Druido della notte di Bianchi Sara

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 gennaio con un tema di Giorgia D'Aversa e 4000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
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BloodyWolf95
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Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#1 » lunedì 20 gennaio 2025, 23:04

I rami schioccavano contro la sua pelle. La flebile luce della luna non le permetteva di vedere con chiarezza dove metteva i piedi. La stoffa dell’abito si impigliava nei rovi.
I suoi passi erano veloci, voleva solo fuggire. Sbucò su un sentiero e girò su se stessa. Le gambe tremavano e il respiro era rapido.
Poteva correre, seguire quella strada e fuggire, ma quei tre farabutti se restavano in sella l’avrebbero raggiunta e non poteva permetterlo.
Gli occhi le saettarono sulle chiome degli alberi, erano tetre e non distingueva nulla. Deglutì un groppo invisibile, il mento le tremava.
Le dita si strinsero sulla stoffa, le nocche bianche dallo sforzo.
Gli zoccoli dei cavalli battevano il terreno. Non avrebbe fatto in tempo. Era spacciata.
«Ehi! Shea! Perché fuggi? Vogliamo solo parlare!»
Scattò. Le braccia in avanti per attutire i rami che schioccavano con ferocia sulla sua pelle, i capelli le si impigliavano. Le lacrime scivolavano lungo le guance.
«L’ho vista! La ragazza è là!»
Il cuore le batteva nel petto, non sentiva le gambe che le dolevano o il sangue che si mischiava all’urlo che si levò dalle sue labbra.
Non voleva finire nelle loro mani, non voleva sentirsele addosso, non voleva morire.
Dietro di lei i rumori si avvicinavano.
Sbucò in una piccola radura e continuò a correre. C’era un precipizio. Era spacciata.
Un’enorme quercia svettava sul nulla, aggrappata con le radici nella terra.
Cambiò direzione, ma fermò la sua corsa con un urlo. Uno dei tre uomini sbucò dalla vegetazione.
«Sei nostra, sgualdrina!»
Corse nella direzione opposta. I muscoli le facevano male, le intimavano di fermarsi, ma non poteva, quella era la sua unica possibilità.
Un’ombra avanzò verso di lei: era il più grosso dei tre. L’avevano accerchiata. Era in trappola.
Arretrò. Il tallone colpì qualcosa di ruvido e cadde all’indietro. Le unghie artigliarono il terreno e i piedi affondarono nel terriccio scuro. Le spalle nude si scontrarono con la corteccia della quercia.
I tre uomini avanzarono. Il gigante ridacchiò.
«Non vogliamo farti nulla, piccola Shea… vogliamo solo soddisfare certi nostri pruriti e, se sarai brava, tornerai a casa felice.»
Shea sputò a terra. «Stranieri.»
«Li accogliete così gli stranieri?!»
Le arrivò l’olezzo dei loro aliti fetidi di alcol e di marcio. Un conato di vomito le risalì lo stomaco.
Non poteva demordere, doveva trovare una via di fuga.
Delle dita si artigliarono alla sua caviglia: erano fredde e i suoi occhi si posarono sulle nocche biancastre. Alzò lo sguardo verso il leggero frusciare delle fronde. Non aveva più speranza.
Quanto avrebbe voluto avere accesso alla potenza antica contenuta nella linfa della quercia, avrebbe dato qualsiasi cosa per essa.
Mani sul suo corpo che esploravano e strappavano. Bocche che lasciavano segni bluastri. Membri che la violavano e la sporcavano.
Qualcosa si mosse nella notte, un bramito strappò il silenzio di quella violenza feroce.
«Che diavolo di rumore era quello?»
«Un cervo, idiota.»
Shea era nuda, sdraiata sulle radici ruvide e scomode di quell’albero secolare. I suoi occhi seguivano le tre figure che se ne andavano tra le risate, mentre si sistemavano i calzoni.
«Sei disposta a darmi la tua mortalità per la vendetta?»
Una voce femminile e antica, una carezza materna. I rami della chioma si scossero e alcune foglie vorticarono a terra.
«Tutto…»
Un rumore bagnato si unì a un dolore atroce. Una radice le trapassò il ventre e svettò sopra il suo corpo. Spalancò la bocca in un urlo muto. Faceva male.
«Shea, druido della notte, alzati.»
Shea spostò le mani e le spalle. Le gambe si mossero e i lividi sparirono come le ferite.
Un passo dopo l’altro. Una forza antica le lambiva le vene.
Le dita di Shea scivolarono nell’umidità del terreno. «Il sangue sarà il vostro ultimo tributo.»
Delle radici fuoriuscirono dal terreno per arpionare le membra dei tre uomini e trascinarli nel terreno tra urla e lo scrocchiare secco delle ossa.
«Sangue e pioggia saranno i nutrimenti di questa terra fin quando avrò vita.»



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antico
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#2 » lunedì 20 gennaio 2025, 23:10

Ciao Sara, secondo MC consecutivo per te! Tutto ok con i parametri, buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!

alexandra.fischer
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#3 » martedì 21 gennaio 2025, 11:30

Tema centrato. Trama fantasy, dove Shea, nel corso di una fuga notturna nella foresta, viene aggredita e violentata da tre stranieri. Un albero secolare le propone di dare via la sua mortalità in cambio del potere e lei, malgrado il dolore, accetta e si prende la sua vendetta sugli stranieri. Molto ben resa l’atmosfera della fuga e il patto con l’albero, che trafigge Shea nel trasmetterle il potere da druido.

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matt_heels
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#4 » giovedì 23 gennaio 2025, 1:59

BloodyWolf95 ha scritto:I rami schioccavano contro la sua pelle. La flebile luce della luna non le permetteva di vedere con chiarezza dove metteva i piedi. La stoffa dell’abito si impigliava nei rovi.
I suoi passi erano veloci, voleva solo fuggire. Sbucò su un sentiero e girò su se stessa. Le gambe tremavano e il respiro era rapido.
Poteva correre, seguire quella strada e fuggire, ma quei tre farabutti se restavano in sella l’avrebbero raggiunta e non poteva permetterlo.
Gli occhi le saettarono sulle chiome degli alberi, erano tetre e non distingueva nulla. Deglutì un groppo invisibile, il mento le tremava.
Le dita si strinsero sulla stoffa, le nocche bianche dallo sforzo.
Gli zoccoli dei cavalli battevano il terreno. Non avrebbe fatto in tempo. Era spacciata.
«Ehi! Shea! Perché fuggi? Vogliamo solo parlare!»
Scattò. Le braccia in avanti per attutire i rami che schioccavano con ferocia sulla sua pelle, i capelli le si impigliavano. Le lacrime scivolavano lungo le guance.
«L’ho vista! La ragazza è là!»
Il cuore le batteva nel petto, non sentiva le gambe che le dolevano o il sangue che si mischiava all’urlo che si levò dalle sue labbra.
Non voleva finire nelle loro mani, non voleva sentirsele addosso, non voleva morire.
Dietro di lei i rumori si avvicinavano.
Sbucò in una piccola radura e continuò a correre. C’era un precipizio. Era spacciata.
Un’enorme quercia svettava sul nulla, aggrappata con le radici nella terra.
Cambiò direzione, ma fermò la sua corsa con un urlo. Uno dei tre uomini sbucò dalla vegetazione.
«Sei nostra, sgualdrina!»
Corse nella direzione opposta. I muscoli le facevano male, le intimavano di fermarsi, ma non poteva, quella era la sua unica possibilità.
Un’ombra avanzò verso di lei: era il più grosso dei tre. L’avevano accerchiata. Era in trappola.
Arretrò. Il tallone colpì qualcosa di ruvido e cadde all’indietro. Le unghie artigliarono il terreno e i piedi affondarono nel terriccio scuro. Le spalle nude si scontrarono con la corteccia della quercia.
I tre uomini avanzarono. Il gigante ridacchiò.
«Non vogliamo farti nulla, piccola Shea… vogliamo solo soddisfare certi nostri pruriti e, se sarai brava, tornerai a casa felice.»
Shea sputò a terra. «Stranieri.»
«Li accogliete così gli stranieri?!»
Le arrivò l’olezzo dei loro aliti fetidi di alcol e di marcio. Un conato di vomito le risalì lo stomaco.
Non poteva demordere, doveva trovare una via di fuga.
Delle dita si artigliarono alla sua caviglia: erano fredde e i suoi occhi si posarono sulle nocche biancastre. Alzò lo sguardo verso il leggero frusciare delle fronde. Non aveva più speranza.
Quanto avrebbe voluto avere accesso alla potenza antica contenuta nella linfa della quercia, avrebbe dato qualsiasi cosa per essa.
Mani sul suo corpo che esploravano e strappavano. Bocche che lasciavano segni bluastri. Membri che la violavano e la sporcavano.
Qualcosa si mosse nella notte, un bramito strappò il silenzio di quella violenza feroce.
«Che diavolo di rumore era quello?»
«Un cervo, idiota.»
Shea era nuda, sdraiata sulle radici ruvide e scomode di quell’albero secolare. I suoi occhi seguivano le tre figure che se ne andavano tra le risate, mentre si sistemavano i calzoni.
«Sei disposta a darmi la tua mortalità per la vendetta?»
Una voce femminile e antica, una carezza materna. I rami della chioma si scossero e alcune foglie vorticarono a terra.
«Tutto…»
Un rumore bagnato si unì a un dolore atroce. Una radice le trapassò il ventre e svettò sopra il suo corpo. Spalancò la bocca in un urlo muto. Faceva male.
«Shea, druido della notte, alzati.»
Shea spostò le mani e le spalle. Le gambe si mossero e i lividi sparirono come le ferite.
Un passo dopo l’altro. Una forza antica le lambiva le vene.
Le dita di Shea scivolarono nell’umidità del terreno. «Il sangue sarà il vostro ultimo tributo.»
Delle radici fuoriuscirono dal terreno per arpionare le membra dei tre uomini e trascinarli nel terreno tra urla e lo scrocchiare secco delle ossa.
«Sangue e pioggia saranno i nutrimenti di questa terra fin quando avrò vita.»



Ciao Sara!

Il tuo racconto mi è piaciuto parecchio! Hai reso bene l'angoscia e la confusione della protagonista nella sua fuga, che seguiamo (e sentiamo) passo dopo passo. Bello anche il finale che, grazie a un buon lessico, ci mostra in poche parole la violenza che si scatena sugli uomini. Il tuo mostrato è molto buono. Le frasi sono brevi, il che è giusto, vista la natura caotica di una fuga nel buio. Inoltre, hai cercato di variare abbastanza il flusso, garantendo una lettura sia scorrevole. Parlando di mostrato, forse avrei evitato il dettaglio: "le nocche bianche dallo sforzo.", che mi è piaciuta tanto, ma che Shea difficilmente noterebbe sulle sue mani. Quando la riutilizzi, al momento della violenza ("i suoi occhi si posarono sulle nocche biancastre"), funziona molto meglio, ma perde d'intensità essendo stata ripetuta. Comunque, si tratta solo di un piccolo appunto.

Per quanto riguarda la narrazione, l'unica cosa che mi ha un po' trascinato fuori, è stata l'introduzione "druidica" di Shea: "Quanto avrebbe voluto avere accesso alla potenza antica contenuta nella linfa della quercia, avrebbe dato qualsiasi cosa per essa." È il solo dettaglio che ci suggerisce che il personaggio ha un legame speciale con la natura, ma forse arriva un po' tardi. In tal senso, qualche piccola semina durante la fuga ci avrebbe preparato meglio a questo momento chiave.

Al netto di queste piccolezze, il tuo racconto rimane un'ottima prova, di grande impatto e potenza narrativa. Ti faccio i complimenti, brava!

Gaia Peruzzo
Messaggi: 423

Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#5 » venerdì 24 gennaio 2025, 21:02

Ciao Sara! Il tuo racconto ha una bella atmosfera cupa e una sorta di tensione che rimane salda dall'inizio alla fine. Ho qualche annotazione da farti che secondo me potrebbe migliorare il testo. C'è una sorta di ripetizione tra l'inizio (prime righe) e quando lei riprende a correre, dopo che uno dei furfanti la chiama. I rami che schioccano e i vestiti/capelli che si impigliano. Ne toglierei una per guadagnare caratteri, perché alla fine stai solo ripetendo qualcosa di ambientale che già hai portato all'immaginazione del lettore. Inoltre se lei sente chiaramente cosa dicono, con una frase così lunga, spingerei sul fatto che sono sempre più vicini, già da quando appunto viene chiamata. Magari potrebbe notare anche una sagoma, o un'ombra, tra i tronchi.
C'è poi una cosa che mi ha lasciata perplessa. Come fanno quegli uomini a sapere il nome della protagonista? Se poi lei li chiama stranieri. E non si chiede come mai ne siano a conoscenza, dove lo abbiano sentito o altro… Aggiungerei questo dettaglio. La parte della fuga serve a settare l'ambientazione, ma da un lato ti prende spazio per il colpo di scena finale, che secondo me avrebbe meritato qualche riga in più. Quindi forse l'avrei fatto iniziare proprio da quando viene chiamata e arriva al dirupo.
Anche nella parte più brutta e oscura, quando abusano di lei, avrei aggiunto qualche sensazione di orrore/ribellione di Shea. Perché l'hai presentata con un animo combattivo, o almeno questo è quello che ho percepito.
In generale è comunque un buon racconto, che mi è piaciuto, e non mi aspettavo che diventasse lei stessa il Druido, ma che qualcuno sarebbe venuta a salvarla. Quindi mi ha anche sorpreso. Brava!
E in bocca al lupo per la gara!

Frankestissimo
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#6 » martedì 28 gennaio 2025, 19:08

Ciao Sara!
Racconto che scorre bene, ma un po’ altalenante. In alcuni punti trovo la prosa molto forte, in altri meno (all'inizio sembra che stia passeggiando, ci vogliono un paio di righe per capire che scappa). Tutta la parte della fuga per me risulta un po' lunga, a scapito di qualcosa che mi facesse entrare più in sintonia con il pov e della descrizione dello stupro vero e proprio, che è solo "riassunta" e sarebbe stata ben più d'impatto. Anche il collegamento con la quercia sembra un po' casuale...forse con qualche semina precedente avresti risolto (ad esempio se quello fosse stato il bosco maledetto dove nessuno entra perché si dice che vi dimorino i druidi della notte, o qualcosa del genere).
Il problema secondo me è un po’ il tema. Forse è centrato "letteralmente", ma mi manca la parte dove quello che siamo è in legato indissolubilmente al nostro passato, o ai nostri antenati… quindi non lo trovo davvero centrato.

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jimjams
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#7 » martedì 28 gennaio 2025, 20:01

Ciao, Sara.

Un piccolo horror, una rarità da queste parti. O almeno, per me è un horror, black fantasy etc. La storia funziona bene, scorre e si legge senza intoppi particolari. Qualche aggiustamento stilistico secondo me andrebbe fatto perché in qualche punto l'uso dei termini sembra un po' forzato (soddisfare i nostri pruriti?), in altri capisco il tentativo di non scivolare troppo sul volgare. Una nota personale, proprio a gusto, perché farla trasformare sopo lo stupro e non durante o prima? Albero pigro eheheh Alla prossima, magari con un altro dark.

loredana
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#8 » mercoledì 29 gennaio 2025, 17:24

un horror in miniatura, ben congeniato e ben scritto, Forse anch'io, come hanno scritto altri, avrei preferito una Shea meno arrendevole all'abuso (vero comunque che in un tre contro una è difficile da realizzare una ribellione), ottima la parte finale della quercia che s'impossessa della ragazza per farle avere il suo riscatto. Ho notato anch'io la ripetizione nella fuga e, quando i caratteri sono contati, si dovrebbe fare attenzione a queste cose, bellissimo racconto, brava.

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CristianoSaccoccia
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#9 » mercoledì 29 gennaio 2025, 22:31

Il racconto non è male ma sinceramente non ho trovato una grande potenza emotiva, quindi anche se a livello tecnico non ho molto da segnalare mi è sembrato un testo prevedibile e per questo non ha fatto breccia dentro di me. Un peccato, ma forse sono strano io e non so cogliere bene i sentimenti degli altri. Che dire Sara, non è una critica, ma secondo me puoi dare molto di più e puoi darlo anche molto meglio.

Driu_GP&S
Messaggi: 31

Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#10 » mercoledì 29 gennaio 2025, 22:42

Ciao Sara, piacere di leggerti.

Il tema e’ stato centrato. Le radici si sentono affondare per tutto il racconto. Inizialmente sono le radici della violenza messa in atto dai tre “uomini” che inseguono Shea, radici che si allungano fino a raggiungerla e squarciarla nel fisico e nella mente. Poi sono quelle della quercia secolare, che stringono il patto con Shea per poi affondare la sua vendetta sui tre. Molto buono lo stile (l’ inseguimento e molto ben descritto e coinvolge da subito), appropriato il lessico e racconto scorrevole con ritmo in crescendo fino alla fine.

Buona Edition!

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antico
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Re: Druido della notte di Bianchi Sara

Messaggio#11 » sabato 1 febbraio 2025, 17:47

Azione ben messa in scena, manca un po' di contesto per accompagnarci verso un finale che non sembri arrivare come un deus ex machina, dal nulla. Quindi un backgroud migliore su Shea, seminato durante la fuga, sarebbe stato funzionale (che so, magari lei era vista come LA STRANA dalla comunità e si stava dirigendo volutamente verso quella quercia con cui aveva sempre percepito delle affinità). Quindi c'è da lavorarlo meglio per non fare sembrare che il tutto accada per caso. Detto questo, si legge bene e il tema mi sembra ben declinato. Per me un pollice tendente al positivo in mododiscretamente solido anche se non brillante.

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