Noi restiamo fuori

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 gennaio con un tema di Giorgia D'Aversa e 4000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Noi restiamo fuori

Messaggio#1 » martedì 21 gennaio 2025, 0:59

Noi restiamo fuori
Mauro Bennici

Schegge di vetro incastonate nelle finestre come denti cariati ululavano sotto la sferza del vento. Il cielo è un’immensa lastra di piombo fuso, senza sole, senza stelle. Tutto è immobile, eppure nulla è mai silenzioso.
Attorno al bunker, il terreno è arido e spento, coperto di detriti: spuntoni di cemento armato che emergevano come ossa rotte, frammenti di metallo corrosi dal tempo e qualche osso sbiancato dal sole. Nessuna foglia, nessuna traccia di muschio, nemmeno la più tenace delle erbacce. La vita si era ritirata sotto terra, lasciando la superficie a noi.
– Noi restiamo fuori, bambina mia. Non possiamo entrare. Non ci hanno voluto lì dentro. – Sfioro il tuo viso, con delicatezza. Le dita, spoglie e contorte, tracciano i contorni familiari della tua pelle, attente a non farti del male.
Da dentro arrivano passi. Un suono ritmato, accompagnato da cantilene gutturali. È già tempo di offerte? Nessun urlo, nessuna supplica, solo quel lamento monotono che evocava antichi rituali dimenticati. Che peccato. Un tempo lo facevano con onore, con la fierezza di chi offre un sacrificio agli dei. Ripetevo loro che il dono deve essere sveglio, consapevole, ma le mie parole sono echi dimenticati.
Mi trascino per lo spiazzo sabbioso che si estende davanti all’ingresso del bunker antiatomico. Questo posto è un albero morto: le radici si snodano sotto terra, nascoste, mentre noi siamo i rami secchi, spezzati.
Mi afferro alla panchina, l’unico trono che questa terra possa offrire. Arrugginita, deformata, rossa come sangue coagulato. Ma è ancora qui, come me.
Dal tunnel escono in processione. Le torce tremolano contro le pareti di cemento e illuminano il carrello della spesa che spingono a fatica nella cenere. Sopra, incatenata, c’è una giovane donna, inanimata. I capelli rossi spiccano come una ferita aperta nel buio. Non vedevo un colore così vivo da tanto, troppo tempo. La pelle pallida, consunta dalla loro vita sotterranea, è insignificante. Ma quei capelli!
Non riesco a staccare gli occhi da quel ramato. Un uomo, in un sudario di plastica arancione, si avvicina a tentoni. Si inginocchia, il volto rivolto a terra: – Sette mesi, ti prego. Solo sette.
Mi alzo, lentamente. Le ossa protestano, scricchiolano, si piegano. Ho bisogno di due mani per mostrare cinque dita. Lo faccio senza parlare. Non serve. Lui china la testa ancora più in basso e si prostra tre volte. E si ritira nel buio del tunnel; striscia come un verme nel suo buco.
Cinque mesi per coltivare e sparire; è tutto ciò che avranno. Cinque mesi senza che i ghul li caccino fin nei loro corridoi bui, senza che li divorino. È un buon accordo, per chi ci ha lasciati fuori.
Mi appoggio al carrello, il peso del dono è enorme rispetto al mio corpo marcio. Ogni passo è una lotta. Sono debole, fragile. Non posso permettermi un movimento sbagliato. Non ora.
Il carrello cigola mentre vengo da te: – Guarda, piccola mia. Anche lei è fuori, come noi. E ha i capelli rossi, proprio come i tuoi.
Mi accuccio accanto a te e ti sistemo una ciocca ribelle. La tua presenza è la mia ancora, le radici che mi impediscono di unirmi al vento. Sei tutto ciò che ho. Noi due, sempre insieme.
Ti sfioro appena il viso, attento a non cancellare la tua ombra dal muro. A non perderti nel vento.
Mi siedo e aspetto. Il dono si sveglierà presto. Allora strapperò quei capelli rossi, uno alla volta. E starò attento a non sporcarli di sangue quando mangerò. Li terrò con cura. Per te, per me, per la nostra famiglia.
Sono il signore della superficie. E mi prendo cura di chi è rimasto fuori: noi siamo ciò che resta, le radici spezzate del tempo, la memoria che l'umanità ha lasciato marcire.
Ultima modifica di Mauro Bennici il martedì 21 gennaio 2025, 1:33, modificato 1 volta in totale.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7875

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#2 » martedì 21 gennaio 2025, 1:08

Ciao Mauro! Tutto ok con i parametri, buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#3 » martedì 21 gennaio 2025, 1:37

Sempre di corsa. Modificato spero entro il tempo massimo delle 1.33 :D

Avatar utente
antico
Messaggi: 7875

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#4 » martedì 21 gennaio 2025, 1:39

Yes, hai modificato entro il tempo massimo, ma così facendo devo darti il malus minimo tempo.

alexandra.fischer
Messaggi: 3144

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#5 » martedì 21 gennaio 2025, 10:58

Tema centrato. Ucronia molto ben congegnata, con una parte dell’umanità costretta a restare fuori, mentre l’altra è in un bunker e si fa vedere per offrire un sacrificio che le consenta di usare la superficie terrestre per cinque mesi. Molto ben descritta la casa, ma attenzione ai tempi verbali. È consigliabile scrivere tutto al presente

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#6 » mercoledì 22 gennaio 2025, 13:49

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Ucronia molto ben congegnata, con una parte dell’umanità costretta a restare fuori, mentre l’altra è in un bunker e si fa vedere per offrire un sacrificio che le consenta di usare la superficie terrestre per cinque mesi. Molto ben descritta la casa, ma attenzione ai tempi verbali. È consigliabile scrivere tutto al presente


Ciao Alexandra,
Che tono che sono! E ho consegnato anche un minuto prima di essere escluso, e alla fine tra passato e presente ho fatto l'intro in un modo e il resto in un altro :D
Sono contento che il racconto ti sia piaciuto, nel complesso ;)

Avatar utente
matt_heels
Messaggi: 72

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#7 » mercoledì 22 gennaio 2025, 16:14

maurob ha scritto:Noi restiamo fuori
Mauro Bennici

Schegge di vetro incastonate nelle finestre come denti cariati ululavano sotto la sferza del vento. Il cielo è un’immensa lastra di piombo fuso, senza sole, senza stelle. Tutto è immobile, eppure nulla è mai silenzioso.
Attorno al bunker, il terreno è arido e spento, coperto di detriti: spuntoni di cemento armato che emergevano come ossa rotte, frammenti di metallo corrosi dal tempo e qualche osso sbiancato dal sole. Nessuna foglia, nessuna traccia di muschio, nemmeno la più tenace delle erbacce. La vita si era ritirata sotto terra, lasciando la superficie a noi.
– Noi restiamo fuori, bambina mia. Non possiamo entrare. Non ci hanno voluto lì dentro. – Sfioro il tuo viso, con delicatezza. Le dita, spoglie e contorte, tracciano i contorni familiari della tua pelle, attente a non farti del male.
Da dentro arrivano passi. Un suono ritmato, accompagnato da cantilene gutturali. È già tempo di offerte? Nessun urlo, nessuna supplica, solo quel lamento monotono che evocava antichi rituali dimenticati. Che peccato. Un tempo lo facevano con onore, con la fierezza di chi offre un sacrificio agli dei. Ripetevo loro che il dono deve essere sveglio, consapevole, ma le mie parole sono echi dimenticati.
Mi trascino per lo spiazzo sabbioso che si estende davanti all’ingresso del bunker antiatomico. Questo posto è un albero morto: le radici si snodano sotto terra, nascoste, mentre noi siamo i rami secchi, spezzati.
Mi afferro alla panchina, l’unico trono che questa terra possa offrire. Arrugginita, deformata, rossa come sangue coagulato. Ma è ancora qui, come me.
Dal tunnel escono in processione. Le torce tremolano contro le pareti di cemento e illuminano il carrello della spesa che spingono a fatica nella cenere. Sopra, incatenata, c’è una giovane donna, inanimata. I capelli rossi spiccano come una ferita aperta nel buio. Non vedevo un colore così vivo da tanto, troppo tempo. La pelle pallida, consunta dalla loro vita sotterranea, è insignificante. Ma quei capelli!
Non riesco a staccare gli occhi da quel ramato. Un uomo, in un sudario di plastica arancione, si avvicina a tentoni. Si inginocchia, il volto rivolto a terra: – Sette mesi, ti prego. Solo sette.
Mi alzo, lentamente. Le ossa protestano, scricchiolano, si piegano. Ho bisogno di due mani per mostrare cinque dita. Lo faccio senza parlare. Non serve. Lui china la testa ancora più in basso e si prostra tre volte. E si ritira nel buio del tunnel; striscia come un verme nel suo buco.
Cinque mesi per coltivare e sparire; è tutto ciò che avranno. Cinque mesi senza che i ghul li caccino fin nei loro corridoi bui, senza che li divorino. È un buon accordo, per chi ci ha lasciati fuori.
Mi appoggio al carrello, il peso del dono è enorme rispetto al mio corpo marcio. Ogni passo è una lotta. Sono debole, fragile. Non posso permettermi un movimento sbagliato. Non ora.
Il carrello cigola mentre vengo da te: – Guarda, piccola mia. Anche lei è fuori, come noi. E ha i capelli rossi, proprio come i tuoi.
Mi accuccio accanto a te e ti sistemo una ciocca ribelle. La tua presenza è la mia ancora, le radici che mi impediscono di unirmi al vento. Sei tutto ciò che ho. Noi due, sempre insieme.
Ti sfioro appena il viso, attento a non cancellare la tua ombra dal muro. A non perderti nel vento.
Mi siedo e aspetto. Il dono si sveglierà presto. Allora strapperò quei capelli rossi, uno alla volta. E starò attento a non sporcarli di sangue quando mangerò. Li terrò con cura. Per te, per me, per la nostra famiglia.
Sono il signore della superficie. E mi prendo cura di chi è rimasto fuori: noi siamo ciò che resta, le radici spezzate del tempo, la memoria che l'umanità ha lasciato marcire.


Ciao Mauro!

Mi è piaciuto come hai saputo descrivere l'ambiente postapocalittico, mantenendo un tono acuminato e gravoso per tutto il racconto. Alcune costruzioni sono davvero evocative e lasciano il segno. Anche il twist funziona: semini qua e là dei dettagli che ci fanno capire che in questi personaggi, rimasti fuori dal "vault", ci sia qualcosa di strano. E infatti sono ghoul.

Sono rimasto un po' spiazzato dal punto di vista che hai utilizzato. Il pov è chiaramente il ghoul padre, "signore della superficie", abbinato al "contro-pov" della figlia, che dovremmo essere noi lettori e lettrici. È una scelta senz'altro coraggiosa, come se fossimo una presenza onniscente all'interno della scena e nei pensieri/ricordi del protagonista, ma in un testo breve, rischia di creare più confusione che "immersione".

Se ci stacchiamo dal discorso pdv, il racconto risulta comunque buono nella forma, a parte una piccola imprecisione sui tempi verbali nelle prime due righe (dove hai fatto un salto tra passato e presente), e il tema delle radici, che arrivano oltre la vita, fino alla trasformazione fisica e mostruosa, è centrato. Ottimo lavoro, quindi!

Gaia Peruzzo
Messaggi: 420

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#8 » venerdì 24 gennaio 2025, 20:42

Ciao Mario. Anche io ho notato che i tempi verbali cozzano tra di loro, e si mischiano, e ti direi di riscrivere quelle frasi al presente. Le immagini che hai scelto di evocare sono davvero suggestive e in alcuni punti mi hanno lasciato davvero incantata. Tipo quello della panchina o la richiesta dei mesi con le dita mancanti.
Forse modificherei solo la prima perché è il vento a ululare e non le schegge di vetro.
Non ho capito subito che quel “noi” lasciati fuori fossero tipo degli dei. Però a una seconda rilettura ci ho ragionato. Fammi sapere se ho capito bene, oppure no.
Per quanto riguarda la bambina, invece, mi è rimasto il dubbio se questo signore della superficie voglia mangiarla o meno, dato che dice che non la sporcherà di sangue quando mangerà. Se mangerà lei sarebbe stato meglio scrivere “ti mangerò”. Tanto faceva già abbastanza paura il fatto che le avrebbe strappato i capelli. E forse l'avrei mantenuta più come personaggio normale che come punto di vista legato al lettore, ma solo perché ha davvero troppo poco spazio. E quindi mi sono sentita connessa alla bambina, ma come messa in standby quando era il signore a guardare il panorama e svolgere le azioni.
A parte questo, mi sembra un buon racconto e mi ha davvero intrattenuto. C'è del “non detto” che bisogna collegare con gli elementi/indizi che hai scritto, ma è una cosa che mi piace fare, anche se forse alcuni indizi potevano essere un pelo più chiari, e meno misteriosi. Anche perché non sapevo cosa fossero i ghoul. Penso che sia il racconto che preferisco tra i tuoi che ho letto finora.
In bocca al lupo per la gara!

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#9 » sabato 25 gennaio 2025, 17:23

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Mario. Anche io ho notato che i tempi verbali cozzano tra di loro, e si mischiano, e ti direi di riscrivere quelle frasi al presente. Le immagini che hai scelto di evocare sono davvero suggestive e in alcuni punti mi hanno lasciato davvero incantata. Tipo quello della panchina o la richiesta dei mesi con le dita mancanti.
Forse modificherei solo la prima perché è il vento a ululare e non le schegge di vetro.
Non ho capito subito che quel “noi” lasciati fuori fossero tipo degli dei. Però a una seconda rilettura ci ho ragionato. Fammi sapere se ho capito bene, oppure no.
Per quanto riguarda la bambina, invece, mi è rimasto il dubbio se questo signore della superficie voglia mangiarla o meno, dato che dice che non la sporcherà di sangue quando mangerà. Se mangerà lei sarebbe stato meglio scrivere “ti mangerò”. Tanto faceva già abbastanza paura il fatto che le avrebbe strappato i capelli. E forse l'avrei mantenuta più come personaggio normale che come punto di vista legato al lettore, ma solo perché ha davvero troppo poco spazio. E quindi mi sono sentita connessa alla bambina, ma come messa in standby quando era il signore a guardare il panorama e svolgere le azioni.
A parte questo, mi sembra un buon racconto e mi ha davvero intrattenuto. C'è del “non detto” che bisogna collegare con gli elementi/indizi che hai scritto, ma è una cosa che mi piace fare, anche se forse alcuni indizi potevano essere un pelo più chiari, e meno misteriosi. Anche perché non sapevo cosa fossero i ghoul. Penso che sia il racconto che preferisco tra i tuoi che ho letto finora.
In bocca al lupo per la gara!


Ciao Gaia,
grazie! Sono contento che il racconto ti sia piaciuto.

Sull'idea del testo di lavoro da un po' e questa è stata l'occasione per espanderlo ancora un po' (anche se in meno di due ore per altri impegni). Il signore della superficie lo immagino come uno degli umani che è rimasto sotto l'effetto delle radiazioni e che diventato un gul (o goul o ancora ghoul).
I gul hanno storia molto antica, per le antiche popolazioni del Medio Oriente erano demoni che mangiavano i cadaveri o facevano abortire le donne. Poi sono riportati alla letteratura da Lovercraft e nei tempi recentissimi dai videogame: quasi come zombie, ma senzienti. Quindi sì, alla fine mangerà il dono.

Mi impegnerò per fare emergere meglio il rapporto con la figlia, non sopravvissuta "fuori" e che il gul continua a credere in vita e a parlare con lei.

Gaia Peruzzo
Messaggi: 420

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#10 » domenica 26 gennaio 2025, 9:32

maurob ha scritto:Ciao Gaia,
grazie! Sono contento che il racconto ti sia piaciuto.

Sull'idea del testo di lavoro da un po' e questa è stata l'occasione per espanderlo ancora un po' (anche se in meno di due ore per altri impegni). Il signore della superficie lo immagino come uno degli umani che è rimasto sotto l'effetto delle radiazioni e che diventato un gul (o goul o ancora ghoul).
I gul hanno storia molto antica, per le antiche popolazioni del Medio Oriente erano demoni che mangiavano i cadaveri o facevano abortire le donne. Poi sono riportati alla letteratura da Lovercraft e nei tempi recentissimi dai videogame: quasi come zombie, ma senzienti. Quindi sì, alla fine mangerà il dono.

Mi impegnerò per fare emergere meglio il rapporto con la figlia, non sopravvissuta "fuori" e che il gul continua a credere in vita e a parlare con lei.


Ecco, infatti io i gul li avevo visti in un videogioco, però arancioni e pelati. Simili a zombie sputa veleno, con le mani giganti. Ma non penso che siano effettivamente così. Grazie per le info, che non si smette mai di imparare!
Si sente che è una storia complessa. Ora che so che è diciamo un pezzo di un'idea elaborata capisco anche altre cose. Ti consiglio comunque di continuare a lavorarci, perché è interessante come setting per una storia appunto più ampia.
Poi beh... Non so se possa essere utile, e probabilmente è più una para mentale mia, ma se la bambina, oltre al bambina, la chiamasse con un nome oppure "figlia mia" magari si capirebbe ancora meglio che lui è suo padre. Anche per il fatto che sia morta, questo non l'ho percepito, si percepisce solo che ha paura di perderla. Quindi lui la vede come una specie di allucinazione e scriverei qualcosa anche in questo senso.
Probabilmente con più caratteri avresti riempito anche i piccoli buchi che rimangono più fumosi. Però sei stato comunque bravo.

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#11 » domenica 26 gennaio 2025, 16:05

Gaia Peruzzo ha scritto:
maurob ha scritto:Ciao Gaia,
grazie! Sono contento che il racconto ti sia piaciuto.

Sull'idea del testo di lavoro da un po' e questa è stata l'occasione per espanderlo ancora un po' (anche se in meno di due ore per altri impegni). Il signore della superficie lo immagino come uno degli umani che è rimasto sotto l'effetto delle radiazioni e che diventato un gul (o goul o ancora ghoul).
I gul hanno storia molto antica, per le antiche popolazioni del Medio Oriente erano demoni che mangiavano i cadaveri o facevano abortire le donne. Poi sono riportati alla letteratura da Lovercraft e nei tempi recentissimi dai videogame: quasi come zombie, ma senzienti. Quindi sì, alla fine mangerà il dono.

Mi impegnerò per fare emergere meglio il rapporto con la figlia, non sopravvissuta "fuori" e che il gul continua a credere in vita e a parlare con lei.


Ecco, infatti io i gul li avevo visti in un videogioco, però arancioni e pelati. Simili a zombie sputa veleno, con le mani giganti. Ma non penso che siano effettivamente così. Grazie per le info, che non si smette mai di imparare!
Si sente che è una storia complessa. Ora che so che è diciamo un pezzo di un'idea elaborata capisco anche altre cose. Ti consiglio comunque di continuare a lavorarci, perché è interessante come setting per una storia appunto più ampia.
Poi beh... Non so se possa essere utile, e probabilmente è più una para mentale mia, ma se la bambina, oltre al bambina, la chiamasse con un nome oppure "figlia mia" magari si capirebbe ancora meglio che lui è suo padre. Anche per il fatto che sia morta, questo non l'ho percepito, si percepisce solo che ha paura di perderla. Quindi lui la vede come una specie di allucinazione e scriverei qualcosa anche in questo senso.
Probabilmente con più caratteri avresti riempito anche i piccoli buchi che rimangono più fumosi. Però sei stato comunque bravo.


Ci proverò! Devo ancora imparare tante cose, ma l'idea finale è di far arrivare alla fine il lettore a constatare che la figlia è solo un'ombra sul muro. Una delle sensazioni più dure e crude che mi hanno investito nella visita al memoriale di Hiroshima.

Frankestissimo
Messaggi: 69

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#12 » martedì 28 gennaio 2025, 19:07

Ciao Mauro!
Racconto molto evocativo, con immagini e sensazioni forti. Forse limerei un pelo le similitudini, che a volte tolgono impatto piuttosto che aggiungere, e starei attento ai tempi verbali. Se il racconto è al presente, allora i vetri ululano, non ululavano. Pensavo fosse un typo ma ne ho visti un paio, quindi mi è venuto il dubbio che fosse voluto.
Il tema per me è centrato due volte, sia nelle radici del pov sia nel fatto che quelli che l'hanno abbandonato ora dipendono da lui (dalle loro radici). Non mi è sfuggita neanche l'ispirazione Falloutiana, che apprezzo :)
Forse un po' tanta carne al fuoco, non tutta spiegata. Il pov è...un signore dei ghul? Che per qualche motivo ora controlla altri ghul? Se è così, non farebbe prima a mangiare tutti e basta?
Comunque, non voglio spaccare il capello. Al netto di qualche accorgimento, ottimo racconto, un ninnolo sopra “non riempire la valvola di sfogo”, di cui preferisco lo stile ma ho trovato stonata la chiusa. Per me primo posto.

Avatar utente
jimjams
Messaggi: 736

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#13 » martedì 28 gennaio 2025, 20:00

Ciao, Mauro.

Racconto che su di me ha funzionato moltissimo. Evocativo e potente. Se vogliamo la cosa che mi convince meno è la chiosa, forse leggermente forzata, ma niente di importante. Buona insomma la storia, buona l'impostazione e lo stile. da capire il collegamento con il tema, ma c'è e ben posto. Insomma non ci trovo difetti veri e mi piace. Complimenti. Una sola piccola nota formale. Nella prima parte inizi con il passato di ululavano e poi passi al presente. Altro non vedo. Alla prossima.

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#14 » mercoledì 29 gennaio 2025, 10:28

matt_heels ha scritto:Ciao Mauro!

Mi è piaciuto come hai saputo descrivere l'ambiente postapocalittico, mantenendo un tono acuminato e gravoso per tutto il racconto. Alcune costruzioni sono davvero evocative e lasciano il segno. Anche il twist funziona: semini qua e là dei dettagli che ci fanno capire che in questi personaggi, rimasti fuori dal "vault", ci sia qualcosa di strano. E infatti sono ghoul.

Sono rimasto un po' spiazzato dal punto di vista che hai utilizzato. Il pov è chiaramente il ghoul padre, "signore della superficie", abbinato al "contro-pov" della figlia, che dovremmo essere noi lettori e lettrici. È una scelta senz'altro coraggiosa, come se fossimo una presenza onniscente all'interno della scena e nei pensieri/ricordi del protagonista, ma in un testo breve, rischia di creare più confusione che "immersione".

Se ci stacchiamo dal discorso pdv, il racconto risulta comunque buono nella forma, a parte una piccola imprecisione sui tempi verbali nelle prime due righe (dove hai fatto un salto tra passato e presente), e il tema delle radici, che arrivano oltre la vita, fino alla trasformazione fisica e mostruosa, è centrato. Ottimo lavoro, quindi!


Ciao ^_^

Grazie per gli spunti. Per il POV, è tutto visto con gli occhi del "padre" e sul suo modo di interpretare il mondo distorto come lui. Sul contro altare della figlia ci lavorerò sopra ;)

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#15 » mercoledì 29 gennaio 2025, 10:35

Frankestissimo ha scritto:Ciao Mauro!
Racconto molto evocativo, con immagini e sensazioni forti. Forse limerei un pelo le similitudini, che a volte tolgono impatto piuttosto che aggiungere, e starei attento ai tempi verbali. Se il racconto è al presente, allora i vetri ululano, non ululavano. Pensavo fosse un typo ma ne ho visti un paio, quindi mi è venuto il dubbio che fosse voluto.
Il tema per me è centrato due volte, sia nelle radici del pov sia nel fatto che quelli che l'hanno abbandonato ora dipendono da lui (dalle loro radici). Non mi è sfuggita neanche l'ispirazione Falloutiana, che apprezzo :)
Forse un po' tanta carne al fuoco, non tutta spiegata. Il pov è...un signore dei ghul? Che per qualche motivo ora controlla altri ghul? Se è così, non farebbe prima a mangiare tutti e basta?
Comunque, non voglio spaccare il capello. Al netto di qualche accorgimento, ottimo racconto, un ninnolo sopra “non riempire la valvola di sfogo”, di cui preferisco lo stile ma ho trovato stonata la chiusa. Per me primo posto.


Ciao ^_^
Grazie mille! Questo racconto penso diventerà lungo una ventina di cartelle per rendere l'idea di quello che ho immaginato, per rendere facile seguire tutti i dettagli e la voglia di "vendetta perenna" del padre.

(i verbi li ho cannati perché di corsa nel cambio...)

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#16 » mercoledì 29 gennaio 2025, 10:37

jimjams ha scritto:Ciao, Mauro.

Racconto che su di me ha funzionato moltissimo. Evocativo e potente. Se vogliamo la cosa che mi convince meno è la chiosa, forse leggermente forzata, ma niente di importante. Buona insomma la storia, buona l'impostazione e lo stile. da capire il collegamento con il tema, ma c'è e ben posto. Insomma non ci trovo difetti veri e mi piace. Complimenti. Una sola piccola nota formale. Nella prima parte inizi con il passato di ululavano e poi passi al presente. Altro non vedo. Alla prossima.


Ciao ^_^

Troppo gentile. Verbi cannati perché cambiati di fretta prima della fine ultima delle 1.33 :(
Concordo sul finale, finito il tempo ho messo una frase che rendesse esplicito quello che si era intuito. Avevo ancora 3-400 caratteri ma nemmeno un secondo.

loredana
Messaggi: 69

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#17 » mercoledì 29 gennaio 2025, 16:51

Coma hanno già osservato altri, i tempi verbali cozzanti...io ho notato il movimento solitario "mi trascino" , poco prima c'era stata la carezza a "bambina mia", la stessa che poi riappare improvvisamente cono aver ricevuto il dono...questa mancanza mi ha destabilizzata, ha reso difficile seguire il racconto. Eppure è ben caratterizzato e spiegato, il bunker, la processione, Scenario gotico, post apocalittico (le ossa, al sole, ingialliscono non diventano più bianche) ben esplicitato. Qualche magagna insomma, ma bravo.

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#18 » mercoledì 29 gennaio 2025, 17:33

loredana ha scritto:Coma hanno già osservato altri, i tempi verbali cozzanti...io ho notato il movimento solitario "mi trascino" , poco prima c'era stata la carezza a "bambina mia", la stessa che poi riappare improvvisamente cono aver ricevuto il dono...questa mancanza mi ha destabilizzata, ha reso difficile seguire il racconto. Eppure è ben caratterizzato e spiegato, il bunker, la processione, Scenario gotico, post apocalittico (le ossa, al sole, ingialliscono non diventano più bianche) ben esplicitato. Qualche magagna insomma, ma bravo.


Grazie Loredana!

Sulle magagne dei tempi nulla dire. In fase di revisione, sto chiarendo meglio chi sia la bambina e come il padre gli parli come se fosse viva e presente.

Sulle ossa (ma è passata una vita dall'ultimo esame) ricordo che, tra le altre cose, il cambio di colore dipende da temperatura, umidità, batteri e radiazioni. Essendo un inverno nucleare ad altissime radiazioni ho optato per il bianco :D
E " qualche osso sbiancato dalle radiazioni" non mi suonava.

Driu_GP&S
Messaggi: 23

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#19 » mercoledì 29 gennaio 2025, 21:23

Ciao Mauro, piacere di leggerti.

Il tema e’ stato centrato. Scenario post-atomico e le radici non affondano più. Sono radici spezzate mostrate nell’ambientazione e nei ghul sopravvissuti all’esterno. Buono lo stile con alternanza di scene ben mostrate e un monologo che rendono inquietante tutto il racconto. Appropriato anche lessico. Il ritmo è scorrevole con il finale, mi riferisco soprattutto all’ultimo paragrafo, che mi ha dato la sensazione di essere “strappato” dal resto del racconto, con l’effetto di risultare come l’ urlo angosciato del protagonista.

Buona Edition!

Avatar utente
CristianoSaccoccia
Messaggi: 83

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#20 » mercoledì 29 gennaio 2025, 22:13

Mauro complimenti, meriti il podio, ottima capacità descrittiva e grande scelta lessicale. Mi è molto piaciuta la tua penna in questa esibizione narrativa post apocalittica. Hai usato sensazioni e personaggi coerenti col genere ma li hai manovrati a tuo piacimento come un vero demiurgo dell'orrore. Davvero sono molto soddisfatto, mi piacerebbe leggere un romanzo in questo stile-modo di approcciarsi.

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#21 » giovedì 30 gennaio 2025, 9:47

Driu_GP&S ha scritto:Ciao Mauro, piacere di leggerti.

Il tema e’ stato centrato. Scenario post-atomico e le radici non affondano più. Sono radici spezzate mostrate nell’ambientazione e nei ghul sopravvissuti all’esterno. Buono lo stile con alternanza di scene ben mostrate e un monologo che rendono inquietante tutto il racconto. Appropriato anche lessico. Il ritmo è scorrevole con il finale, mi riferisco soprattutto all’ultimo paragrafo, che mi ha dato la sensazione di essere “strappato” dal resto del racconto, con l’effetto di risultare come l’ urlo angosciato del protagonista.

Buona Edition!


Grazie :)
Sono contento che anche la frase finale ti sia piaciuta.

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#22 » giovedì 30 gennaio 2025, 9:49

CristianoSaccoccia ha scritto:Mauro complimenti, meriti il podio, ottima capacità descrittiva e grande scelta lessicale. Mi è molto piaciuta la tua penna in questa esibizione narrativa post apocalittica. Hai usato sensazioni e personaggi coerenti col genere ma li hai manovrati a tuo piacimento come un vero demiurgo dell'orrore. Davvero sono molto soddisfatto, mi piacerebbe leggere un romanzo in questo stile-modo di approcciarsi.


Ciao, Cristiano,
Wow! La storia mi frulla in testa da tanto e il demiurgo l'ho fatto per tanti anni come "master" di Lex Arcana nel secolo scorso :D
Piacerebbe anche a me farla diventare una storia più lunga e strutturata, chissà.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7875

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#23 » sabato 1 febbraio 2025, 18:02

Al netto dei problemi nella declinazione dei tempi da te sottolineati, il racconto mi è piaciuto anche se forse un po' troppo derivativo da FALLOUT (per Gaia, serie storica di gdr videoludici oltre che una delle migliori serie tv del 2024). A parte questo, è cmq una più che buona reinterpretazione che però perde un po' nella realizzazione della figlie morta che per lui non è tale (renderei più chiaro questo aspetto). La declinazione del tema è buona. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante che si piazza davanti al parivalutato racconto di Maramonte per un finale più efficace.

Avatar utente
Mauro Bennici
Messaggi: 173

Re: Noi restiamo fuori

Messaggio#24 » domenica 2 febbraio 2025, 17:52

antico ha scritto:Al netto dei problemi nella declinazione dei tempi da te sottolineati, il racconto mi è piaciuto anche se forse un po' troppo derivativo da FALLOUT (per Gaia, serie storica di gdr videoludici oltre che una delle migliori serie tv del 2024). A parte questo, è cmq una più che buona reinterpretazione che però perde un po' nella realizzazione della figlie morta che per lui non è tale (renderei più chiaro questo aspetto). La declinazione del tema è buona. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante che si piazza davanti al parivalutato racconto di Maramonte per un finale più efficace.


Grazie, Antico!
Ho usato il termine goul proprio per i più "giovani" per agganciarmi al mondo di FALLOUT. Io avrei usato, senza pensare, il termine "Morlock " :D

Torna a “Giorgia D'Aversa Edition - la Quinta della Dodicesima Era - 188° All Time”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti