Ciao Stefano, credo sia la prima volta che ti leggo!
Che dire, il tuo racconto è sicuramente coinvolgente e ma mi ha un po’ confuso. :-)
Complimenti per lo stile e il “piglio” della narrazione, perfettamente in linea con genere letterario scelto. La ricostruzione degli eventi è un po’ faticosa e richiede due o tre letture. Alcune scelte lessicali sono molto azzeccate. La scena finale mi ha evocato diversi film, incluso Le Iene (per quello che sta per avvenire oltre l’ultima riga).
Luca Nesler uno e trino non è male, un po’ captatio benevolentiae ma ci sta, io amo gli anagrammi! Certo son nomi poco credibili, che lettori principesse potrebbero avvertire sotto il materasso della narrazione.
In ogni caso bel racconto! Piacere di averti letto e buona Ceras Nulle edition!

La mattinata, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra, il destino mi vuole tuo commentatore ultimamente!
Mi è piaciuto molto il tono intimo, in minore, della vicenda. E il finale delicato.
Però ci sono alcuni aspetti che non mi convincono. All’inizio troppe descrizioni di dettagli insignificanti per la storia che vuoi raccontare… ci si rende conto leggendo che la narrazione si dilunga in particolari superflui.
Rispetto al tema trovo che il “contrario” arrivi un po’ presto per essere “alla fine”.
Poi non capisco bene la questione dei cambi lavorativi di lui: se ha una cattedra come può pensare di seguirla negli spostamenti? O forse vuol dire che rinuncerebbe alla cattedra per insegnare al liceo? Ma fa strano che la figlia del preside abbia il potere di prendere decisioni in vece del padre…
(Attenzione al nome di lei: Ortensia / Ornella).
In ogni caso la seconda parte è emozionante e coinvolgente.
Buona Luca Nesler edition!

L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni
Ciao Damiano, piacere di leggerti (per la prima volta direi).
Il racconto è interessante ma non credo di aver capito il finale. La pergamena non conteneva l’incantesimo donato dagli degli agli uomini, ma, come detto da Aletheia, era un trucco del dio imprigionato per esser liberato? Come mai il protagonista pensava diversamente? Era stregato da un precedente incantesimo? Non si capisce bene la conclusione, e questo fa sì che non riesca a trovare neanche il tema. Se ha ragione Aletheia non c’è un “contrario” finale. Ma è anche possibile che sia io a non averci capito nulla! :-)
Per quanto riguarda lo stile ci sono migliorie possibili e qualche svista, sicuramente causata dal tempo tiranno (distruggeranno tutto!» passi in avvicinamento). Credo che arricchendo minimamente il lessico il risultato potrebbe essere molto più coinvolgente (esempio banale: i raggi del sole che entravano>filtravano dal soffitto)
Spero i commenti possano risultare utili e ti auguro in bocca al lupo per la gara!

Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana, benvenuta nell’arena!
Il racconto è potenzialmente molto coinvolgente ma c’è qualche problemino di stile che rende la lettura poco scorrevole, compromettendone la godibilità. La scrittura si dilunga un po’ troppo in descrizioni eccessive o didascaliche, qualche virgola è fuori posto (ad esempio “i poster che, allora rivestivano”), ci sono ripetizioni ecc.
Spero che le osservazioni ti possano essere utili per migliorare. Peccato per l’incertezza stilistica perché la vicenda è molto toccante e il tema centrato.
Mi raccomando continua a scrivere e a partecipare, sono sicuro che con un briciolo di esercizio sfornerai ottimi racconti!

La gioia del cliente, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo, piacere di leggerti.
Racconto molto… “gustoso” (perdona il calembour!) e ben scritto.
La prima parte raccontata dal punto di vista di Anna funziona bene per preparare il “contrario” del finale.
Simpatico anche il nomen omen del cuoco Armak/Karma.
Ci sono alcuni aspetti logici che durante la lettura non filano del tutto, togliendo un po’ di mordente alla narrazione e al ribaltamento finale.
Da come inquadri la scena capisco che lo chef è stato assunto da Anna per cucinare a casa di lei, e che lei aspetta degli ospiti. Come si concilia questo con la scena finale? Gli invitati saranno tutti fuori dalla porta infuriati? Attaccati al campanello?
E, se mi permetti una battuta, la deontologia dello chef dove la mettiamo? Se si è fatto assumere sia dal maialino che da Anna, sono entrambi suoi clienti. E la gioia dei clienti lui deve realizzare, no? Mi pare che stia tradendo l’impegno preso con una sua cliente…
A parte queste piccole osservazioni trovo sia un’ottima prova, complimenti e in bocca al lupo per la gara!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini

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HandyManny_D
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 23 dicembre 2024, 12:20

Ciao!

Allora, questa volta fare una classifica è stata una cosa micidiale. Avrei voluto mettere due paia di racconti a parimerito nelle prime posizioni, ma non si può fare. Non si può fare, vero Antico?

I racconti mi sono piaciuti tutti, anche quelli che, a mio parere, avevano un collegamento con il tema un pochino più debole. Però, veramente, complimenti a tutti.

Qui di seguito la mia classifica con i commenti.

1. La Gioia del Cliente di Jacopo Saba

► Mostra testo


2. Marinaio Spaziale di Matteo Mantoani

► Mostra testo


3. Di Tamburi e di Mostri di Gabriele Dolzadelli

► Mostra testo


4. L’ultimo incantesimo di Damiano Meloni

► Mostra testo


5. Gli occhi non mentono di Manuel Marinari

► Mostra testo


6. Monotonia di Stefano Floccari

► Mostra testo


7. Non stai pensando anagrammaticamente di Stefano Scudeler

► Mostra testo


8. La Mattinata di Alexandra Fischer

► Mostra testo


9. Un lungo, inutile rancore di Loredana Lombardi

► Mostra testo


Alla prossima Edizione!

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jimjams
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » lunedì 23 dicembre 2024, 23:27

1. La gioia del cliente, di Jacopo Saba
Sono commosso. Diavolo. Se spulcio magari un difetto te lo trovo, ma non voglio spulciare. Questo racconto mi ha fatto ridere, mi ha sorpreso, mi ha pure fatto un po' godere. Ah diavolaccio non si fanno queste cose, non si fanno :-D Bella idea, fantastica. Tema supercentrato. Divertente e destabilizzante.Forse è un weird, ma ben vengano.

2. La mattinata, di Alexandra Fischer
Mi piace il ribaltamento positivo, mi piace assai. Ogni volta che vedo una commedia sentimentale di stampo americano arriva un punto dove i due si amano alla follia, ma si lasciano perchè.. non si capisce. E spesso nella vita questa storia sarebbe finita a "Li ignorò.". Ma mi piace se ci diamo una possibilità, mi piace pensare che Fromm avesse ragione. Insomma credo si sia capito che la storia mi piace, per la storia e per i tanti risvolti che ha, sopratutto il "non deve andare per forza così", "non dobbiamo essere per forza così". Per il resto, uno stile asciutto, frasi brevi che segnano il ritmo del racconto, è un tipo di prosa che mi piace e che anche io a volte utilizzo. Insomma buono anche lo stile, anche la scelta della terza che in questo caso specifico distacca il narratore, lo rende più obiettivo, ci rende più imparziali. Per me è un grosso sì.

3. Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli
Molto gradevole questo racconto con un finale che non mi aspettavo, ma forse avrei dovuto. Il tema direi che è centrato molto bene e con una certa originalità. Buono lo stile, forse da smussare un filo, ma non saprei dire come, la parte finale, magari ha solo bisogno di più parole. In sintesi una bella prova, complimenti.

4. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani
Graziosa idea, ben realizzata nel racconto. La sorpresa finale si intuisce facilmente prima della rivelazione ma questo non toglie l'interesse per l'idea. Qui ho trovato molto gradevoli i particolari che, senza farlo esplicitamente, ci raccontano di un mondo che in questi settanta anni è degradato, aggiungendo tristezza a un incontro già di per sé triste. Tutto contribuisce a questa atmosfera melanconica. Un solo suggerimento, ma a titolo di sperimentazione: forse usare il presente sarebbe più potente, perché il passato crea un distacco maggiore con il lettore e invece il presente in prima persona della protagonista dovrebbe rendere un effetto molto più coinvolgente e forte.

5. Monotonia, di Stefano Floccari
Bad girls have more fun... L'idea del racconto mi piace, e una volta chiarito di che si tratta, alla seconda lettura, il racconto è gradevole. Ha il difetto di non fare troppo per farsi capire. L'unica chiave da cui si arriva alla soluzione è la citazione all'unico vero angelo, che secondo me può essere colta o meno. Insomma, mi piace, ma lo andrei a sistemare fossi nell'autore, per dargli maggiore fluidità nell'accompagnamento alla soluzione. Capisco il cercare il colpo di scena finale, ma delle volte è positivo se il lettore ci arriva un po' prima per conto suo. E in ogni caso il colpo secondo me è nella preferenza per l'inferno, non nel capire che lui è in paradiso. Ben centrato il tema.

6. Non stai pensando anagrammaticamente!
Un piccolo noir, storia semplice ma onesta, anzi disonesta eheh. Non mi dispiace ed è abbastanza credibile. Hai messo un po' di ironia, ce ne sarebbe entrata anche di più, ma questa è una mia visione del noir come equilibrio tra tragedia e ironia. La storia scorre bene, si capisce tutto, descrizioni gradevoli. Non ho suggerimenti particolari da darti se non quello già scritto di rendere tutto ancora più leggero. Attenzion con questi anagrammi eh, che se faccio un'edizione io son cavoli tuoi trovarli eheheheh

7. L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni
Un tema sempre attuale, il fanatismo religioso, qui in chiave fantasy. Non mi dispiace la storia, ci sta il finale che in qualche modo afferra il tema.Tutto ok la narrazione dal punto di vista stilistico. Non riesco però a farmi coinvolgere più di tanto, forse perché tutto sommato la situazione narrata non spicca in originalità.

8. Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi
Parto da quello che manca. Ed è affinare lo stile. A tratti scorrevole e piacevole, a volte è come se inciampassi, magari il poco tempo ha contribuito. Un esempio, tra "i poster che" e "allora rivestivano" togli la virgola, scivola tutto meglio. Non serve che ti vada a segnalare le singole cose, avrai modo di affinare. Per il resto, bella storia, che potrebbe essere quella di chiunque, che probabilmente è stata quella di tanti. Quindi buona l'idea e in linea con il tema la chiusura. Insomma ci siamo, e spero di rileggerti presto.

9. Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari
Non ho trovato molto feeling con questo racconto. Da una parte ci sono alcune problematiche stilistiche, il punto di vista, la presentazione un po' distaccata, dall'altro c'è una mia difficoltà di comprensione dello sviluppo finale della storia. Intuisco che il padre volesse dimostrare alla figlia la realtà del fantasma, tuttavia questa interpretazione apre molte domande a cui non mi vengono risposte congruenti nell'immediato. Se non fosse per questi aspetti potrei dire che la storia di autodistruzione del padre a causa della morte del figlio è molto toccante e piuttosto aderente alla realtà. Valutazione difficile.

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Emiliano Maramonte
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 24 dicembre 2024, 10:35

In questo girone ho trovato alcuni racconti davvero belli e, come sempre, in generale ho avuto grosse difficoltà a stilare la classifica.
Buona Edition e BUONE FESTE!

1. MONOTONIA di Stefano Floccari
2. LA GIOIA DEL CLIENTE di Jacopo Saba
3. MARINAIO SPAZIALE di Matteo Mantoani
4. DI TAMBURI E DI MOSTRI di Gabriele Dolzadelli
5. NON STAI PENSANDO ANAGRAMMATICAMENTE! di Stefano Scudeler
6. GLI OCCHI NON MENTONO di Manuel Marinari
7. L'ULTIMO INCANTESIMO di Damiano Meloni
8. UN LUNGO, INUTILE RANCORE di Loredana Lombardi
9. LA MATTINATA di Alexandra Fischer


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COMMENTI


Marinaio spaziale di Matteo Mantoani
Stavolta ti sei lanciato in un pezzo di sana, buona, onesta e intensa fantascienza! E qui hai giocato con alcuni schemi tipici, direi intramontabili: il viaggio nel tempo, il distacco affettivo, il ruolo della scienza nei rapporti umani, il vero significato dei sentimenti... Insomma, ce n'è per tutti i gusti. E' evidente il sapore nolaniano, e il mio pensiero è corso automaticamente alle scene ormai iconiche di Interstellar, nel quale una figlia ormai anziana rivede il proprio padre preservato dagli effetti relativistici del viaggio nel buco nero. Tu, invece, hai adottato una scorciatoia narrativa (per ovvi motivi di spazio) ossia una sorta di teletrasporto temporale. Efficace l'"equivoco" del personaggio che compare sulla piattaforma: all'inizio pensavo fosse un amante perduto, poi il colpo di scena è stato molto piacevole.
Non è che ho molto altro da aggiungere. Stile scorrevole, tema centrato.

Di tamburi e di mostri di Gabriele Dolzadelli
Complessivamente il racconto mi è piaciuto, soprattutto sotto il profilo dell'atmosfera e della gestione della tensione narrativa. Ho sottovalutato il particolare della puntura di zanzara, poi con un colpo da autore consumato, lo hai riutilizzato per lo stravolgimento nella scena finale. Hai inoltre affrontato il tema del colonialismo con un approccio semi-fantastico che però non tralascia un sottotesto sulla ferocia degli europei e, più in generale, sulla ferocia umana.
C'è qualche imperfezione tecnica che, a un occhio più avvezzo, dà fastidio, però nulla di grave, a Minuti Contati è comprensibilissimo.

Monotonia di Stefano Floccari
E' un racconto che ha bisogno di almeno due letture, però poi ti entra dentro, soprattutto per l'atmosfera sospesa, immutabile. Mi è venuto subito in mente (non so perché) il film "Vivarium", dove la vera inquietudine deriva dal quartiere uguale a se stesso, grigio, senza speranza. Qui però hai fatto un passo in più, visto che hai immaginato un oltretomba particolare, burocratizzato, nel quale la visione è invertita (e quindi coerente col tema del contest): il paradiso è palloso, monotono (appunto), mentre l'inferno è più movimentato e divertente. Non tutto e chiarissimo, è un racconto non proprio "easy", ma colpisce e, per me, al momento, è il migliore del girone.

Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari
Il tuo racconto è una buona ghost story, costruita su un percorso di caduta libera nella paranoia e nel declino mentale di un padre devastato dalla perdita del figlio. Ci sono echi di Stephen King e un raccontato che non guasta perché contribuisce ad aumentare l'intensità emotiva della vicenda. A dispetto del tema centrato, il vero inconveniente del tuo racconto è nel punto d'arrivo, ci sono degli interrogativi che minano la stabilità dell'impalcatura. Che cosa intende Giuseppe per "Abbiamo poco tempo"? Si cava gli occhi per non assistere più all'orrore delle visioni? Si intuisce un qualche tipo di intenzione da parte di Giuseppe. Cosa vuole fare? Evadere dal manicomio?
Mi rendo conto che in 3000 caratteri di più non si può fare, però si può tentare una semina, per citare il buon Antico.
In ogni caso una prova più che sufficiente.

Non stai pensando anagrammaticamente! di Stefano Scudeler
Un pollice su per il titolo del racconto, uno per il giochino metanarrativo degli anagrammi, un altro per la citazione indiretta di "Ritorno al futuro" e un altro ancora per lo stile gradevolissimo.
Il racconto è scorrevole, si fa leggere, ha una trama alla Tarantino, ma soffre di un inconveniente non da poco: a un certo punto, soprattutto nella parte finale, si fa una gran fatica a inquadrare i fili della vicenda. Ho riletto il racconto tre volte e ancora adesso ho difficoltà. Mi dispiace, perché, il testo ha un grande potenziale.
Per il resto, tema centrato e poco da rilevare dal punto di vista tecnico.

La mattinata di Alexandra Fischer
Purtroppo, lasciami dire che questo racconto non mi ha convinto. Secondo me - ma spero di sbagliarmi - il tema ti ha messo in grande difficoltà, lo si vede dalla struttura del racconto, dalla scarsa chiarezza della vicenda e da alcuni problemi della trama. Per esempio la protagonista all'inizio si chiama Ornella, poi dopo l'incontro con Pietro diventa "Ortensia". Mi sono sforzato di capire perché e ho dato due spiegazioni: 1 - disattenzione, forse doveva essere "Ortensia" sin dall'inizio, ma magari in origine il personaggio era Ornella, poi hai cambiato in corso d'opera; 2 - un qualche tipo di artificio narrativo che non ho ben compreso. Inoltre, l'incontro tra Pietro, Ortensia/Ornella e Annalisa è piuttosto strano. Lui le presenta una nuova compagna, lei, quasi inespressiva non si arrabbia, non si risente, anzi si scusa, lui addirittura minimizza dicendo che: "Intanto è una cara amica e nulla di più", e bacini bacini, si riconciliano e vissero felici e contenti.
Il tema è tirato via per i capelli.
Peccato per questa mia valutazione non positiva, perché nelle scorse Edition hai scritto davvero dei bei racconti.

L’ultimo Incantesimo di Damiano Meloni
E' la prima volta che ci incontriamo nell'infernale Arena, quindi lieto di conoscerti!
Hai saputo creare una buona atmosfera fantasy, con un tempio nella foresta, dei custodi/chierici di antichi culti, e un'entità superiore pronta a prendersi gioco dell'umanità. Sotto questi profili il racconto funziona e fa il suo dovere. Il rovescio della medaglia è un po' di confusione generale, dovuta al voler "insaccare" (perdona il termine improprio) troppe informazioni in soli 3000 caratteri. E' sicuramente tanta roba, ed è ammirevole aver costruito un mondo così complesso per una prova di 4 ore, ma se avessi scelto con maggior cura gli input per il lettore, la storia sarebbe risultata clamorosa.
Molto bella la conclusione col Dio che viene liberato con conseguenze terrificanti.
Non facile rivenire il tema della gara.
Occhio che il passato remoto, terza persona singolare, di "dolere" è "dolse", non "dolette".

Un lungo, inutile rancore di Loredana Lombardi
Un merito devo riconoscertelo: l'intensità. Nonostante lo stile da te adottato non sia proprio aderente ai miei gusti, tuttavia mi ha colpito, perché distilla in maniera profonda e pungente il tormento di un'intera vita. E, mi è parso di capire, finzione narrativa e esperienza personale si sono praticamente intrecciati. Non entro nel merito perché fa tutto parte della sfera personale. Dello stile "raccontato" hanno già trattato altri commentatori prima di me, quindi non insisto. Dico solo che, se deciderai di restare a Minuti Contati, entrerai in un virtuoso meccanismo di crescita e di miglioramento, e a me farà piacere rileggerti.

La gioia del cliente di Jacopo Saba
Che dire? Il racconto mi è piaciuto molto perché presenta uno stile godibilissimo e uno humor nero (alla "Delicatessen", per intenderci) che si amalgamano alla grande in una storia onesta, un pelino telefonata (avevo immaginato che lo chef avrebbe in qualche modo cucinato Anna...), ma che funziona. Al netto di qualche perplessità che altri commentatori prima di me hanno espresso (alle quali mi associo), però promuovo il racconto perché centra perfettamente il tema con un ottimo ribaltamento. Complimenti.

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antico
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 25 dicembre 2024, 19:34

Dovete ancora ricevere tre classifiche oltre a quella de L'AUGURE.

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GuidoNorzi
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 26 dicembre 2024, 20:15

Ecco la mia classifica con i relativi commenti.
Complimenti a tutti, comunque. Sfida ardua.

1 Non stai pensando anagrammaticamente!
2 La gioia del cliente
3 Di tamburi e di mostri
4 Gli occhi non mentono
5 Marinaio spaziale
6 Monotonia
7 L’ultimo Incantesimo
8 La mattinata
9 Un lungo, inutile rancore




1 Non stai pensando anagrammaticamente!
Piccolo noir tarantiniano con doppio ribaltamento finale. Mi sembra che funzioni, dialoghi buoni, situazione e ambientazione chiara. Buono il ritmo, e il ribaltamento finale con il traditore tradito funziona. Che dire, bravo, fa venir voglia di saperne di più, cosa è successo prima e cosa succederà dopo.

2 La gioia del cliente
Racconto divertente di buon ritmo, la storia è veloce ma i personaggi vengono fuori e il finale “a sorpresa” forse in parte intuibile, ha però un doppio ribaltamento che lo rende alla fine originale. Bravo. Secondo me, con un po’ più di tempo e di caratteri a disposizione, riuscire a limarlo un po’ nei dettagli lo renderebbe perfetto.

3 Di tamburi e di mostri
Il racconto è bello, funziona il colpo di scena finale, l’atmosfera è azzeccata e regge dall’inizio alla fine. Se devo dirti l’unica cosa che mi ha un po’ stranito è l’uso di nomi inglesi. Se penso a colonizzatori nei Caraibi nel ‘600, penso a spagnoli non a inglesi. Non ne so abbastanza per poter dire se sia giusto o meno, è più una mia sensazione. Ma è un dettaglio che non sminuisce il racconto.

4 Gli occhi non mentono
Interessante il rapporto dolore/fantasmi/follia. Il racconto è scritto bene anche se personalmente non amo il narratore onnisciente, lo sento troppo “raccontato” a posteriori e non mi fa partecipare alla storia. In ogni caso l’idea è buona da sviluppare, cercando anche in una versione estesa di risolvere il problema (che ho visto ti ha già fatto notare qualcuno, e che ho sentito anch’io) della foto che compare all’improvviso alla fine. Comunque, bravo.

5 Marinaio spaziale
Il racconto è scritto certamente bene e il tema fantascientifico "alla Nolan" funziona. Non avrei niente da dire, tranne che il fatto che si celi l'identità del secondo personaggio fino alla fine per far funzionare il colpo di scena suona un po' artificioso, visto che immagino che lei lo riconosca appena lo vede. Ma è un dettaglio. Il racconto funziona. Bravo.

6 Monotonia
Il racconto è interessante, l’idea sfruttata bene (anche se è una variazione sul tema, diciamo). Al contrario di altri, a me la situazione è stata chiara fin da subito anche se hai (giustamente) fatto in modo di non dire mai esplicitamente dove ci troviamo. Se devo invece farti un appunto ti direi che ho avuto un attimo di smarrimento nelle ultime battute perché non hai calibrato al meglio i beat e non ho capito subito chi dei due parlasse, rovinandomi il finale. Comunque, bravo.

7 L’ultimo Incantesimo
La storia è chiara e forse il finale si intuisce troppo presto. Ho trovato un po’ confusionario lo svolgimento, e forse un po’ legnosi i dialoghi. L’ambientazione fantasy ti ha portato a una deriva troppo raccontata e devo dire che non mi ha coinvolto più di tanto. Il tema arriva alla fine, come è giusto che sia.

8 La mattinata
Ciao. La trama è molto semplice, ma è un peccato che la prima parte seppur troppo "raccontata" facesse presagire un lavoro più introspettivo sulla protagonista, che invece sfocia poi in un dialogo un po' mal gestito pieni di "disse" e di battute poco plausibili. Peccato, perché pur non essendo un appassionato del genere "sentimentale" puro, lo stesso racconto curato un po' di più (ma il tempo era quello che era) avrebbe potuto funzionare meglio.

9 Un lungo, inutile rancore
Il racconto sembra più una serie di appunti per scrivere poi il vero testo… Ho avuto quell’impressione, anche perché è come se raccontassi tutto molto frettolosamente e dall’esterno. La storia è semplice e viene fuori, però a mio parere manca il coinvolgimento: il punto di vista non è dentro ai fatti, non li vive e con lui non li viviamo noi che leggiamo. Io lo proverei a svilupparlo.

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CristianoSaccoccia
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 26 dicembre 2024, 20:33

Ciao a tutti ecco la mia classifica con i relativi commenti:

1) La gioia del Cliente
Sapevo dove saresti andato a parare ma te la sei giocata molto bene e il risultato è un ottimo racconto godibile e divertente, il tutto viene gestito molto bene. Scritto in maniera scorrevole e funzionale quindi ti faccio i miei complimenti. Probabilmente premierò questo racconto col primo posto perché è quello in cui ho notato meno sbavature. Ancora bravo e complimenti.

2) Di tamburi e di Mostri

Ciao Gabri, racconto molto gustoso e in pieno stile piratesco. Si sente proprio che sei a tuo agio con queste canaglie che ne combinano di tutti i colori. Soprattutto in questo racconto, ho notato delle imprecisioni tecniche ma a me importano meno di zero perché conta altro per i miei gusti. Il tema è ben centrato ed è carino come il dettaglio della zanzara non sia semplicemente un dettaglio ma un piccolo cortocircuito narrativo che porta il tema dalla tua parte. Per il resto hai gestito bene il tutto e sono sempre contento di leggerti. Good Luck!

3)Non stai pensando anagrammaticamente

Ho apprezzato in primis i dialoghi e lo stile, un bel "crime" all'italiana godibile e divertente e anche il tema viene centrato abbastanza bene e l'ironia di fondo da molto piacere e fa leggere il testo con rapidità. Non ho molto da eccepire. Mi sento di premiare il racconto con una buona posizione perché mi ha davvero fatto un'ottima compagnia durante l'esperienza di lettura.

4) L'ultimo incantesimo
Personalmente la storia manca di un certo appeal, forse perché sono un gran lettore fantasy, e secondo me difetta anche un po' di uno stile impersonale. Avrei preferito conoscere la tua vera voce autoriale. Comunque il testo non è male e il tema viene interpretato bene. Quindi non segnalo altre criticità. Ho avuto piacere nel leggerti, il racconto funziona come momento di intrattenimento. Good luck!

5) Marinaio Spaziale

Penso che il punto di forza del racconto sia il "motivo" della partenza, del distacco e di due esistenze stravolte. Il tutto semplicemente perché bisognava scovare qualcosa di relativistico nelle pieghe del tempo. Molto carina la scena dello scambio dei cronometri, anche se avevo inteso alla perfezione che fossero un padre e una figlia, volendo o meno ho sentito gli echi di Interstellar. Film che amo. Non originalissimo come topos ma si fa sempre apprezzare. Ho capito la tua prospettiva del tema su alcuni commenti, altrimenti non avrei interpretato troppo giustamente il finale. Diciamo che ci sta, ma forse avrei reso più incisivo il tuo obiettivo narrativo.

6) Gli occhi non mentono
Il racconto è buono e ricco di emozioni, ma il tema del "e alla fine è il contrario" potrebbe essere reso più evidente. La trasformazione del padre, da figura protettiva e amorevole a uomo spezzato dalla follia, è un contrasto potente, ma forse si perde un po’ nel dramma della narrazione. Per rafforzare il tema, potresti enfatizzare meglio la contrapposizione tra i ricordi luminosi del passato e l’oscurità del presente, rendendo il ribaltamento ancora più netto. Ma sono gusti!

7) Monotonia
Il racconto è intrigante, con una buona atmosfera e un ritmo ben dosato, ma alcuni aspetti potrebbero essere più chiari per valorizzare meglio il tema "e alla fine è il contrario". La sala d’attesa ha un fascino surreale visto dove si trova. Il paradiso burocratico è una bella idea, non classica ma funzionale, soprattutto il tema emerge bene pensando che il suo contrario è ben più piacevole. L'inferno ha sicuramente degli abitanti interessanti. Detto questo un racconto senza infamia e senza lode. A mio modo di vedere.

8) La mattinata
Devo dire che si tratta di un racconto fumoso che non raggiunge in pieno l'obiettivo che ti sei proposta, forse ti sei "persa" per strada durante la stesura e hai consegnato un racconto che difetta di un vero mordente dove anche il tema viene elaborato in maniera confusionaria. Forse dovresti rileggerlo dopo alcuni giorni per lavorarci ancora e farlo del tutto tuo.

9) Un lungo, inutile rancore
Purtroppo il testo difetta di alcune criticità stilistiche e secondo me il tutto diventa molto confusionario e poco di impatto. Nonostante una certa intensità tematica che apprezzo sono rimasto abbastanza impermeabile alle emozioni. Forse dovresti lavorarci ancora e assaporare con calma il tuo esercizio di scrittura, credo che la fretta abbia contagiato il tuo approccio al contest. Ripensaci e rielabora il tuo racconto e sono sicuro che andrà meglio.

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antico
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 26 dicembre 2024, 20:45

Manca una sola classifica oltre a quella de L'AUGURE.

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Pietro D'Addabbo
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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 26 dicembre 2024, 21:53

Classifica:
1. La gioia del cliente, di Jacopo Saba,
2. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani,
3. Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli,
4. Monotonia, di Stefano Floccari,
5. Non stai pensando anagrammaticamente!, di Stefano Scudeler,
6. L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni,
7. Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi,
8. Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari,
9. La mattinata, di Alexandra Fischer,

Scusate se non sono riuscito a commentare prima e non ho di conseguenza il tempo di attendere eventuali risposte.
Qui di seguito i commenti:

Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani
Il tuo testo racconta del difficile ritrovarsi fra un padre viaggiatore e una figlia che ha lungamente sentito la sua mancanza. A separarli, forse in modo irrimediabile, anche il diverso scorrere del tempo per i due. I temi legati alla paternità mi stanno molto a cuore, ma qui mi hai coinvolto molto poco, probabilmente perché il fatto che si trattasse di un padre ce lo hai svelato troppo tardi. Ho la sensazione che cercare il colpo di scena finale abbia portato a sacrificare del tutto l'empatia che avremmo potuto provare sapendo qual era la vera relazione fra i due.
Per il resto, a parte qualche piccolo refuso, tutto scorre bene.

Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli
Per il numero di personaggi nei primi righi e per i loro nomi inglesi, cercando di seguire le loro dinamiche mi sono immaginato la scena come una spedizione su altri mondi anziché una di conquistadores. Quel nettissimo 1670 è arrivato troppo tardi e mi è sembrato un semplice anno 'fuori sincrono' con la nostra realtà e sistema di datazione anzichè qualcosa che mi doveva piazzare nel giusto tempo e armava i militari con gli archibugi invece che con i fucili laser.
Ho colto la cosa solo ora, alla terza rilettura, mentre commentavo che una spada è anacronistica in una fanteria con fucili, per la frase "Qualcuno imbracciò il fucile, altri sfilarono la spada". Se invece di fucili avessi usato moschetti o archibugi, soprattutto nelle prime righe del racconto, avresti piazzato senza necessità di una data tutta la storia nel periodo storico che volevi, aiutandomi a comprendere prima.
Un'altra incrinatura riguarda la frase "una zanzara gli punse il collo". Troppo netta, dato che è su questo errore che si basa l'inganno per il lettore. In una giungla tropicale, il protagonista può aver sentito una puntura di insetto (chissà quale in un ambiente esotico), ma parlando di zanzara dai la sensazione che lui si sia guardato la mano dopo averla schiacciata, come facciamo tutti per controllare di averla presa.
Una terza nota stonata sta nella capacità di un solo uomo di impazzire, con armi e addestramento del 1600, fino a fare una strage di tutti i presenti, e forse questo è il dettaglio che più mi ha fatto uscire dalla storia.

Monotonia, di Stefano Floccari
Non sono riuscito a cogliere che l'ambientazione fosse la sala d'attesa per il paradiso finché non ho letto i commenti, senza questo posizionamento tutta la storia sembrava una semplice attesa che finalmente finisce. Serviva a mio parere qualche dettaglio più esplicito. Desideravi lasciare il lettore nel dubbio, ma lo avrei chiarito prima di presentare il personaggio finale, in modo che fosse più chiaro chi era e come mai la sua presenza fosse tanto strana in quel contesto. Così invece mi sembra che tutto sia eccessivamente opacizzato e si perde l'effetto che probabilmente desideravi.

Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari
Per me è importante che la parte finale di un racconto, quando presenta un colpo di scena, non demolisca le premesse ma cambi le prospettive con cui interpretare le parti precedenti. Nella "Sentinella" di Brown, ad esempio, empatizziamo con il protagonista che lotta contro mostri alieni e solo la descrizione finale ci fa scoprire che, invece, questi alieni sono gli umani. Il tuo finale invece fa scricchiolare il racconto perché una foto che ritrae un individuo presumibilmente morto è un dato inconfutabile che non ha apparentemente motivo di essere nascosto, visto che sarebbe una prova condivisibile che tale presenza è reale. Scateni tante di quelle domande, troppe, che l'intero racconto ne viene fagocitato; indubbiamente però sorprendi i lettori.

Non stai pensando anagrammaticamente!
Arrivando ultimo, mi accodo agli altri riguardo il numero e la gestione dei personaggi.
Aggiungo però un commento sul titolo, che parla ai lettori di un dettaglio tecnico del testo piuttosto che evocare qualche dettaglio tematico, può non fare la differenza per i tanti lettori che trascurano il titolo, ma rievocare Ritorno al Futuro ha fatto sì che invece mi rimanesse impresso durante la lettura e cercassi citazioni e spiegazioni durante la lettura. Riferendosi invece solo ai nomi sono arrivato alla fine un po' deluso.
Con questo titolo e le risposte 'riluttanti' nei commenti, hai indubbiamente ottenuto di essere quello che ho riletto di più per riuscire a capirci qualcosa. Meno male che qualcuno ci è arrivato o sarei ancora qui ad arrovellarmi.

La mattinata, di Alexandra Fischer
La storia che racconti pare costruita in due blocchi: nel primo seguiamo i pensieri di Ornella, che un narratore onnisciente ci informa essere alle prese con il giardinaggio mentre ripensa al suo passato con Pietro e al suo futuro senza di lui; nel secondo blocco Pietro e Ortensia si parlano, e i righi si rimpallano il nome dell'uno e dell'altra in questa conversazione che ribalta le premesse senza tuttavia risultare credibile. Forse non è un caso che tu abbia usato due nomi diversi per la protagonista nei due blocchi di testo, forse soffermandoti di più sulla fase di revisione avresti colto questo refuso e saresti riuscita ad amalgamare meglio le due parti, rendendole più equilibrate e più avvincenti.

L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni
La tua storia riecheggia atmosfere alla Indiana Jones o Tomb Raider, tranne per il finale che si rivela catastrofico per l'umanità.
Con questa sinossi, avevi tutte le premesse per avvincere un amante del fantasy come me, ma la scelta inconsueta per il finale viene appannata dal ricorso a qualche stereotipo e a una descrizione poco avvincente della battaglia, nella quale si fatica anche a capire chi effettivamente parla. Anche adesso ho il dubbio su chi dei due abbia pronunciato la frase «Se devo scegliere tra te e il resto mondo, non credere che avrò rimpianti.», perché sulla stessa riga agisce la donna ma sembra una frase che pronuncerebbe il chierico. In questa parte ci sono margini ampi di miglioramento che potrebbero fare apprezzare l'idea di base molto meglio.

Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi
Per una gara di narrativa veloce, e per arrivare in cima alla graduatoria, credo sarebbe stato più efficace ispirarsi alla realtà, ammantandola e trasformandola in qualcosa di più efficace dal punto di vista comunicativo.
Scopro però dai commenti che questa è una storia vera, vissuta da te in prima persona. Hai la mia solidarietà, come padre di due fanciulline adolescenti riconosco che la paura che vivano episodi simili è una delle più grandi.
In quanto autobiografico, non ci sono errori possibili quando si racconta una biografia tenendo come obiettivo narrare il reale, poiché anche negli eventuali refusi, nelle scelte lessicali, c'è parte di quella storia.

La gioia del cliente, di Jacopo Saba
Storia assurda ma molto divertente. Superate le prime righe e compresi gli attori in gioco, il testo è andato avanti scorrevole, focalizzato e piacevole, fino alla doppia sorpresa finale, la prima nel leggere che ci fosse la testa di Anna nel piatto, la seconda che il commensale fosse il maialino. Un bellissimo cuoco pazzo nazi-vegano che ama più gli animali delle arpie umane.
Un piccolissimo consiglio per il futuro, che non è mio ma che a mia volta ho trovato utile: cercare di scegliere i nomi dei protagonisti con iniziali differenti, possibilmente anche con lunghezza del nome diversa, Anna e Karmak, ad esempio, avrebbe aiutato a differenziarli anche a livello di suono. Una piccolezza, solo per cercare di essere utile.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » giovedì 26 dicembre 2024, 22:23

Dovete solo più ricevere la classifica de L'AUGURE.

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Re: Gruppo ALEX: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » domenica 29 dicembre 2024, 11:38

Ecco qui i miei commenti al gruppo. Ho trovato racconti molto interessanti e molto vari. Complimenti a tutti.


1. La gioia del cliente, di Jacopo Saba
2. Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli
3. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani
4. Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari
5. L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni
6. Monotonia, di Stefano Floccari
7. Non stai pensando anagrammaticamente! di Stefano Scudler
8. Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi
9. La mattinata, di Alexandra Fischer



Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo,
un buon racconto dove unisci la fantascienza ai sentimenti, in una commistione che ti è venuta molto bene. Come ti hanno già fatto notare, la “trama” non è innovativa (di recente ho visto un episodio di una serie di animazione dove il padre viaggiava alla ricerca della figlia nello spazio, muovendosi a diverse velocità, quindi ad anni di distanza). Hai gestito bene la narrazione senza ingannare il lettore e la scoperta che si tratta del padre e non del “compagno” arriva con la giusta intensità.
Buona anche l’aderenza al tema, con il ribaltamento del sentimento del padre che si pente di essere partito. Anche il fatto che sia la figlia per prima a tirare fuori il cronometro indica che quella che era la priorità del padre è passata in secondo piano.
Per me un pollice quasi su che finisce sotto al pari valutato Dolzadelli che ho trovato un po’ più originale.

Di tamburi e di mostri, di Gabriele Dolzadelli
Ciao Gabriele,
un racconto incentrato sull’azione che ci immerge nella scena fin dalla prima riga, molto evocativa. Sei stato bravo a dare le informazioni al lettore tramite i dialoghi e senza appoggiarti ad eccessive spiegazioni, partendo dai racconti di Larry che suggestionano il nostro protagonista. Ottimo l’inserimento dell’anno, senza quel dettaglio non sarei stato in grado di dare una collocazione temporale corretta alla narrazione.
La vicenda è equilibrata tra la prima parte e la conclusione, e il finale che riprendere lo spauracchio di tamburi e mostri è una perfetta chiusura circolare.
Per me un pollice quasi su che metto sopra al pari valutato racconto di Matteo Mantoani per una maggiore immersione.

Monotonia, di Stefano Floccari
Ciao Stefano,
il nostro protagonista finisce ad attendere in un paradiso parecchio noioso, che ha come unica nota di colore un demone obbligata a lavori socialmente utili. Questo dettaglio mi è piaciuto un sacco. La narrazione è gradevole e scorrevole anche se nel racconto non succede molto. Al di là della monotonia che hai voluto trasmettere, avrei apprezzato inserissi un guizzo o qualcosa che andasse a smuovere gli avvenimenti. Anche solo qualcuno che voleva superare la fila, o il nostro protagonista che chiedeva una commutazione di pena per poter andare a divertirsi giù all’inferno.
Per me è comunque un racconto tendente al positivo che con quel quid in più avrebbe potuto salire più su di un gradino.

Gli occhi non mentono, di Manuel Marinari
Ciao Manuel,
mi è piaciuto molto questo racconto che parte dal peggioramento clinico del padre fino a mostrarci che invece aveva sempre avuto ragione. E allora posso capire il gesto estremo di cavarsi gli occhi dopo che per anni hai continuato a vedere il fantasma di tuo figlio morto.
La trama mi ha convinto al 100%, mentre sul lato più stilistico ci sono un paio di punti leggermente legnosi che però sono sicuro saprai sistemare con un po’ più di tempo a disposizione.
È comunque il primo racconto tra quelli che ho letto che mi ha rubato un brividino di sorpresa quando tira fuori la foto. Ero straconvinto che fosse solo malato fino a quel punto.
Sicuramente un pollice tendente al positivo in modo brillante anche se non del tutto solido.

Non stai pensando anagrammaticamente!, di Stefano Scudeler
Ciao Stefano,
il tuo racconto è scritto sicuramente bene, ma pecca un po’ di chiarezza. Al di là del numero di personaggi (che vedo ti hanno segnalato quasi tutti) il doppio gioco fatto di tradimenti e fregature ha finito con il confondere anche me. Ho dovuto rileggere un paio di volte per essere sicuro di aver compreso tutto per bene e anche ora onestamente credo di essermi perso qualcosa. O forse succede tutto troppo in fretta e mi lascia con troppi quesiti aperti. Forse era una storia troppo vasta per racchiuderla in un racconto da 3.000 battute.
Per esempio, perché Nullaserce entra tremando in lavanderia per un sopralluogo? È un poliziotto così scamuffo?
Per di più le ultime 6 o 7 righe che dovrebbero essere risolutive mi incasinano ancora di più la comprensione di quello che è successo.
La parte che ho preferito è quella iniziale, dove hai inserito i giusti dettagli sensoriali e dove il numero di personaggi non è ancora lievitato.
Per me rimane comunque un racconto tendente al positivo, che con più spazio a disposizione diventerebbe davvero interessante.
Lo posiziono sotto al pari valutato racconto di Damiano che ritengo più chiaro nell’esposizione della trama.

La mattinata, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
il tuo racconto scorre purtroppo un po’ piatto. Anche a livello stilistico non ho notato i tuoi soliti guizzi immaginifici che apprezzo sempre. Temo che stavolta siamo su un pollice nì. Preferisco onestamente quando utilizzi la tua immaginazione per regalarci racconti weird potenti, ma sono certo che la prossima edizione andrà meglio.
In classifica ti posizioni sotto al racconto di Loredana che ho trovato più potente a livello emozionale.

L’ultimo Incantesimo, di Damiano Meloni

Ciao Damiano,
mi è piaciuto il tuo racconto. La classica “cerca” portata a termine che sfocia nel fanatismo e quindi il protagonista che all’inizio sembra essere dalla parte del bene, finisce con l’essere il fautore della disfatta del mondo. (okay, l’ho ingigantita, ma liberare un Dio non è mai una bella cosa, Lovecraft insegna)
Ho sentito un po’ debole il legame tra Thyro e Aletheia. Tu ci dici che sono amici, ma nei loro gesti e pensieri non trovo conferma di questo. Forse bastava qualche breve ricordo. Il riconoscimento di determinati atteggiamenti, o anche solo una brevissima spiegazione del perché non lavorano più insieme.
Il finale con il sangue che punta il centro della pergamena è molto suggestivo, è il dettaglio che ho preferito.
Non avrei definito entrambi chierici, o meglio, visto che Thyro è il nostro protagonista lui non penserebbe mai a sé stesso come a “Chierico” quindi meglio usare una volta in più il nome proprio. In questo modo avresti potuto usare il termine chierica univocamente per Aletheia.
Un racconto da pollice tendente al positivo che supera in classifica quello di Stefano Scudeler che ho trovato meno chiaro nella trama.

Un lungo, inutile rancore, di Loredana Lombardi
Ciao Loredana,
il tuo racconto tratta tematiche molto personali. Lo fa purtroppo con uno stile altalenante che in alcuni casi ha rallentato la lettura. Passa dal descrivere l’amore nascente e il suo sviluppo fino alla chiusura dolorosissima di questa storia.
Ai fini della mia valutazione tecnica si tratta di un pollice nì, su cui c’è ancora tanto da lavorare, ma se ho capito bene e si tratta di avvenimenti che ti sono accaduti personalmente, ti ringrazio per averli condivisi con noi.
Spero parteciperai anche alla prossime edizioni.

La gioia del cliente, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo,
un bel raccontino che fa il suo dovere in maniera egregia. Il ribaltamento di punto di vista mi è piaciuto molto e lo hai gestito bene. Ci sono alcune cose che non mi sono chiarissime, ma sono piccolezze. (Tipo Anna parla sempre di recensione, quindi immagino non sia al ristorante, è tipo uno chef a domicilio o qualcosa del genere?)
Comunque il racconto scorre bene, senza rallentamenti e le battute di dialogo sono ben gestite. Per me un pollice quasi su con convinzione di cui ho particolarmente apprezzato il finale. E buon appetito!
Solo i più saggi o i più stupidi degli uomini non cambiano mai.

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