Gruppo ATAC
Gruppo ATAC

Questo è il gruppo ATAC de La Sfida Allo ZombiBus.
Gli autori del gruppo ATAC dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo Anm.
I racconti di questo gruppo verranno commentati dagli autori del gruppo ATM.
Il vincitore del girone andrà in finale e finirà in pasto di Julia Sienna, Anna Pullia e Francesco Nucera.
Ricordatevi di segnare, in risposta ai vostri racconti, i bonus a cui aspirate.
Nei commenti dovrete segnare i bonus che individuerete.
E ora vediamo i racconti ammessi:
Una candela alla vaniglia, di Francesco Capozzi, 14371 caratteri, consegnato il 28 gennaio 2025 alle 20:21
La piastrella magica, di Gaia Peruzzo, 19916 caratteri, consegnato il 03 febbraio 2025 alle 21:29
Zombiepark Odissea 2030, di frafo, 12801 caratteri, consegnato il 02 febbraio 2025 alle 17:03.
Il mare di protegge, di Angelo Frascella, 19992 caratteri, consegnato il 02 febbraio 2025 alle 16:55
Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 13 febbraio per commentare i racconti del gruppo Anm.
Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato.
Chi non postasse la classifica verrà squalificato
Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.
I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo nm.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
BUONA SFIDA A TUTTI!
Re: Gruppo ATAC
Ecco la mia classifica per via direttissima
1. Il mare di protegge di Angelo Frascella [bonus 1/2]
2. Una candela alla vaniglia - Francesco capozzi [bonus 1/2]
3. La piastrella magica di Gaia Peruzzo [bonus 1/2]
4. Zombiepark Odissea 2030 di Francesco Michele Forciniti [bonus 2/2]
Commenti:
Il mare di protegge di Angelo Frascella
Una candela alla vaniglia - Francesco capozzi
La piastrella magica di Gaia Peruzzo
Zombiepark Odissea 2030 di Francesco Michele Forciniti
1. Il mare di protegge di Angelo Frascella [bonus 1/2]
2. Una candela alla vaniglia - Francesco capozzi [bonus 1/2]
3. La piastrella magica di Gaia Peruzzo [bonus 1/2]
4. Zombiepark Odissea 2030 di Francesco Michele Forciniti [bonus 2/2]
Commenti:
Il mare di protegge di Angelo Frascella
Mi ha fatto piacere leggerti, questo racconto penso sia un buon biglietto da visita.
Ma veniamo a noi. Mi sono piaciuti diversi dettagli del racconto: il rapporto con Cosimo, la vita della città-isola, i dettagli su come i sopravvissuti hanno raggiunto l'autosufficienza energetica e di cibo. La storia dell'alga è ottima. Ho anche apprezzato e molto il delfino come animale zombie (non ci avrei mai pensato) che tralaltro mantiene la sua intelligenza, e il commento di Fatima sulla gravidanza. In un mondo dove tutti i morti diventano zombie, le gravidanze sono ancora più aliene e pericolose ed è giusto che sia una donna a farlo notare.
Buona l'anticipazione sugli zombie che riusciranno dal mare - il vestito del professore era bagnato. Non mi è piaciuto tanto il motivo: la cattura dei due zombie nel palazzo e il modo in cui vengono imbavagliati e legati è un po' confuso (perchè prendersi il rischio di legare qualcuno che ti può mordere? come si mette un cappuccio attraverso una rete) ma il problema non è tanto la dinamica, quanto le motivazioni. Visto com'è facile spappolare la testa (e.g. il professore) non credo davvero che i Tarantini la vedano come 'pietà' buttarli a mare, soprattutto visto quanto più è pericoloso per loro.
Tornando alle cose belle, credo sia molto sul pezzo la preoccupazione del "Non ci sono molte donne qui". Sembra un po' gretta, ma in una situazione di stress e sopravvivenza di un gruppo umano mi è sembrata realistica. L'opinione di Fatima che invece pensa che l'umanità sia finita è forte, all'inizio un po' estrema, ma tutto sommato giustificata. In ogni caso hai saputo rappresentare due tipi di persone che esistono nella vita reale: il pesce e la cozza, per dirla come Elio. Ho visto come hai fatto un parallelismo tra l'essere orfano di Elio e la ricerca dei genitori di Fatima, ma mi è sembrato un po' extra.
Credo che con una tirata a lucido su questi dettagli - e magari sull'incipit un po' lento - sia un ottimo racconto di zombie.
Buona fortuna sullo zombiebus, ne!
per i bonus - sicuramente c'è l'animale, non sono sicuro conti come celebrità semplicemente perché non lo conoscevo. Credo sarebbe abbastanza normale chiamare un delfino Ulisse senza che questo sia identificativo di un delfino specifico. Lascio che giudichino gli altri.
Una candela alla vaniglia - Francesco capozzi
mi è piaciuta la scelta di ambientare il racconto nel 2031 in questa specie di zona gestita dalle multinazionali. Magari non sarà realistico ma fa sorridere la pistola esselunga, è una roba molto nelle mie corde. Lascia pure un gusto molto distintivo al tuo racconto, quindi va bene. Il collegamento con lo zombiebus c'é, peccato che sia un po' tanto raccontato e che non abbia molta rilevanza con la trama.
Mi è piaciuta la voce del protagonista e il sistema di ronda per gestire i nuovi morti. Un po' tirato per i capelli il tipo che fa jogging fuori dalle mura - anche se capisco serva per creare quell'effetto sarcasmo-parodia. Forse hai calcato un po' troppo la mano sul macabro accennando al cannibalismo e al bordello zombie (quelle che non respirano, senza denti, sconto per chi ha tutti gli arti eccetera). Capisco il senso di parossismo che volevi creare (e l'hai creato) e il cinismo del protagonista, ma mi è sembrato che mirassi troppo alla sensazione di shock. D'altronde se è stupido il tipo che va a correre, figuriamoci quello che si tiene degli zombie infetti e ci copula pure.
Più credibile il rito di iniziazione del novellino e la conclusione abbastanza deprimente.
In tutto questo penso ci sia una grande mancanza, ovvero capire come funziona l'economia di questo posto. Si parla di lavoro, puntualità, scommesse, ma non abbiamo idea di in che modo le zone sicure funzionino. Credo sia un po' una mancanza per capire la società in cui il protagonista vive.
In ogni caso è un racconto solido. Bene per gli animali zombie, non ho capito davvero chi fosse la celebrità però.
La piastrella magica di Gaia Peruzzo
Mi è piaciuto come il racconto si apre in maniera parecchio forte sulla xenofobia, la diffidenza di gruppo, e il tema della superstizione - che torna poi alla fine. Nella scena in chiesa ci sono parecchi personaggi, tutti macchiettistici, ma presentati bene. Si muovono come su un palco teatrale ed è un bell'effetto. Mi sono piaciuti anche gli 'ombrelli rinforzati' come uno strumento contro gli zombie, quel passaggio sui gabbiani che si credono ancora vivi e quel particolare gabbiano pieno di vermi è molto ben descritto.
Divertente pure la trovata dei pesci che non hanno bisogno di acqua, anche se ho difficoltà a vederli come pericolosi. Magari sbaglio io. Ma comunque sarebbe molto straniante trovarseli attorno.
Penso che dal punto di vista di trama e personaggi si potesse fare un po' di più. Luca passa dall'essere "lo straniero" (che poi non è) pieno di gratitudine e un po' impacciato a improvvisato rapitore per seguire il mito della piastrella rossa. Credo che il cambiamento sia decisamente troppo veloce per essere giustificato. Anche la questione dello zombie bus è un po' marginale, in sordina; non basta aver trovato un volantino per credere che sia reale (oltretutto il volantino chi l'ha stampato? Come è stato distribuito?). Credo che dal rapimento in poi il racconto sia più debole e vada a perdere anche quell'elemento di tensione che la protagonsita aveva introdotto parlando dello 'stato di polizia' in cui si trova.
Bonus pieno sugli animali zombie. Sulla celebrità onestamente non so, il reliquario di Santa Lucia mi pare un po' tirato.
Zombiepark Odissea 2030 di Francesco Michele Forciniti
I bonus ci sono sicuramente. Bella l'idea di ambientare tutto in un acquapark, e ben fatti i dettagli macabri all'inizio, dai gabbiani spennati alle piscine che diventano una specie di brodo di morti. Hai calcato molto sull'effetto splatter e in un racconto di zombie ci sta. Ho trovato che la maniera in cui Peppino muore sia un po' controversa - indietreggia fino a cadere da una balaustra? Ma, peggio ancora, non riesco a capire Scipione e Anicedda. Non sappiamo che ci sono gli zombie accalcati alle porte del bar finché a Scipione non gli viene in mente di spalancare tutto perché... pazzo dal lutto? Davvero non l'ho capita, come mossa suicida. Ed è un peccato perché c'era appena stato un momento di contrappunto alla tragedia alla fine simpatico, con la trovata della radio e della soppressata (il tipico cibo estivo da 40°!).
Credo che la struttura della trama sia un po' sbilanciata. Quando il protagonista scopre effettivamente di essere sopravvissuto e vede il bus, il 'pathos' del racconto si è già esaurito. L'abbiamo seguito farsi strada a coltellate tra una piscina di morti e ammazzare l'amico che ha appena perso. Quello che viene dopo è extra, sembra un capitolo nuovo in un romanzo. Credo la questione del bus dovesse essere quindi integrata un po' meglio per evitare questo effetto stanchezza.
Vuoi leggere il primo* fantasy noir italiano? Un affare per orecchie a punta è disponibile!
Linktree - Goodreads
*viene fuori che ce ne sono altri, comunque il mio vale la pena giuro
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*viene fuori che ce ne sono altri, comunque il mio vale la pena giuro
Re: Gruppo ATAC
Classifica:
1. La piastrella magica di Gaia Peruzzo [bonus 1/2]
2. Zombiepark Odissea 2030 di Francesco Michele Forciniti [bonus 2/2]
3. Il mare di protegge di Angelo Frascella [bonus 2/2]
4. Una candela alla vaniglia - Francesco capozzi [bonus 1/2]
Commenti:
- La piastrella magica
- Zombiepark Odissea 2030
- Il mare di protegge
- Una candela alla vaniglia
1. La piastrella magica di Gaia Peruzzo [bonus 1/2]
2. Zombiepark Odissea 2030 di Francesco Michele Forciniti [bonus 2/2]
3. Il mare di protegge di Angelo Frascella [bonus 2/2]
4. Una candela alla vaniglia - Francesco capozzi [bonus 1/2]
Commenti:
- La piastrella magica
Trama:
Il racconto può essere diviso in due grandi parti, la prima decisamente meglio riuscita della seconda. La prima parte nella chiesa, con la presentazione egregia di vari personaggi durante un rito / cerimonia / sacrificio fa un certo effetto. L'apertura nella chiesa in concomitanza di un sacrificio umano è molto ben condotta. I personaggi sono accattivanti e ci si aspetta che la trama si sviluppi un po' alla 'The village' o alla 'Dogville', tra la paura del 'fuori' e la diffidenza verso lo straniero.
La seconda parte del racconto purtroppo vede un calo della cura decisamente drastico. Le buone idee (tra le quali gli ombrelli di murano) presentate nella prima parte vengono abbandonate e i personaggi si muovono in maniera incoerente, sollevando ben più di un interrogatorio nel lettore. Le capacità di Luca come rapitore sono pari solo all'incompetenza dei due protagonisti di resistere al suo stesso rapimento. Luca cammina avanti a loro, con la pistola in tasca, anziché mandare avanti loro e puntare la pistola alla schiena. Perché i due non si ribellano? Cosa li trattiene? Altre cose prive di giustificazione sono: il depliant (perché lo raccoglie?) e le maschere (perché decidono di indossarle? Solo perché è carino - e lo è - immaginarli in maschera a venezia? Serve una motivazione ben più valida di questa o il racconto perde molto).
La tematica della piastrella magica è molto carina, ma ahimé condotta male. Luca racconta subito quale sia il suo scopo, ma i personaggi se ne stupiscono solo alla fine. Manca la creazione di aspettativa nel lettore: funzionerà? non funzionerà? Queste domande non sorgono nel lettore, che già si attende un fallimento su tutta la linea fin dal principio. Non c'è magia, non c'è speranza che la follia funzioni davvero, nemmeno per sbaglio (che so: pesta la piastrella e l'intero edificio crolla per il contraccolpo e si schianta sugli zombie).
Stile:
Il racconto è scritto molto bene, buona la gestione della punteggiatura e incalzante la scrittura dall'inizio alla fine. Un po' di titubanza, forse, nella parte del 'taxi' che sembra un poco confusionaria. Troppo brusco il finale, avrebbe meritato più spazio e maggiore enfasi lo scoramento finale dei protagonisti.
Aderenza alla traccia:
Ottima l'aderenza al tema per quanto concerne l'aspetto temporale e spaziale. Davvero scarsa l'aderenza alla tematica dello zombiebus. Il depliant appare come un deus ex machina che, però, non serve a nulla. Non appare neanche dal vero, né la protagonista ha modo di riportare il depliant nel suo quartiere, per dare un po' di speranza ai suoi concittadini.
Bonus degli animali raggiunto pienamente.
Non mi trovo nel considerare la reliquia della Santa come bonus del personaggio famoso. Fosse apparsa come epifania o manifestazione, sarebbe stato valido.
Altre osservazioni:
Fissa la cupola sul soffitto, immobile proprio come la santa martire.
Forse 'fissa la volta'? Di che cupola si tratta altriment
Spero che si spari per sbaglio nelle parti intime.
?
per una che bestemmia e per il suo modo di parlare, credo possa permettersi un 'spero si spari nelle palle'
Il taxi sfreccia sull'acqua accanto a noi, e si gira per tornare indietro. Oh mio Dio, ci stanno abbandonando…
Poco chiaro: hanno preso un taxi? Non l'hanno guidato loro stessi? Quindi sono almeno in tre contro uno solo e non hanno cercato di soverchiarlo e prendergli la pistola? E ancora: come fa a minacciarli tenendo la pistola nei pantaloni? Basterebbe aggredirlo e fermargli le mani...
Raccolgo il foglio, lo infilo in tasca e li seguo.
Perché? E ancora: lei resta indietro? E Luca, armato di pistola, va avanti?
«Usiamo queste.» Ne afferro una con le piume rosa e la passo a Davide.
Ancora: perché una maschera piumata dovrebbe occultare dei vivi a un gruppo di zombie? Riconoscono i visi? E, se sì, dovrebbe essere esplicitato meglio.
In generale, vengono citati personaggi che meriterebbero più spazio, ma che messi così all'improvviso vengono subito dimenticati e non riescono a lasciare quel sentimento di dispiacere che altrimenti avrebbero potuto suscitare nel lettore (vedi Sofia: chi è? Perché dovrebbe dispiacermi della sua morte? Non è mai stata citata prima!).
- Zombiepark Odissea 2030
Trama:
I buchi nella trama sono pochi, ma purtroppo significativi: perché Scipione apre le porte del bar? Perché Loredana Berté e gli altri dello Zombiebus non uccidono il protagonista, vedendolo ferito? La decisione dello Zombiebus di permettere al protagonista di salire viene presa troppo rapidamente, senza giustificazione né ponderazione. Sarebbe bastato che qualcuno dicesse 'è troppo vecchia, si sarebbe già dovuto trasformare', descrivendo lo stupore nei viaggiatori. Anche il finale è un po' brusco, sembra messo lì giusto per dare una conclusione al racconto, senza un effettivo collegamento con tutto quanto detto prima. La tematica degli amici deceduti viene messa rapidamente da parte e ha scarsa partecipazione emotiva.
Stile:
Lo stile presenta appena alcuni scivoloni nelle descrizioni, che in alcuni punti (vedi quello indicato sotto, il più macroscopico) si fanno decisamente carenti. E' un peccato, perché in realtà per la maggior parte del testo lo stile non si presenta male. Viene per esempio ben trasmessa la sensazione di caldo afoso e abbacinante, la sensazione di putridume dell'acqua stagnante. Buona è anche la descrizione della colluttazione con lo zombie Peppino. Da notare l'assenza di andate a capo nei momenti corretti: si viene a creare un impatto a 'muro di testo' che rende difficile la lettura.
Aderenza alla traccia:
Rispettato il tema e presente lo Zombiebus. Non protagonista, ma comunque significativo. Rispettati entrambi i bonus, anche se un po' confusionaria l'apparizione del vip. Inizialmente ho pensato si trattasse di Mia Martini e tuttora ho il dubbio che non siano presenti entrambe (lei e la Berté) sull'autobus.
Altre osservazioni:
I gabbiani, nella totale confusione istintiva si allontanano verso il mare, mentre il corpo del mio amico è al suolo in condizioni indescrivibili, ma peggio ancora, una decina di quelli che una volta erano bambini gli si avvicinano circondandolo, affamati di carne. Io sono ormai rassegnato e divorato dai sensi di colpa, ma sono consapevole che qualsiasi tentativo di salvataggio sarebbe inutile se non pericoloso per la mia stessa vita, quindi non mi rimane altro che piangere e maledire il creatore, e assistere ad una scena di orrore e disgusto come poche, fatta di sangue, pezzi di carne e budella sparsi per il pavimento antiscivolo. Con il viso coperto di lacrime e sudore colgo quell’occasione per tornare alla base. Monto sul gommone e mi lascio cadere da quell’altezza vertiginosa; una scarica estrema di adrenalina mi coglie mentre scivolo a gran velocità, per liberarsi in un urlo che mi raschia la gola.
Peppino, il mio compagno di vandalismi alle superiori è in fin di vita davanti ai miei occhi, e io non posso fare niente per salvarlo.
Varie cose:
- cosa sarebbe una 'confusione istintiva'?
- il termine 'indescrivibile' per descrivere qualcosa non è proprio una scelta ottimale in un racconto. Anche se difficile, devi comunque provare a descriverlo lo stesso, altrimenti che leggo a fare? Esempio: Le ossa spezzate, la testa girata al contrario, un ginocchio sollevato come se cercasse di rialzarsi...
- una DECINA di bambini [...] si AVVICINA (non avvicinano)
- In generale l'intero pezzo suona molto tipo meme 'oh no... anyway...'. La morte arriva rapida, descritta sommariamente come un elenco di cose generiche (sangue, pezzi di carne e budella) e subito dopo il protagonista sembra dimenticare quello che è successo. C'è poco trasporto, poca emozione. In generale, poco 'mostrato'.
- L'ultima frase è una ripetizione. Il protagonista ovviamente non può fare niente per salvarlo: è già morto.
Sbircio fuori e mi perdo per un tempo indefinito a contemplare lo spettacolo raccapricciante da cui siamo separati solo grazie a qualche parete: chiazze di sangue ricoprono il pavimento e le varie attrazioni, l’acqua delle piscine prive di ogni cura è stagnante, qua e là braccia, gambe e altre parti del corpo in putrefazione segnano l’incubo che stiamo vivendo, ma soprattutto, cadaveri ambulanti che una volta erano esseri umani, vagano in cerca di prede da sbranare spargendo odore di morte ad ogni passo.
Non aveva mai visto in che stato si trovava il parco? Ero convinto che fosse lì da parecchio tempo e che sullo scivolo avesse visto tutto ciò che c'era da vedere. Non mi spiego la sua sorpresa.
Senza nessuna precauzione spalanca la porta e un ingorgo di morti viventi che si è formato in seguito alle nostre distrazioni esplode dentro al bar, causando un terribile sovraffollamento.
Perché?
- Il mare di protegge
Trama:
Purtroppo la trama zoppica per un grande buco presente: l'insensato rischio di catturare vivi gli zombie per buttarli a mare, quando sia poco prima che dopo i protagonisti non abbiano la benché minima remora nell'usare le armi da fuoco. La descrizione della città e dell'amore del protagonista per la stessa è tutto sommato reso evidente, più dall'uso del dialetto e dal rapporto con Cosimo, che da altre parti un po' troppo didascaliche e, dunque, poco emotive.
Stile:
Lo stile presenta a mio parere le pecche maggiori. Da una parte, l'uso del dialetto è azzeccato e ben caratterizza personaggi e scena, rappresentando il principale punto di forza. D'altra parte, e per lo stesso motivo, Fatima risulta il personaggio meno caratterizzato e privo di spessore: non ha dialetto (non esplicito almeno, pur indicando come provenga dal nord Italia) e parla in maniera eccessivamente rigida, da libro stampato, suonando poco credibile. In generale in molte parti si avverte questo distacco eccessivo tra lo stile del racconto e la volontà didascalica dell'autore. La parte del pesce e della cozza, per esempio, è un'idea molto piacevole, ma giunge improvvisa, come molte altre parti del testo, e poco preparata, suonando pertanto artificiosa, incastrata un po' a forza. Tutto il racconto avrebbe bisogno di un buon lavoro di limatura, che porterebbe di certo a buoni risultati: aggiustando questi aspetti dello stile e sistemando in qualche modo la questione della trama, il racconto ne gioverebbe tantissimo.
Aderenza alla traccia:
direi che c'è tutta, compreso il riferimento allo zombiebus e i bonus di animale e personaggio famoso.
Altre osservazioni:
Poi Cosimo afferra la mia mano. Superiamo la rete, poi lui riprende in mano il lembo che aveva mollato per venire a salvarmi.
Un po' troppi 'poi'
Il traghettatore di zombi li prende a bordo per andare a gettarli in mezzo al mare. Non saremo noi a togliere la non-vita che è stata donata loro da Dio… o più probabilmente dal diavolo
Questo è però un buco di trama... Appena poche righe più sopra spaccano il cranio al loro professore (dunque a uno zombie che conoscono) e ora dici che fanno tutta questa fatica e si prendono tutti questi rischi (l'esca, la rete, il sacco in testa) perché non vogliono uccidere degli zombie sconosciuti? E' difficile accettare una simile risoluzione, appunto perché non motivata e controsenso rispetto a quanto descritto.
e vedo il delfino curioso
Per far meglio comprendere al lettore di chi si tratta, meglio metterlo maiuscolo (Delfino Curioso), o in corsivo o virgolettato.
“E se il mare, un giorno, vi voltasse le spalle? Cosa farai quando la tua isola diventerà una trappola?”
Sento le mani tremare e la rabbia invadermi la testa come sangue troppo caldo, ma mi sforzo di non perdere il controllo.
“Il mare… il mare mi ha sempre protetto. Sempre. Anche quando pensavo di non farcela. E questi vicoli… questi palazzi… io qui ci sono cresciuto. Non posso lasciarli.”
Qua si percepisce un po' troppo l'autore e un po' poco il personaggio. Le parole di Fatima suonano profetiche (forse volutamente, visto il nome del personaggio?) ma sembrano messe in bocca un po' a forza alla ragazza. Difficile che una persona appena scampata alla morte e ancora spaventata, affamata, ecc... si esprima in questo modo 'il mare vi volterà le spalle e la tua isola diventerà una trappola'. Suona un po' troppo come anticipazione di qualcosa che verrà dopo, sarebbe utile riuscire a renderla meno evidente.
“Io e mia sorella siamo state adottate. Non ho mai desiderato conoscere i miei veri genitori. Avevo voglia però di vedere il mio paese in Africa. Volevo capire quanto sarebbe stata diversa la vita se fossi cresciuta lì. Così a diciotto anni ci sono andata con mia sorella. Quel viaggio ha acceso la mia voglia di scoprire il mondo… così diventata una vlogger. Mia sorella invece ha deciso che il suo posto era vicino ai nostri genitori adottivi.” Si accarezza un bracciale di perline colorate. “Me lo ha regalato lei. È il nostro legame speciale, ci fa sentire unite nonostante la distanza. Anche mia madre ha capito. Mio papà, invece, non mi ha mai perdonato. Diceva che un giorno o l’altro sarebbe successo qualcosa di brutto e l’avrei affrontato da sola… lontano da loro. Aveva ragione ed ero disperata all’idea di non poterli vedere più, ma sono riuscita a contattarli prima che tutte le reti si spegnessero. Mi hanno detto che sarebbero saliti su uno di quei bus verdi e che dovevo tornare in Italia, trovare uno zombibus e raggiungerli. Capisci? Se tu fossi lontano dai tuoi genitori, ma avessi una speranza di rivederli, non faresti di tutto per riuscirci?”
Un po' troppo improvviso e sbrigativo, messo qui così. Trasmette poca emozione.
o di un ostetrico.
Superfluo, è sufficiente medico.
“Pensa se il bambino morisse nella pancia di una di noi e quello iniziasse a mangiarla dall’interno.”
Immagine molto bella nella sua atrocità
Mi alzo anche io, le mani alzate in segno di resa
Per evitare la ripetizione, meglio mettere 'sollevate'
Il piano è semplice: distrarrò le guardie offrendo loro le sigarette della mia scorta di emergenza.
In che modo delle sigarette dovrebbero distrarre qualcuno? C'è ancora l'obbligo di fumare all'aperto?
Aaaargh!”
Non so, l'onomatopea sa un po' troppo di fumetto e perde di serietà, ma magari è solo una mia impressione.
“Gli zombi che abbiamo buttato in mare hanno ritrovato la strada di casa…”
Se così è, perché gli zombie che hanno inseguito le donne si sono fermati sulla riva e non hanno proseguito nel mare? Perché fino a questo momento nessuno zombie è arrivato dal mare? Se hanno 'imparato a nuotare', perché anche la vecchia e il bambino hanno già imparato e gli altri no?
La sentinella, un ragazzino di nome Tommaso, sta lì indeciso se continuare il suo compito lì
Ripetizione di lì
e sparo in testa agli attaccanti
'Attaccanti' sa molto di partita sportiva. Meglio 'assalitori' o 'aggressori' o anche, semplicemente, zombie.
- Una candela alla vaniglia
Trama:
Il racconto si snoda da un aneddoto all'altro, riservando per la parte conclusiva la vera 'trama'. Appare più un modo per descrivere l'avvento dell'apocalisse zombie e il mondo per come si è trasformato, mentre risulta minore la concentrazione sul racconto in sé di un avvenimento preciso (in questo caso il rapporto col novellino e il suo 'test' finale). Viene riservato a mio parere troppo spazio a questa 'aneddotica', privando il racconto di un giusto respiro. La parte dedicata al passato del protagonista, al modo in cui ha raggiunto lo zombibus e ha salutato il suo cane è troppo lunga e non aggiunge pressoché nulla alla trama. Similmente gli aneddoti sulla vecchia morta in casa e sul runner suonano come l'uno la ripetizione dell'altro. La parte davvero interessante arriva troppo tardi: il tradimento finale al ragazzo, la presentazione di vari personaggi che sembrano avere delle storie da raccontare e che però appaiono solo di sfuggita, come scommettitori generici. Il racconto complessivamente sembra più la descrizione di un world-building in cui ambientare una storia, più che una storia in sé.
Stile:
Lo stile si mantiene quasi sempre buono, mordace e con battute che arrivano puntuali e precise. Occasionalmente, purtroppo, ci sono delle lievi cadute, complici anche gli errori grammaticali sparsi qua e là e la percezione di una penuria di virgole in punti dove invece suonerebbero bene. Una nota a parte per le similitudini: divertenti, ma talvolta troppe e non necessarie. Fanno pensare più a esercizi retorici dell'autore e rompono un po' la fluidità della lettura. Sfoltirne qualcuna non toglie nulla né all'ironia del racconto né all'efficacia delle similitudini usate.
Aderenza alla traccia e bonus:
Purtroppo, ritengo scarsa l'aderenza alla traccia. Il racconto è ambientato molti anni dopo lo scoppio dell'apocalisse, quando si prevedeva che dovesse essere ambientato a soli due mesi dallo scoppio.
Il bonus dell'animale è presente a mio parere nella forma del cane, per quanto sia solo raccontato come ricordo e non sia effettivamente presente.
Il bonus del personaggio famoso è assente, in quanto Forrest Gump (unico personaggio famoso che riesco a identificare) viene usato solo come esempio per indicare il runner e non come individuo effettivamente presente.
Alcune osservazioni:
Un paio di minuti dopo è arrivata l'ambulanza con due colpi ben piazzati: uno per la vecchia e uno per Michael. Ironia della sorte a sparare fu Corrado, che ancora non gli aveva perdonato il trattamento che aveva riservato a sua moglie.
Frase un poco confusa. Si intuisce, per esclusione, che colui a cui Corrado non aveva perdonato il trattamento è Michael, ma non si capisce immediatamente, e ciò affatica il lettore che viene lasciato da solo a sbrogliare il significato dell’asserzione. Inoltre, che trattamento ha riservato alla moglie di Corrado? L’ha uccisa, immagino, ma anche qui devo lavorare molto per arrivarci, il collegamento non è immediato. Non a questo punto del racconto, almeno.
Ci vuole qualcosa per tirare su il morale.
Prendo il cellulare e mando un messaggio nella chat di gruppo, poi salgo sull’ambulanza, guido io.
Se ho bene inteso, questa frase dovrebbe fungere da anticipazione per il finale. È un po’ poco enfatizzata, però, e si perde facilmente in questo momento del racconto. E se invece non è un'anticipazione, allora non ho capito a cosa si riferisca.
Luca dopo un bel po di tempo rompe il silenzio.
po'
Condoglianze alla famiglia, gli allungo un bigliettino delle pompe funebri Enel.
Se lo allunga alla famiglia, allora LE allunga
un po d’acqua che Corrado richiama via radio per un’altro servizio.
Un po' d'acqua e un altro servizio
- RaffaeleGargano
- Messaggi: 4
Re: Gruppo ATAC
Classifica:
1. La piastrella magica [bonus 1/2]
2. Zombiepark Odissea 2030 [bonus 2/2]
3. Il mare di protegge [bonus 1/2]
4. Una candela alla vaniglia [bonus 1/2]
Commenti:
La piastrella magica
Zombiepark Odissea 2030
Il mare di protegge
Una candela alla vaniglia
1. La piastrella magica [bonus 1/2]
2. Zombiepark Odissea 2030 [bonus 2/2]
3. Il mare di protegge [bonus 1/2]
4. Una candela alla vaniglia [bonus 1/2]
Commenti:
La piastrella magica
Rifugiarsi nella religione e andare contro il “diverso” (e la domanda è sempre uguale: diverso rispetto a chi/che cosa?) sono le prime valvole di sfogo durante le catastrofi. Lo abbiamo visto con il Covid, che viene citato con un riferimento ottimo, e lo vediamo anche qui. La scena iniziale è un eccellente ritratto dell’ipocrisia della nostra società. Non vedo alcuna incoerenza nel cambio di atteggiamento (e di ruolo) di Luca, d’altronde la paura e l’esasperazione fanno fare cose impensabili, no? Ho istintivamente portato la mano al collo durante l’attacco del piccione-zombie, sul finale, tanto mi ha fatto impressione: ottima! Avrei gestito meglio tutta la faccenda della piastrella, centrale nel racconto, e dato più spazio alle “meccaniche”, per dirla in gergo videoludico, come gli ombrelli. In generale, però, il racconto è filato come si deve. Bonus: nessun dubbio per gli animali, ma il reliquario di Santa Lucia è una soluzione un po’ tirata.
Zombiepark Odissea 2030
I bonus ci sono, in più ho trovato molto realistica Loredana, sia per come parla sia per come viene descritta da Giovanni. L’ultima parte è un po’ buttata lì, poteva essere approfondita meglio. Comunque il racconto non mi è dispiaciuto, gli aspetti splatter combaciano alla perfezione con il tipo di traccia assegnata. Bella la parte in cui Peppino muore la seconda volta, non mi spiego l’improvvisa apertura delle porte da parte di Scipione. Mi è piaciuta parecchio l’idea di fondo dell’acquapark, soprattutto perché ci sono stato più di una volta (sono calabrese). È stato molto semplice per me visualizzare gli scenari anche solo con i nomi delle attrazioni.
Il mare di protegge
Di tutto il racconto ho apprezzato in maniera particolare l’isola dei sopravvissuti, molto ben costruita, e le preoccupazioni delle donne (come la gravidanza) e sulle donne (il fatto che non siano molte). Mi stona un po’ la scelta di buttare gli zombie a mare quasi come gesto di pietà nei loro confronti: vediamo ogni giorno come non ci sia tra umani, figurarsi nei confronti di mostri come gli zombie. Ci vorrebbe un po’ più di spessore su Fatima, essendo comunque molto rilevante, ma resta comunque un bel personaggio. Per quanto riguarda i bonus c’è sicuramente il delfino (originale!), ma non lo considererei personaggio famoso dal momento che nel racconto non emerge la sua notorietà. Si poteva gestire meglio.
Una candela alla vaniglia
Verosimile il fatto che le multinazionali prendano il comando in una situazione come questa. In generale si respira un po’ di pandemia da Covid in tutto il racconto, ho apprezzato. Azzeccato il tono sarcastico del protagonista, smorza quella che dovrebbe essere un’atmosfera tragica. Un po’ discutibili le scelte che appaiono sul finire del racconto, come il bordello. Bella la funzione drammatica del novellino, soprattutto perché dà un senso di continuità all’inizio, non essendo il primo, e alla fine, perché non sarà l’ultimo. Lato bonus: non ho colto il personaggio famoso, per gli animali avevo già deciso di dare il bonus sulla parte della carne, ma bello anche il racconto sul cane.
Re: Gruppo ATAC
Eccoci alla sofferta classifica.
ho avuto grande difficoltà a decidere chi mettere in prima posizione tra il racconto di Angelo e quello di Gaia. ho deciso di premiare quello che allo stato attuale era più completo.
in quello di Gaia ho trovato un grande potenziale, con qualche piccolo accorgimento sarebbe stato da prima posizione.
Complimenti anche agli altri, ovviamente, ho letto ottimi racconti!!!
In bocca al lupo per la Sfida!
1. Il mare ci protegge, di Angelo Frascella
2. La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
3. Una candela alla vaniglia, di Francesco Capozzi
4. Zombiepark Odissea 2030, di frafo
Una candela alla vaniglia, di Francesco Capozzi
Ciao Francesco, e grazie per la divertente lettura.
Il mondo che hai creato è molto divertente e ci sono delle trovate veramente geniali (come la pistola Esselunga o le varie multinazionali che si sono aggiornate e rinnovate per trovare il loro posto nel nuovo mondo.
Ho notato uno scostamento dalla traccia, ma su questo non metto becco, mentre ritengo entrambi i bonus validi. Cane e Corona? È lui? Il paparazzo?
Passando più in dettaglio sul racconto, secondo me ti sei dedicato troppo a voler raccontare il nuovo mondo quando la narrazione avrebbe reso molto di più se ti fossi concentrato solo sulle scommesse clandestine. Quello era a mio avviso il fulcro del racconto o almeno da come lo hai gestito sembrava volessi dare risalto a quello come una specie di plot twist, ma così non funziona. Perché arriva troppo tardi e non viene trattato e approfondito come avresti potuto.
Rimane una scenetta cinica e divertente ma che non cattura a sufficienza l’attenzione da rendere il racconto memorabile.
Mi è piaciuto invece un sacco il tono del pdv e le sue battute, anche se avrei preferito vederle più sfruttate durante le varie scene che non nella parte iniziale in cui racconta e racconta e racconta cose che sono successe in passato come se fossimo al bar e ci volesse snocciolare per forza la storia della sua vita.
In bocca al lupo-zombie per la Sfida!
La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia e piacere di averti letto.
Parto subito con le cose positive: lo stile. Il racconto è sempre scorrevole dall’inizio alla fine e si legge senza inciampi o rallentamenti. Il pdv è ben gestito anche se ci sono un paio di cose che mi hanno fatto storcere il naso (tipo la strisciata sulla guancia di rossetto che lei stessa non può vedere o il fatto che dica parti intime dopo aver detto cazzo e merda, ma sono piccoli dettagli che non hanno rovinato la lettura).
La storia mi è piaciuto, avrei solo cercato un modo per rendere più esplicito il fatto che Moro avesse acconsentito alla missione di Luca. Anche solo un averlo armato per maggiore sicurezza (anche se avrebbe avuto poco senso visto che poco prima volevano quasi sacrificarlo). Però è strano che due minuti prima fosse legato e dopo abbia una pistola e addirittura si possa permettere di minacciare Caterina.
Ho apprezzato molto la caratterizzazione dei vari personaggi nella prima scena anche se trovo ce ne fossero troppi. Soprattutto perché poi in scena rimangono solo Cat e Luca e per qualche altra riga Moro.
Sarebbe stato perfetto per un racconto più lungo. Sempre a proposito di lunghezza ho notato che in un paio di punti sei dovuta andare un pochino più di corsa nella narrazione e immagino sia stato per questioni di caratteri.
20.000 battute sembrano sempre tantissimi quando inizi a scrivere, ma poi si rivelano un numero davvero esiguo se cominci a farti prendere dalla trama e dalla storia.
Forse non avrei svelato all’inizio la motivazione della mattonella rossa. Perché in una situazione di questo tipo, con zombie e rischi per la vita e solo 53 persone da proteggere, io fossi stato in Moro col clacson che autorizzo un mezzo sconosciuto per una missione suicida di questo tipo.
Vero che probabilmente lui si sarebbe dovuto far dare solo una mappa da Cat e non rapirla, ma le cose volgono al peggio troppo in fretta.
Mi sono piaciuti un sacco gli animali zombie che hai messo, sia i piccioni che i gabbiani e anche come li hai rappresentati e l’idea dell’ombrello che serve anche per difendersi. Un tocco di classe.
Parlando di bonus per me anche la santa è un personaggio famoso quindi ci sta.
La parte delle maschere mi è piaciuta, è una cosa caratteristica di Venezia, avresti potuto integrarla meglio se i 3 zombie fossero mascherati e allora per provare a fregarli si mascherassero anche loro. Magari usando anche un classico trucco alla the walking dead, cioè cospargendosi di interiora e sangue ecc ecc…
così sì che sarebbe sembrato un bel travestimento credibile.
Insomma per me è un bel racconto che pecca un pochino di fretta nella seconda parte ma che è comunque scritto molto molto bene.
Non mi sbilancio sulla classifica, devo ancora leggere gli altri.
In bocca al lupo-zombie per la sfida.
Zombiepark Odissea 2030, di frafo
Ciao Frafo e grazie della lettura.
L’idea dell’acquapark mi è piaciuta un sacco, anche se avrei provato a renderla più centrale nella vicenda perché tra piscine e scivoli avresti potuto creare delle fughe rocambolesche davvero divertenti e comunque alternative a quelle più classiche in una zombie story.
I bonus sono entrambi presenti, sia gli animali che il personaggio famoso. Adoro Loredana Berté. Anche se nell’anno della vicenda dovrebbe avere più di 80 anni e per come è messa adesso la vedo dura. È già quasi zombificata!
Battute a parte, passiamo al tasto dolente a mio avviso del racconto. Lo stile. Purtroppo ho trovato lo stile di scrittura un pochino acerbo, soprattutto nell’utilizzo della prima persona. Ci sono alcune ingenuità e alcune scene che nonostante il pdv stesse vivendo all’istante risultano lontane e raccontate quasi che lui non ne prendesse parte. Questo allontana dalla narrazione e mi fa uscire fuori dalla vicenda.
Ci sono anche alcuni passaggi non troppo credibili, tipo la massa di zombie appostata fuori dalla porta. Al di là dell’inspiegabile apertura della porta, se ci fosse una folla di zombie la porta dubito reggerebbe. O almeno si sarebbe sentito del rumore all’esterno. Insomma, quella scena è sicuramente da cambiare per avere no svolgimento più verosimile.
Poi il finale è un po’ trascinato. Mi spiego meglio, il racconto per me doveva finire con lui sull’asfalto. La tensione si è esaurita. Il racconto ha fatto il suo. Il pezzo successivo con lo zombiebus sembra un di più.
Così come lo spiegone finale. Avevi ancora un sacco di caratteri, perché non farmi vedere un bel dialogo con le altre persone salvate invece che raccontarmi degli zombiebus in giro per l’Italia.
Sono solo alcuni consigli per rendere migliore il racconto, perché l’idea dell’acquapark è davvero carina!
In bocca al lupo-zombie per la Sfida.
Il mare ci protegge, di Angelo Frascella
Ciao Angelo e grazie per la bella lettura.
Il tuo racconto mi ha convinto. Tra i quattro che ho letto è quello che vedrei meglio in una antologia anche se ci sono alcune cosine da sistemare (come i troppi poi all’inizio e qualche piccolo inciampo stilistico qua e là) ma è chiaro che per un racconto scritto in meno di 2 settimane è assolutamente normale.
Lo snodo del tuo racconto, da cui poi si dipana il pericolo più immediato per i protagonisti parte da un assunto che non mi ha convinto al 100%. il fatto che gli zombie siano rigettati in mare considerando che non possono morire è un rischio che non correrei se fossi nei sopravvissuti.
Sarebbe stato più credibile se invece che nel mare, fossero tutti rinchiusi in un magazzino o che so io, mantenendo la tua idea iniziale che non vogliono togliere una non-vita e che i proiettili sono preziosi. Legare e incappucciare degli zombie credo sia tra le più alte cause di morte del 2032!
scherzi a parte, dettaglio di trama che si può rendere in maniera differente.
Altro consiglio, potrebbe essersi rovesciata una nave, le ragazze si salvano ma dicono che non erano sole sulla barca, i cittadini non ci danno peso, il mare penserà agli zombie e invece poi rispuntano fuori perché riescono a raggiungere la terra ferma.
Magari tutta la nave vuole raggiungere terra proprio per lo zombiebus.
È solo un’idea campata in aria ovviamente.
Mi è piaciuto molto l’uso importante del dialetto, che è comunque comprensibile ma rende bene la regionalità e credo che in un contest come questo sia un punto a favore.
Bonus entrambi azzeccati a mio avviso. I delfini conquisteranno il mondo.
Mi è piaciuta molto la metafora pesci e cozze.
Ah, ho trovato la spiegazione della vita di Fatima un po’ troppo. Capisco che lo spazio del racconto era poco, ma gli spiattella troppo e troppo in fretta. Avrei preferito più non detto. Anche se fosse stata meno specifica la sua necessità di tornare a casa, sarebbe sembrato un dialogo più naturale.
Basta direi di aver detto abbastanza!
Ancora complimenti e in bocca al lupo-zombie per la Sfida.
ho avuto grande difficoltà a decidere chi mettere in prima posizione tra il racconto di Angelo e quello di Gaia. ho deciso di premiare quello che allo stato attuale era più completo.
in quello di Gaia ho trovato un grande potenziale, con qualche piccolo accorgimento sarebbe stato da prima posizione.
Complimenti anche agli altri, ovviamente, ho letto ottimi racconti!!!
In bocca al lupo per la Sfida!
1. Il mare ci protegge, di Angelo Frascella
2. La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
3. Una candela alla vaniglia, di Francesco Capozzi
4. Zombiepark Odissea 2030, di frafo
Una candela alla vaniglia, di Francesco Capozzi
Ciao Francesco, e grazie per la divertente lettura.
Il mondo che hai creato è molto divertente e ci sono delle trovate veramente geniali (come la pistola Esselunga o le varie multinazionali che si sono aggiornate e rinnovate per trovare il loro posto nel nuovo mondo.
Ho notato uno scostamento dalla traccia, ma su questo non metto becco, mentre ritengo entrambi i bonus validi. Cane e Corona? È lui? Il paparazzo?
Passando più in dettaglio sul racconto, secondo me ti sei dedicato troppo a voler raccontare il nuovo mondo quando la narrazione avrebbe reso molto di più se ti fossi concentrato solo sulle scommesse clandestine. Quello era a mio avviso il fulcro del racconto o almeno da come lo hai gestito sembrava volessi dare risalto a quello come una specie di plot twist, ma così non funziona. Perché arriva troppo tardi e non viene trattato e approfondito come avresti potuto.
Rimane una scenetta cinica e divertente ma che non cattura a sufficienza l’attenzione da rendere il racconto memorabile.
Mi è piaciuto invece un sacco il tono del pdv e le sue battute, anche se avrei preferito vederle più sfruttate durante le varie scene che non nella parte iniziale in cui racconta e racconta e racconta cose che sono successe in passato come se fossimo al bar e ci volesse snocciolare per forza la storia della sua vita.
In bocca al lupo-zombie per la Sfida!
La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia e piacere di averti letto.
Parto subito con le cose positive: lo stile. Il racconto è sempre scorrevole dall’inizio alla fine e si legge senza inciampi o rallentamenti. Il pdv è ben gestito anche se ci sono un paio di cose che mi hanno fatto storcere il naso (tipo la strisciata sulla guancia di rossetto che lei stessa non può vedere o il fatto che dica parti intime dopo aver detto cazzo e merda, ma sono piccoli dettagli che non hanno rovinato la lettura).
La storia mi è piaciuto, avrei solo cercato un modo per rendere più esplicito il fatto che Moro avesse acconsentito alla missione di Luca. Anche solo un averlo armato per maggiore sicurezza (anche se avrebbe avuto poco senso visto che poco prima volevano quasi sacrificarlo). Però è strano che due minuti prima fosse legato e dopo abbia una pistola e addirittura si possa permettere di minacciare Caterina.
Ho apprezzato molto la caratterizzazione dei vari personaggi nella prima scena anche se trovo ce ne fossero troppi. Soprattutto perché poi in scena rimangono solo Cat e Luca e per qualche altra riga Moro.
Sarebbe stato perfetto per un racconto più lungo. Sempre a proposito di lunghezza ho notato che in un paio di punti sei dovuta andare un pochino più di corsa nella narrazione e immagino sia stato per questioni di caratteri.
20.000 battute sembrano sempre tantissimi quando inizi a scrivere, ma poi si rivelano un numero davvero esiguo se cominci a farti prendere dalla trama e dalla storia.
Forse non avrei svelato all’inizio la motivazione della mattonella rossa. Perché in una situazione di questo tipo, con zombie e rischi per la vita e solo 53 persone da proteggere, io fossi stato in Moro col clacson che autorizzo un mezzo sconosciuto per una missione suicida di questo tipo.
Vero che probabilmente lui si sarebbe dovuto far dare solo una mappa da Cat e non rapirla, ma le cose volgono al peggio troppo in fretta.
Mi sono piaciuti un sacco gli animali zombie che hai messo, sia i piccioni che i gabbiani e anche come li hai rappresentati e l’idea dell’ombrello che serve anche per difendersi. Un tocco di classe.
Parlando di bonus per me anche la santa è un personaggio famoso quindi ci sta.
La parte delle maschere mi è piaciuta, è una cosa caratteristica di Venezia, avresti potuto integrarla meglio se i 3 zombie fossero mascherati e allora per provare a fregarli si mascherassero anche loro. Magari usando anche un classico trucco alla the walking dead, cioè cospargendosi di interiora e sangue ecc ecc…
così sì che sarebbe sembrato un bel travestimento credibile.
Insomma per me è un bel racconto che pecca un pochino di fretta nella seconda parte ma che è comunque scritto molto molto bene.
Non mi sbilancio sulla classifica, devo ancora leggere gli altri.
In bocca al lupo-zombie per la sfida.
Zombiepark Odissea 2030, di frafo
Ciao Frafo e grazie della lettura.
L’idea dell’acquapark mi è piaciuta un sacco, anche se avrei provato a renderla più centrale nella vicenda perché tra piscine e scivoli avresti potuto creare delle fughe rocambolesche davvero divertenti e comunque alternative a quelle più classiche in una zombie story.
I bonus sono entrambi presenti, sia gli animali che il personaggio famoso. Adoro Loredana Berté. Anche se nell’anno della vicenda dovrebbe avere più di 80 anni e per come è messa adesso la vedo dura. È già quasi zombificata!
Battute a parte, passiamo al tasto dolente a mio avviso del racconto. Lo stile. Purtroppo ho trovato lo stile di scrittura un pochino acerbo, soprattutto nell’utilizzo della prima persona. Ci sono alcune ingenuità e alcune scene che nonostante il pdv stesse vivendo all’istante risultano lontane e raccontate quasi che lui non ne prendesse parte. Questo allontana dalla narrazione e mi fa uscire fuori dalla vicenda.
Ci sono anche alcuni passaggi non troppo credibili, tipo la massa di zombie appostata fuori dalla porta. Al di là dell’inspiegabile apertura della porta, se ci fosse una folla di zombie la porta dubito reggerebbe. O almeno si sarebbe sentito del rumore all’esterno. Insomma, quella scena è sicuramente da cambiare per avere no svolgimento più verosimile.
Poi il finale è un po’ trascinato. Mi spiego meglio, il racconto per me doveva finire con lui sull’asfalto. La tensione si è esaurita. Il racconto ha fatto il suo. Il pezzo successivo con lo zombiebus sembra un di più.
Così come lo spiegone finale. Avevi ancora un sacco di caratteri, perché non farmi vedere un bel dialogo con le altre persone salvate invece che raccontarmi degli zombiebus in giro per l’Italia.
Sono solo alcuni consigli per rendere migliore il racconto, perché l’idea dell’acquapark è davvero carina!
In bocca al lupo-zombie per la Sfida.
Il mare ci protegge, di Angelo Frascella
Ciao Angelo e grazie per la bella lettura.
Il tuo racconto mi ha convinto. Tra i quattro che ho letto è quello che vedrei meglio in una antologia anche se ci sono alcune cosine da sistemare (come i troppi poi all’inizio e qualche piccolo inciampo stilistico qua e là) ma è chiaro che per un racconto scritto in meno di 2 settimane è assolutamente normale.
Lo snodo del tuo racconto, da cui poi si dipana il pericolo più immediato per i protagonisti parte da un assunto che non mi ha convinto al 100%. il fatto che gli zombie siano rigettati in mare considerando che non possono morire è un rischio che non correrei se fossi nei sopravvissuti.
Sarebbe stato più credibile se invece che nel mare, fossero tutti rinchiusi in un magazzino o che so io, mantenendo la tua idea iniziale che non vogliono togliere una non-vita e che i proiettili sono preziosi. Legare e incappucciare degli zombie credo sia tra le più alte cause di morte del 2032!
scherzi a parte, dettaglio di trama che si può rendere in maniera differente.
Altro consiglio, potrebbe essersi rovesciata una nave, le ragazze si salvano ma dicono che non erano sole sulla barca, i cittadini non ci danno peso, il mare penserà agli zombie e invece poi rispuntano fuori perché riescono a raggiungere la terra ferma.
Magari tutta la nave vuole raggiungere terra proprio per lo zombiebus.
È solo un’idea campata in aria ovviamente.
Mi è piaciuto molto l’uso importante del dialetto, che è comunque comprensibile ma rende bene la regionalità e credo che in un contest come questo sia un punto a favore.
Bonus entrambi azzeccati a mio avviso. I delfini conquisteranno il mondo.
Mi è piaciuta molto la metafora pesci e cozze.
Ah, ho trovato la spiegazione della vita di Fatima un po’ troppo. Capisco che lo spazio del racconto era poco, ma gli spiattella troppo e troppo in fretta. Avrei preferito più non detto. Anche se fosse stata meno specifica la sua necessità di tornare a casa, sarebbe sembrato un dialogo più naturale.
Basta direi di aver detto abbastanza!
Ancora complimenti e in bocca al lupo-zombie per la Sfida.
Re: Gruppo ATAC
Classifica finale del girone…
1)La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
2) Il mare di protegge, di Angelo Frascella
3) Zombiepark Odissea 2030, di frafo
4) Una candela alla vaniglia, di Francesco Capozzi[/list]
Accede alla finale La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
Il Finalista ha 24 ore di tempo per modificare il racconto e postarlo nella sezione Finalissima
1)La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
2) Il mare di protegge, di Angelo Frascella
3) Zombiepark Odissea 2030, di frafo
4) Una candela alla vaniglia, di Francesco Capozzi[/list]
Accede alla finale La piastrella magica, di Gaia Peruzzo
Il Finalista ha 24 ore di tempo per modificare il racconto e postarlo nella sezione Finalissima
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